MILANO (ITALPRESS) – Edison, società leader in Italia nella transizione ecologica con un piano di sviluppo focalizzato sulla generazione rinnovabile e low-carbon, sui servizi energetici e sui servizi a valore aggiunto per i clienti, nel 2022 rinnova l’impegno al fianco del Fondo per l’Ambiente Italiano iniziato nel 2019 con l’efficientamento della sua sede milanese, presso La Cavallerizza. Edison con il FAI condivide l’impegno per la valorizzazione delle eccellenze italiane: un patrimonio unico che richiede una tutela costante per consentirne la fruizione al pubblico. La collaborazione si concretizza in diverse attività che tracciano un percorso comune verso la sostenibilità e un uso più efficiente delle risorse: servizi energetici, mobilità elettrica, fornitura di energia rinnovabile certificata con garanzie di origine e da quest’anno un progetto di tutela della biodiversità.
Nel biennio 2022-2023 Edison si impegna a ridurre ulteriormente i consumi energetici di Villa Necchi Campiglio a Milano e di Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD) con l’efficientamento dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento. Per Edison è importante co-progettare attività e iniziative per sensibilizzare le comunità sull’importanza della tutela dell’ambiente, motivo per cui da quest’anno supporta il FAI in un progetto per la tutela della biodiversità. Edison sosterrà quattordici Beni della Fondazione, distribuiti sul territorio nazionale, per la cura delle arnie e la dotazione di bug hotels, prati alti ed essenze nettarifere per favorire le infiorescenze stagionali e la preziosa attività di varie specie di insetti impollinatori. Inoltre, in alcuni Beni, verranno ripristinate e rimesse in funzione rondonaie e nell’ortaglia di Palazzo e Giardini Moroni a Bergamo, all’interno del giardino storico, si manterrà allo stato naturale un’ampia zona di vegetazione per tutelare la presenza di una colonia di tassi. Edison è al fianco del Fondo per l’Ambiente Italiano anche in occasione delle Giornate di Primavera che quest’anno si svolgono nel weekend del 26 e 27 marzo e che vedranno l’apertura straordinaria di Palazzo Edison in Foro Buonaparte a Milano e delle storiche Centrali idroelettriche “Bertini” e “Esterle” sul fiume Adda.
Dopo il primo intervento nel 2019 presso la sede del FAI a Milano, Edison è intervenuta in altri Beni in Lombardia, Veneto e Piemonte: Villa Necchi Campiglio e Villa e Collezione Panza, Villa dei Vescovi e Castello e Parco di Masino monitorando e analizzando i consumi per individuare le aree di intervento e migliorare il profilo di sostenibilità ambientale dei Beni. Gli interventi hanno permesso di incrementare la valorizzazione degli ambienti e delle opere esposte e di ridurre i consumi di energia di oltre il 40% per la sede della Cavallerizza e del 90% per Villa Panza, evitando rispettivamente l’emissione in atmosfera di 1,8 tonnellate di CO2 e di 13,2 tonnellate di CO2 all’anno. In ultimo, per rendere green gli spostamenti, ha installato colonnine di ricarica per le auto elettriche.
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Edison supporta il FAI con un progetto di tutela della biodiversità
Giornata mondiale del Riciclo, sono già 10 mila i cestini RiVending
ROMA (ITALPRESS) – In Italia sono già 10.000 i cestini RiVending installati vicino ai distributori automatici di imprese, scuole, università e uffici pubblici, con cui è possibile raccogliere e riciclare bicchierini e palette di plastica, e bottigliette in PET con l’obiettivo di trasformarli da rifiuti a risorse. Secondo quanto rilevato da Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), Corepla e UnionPlast in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, ogni cestino permette in media di raccogliere circa 1.250 bicchieri ogni mese. Questo significa che l’intero progetto è già in grado di gestire circa 150 milioni di bicchieri all’anno, pari ad oltre 450 tonnellate di polistirolo.
RiVending è un’iniziativa di economia circolare nata nel 2019: un ciclo virtuoso di recupero e riciclo in cui gli oggetti in plastica, prelevati dai distributori automatici, vengono trasformati per essere nuovamente utilizzati. A fianco del distributore automatico viene posizionato uno speciale contenitore nel quale gettare bicchieri e palette in plastica dopo l’uso. Tubi rigidi presenti al suo interno e collegati al coperchio accompagnano la caduta dei bicchieri favorendone l’impilamento uno dentro l’altro.
A partire dal 2020, il progetto si è allargato anche al recupero delle bottiglie in plastica. Per questa particolare tipologia di consumo risulta particolarmente importante mettere in campo sempre più progetti di recupero e riciclo, soprattutto educativi, al fine di raggiungere gli ambiziosi obiettivi che l’UE ha posto per i prossimi anni.
“La Direttiva UE sulla Plastica Monouso infatti – commenta Ernesto Piloni, Presidente di Venditalia Servizi che gestisce il progetto RiVending – impone agli Stati membri di riciclare entro il 2025 almeno il 77% di bottiglie in PET che dovranno essere prodotte almeno per il 25% da PET riciclato. RiVending PET è, quindi, un progetto che darà il suo contributo al raggiungimento di questi ambiziosi traguardi di sostenibilità, coinvolgendo l’intero settore del vending italiano con l’obiettivo di creare un’efficiente economia circolare all’interno del comparto”.
Ad oggi ben 70 gestori vending hanno sottoscritto il disciplinare Rivending e anche diverse primarie aziende, molto attente ai temi della sostenibilità, hanno aderito al progetto, tra cui multinazionali della logistica, dei trasporti e dell’automotive. Entro la fine del 2022, inoltre, è previsto un ulteriore e deciso incremento del numero dei cestini su tutto il territorio nazionale.
La sostenibilità è diventata un argomento fondamentale per il vending, tanto che Venditalia, la principale fiera internazionale della distribuzione automatica in calendario dal 11 al 14 maggio 2022 presso Fieramilanocity, ha dedicato un’intera giornata a questa importante tematica. Sarà un’occasione unica per fare il punto su un valore che il settore ha fatto suo e che sta sviluppando attraverso comportamenti virtuosi di tutta la filiera.
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Sogin, depositata al Mite la carta delle aree idonee di deposito delle scorie radioattive
ROMA (ITALPRESS) – Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, nel rispetto dei tempi previsti, ossia nei 60 giorni dalla chiusura della consultazione pubblica.
La CNAI è stata elaborata da Sogin sulla base degli esiti della più grande consultazione pubblica finora svolta in Italia su un’infrastruttura strategica per il Paese, avviata il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e conclusa il 14 gennaio scorso.
La consultazione, gestita da Sogin nella massima trasparenza e completezza informativa, a cui hanno partecipato centinaia di soggetti direttamente interessati al progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, si è articolata in tre fasi.
Nella prima, durata sei mesi fino al 5 luglio 2021, Sogin ha raccolto oltre 300 osservazioni e proposte tecniche pervenute sulla CNAPI e sul progetto del Deposito Nazionale, da parte dei diversi soggetti interessati.
A questa fase è seguito il Seminario Nazionale, svolto dal 7 settembre al 24 novembre 2021 e concluso il 15 dicembre 2021 con la pubblicazione degli Atti conclusivi.
I lavori del Seminario si sono articolati in nove incontri, tutti trasmessi in diretta streaming. Oltre alle sedute plenarie di apertura e chiusura si sono tenute sette sessioni di lavoro, una nazionale e sei territoriali, che hanno interessato le regioni coinvolte dalla CNAPI: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata, Sicilia, Sardegna. Oltre 160 i partecipanti al Seminario, che ha visto gli interventi dei rappresentanti di Istituzioni ed Enti nazionali e locali, associazioni, comitati e singoli cittadini.Concluso il Seminario si è, quindi, tenuta nei 30 giorni successivi, come previsto dal D. Lgs. 31/2010, una seconda fase di consultazione pubblica durante la quale i soggetti portatori di interesse hanno potuto presentare ulteriori osservazioni e proposte tecniche anche alla luce dei lavori svolti durante il Seminario Nazionale.
La proposta di CNAI che Sogin ha trasmesso al Ministero della Transizione Ecologica è stata dunque predisposta sulla base delle oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte, per un totale di oltre 25.000 pagine costituite da atti, documenti, studi, relazioni tecniche e cartografie, complessivamente presentate nel corso di un anno a seguito della pubblicazione della CNAPI.
La norma prevede ora che il Ministero della Transizione Ecologica, acquisito il parere tecnico dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), approvi con proprio decreto la Carta, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. La mappa verrà, quindi, pubblicata sui siti internet di Sogin, dei due Ministeri e dell’ISIN.
La pubblicazione della CNAI avvierà quindi la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, a proseguire il percorso partecipato da parte delle Regioni e degli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l’obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito Nazionale.
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Venezia si candida a capitale mondiale della sostenibilità
VENEZIA (ITALPRESS) – Si è svolta questa mattina a Palazzo Ducale la presentazione della Fondazione “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità”, il progetto volto a realizzare un piano di interventi funzionali alla crescita economica, ambientale, tecnologica e sostenibile di Venezia, in linea con la strategia delineata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nato dalla collaborazione tra Regione Veneto e Comune di Venezia, con il duplice sostegno di istituzioni nazionali e aziende private (Università Ca’ Foscari e IUAV di Venezia, Conservatorio Benedetto Marcello, Accademia di Belle Arti, Fondazione Cini, Confindustria Veneto e alcune realtà di rilievo nazionale tra le quali, Generali, Snam, ENI, ENEL e Boston Consulting Group), il progetto ha ottenuto, il 21 maggio 2021, l’adesione del Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Dopo l’avvio formale della costituzione della Fondazione, avvenuto il 20 luglio 2021 nell’ambito della Conferenza Clima al G20 Economia, alla presenza del ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, è seguita la stesura dello Statuto e la definizione della governance di cui oggi è avvenuta la presentazione: il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta è stato designato presidente dal presidente del Consiglio dei ministri, su indicazione congiunta del Comune di Venezia e della Regione Veneto. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e il governatore della Regione Veneto Luca Zaia saranno i due vicepresidenti. La Fondazione sarà, inoltre, dotata di un Consiglio di Indirizzo, con funzione di supervisione e indirizzo, e di un Comitato di Gestione, con attribuzioni esecutive. Completeranno la struttura il Comitato Tecnico Scientifico, il Collegio Sindacale e il Revisore legale dei conti. Il progetto “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità” nasce con l’obiettivo di promuovere un modello ambientale, economico, sociale e urbanistico per lo sviluppo sostenibile del Comune di Venezia e della Laguna Veneta. Nell’anniversario dei 1600 anni dalla fondazione della Città, Venezia diventa un laboratorio a cielo aperto che guarda al futuro, un luogo di innovazione e d’avanguardia culturale e tecnologica in chiave sostenibile.
Fondazione, che sarà un grande catalizzatore di investimenti e di idee per Venezia, per l’Italia e per il resto del mondo. Dopo i secoli della Serenissima, dopo la straordinaria Venezia del Novecento, adesso abbiamo davanti il futuro, che è la sostenibilità: Venezia può e deve essere un modello per il mondo.
Partendo dal capitale umano, dalle persone, dai giovani, dalle idee e dagli investimenti” ha dichiarato. Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione. “La città è sede di tante realtà di resistenza. Penso alle Università e alle altre centinaia di Istituzioni culturali che hanno resistito e resistono, nonostante le difficoltà. Vogliamo creare le condizioni e il contesto perché Venezia diventi la più antica città del futuro. Dobbiamo far tornare Venezia città-mondo, capace di anticipare le soluzioni ai problemi globali. Questa non è una Fondazione come tutte le altre: chiamerò nei prossimi giorni cento grandi aziende non solo per sollecitarle a investire, ma anche per esserci, per produrre. La storia e il mito di Venezia, rappresentati qui a Palazzo Ducale, ci obbligano ad essere all’altezza di questa missione” conclude Brunetta.
“Questa è la fine di un percorso iniziato alla fine del 2020. D’altra parte il claim del Veneto è ‘The land of Venice’, nel senso che se non ci fosse Venezia non ci sarebbe il Veneto. Venezia è un palcoscenico unico che ci consente di essere attrattivi, non solo di finanziamenti – c’è un’ipotesi che va dai 2,5 miliardi ai 4 miliardi di euro – ma anche di tutte quelle realtà come le companies a livello internazionale che devono trovare sedi autorevoli. Non a caso il presidente della Fondazione, il ministro Brunetta, ha detto che ha pronta una lista di cento entità da coinvolgere. Non si parla di persone fisiche, ma di super realtà che a livello internazionale scelgono sedi come Londra e Parigi e altre grandi città per investire. E allora perché non scegliere Venezia? Venezia non è solo la città del turismo, ma un laboratorio open air di quello che può essere la vera sostenibilità. Lo abbiamo detto con un po’ di ambizione ma sappiamo di avere i fondamentali, grazie alle nostre radici profonde: Venezia Capitale mondiale della sostenibilità, non una delle capitali, ma la capitale, e penso che lo dimostreremo con questa Fondazione. Grazie ai compagni di viaggio e a chi sta già pensando di salire a bordo” ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
“Crediamo che la storia di Venezia sia straordinaria e vada interpretata in chiave moderna. Venezia è stata una grande capitale dell’innovazione, dei commerci e della diplomazia. Componenti fondamentali tutt’ora. Stiamo concludendo proprio in questi giorni le celebrazioni per i 1600 anni di fondazione della città, con lo slogan ‘Venezia la più antica città del futuro’. E oggi, dalla sala del Senato di Palazzo Ducale, lanciamo una grande sfida per i prossimi 1600 anni: la nascita di un progetto che non ha solo una valenza ambientale, ma di sostenibilità a 360° perché Venezia affronta e vive prima di altri luoghi i grandi temi della contemporaneità: energia e fonti alternative – come l’utilizzo dell’idrogeno di cui avremo il primo distributore proprio a Marghera -, difesa dell’ecosistema lagunare – grazie al Mose che ha dimostrato di funzionare – , chiusura del ciclo dei rifiuti, residenzialità, turismo, università, con cui continueremo a collaborare per raddoppiare in città la presenza di studenti e ricercatori sulla base del modello Boston. Dobbiamo tutti lavorare come sistema del saper fare, credibile ed efficiente, per difendere l’originalità dell’artigianato e delle attività produttive. Lo Stato italiano, con l’istituzione di questa Fondazione, riconosce il ruolo di Venezia nel futuro” ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.
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Areti e Rse rinnovano l’intesa per la decarbonizzazione
ROMA (ITALPRESS) – Areti, società del Gruppo ACEA che opera nel settore della distribuzione elettrica, e RSE – Ricerca Sistema Energetico, hanno rinnovato un accordo di collaborazione per l’evoluzione delle infrastrutture elettriche finalizzato a una sempre più rapida e completa modernizzazione delle reti, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dall’Agenda 2030.
L’intesa, siglata oggi da Massimo Bonato, AD di Areti, e Maurizio Delfanti, AD di RSE, avrà durata triennale e consentirà di proseguire e approfondire le attività di ricerca e innovazione avviate nell’ambito del progetto europeo “Platone”, con l’obiettivo di abilitare meccanismi innovativi di flessibilità energetica per i cittadini, in sinergia con le metodologie tradizionali di gestione delle reti elettriche di distribuzione. Il progetto, coordinato da ACEA e Areti, è al momento in fase di attuazione in via sperimentale in alcuni quartieri della città di Roma. In tale contesto, RSE svilupperà le metodologie di monitoraggio dell’impatto sulle reti della ricarica smart dei veicoli elettrici, nonchè il quadro di sostenibilità regolatoria ed economica, sviluppando adeguati indicatori tecnico-economici.
“L’evoluzione verso la mobilità elettrica è un percorso che l’Italia dovrà affrontare con convinzione, inserendosi nel più ampio scenario di cambiamento che il nostro Paese è chiamato a compiere in ottica di decarbonizzazione. La sinergia con Areti si pone in questa direzione, con lo scopo di individuare soluzioni tecnologiche compatibili con le esigenze operative, di innovazione e di sostenibilità della rete”, ha commentato Maurizio Delfanti.
“Areti è costantemente impegnata nel perseguire gli obiettivi di transizione ecologica nella città di Roma, investendo su questo tema importanti risorse sia economiche che umane, tanto da rappresentare ormai un riferimento a livello europeo su questo tema. La collaborazione con RSE ci consentirà di accelerare l’ottenimento dei risultati attesi a beneficio dei cittadini romani e del sistema elettrico nazionale”, è stato il commento di Massimo Bonato.
L’accordo amplia anche il portafoglio di attività strategiche sulle quali Areti e RSE potranno lavorare in maniera sinergica sia a livello nazionale che internazionale. Questa collaborazione, infatti, si inserisce nell’ambito dell’iniziativa globale Mission Innovation che vede l’Italia, e in particolare RSE e Areti, a supporto del Ministero per la Transizione Ecologica nella definizione e l’attuazione di progetti legati alle attività di ricerca e innovazione della “Green Powered Future Mission” a guida di Italia, Cina e Regno Unito.
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La tassonomia per la transizione, opportunità per imprese e investitori
ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto un webinar in streaming organizzato da Green Building Council Italia sul tema della tassonomia, sempre più sentito tra investitori, aziende e cittadini. L’obiettivo è creare il più grande sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili in Europa. Un progetto ambizioso, che coinvolge anche il mondo delle costruzioni, senza il quale sarà impossibile il raggiungimento della neutralità climatica al 2050.
La tassonomia è un importante strumento soprattutto per gli istituti di credito, che dovranno tenerne conto, nelle valutazioni per l’elargizione di finanziamenti, indirizzando i capitali verso un’economia a bassa intensità di carbonio e, al tempo stesso, più sicura e meno soggetta a manovre di green washing.
Per Marco Mari, Presidente GBC Italia, “in Italia il PNRR ha recepito uno degli aspetti fondamentali della Tassonomia EU, i principi relativi al Do Not Significant Harm (DNSH). Tale recepimento vincola alla rendicontazione dei sei principi del DNSH, sia nella fase di definizione e dei bandi, sia in fase di progettazione che in quella di realizzazione delle opere. Richiedere l’applicazione dei protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED-GBC, risolve tale incombenza mediante linee guida applicabili da tutti gli attori della filiera e rigorosi processi di certificazione terza. Siamo particolarmente orgogliosi – prosegue il presidente Mari – di lavorare da anni a questi strumenti, oggi al centro dei processi di rendicontazione energetico-ambientale voluti dall’Europa e indispensabili per una transizione dell’ambiente costruito in direzione di una maggiore resilienza, sostenibilità e salubrità”.
“La Commissione europea ha costituito un gruppo di lavoro sulla finanza sostenibile, un gruppo di esperti di 50 membri convocati nel 2020: il World GBC è stato coinvolto all’interno di quel gruppo di esperti – sottolinea Stephen Richardson, Direttore della rete regionale europea del World GBC -. Abbiamo ricevuto un mandato di 20 anni per lavorare all’ampliamento dell’attuale tassonomia per vagliare nuovi obiettivi, nuovi traguardi ambientali, ma anche per rivedere i criteri esistenti che sono già stati sviluppati. L’ambiente costruito è responsabile di un significativo consumo di risorse. Solo l’8-9% circa del materiale viene effettivamente riciclato. Quindi – conclude Richardson – c’è molto margine per migliorare la circolarità del settore e, quindi, ha senso sviluppare criteri nell’ambito della tassonomia dell’UE”.
Eleonora Evi, europarlamentare, membro commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, ha spiegato: “La decisione della Commissione europea di conferire l’etichetta di sostenibilità a gas e nucleare nella tassonomia, significa di fatto ridicolizzare il Green Deal con una vergognosa operazione di green washing e mettere in serio pericolo la credibilità dell’Unione europea come mercato leader per la finanza sostenibile, inviando un segnale sbagliato e confuso agli investitori e consentendo nuovi investimenti in fonti fossili fino al 2030, con conseguenze devastanti sugli obiettivi degli Accordi di Parigi. In questo modo – continua la Evi – la Commissione europea ha violato palesemente il principio fondamentale di non arrecare danno all’ambiente. Al Parlamento Ue daremo battaglia, abbiamo fino a un massimo di 6 mesi di tempo per bocciare questo atto delegato e ribadire che il mercato deve essere orientato verso investimenti a prova di futuro, come le fonti rinnovabili e l’economia circolare”.
Fabrizio Capaccioli, Vicepresidente GBC Italia, ha concluso l’incontro puntando l’accento sulla crisi energetica e sull’attenzione alla spesa dei fondi PNRR con un orientamento sempre più convintamente sostenibile: “La pandemia ci ha costretto a ripensare ai modelli abitativi e a preoccuparci maggiormente della nostra qualità della vita, in primis quella tra le mura domestiche, e la guerra sta mettendo in luce le difficoltà di chi, come noi, deve fare i conti con una politica energetica che negli anni non ha dimostrato di essere lungimirante. E’ proprio questo dunque il momento di avere coraggio. Dobbiamo essere consapevoli che oggi le risorse, grazie a Recovery Fund e PNRR, per il nostro Paese esistono, quello che non deve mancare è il coraggio di decisioni e scelte audaci. Del resto – conclude Capaccioli – se non dopo una pandemia che ha puntato ancor di più i riflettori sulle istanze di salvaguardia del benessere e della salute dei cittadini del mondo e con una guerra, che inevitabilmente si gioca, su un piano geo-politico, ma anche e soprattutto economico, mi chiedo: se non ora, quando?”.
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Da misure anti-covid benefici per inquinamento dell’aria e la salute
ROMA (ITALPRESS) – Alcune misure anti-Covid adottate all’inizio della pandemia – quali lockdown e restrizioni alla circolazione – hanno portato a un drastico calo dell’inquinamento atmosferico con conseguenti benefici anche per la salute. E’ quanto evidenzia uno studio internazionale sull’andamento della qualità dell’aria in 47 città europee, tra cui Roma, Milano, Parigi, Londra e Barcellona, pubblicato su Nature e realizzato da numerose istituzioni di ricerca, tra cui l’Enea. Dall’indagine emerge, in particolare, che il forte calo dei livelli di inquinamento atmosferico nel periodo monitorato (febbraio-luglio 2020) è dovuto principalmente alla limitazione degli spostamenti quotidiani in città e all’obbligo di permanenza nelle abitazioni, mentre minor impatto hanno avuto le restrizioni alla circolazione tra le regioni e ai viaggi internazionali. L’inquinante che ha subito la riduzione maggiore è il biossido di azoto (NO2), più che dimezzato in sette città (Milano, Torino, Roma, Madrid, Lisbona, Lione e Parigi). “Il calo è dovuto soprattutto al divieto della circolazione e del trasporto su strada, che rappresenta la principale fonte di emissioni di questo inquinante. Le concentrazioni di biossido di azoto hanno iniziato a precipitare fin dalla prima metà di marzo 2020, quando i governi hanno imposto le prime restrizioni; le differenze tra le città possono essere correlate solo ai diversi tempi di attuazione delle politiche di blocco e alle variazioni nella severità delle misure”, spiega Mario Adani, ricercatore Enea del Laboratorio Inquinamento Atmosferico e coautore dello studio. Lo studio ha quantificato anche il numero di morti premature evitate a seguito della riduzione dell’inquinamento per effetto delle misure adottate dai governi Ue contro la pandemia. Da febbraio a luglio 2020 il numero totale di decessi evitati è stato pari a 486 per il biossido di azoto (NO2), 37 per l’ozono (O3), 175 per il PM2.5 e 134 per il PM10. In particolare Milano, Parigi, Londra e Barcellona sono state tra le prime città con il maggior numero di decessi evitati da biossido di azoto (NO2) e polveri sottili. Per l’Italia, lo studio ha quantificato le morti evitate a Milano, Napoli, Roma e Torino, per ciascuno degli inquinanti analizzati. Ad esempio, a Roma sono stati evitati 18 decessi da NO2, 6 da O3, 7 da PM10 e 5 da PM2.5.
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Il 21 marzo la Festa degli Alberi nelle Scuole
ROMA (ITALPRESS) – Secondo gli ultimi dati divulgati dal Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea, fino allo scorso ottobre sono già circa 0,5 milioni gli ettari di verde cancellati nell’Unione Europea a causa di incendi, il 61% dei quali rappresentati da foreste. Nel 2020 gli ettari distrutti sono stati 340.000 e circa il 25% delle zone divorate dal fuoco si trovava all’interno dei siti Natura 2000. L’obiettivo continentale è piantare 3 miliardi di alberi al 2030. Se gli impatti avversi del cambiamento climatico sugli habitat diventano sempre più evidenti, nell’UE più di 9 incendi su 10 sono causati dall’uomo: ecco perchè la sensibilizzazione delle nuove generazioni è fondamentale per la tutela dei nostri patrimoni arborei. Alla salute dei polmoni verdi d’Italia è dedicata la 22° Festa degli Alberi nelle scuole l’evento celebrativo di lunedì 21 marzo, ore 10.30, promosso dalla Fondazione UniVerde presso il Liceo Ginnasio Statale “Terenzio Mamiani” di Roma (Viale delle Milizie, 30) in collaborazione con Re.N.Is.A. – Rete Nazionale Istituti Agrari.
Interventi introduttivi: Tiziana Sallusti (Dirigente scolastico Liceo Ginnasio Statale Terenzio Mamiani); Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde); Interventi: Antonio Pietro Marzo (Comandante unità forestali, ambientali e agroalimentari, Arma dei Carabinieri); Roberta Lombardi (Assessora Transizione ecologica e trasformazione digitale, Regione Lazio); Maria Assunta Palermo (Direttore generale Studente, inclusione e orientamento scolastico, Ministero dell’Istruzione); Serena Alfonsi (Assessore Ambiente e agricoltura, Roma Capitale); Patrizia Marini (Presidente Re.N.Is.A. – Rete Nazionale Istituti Agrari); Carlo Firmani (Dirigente scolastico Liceo classico e scientifico statale “Socrate” di Roma e Capofila nazionale della Rete Scuole Green).
In occasione dell’incontro si terrà la tradizionale messa a dimora di alberi autoctoni.
L’evento sarà occasione per rilanciare la storica campagna della Fondazione UniVerde, #StopIncendi: l’iniziativa promossa da Alfonso Pecoraro Scanio che rinnova la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso la necessità di mantenere azioni costanti a prevenire e reprimere i reati incendiari, anche ricorrendo alle potenzialità della tecnologia dei droni. La celebrazione della Festa degli Alberi nelle Scuole è per la Fondazione un appuntamento ricorrente che nasce dalla volontà di diffondere speranza e operosità positiva sul futuro ambientale e sull’importanza dell’attivismo civico per realizzare cambiamenti tangibili nella società, a partire dai cittadini di domani. Un’azione sostenuta anche con il concorso fotografico nazionale “Obiettivo Terra”, la cui 13esima edizione si è appena conclusa in vista delle premiazioni del 22 aprile, che proprio al patrimonio arboreo dedica la Menzione “Alberi e foreste” quest’anno assegnata con la preziosa collaborazione del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri.
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