ROMA (ITALPRESS) – Sviluppi molto concreti nella lotta al bracconaggio: sia da parte delle azioni da mettere in campo, attraverso il tavolo di coordinamento delle Prefetture del distretto su stimolo della Consulta della Pesca di Autorità distrettuale e Regioni; sia sull’operatività grazie all’incontro del vertice dei Carabinieri Forestali Generale di Brigata Fabrizio Mari con il Segretario Generale di ADBPo Meuccio Berselli. Novità sostanziali che arrivano anche dalla Consulta Pesca Po per attuare il “Protocollo d’Intesa triennale per il controllo della pesca illegale nel bacino del fiume Po” del 2018 e rinnovato fino al 2024, tra l’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Veneto e le Prefetture delle città metropolitane di Bologna, Milano, Torino e Venezia.
Al tavolo di coordinamento partecipano naturalmente i Carabinieri Forestali che, per competenza, diventano un punto di riferimento fondamentale nell’implementazione di un protocollo operativo d’intervento diretto di contrasto. Obiettivo dell’incontro è stato quello di dare concretezza ai contenuti dell’intesa per avviare le azioni utili a combattere il fenomeno del bracconaggio e della pesca illegale nel fiume Po.
La tabella di marcia operativa prevede: ricognizione sui punti di imbarco/sbarco (individuati dall’Autorità distrettuale), è stato stabilito che il tavolo di coordinamento fissi delle linee operative da trasmettere alle Prefetture delle provincie territorialmente interessate dal fenomeno del bracconaggio affinchè queste attivino, a cascata, la rete di segnalazioni ed interventi a seconda delle specificità proprie del territorio, con il coinvolgimento delle forze di polizia provinciali. Al loro fianco, l’attività dei Carabinieri Forestali risulterà fondamentale nel coordinamento dell’attività investigativa fra le diverse aree, come per la segnalazione delle targhe dei mezzi sospetti. A Parma intanto, al Palazzo delle Acque, sede di ADBPo, il Segretario Generale Berselli ha accolto il Generale Mari accompagnato all’incontro dal Comandante provinciale Pier Luigi Fedele. “Essere sul territorio quando serve e controllarlo affinchè il fiume sia vissuto per ciò che merita e non saccheggiato – ha commentato Berselli – in quest’ottica la collaborazione stretta con l’Arma dei Carabineri Forestali diventa assolutamente strategica e ringrazio vivamente il Generale Mari per la disponibilità a procedere nella stesura dell’intesa operativa”. Il generale Mari che è un esperto conoscitore del territorio e di tutte le sue peculiarità: “L’attività anti bracconaggio svolta in questi anni è fondamentale per migliorare sempre più l’efficacia delle azioni operative – ha sottolineato il Generale Fabrizio Mari – Abbiamo svolto molte attività periodiche di intervento, soprattutto nella zona del Delta, ma il fenomeno crescente anche in altre aree lungo il fiume ci spinge oggi ad un ulteriore salto di livello di concerto con l’Autorità di bacino e le collaborazione con tutti gli enti e le comunità distrettuali diventano elemento essenziale e sempre più preciso e coordinato in forma e sostanza”.
(ITALPRESS).
Autorità del fiume Po-Mite e Carabinieri contro il bracconaggio ittico
Reale Group, solidità e sostenibilità per un 2021 in crescita
TORINO (ITALPRESS) – Il Consiglio di amministrazione di Reale Mutua ha analizzato i risultati preliminari consolidati dell’esercizio 2021. Il Gruppo presenta per il 2021 un andamento positivo e in forte crescita rafforzando il suo impegno nella sostenibilità. Risultati economici positivi anche per la capogruppo Reale Mutua che chiude il 2021 con una crescita significativa confermando la sua solidità.
Per il 2021, il risultato di esercizio di Reale Group si conferma ampiamente positivo ed in linea con le previsioni: l’utile consolidato, calcolato secondo i principi internazionali Ias/Ifrs, si attesta a 248,8 milioni e risulta in crescita del 60% rispetto ai 155,5 milioni del 2020. Particolarmente rilevante è stato l’apporto di Reale Immobili, riconducibile in parte all’operazione di dismissione selettiva programmata di un pacchetto di immobili ad uso residenziale ed in parte al riallineamento dei valori fiscali a quelli civilistici del portafoglio immobiliare della società, come da opportunità fornita dal dlgs – 104/2020 cosiddetto Decreto “Rilancio”.
La raccolta premi è in crescita del 2,3% e si attesta a 5.174,4 milioni di euro. In particolare, i premi dei rami Danni aumentano del +3,9% mentre i rami Vita registrano una sostanziale stabilità (-0,8%). Crescono in modo importante, 6,1% i rami non auto a conferma della crescente propensione delle persone a proteggersi dai rischi e della capacità delle reti di Reale Group, Agenti in primis, di cogliere e dare risposta a tali esigenze.
La redditività operativa Danni esprime un Combined Ratio Operativo pari al 100,4% (95,3% nel 2020). Tale risultato è dovuto ad un’incidenza straordinaria di sinistri gravi nel ramo Incendio nonchè a un ritorno alla frequenza di sinistrosità nel ramo Auto, a partire dal secondo semestre dell’anno ai livelli pre-pandemia, accompagnata da un aumento del costo medio di indennizzo spinto dalla ripresa inflattiva.
La redditività Vita, misurata dal rapporto tra margine operativo della gestione sulle masse gestite, si conferma positiva e si attesta a 0,17% (0,18% nel 2020).
La componente Finanziaria ha contribuito con proventi pari a 330 milioni di euro (291 mln nel 2020).
L’indice di Solvibilità, misurato al quarto trimestre 2021, si conferma particolarmente elevato in quanto si attesta al 298%.
Si conferma la solidità del Gruppo: la situazione patrimoniale risulta in miglioramento con un Patrimonio Netto che riflette i risultati economici positivi e supera i 3,1 miliardi di euro.
Il perseguimento di una strategia di diversificazione per area di business e area geografica ha permesso al Gruppo di fronteggiare e reagire alle avversità di contesto, cogliendo allo stesso tempo le opportunità offerte dai diversi mercati nei quali si opera.
“Il 2021 è stato un anno intenso, complesso e positivo. Gli ottimi risultati confermano i punti di forza del nostro Gruppo: solidità, professionalità delle nostre persone e delle nostre reti, forte dinamismo progettuale per cogliere le opportunità del mercato e far fronte alle sfide future – ha dichiarato Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua (nella foto) -. Oltre ai numeri di bilancio, il 2021 ha consolidato la qualità dei rapporti con tutti i nostri stakeholder (dipendenti, reti e Soci/Clienti in primis) nonchè l’immagine e la reputazione del Gruppo con iniziative come il Reale Hub CV-19. Centralità delle persone, forte integrazione della sostenibilità nel nostro modello di business e spinta verso l’innovazione tecnologica sono assi portanti della nostra strategia”.
(ITALPRESS).
Fiume Po-Pianura Padana, peggiora la crisi idrica
ROMA (ITALPRESS) – Se tre indizi fanno una prova l’Osservatorio Permanente sulle crisi idriche – riunitosi oggi tra tutte le istituzioni e i portatori di interesse del bacino del fiume Po in seno all’Autorità Distrettuale del Fiume Po-ministero Transizione Ecologica – ha individuato molteplici indicatori, provenienti dalla quasi totalità degli areali considerati, che “disegnano i tratti di un generale contesto in avanzato stato di allerta idrica a causa della perdurante mancanza di precipitazioni nevose e piovose omogenee, della grave aridità dei suoli, unitamente all’impoverimento progressivo delle falde sotterranee”.
Su tutto il Distretto “persiste dunque una situazione di severa siccità idrologica attestata da valori che registrano una carenza fino al 40% di portata in meno nelle sezioni esaminate del Grande Fiume e fino al 60% degli affluenti”, si legge. Nel mese di febbraio le piogge previste sono cadute in modo scarso e disomogeneo e non hanno apportato ristoro e miglioramenti sostanziali, mentre le temperature medie hanno altresì confermato il trend fino a +3° C che caratterizza questo anomalo inverno come il secondo più caldo degli ultimi 40 anni.
Oltre al 60% in meno di precipitazioni piovose (85 giorni senza piogge in Piemonte e assenza di piogge previste per le prossime settimane. Inverno più secco degli ultimi 9 anni per l’Emilia-Romagna con alta assenza di piogge in particolare nel Bolognese, Ferrarese e parte dell’Emilia occidentale) anche il contributo generalmente offerto dalla neve si è dimostrato assai risicato su tutti i rilievi Alpini azzerando o quasi tutte le scorte disponibili. In passato una stagione invernale mite e asciutta come quella che si sta per concludere non era mai stata registrata, la causa è da attribuire principalmente a due fattori: condizioni anticicloniche persistenti caratterizzate da aria molto mite in quota – che ha contribuito a generare temperature miti soprattutto in montagna – e frequenti giornate con vento favonio, tipico del periodo primaverile, che hanno innalzato le temperature anche alle quote più basse. Le serie di misure che consentono di analizzare l’andamento climatico di tutti gli inverni a partire dal 1961 permettono già’ di trarre le prime conclusioni sulla stagione che sta per concludersi e inquadrarla anche dal punto di vista climatologico: tutti gli indicatori presi in esame infatti risultano in prossimità dei minimi rispetto le serie dal 1961 ad oggi rendendo particolarmente anomalo questo “straordinario” inverno meteorologico (che comprende i mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio).
Su tutta l’asta del fiume Po persiste quindi la condizione di marcata siccità idrologica invernale, dall’inizio dell’anno le portate (per tutte le stazioni di misurazione) sono sempre rimaste sotto le medie; in particolare, nell’ultimo periodo considerato di febbraio si evidenzia maggiormente la sezione di Piacenza, dove l’indice SFI (deficit di portata) identifica infatti una condizione di “estrema siccità idrologica”, causata dalla mancanza dei contributi lacuali di valle che, seppur minimi, hanno sostentato il Grande Fiume in assenza delle precipitazioni. Condizione di siccità che sta traslando e colpendo anche le altre stazioni lungo il corso del Po. La sezione di chiusa a Pontelagoscuro misura oggi 683 m3/s, prossima alla prima soglia di allerta, con una portata ridotta del -40%. Situazione endemica anche dei corsi di acqua minori cosiddetti tributari del Po che, in molti casi, a causa del regime torrentizio sempre più esasperato e prolungato nella durata, segnano scarti di portata superiori al -60%, con valori prossimi ai minimi storici in molte stazioni di misura.
“Chi è chiamato a svolgere un ruolo di pianificatore come questa Autorità – evidenzia il segretario generale di ADBPO-Mite Meuccio Berselli – non si limita a fotografare la situazione di costante peggioramento nel corso del tempo ma, parallelamente, deve sollecitare le istituzioni a trovare soluzioni che possano compensare i fabbisogni dei territori. Occorre accorciare i tempi degli interventi e concertare programmi di adattamento al clima con una serie di azioni che considerino tutto il bacino nella sua estensione, ambiente ed economia nei suoi innumerevoli punti di interdipendenza senza preclusioni ideologiche ed in tempi più consoni alle necessità umane/produttive e degli habitat”.
(ITALPRESS).
Arriva TED, il robot green per il vigneto Italia
VERONA (ITALPRESS) – Si chiama TED ed è un robot green, 100% elettrico, innovativo e sostenibile, che tramite sistema satellitare si muove automaticamente nel vigneto pulendo il terreno ed eseguendo lavori sulle piante nel pieno rispetto dell’ambiente.
E’ questa la principale novità che CAI – Consorzi Agrari d’Italia presenta per la prima volta sul mercato italiano a Fieragricola, l’evento internazionale sull’agricoltura in corso a Verona.
TED è un drone terrestre, di tecnologia francese, alto circa 2 metri dal peso di 1600kg, che è capace di eseguire diverse operazioni colturali sulla vite, lavorando una superficie di 4-5 ettari al giorno in diverse tipologie di terreno, dai più argillosi a quelli più sabbiosi con pendenze fino al 30%.
Grazie a TED le aziende agricole potranno ottenere importanti risparmi sui costi aziendali e una produzione di maggiore qualità.
Oltre a questo veicolo, trovano spazio altre tecnologie pensate per il settore vitivinicolo, dalle centraline meteo ai sistemi di irrigazione automatica.
Ogni agricoltore sa quanto le precipitazioni, la temperatura e l’umidità relativa possano variare da un campo all’altro. Per misurare questi dati, CAI sta introducendo la centralina meteo LoRAIN.
La tecnologia utilizzata consente un monitoraggio economico e tempestivo delle precipitazioni, della temperatura effettiva e dell’umidità relativa sui campi per offrire previsioni del tempo di irrorazione, pianificazione della forza lavoro, modelli per i rischi fitopatologici e le date di infezione per molte colture.
Infine, quanto ai meccanismi di salvaguardia del vigneto, verrà presentata anche la SMART TRAPP iSCOUT, una trappola con un sistema fotografico integrato che, grazie al peso ridotto, può essere appesa ovunque nel campo ed è autonoma grazie alla batteria ricaricata da pannello solare.
La trappola ha una fotocamera ad alta risoluzione combinata con un software di riconoscimento visivo che consente il conteggio automatico delle catture con l’obiettivo di supportare il lavoro degli agricoltori, riducendo i costi e aumentando la produttività.
Nello stand sono presenti anche DINO e OZ, altri due robot elettrici che lavorano in campo aperto e in serra con le stesse funzionalità di TED.
(ITALPRESS).
Onu avvia i negoziati per il trattato globale sulla plastica, plauso Wwf
ROMA (ITALPRESS) – Gli Stati membri delle Nazioni Unite all’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA-5.2) hanno deciso all’unanimità di elaborare un Trattato giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica, rendendola una delle azioni ambientali più ambiziose al mondo dal Protocollo di Montreal del 1989, che ha portato all’eliminazione delle sostanze che riducono lo strato di ozono atmosferico. La risoluzione adottata dalle Nazioni Unite delinea lo sviluppo di un Trattato solido che prevede regole e obblighi globali per tutto il ciclo di vita della plastica, responsabilizzando le nazioni, le aziende e la società nell’eliminazione dell’inquinamento di plastica dai nostri ambienti.
Il WWF “accoglie con favore questa decisione ed esorta i governi di tutto il mondo a cogliere questo potente slancio per l’eliminazione dell’inquinamento da plastica e ad agire in maniera altrettanto forte e decisa nel recepimento dell’intero contenuto del Trattato entro il 2024”.
Il WWF “si impegna a sostenere nei prossimi due anni il lavoro del Comitato Intergovernativo di Negoziazione dell’UNEA nel finalizzare gli importanti dettagli di questo storico Trattato”.
Secondo il WWF “i leader mondiali devono ora mostrare ancora più determinazione nello sviluppo e nell’attuazione di un Trattato che affronti la nostra attuale crisi da inquinamento da plastica e consenta un’efficace transizione verso un’economia circolare della plastica. Ciò richiede standard e obiettivi globali chiari e forti che creeino condizioni capaci di incentivare le nazioni a rispettare regole e regolamenti comuni, penalizzando allo stesso tempo prodotti e pratiche dannose”.
(ITALPRESS).
Sogin accelera il decommissioning, oltre 17% nel biennio 2021-2022
ROMA (ITALPRESS) – Sogin ha chiuso il 2021 con una previsione di avanzamento fisico delle attività di decommissioning degli impianti nucleari, grazie a un lavoro di efficientamento dei processi e delle azioni di risanamento intraprese, pari al 7,2%, ben oltre l’obiettivo di budget fissato inizialmente al 6,6%.
Si tratta di un valore che, unito all’obiettivo di oltre il 10% per il 2022, porterà il cumulato del biennio ad oltre il 17%, una percentuale altissima se paragonata al 28,3% complessivo degli anni precedenti (1999-2020). Alla fine di quest’anno l’avanzamento fisico globale raggiungerà oltre il 45%, con un’accelerazione frutto di un profondo lavoro di efficientamento delle procedure e degli interventi.
“Nonostante la pandemia e il fisiologico rallentamento nella prima parte del 2020, non a caso, anche il numero delle giornate lavorate dalle ditte esterne sui siti è stato, soprattutto nel 2021, sempre superiore al 2019, ultimo anno ante-Covid. Inoltre, nel 2021 Sogin ha perfezionato ben 578 contratti per un valore di quasi 177 milioni di euro”, si legge in una nota.
Procede anche l’attività di decommissioning più complessa, ossia quella che riguarda lo smantellamento del nocciolo del reattore della centrale nucleare del Garigliano, mentre il 31 dicembre scorso Sogin ha completato la fase 1 del Piano globale di disattivazione dell’impianto FN di Bosco Marengo, il primo impianto nucleare italiano nel quale la Società ha terminato le attività di decommissioning. Nell’Impianto Plutonio (IPU) del sito di Casaccia, Sogin ha portato invece a termine alla fine del 2021 lo smantellamento delle 56 Scatole a Guanti (SaG) che durante l’esercizio erano impiegate per attività di ricerca sulla produzione di elementi di combustibile nucleare a base di Plutonio.
Il 14 gennaio scorso è terminato il dibattito pubblico sul progetto del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico. La consultazione, avviata il 5 gennaio 2021 con la pubblicazione da parte di Sogin della proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare questa infrastruttura, ha rappresentato una grande operazione di coinvolgimento dal basso degli stakeholder della società civile (istituzioni, associazioni, comitati, imprese, professionisti e cittadini), raccogliendo oltre 600 tra domande, osservazioni e proposte da 322 soggetti.
Attualmente Sogin, sulla base degli esiti della consultazione pubblica, compreso il Seminario Nazionale svolto dal 7 settembre al 15 dicembre scorso, sta predisponendo la proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI), che sarà trasmessa al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) entro il 15 marzo prossimo. Dopo alcuni passaggi autorizzativi, che vedranno protagonista anche l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN), il MiTE di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, approverà la CNAI, che sarà pubblicata. A quel punto, le Regioni e gli Enti locali potranno esprimere le proprie manifestazioni d’interesse, non vincolanti, ad approfondire ulteriormente l’argomento e proseguire il percorso partecipato di localizzazione del Deposito.
(ITALPRESS).
Climate change, la paura della siccità ispira gli scrittori emergenti
MILANO (ITALPRESS) – Dodici scrittori emergenti e altrettanti racconti, molti dei quali hanno per tema proprio la siccità e i danni prodotti dal cambiamento climatico, e che diventeranno, questa primavera, un libro antologia pubblicato da DeA Planeta Libri. E’ l’esito del concorso letterario The Source, promosso da Gruppo CAP e realizzato in collaborazione con Libromania, al quale hanno partecipato ben 134 scrittori o aspiranti tali che si sono misurati con il genere della cosiddetta climate fiction, filone della fantascienza che affronta il grande tema del cambiamento climatico attraverso la narrazione di un mondo futuro che fa drammaticamente i conti con i danni prodotti dall’uomo sull’ambiente.
Il progetto The Source ha preso spunto dal podcast omonimo, rilasciato la scorsa estate e ancora disponibile gratuitamente su tutte le più importanti piattaforme, che racconta gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici in un’Italia che per 15 anni ha ignorato gli allarmi degli scienziati, ritrovandosi all’improvviso vittima della prima crisi idrica della storia.
Il concorso letterario, partito a settembre 2021, ha visto la partecipazione di 134 tra scrittori emergenti ed esordienti che hanno accettato di misurarsi con un genere, quello della climate fiction, che ha ispirato, tra gli altri, autori come James G. Ballard, Ian McEwan, Margaret Atwood e Cormac McCarthy.
Tra i racconti prescelti spicca la presenza di quello scritto da un esordiente, Mario Izzi, romano ma residente a Collecchio, che a maggio compirà 78 anni.
Quello dei cambiamenti climatici è un tema che costituisce oggi la grande priorità nelle agende dei governi e delle principali istituzioni internazionali. Lo scioglimento dei ghiacci, la crescita del livello degli oceani, i fenomeni di siccità e in genere i fenomeni meteorologici estremi sono sempre più frequenti e diffusi.
Nel nord-ovest dell’Italia e in Spagna non piove da quasi due mesi. Uno studio del Cnr ha recentemente rivelato come sull’intero arco alpino l’anno in corso sia il terzo in assoluto per scarsità di accumuli nevosi. Secondo Arpa, il manto sulle montagne lombarde è attualmente circa il 70% sotto la media, mentre il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi risulta del 54% inferiore.
La situazione è ancora più estrema e grave nell’Africa occidentale. Secondo l’agenzia Onu World Food Programme (Wfp) in Kenya, Somalia ed Etiopia circa 13 milioni di persone stanno attraversando la crisi idrica più grave dal 1981 a questa parte.
The Source è solo l’ultima delle tante iniziative di sensibilizzazione sui temi ambientali ideate da Gruppo CAP. Nel 2020 l’azienda pubblica ha promosso l’operazione Let’s Green!, iniziativa nata con l’intento di premiare le buone pratiche di sostenibilità di cittadini e associazioni eleggendo i Comuni più green della Città Metropolitana di Milano.
Ecco i nomi dei vincitori: Enrico Beccastrini, Luigi Calisi, Apolae, Assunta Decorato, Luca Fasolato, Emanuele Finardi, Chiara Forlani, Mario Izzi, Maria Cristina Murolo, Nicola Vincenzo Pagan, Alessio Salvati, Stefano Tevini.
(ITALPRESS).
Campi Flegrei, un nuovo studio per misurare la viscosità del magma
ROMA (ITALPRESS) – La velocità con la quale un magma si forma e risale dalle profondità della Terra alla superficie dipende anche dalla sua viscosità ed è quindi di fondamentale importanza conoscere questa proprietà fisica dei magmi anche per definire scenari e stime di pericolosità e rischio vulcanico connesso.
Con uno studio sperimentale, un team internazionale di ricercatori guidato da Barbara Bonechi e Vincenzo Stagno del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Sapienza di Roma, e condotto con Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Ehime University in Giappone, Argonne National Laboratory in USA (ANL) e Università degli Studi di Trieste (UniTS), ha sviluppato delle stime della velocità di risalita del magma del sistema dei Campi Flegrei dalla sorgente mantellica, che gli autori per il loro esperimento posizionano a circa 60 km di profondità, verso un ipotizzato sistema di alimentazione crostale della caldera collocato a 25 km.
Nello studio “Experimental measurements of the viscosity and melt structure of alkali basalts at high pressure and temperature” appena pubblicato su ‘Scientific Reports’, gli scienziati hanno calcolato che la velocità media di risalita del magma nella suddetta regione più profonda del sistema vulcanico è circa 2.5-3 metri all’anno, considerando un intervallo temporale di circa 20 mila anni intercorso tra le maggiori eruzioni storiche avvenute nella regione dei Campi Flegrei (“Ignimbrite Campana” di 39000 anni fa e “Tufo Giallo Napoletano” di 15000 anni fa). Hanno perciò ipotizzato che la sorgente mantellica possa trovarsi a una profondità di circa 60 km.
“Abbiamo utilizzato un magma sintetico realizzato fondendo una lava del deposito vulcanico di Solchiaro, dall’omonimo vulcano formatosi a Procida circa 17-19000 anni fa – spiegano Barbara Bonechi e Vincenzo Stagno -. Gli esperimenti, che abbiamo svolto presso il prestigioso sincrotrone di Argonne National Lab di Chicago, erano diretti a determinare la viscosità del magma a pressioni e temperature elevate”.
Le eruzioni vulcaniche sono fenomeni superficiali che rappresentano lo stadio finale della vita di un magma dalla sua formazione nell’interno della Terra alla sua migrazione verso la superficie.
La pericolosità vulcanica di un’area è, tra le altre cose connessa alla esplosività di un’eruzione che dipende da vari fattori tra i quali la composizione chimica del magma in risalita, la quantità di gas che da esso si liberano e l’eventuale interazione con le acque superficiali. Un ruolo importante sullo stile eruttivo di un vulcano è dato quindi anche dalla densità e dalla viscosità di un magma la cui conoscenza contribuisce a migliorare le valutazioni sui processi legati alla dinamica magmatica e a ridurre le incertezze sulle modellazioni di tali processi.
Dichiarano i ricercatori che “è importante che i modelli geochimici e sismologici considerino la profondità di formazione dei magmi e la loro potenziale velocità di risalita. Utilizzando la tecnica della sfera cadente la cui caduta è osservabile in tempo reale attraverso la radiografia a raggi X prodotti da un fascio accelerato di particelle presso l’Argonne National Lab, abbiamo potuto rilevare che la viscosità del magma basaltico in risalita che alimenta il sistema dei Campi Flegrei varia tra i 0.5 e i 3 Pascal secondo”.
Luca Ziberna, docente di Petrologia e Petrografia all’Università di Trieste, si è occupato in particolare delle condizioni di ossido-riduzione della lava, un parametro chimico fondamentale per comprendere i processi magmatici. Al Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’ateneo giuliano sono stati studiati alcuni modelli teorici e sperimentali utili a comprendere l’effetto della composizione chimica, con particolare riferimento allo stato di ossidazione del ferro, sui processi di risalita dei magmi.
Nelle parole di Bonechi e Stagno, concludendo “i dati sperimentali presentati in questo articolo sono di assoluta importanza nello studio dei Campi Flegrei e costituiscono un ulteriore informazione ad integrazione dei dati geochimici e dei modelli geofisici ad oggi disponibili”.
Un contributo che potrebbe essere utile in futuro per affinare gli strumenti di previsione e prevenzione di protezione civile ma che al momento non ha alcuna implicazione diretta su misure che riguardano la sicurezza della popolazione.
(ITALPRESS).









