ROMA (ITALPRESS) – Continuano le operazioni da parte di Marevivo per il monitoraggio, la segnalazione e la rimozione di rifiuti e reti da pesca abbandonate sui fondali marini. La Divisione Subacquea di Marevivo si è immersa nelle acque delle Formiche di Grosseto, tre isolotti compresi nell’Arcipelago Toscano, davanti al Parco Nazionale della Maremma, per il recupero di una rete fantasma lunga circa 200 metri, posizionata su un fondale di circa 45-50 metri. L’operazione è stata realizzata grazie al supporto del Gruppo Zignago Vetro e alla collaborazione della Guardia Costiera – Corpo delle Capitanerie di Porto di Porto Santo Stefano e di Castiglione della Pescaia e dei biologi marini di Marevivo che hanno assistito alle operazioni e svolto un’attività di analisi dello stato della rete che era adagiata su un fondale caratterizzato dalle tipiche biocenosi del coralligeno Mediterraneo.
La rete era già stata individuata lo scorso dicembre ma, a causa della sua posizione, è stata rimossa non appena le condizioni meteo marine lo hanno permesso.
Si tratta di un altro importante traguardo per la protezione dei fondali da parte della Divisione Sub di Marevivo Onlus che conduce, ogni anno dal 2003, operazioni di recupero di reti abbandonate e di bonifica dei fondali in numerose località italiane.
Solo nel 2021 i sub di Marevivo hanno rimosso più di 4000 metri di reti oltre a centinaia di kg di rifiuti. Lo scorso giugno, sono stati recuperati 3000 metri di reti fantasma dai fondali di San Vito Lo Capo, mentre in agosto, una rete da pesca lunga 500 metri è stata rimossa dai fondali dell’Isola del Giglio.
“Le Formiche di Grosseto rappresentano un santuario della biodiversità proprio per la loro posizione strategica e per la quantità di forme di vita che popolano questi fondali – spiega Massimiliano Falleri, responsabile della Divisione Subacquea di Marevivo – Vista la particolare caratteristica dei fondali, caratterizzati da veri e propri canyon, e la lunghezza della rete, la squadra operativa di Marevivo – insieme ai subacquei della Waterproof Dive&Service di Talamone – ha programmato l’intervento con particolari attrezzature come scooter subacquei elettrici e sistemi di immersione innovativi come rebreather (ricircolo della miscela respiratoria). I biologi hanno prima eseguito una serie di immersioni esplorative per valutare lo stato dei fondali e gli organismi concrezionati presenti sulla rete. Nelle immediate vicinanze della rete sono state rinvenute diverse gorgonie che rischiavano di essere danneggiate dalla rete stessa, tra cui gorgonie gialle, (Eunicella cavolinii), gorgonie rosse (Paramuricea clavata), il corallo d’oro (Savalia Savaglia) e il corallo nero (Antipathella subpinnata) considerate specie rare, la bellissima stella gorgone (Astrospartus mediterraneus)”. “Fortunatamente – continua – non sono stati necessari interventi di trapianto e riposizionamento, perchè l’operazione di taglio è stata minuziosa e ha consentito di lasciare le forme di vita bentonica lì dov’erano. Durante le fasi di recupero sono stati rinvenuti diversi attrezzi da pesca abbandonati, tra cui una fiocina di 110 cm di lunghezza, normalmente utilizzata per la caccia di corvine, cernie e dentici”.
Le attrezzature da pesca abbandonate ogni anno sono i rifiuti maggiormente rinvenuti nei mari di tutto il mondo e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina: sono estremamente pericolose, sono trappole che mettono a rischio la fauna e la flora marina. I danni arrecati all’ambiente marino non si limitano all’inquinamento: una volta abbandonate, infatti, le attrezzature da pesca continuano a pescare e sono strumenti di morte, soffocano i fondali chiudendo le tane di organismi specifici come aragoste, corvine, cernie e distruggendo le forme di vita bentonica, con il risultato che ogni anno circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiono a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o ingestione dei relativi frammenti.
“La collaborazione con Marevivo ci ha fatto sentire veramente parte di qualcosa di più grande, aiutando concretamente e seguendo tutte le manovre di rimozione delle reti attraverso aggiornamenti continui – spiega Michele Pezza, COO di Zignago Vetro Italia – siamo felici che il nostro sostegno sia stato fruttuoso e ringraziamo in primis l’Associazione per il suo impegno continuo nei confronti dell’ecosistema marino. Auspichiamo che questa collaborazione abbia un prosieguo nel futuro; di certo non ci sottrarremo dal dare ancora una mano”, conclude Pezza.
Prezioso il contributo di CN Talamone per l’attività relativa allo smaltimento dei rifiuti.
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Marevivo, rimossa rete fantasma di 200 metri alle Formiche di Grosseto
Giornalismo ambientale giovane, al via la 1^ edizione della Fenice Conai
ROMA (ITALPRESS) – Ai blocchi di partenza la prima edizione di un nuovo bando per i giornalisti italiani promosso dal Consorzio Nazionale Imballaggi: la Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane premierà un servizio radio-televisivo e un articolo con la sostenibilità ambientale, il riciclo e la transizione ecologica come temi principali. Ma firmato solo da giornalisti che non abbiano ancora compiuto 41 anni.
La call-to-action è riservata a tutte le produzioni giornalistiche apparse tra il 22 aprile 2021 e il 21 aprile 2022. Date non casuali: a fare da spartiacque è la Giornata Mondiale della Terra che si celebra ogni anno il 22 aprile.
“Da venticinque anni CONAI garantisce il raggiungimento degli obiettivi di riciclo degli imballaggi imposti dall’Europa – commenta il presidente del Consorzio Luca Ruini -. Sostenere con questo premio i giovani giornalisti, dai quarant’anni in giù, e valorizzarne il lavoro nel settore dell’informazione legato all’economia circolare è un’attività molto vicina ai nostri compiti istituzionali”.
La Fenice CONAI per il giornalismo ambientale giovane è patrocinata dal ministero della Transizione Ecologica e dall’Ordine dei Giornalisti.
Main partner dell’iniziativa è Ecomondo, l’evento di riferimento in Europa nel settore della green economy e dell’innovazione tecnologica e industriale. Le due Fenici, quella per l’articolo e quella per il servizio radio- televisivo, saranno consegnate proprio a Ecomondo 2022, in calendario al Quartiere Fieristico di Rimini tra l’8 e l’11 novembre.
Il premio sarà la nuova statuetta ideata da CONAI in occasione dei suoi venticinque anni, che si celebrano nel 2022: una Fenice a sette code che spiega le ali, simbolo di rinascita anche per i materiali di imballaggio. E’ stata progettata da un gruppo di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano.
A selezionare i vincitori sarà una giuria composta da rappresentanti del panorama giornalistico e istituzionale, i cui nomi verranno svelati nelle prossime settimane.
Intanto, la sfida a colpi di notizie sostenibili entra nel vivo: se il 21 aprile è l’ultimo giorno ammissibile per la pubblicazione dell’articolo o la messa in onda del servizio, ci sarà tempo fino alla fine di maggio per inviare le candidature.
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L’edilizia sostenibile “made in Puglia” sbarca a Londra
BARI (ITALPRESS) – L’edilizia sostenibile made in Puglia sbarca a Londra per partecipare a Futurebuild 2022. La Regione Puglia (Sezione Promozione del Commercio, Artigianato ed Internazionalizzazione delle Imprese), in collaborazione con Puglia Sviluppo, sarà nel Regno Unito per accompagnare una delegazione di imprese all’evento internazionale, in programma a Londra dall’1 al 3 marzo 2022 negli spazi dell’ExCel Exhibition Centre.
Futurebuild è la più grande fiera al mondo dedicata al settore dell’edilizia sostenibile e dei materiali da costruzione e da interni, con particolare interesse per la sostenibilità energetica. L’importanza dell’evento si misura dai numeri e dalle presenze degli anni scorsi: 20mila i visitatori nel 2020, provenienti da 125 paesi. Altissimo inoltre il target, rappresentato da professionisti ed operatori del settore, l’88% dei quali con posizioni manageriali, e rilevante presenza di architetti, ingegneri, costruttori.
“Si tratta di un’opportunità davvero importante per le imprese della delegazione pugliese – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci – peraltro in un settore, l’edilizia sostenibile, al centro delle nostre politiche finalizzate alla tutela dell’ambiente. Futurebuild ha riscosso un successo crescente negli anni, tanto da essere diventato un appuntamento imperdibile per chi opera nel mondo dell’edilizia sostenibile ed è interessato alle tecniche e alle soluzioni d’avanguardia nel comparto delle costruzioni ecologiche.
L’obiettivo della nostra partecipazione è valorizzare le eccellenze produttive pugliesi nel comparto della bioedilizia ma anche le opportunità di investimento nel nostro territorio per le imprese estere. Nonostante la crisi determinata dalla pandemia, la Puglia ha esportato nel mondo, nei primi nove mesi del 2021, materiali da costruzione per un valore di 76,8 milioni di euro, in crescita del 15,4% rispetto allo stesso periodo del 2020. Possiamo migliorare ulteriormente e Futurebuild è l’occasione giusta. Il Regno Unito, inoltre, è il settimo partner della Puglia per le esportazioni, pari nei primi 9 mesi del 2021 a più di 224 milioni di euro, con un saldo positivo rispetto alle importazioni di oltre 163,9 milioni di euro”.
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“E’ una questione di plastica”, al via progetto nelle scuole superiori
ROMA (ITALPRESS) – Siamo certi di saper riconoscere le fake news? Distinguere una notizia falsa da una vera non è sempre facile, soprattutto se il tema riguarda un argomento così vasto e complesso come la plastica. E’ per questo che Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, e Civicamente hanno scelto di occuparsi della divulgazione di falsi miti, notizie parziali e bufale per lanciare il progetto “E’ una questione di plastica”, che coinvolge docenti e studenti delle scuole secondarie di II grado di tutta Italia.
Il primo dei tre eventi live interattivi, in cui attraverso dibattiti e quiz si affrontano i dubbi e i temi legati alla plastica, si è tenuto ieri nell’ambito della prima edizione dell’SDGs Festival, evento didattico e digitale su educazione e sostenibilità, promosso da Civicamente e ispirato agli obiettivi dell’Agenda 2030.
“E’ fondamentale – sottolinea Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla – costruire un ponte con le nuove generazioni, imparando a dialogare con loro attraverso nuovi strumenti. Parlare agli studenti di argomenti complessi come l’attenzione al riciclo e la valorizzazione delle risorse è un’opportunità per comprendere l’importanza di adottare buone pratiche per conservare l’ambiente e il nostro Pianeta”.
Attraverso l’iniziativa i ragazzi avranno la possibilità di scoprire le buone pratiche per diventare cittadini responsabili: indicazioni per fare una corretta raccolta differenziata, riconoscere il valore della plastica come nuova risorsa e scoprire come nascono e quanto possono essere dannose le fake news.
Il progetto, inserito nel percorso di competenze trasversali e orientamento (PCTO), prevede quattro moduli di e-learning attraverso 8 videolezioni fruibili sia da casa che da scuola, al termine dei quali gli studenti saranno chiamati a ideare un progetto di comunicazione social impiegando le conoscenze acquisite.
I migliori elaborati saranno premiati con una LIM per la scuola e alcuni saranno utilizzati da Corepla per la comunicazione istituzionale sui propri canali.
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Un nuovo modello per stimare l’evoluzione del livello del Mediterraneo
ROMA (ITALPRESS) – I ricercatori ENEA di modellistica climatica hanno messo a punto un modello matematico evoluto, denominato MED16, in grado di riprodurre nel modo più fedele possibile l’evoluzione del livello del Mar Mediterraneo, dal passato al futuro. “L’ultimo rapporto IPCC del 2021 sottolinea che le proiezioni medie di innalzamento del livello del mare sulla Terra non sono abbastanza accurate per i bacini marginali, come il Mediterraneo, che richiedono lo sviluppo di modelli specifici. Ecco, il nostro studio finalmente colma questo gap scientifico”, spiega Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti e autore del nuovo studio Modelling present and future climate in the Mediterranean Sea: a focus on sea-level change.
“Per la prima volta avremo a disposizione un database affidabile per seguire l’innalzamento del nostro mare che, a partire dal 1980, è andato riscaldandosi più velocemente dell’oceano globale e dove, quindi, gli effetti dei cambiamenti climatici saranno amplificati, con grave rischio per le comunità costiere”, aggiunge Sannino.
Il livello del Mar Mediterraneo varia da sito a sito ed è il risultato dei movimenti tettonici locali, di una complessa dinamica delle masse d’acqua anche su piccola scala e degli scambi con l’Oceano Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra. Anche la connessione col Mar Nero, punto di raccolta delle acque di molti tra i maggiori fiumi europei, influenza le caratteristiche del bacino, correlandole al ciclo idrologico di una vasta porzione dell’Europa continentale.
Il nuovo modello climatico ENEA ha un dettaglio spaziale mai raggiunto prima. “Gli attuali modelli globali rappresentano il Mediterraneo come un lago, isolato dall’Atlantico, e per questo non sono sufficienti a fornire stime realistiche sulle sue variazioni di livello. Ora invece, grazie a MED16, riusciamo a coprire l’intero sistema ‘Mediterraneo-Mar Nerò, e una piccola parte dell’Oceano Atlantico ad ovest dello Stretto di Gibilterra, con una risoluzione spaziale uniforme di 1/16°, che corrisponde a circa 7 km”, sottolinea Sannino, che aggiunge: “Inoltre abbiamo aumentato notevolmente il dettaglio in corrispondenza degli stretti, per rappresentare in modo affidabile la dinamica locale degli scambi d’acqua; parliamo, quindi, di circa 200 metri per lo Stretto di Gibilterra e di 550 metri per i Dardanelli e il Bosforo”.
Il cambiamento climatico di origine antropica ha contribuito ad aumentare il livello medio dei nostri mari di oltre 25 centimetri negli ultimi 130 anni. Ma cosa accadrà nei prossimi anni al Mediterraneo? “Il futuro non ci riserva buone notizie. Se non riusciremo a invertire l’attuale crescita della temperatura globale, a fine secolo, tra 80 anni, il livello del mare sarà più alto di circa 60 centimetri rispetto ad oggi. Si tratta di valori da non sottovalutare. Pochi centimetri di innalzamento determinano l’allagamento di parecchi chilometri quadrati delle nostre coste”, spiega Sannino.
Negli ultimi decenni l’innalzamento del mare non è stato omogeneo nel Mediterraneo: dai dati del periodo 1993-2017, l’aumento osservato varia da un minimo di 1,95 mm/anno nello Ionio a un massimo di 3,73 mm/anno nell’Egeo. Il Mediterraneo occidentale mostra un trend più regolare, indotto prevalentemente dal segnale proveniente dall’Atlantico. Il bacino orientale mostra un comportamento più complesso, con una marcata variabilità interna.
“Con il modello MED16 abbiamo simulato l’evoluzione passata della circolazione del Mediterraneo e quella futura fino al 2100. Il confronto con i dati osservati ha confermato la capacità del nostro nuovo modello di riprodurre correttamente le caratteristiche del bacino. Queste simulazioni costituiscono la base di riferimento per le proiezioni future non solo per il lungo arco temporale che coprono e per l’alta risoluzione spaziale, ma anche perchè tengono conto esplicitamente delle maree e delle loro interazioni con la circolazione”, conclude Sannino.
Secondo la proiezione ENEA al 2100, considerando lo scenario più pessimistico dell’IPCC (elevata emissione ed elevato valore della forzante radiativa, paria a 8.5 W/m2), la temperatura del Mar Mediterraneo continuerà a crescere, mentre diminuirà la salinità superficiale nella parte occidentale del bacino, interessata dalla corrente atlantica. Oltre all’innalzamento del livello, il riscaldamento delle acque marine provocherà l’inibizione parziale della formazione delle acque profonde che, trasportando ossigeno verso gli strati profondi, permette al mare di ‘respirarè, creando le condizioni per la sopravvivenza degli habitat naturali.
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Imprese, nuova partnership Sace-Unicredit a sostegno di progetti green
MILANO (ITALPRESS) – Facilitare l’accesso delle imprese italiane a finanziamenti dedicati alla crescita sostenibile. Con questo obiettivo SACE e UniCredit hanno siglato un accordo, rafforzando la loro collaborazione per supportare le imprese, e in particolar modo le PMI, che intendono investire per ridurre il proprio impatto ambientale e contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
La Garanzia green di SACE copre i finanziamenti erogati da UniCredit, da un minimo di 50 mila euro fino ad un massimo di 15 milioni di euro e per una durata non superiore ai 20 anni, destinati alla realizzazione in Italia di progetti di mitigazione e prevenzione dei cambiamenti climatici, riduzione delle attività inquinanti, protezione delle risorse idriche e marine, protezione e ripristino delle biodiversità e degli ecosistemi, mobilità sostenibile, circular economy, in linea con i criteri di valutazione e la tassonomia definiti dall’Unione Europea.
Le aziende destinatarie dei finanziamenti beneficeranno della garanzia green di SACE all’80%, destinata a imprese con fatturato fino a 500 milioni di euro, rilasciata in tempi brevi attraverso un processo standardizzato e digitalizzato.
“L’accordo con Sace – spiega Niccolò Ubertalli, Responsabile di UniCredit Italia – è un ulteriore tassello nella nostra ampia offerta di soluzioni finanziarie a supporto della trasformazione green del sistema economico italiano e della transizione energetica di tutte le Pmi del Paese che hanno o vogliono elaborare una strategia di sostenibilità. Grazie alla leva del credito agevolato, supportiamo progetti di investimento specifici e concreti di micro, piccole e medie imprese, con l’obiettivo di aiutarle a realizzare la transizione verso modelli di produzione a minore impatto ambientale, anche in coerenza con gli obiettivi del PNRR”.
“L’intesa con UniCredit – ha detto Pierfrancesco Latini, amministratore delegato di SACE – rappresenta un altro passo nel percorso, che stiamo facendo insieme a tutto il sistema bancario, volto a dare una spinta importante alla transizione ecologica dell’Italia, anche come leva per gli investimenti del PNRR. Partnership come questa, inoltre, rafforzano l’impegno di SACE a supporto delle aziende di piccole e medie dimensioni che intendono ridurre il proprio impatto ambientale e avviare una trasformazione sostenibile beneficiando di procedure snelle e veloci. Parallelamente, insieme a UniCredit, SACE è già intervenuta su 1,3 miliardi di finanziamenti erogati dalla banca, a favore di grandi progetti di transizione energetica, mobilità green e riconversione industriale, sui quali continueremo a lavorare in modo sinergico”.
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Tutela e salvaguardia del territorio, rinnovata intesa Anci-Anbi
ROMA (ITALPRESS) – Il consumo eccessivo di suolo, lo spopolamento delle aree interne, l’eccessiva pressione antropica sulle coste e i cambiamenti climatici in atto rendono il territorio italiano estremamente fragile. In questa direzione si rendono necessarie politiche mirate per garantire la sicurezza e la tutela del territorio. L’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e l’Associazione nazionale Consorzi gestione territorio ed acque irrigue (Anbi) hanno rinnovato, oggi a Roma, presso la Sala del Consiglio della Camera di Commercio, il protocollo d’intesa per l’attuazione di programmi in favore della sicurezza idrogeologica. Sono intervenuti: Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, Francesco Vincenzi, presidente Anbi, Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma, Andrea Alemanni, consigliere comunale di Roma Capitale e Giuseppe Blasi, capo dipartimento Dipeisr, Mipaaf. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Sarina Biraghi.
“Il protocollo d’intesa sarà uno strumento in più per lavorare alla prevenzione e al contrasto del dissesto idrogeologico, che ogni anno interessa drammaticamente diverse aree del Paese. L’Italia è una nazione che ha bisogno di investire annualmente sulla difesa dalle criticità legate del dissesto idrogeologico – ha dichiarato Pizzarotti -. Anci e Anbi uniscono quindi le forze per attivare nuove politiche di tutela e salvaguardia del territorio, e per sensibilizzare le Regioni a una prevenzione più efficace. Oggi sigliamo un patto per il futuro”.
“Il Protocollo d’Intesa – ha evidenziato il presidente di Anbi, Vincenzi – offre una cornice istituzionale e di prospettiva ad una realtà forte già di oltre 900 intese fra Enti locali e Consorzi di bonifica, rimasti dopo il ridimensionamento di Province e Comunità Montane, gli unici uffici progettazione di area vasta, capaci anche di affiancare i Comuni nell’operatività quotidiana, necessaria a garantire sicurezza idrogeologica al territorio. Tale collaborazione oggi è ancora più importante in ragione delle sinergie legate alle risorse del PNRR”.
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Marevivo partecipa alla prima edizione del Carnevale tiberino
ROMA (ITALPRESS) – Quest’anno a Roma il Carnevale si festeggia sul Tevere. Domenica 27 febbraio, grandi e piccini scenderanno in maschera sulle sponde del fiume, tra Scalo de Pinedo e Castel Sant’Angelo, per la prima divertente Edizione del Carnevale Tiberino.
L’evento, promosso dalle principali associazioni della comunità tiberina locale, come Discesa del Tevere, Agenda Tevere, FICT, UISP Acquaviva, Roma Rafting, Fattoria Campo di Contra, Gatti della Regina e Associazione Tevere Day, vede la partecipazione di Marevivo Onlus tra gli organizzatori.
“I fiumi sono le grandi arterie del pianeta ma oggi si sono trasformati in “nastri trasportatori” di rifiuti di ogni genere che, raccolti durante il loro corso, finiscono in mare – spiega la direttrice di Marevivo Carmen Di Penta -. Il Tevere è un fiume meraviglioso, che però sta soffrendo molto proprio a causa dell’inquinamento”.
Secondo Di Penta “occorre ‘adottare i nostri fiumì, prendendosene cura sin da subito, se vogliamo salvare i mari dalla minaccia dei rifiuti, formando e sensibilizzando le generazioni presenti e future sulle tematiche di sostenibilità e salvaguardia”.
Il Carnevale Tiberino, che ha l’obiettivo di favorire la partecipazione dei cittadini alla vita del fiume e di sottolineare l’importanza della qualità dell’ambiente fluviale, anche in ambito urbano, prevede un programma di attività di benessere psico-fisico all’aria aperta, fuori dall’acqua e dentro.
Alcune guide qualificate accompagneranno i presenti a bordo di una cinquantina di canoe (con obbligo di salvagente) messe a disposizione per le discese fluviali, di circa 6 km. (ITALPRESS) A terra, invece, verrà organizzato un giro in bici, lungo circa 10 km, consistente in un anello che percorrerà entrambe le sponde. Per entrambe le attività, sulle imbarcazioni o in bicicletta, l’appuntamento è alle ore 12:00 allo Scalo de Pinedo.
Durante l’evento, inoltre, i partecipanti potranno prendere parte al contest fotografico a tema carnevalesco indetto su Instagram, che premierà la foto più amata, e ci saranno premi anche per le maschere più belle, che verranno scelte per attinenza all’evento, originalità e riuso dei materiali.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito: www.tibertour.com/27feb22/
(ITALPRESS).









