MILANO (ITALPRESS) – Sviluppare prodotti per la medicina di precisione e personalizzata, trattamenti anti-age, antiossidanti e antinfiammatori, innovativi e a basso impatto ambientale. Con questo obiettivo nasce NanoCosPha, il progetto coordinato dall’Università di Milano-Bicocca e cofinanziato da Regione Lombardia per la creazione di una filiera tecnologica a supporto delle aziende cosmetiche e farmaceutiche.
L’iniziativa è stata annunciata nel corso dell’evento che si è tenuto a Palazzo Lombardia alla presenza della rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, dell’assessore per l’Istruzione, università, ricerca, innovazione e semplificazione di Regione Lombardia, Fabrizio Sala e di esponenti dei settori farmaceutico, cosmetico, scientifico e accademico.
“Le Università sono un partner fondamentale per lo sviluppo economico di Regione Lombardia – ha dichiarato l’assessore regionale Fabrizio Sala – Con accordi come questo vogliamo supportare gli atenei e legare sempre più il mondo universitario con quello produttivo. In questo caso abbiamo supportato Università Bicocca con 2 milioni di euro per la realizzazione di una infrastruttura importante, favorendo di fatto un’attività di ricerca sempre più importante anche per studenti e professori” ha concluso Sala.
Il progetto, coordinato dal prorettore alla Ricerca di Milano-Bicocca, Guido Cavaletti, coinvolge i dipartimenti di Biotecnologie e bioscienze e Medicina e chirurgia dell’Ateneo Milanese e si occuperà dei vari stadi di sviluppo di nano-bioformulati, nanofarmaci e prodotti cosmetici di nuova generazione.
«Con questo progetto intendiamo affrontare in modo olistico il tema del benessere promuovendo l’innovazione e il trasferimento tecnologico – afferma Guido Cavaletti, prorettore alla ricerca di Milano-Bicocca – ma anche la ricerca di base e l’alta formazione dei giovani e manager d’azienda attraverso dottorati industriali, stage e scambi bilaterali tra l’università e l’azienda».
NanoCosPha potrà contare su una piattaforma tecnologica costituita da sei laboratori innovativi e altamente specializzati per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, finanziato per metà da Regione Lombardia.
La ricerca si concentrerà sulla creazione di nuove molecole attive, in grado di sfruttare i vantaggi della dimensione nano. Utilizzando le nanoparticelle come vettori è possibile trasportare molecole e principi attivi proprio là dove servono, in modo preciso e veloce, favorendone l’assorbimento e scongiurando la comparsa di effetti avversi. In campo cosmetico, dunque, sarà possibile osservare il beneficio locale, evitando effetti inattesi; nel caso dei farmaci, vi sarà una minore degradazione a livello dello stomaco a seguito della somministrazione orale.
NanoCosPha lavorerà allo sviluppo di nuovi processi a basso impatto ambientale. Uno degli obiettivi principali sarà la sostituzione di microplastiche con molecole di origine naturale compatibili sia per l’uomo, sia per la natura che lo circonda. Ma non solo. L’automazione dei processi e l’utilizzo di sistemi di machine learning nella preparazione e nella validazione dei preparati consentirà di ottimizzare la resa e di ridurre gli scarti.
Lo sviluppo di prodotti green ben si coniuga con la ricerca di prodotti sostenibili anche per l’equilibrio della pelle. Per questo un passo fondamentale sarà l’analisi del loro effetto sul microbioma – l’insieme dei microrganismi che interagiscono con la nostra pelle – anche attraverso lo sviluppo di disegni sperimentali specifici basati sull’analisi bioinformatica e su approcci di intelligenza artificiale.
Nei laboratori di NanoCosPha, inoltre, verranno effettuati test analitici su prodotti cosmetici finiti come anti-aging e anticellulite grazie al lavoro in sinergia con l’industria cosmetica, con la finalità di migliorare la comunicazione al consumatore.
La possibilità di customizzare prodotti e procedure preparative all’interno della filiera dei processi automatizzati aprirà la strada alla cosmetica e alla medicina personalizzata e all’applicazione dei derivati al trattamento delle malattie rare.
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Nasce “Nanocospha”, sostenibilità al servizio dell’industria cosmetica
Uno studio, lo smog aumenta il rischio di mortalità da Covid
ROMA (ITALPRESS) – Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Environmental Science and Pollution Research (https://rdcu.be/cGDW6) dimostra, per la prima volta in maniera diretta e con un approccio clinico, che il rischio di mortalità in pazienti ospedalizzati per Covid-19 dipende dai livelli di inquinamento atmosferico di biossido di azoto (NO2), inquinante prevalentemente prodotto dal traffico veicolare e dal riscaldamento domestico alimentato da fonti fossili.
L’esposizione a questo inquinante nelle settimane precedenti il ricovero è in grado di generare alterazioni del sistema immunitario e di aumentare il rischio di mortalità in pazienti con polmonite Covid-19, in maniera indipendente dall’età.
Primo autore dello studio è Agostino Di Ciaula, Presidente del Comitato Scientifico dell’International Society of Doctors for Environment (ISDE Italia).
I risultati ottenuti direttamente dalla valutazione clinica di pazienti affetti da Covid-19 rafforzano ipotesi già formulate da studi precedenti di tipo epidemiologico e suggeriscono che l’inquinamento atmosferico può favorire l’infezione virale e condizionare un’evoluzione sfavorevole della malattia in pazienti costretti al ricovero.
Considerazione di rilievo derivante da questo studio è che misure di prevenzione primaria finalizzate a ridurre l’inquinamento atmosferico, specie in ambito urbano, potrebbero significativamente ridurre la vulnerabilità individuale e la gravità dell’infezione, soprattutto in soggetti a rischio.
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Roma, un nuovo bosco di 500 querce nel Parco di Aguzzano
ROMA (ITALPRESS) – Sono 500 i nuovi alberi piantumati nel parco regionale urbano di Aguzzano-Casal dè Pazzi, a Roma. L’iniziativa che rientra nel progetto ‘Ossigenò è avvenuta alla presenza del presidente del IV municipio Massimiliano Umberti, del presidente dell’Ente Regionale RomaNatura Maurizio Gubbiotti e del presidente di Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Nel corso dell’inaugurazione del nuovo polmone verde cittadino il presidente Zingaretti ha piantumato una delle nuove querce.
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione dell’Ente Regionale RomaNatura che ha già in gestione il Parco di Aguzzano, e che oltre ad aver curato la piantumazione, si occuperà per 24 mesi dell’irrigazione e della cura dei nuovi alberi. Grazie al ringiovanimento della flora l’obiettivo è quello di ricompensare le emissioni di CO2 in un quadrante strategico della città, migliorando la qualità dell’aria e del suolo. I prossimi passi del progetto Ossigeno prevedono la partenza a marzo di un terzo avviso a sportello rivolto alle Amministrazioni Comunali, ai Municipi di Roma Capitale, agli Istituti e alle Università Agrarie, agli enti del terzo settore, alle Dimore Storiche e agli Istituti Culturali.
Lo scopo a lungo termine è anche quello di coinvolgere in maniera sempre più continuativa il territorio e finanziare nuovi progetti di piantumazione di alberi in tutta la regione Lazio. E’ inoltre in atto il censimento dei terreni del demanio regionale, di ARSIAL e dei Parchi regionali per procedere a piantumazioni extra bando e accelerare gli obiettivi di Ossigeno riqualificando alcune aree. Sono già stati raccolti centinaia di lotti disponibili e l’amministrazione sta lavorando ad alcuni protocolli d’intesa con enti terzi per procedere poi a specifici progetti di forestazione.
Entro fine mese sono in programma di essere portati a termine più di 80 interventi per la messa a dimora di oltre 30 mila piante.
“Si tratta di uno dei parchi più piccoli di Roma, ma con una vitalità territoriale incredibile. Questo luogo diventerà un bosco bellissimo. Anche così si prosegue la lotta ai cambiamenti climatici che fa la differenza”, così presidente di RomaNatura Gubbiotti. “Un ente di volontariato si occuperà almeno per i primi due anni della cura e della manutenzione del parco. E’ un piacere iniziare da subito il lavoro con il presidente del IV municipio Umberti”, ha proseguito.
Quindi la parola è andata a Massimiliano Umberti. “Abbiamo tanto amore per i nostri parchi e piantare 400/500 alberi significa dare 15 mila litri di ossigeno al giorno a Roma. Abbiamo messo risorse a bilancio subito per piantare nuovi alberi; il tutto nel segno degli obiettivi della COP Glasgow”, ha spiegato il presidente del IV municipio.
Zingaretti ha espresso entusiasmo per “il nuovo bosco di Roma di 500 querce”. “Si tratta di un parco bellissimo conquistato negli anni dai cittadini e un bosco è anche una possibilità per aumentare frequentabilità di un parco”, ha proseguito Zingaretti. “Questo gesto significa anche dare una mano al pianeta perchè piantumare gli alberi rallenta i cambiamenti climatici. Noi puntiamo a piantare milioni di alberi in tutta la regione e lo faremo fino alla fine del nostro mandato”, ha concluso Zingaretti.
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Pnrr, accordo MiTe-Enea da 110 mln per ricerche sull’idrogeno
ROMA (ITALPRESS) – Il ministero della Transizione ecologica firmerà entro febbraio un accordo di programma con Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per attività di ricerca e sviluppo sull’idrogeno, con i fondi del PNRR. L’accordo prevede un contributo massimo di 110 milioni di euro per le attività di un Piano operativo di ricerca che sarà predisposo da ENEA.
L’intesa rientra nella Missione 2 del PNRR, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, di competenza del Mite: in particolare nella Componente 2, “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”.
Il PNRR su questa misura prevede complessivamente uno stanziamento di 160 milioni per Ricerca e sviluppo sull’idrogeno. Queste risorse sono distribuite su due differenti interventi.
Il primo è la stipula di un Accordo di Programma con ENEA, per un ammontare complessivo di 110 milioni, per svolgere tra il 2022 ed il 2025 specifiche attività di ricerca e sviluppo in materia. Questo accordo prevede lo svolgimento di attività di ricerca in collaborazione, come beneficiari, con il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) e RSE (Ricerca sul sistema energetico, società di ricerca controllata dal Gestore dei servizi energetici).
Il secondo intervento consiste nella pubblicazione di due Bandi di gara per ricerca e sviluppo sull’idrogeno: uno da 20 milioni di euro per enti di ricerca e università, un altro da 30 milioni per soggetti privati. I bandi sono ad oggi in preparazione.
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Antartide, al via missione invernale per studi su clima e biomedicina
ROMA (ITALPRESS) – Prende il via nella base italo-francese Concordia, a 3.300 metri di altitudine nel continente antartico, la 18a campagna invernale del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal ministero dell’Università e Ricerca e gestito da ENEA per la parte di attuazione logistica e dal Cnr per il coordinamento scientifico. “In genere l’avvio della stagione invernale sul plateau antartico coincide con la chiusura della spedizione estiva; quest’anno per la prima volta le attività di ricerca proseguiranno invece fino a fine marzo nel Mare di Ross a bordo della rompighiaccio Laura Bassi”, commenta il capo spedizione Alberto della Rovere dell’ENEA, che sta coordinando le attività di chiusura della stazione Mario Zucchelli, da dove gli ultimi ricercatori e tecnici raggiungeranno la base statunitense di McMurdo, prima di proseguire per la Nuova Zelanda e poi per l’Italia.
La nave Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), unica imbarcazione italiana in grado di operare in mari polari, è attualmente in viaggio verso la Nuova Zelanda per le operazioni di scarico e riprenderà subito il largo verso le acque polari per la terza e ultima rotazione in Antartide, durante la quale è pianificata una campagna oceanografica prevalentemente dedicata a progetti di geofisica.
Mentre sulla costa di Baia Terra Nova chiude la stazione Zucchelli, che riaprirà poi a ottobre con l’arrivo del contingente della nuova campagna estiva, nella base Concordia si preparano a trascorrere nove mesi in completo isolamento 13 invernanti (winterover), di cui 6 italiani del PNRA, 6 francesi dell’Istituto polare Paul Emile Victor (IPEV) e 1 medico svedese dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Durante tutto l’inverno polare, infatti, la stazione non sarà raggiungibile a causa delle temperature esterne proibitive, che possono scendere fino a toccare i -80°C. Anche durante questo periodo continueranno le attività di ricerca e manutenzione, fino a quando il gruppo della successiva campagna estiva arriverà a novembre per l’avvicendamento. In questi nove mesi saranno condotti studi su clima, glaciologia, fisica e chimica dell’atmosfera e biomedicina.
Nel corso dell’attuale 37a campagna estiva sono stati condotti oltre 50 progetti di ricerca su temi quali le scienze della vita, della terra, dell’atmosfera e dello spazio. I dati raccolti in Antartide saranno elaborati nei prossimi mesi presso i laboratori italiani che hanno preso parte ai progetti.
Hanno partecipato alla spedizione 220 ricercatori e tecnici, tra cui 18 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Vigili del fuoco.
Tutti i partecipanti alla spedizione estiva sono stati scelti tra personale veterano poichè, a causa della pandemia, non è stato possibile svolgere i consueti corsi di formazione per il personale neofita, fatta eccezione per i winterover di Concordia che hanno completato la formazione antincendio e sulla gestione del rischio outdoor e indoor al momento dell’arrivo alla base.
L’Italia, adottando rigorosamente il protocollo sanitario messo a punto lo scorso anno dal Consiglio dei direttori dei programmi nazionali antartici (COMNAP), è riuscita a scongiurare la diffusione del COVID presso le proprie basi.
Il trasporto del personale e dei materiali tra Christchurch (Nuova Zelanda) e la base italiana Mario Zucchelli è stato realizzato con 9 voli intercontinentali operati con il C-130J della 46^ Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana (AMI) e uno con l’Airbus-A319 dell’Australian Antarctic Division. Anche la nave Laura Bassi, durante due delle tre rotazioni programmate tra la Nuova Zelanda e la stazione Mario Zucchelli, è stata impiegata per trasferire il personale e il materiale in arrivo e in partenza dall’Antartide.
Durante la 37a campagna estiva è stato inoltre completato l’allestimento del campo remoto a Little Dome C, a 35 km dalla stazione Concordia, e sono iniziate le attività di perforazione del ghiaccio per il progetto “Beyond Epica Oldest Ice”, che andrà alla ricerca del ghiaccio più antico della Terra, prelevato fino a una profondità di 2.700 metri, per ricostruire le variazioni del clima degli ultimi 1,5 milioni di anni.
“Quella di quest’anno è stata una campagna quasi regolare sia per il numero di persone coinvolte, che per le attività logistiche e scientifiche svolte, nonostante il perdurare dell’emergenza legata alla pandemia da COVID-19 e tutte le cautele messe in atto per prevenire la diffusione del virus nel continente antartico – commenta Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide dell’ENEA -. Tra le situazioni più impegnative che abbiamo dovuto gestire nel corso della spedizione, l’assistenza fornita a un marinaio russo feritosi accidentalmente a bordo di un peschereccio battente bandiera del Regno Unito nel Mare di Ross. Assistenza che è valsa il ringraziamento ufficiale del governo di Londra a tutto il personale del PNRA che ha curato le operazioni di trasferimento del ferito in elicottero presso la base Mario Zucchelli, il primo soccorso sanitario e gli accertamenti medici, tra cui la stabilizzazione della ferita e i tamponi molecolari, nel pieno rispetto del protocollo anti-Covid”, conclude.
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Sondaggio Wwf, per il 76% degli italiani la caccia andrebbe vietata
ROMA (ITALPRESS) – Il 76% degli italiani non trova giusto che la caccia sia praticata in Italia e sarebbe d’accordo nel vietarla in tutto il territorio nazionale. E’ quanto emerge da un sondaggio commissionato dal Wwf nel trentesimo anniversario della Legge quadro sulla caccia e sulla tutela della fauna selvatica su un campione rappresentativo della popolazione nazionale e da un Report che analizza gli effetti concreti della sua applicazione in questi 30 anni dalla entrata in vigore.
Per la rilevazione, realizzata da EMG Different tra il 4 e il 7 febbraio 2022, la caccia si presenta come argomento fortemente polarizzante. Il sentimento che prevale tra gli italiani sembra essere nettamente contrario a questa attività, specie in considerazione dei suoi aspetti più crudeli e senza controllo. Il 72% del campione ritiene poi, che l’esercizio della caccia generi problemi alla sicurezza dei cittadini e il 57% la ritiene un rischio per la salute delle persone.
Nel complesso permane una mancata conoscenza di alcuni elementi che afferiscono all’attività venatoria come, ad esempio, il diritto da parte dei cacciatori di entrare nelle proprietà private durante la caccia anche senza il consenso del proprietario (solo il 36% ne era a conoscenza), o la qualificazione della fauna selvatica (anche di quella cacciabile) come patrimonio comune dello Stato e quindi di tutti gli italiani (ben il 44% degli italiani ne è all’oscuro).
Il campione ha espresso una posizione netta sugli aspetti più controversi della regolazione dell’attività venatoria come ad esempio: l’uso di richiami vivi per piccoli uccellini e la caccia consentita per alcune specie in via di estinzione, ma anche l’utilizzo munizioni contenenti il piombo e la caccia esercitata durante il fine settimana. Questi argomenti ottengono livelli di disapprovazione pari al 90%.
Il 43% degli intervistati auspica, inoltre, una riduzione delle attività di caccia con l’applicazione di regole più severe e il 42% giudica la caccia una inutile crudeltà.
Gli italiani si dimostrano dubbiosi e sfiduciati circa la capacità dello Stato di garantire un adeguato controllo sull’attività venatoria al fine di prevenire gli illeciti. Il 58% degli italiani ritiene, infatti, che le sanzioni previste in Italia per contrastare il bracconaggio e la caccia illegale siano insufficienti e addirittura il 71% considera che le forze dell’ordine e la Magistratura non siano sufficientemente a conoscenza degli impatti generati da questi crimini di natura.
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Mediterraneo, una Consensus Conference per difendere fondali e fauna
NAPOLI (ITALPRESS) – Il Mediterraneo, uno degli ecosistemi marini più preziosi e complessi, sta subendo una drammatica pressione guidata principalmente dalle attività antropiche e dai cambiamenti climatici. L’importanza di tutelare la biodiversità del Mare Nostrum è stata ribadita con l’appello lanciato per una Consensus Conference sulla difesa dei fondali e della fauna marina: l’obiettivo è quello di porre al centro dell’attenzione una delle più grandi sfide della nostra epoca e, a tale scopo, promuovere una virtuosa collaborazione tra enti di ricerca, comunità e responsabili politici. Recentemente, ricercatori e tecnici della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli hanno svolto indagini per lo studio di impatto ambientale relativo alla costruzione di un impianto di generatori eolici al largo della Sicilia da parte di Renexia. Dalle ricerche è emerso che molte delle specie rinvenute non sono mai state osservate prima e alcune di queste potrebbero rivelarsi specie nuove. Tuttavia, in alcuni tratti di mare sono molto evidenti i segni lasciati nel corso degli anni dalle attività di pesca illegale che hanno aperto profonde ferite sul fondale, distruggendo e spazzando via moltissimi coralli che avevano impiegato migliaia di anni per crescere.
Grazie a questa campagna è stato possibile individuare l’area idonea ad ospitare le turbine dell’impianto galleggiante Med Wind. E’ importante che la realizzazione di questo campo eolico non prescinda da un’accurata validazione scientifica, assicurata dai ricercatori dell’Anton Dohrn. Grazie alla mappa tridimensionale elaborata dalle indagini batimetriche è ora possibile pianificare, con la massima cura, il posizionamento delle turbine e garantire così la salvaguardia dell’ambiente circostante.
I dati dello studio sono stati presentati all’evento phygital “Mediterraneo, il mare delle meraviglie. Rinnovabili e pesca sostenibili: la ricerca scientifica per la tutela del Mare Nostrum”, che si è svolto in diretta streaming dal DaDoM – Museo Darwin Dohrn di Napoli, promosso dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn” e dalla Fondazione UniVerde con la Main Partnership di Renexia.
‘La ricerca scientifica e in particolare la ricerca sul mare sono lo strumento principale per rendere sostenibile lo sviluppo della nuova economia del mare – dice Roberto Danovaro, presidente Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli -. A partire dalle energie rinnovabili, dalla pesca, dalla protezione della biodiversità al turismo blu. Si tratta di una occasione straordinaria per valorizzare in modo eco-sostenibile le opportunità offerte dal Pnrr”.
Per Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde, ‘la sostenibilità nel Mediterraneo, il più importante mare per storia e cultura, è a serio rischio e non solo per il catrame pelagico dei trasporti petroliferi e per le plastiche. L’impatto della pesca a strascico sugli ecosistemi e sui nostri fondali è così drammatico da portare a una crisi ambientale difficile da ripristinare. La conferma ci arriva dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn e il video realizzato dai suoi ricercatori ci restituisce un’immagine da vero e proprio far west. Spero che l’appello per una Consensus Conference venga ascoltato e che questo sia l’inizio di un percorso virtuoso che possa aiutare a ripensare un possibile nuovo modello di tutela del Mare Nostrum’. ‘Inoltre – continua – occorre ora conciliare l’esigenza di costruire impianti a mare lontano dalle coste per la produzione di energie rinnovabili, cogliendo l’opportunità di creare in quelle aree zone protette che favoriscano il ripopolamento e il recupero degli habitat’.
Matteo Lorito, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, parla di ‘una giornata importante. Grazie anche alla Fondazione UniVerde si presenta un progetto di grande interesse ed attualità, che parte dalla necessità di affrontare la transizione ecologica anche generando energia in maniera davvero rinnovabile ed eco compatibile, e si candida a diventare una best practice nelle strategia di sviluppo della risorsa e del sistema mare. Accademie, come le università di Napoli, Messina e Palermo, centri di ricerca specializzati come la Stazione Anthon Dohrn, che ospita l’evento, Marina Militare, discutono e sostengono l’iniziativa di Renexia per un nuovo campo eolico offshore, ognuno con il proprio contributo soprattutto scientifico e di vera conoscenza, con l’obiettivo fondamentale della consapevolezza sulla tutela e la valorizzazione. Come sta il nostro mare, cosa possiamo fare per tutelare la biodiversità, come possiamo sfruttare le sue risorse in maniera concreta e eticamente sostenibile? Il modo c’è, i progetti ci sono e la consapevolezza è crescente e si diffondè.
Da remoto, Salvatore Cuzzocrea, Rettore dell’Università degli Studi di Messina, ha ringraziato il lavoro svolto dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn”, l’impegno di Alfonso Pecoraro Scanio e l’attività di sensibilizzazione posta in essere dalla Fondazione UniVerde. Da parte sua, ha ribadito la disponibilità a collaborare alla rete per la tutela del Mediterraneo con l’obiettivo di studiare modelli di governance efficaci con il coinvolgimento di attori politici, società civile e mondo universitario.
Riccardo Toto, direttore generale Renexia, ha spiegato che ‘Renexia fa della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente, dell’ascolto e del dialogo con il territorio, le amministrazioni, le associazioni, un asse importante del proprio approccio. I risultati presentati oggi rappresentano per noi un passaggio fondamentale per Med Wind. Grazie alle attività di rilievo e ricerca affidate a soggetti autorevoli, indipendenti ed internazionalmente riconosciuti, abbiamo tutte le informazioni di natura ambientale, storico-archeologica necessarie alla definizione del progetto ottimale, tali risultati saranno a disposizione di tutta la comunità scientificà.
‘Il Parco, una volta a regime, consentirà un risparmio in bolletta per famiglie e imprese siciliane di oltre 2,5 miliardi di euro, nell’arco del periodo di vita del parco. Ci tengo infine a sottolineare che – ha aggiunto – grazie a quest’opera contiamo di creare circa 17.500 posti di lavoro, di cui 6000 in Sicilia, nei sei anni previsti per la realizzazione. Per la durata della gestione occuperemo invece 1500 risorse, di cui circa 700 sull’isolà.
A seguire, si è svolta la presentazione del video realizzato dalla Stazione Zoologica “Anton Dohrn” a cura di Silvio Greco (Dirigente di Ricerca, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e Responsabile scientifico del progetto MEDWIND), che ha sottolineato: “La campagna oceanografica condotta nello Stretto di Sicilia, durata oltre 80 giorni, ci ha permesso di evidenziare una straordinaria biodiversità con organismi rari e alcuni, molto probabilmente, mai catalogati. D’altra parte, rivela pure un’enorme quantità di aree fortemente maltrattate dalle attività antropiche, in particolare la pesca a strascico. Abbiamo seguito lungamente i solchi dei divergenti e incontrato un vero e proprio deserto. E’ chiaro che bisogna preservare il bello della grande biodiversità e, allo stesso tempo, mitigare gli impatti di alcune attività non più sostenibilì.
Il tratto di mare esplorato a bordo della Nave Mainport Geo ha mostrato agli scienziati ambienti unici per l’abbondanza e la ricchezza di coralli, spugne e pesci, difficilmente osservabile in altri tratti del Mediterraneo: le particolari condizioni oceanografiche dell’area permettono la crescita rigogliosa di magnifiche foreste sottomarine. In particolare, le indagini batimetriche eseguite con un sofisticato ecoscandaglio multifascio, hanno permesso di elaborare una dettagliata mappa tridimensionale del fondo e di pianificare ed eseguire le esplorazioni con un veicolo robotico subacqueo dotato di telecamere ad altissima definizione.
Le attività hanno visto impegnati i ricercatori e i tecnici della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli insieme ai colleghi delle Università di Messina, Palermo, Genova e del CNR di Capo Granitola, con il coordinamento scientifico del professor Greco, in una campagna di ricerca che è iniziata nel mese di settembre e si è conclusa il 19 novembre scorso.
Intervenuta in collegamento video, Maria Carmela Giarratano (Capo DiPeNT, Ministero della Transizione Ecologica), ha raccolto l’appello per una Consensus Conference confermando la disponibilità ad avviare un confronto efficace in tal senso tra i soggetti coinvolti e il Ministero: “Abbiamo progetti importanti nel Pnrr per il monitoraggio della biodiversità, le aspettative sono concentrate in relazione al raggiungimento delle apposite milestone e dei target collegati ai singoli progetti. In questo percorso di transizione ecologica anche le Aree marine protette hanno un ruolo centrale”.
Francesco Saverio Abate, Capo DiQPAI, Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in un messaggio ha ricordato la necessità di garantire la sostenibilità del Mediterraneo: “La nuova Politica Comune della Pesca si pone come obiettivo la sostenibilità a lungo termine della pesca e dell’acquacoltura sul piano ambientale, economico e sociale. Inoltre, l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, per favorire il conseguimento di una migliore gestione dei mari, promuove la conservazione delle risorse biologiche marine, il raggiungimento del buono stato ecologico, la lotta alla pesca illegale, la riduzione della sovraccapacità di pesca e la pesca eccessivà.
All’evento phygital, moderato dal giornalista Francesco Piccinini, sono inoltre intervenuti: Nunziacarla Spanò (Professore ordinario e Delegata alle iniziative scientifiche a tutela dell’ambiente e del patrimonio marino, Università degli Studi di Messina), Gianluca Sarà (Professore ordinario, Università degli Studi di Palermo) e il C.F. Tiziano Angelini (Capo 3° Sezione GEOMETOC – Mine WARFARE, Ufficio Direzione Forse e Sicurezza Marittina, Marina Militare).
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Scoperta una nuova specie floreale in riserva Duchessa nel rietino
ROMA (ITALPRESS) – “Si chiama Allium ducissae ed in tutto il mondo è presente solo nell’Appennino Centrale: è la nuova specie floreale scoperta nella Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, in provincia di Rieti. Le nostre stupende aree naturali protette continuano a meravigliarci con la loro bellezza e il loro inestimabile patrimonio di biodiversità”. Lo annuncia Roberta Lombardi, Roberta Lombardi, assessore alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio.
“Si tratta di una scoperta nata da una ricerca finanziata alla fine del 2020 dalla stessa Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa all’Università di Camerino e finalizzata a chiarire l’identità tassonomica della popolazione di Allium presente all’interno dell’Area Protetta Regionale. Lo studio ha evidenziato l’unicità delle popolazioni della Duchessa e del Velino consentendone l’attribuzione ad una nuova specie per la scienza, che prende il nome di Allium ducissae, che viene ad aggiungersi alla flora italiana come unità endemica dell’Appennino Centrale, ossia a livello mondiale questa specie è presente solo nell’Appennino Centrale, precisamente nel massiccio Duchessa – Velino”.
“L’eccezionalità della scoperta evidenzia come anche in un territorio relativamente piccolo come l’Appennino Centrale, i massici montuosi consentono la sopravvivenza di specie legate a un clima più freddo, perchè sono stati siti di rifugio e aree di espansione e contrazione di areali durante il Quaternario, per effetto dell’alternanza tra periodi glaciali e interglaciali. Tuttora queste aree conservano veri e propri tesori della biodiversità, che rischiano di scomparire per il cambiamento climatico”.
“La scoperta di questa nuova specie per la scienza va nella direzione dell’inserimento, proprio in queste ore, della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella nostra Costituzione, che recepisce così una sensibilità per l’ambiente ormai diffusa tra i cittadini e nella giurisprudenza. Si sottolinea, ancora di più, il ruolo indispensabile delle aree protette per la conservazione della biodiversità, dal momento che la tutela del territorio è garanzia del mantenimento a oltranza dei processi ecologici ed evolutivi. E su questo il Lazio negli ultimi anni ha profuso un grande impegno in termini di conservazione, tutela, salvaguardia e promozione di questi valori”, conclude Lombardi.
(ITALPRESS).









