ROMA (ITALPRESS) – La Banca d’Italia è impegnata da tempo nell’ambito delle proprie funzioni di banca centrale, investitore e supervisore ad analizzare con ricerche e contributi i temi dei rischi climatici e della sostenibilità. Nel luglio del 2021 la Banca ha pubblicato la Carta degli investimenti sostenibili che indica principi, criteri e impegni mediante i quali intende dare concretezza alla propria azione, in qualità di investitore, a favore di un modello di crescita economica sostenibile. Già da diversi anni inoltre la Banca d’Italia ha indirizzato le proprie azioni per diminuire progressivamente l’impatto ambientale delle sue attività, riducendo le emissioni di gas serra, i consumi di energia e di risorse naturali e la produzione di rifiuti.
L’impegno della Banca si è riflesso, nel corso della Presidenza Italiana del G20, in un ruolo propulsivo per definire un ambizioso programma pluriennale per la finanza sostenibile e la lotta al cambiamento climatico. Inoltre dal 2022 la Banca è entrata a far parte del Comitato d’Indirizzo del Network for Greening the Financial System.
Per dare un ulteriore impulso alla sua azione sui temi della sostenibilità la Banca d’Italia ha deciso di istituire un Comitato Cambiamenti climatici e sostenibilità. Il Comitato, presieduto da un membro del Direttorio, contribuirà a definire la strategia dell’Istituto sulla finanza sostenibile. La Banca ha anche costituito al proprio interno un Nucleo Cambiamenti climatici e sostenibilità, composto da esperti di finanza sostenibile, che segue l’evoluzione delle discussioni in materia, stimola e coordina le analisi, favorisce la condivisione delle informazioni tra i partecipanti ai diversi gruppi di lavoro nazionali e internazionali.
Il Nucleo collabora anche con le analoghe strutture di recente create presso la Banca centrale europea e alcune altre banche centrali nazionali.
In occasione dell’istituzione del Comitato e del Nucleo, il sito della Banca d’Italia si arricchisce di una nuova sezione sulla Finanza sostenibile che si snoda attraverso sottosezioni tematiche che raccolgono i documenti sulle principali attività della Banca (Investimenti sostenibili, Politica monetaria, Vigilanza bancaria, Stabilità finanziaria, Studi, Interventi).
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Bankitalia, nasce il Comitato Cambiamenti climatici e sostenibilità
Laporta “La tutela dell’ambiente deve essere al centro del Pnrr”
ROMA (ITALPRESS) – “Quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza è un’occasione imperdibile perchè consente di avere delle risorse finanziarie alle quali prima non avevamo accesso e la nostra capacità dovrà essere quella di saperle utilizzare e spendere al meglio in un arco di tempo limitato. La resilienza indica la necessità che il sistema riesca complessivamente a difendersi e rilanciarsi, non è possibile immaginare questo processo senza tutelare l’ambiente in maniera proattiva e sviluppare le caratteristiche necessarie a farlo”. Lo ha detto Stefano Laporta, presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“Il tema della transizione ecologica è complesso, implica un processo temporale che non possiamo pretendere essere breve, specialmente se il nostro modello di sviluppo si è basato per anni su un’economia di tipo lineare – ha detto Laporta -. L’approdo deve essere quello verso uno sviluppo sostenibile. Sostenibilità significa mettere insieme tre dimensioni, quella ambientale, economica e sociale. La transizione ecologica deve garantire lo sviluppo del Paese e di tutto il pianeta che deve essere capace di osservare i limiti naturali che noi stiamo pericolosamente consumando”.
Per il presidente dell’Ispra il mondo ha preso consapevolezza del problema. Il tema dell’economia circolare fondata sul recupero, riutilizzo e riciclo delle materie “è centrale e la chiave di volta è poter e dover considerarlo non più un problema ma una risorsa – ha sottolineato Laporta -. Sviluppando un percorso, nel rispetto delle normative europee e nazionali, che consenta una gestione efficace del ciclo dei rifiuti urbani e speciali anche grazie a un’impiantistica intermedia che permetta di riciclare le risorse avremo fatto un grande passo avanti verso un modello diverso di economia. Per quanto riguarda la plastica – ha aggiunto – si sta andando verso un suo riutilizzo, vista la difficoltà dello smaltimento. Occorre tenere una linea di equilibrio e anche i materiali in origine dannosi, se correttamente trattati, possono avere un ciclo di vita più lungo e quindi un impatto minore sull’ambiente. Da oltre 10 anni esaminiamo la presenza di plastiche in mare e ne osserviamo un aumento notevole”.
Nota positiva l’andamento dell’educazione ambientale nel Paese. “Abbiamo fatto grandi passi in avanti, negli ultimi anni il quantitativo di raccolta differenziata è aumentato, il livello nazionale è superiore al 60%. Non è solo il frutto di scelte tecniche o politiche – ha chiarito Laporta -, ma c’è una consapevolezza e sensibilità dei cittadini che hanno fatto proprio il problema e vogliono dare una risposta”.
La sfida del Paese “è saper coniugare trasformazione verde, ricerca, innovazione e digitalizzazione. I lavori verdi – ha continuato il presidente di Ispra – rappresentano una grande opportunità, si tratta di uno dei settori più trainanti dell’economia nazionale e internazionale. Abbiamo bisogno di figure professionali che sappiano leggere i fenomeni e guidare il Paese nel progetto di trasformazione che lo caratterizzeranno negli anni futuri”.
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Rifiuti, firmato protocollo di intesa tra Regione Basilicata e Conai
POTENZA (ITALPRESS) – Il presidente della Regione Vito Bardi e il presidente del Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) Luca Ruini, hanno firmato questa mattina in Regione un protocollo di intesa, della durata annuale per la prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, in particolare per la riduzione ed il trattamento di rifiuti speciali e la loro pericolosità;
“Con il Conai ci occuperemo della raccolta degli imballaggi che ci permetterà di intensificare questa attività e ci adegueremo a quello che viene fatto in altre regione. Si tratta di una serie di attività a costo zero e ci saranno anche degli incontri periodici per migliorare il servizio e tendere a rifiuti zero”. Così il presidente Vito Bardi presentando gli obiettivi di questo accordo.
“La gestione dei rifiuti è anche un dato culturale – ha poi sottolineato l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa Assessore Rosa. Sono convinto che l’accordo con il Conai, ente di grande esperienza, ci aiuterà a raggiungere i nostri obiettivi. In questi due anni e mezzo abbiamo lavorato, prima di tutto per modernizzare il sistema di raccolta e di gestione dei rifiuti”
Nel corso della presentazione dell’iniziativa è stato ricordato quanto fatto in questi due anni dalla Regione Basilicata sul tema rifiuti e i passi in avanti.
Ad aprile 2021 un accordo tra Regione e Corepla per la raccolta della plastica, finanziando oltre 100 centri di raccolta per circa 20 milioni di euro e investito circa 2 milioni di euro per la lotta all’abbandono dei rifiuti e con le compensazioni ambientali finanziati 13 milioni di euro a favore dei Comuni per migliorare anche la loro organizzazione sui rifiuti. “Abbiamo rilanciato il ruolo dell’Egriib che finora non si è mai occupato di rifiuti – ha ribadito Rosa – mettendo mano alla redazione del Piano d’ambito a arrivare alla tariffazione puntuale, secondo cui tutti i cittadini devono pagare per quanto producono. Con Egrib, infine, la Regione presenterà oltre 120 progetti per il Pnrr, proprio sui rifiuti, la differenziata e gli impianti di depurazione dei fanghi”.
Il Piano della Regione risalente al 2016 è stato oggetto di alcune modifiche in funzione delle nuove normative europee e nello stesso tempo risistemiamo le infrastrutture cogliendo le opportunità del Pnrr.
“Siamo felici di iniziare questo nuovo percorso con la Regione Basilicata ha poi commentato il presidente Conai Luca Ruini. “I nostri sforzi saranno inizialmente concentrati su una campagna legata ai flussi dei rifiuti urbani. I risultati di questa indagine ci permetteranno di supportare con più consapevolezza la realizzazione del Piano di Ambito da parte dell’Egrib, l’Ente di Governo per i Rifiuti”.
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La tutela dell’ambiente entra in Costituzione
ROMA (ITALPRESS) – La Camera, con 468 voti a favore uno contrario e 6 astenuti, ha approvato in via definitiva la riforma che introduce in Costituzione la tutela dell’ambiente. In particolare, sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente, approvate in un testo unificato in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera e approvata, in seconda deliberazione, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, dal Senato.
Essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi dei componenti, il provvedimento entrerà quindi subito in vigore e non ci sarà bisogno di un eventuale referendum confermativo.
“Penso che sia una giornata epocale. E’ giusto che la tutela dell’ambiente, della biodiversita e degli ecosistemi diventi un valore fondante della nostra Repubblica, è un passaggio imprescindibile per un Paese come l’Italia che sta affrontando la propria transizione ecologica”, commenta il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, presente in aula a Montecitorio al momento del voto.
“Per le azioni che facciamo oggi e per le conseguenze che ci saranno in futuro sulle prossime generazioni, questa conquista è fondamentale e ci permette di avere regole ben definite per proteggere il nostro pianeta”, aggiunge.
Il provvedimento, votato in via definitiva alla Camera, modifica infatti gli articoli 9 e 41 della Costituzione e incide direttamente sullo Statuto delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano in materia di tutela degli animali.
L’art.9 fa parte degli articoli “fondamentali” della Costituzione. In esso era già contenuta la tutela del patrimonio paesaggistico e del patrimonio storico e artistico della Nazione, con la riforma si attribuisce alla Repubblica anche la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e viene specificato esplicitamente un principio di tutela per gli animali. La modifica all’art.41, invece, sancisce che la salute e l’ambiente siano paradigmi da tutelare da parte dell’economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana. E lo stesso articolo modificato sancisce anche come le istituzioni, attraverso le leggi, i programmi e i controlli, possano orientare l’iniziativa economica pubblica e privata non solo verso fini sociali ma anche verso quelli ambientali.
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Allarme plastica, Wwf “Inquinamento oceani 4 volte maggiore nel 2050”
ROMA (ITALPRESS) – Un nuovo report del WWF analizza oltre 2.590 studi sull’inquinamento da plastica negli oceani e fornisce l’analisi completa degli impatti che sta causando sulle specie e sugli ecosistemi marini: una vera e propria crisi planetaria, secondo la definizione data dalle Nazioni Unite.
Secondo il report è probabile che la crescita prevista dell’inquinamento da plastica comporterà in molte aree rischi ecologici significativi che indeboliranno gli attuali sforzi per proteggere e aumentare la biodiversità, se non si interverrà ora per ridurre la produzione e l’uso della plastica a livello globale. Basti pensare che la massa (in peso) di tutta la plastica presente sul Pianeta è il doppio della biomassa totale degli animali terrestri e marini messi insieme.
Anche se la dispersione globale di plastica in natura fosse eliminata oggi stesso, esiste una “coda lunga” di microplastiche: la loro concentrazione nel 2050 sarebbe comunque doppia rispetto a quella attuale nonostante gli sforzi messi in campo e, alcuni scenari, prevedono un aumento di 50 volte per il 2100. Questo vorrebbe dire che entro la fine del secolo in un’area marina estesa complessivamente almeno quanto due volte e mezzo le dimensioni della Groenlandia si potrebbe raggiungere una concentrazione di microplastica estremamente pericolosa dal punto di vista ecologico. Ciò si basa sulle proiezioni secondo cui la produzione di plastica raddoppierà entro il 2040, con il risultato che i detriti di plastica nell’oceano quadruplichino entro il 2050. La soglia massima tollerabile di inquinamento da microplastica (stabilita a 120mila oggetti per metro cubo) è stata già superata in diversi “hot spots” di inquinamento, incluso il Mar Mediterraneo, la Cina orientale e il Mar Giallo e il ghiaccio marino artico.
“Tutti i dati suggeriscono che la contaminazione da plastica dell’oceano sia irreversibile – ha dichiarato Eva Alessi, responsabile sostenibilità di WWF Italia -. Una volta dispersi nell’oceano, i rifiuti di plastica sono quasi impossibili da recuperare. Si frammentano costantemente e quindi la concentrazione di micro e nanoplastiche continuerà ad aumentare per decenni. Agire a monte dell’inquinamento da plastica è molto più efficace che ripulire in seguito. Se i governi, il mondo produttivo e la società agiscono all’unisono ora possono limitare la crisi planetaria della plastica”.
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Regione Puglia rinnova l’accordo di programma per la tutela ambientale
BARI (ITALPRESS) – La Regione Puglia prosegue l’azione di contrasto del fenomeno dell’abbandono incontrollato dei rifiuti e delle discariche abusive e rinnova la sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro con le Forze dell’Ordine. La firma del protocollo è avvenuta questa mattina alla presenza (online) del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, dell’Assessora all’Ambiente e alla Pianificazione Territoriale Anna Grazia Maraschio oltre ai rappresentanti di ARPA Puglia , CNR-IRSA, Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica, Comando Regione Carabinieri Forestale “Puglia”, Comando Legione Carabinieri “Puglia” e Comando Regionale Puglia Guardia di Finanza. “La Puglia è la regione che scopre più reati ambientali in Italia, non quella che ha il più alto tasso di realizzazione di reati. Perseguirli è un merito, non un demerito. Questi sono reati subdoli, particolarmente dannosi, nel senso che pregiudicano persino la visione strategica di una regione”, ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in collegamento online.
“Molti turisti e soggetti economici – ha aggiunto Emiliano – ci raccontano del loro disagio, l’immagine della Puglia viene così compromessa. Colgo l’occasione per ringraziare, quindi, i carabinieri e la guardia di finanza per quello che fanno non solo in merito a questo protocollo ma per il loro lavoro in generale, dal contrasto alla criminalità organizzata ai reati comuni. Per noi la loro attività è fondamentale, il ripristino della bellezza ma anche della qualità della salute è la visione strategica che noi abbiamo della Puglia”. Concludendo, Emiliano ha poi annunciato che il protocollo sarà inviato “al presidente Draghi perchè sia portato ad esempio e utilizzato da altre Regioni”. La Regione Puglia ha stanziato circa 1,5 milioni per i prossimi tre anni per rafforzare i controlli nelle campagne, aree periferiche delle città e nelle aree verdi e contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Un rinnovo di un accordo, quindi, “che ha la finalità di rafforzare i controlli per il contrasto dell’abbandono dei rifiuti nelle campagne. – ha spiegato l’assessora all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio – Grazie a questa intesa potenziamo le attività delle forze dell’ordine, negli anni questo accordo ha prodotto risultati significativi. Con questo protocollo, e dunque grazie a controlli puntuali, siamo riusciti a far emergere questo fenomeno”.
L’assessora ha annunciato, inoltre, che “c’è un Tavolo con i Comuni per un’analisi più compiuta del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Non possiamo più tollerare situazioni che vediamo nelle campagne. Stiamo provando a mettere in piattaforma i dati che raccogliamo con i Comuni”.
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Marevivo rilancia la petizione per l’approvazione della Legge Salvamare
ROMA (ITALPRESS) – “Buttare via la plastica al mare è criminale, questo uccide la terra. Dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”. Queste le parole di Papa Francesco che, durante la trasmissione domenicale “Che tempo che fa”, torna a parlare di ambiente, fornendo uno spunto di riflessione sul dramma legato alla quantità sempre maggiore di plastica presente in mare e sui danni provocati dall’inquinamento, le cui conseguenze vanno a discapito dell’uomo e delle nuove generazioni. Marevivo, che dal 1985 lotta contro la plastica dispersa in mare, prende forza dalle parole di Papa Francesco a supporto della sua mission e rinnova al Parlamento la richiesta dell’approvazione urgente della Legge Salvamare, rilanciando la petizione che finora ha raccolto oltre 55.000 firme e che vede sempre più persone unirsi all’appello, insieme al mondo del mare (Federazione del Mare, Assonave, Assoporti, Confindustria Nautica, Confitarma, Federpesca, Lega Navale, Lega Italiana Vela, Stazione Zoologica Anton Dohrn e La Grande Onda).
Ogni giorno 731 tonnellate di plastica entrano nel Mar Mediterraneo, trasformandosi in microplastiche che finiscono sulle nostre spiagge, vengono ingerite dai pesci e arrivano nei nostri piatti.
Per fermare questa assurdità Marevivo ha chiesto e ottenuto la Legge Salvamare, già approvata dal Senato lo scorso 8 novembre 2021. Da allora la legge è ferma alla Camera dei Deputati per un cavillo legislativo e, nel frattempo, sono finite in mare altre 61 mila tonnellate di plastica!
E’ una situazione paradossale e inaccettabile. Non ci basta sapere che le microplastiche sono arrivate dappertutto, nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, nel cibo che mangiamo? Addirittura sono state trovate nei tessuti della placenta umana.
La Legge Salvamare è uno strumento efficace e concreto che permetterebbe ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti.
Attualmente, infatti, sono costretti a ributtarla in mare perchè altrimenti commetterebbero il reato di trasporto illecito di rifiuti e dovrebbero pagare per il loro smaltimento.
Il provvedimento prevede, inoltre, l’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare i rifiuti prima che arrivino in mare. E non solo: si occupa anche di educazione, campagne di pulizia, dissalatori, inquinamento da microfibre e tanto altro! “Da oltre tre anni chiediamo che venga approvata subito, eppure continua a subire ritardi e rinvii ingiustificati”, conclude Marevivo.
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Bologna si candida tra le 100 città Ue a zero emissioni entro il 2030
BOLOGNA (ITALPRESS) – La Commissione europea sostiene 100 città nella trasformazione verso la neutralità climatica da qui al 2030, facendone dei poli di sperimentazione e ‘modellì per tutte le altre. L’obiettivo di Bologna (la candidatura ufficiale parte oggi, ndr) è quello di rientrare proprio fra queste cento ‘fortunatè e portare così a termine uno dei progetti cardine della campagna elettorale: una città più ‘green’ in tutte le sue forme, che coinvolga le infrastrutture, i rifiuti, le industrie, gli impianti d’illuminazione e i trasporti, e dove i bolognesi respireranno e si muoveranno meglio. “Si tratta di un obiettivo molto ambizioso – dichiara il sindaco Matteo Lepore – perchè l’Europea ha posto il termine nel 2050 e noi lo vogliamo anticipare. Lo dobbiamo alle nuove generazioni, ai tanti ragazzi e ragazze delle nostre scuole che sono scesi nelle piazze prima ma anche durante la pandemia. Dobbiamo lavorare in particolare per ridurre le emissioni nocive dai nostri edifici che costituiscono circa il 70% di emissioni totali della Città metropolitana – aggiunge – Oggi vediamo il caro bollette: ebbene, questi rincari sono dovuti ai vari conflitti nel mondo e alla mancanza di combustibili fossili. Bologna fra otto anni vuole essere una città completamente ‘fossil freè e i 90 milioni di euro provenienti dal Governo per i nostri trasporti a idrogeno e elettrici vanno proprio in questa direzione”. Un percorso cittadino che coincide, anche a livello di tempistiche, con i fondi stanziati a livello europeo dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e su cui Lepore rassicura la fattibilità perchè “i piani sono già stati approvati per poter usufruire di tutte le risorse riguardanti la transizione ecologica, dal finanziamento al tram, al servizio ferroviario metropolitano fino alle nuove piste ciclabili”.
Una candidatura che ‘chiamà dunque a sè tutte le istituzioni locali e gli enti pubblici ma anche le rappresentanze economico-sociali per un obiettivo comune, che non sembra secondo l’assessora comunale ai Fondi europei, già all’interno della cabina di regia Pnrr, Anna Lisa Boni, “così irraggiungibile, anche se complicato” per una città che “vuole cambiare nel suo approccio alla mobilità sostenibile per rendere la vita dei cittadini e dei loro figli più sostenibile”. “Questo è un momento di particolare interesse sul tema – chiosa Boni – basti guardare al quadro regolamentare dell’ Unione Europea con il Green Deal e a un quadro finanziario propizio con il Pnrr e gli altri fondi europei. Questa candidatura è al centro delle priorità del nostro mandato – aggiunge Boni – ed è una cosa che avevamo già lanciato anche in campagna elettorale. Anche se non saremo selezionati e speriamo di no (la risposta definitiva sarà a marzo, ndr), andremo avanti comunque perchè abbiamo di fronte a noi una grandissima opportunità”.
Numerosi i principali ambiti di intervento, che, anche attraverso lo strumento delle cosiddette ‘assemblee cittadinè, si andranno via via ad aggiungere al progetto finale. Al primo posto il settore della mobilità e trasporti che prevede la decabornizzazione del Trasporto pubblico locale (Tpl) e il completamento del ‘Biciplan’; dopo l’efficientamento energetico con una riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica come anche degli edifici universitari; per poi passare all’illuminazione pubblica con un completamento della trasformazione dell’illuminazione a led in città per la creazione di una ‘smart city’; i rifiuti (soprattutto attraverso la partecipata Hera, ndr) attraverso la costruzione del cosiddetto impianto ‘Power to Gas’, l’installazione di un elettrolizzatore per la produzione di idrogeno ‘verdè e l’interconnessione di due sistemi energetici che alimenteranno la zona Fiera e Università e infine il progetto di produzione di energie rinnovabili e i cosiddetti progetti trasversali ‘bandierà come l’impronta verde o il gemello digitale in 3D di Bologna.
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