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Cronaca

MALTEMPO IN LIGURIA, DANNI E DISAGI A GENOVA

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È scattata la fase d’allarme per i due rii, il Riscarolo ed il Fegino in Val Polcevera, a Genova, che sono esondati. La zona è stata vietata al traffico. Strade allagate e scuole chiuse. La Protezione Civile invita a non uscire di casa.
La zona è poco più a nord dell’area interessata dal crollo del Ponte Morando.

L’allerta meteo rossa è scattata la scorsa mezzanotte mentre cadevano forti piogge che sono previste per 36 ore consecutive. Attese anche forti mareggiate con onde alte. Allarme arancione nello Spezzino.

“Notte di forti piogge a Genova, la zona più colpita è stata la Valpolcevera, dove si sono registrati i danni maggiori con allagamenti diffusi, alcune strade chiuse, auto e scantinati finiti sott’acqua e decine di interventi da parte dei vigili del fuoco. Al momento a Genova sono 19 le persone che nella notte sono state allontanate da casa precauzionalmente, in via Rivarolo e Teglia, tutte già sistemate autonomamente”, commenta sul suo profilo Facebook il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in merito all’ondata di maltempo che sta investendo la regione.

“In Corso Perrone – aggiunge – 4 palazzine in cui vivono 120 persone sono al momento isolate per allagamenti e per una frana. La nostra sala della Protezione Civile è operativa da tutta la notte e continua a monitorare costantemente la situazione. Vi raccomandiamo di limitare il più possibile gli spostamenti e di prestare attenzione. Seguite tutti gli aggiornamenti tramite i siti di riferimento tra cui quello di Regione Liguria e allertaliguria.gov.it. Grazie ai volontari e a tutti coloro che stanno lavorando senza sosta per la nostra sicurezza: aiutiamoli evitando rischi e usando massima prudenza”.
(ITALPRESS).

SEQUESTRATE 7 TONNELLATE DI SIGARETTE

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Blitz della Guardia di Finanza nel Canale di Sicilia. Arrestate 17 persone tra italiani, libici ed egiziani, sequestrate 8 imbarcazioni utilizzate per il trasporto di 6,7 tonnellate di sigarette di contrabbando prodotti in Tunisia e negli Emirati Arabi Uniti, oltre a 160.000 euro in contanti.
Gli interventi, condotti con l’impiego di numerosi mezzi aerei e navali, costieri e alturieri, hanno interessato i tratti di mare prospicienti le coste del trapanese e del siracusano.
In particolare, un aereo ATR 42 del Gruppo di Esplorazione Marittima della Guardia di Finanza di Pratica di Mare (Roma), in servizio di ricognizione nel canale di Sicilia, ha rilevato e documentato le rotte anomale di due imbarcazioni di oltre 20 metri al largo di Lampedusa. Stazionavano ai limiti delle acque territoriali dove aspettavano imbarcazioni veloci, provenienti dalla costa, per il trasbordo delle casse di sigarette. I finanzieri hanno condotto a terra i natanti nei porti di Mazara del Vallo (Trapani) e Siracusa. Arrestati sia gli 11 membri dell’equipaggio delle due imbarcazioni nordafricane, di nazionalità egiziana e libica, sia 6 italiani, acquirenti delle sigarette di contrabbando, originari della Provincia di Trapani e di Siracusa. Uno dei trapanesi arrestati, ufficialmente disoccupato e senza reddito, a giugno percepisce il reddito di cittadinanza per un ammontare di 1.000 euro mensili.
Le 7 tonnellate di sigarette, destinate a rifornire i mercati siciliani e in particolare la piazza di Palermo avrebbero fruttato all’organizzazione criminale introiti per oltre 1 milione di euro.
(ITALPRESS).

ESPLODE UN DEPOSITO DI FUOCHI D’ARTIFICIO, CINQUE MORTI

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Cinque morti e due feriti gravi: questo il bilancio della tragedia avvenuta a Barcellona Pozzo di Gotto per l’esplosione della fabbrica pirotecnica “Vito Costa e figli”, ditta nota nel messinese perchè fornisce da circa dieci anni fuochi d’artificio di bassa e media pericolosità in occasione delle feste patronali. Vittima accertata Venera Mazzeo, 71 anni, moglie del titolare. Gravi bruciature per quattro operai presenti nel luogo della tragedia, un vecchio casolare tra le contrade Cavalieri e Femminamorta, aperta campagna non lontana dall’ingresso di Barcellona lungo la strada statale 113. A intervenire, grazie alla segnalazione di alcuni vicini, polizia, carabinieri, numerose ambulanze e, in primis, i vigili del fuoco di tutta la provincia di Messina per mettere in sicurezza l’area ed evitare eventuali nuove deflagrazioni.

I boati sarebbero stati due: uno alle 16.30 e l’altro venti minuti dopo, così forti da essere sentiti dagli abitanti dei comuni limitrofi, Merì, Milazzo e Terme Vigliatore, oltre che dai barcellonesi, seminando paura e creando panico. Un abitante della zona ha detto che sembrava un terremoto: “Tutti scappavano. Tremavano pareti e finestre”.

 

Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione sarebbe partita dal deposito delle polveri da sparo e piriche e poi raggiunto i laboratori dove vengono confezionati i giochi pirotecnici con una spaventosa e letale onda d’urto. La ditta esterna presente stava mettendo a punto dei lavori proprio di messa in sicurezza del capannone, ma durante il posizionamento di cancelli, sono scappate alcune scintille da una saldatura, che hanno colpito scatole con fuochi artificiali.

I feriti, tra cui Antonio Costa, figlio del titolare, sono stati portati con mezzi di fortuna prima all’Ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona, dove sono arrivati parenti e amici della famglia Costa, pronta a festeggiare il prossimo mese i dieci anni di attività. Proprio nei giorni scorsi sul profilo aziendale di Facebook avevano pubblicizzato offerte in occasione dell’importante anniversario. Poi smistati tra il Centro grandi ustionati di Catania, un ospedale di Palermo e quello di Milazzo.

“Tragedia enorme”, sono le parole del sindaco di Barcellona Roberto Materia: “Siamo rammaricati, sono persone che conoscevo e grandi lavoratori. La famiglia Costa diverse volte ha partecipato alla vita cittadina organizzando feste con fuochi d’artificio per il Comune o per le parrocchie. La loro era una fabbrica molto conosciuta in citta”. Cordoglio anche dalla Cisl e dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Indagini sono in corso.
(ITALPRESS).

MALTEMPO DA NORD AL SUD, ALLERTA PER PIENA ARNO

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L’ondata di maltempo ha messo in ginocchio gran parte dell’Italia e diverse zone del Paese sono in piena emergenza.
In Veneto oltre al dramma di Venezia altri territori sono in condizioni disastrose, come le spiagge e varie aree montane, a cominciare da quelle già colpite dalla tempesta Vaia.  Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha presieduto un vertice dell’Unità di Crisi della Protezione Civile Regionale, a Ponte di Piave.
Dopo le ultime precipitazioni è prevista una pausa. Successivamente è atteso un nuovo peggioramento che si protrarrà anche nella giornata di martedì. Intanto il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile del Veneto ha emesso un nuovo avviso di criticita’ dichiarando lo Stato di Preallarme (Allerta Arancione) sui Bacini idrografici Alto Piave, Piave Pedemontano, Alto Brenta Bacchiglione Alpone, Basso Piave Sile Bacino Scolante in Laguna, Livenza Lemene Tagliamento. Lo Stato di Attenzione e’ stato dichiarato sul Bacino Basso Brenta Bacchiglione.

In Emilia Romagna piene importanti si sono verificate sui fiumi Secchia, Panaro, Naviglio, Tiepido nel modenese e Samoggia, Sillaro, Savena, Savena abbandonato, Idice, Navile, Quaderna, Santerno e Senio nel bolognese e ravennate. Le situazioni più critiche si sono verificate a Budrio, nel bolognese, dove l’Idice ha rotto l’argine per una estensione di
oltre 40 metri, facendo defluire verso la campagna -si calcola- circa 1 milione di metri cubi d’acqua. Sono in corso le  operazioni per riuscire a ricostruire l’argine collassato, con una previsione di lavori la cui durata e’ stimata in circa 3 giorni. A seguito della rotta, e’ stato necessario evacuare circa 200 persone, che sono accolte in strutture gia’ rese disponibili.
Altre rotture, gia’ ripristinate, si sono verificate sul Quaderna e sul Santerno, dovute presumibilmente alla presenza di tane di animali. I colmi di piena, sui diversi reticoli idraulici, si
stanno ora spostando verso le province di Ferrara e Ravenna.
Nelle prossime ore si prevedono nuove piogge, anche se di intensita’ minore rispetto a quelle cadute.

In Toscana permane il codice rosso per rischio idrogeologco e idraulico per il Valdarno inferiore e il grossetano fino alla mezzanotte di domani. “Siamo di fronte a una piena d’Arno analoga a quella del 1992, che ha superato Firenze e che adesso si attende arrivi a Pisa. Non mancano le preoccupazioni ma rispetto al 1992 abbiamo piu’ strumenti per affrontare la criticità” afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commentando la situazione la situazione del Valdarno inferiore dopo che sono stati annunciati l’attivazione della cassa di espansione di Roffia, in comune di San Miniato, e l’utilizzo del canale scolmatore. Sei persone soccorse dall’elicottero dei Vigili nella frazione di Brenna a Sovicille. Nella frazione di Ulignano a San Gimignano recuperate 16 persone rifugiate ai piani alti di un edificio
In Alto Adige 180 squadre di vigili del fuoco impegnati in 833 interventi, 51 strade chiuse. Tra gli eventi più significativi  una frana a San Paolo, mentre una valanga ha invaso il paese di Martello costringendo ad evacuare 70 persone. A Missiano e a Tiles (Bressanone), due frane hanno lambito alcune case, costringendo all’evacuazione.  In Friuli Venezia Giulia in determinati punti si sono raggiunti fino a 250 millimetri di pioggia. Sommati alle precipitazioni dei giorni scorsi, in totale sulla regione si arrivera’ a 500 millimetri di pioggia.

Nel Lazio il Dipartimento Ambiente di Roma Capitale è al lavoro senza sosta per limitare il più possibile i disagi causati dal maltempo. Le squadre del Dipartimento Ambiente stanno
operando h24 sia su strada che sul verde per la rimozione di rami, alberi e detriti e per gestire le richieste di intervento.
Disagi ed allagamenti anche in Campania e in particolare a Napoli, nel Rione Sanità.

(ITALPRESS).

VENEZIA, ENTRO 40 GIORNI PRIMO PIANO DI INTERVENTI

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E’ stata firmata questo pomeriggio dal capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Angelo Borrelli, l’ordinanza che nomina il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, commissario delegato alla gestione dell’emergenza dopo l’acqua alta straordinaria di martedì scorso. Il documento sarà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale con efficacia dalla data odierna. L’ordinanza identifica una struttura commissariale che si avvarrà dell’operato di strutture del Comune e della Città metropolitana: compito del commissario delegato, infatti, sarà di redigere entro 40 giorni un primo piano di interventi che si aggiungeranno a quelli di soccorso ed emergenza alla popolazione per cui il Governo con la decretazione dello stato d’emergenza ha già stanziato 20 milioni. Nel testo dell’ordinanza si prevedono aiuti per coloro che hanno dovuto lasciare la propria abitazione e si mettono nero su bianco le prime misure per il ristoro dei danni: l’Esecutivo ha previsto 5mila euro per ciascun privato e 20mila euro per ciascuna realtà commerciale, produttiva e di culto. L’ordinanza prevede anche la possibilità di realizzare interventi in deroga al Codice dei contratti pubblici e garantisce l’attivazione del numero solidale di raccolta fondi 45500. “Ora dobbiamo prepararci a fare una conta dei danni subiti. Nei prossimi giorni ci doteremo di una cabina di regia proprio con questo scopo. Anche questa volta ce la faremo”, ha detto il sindaco Luigi Brugnaro.
Intanto una nuova allerta di marea eccezionale è prevista per domani: il Centro maree del Comune di Venezia prevede per le ore 12,30 un picco di 160 centimetri, che sarà preceduto da un precedente di 130 centimetri alle ore 3.05 e da un “minimo” di 110 centimetri alle ore 6.50.
(ITALPRESS).

A VENEZIA TORNA LA PAURA, FRANCESCHINI “DANNI ENORMI”

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A Venezia torna la paura. Il livello di marea a piazza San Marco ha toccato il picco di 153 centimetri. Stamane il sindaco Luigi Brugnaro, nominato commissario per l’emergenza, ha effettuato un sopralluogo insieme al ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini. “Bisogna capire i danni enormi al patrimonio culturale – afferma il titolare del dicastero -di persona si capisce il reale disastro. Serve un impegno enorme dello Stato e di tutta la comunità italiana a sostegno di Venezia, non solo perché è un simbolo ma perché qui è danneggiata la vita di migliaia di persone e di imprese. È un impegno che è partito ieri con le prime misure per l’emergenza, ma deve proseguire in modo strutturale nel tempo”.

(ITALPRESS).

CUCCHI, DUE CARABINIERI CONDANNATI PER OMICIDIO

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Quattro carabinieri condannati per la vicenda di Stefano Cucchi, il giovane morto a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. Per due di loro, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, la pena è di 12 anni, per omicidio preterintenzionale. Un maresciallo, Roberto Mandolini, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per falso, mentre l’imputato-teste Francesco Tedesco è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per falso ed è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale.
Una assoluzione e quattro prescrizioni è invece l’esito della sentenza della Corte d’Assise di Appello di Roma per cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini di Roma coinvolti nella vicenda di Cucchi. Ad essere assolta è stata il medico internista Stefania Corbi. Si trattava del terzo processo d’Appello, dopo che per due volte la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza.
“Stefano e’ stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da 10 anni. Forse ora potra’ riposare in pace”. Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dopo la lettura della sentenza di primo grado del processo bis per la morte del fratello Stefano. “Ci sono voluti 10 anni, ma abbiamo mantenuto la promessa fatta a Stefano l’ultima volta che ci siamo visti che saremmo andati fino in fondo”, ha aggiunto. “Chi e’ stato al nostro fianco ogni giorno, sa benissimo quanta strada abbiamo dovuto fare. Ringrazio tutti coloro che non ci hanno abbandonato e ci hanno creduto, assieme a noi”, ha sottolineato ancora. Poi, Rita Cucchi, la mamma di Stefano, ha commentato: “Finalmente abbiamo ascoltato la parola che aspettavano, la parola colpevoli. Dieci anni fa avevamo giurato che saremmo andati avanti sempre per avere verità e giustizia. Questo è il primo passo e andremo avanti fino alla fine, ma oggi è già tanto e vogliamo ringraziare la procura di Roma e tutte le persone che ci sono state vicine”. Il padre di Stefano, Giovanni Cucchi, ha invece voluto sottolineare come “non volevamo un colpevole, ma i i colpevoli, la verità e finalmente dopo 10 anni di processi li abbiamo”.
(ITALPRESS).

L’EX EUROPARLAMENTARE LARA COMI AI DOMICILIARI

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L’ex eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi, è stata arrestata nell’operazione “Mensa dei Poveri” della guardia di finanza di Milano e di Busto Arsizio. Ai domiciliari è finito anche il titolare dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni. In carcere invece Giuseppe Zingale, ex direttore dell’Agenzia per il lavoro Afol. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

L’operazione – che aveva portato il 7 maggio scorso all’esecuzione di 43 provvedimenti di limitazione della
liberta’ personale – e’ diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano: le indagini, spiegano gli inquirenti, “hanno fatto emergere ulteriori delitti di corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e illecito finanziamento ai partiti e ai politici, realizzato da amministratori locali, imprese e professionisti a vario titolo coinvolti nell’indebito drenaggio di risorse pubbliche di societa’ e/o enti a partecipazione pubblica”.

La parte odierna dell’indagine riguarda fatti corruttivi tesi a far ottenere “a un imprenditore varesino il cambio di destinazione urbanistica di un’importante area, da industriale a commerciale, nell’ambito della variante generale al Piano di Governo del Territorio di un Comune del varesotto in fase di approntamento, per potervi edificare un’attività commerciale; a professionisti e imprese compiacenti fittizi incarichi di consulenza, conferiti da società a partecipazione pubblica, in cambio della successiva retrocessione agli indagati di parte del corrispettivo incassato a fronte dell’incarico stesso; truffa ai danni del bilancio dell’Unione europea per fittizi contratti stipulati per mansioni di collaborazione con spese a carico del Parlamento europeo, al fine di creare surrettizie provviste di denaro a favore degli indagati mediante la retrocessione di una quota parte del corrispettivo liquidato; illeciti finanziamenti erogati da un imprenditore bresciano a un candidato alle elezioni europee del 26 maggio 2019; emissione di fatture false, allo scopo di occultare i reati”.
(ITALPRESS).