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Cronaca

CASE IN CAMBIO DI VOTI, 9 ARRESTI A LECCE

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La Guardia di Finanza di Lecce ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 9 persone (di  cui due in carcere, cinque agli arresti domiciliari e due con obblighi di dimora), indagati a vario titolo per associazione a delinquere , peculato, corruzione, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, falso, occupazione abusiva, violenza privata e lesioni.

L’ordinanza, che ha interessato, tra gli altri, amministratori pubblici pro-tempore e dipendenti della locale amministrazione comunale, è  stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce, in seguito ad una richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica nel mese di dicembre. Le indagini sono relative all’indebita assegnazione di alloggi di Edilizia  Residenziale Pubblica in favore di persone non utilmente collocati in graduatoria, l’occupazione abusiva di alloggi resisi disponibili per l’assegnazione nonché l’illegittimo accesso a  forme di sanatoria concesse in assenza dei requisiti richiesti. Su ordine della Procura della Repubblica sono stati, inoltre, notificati 34 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone indagate per analoghe ipotesi di reato.
(ITALPRESS).

PEDOFILIA, ARRESTATO 21ENNE A ISCHIA

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I carabinieri di Ischia, in collaborazione con quelli di Sassuolo, hanno eseguito una ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, nei confronti del ventunenne B.A., residente in Prignano sulla Secchia, in provincia di Modena. Il giovane è indagato per produzione di materiale pedopornografico utilizzando minori e divulgazione di materiale pedopornografico in danno di 26 ragazze minorenni residenti su tutto il territorio nazionale.

Le indagini, avviate nel novembre del 2017 a seguito della denuncia del padre di una delle vittime, hanno consentito di acquisire gravi indizi nei confronti del 21enne.

Si e’ accertato che l’indagato adescava le minorenni tramite Instagram e Whatsapp, facendosi fornire, dopo aver instaurato un’apparente relazione sentimentale, foto e video a tema sessuale; successivamente, al fine di ottenere ulteriore materiale, minacciava le vittime di diffondere quanto precedentemente consegnato, se queste non avessero inviato ulteriori immagini o filmati; in qualche circostanza la minaccia e’ anche consistita nell’invio, da parte dell’indagato, di filmati riconducibili al terrorismo islamico allo stesso fine di suscitare timore nelle minorenni.

A casa del 21enne i Carabinieri hanno sequestrato svariate apparecchiature elettroniche (PC, smartphone, Hard Disk) con rinvenimento, a seguito di consulenza tecnica informatica, di
ulteriore materiale pedopornografico. Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare sono state effettuate diverse perquisizioni disposte dalla Procura.

PROSTITUZIONE, 22 ARRESTI IN LOMBARDIA

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La Polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 albanesi e una donna rumena per sfruttamento aggravato della prostituzione.

Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Milano e coordinate dalla Procura del Tribunale di Como, hanno permesso di ricostruire l’attività svolta dagli indagati che sfruttavano le ragazze sui territori brianzoli e comaschi.

TERRORISMO, INDAGATO FOREIGN FIGHTER ITALIANO

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La polizia, nell’ambito di un’operazione disposta dalla Direzione Distrettuale Anti Terrorismo di Cagliari, ha eseguito perquisizioni nei confronti di tre italiani residenti in Sardegna, due a Cagliari e uno a Nuoro, coinvolti in attività di combattimento all’estero, in particolare nello scenario bellico siriano-iracheno.
L’indagine condotta dalla Digos della Questura di Nuoro e del Servizio per il contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione è partita dalla diffusione in rete di una foto scattata in Siria in cui sono ritratti due militanti in tuta mimetica con il volto travisato, uno imbracciante un Kalashnikov ed uno col pugno sinistro alzato, dietro tre bandiere che rappresentano la Bretagna Antifascista e la Sardegna. I due militanti ritratti nell’immagine sono un bretone morto in combattimento il 18 febbraio scorso e un cittadino italiano.

Alla luce delle indagini, la Direzione Distrettuale Anti Terrorismo di Cagliari ha indagato l’italiano per aver partecipato alle associazioni Unità di Protezione del Popolo (Yekìneyên Parastina Gel – YPG) e International Freedom Battallion (IFB), gli è stato anche notificato un decreto di sequestro preventivo del passaporto poiché in procinto di partire di nuovo per raggiungere la Siria.

ROMA, ARRESTI PER CORRUZIONE SU CASE ATER

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Blitz della polizia di Stato di Fidene e della polizia locale di Roma Capitale. Emesse  alcune ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di una complessa indagine volta a contrastare il fenomeno della corruzione nelle assegnazioni  degli alloggi e dei locali commerciali dell’ATER.

Sei le ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio,  accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico, falsità  materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Le misure cautelari riguardano: S.A., romano di 52 anni,  funzionario Ater; L.C., romano di 41 anni, dipendente  Ater;
G. E. romano di 39 anni, all’epoca dei fatti dipendente Ater, attualmente in Pensione; M.G., romano di 59 anni, dipendente del  Comune di Roma; B.V., romano di 58 anni; T. M., romana di 60 anni.

Le indagini, svolte a partire da maggio 2015, hanno messo in luce l’esistenza di uno strutturato sistema corruttivo posto da dipendenti dell’Ater di Roma e del Comune di Roma, insieme ad altre persone, finalizzato alla creazione di un canale parallelo ed illegale per l’assegnazione di alloggi ERP di proprietà dell’ATER in violazione  degli ordinari bandi di assegnazione e con la produzione di falsa documentazione volta a dare una parvenza di legittimità a quella che, di fatto, sono state vere  e proprie occupazioni abusive.

Le indagini hanno evidenziato come due dipendenti pubblici  dell’Ater di Roma, dediti a compiere atti contrari al loro ufficio, previo compenso in danaro, producevano  e protocollavano  nulla osta falsi su carta intestata Ater al fine di consentire  l’allaccio delle utenze domestiche e l’ottenimento della  residenza presso gli alloggi occupati illecitamente.
Il compenso andava dai 1500 /2000 euro per gli indirizzi degli alloggi da occupare e 1000 euro per i nulla osta falsi dell’Ater.

IN CORSO MASSICCIO ATTACCO DI SPAMMING

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“E’ in corso una massiva attività di spamming a scopo estorsivo con l’invio di email in cui gli utenti vengono informati dell’hackeraggio del proprio account di posta elettronica ad opera di un gruppo internazionale di criminali”. Lo rende noto la Polizia Postale, informando che “l’account sarebbe stato hackerato attraverso l´inoculamento di un virus mentre venivano visitati siti per adulti. Da qui la minaccia di divulgare a tutti il tipo di sito visitato e la conseguente richiesta di denaro in criptovaluta. Ma attenzione, nulla di tutto ciò è reale: rappresenta un’invenzione dell’autore del reato, elaborata al solo scopo di creare panico ed indurre a pagare la somma illecita. E’ tecnicamente impossibile, infatti – fanno sapere dalla Polizia Postale -, che chiunque, pur se entrato abusivamente nella nostra casella di posta elettronica, abbia potuto – per ciò solo – installare un virus in grado di assumere il controllo del nostro dispositivo, attivando la webcam o rubando i nostri dati”.

La Polizia Postale fornisce alcuni consigli su come comportarsi nel caso in cui si finisca nella rete degli hacker: “Mantenere la calma: Il criminale non dispone, in realtà, di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di nostri amici o parenti; non pagare assolutamente alcun riscatto: l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, persino quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro. Proteggere adeguatamente la nostra email (e in generale i nostri account virtuali): cambiare  – se non si è già provveduto a farlo – la password, impostando password complesse; non utilizzare mai la stessa password per più profili; abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione ‘forte’ ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare”.

La Polizia Postale, inoltre, fa presente che “l’inoculazione (quella vera) di virus informatici capaci di assumere il controllo dei nostri dispositivi può avvenire soltanto se i criminali informatici abbiano avuto disponibilità materiale dei dispositivi stessi, oppure qualora siano riusciti a consumare, ai nostri danni, episodi di phishing informatico: è buona norma quindi non lasciare mai i nostri dispositivi incustoditi (e non protetti) e guardarsi dal cliccare su link o allegati di posta elettronica sospetti”.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare la Polizia Postale su commissariatodips.it

 

 

RAPINA A LANCIANO, TRE RUMENI FERMATI NEL CHIETINO

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Primi tre arresti nell’ambito delle indagini sulla violenta rapina ai coniugi Martelli, a Lanciano, in provincia di Chieti. Fermati tre cittadini rumeni.

Gli indagati stavano per partire con l’auto usata per l’assalto alla villa. Polizia e carabinieri sarebbero sulle tracce di altri componenti la banda. Determinante è stata la testimonianza di un uomo vittima del gruppo nei mesi scorsi.

 

 

LE TRUFFE DEL FINTO MONSIGNORE, 6 ARRESTI A ROMA

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I Carabinieri della Compagnia di Roma piazza Dante hanno arrestato 6 persone ritenute responsabili di aver compiuto una serie di truffe tra cui anche la cosiddetta “black money scam”, consistente nel far credere alla vittima di poter ottenere banconote attraverso la smacchiatura di fogli di carta con uno speciale solvente.

La banda aveva un sistema ben strutturato e collaudato di truffe: adescava imprenditori o persone facoltose, intenzionate a trarre profitto da compravendite di appartamenti e beni di lusso (soprattutto opere d’arte), millantando conoscenze in ambienti aristocratici, imprenditoriali ed ecclesiastici della Capitale.

La banda prometteva alle vittime di riuscire a vendere i beni con grosse plusvalenze, a fronte di un anticipo – spesso di diverse decine di migliaia di euro – finalizzato alla buona riuscita della transazione. Ricevuto l’anticipo, sistematicamente i truffatori sparivano senza lasciar traccia.

Uno degli indagati, per rassicurare le vittime sulla bontà dell’affare, fingeva di essere un monsignore (a volte con tanto di abito talare) e di avere contatti con gli uffici del Vaticano. Il finto monsignore avrebbe in alcune occasioni dispensato anche benedizioni.

L’indagine ha permesso di scoprire un giro di truffe, consumate e tentate, per circa 13 milioni di euro.