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Cronaca

TERRORISMO, ALGERINO IN MANETTE

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La Polizia di Stato di Caserta ha arrestato unalgerino di 45 anni, ricercato in campo internazionale, colpito da un mandato di cattura emesso dal Tribunale di Constantine (Algeria) per partecipazione a organizzazione terroristica. Lo straniero avrebbe lasciato l’Algeria nel 2014 per raggiungere la Siria e unirsi alle milizie dello Stato islamico.

Le indagini della Digos, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sono risultate particolarmente complesse e hanno consentito di individuare il ricercato all’interno di un casale abbandonato nel Comune di Acerra, in provincia di Napoli.

L’algerino tratto in arresto dalla Polizia di Stato di Caserta, residente in passato in Campania e titolare di permesso di soggiorno dal 2003 al 2012, era noto al Servizio per il Contrasto del Terrorismo Esterno della DCPP poiché segnalato nel 2016 dall’AISI e da Interpol in una lista di combattenti partiti per unirsi ai gruppi jihadisti operanti nel teatro siro-iracheno.

Mentre proseguono indagini per individuare eventuali reti di sostegno che possano aver favorito la latitanza dell´algerino, si rileva come quello odierno costituisca il primo arresto di returnee operato in Italia all´indomani della dissoluzione sul terreno dello Stato Islamico.

L’importante operazione portata a termine dalla Digos di Caserta si inserisce nel più ampio quadro delle iniziative messe a punto dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione in sede di Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, per la diaspora dei combattenti in fuga dal conflitto siro-iracheno.

 

CAMORRA, ARRESTATO IL BOSS MARCO DI LAURO

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E’ stato catturato a Napoli il superlatitante di camorra Marco Di Lauro, grazie a un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri. Marco Di Lauro, 38 anni, quarto figlio del boss Paolo Di Lauro, storico capo del clan  protagonista della faida di Scampia, era latitante dal 7 dicembre 2004 dopo un maxi blitz al quale era riuscito a scampare. Ricercato per associazione di tipo mafioso e altri reati, era ricercato anche in campo internazionale ed era stato inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi.
Nel 2010 un collaboratore di giustizia lo ha indicato come mandante di 4 omicidi. L’arresto è scattato grazie a un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri che lo hanno intecettato in uno stabile del quartiere Chiaiano, a pochi passi dal suo fortino. L’uomo, al momento del fermo, non ha opposto resistenza.

“Complimenti alle Forze dell’Ordine, che dopo l’arresto di un terrorista algerino dell’Isis mettono a segno un’altra operazione importantissima. Nessuna tregua ai criminali”, dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

CULTURA IN LUTTO, E’ MORTO IL FILOSOFO TULLIO GREGORY

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Si e’ spento a Roma il filosofo e storico della filosofia Tullio Gregory. Aveva 90 anni ed era una delle figure piu’ importanti della cultura italiana. Professore emerito di Storia della Filosofia all’Universita’ di
Roma ‘La Sapienza’, Gregory e’ stato uno dei massimi studiosi della storia del platonismo e del naturalismo medievali e della cultura filosofica europea dei secoli XVI e XVII.

Gregory ha sempre studiato i momenti storici in cui si sono verificate grandi svolte culturali che hanno portato ad un cambiamento della vita di uomini e societa’.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una dichiarazione, ha espresso il suo cordoglio per
la scomparsa di Tullio Gregory, parlando di “insigne figura di intellettuale e studioso, profondo conoscitore del pensiero dell’eta’ medievale e moderna”.

Cordoglio pure dal Movimento 5 stelle. In una nota congiunta i componenti delle Commissioni Istruzione pubblica e Beni Culturali del Senato e Cultura della Camera affermano che  “con la scomparsa di Tullio Gregory perdiamo un’importante voce critica. Personaggio poliedrico, filosofo, storico, fece parte anche del Cda della Rai, socio dell’Accademia  dei Lincei, professore alla Sorbona. Al Cnr e alla Treccani non ha mai mancato di esprimere idee e proposte per il mondo accademico e universitario. In qualunque modo la si pensi, Tullio Gregory lascia sicuramente un vuoto nel dibattito culturale italiano”.

REPUBBLICA DOMINICANA, CATTURATI 5 LATITANTI

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La Polizia ha catturato nella Repubblica Dominicana 5 latitanti italiani. Nel dettaglio, un’operazione condotta dagli agenti del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Brescia e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, con la collaborazione delle forze dell’ordine locali, ha consentito di arrestare tre uomini che si erano sottratti a una condanna per reati sessuali e altri due latitanti condannati per reati contro il patrimonio.
I cinque arrestati sono partiti dall’aeroporto “Las Americas” di Santo Domingo e rientreranno oggi in Italia.
“Rivolgo un sentito ringraziamento alle autorita’ dominicane, agli uffici del Ministero che hanno lavorato a questi accordi, alla polizia italiana, all’Interpol e all’Aise per la conduzione dell’operazione – commenta il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede -. Lo ribadisco: nessuno puo’ pensare di sottrarsi alla giustizia italiana”. “Questi successi, oltre al caso di Cesare Battisti, confermano la nostra determinazione: nessun delinquente puo’ sentirsi tranquillo, in Italia o nel resto del Mondo. E non ci fermiamo qui”, afferma il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini.

CAMORRA, 5 ARRESTI PER TANGENTI A FERENTINO

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I Carabinieri, tra la provincia di Roma e Frosinone, hanno  arrestato cinque persone con l’accusa di estorsione, aggravata dal metodo mafioso,  ai danni di un giovane  imprenditore di Tivoli. L’indagine, infatti, ha fatto emergere come un pubblico amministratore locale, per convincere l’imprenditore tiburtino a pagare una ingente somma di denaro, in seguito ad un appalto  di circa 6 milioni di euro che si era aggiudicato, utile alla costruzione ed alla gestione di loculi presso il cimitero del comune di Ferentino, si era rivolto a personaggi legati ad un clan camorristico di Napoli centro, stanziati a Roma, che hanno agito sfruttando la forza di intimidazione del clan, mediante l’uso di armi  e perfino mediante veri e propri raid nella sede dell’azienda.

VIOLENZA SESSUALE SUI FIGLI, ARRESTI A TARANTO

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La Polizia di Taranto ha arrestato tre persone, due uomini ed una donna con l’accusa di violenza sessuale continuata con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di minori di 10 anni.
Le indagini sono partite dopo le segnalazioni da parte dei servizi sociali di un comune della provincia di Taranto circa alcuni presunti abusi sessuali subiti da due minori da parte della madre, dell’attuale compagno della stessa e di un’altra persona. Due dei minori, collocati in una casa famiglia, hanno raccontato degli abusi subiti e del fatto che la stessa sorte era toccata pure agli altri due fratelli, di dodici e sei anni. Il più piccolo all’epoca dei fatti aveva solo tre anni.
I reati venivano commessi presso l’abitazione familiare e, a volte nella casa di campagna dell’altro indagato.
Alla coppia viene contestato anche il reato di maltrattamenti, avendo costretto i minori in un contesto di assoluto degrado, abbandonandoli all’interno dell’abitazione, impedendo loro di frequentare la scuola dell’obbligo, percuotendoli, non assicurando loro l’alimentazione quotidiana e la minima igiene personale.

‘NDRANGHETA, 19 ARRESTI TRA LOMBARDIA E CALABRIA

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I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bergamo hanno eseguito 19 provvedimenti cautelari nei confronti di appartenenti ad un sodalizio ‘ndranghetistico operante in Lombardia. Gli arresti sono avvenuti in diverse località di Lombardia e Calabria. Gli indagati, secondo quanto accertato dagli investigatori, erano dediti alle estorsioni, al recupero crediti ed al riciclaggio. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia.

L’indagine, avviata nel marzo 2016, ha preso spunto da un incendio doloso che ha danneggiato una società di Autotrasporti, riconducibile ad un imprenditore bergamasco. I fatti risalgono all’anno precedente. Gli investigatori hanno scoperto che l’azienda era in concorrenza con un’analoga società gestita, di fatto, da un pregiudicato calabrese.
Le due imprese svolgevano attività di trasporto per conto di una terza società operante nel settore Ortofrutticolo che, nel gennaio 2016, decideva di ridefinire i propri rapporti commerciali affidando tutto il pacchetto lavori ad un’unica impresa di trasporti. Per raggiungere tale obiettivo quest’ultima impresa interessava le aziende che fino a quel momento avevano operato per conto di essa chiedendo a ciascuna un preventivo per affidare alla migliore offerente l’intera gestione del trasporto merci.

Nel corso delle indagini i carabinieri hanno registrato una serie di conversazioni da cui si evinceva il coinvolgimento di soggetti di origine calabrese, giunti a Bergamo proprio per favorire uno dei due imprenditori nell’aggiudicazione dell’appalto. I calabresi, successivamente identificati in Carmelo Caminiti e Antonio Pizzi, risultavano entrambi vicini alla ‘ndrina dei De Stefano.
In particolare il primo, gravato da numerosi precedenti penali anche di carattere associativo, è genero di Michele Franco e cognato di Carmelo Consolato Murina; mentre il secondo, incensurato, svolgeva funzioni di gregario. In pratica faceva da autista a Caminiti, che accompagnava in auto in tutti i suoi spostamenti al centro-nord Italia.
I carabinieri del Ros, indagando, hanno scoperto che Carmelo Caminiti svolgeva un’attività di “recupero crediti” per conto di un’altra società bergamasca operante nel settore dell’ortofrutta, in particolar modo gestendo i rapporti con i due fratelli titolari: Alessandro e Carlo Santini. Inoltre, hanno accertato come Caminiti, muovendosi tra la Calabria e la Lombardia, insieme ad altri indagati, fosse referente di un clan ‘ndranghetista, dedito non solo all’attività di recupero crediti ma anche alle estorsioni.

Gli investigatori hanno accertato che alcuni imprenditori lombardi, operanti nel settore del commercio ortofrutticolo, ad esempio i fratelli Santini, ricercavano volontariamente le prestazioni d’opera degli affiliati alla ‘Ndrangheta per rientrare da posizioni creditorie verso terzi, nella piena consapevolezza che l’atteggiamento dei recuperatori si andava inserendo in una condotta tipicamente mafiosa e violenta.
I carabinieri, nel corso dell’attività investigativa, hanno fatto luce sull’attentato incendiario ai danni dell’impresa di trasporti di Seriate (BG), i cui responsabili sono stati individuati in Giuseppe Papaleo quale mandante, Domenico Lombardo, Mauro Cocca, Giovanni Condò, quali esecutori materiali e Vincenzo Iaria, quale reclutatore di Condò e Cocca. Inoltre, hanno riscontrato più azioni estorsive.

‘NDRANGHETA, SCIOLTA ASP DI REGGIO CALABRIA

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Il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ha disposto la sospensione dell’organo di direzione generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, incaricando una commissione straordinaria alla gestione provvisoria dell’Ente composta da Giovanni Meloni, Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano. Nella seduta del Consiglio dei ministri dello scorso 7 marzo è stato deliberato lo scioglimento dell’Asp, con l’affidamento della gestione a una commissione straordinaria, per sospette infiltrazioni mafiose.
“Lo scioglimento dell’ASP di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose conferma il quadro che ho descritto giorni fa – commenta su Twitter il ministro della Salute, Giulia Grillo -. Il governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione”.