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Incendio all’ospedale di Tivoli, tre vittime. La Procura apre un’inchiesta

TIVOLI (ROMA) (ITALPRESS) – Le fiamme si sarebbero propagate attorno alle 22,30 di ieri da un’area destinata ai rifiuti dell’ospedale Giovanni Evangelista di Tivoli, provocando un incendio e soprattutto un fumo, che in pochi minuti ha invaso tutta la struttura e portato alla morte di tre pazienti e all’evacuazione di circa 200 persone. Le vittime, due donne e un uomo, sono tutte ultraottantenni. La Procura di Tivoli ha immediatamente disposto il sequestro di una parte del nosocomio (piazzale adiacente alla struttura e di parte del pronto soccorso. Il resto dell’ospedale non è sotto sequestro ma al momento non è agibile) e aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e incendio colposo, disponendo l’autopsia sui corpi delle vittime. “Abbiamo aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Durante il sopralluogo, abbiamo acquisito dei video delle telecamere di videosorveglianza interne alla struttura ospedaliera. Alcune parti dell’ospedale sono state sequestrate e le altre dichiarate inagibili. Escludiamo la matrice dolosa. Le indagini sono delegate alla polizia di Stato e al comando provinciale dei vigili del fuoco”. Così il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto. “Ci vorranno giorni per avere risposte, polizia scientifica e vigili del fuoco stanno facendo i rilievi – ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, subito dopo un sopralluogo -. L’area è sotto sequestro e il pm vuole capire la natura, come è stato possibile l’incendio. La sicurezza negli ospedali per noi è una priorità, non a caso abbiamo messo risorse, centinaia di milioni, per l’antincendio e l’antisismica. Continuiamo a lavorare, tanti ospedali nel Lazio hanno problemi antincendio”. Subito dopo il governatore è arrivato a Tivoli anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha detto: “Lo spaventoso incendio divampato all’ospedale di Tivoli è una tragedia terribile. Ai familiari dei quattro anziani che hanno perso la vita rivolgo il mio sincero cordoglio e la mia vicinanza. Sono in costante contatto con il presidente Rocca, il quale mi ha assicurato che tutti i pazienti sono stati messi in sicurezza e siamo pronti a dare il supporto necessario. Ringrazio tutti gli operatori coinvolti nelle attività di soccorso, i medici e gli infermieri che stanno garantendo assistenza e le strutture sanitarie che si sono attivate per accogliere i pazienti trasferiti da Tivoli. Auspichiamo che le indagini chiariscano al più presto le cause che hanno portato al rogo”. I pazienti evacuati sono stati dapprima trasportati in una palestra attigua all’ospedale e poi distribuiti nei presidi ospedalieri di Colleferro, Palestrina, Monterotondo e Subiaco. Cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime è giunto via social dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha scritto: “Il più sentito cordoglio ai famigliari delle vittime dell’incendio che si è sviluppato nell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli e la vicinanza a tutte le persone colpite”.

Foto: Agenzia Fotogramma

Donna trovata morta in albergo nello spezzino, fermato il marito

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LA SPEZIA (ITALPRESS) – Una donna di 53 anni è stata trovata morta questa mattina in un albergo di Mattarana, frazione di Carrodano in provincia della Spezia, uccisa, secondo i primi accertamenti, da un’emorragia compatibile con un forte trauma o una ferita da arma da taglio. Dopo ore di ricerche i carabinieri hanno fermato in Lunigiana il marito, di 57 anni, originario di Bergamo. I due, che gestivano un’edicola a Bonemerse nel Cremonese, avevano fatto perdere le loro tracce improvvisamente dal 29 novembre e risultavano irreperibili anche al telefono. Oggi l’uomo era stato visto allontanarsi dall’albergo con la sua auto prima che il personale scoprisse il corpo senza vita della moglie.
-foto Agenzia Fotogramma –
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Fornitore di energia condannato a restituire a una società 192 mila euro

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PALERMO (ITALPRESS) – Il Tribunale di Verona ha condannato una compagnia elettrica a restituire 192.013,10 euro, oltre agli interessi legali, a una società attiva nel settore del servizio di parcheggio.
La vicenda nasce nel 2019, quando, con alcune sentenze, la Corte di Cassazione ha dichiarato il diritto degli utenti a ottenere dal fornitore di energia il rimborso delle accise per l’addizionale provinciale. Si tratta di una tassa che veniva pagata in fattura, prevista dalla legge italiana (d.l. n. 511/1988), sui consumi di energia elettrica effettuati in locali e luoghi diversi dalle abitazioni.
Nel 2012, tuttavia, la tassa è stata soppressa per incompatibilità con la normativa europea (Direttiva 2008/118/CE).
In considerazione della prescrizione decennale, a seguito di queste sentenze del 2019, le imprese potevano richiedere indietro quanto pagato nel 2010 e nel 2011.
Una nota società che da numerosi anni è attiva nel settore del servizio di parcheggio, con numerose sedi ed altrettante utenze, appresa la notizia, faceva conteggiare tali tasse pagate e apprendeva di avere diritto ad un rimborso di 192.013,10 euro.
Per questa ragione, la società di rivolgeva allo studio legale Palmigiano e Associati e, con l’assistenza degli avvocati Alessandro Palmigiano e Mattia Vitale, formulava la richiesta di rimborso alla società elettrica, che però non provvedeva. È stata avviata quindi una causa al Tribunale di Verona.
La compagnia si difendeva, affermando che la restituzione non doveva essere richiesta a loro ma all’Agenzia del Monopolio che, a suo tempo, aveva incassato tale tassa. Gli avvocati Palmigiano e Vitale contestavano questa difesa, visto che la loro cliente aveva pagato la tassa al fornitore e, dunque, era lo stesso a dovere rimborsarla; se lo riteneva, era la compagnia elettrica a doversi poi rivolgere ai Monopoli.
Il Giudice di Verona, in considerazione delle tesi contrastanti e della normativa europea e italiana depositata a supporto, facendo uso di un nuovo strumento messo a disposizione dalla Riforma Cartabia della Giustizia, si rivolgeva alla Corte di Cassazione. In particolare, con una ordinanza del 5 aprile 2023, sottoponeva la vicenda “stante il contrasto esistente sul punto nella giurisprudenza di merito”.
La Cassazione, con un decreto del maggio 2023, ha affermato che non vi era necessità di una suo intervento sulla vicenda perché, già in precedenti sentenze, si era discusso dell’argomento. In particolare “nella giurisprudenza della Corte di Cassazione non manca l’enunciazione di principi idonei ad orientare la risoluzione della questione interpretativa posta dal rimettente. La Corte ha infatti affermato che, in tema di accise sul consumo di energia elettrica, le addizionali provinciali debbono rispondere ad una o più finalità specifiche, previste dall’articolo 1, paragrafo 2 della direttiva 2008/118/Ce, come interpretata dalla Corte di Giustizia Ue, dovendosi evitare che le imposizioni indirette, vengono aggiuntive rispetto alle accise armonizzate, ostacolino indebitamente gli scambi, sicchè va disapplicata, per contrasto con il diritto unionale, la disciplina interna di cui l’articolo 6, comma 2 del decreto legge n. 111 del 1988, avente come finalità una mera esigenza di bilancio degli enti locali, con conseguente non debenza delle addizionali medesime (così Cass. Sez. V 4 giugno 2019 n. 15198; Cass. sez. V, 23 ottobre 2019, numero 27101)”.
Alla luce di ciò, il Giudice Unico del Tribunale di Verona, Massimo Vaccaro, applicando questi principi, con una ordinanza appena resa nota, ha condannato la compagnia elettrica a restituire alla ricorrente la somma di euro 192.013,10, oltre interessi legali.
“Siamo soddisfatti del risultato – ha dichiarato l’avvocato Alessandro Palmigiano – perché si tratta di un precedente importante. La sentenza apre la strada al giudizio per tutti coloro che, nel 2009, avevano inviato le lettere per richiedere il rimborso ma, nell’incertezza dell’esito, erano rimasti in attesa di capire se proseguire o meno”.

– Foto ufficio stampa studio legale Palmigiano e Associati –

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In migliaia ai funerali di Giulia Cecchettin a Padova

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PADOVA (ITALPRESS) – PADOVA (ITALPRESS) – Commozione e cordoglio a Padova per l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, la studentessa di Vigonovo assassinata lo scorso 11 novembre dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Davanti agli oltre 1.200 presenti all’interno della basilica di Santa Giustina e con oltre 7.000 persone raccolte in preghiera sul sagrato e in piazza, sono stati celebrati questa mattina i funerali della giovane vittima di femminicidio, la cui storia ha commosso tutto il Paese. Il feretro, arrivato all’interno del duomo in una bara bianca ricoperta di rose bianche, è stato accolto con un applauso prolungato da parte delle persone presenti per l’ultimo saluto alla ragazza. Dopo l’iter giudiziario, dal ritrovamento del corpo senza vita del 18 novembre all’autopsia, papà Gino e i fratelli Elena e Davide, abbracciati per tutta la cerimonia, la nonna e gli altri parenti di Giulia hanno salutato Giulia per l’ultima volta, raccolti nel loro dolore al quale si stringe l’Italia intera. Al rito delle esequie, officiato dal vescovo Claudio Cipolla, presenti, tra le altre autorità, il ministro della giustizia, Carlo Nordio, in rappresentanza del governo, i parlamentari Laura Boldrini, Alessandro Zan, Antonio De Poli, il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha disposto il lutto regionale e le bandiere a mezz’asta, il presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, il sindaco di Padova Sergio Giordani, la rettrice dell’università patavina, Daniela Mapelli, che ha disposto fino alle ore 14 la sospensione delle lezioni in quello che era l’ateneo di Giulia, prossima alla laurea in ingegneria biomedica. I funerali sono iniziati come da programma alle ore 11 e sono stati trasmessi in diretta televisiva. “Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto, né ascoltare quanto appreso nella tarda mattinata di sabato 18 novembre – ha esordito il vescovo di Padova, Monsignor Claudio Cipolla, nel corso dell’omelia – Per sette lunghi giorni abbiamo sperato di vedere e sentire cose diverse, invece ora siamo qui con gli occhi, anche quelli del cuore, pieni di lacrime. Abbiamo bisogno di parole e gesti di sapienza, che ci aiutino a non restare intrappolati nell’immane tragedia che si è consumata. In noi ci sono amarezza e rabbia, ma quanto abbiamo vissuto ha ha reso evidente il desiderio di trasformare il dolore in impegno, per una società migliore che abbia rispetto della persona, donna o uomo che sia – ha aggiunto – Il suo sorriso mancherà a tutta la famiglia, agli amici, a tutti noi, perché il suo viso ci è diventato caro. Il vescovo, che ha sottolineato i concetti di attesa, speranza e amore, ricordando come il volto di Giulia resterà impresso nella memoria di chi l’ha conosciuto, si è rivolto in conclusione anche all’omicida reo confesso, che si trova nel carcere Montorio di Verona, dal quale ha avuto la possibilità di seguire i funerali in tv come tutti gli altri reclusi: “Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia. Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti”. Intervenuto nel corso della cerimonia delle Stelle al merito del lavoro al Quirinale, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito – mentre a Padova erano in corso le esequie – come “il valore e il rispetto della vita” debbano essere “riaffermati con determinazione in ogni ambito, circostanza e dimensione”. Durante il momento dello scambio del segno di pace, le autorità presenti, tra cui il ministro Nordio, e alcuni parenti hanno abbracciato i familiari di Giulia in un momento molto toccante, che ha fatto da preludio al discorso conclusivo da parte di papà Gino: “Abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia, siamo stati travolti da una tempesta terribile, da una pioggia di dolore che sembra non finire mai – ha esordito ringraziando tutti i presenti – Giulia era una giovane donna, straordinaria, allegra, vivace, mai sazia di imparare. Nonostante la sua giovane età, era diventata una combattente, come diceva lei una oplita. Il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti – ha aggiunto, affrontando poi il tema del femminicidio – Il femminicidio è il risultato di una cultura che svaluta la figura delle donne, vittime di chi avrebbe dovuto amarle. Come può accadere tutto questo, come può essere accaduto a Giulia? La responsabilità educativa ci coinvolge tutti, famiglie, informazione, scuola, società civile. Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dovremmo essere agenti di cambiamento, parliamo agli altri maschi che conosciamo. Dovremmo essere attivamente coinvolti, ascoltando le donne e non girando la testa dinnanzi ai segnali di violenza, anche lievi. La nostra azione è cruciale. Da questa violenza si esce fuori sentendosi tutti coinvolti, anche quando ci si sente tutti assolti”. Quindi un messaggio diretto alle istituzioni: “La politica metta da parte le divergenze e faccia leggi per prevenire la violenza e proteggere le vittime, garantendo che i colpevoli siano destinati a rispondere delle loro azioni – ha ribadito – Occorre trasformare questa tragedia in cambiamento: la vita della mia Giulia è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte deve essere la spinta per fermare la violenza sulle donne”. Dopo aver letto una poesia di Kahlil Gibran, si è rivolto per l’ultima volta alla figlia: “Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma, ti penso abbracciata a lei e penso che il vostro amore sia così forte da aiutare me, Elena e Davide a imparare a danzare sotto la pioggia. Noi tre rimasti vi promettiamo che impareremo a muovere i passi di danza sotto la pioggia. Cara Giulia, grazie per questi ventidue anni. Non so pregare, ma so sperare, voglio farlo insieme a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e un giorno possa germogliare – ha concluso – Addio Giulia, amore mio”. Al termine delle sue parole un lungo applauso da parte dei presenti e uno straziante abbraccio tra papà Gino e i due figli Elena e Davide. All’uscita del feretro, che verrà condotto a Saonara, il comune in cui è nata e riposa la madre Monica, per una cerimonia più raccolta e per la tumulazione della salma, tanta commozione e i campanelli e le chiavi sbattute dalla folla che ha accolto l’invito a fare rumore in memoria di Giulia.
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15enne accoltellato da un compagno fuori dalla scuola nel cagliaritano. E’ gravissimo

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CAGLIARI (ITALPRESS) – Un ragazzo di 14 anni ha sferrato una coltellata al petto nei confronti di un compagno di 15 anni. È successo poco dopo le 13.30, all’uscita da un istituto di Capoterra, in provincia di Cagliari. Il giovane ferito risulta gravissimo ed è stato trasportato in elicottero all’ospedale Brotzu, dove lotta tra la vita e la morte. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Cagliari.
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Scontro frontale nel tarantino, 4 morti e 2 feriti

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TARANTO (ITALPRESS) – Quattro morti e due feriti è il bilancio di un incidente stradale che si è verificato a Mottola, in provincia di Taranto. Due auto si sono scontrate sulla strada statale 100 “di Gioia del Colle” al km 59,900. Al momento si registrano code e rallentamenti: il traffico è stato deviato su strade locali tra gli svincoli di San Basilio e Mottola. Sul posto sono intervenute le squadre Anas e la polizia stradale per consentire il ripristino della regolare viabilità nel più breve tempo possibile.
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Naufragio a Lampedusa, muore una bimba di 2 anni

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LAMPEDUSA (AGRIGENTO) (ITALPRESS) – E’ di almeno 8 dispersi, tra cui due bambini, il primo bilancio del nuovo naufragio avvenuto in serata nel tratto di mare davanti Lampedusa. Quarantatrè i migranti recuperati dalla Capitaneria di Porto, che avevano trovato riparo sugli scogli di Capo Ponente. Tra di essi una bambina di soli 2 anni che è morta mentre la motovedetta la stava portando sull’isola. A collaborare con le operazioni di soccorso anche dei pescatori lampedusani, che hanno soccorso e condotto al poliambulatorio della maggiore delle Pelagie due giovani migranti.
Oggi sono sbarcati in oltre 340 sull’isola, in otto sbarchi.
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Trovato corpo di Giulia Cecchettin, da Meloni a Schlein “Fare giustizia”

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VENEZIA (ITALPRESS) – Dopo una settimana intera di ricerche in tutto il Nord Est e perfino nella vicina Austria, è stato ritrovato, purtroppo senza vita, il corpo di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa veneta scomparsa insieme all’ex fidanzato, ora accusato di omicidio. Il corpo esanime della giovane donna è stato ritrovato vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, proprio lungo la strada seguita dall’auto di Filippo Turetta, nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo l’aggressione avvenuta nell’area industriale di Fossò, a una trentina di chilometri da Venezia. Il corpo è stato recuperato in un canalone che si trova tra la zona del lago di Barcis e Piancavallo. Mentre la sorella di Giulia ha postato sui social un messaggio pieno di rabbia nei confronti dell’ex fidanzato e aguzzino di Giulia, nonché dei suoi genitori “È stato il vostro bravo ragazzo”, i legali della famiglia si affidano al silenzio dichiarando “Ora momento del dolore”, mentre il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, manda un appello a Filippo Turetta, invitandolo a costituirsi: “È un appello al ragazzo affinché si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti. Speravamo di non dover dare questa notizia, ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca”. Immediate anche le reazioni del mondo politico, con la premier Giorgia Meloni che sui social ha scritto “Ho seguito con apprensione gli aggiornamenti sul caso e, fino alla fine, ho sperato in un epilogo diverso. Il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia è una notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile. Riposa in pace”. “Dolore, orrore e sgomento. Siamo di fronte a una tragedia immane. Il primo pensiero, e il cordoglio di tutto il Veneto e mio personale, vanno alla famiglia di Giulia Cecchettin, andata incontro a una fine orribile mentre avrebbe dovuto festeggiare un traguardo per lei storico come la laurea” ha detto invece il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “A una settimana dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne apprendiamo con dolore la notizia un altro femminicidio, l’ennesimo da inizio anno. Un’altra donna uccisa da chi sostiene di amarla. Per l’assassino nessuna giustificazione, nessuna scusa. Ai familiari di Giulia Cecchettin le sentite condoglianze mie personali e del Senato della Repubblica” ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Una commossa preghiera per Giulia” ha scritto su Facebook il vice premier e leader della Lega Matteo Salvini. Sgomento per la tragica fine di Giulia è arrivato anche dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “Ci stringiamo al dolore inimmaginabile della famiglia e degli affetti di Giulia Cecchettin. Un tragico ed efferato femminicidio, una vita strappata con violenza dal suo assassino, che speriamo sia trovato al più presto per risponderne davanti alla giustizia. Ma perché sia fatta davvero giustizia, per Giulia Cecchettin e per tutte le altre donne uccise dalla violenza maschile, questo non basta. E non bastano il dolore e l’indignazione. Non possiamo continuare ad assistere giorno dopo giorno a questa strage. Ora basta. La cultura tossica del patriarcato e della sopraffazione ha attecchito anche nei più giovani” ha dichiarato la segretaria del Pd, Elly Schlein.(ITALPRESS).

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