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Cronaca

MAFIA, BLITZ CONTRO AFFILIATI MESSINA DENARO

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Carabinieri, polizia e Dia hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla Procura distrettuale di Palermo, nei confronti di 22 affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna. Sono indagati per associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalle
modalita’ mafiose.

L’operazione si inserisce nel quadro della manovra investigativa finalizzata alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro anche attraverso il progressivo depotenziamento dei circuiti criminali di riferimento e il depauperamento delle relative risorse economiche.

L’operazione ha confermato il perdurante ruolo apicale di Matteo Messina denaro della provincia mafiosa trapanese e quello di reggente del mandamento di Castelvetrano assunto da un cognato, in conseguenza dell’arresto di altri membri del circuito familiare.

Le indagini, oltre ad accertare il capillare controllo del territorio esercitato da cosa nostra ed il sistematico ricorso all’intimidazione per infiltrare il tessuto economico locale, hanno consentito di individuare la rete relazionale funzionale allo smistamento dei “pizzini” con i quali il latitante impartiva le disposizioni ai suoi sodali.

ASSALTO CAVEAU, ARRESTATI RESPONSABILI

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Gli agenti della polizia di Stato di Catanzaro ha tratto in arresto un gruppo criminale responsabile della rapina milionaria, avvenuta nel dicembre 2016, al caveau dell’istituto di vigilanza “Sicurtransport” di Catanzaro. Le indagini sono state coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro che si è avvalsa delle attività investigative condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dai poliziotti delle Squadre Mobili di Catanzaro e Foggia.
La rapina, consumata con metodi paramilitari dal gruppo di malviventi armati di mitra e forniti di sofisticate apparecchiature elettroniche, fruttò un bottino superiore ad 8 milioni di euro. Il colpo suscitò particolare allarme in quanto gli esecutori sfondarono con un potente mezzo cingolato i muri corazzati del caveau e bloccarono tutte le strade di accesso alla zona incendiando 11 auto poste a sbarramento. Ai responsabili è stata contestata l’aggravante della metodologia mafiosa in quanto una parte dei proventi è stata corrisposta alle famiglie di ‘Ndrangheta che hanno influenza sulla zona.
I particolari dell’operazione saranno resi noti dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri e dagli investigatori, in una conferenza stampa fissata per le ore 11 presso la sala conferenze del centro polifunzionale della Polizia di Stato, a Catanzaro.

MALTEMPO, ROVESCI E TEMPORALI SU CALABRIA E SICILIA

Una depressione, associata ad un nucleo freddo in quota, permane sulle estreme regioni meridionali dell’Italia, determinando condizioni di instabilità accentuate dal riscaldamento diurno. A causa del maggior contrasto termico lungo la colonna d’aria, nelle ore centrali è previsto l’intensificarsi dei fenomeni di maltempo.

Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse che prevede precipitazioni a prevalente carattere di rovescio o temporale sulla Sicilia e sulla Calabria, specie sui settori centro-meridionali. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata allerta gialla sulla Sicilia e sulla Calabria. Permane inoltre l’allerta gialla per rischio idrogeologico localizzato sul Veneto, bacino dell’Alto Piave, a causa della frana della Busa del Cristo, nel Comune di Perarolo di Cadore (Belluno), sulla quale è in corso un continuo e attento monitoraggio.

 

‘NDRANGHETA, CATTURATO BOSS LATITANTE PELLE

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Nel corso di una vasta operazione di polizia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, durante la notte, è stato catturato il boss latitante di San Luca (RC)  Giuseppe Pelle, 57 anni, capo strategico e membro della “provincia” della ‘ndrangheta calabrese.

Il boss – ricercato dalla Polizia di Stato dal 2016 – aveva trovato rifugio all’interno di un’abitazione situata in una delle contrade più impervie dell’entraterra di Condofuri (RC), pressochè  irraggiungibile in quanto priva di strade percorribili ed isolata dal greto accidentato di una fiumara aspromontana che ne rende difficoltoso l’accesso.

ASSENTEISMO, INDAGATI 23 DIPENDENTI COMUNE MESSINESE

Ventitrè dipendenti del piccolo Comune messinese di Ficarra sono indagati per assenteismo. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Patti su richiesta della Procura. Le indagini hanno preso il via nel 2016, e sono state condotte dai carabinieri.

Per sedici dei ventitrè indagati è scattata anche la sospensione dal servizio, perchè ritenuti responsabili di truffa aggravata e continuata ai danni dell’ente, false attestazioni o certificazioni.

I carabinieri hanno documentato anche con riprese video quella che definiscono “una cronica, diffusa e generalizzata abitudine degli indagati, tutti dipendenti del Comune di Ficarra, ad allontanarsi dagli uffici in assenza di ragioni di servizio” per il disbrigo di “incombenze di carattere strettamente personale”, che avrebbero provocato “evidenti disservizi all’utenza” e “danno all’immagine e alle casse del Comune”.

Gli indagati avrebbero evitato di timbrare i cartellini “in modo da non far risultare i periodi di assenza e subire le conseguenti decurtazioni retributive”. Gli inquirenti contestano circa 650 assenze arbitrarie per un ammontare complessivo di oltre 12.500 minuti di lavoro.
Tra i 16 destinatari della misura cautelare figurano – tra l’altro – 3 dirigenti, rispettivamente delle aree tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria, che rispondono della “omissione di qualsivoglia forma di controllo nei confronti del personale dipendente”.

Gli inquirenti parlano di un “sistema fraudolento e patologico ai danni della Pubblica Amministrazione, sviluppatosi e rafforzatosi nel tempo in un contesto di anarchia amministrativa, laddove l’azione dei pubblici dipendenti era svincolata da qualsiasi forma di controllo e il doveroso rispetto delle regole veniva abbandonato alla discrezione e all’arbitrio dei singoli”.

 

IN TRE MESI UCCISI 2700 CANI

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“Sono 2.700 i cani morti avvelenati dall’inizio dell’anno al 31 marzo scorso in tutta Italia, una media di trenta al giorno, ai quali vanno aggiunti altri 3.200 cani avvelenati ma per fortuna non in maniera letale il che porta il dato complessivo dei cani avvelenati nei primi tre mesi dell’anno a 5.900”. Lo sostiene l’associazione animalista Aidaa. 

“E’ un dato purtroppo in linea con quello dello scorso anno, sono invece in aumento i ritrovamenti di bocconi avvelenati nei parchi e nelle località italiane, in particolare del centro nord”, sottolinea l’associazione. Un centinaio le località interessate, “prevalentemente di Toscana, Liguria, Sicilia, Puglia, ma anche Lombardia, Piemonte  e Veneto (solo per citare le regioni con il maggior numero di ritrovamenti in questi primi tre mesi dell’anno) in cui sono stati rinvenuti bocconi avvelenati”. 

Tra i maggiori veleni usati vi sono diserbanti e lumachicida o antiparassitari. “Infine non mancano le polpette “condite” con lamette da barba che provocano una morte atroce”, conclude l’Aidaa.