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Ritrovato corpo senza vita del vigile del fuoco disperso nel bellunese

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VENEZIA (ITALPRESS) – Dopo giorni di incessanti ricerche è stato ritrovato, purtroppo senza vita, il corpo di Walter Locatello, il giovane Vigile del Fuoco di 44 anni, del Bellunese, vittima della furia del maltempo che ha interessato il Veneto nei giorni scorsi. “A nome mio personale e della Regione del Veneto voglio esprimere le più sentite condoglianze alla sua famiglia e a tutti i colleghi del Vigile del Fuoco, che in questi giorni hanno setacciato le acque del lago di Santa Croce nella speranza di ritrovare il giovane pompiere”. Lo rende noto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia dopo aver appreso la notizia del ritrovamento nel lago di Santa Croce, in provincia di Belluno, del corpo di Walter Locatello, l’unica vittima veneta del ciclone Ciaran. “Anche se la situazione è sembrata subito disperata, abbiamo sperato fino all’ultimo che questa tragedia non venisse confermata. Durante l’ondata di maltempo che si è abbattuta anche nel Bellunese – ha aggiunto il Governatore – il giovane pompiere era caduto in un torrente ingrossato dalle piogge incessanti a Puos D’Alpago. Da giovedì scorso i colleghi, con l’aiuto dei sommozzatori, di barche dotate di sonar ed elicottero, hanno continuato a cercarlo, senza sosta: un gesto di riconoscenza e affetto per un collega stimato e apprezzato da tutti”.

Foto: ufficio stampa Vigili del fuoco

(ITALPRESS).

Maltempo, Giani “In Toscana per adesso danni per mezzo miliardo”

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“La prima quantificazione dei danni ieri era di 250-300 milioni, ma dopo le telefonate di questa mattina con molti sindaci, se oggi devo quantificare in base a queste segnalazioni generali già vedo in mezzo miliardo la cifra degli interventi che dovranno essere fatti sull’area Firenze-Prato-Pistoia”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a margine di una conferenza stampa. “Poi – ha aggiunto – c’è da quantificare anche ciò che è avvenuto a Pisa e Livorno, soprattutto a Pisa dove il maltempo ha portato via almeno due delle dighe forane frangiflutti con danni rilevantissimi sul litoraneo fra Marina di Pisa e Tirrenia, dove ci siamo trovati le onde del mare direttamente nelle case e nei negozi. Dunque – ha spiegato Giani – una situazione che quantifico per ora in mezzo miliardo di danni pensando alla valle ma anche a quello che è successo in montagna. Solo Vernio, Vaiano e Cantagallo hanno avuto danni rilevantissimi, come nell’alta valle del Bisenzio. Da domani cominceremo a essere più precisi e a porre la questione del rapporto con le risorse. Sotto questo aspetto ci sentiamo ben consolidati per aver avuto lo stato di emergenza nazionale che ci soccorrerà nell’avere queste risorse”, ha concluso il presidente della Regione. La perturbazione ha già lasciato la Toscana, con poche piogge residue, ma la notte non è andata bene. Si sono infatti verificate nuove esondazioni e il vento che ha soffiato forte, con il terreno già imbevuto di acqua, ha provocato la caduta di diversi alberi e l’interruzione di linee elettriche. “Nella notte – ha raccontato Giani questa mattina nel corso della riunione dell’unità di crisi – ha esondato di nuovo il torrente Stella tra Casini e Quarrata, nel pistoiese, e l’Agna a Montale”. Si registrano fuori uscite anche del Bagnolo-Bardena a Montemurlo, ma in questo caso l’acqua si è dispersa nei campi. Le case prive di luce sono aumentate nella notte. Erano poco più di 4mila la sera di sabato (scese ulteriormente a 2.200 a mezzanotte) e sono salite a 15mila questa mattina in tutta la Toscana: 7.000 nell’area colpita dalle alluvioni tra Firenze, Prato e Pistoia ed ancora di più in province della regione fino ad oggi non colpite dall’emergenza maltempo. Per quanto riguarda l’energia elettrica sono più di semila le utenze disalimentate in provincia di Lucca e altre 812 a Massa Carrara, 200 a Pisa e 500 a Livorno (quasi tutte nel comune di Rosignano Marittimo). Nel pistoiese si contano 2mila abitazioni senza energia elettrica (tra cui circa 1.200 a Pescia, dove non ci sono esondazioni, e 133 tra Quarrata e Montale). Nel territorio della città metropolitana fiorentina le utenze disconnesse sono duemila cinquecento, di cui 1.400 a Campi Bisenzio, dove per poter intevenire sulle dieci cabine di alimentazione allagate è necessario prima rimuovere l’acqua. Sono state richieste ulteriori idrovore. Senza luce anche trecento case a Greve in Chianti (per il vento). In provincia di Prato sono invece 1.500 (565 incittà, 472 a Cantagallo e 380 nei comuni medicei). Problemi anche a Siena ed Arezzo, con circa 700 utenze disalimentate per ciascuna provincia. Sono più di 500, su tutto il territorio regionale, i tecnici di Enel impegnati. Il Lamma, il laboratorio di previsione meteorologiche regionale, avverte che oggi non sono previste nuove precipitazioni di rilievo. Il vento soffierà però forte, dalla tarda mattinata fino al pomeriggio inoltrato: soprattutto sulla Toscana centro settentrionale e in particolare sull’Appennino fiorentino ed aretino, in quota, e sulla costa: un vento di libeccio che alzerà onde in mare per tutto il giorno. “Le due linee ferroviarie della Prato-Pistoia hanno riaperto alle 11:30 con la piena riattivazione della linea”, ha annunciato il presidente della Regione. “Ora dobbiamo lavorare molto sui singoli Comuni: mi recherò nel pomeriggio a Quarrata e voglio visionare Stabbia nel Comune di Cerreto Guidi, perché è il punto peggiore che si è venuto a creare nell’empolese e lì incontrerò anche i sindaci. E’ importantissimo concentrarsi anche su Campi Bisenzio che è sicuramente il punto più acuto in questo momento, come ricominciare a lavorare sulle frane che rappresentano la priorità dopo il problema dell’acqua”. Giani poi ha fatto sapere come “il pronto soccorso dell’ospedale di Prato riaprirà questo pomeriggio alle 17, è stato fatto un grande lavoro anche con le idrovore per la sistemazione dei locali. L’ospedale è sempre stato aperto. Con il direttore generale dell’Asl Toscana Centro Valerio Mari ci siamo sentiti costantemente ed abbiamo concordato la riapertura”.
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– Foto: vigili del fuoco –

Naufragio barcone di immigrati nel trapanese, cinque morti

CASTELVETRANO (TRAPANI) (ITALPRESS) – Sbarco di migranti sulla spiaggia di Marinella di Selinunte, a Castelvetrano, nel trapanese. Un vecchio peschereccio, utilizzato per la traversata, si è arenato sulla spiaggia alle prime luci dell’alba. Nello stesso tratto di costa sono stati recuperati cinque corpi senza vita. Non si conosce con esattezza il numero di persone che si trovavano a bordo di quel barcone, il timore è che ci possano essere dei dispersi. Due migranti sono stati trasferiti presso l’Ospedale di Castelvetrano per accertamenti, altri 29 sono stati rintracciati a Porto Palo di Menfi e altri 8 a Selinunte. Sul posto, oltre alla Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, volontari della protezione civile, funzionari del Drpc Sicilia, coordinati dal dirigente territoriale Antonio Parrinello.

Foto: ufficio stampa Capitaneria di Porto Mazara del Valloù
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Difesa, Minardo riceve generale Castello

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ROMA (ITALPRESS) – Il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati Nino Minardo ha ricevuto questa mattina a Montecitorio il Generale di Divisione Rosario Castello. “I successi investigativi e nella lotta alla criminalità organizzata sono il biglietto da visita del generale Castello – dice Minardo – oggi è stato un onore riceverlo qui a Roma nel suo nuovo ruolo di Capufficio generale Affari Giuridici del Capo di Stato Maggiore della Difesa”. Il generale Castello ha assunto il nuovo incarico alla Stato Maggiore della Difesa dopo aver lasciato a settembre il comando della Legione Carabinieri Sicilia.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Minardo

Operazione antidroga nella Piana di Gioia Tauro, 11 arresti

GIOIA TAURO (ITALPRESS) – Nella notte un’operazione antidroga è scattata nelle province di Reggio Calabria, Benevento, Vibo Valentia e Siracusa dove i carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, hanno eseguito 11 misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Palmi (9 in carcere e 2 ai domiciliari), nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, tra l’altro e a vario titolo, dei reati di “Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope”. L’operazione, si legge in una nota dell’Arma, “è il frutto di una articolata attività investigativa, svolta tra il mese di agosto 2020 e giugno 2022 e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, finalizzata all’individuazione di un gruppo di soggetti originari di alcuni Comuni della Piana i quali, utilizzando un sistema rodato e ben collaudato, si occupavano di gestire, in varie località, lo spaccio di sostanze stupefacente, principalmente cocaina, marijuana e crack”. L’indagine prende spunto da alcune informazioni raccolte da una pattuglia dell’Arma, nel corso di un intervento per lite in famiglia: nella circostanza, i militari della Sezione Radiomobile della Compagnia di Gioia Tauro, si accorsero che la lite nasceva da un debito legato al traffico di stupefacenti. Da quel momento, i militari hanno approfondito alcune dinamiche e, le successive investigazioni, hanno permesso d’individuare numerosi episodi di detenzione e cessione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, consentendo di censire la presenza di almeno due “piazze di spaccio” sia nella municipalità di Rosarno che nel comune di Gioia Tauro oltre che individuare alcuni “posti sicuri”. In tutti i casi è stato riscontrato un voluminoso giro di affari e clienti, gestito da soggetti ritenuti comunque vicini agli ambienti della criminalità organizzata locale.
I riscontri obiettivi “acquisiti attraverso i servizi d’osservazione, pedinamento e controllo, nonchè mediante perquisizioni, sequestri, arresti in flagranza ed attività tecnica, hanno fornito la chiave di lettura per decifrare, inoltre, alcuni dialoghi “criptati”, nei quali gli stupefacenti erano spesso chiamati con nomi di fantasia usando linguaggio convenzionale. Più di cento episodi documentati e ventitrè le persone indagate, 11 delle quali colpite da provvedimento restrittivo della libertà personale. Ma la particolarità dell’indagine è “quella di aver registrato le “consegne a domicilio”, da qui la decisione di denominare l’operazione “smart delivery”. Si è registrato infatti che, in alcune circostanze, soprattutto nel periodo di maggiore limitazione negli spostamenti per l’imposizione delle misure imposte dalla pandemia da Covid-19, alcuni indagati erano soliti prendere l’ordine per lo stupefacente: non era quindi il cliente a recarsi dallo spacciatore, ma a concordare con questi, anche telefonicamente o via canali “social”, la consegna della sostanza, che veniva portata direttamente a casa o in altro luogo preventivamente individuato”. Nel corso dell’indagine, tra l’altro, veniva rinvenuto un vero e proprio arsenale pronto all’uso all’interno di una casa apparentemente abbandonata. Nello specifico, dentro un secchio di plastica, ben occultati da diversi strati di cellophane sono stati rivenuti: una mitraglietta modello “Uzi” perfettamente oleata, in ottimo stato di utilizzo, senza matricola munita di 2 caricatori, una scatola contenente 50 proiettili calibro 9 luger e un involucro con ulteriori 20 cartucce calibro 7,65, oltre che un ordigno artigianale improvvisato, perfettamente funzionante, del peso lordo di 850 grammi, collegato ad una miccia a rapida combustione, nonchè, due sacchetti di plastica contenenti più di 4 chilogrammi di polvere pirica, idonea al confezionamento di altri ordigni artigianali. In altro locale della medesima abitazione, all’interno di un radiatore vi erano nascoste due confezioni contenenti 77 grammi totali di sostanza stupefacente di tipo cocaina, materiale per il confezionamento e un bilancino di precisione. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti 1kg di cocaina, mezzo kg di marjuana e quasi 2 mila euro suddivise in banconote di vario taglio.

– Foto: ufficio stampa Carabinieri –
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Operazione antiterrorismo a Milano, arrestati due egiziani

MILANO (ITALPRESS) – E’ in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo – con 2 arresti operati nei confronti di un cittadino egiziano e un naturalizzato italiano di origine egiziane, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. L’operazione è condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Polizia

Napoli, operazione anticamorra. Arrestati 27 membri del clan Di Lauro

NAPOLI (ITALPRESS) – I Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Napoli, hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal GIP di Napoli su richiesta dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 27 indagati poichè gravemente indiziati a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, violenza privata aggravata, associazione a delinquere finalizzata alle turbative d’asta aggravata agevolata, associazione a delinquere aggravata dall’aver agevolato un clan mafioso e dal carattere della transnazionalità finalizzata al contrabbando dei tabacchi lavorati esteri. Contestualmente è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro. Le investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, dirette a ricostruire l’operatività del clan Di Lauro nell’arco di tempo tra il 2017 ed il 2021, in continuità rispetto alle indagini per la cattura del latitante Marco Di Lauro (arrestato il 2 marzo 2019), hanno documentato la ristrutturazione organizzativa della consorteria pur nel rispetto delle tradizionali regole imposte da Paolo Di Lauro (Ciruzzo o Milionario detenuto al 41bis O.P. dal 2005 e non indagato), tra cui l’assunzione del comando da parte del fratello maggiore d’età non detenuto. Le indagini hanno consentito di ricostruire, oltre alle tradizionali attività illecite quali stupefacenti, estorsioni ed altro, tra cui le minacce ai familiari di un collaboratore di giustizia, una vera e propria “svolta imprenditoriale” quale scelta di fondo del clan DI LAURO che, abbandonando quasi del tutto l’opzione militare, che ha visto la consorteria soccombente rispetto agli Scissionisti nelle sanguinose faide per il controllo del territorio e delle piazze di spaccio. In questa prospettiva strategica si collocano le attività imprenditoriali e finanziarie, con ingenti investimenti nel settore delle aste giudiziarie immobiliari, in cui gli affiliati ponevano in essere condotte di turbata libertà degli incanti, attraverso minacce rivolte ad altri partecipanti per costringerli a non presentarsi, permettendo di fatto agli emissari del sodalizio di aggiudicarsi gli immobili, la cui successiva rivendita avrebbe finanziato le ulteriori attività illecite del sodalizio. Nel contesto, veniva rilevata una sorta di joint venture, ovvero una vera e propria alleanza organica o partnership, quale forma di stretta collaborazione tra varie organizzazioni operanti in Secondigliano, come i Licciardi e la Vinella Grassi, finalizzata al raggiungimento di comuni interessi economici come l’aggiudicazione di aste immobiliari ovvero l’intervento per la revoca di richieste estorsive rivolte a imprenditori vicini al clan Di Lauro da parte di terze organizzazioni criminali. Gli investimenti in attività meno rischiose rispetto al passato hanno anche riguardato la costituzione di alcune società fittiziamente intestate a terzi (ora sottoposte a sequestro), attraverso cui l’organizzazione gestiva una nota palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati nonchè il settore del contrabbando dei tabacchi lavorati esteri. Infatti, in quest’ultima attività illecita è stata cristallizzata l’esistenza di un’associazione a delinquere, stabile e transnazionale, diretta dal clan Di Lauro, finalizzata al traffico di tabacchi, con importazioni da paesi dell’Est europeo, quali Bulgaria e Ucraina di circa 1500 Kg di sigarette, caratterizzata da un sistema di distribuzione sul mercato campano, attraverso una rete di grossisti che rifornivano, in conto vendita, i rivenditori al dettaglio e da cui, settimanalmente, venivano prelevate le somme di denaro relative al pagamento delle forniture. Le indagini permettevano anche di chiarire come l’organizzazione, finanziata dal vertice del clan Di Lauro, da un noto cantante neo melodico e dalla moglie, con una somma complessiva di circa 500.000 euro, avesse provveduto, dopo l’acquisito dei materiali e dei macchinari necessari, all’allestimento di una fabbrica di sigarette, successivamente sequestrata, dove, importando il tabacco grezzo dall’estero, avrebbero potuto confezionare direttamente i pacchetti di sigarette da rivendere nel territorio nazionale ovvero esportare all’estero. L’aspirazione imprenditoriale del clan Di Lauro ha riguardato anche investimenti in società di abbigliamento e, unitamente al citato cantante neo melodico, l’ideazione di un brand d’abbigliamento registrato con marchio Corleone, oltre che nella realizzazione di una bevanda energetica denominata 9 mm, evocativi e quasi ammiccanti al mondo della criminalità organizzata.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

“Adotta una strada”, in 2 mesi 20 mila controlli

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ROMA (ITALPRESS) – Quasi 20mila controlli, 5mila etilometri monouso distribuiti e 5mila “quaderni della sicurezza stradale” regalati agli automobilisti. È la sintesi dei risultati dell’ottava edizione di “Adotta una strada”, iniziativa realizzata in collaborazione tra Fondazione ANIA e Arma dei Carabinieri e ANIA che da luglio fino alla fine dell’estate ha coinvolto 5 tra le strade più pericolose d’Italia: la Padana Superiore, la via Aurelia, l’Adriatica (solo tratto pugliese), la Romea e la Carlo Felice. I controlli eseguiti dai Carabinieri hanno riguardato quasi 2.000 chilometri di strade, toccando 9 regioni italiane e sono stati intensificati soprattutto nei fine settimana e nelle ore notturne durante l’esodo estivo, periodo dell’anno considerato statisticamente più a rischio per l’incidentalità stradale.
In occasione dei servizi svolti lungo le arterie interessate, i Carabinieri hanno distribuito agli automobilisti etilometri monouso forniti dalla Fondazione ANIA e i nuovi “quaderni della sicurezza stradale” che riportano indicazioni e consigli sulle corrette tecniche di guida di automobile, bicicletta, monopattino e scooter, nonché un test a risposta multipla per verificare l’effettivo grado di conoscenza delle norme.
Al termine degli oltre 2 mesi di attività i Carabinieri hanno controllato complessivamente 19.899 veicoli, identificato 28.483 persone ed accertato 4.266 infrazioni al Codice della strada a seguito delle quali hanno comminato multe. Tra le violazioni più diffuse figurano il mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta (185 sanzioni), la velocità del veicolo non adeguata (77 contravvenzioni) e la guida sotto l’influenza dell’alcool. I Reparti dell’Arma, in particolare, hanno controllato, mediante l’uso degli etilometri in dotazione, lo stato psico-fisico di 3.283 conducenti, riscontrando in 224 casi un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti. Sono state complessivamente ritirate 243 patenti e 90 carte di circolazione, sottoposti a sequestro 127 veicoli, nonché deferite all’Autorità giudiziaria 162 persone.
L’obiettivo di “Adotta una strada”, fin dalla prima edizione, è quello di promuovere e favorire il rispetto delle regole della strada, oltre ad aumentare i controlli sulle strade statisticamente più pericolose per ridurre il numero degli incidenti.
Nelle otto edizioni fin qui svolte sono stati controllati complessivamente oltre 170.000 veicoli e quasi 200.000 persone, con 35.000 conducenti sottoposti alla prova dell’etilometro.
-foto ufficio stampa Carabinieri –
(ITALPRESS).