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Viminale rafforza controlli nella zona del Parlamento e nelle stazioni

ROMA (ITALPRESS) – A quanto si apprende, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Viminale è in contatto con il Prefetto di Roma, il Capo della Polizia e gli altri vertici delle forze dell’ordine per verificare gli sviluppi delle attività di accertamento in atto sull’azione di imbrattamento del Senato della Repubblica e sull’accoltellamento alla stazione Termini.
Il titolare del Viminale ha espresso ai vertici delle Forze di Polizia la propria soddisfazione per la gestione dell’ordine pubblico degli eventi di fine anno, facendo particolare riferimento alla Capitale dove si sono svolti pressochè in contemporanea il concerto al Circo Massimo con la presenza di decine di migliaia di persone ed una manifestazione degli anarchici che ha richiesto una importante attività di controllo e contenimento da parte delle forze di polizia impegnate nell’area interessata.
Se i dispositivi di vigilanza predisposti in occasione di manifestazioni pubbliche hanno dimostrato la loro efficacia, preoccupano il ministro Piantedosi episodi come quelli al Senato della Repubblica e alla stazione Termini “riconducibili ad iniziative realizzate con modalità insidiose o individuali per i quali occorre intensificare l’attività di prevenzione e di controllo del territorio”. A tal proposito, fin da subito è stato disposto un rafforzamento del dispositivo di sicurezza nell’area del Parlamento anche con agenti in borghese. A breve saranno intensificati i controlli nelle stazioni delle grandi città.

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A Capodanno nessun morto per i botti ma bambino perde una mano

ROMA (ITALPRESS) – Nessuna vittima ma 180 feriti, dei quali 11 gravi con 48 ricoverati. E’ il bilancio dei botti di Capodanno secondo i dati del report del Dipartimento della Pubblica sicurezza. Il bilancio è in lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, quando non si registrarono vittime ma ci furono 124 feriti, dei quali 14 gravi e 31 ricoverati.
La Campania fa registrare i numeri più alti con 16 persone ferite tra Napoli e provincia: di queste cinque sono minori. In particolare, all’ospedale San Paolo è arrivato un 50enne che ha detto che mentre era affacciato al suo balcone un petardo lo ha colpito al volto: per lui prognosi di sette giorni per contusione con ustione. Un 22nne di San Tammaro (Caserta) ha invece perso due dita della mano destra nell’esplosione di un fuoco d’artificio. Ma l’episodio più grave è quello avvenuto a Taranto, dove un bambino di 10 anni ha subito l’amputazione della mano destra a causa dell’esplosione di un petardo. Il piccolo è stato portato in ospedale dai familiari poco dopo la mezzanotte. Non ancora chiara la dinamica dell’episodio. I medici non hanno potuto salvargli l’arto. A Ruffano (Lecce), un uomo di 80 anni è stato ricoverato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce in codice rosso per emorragia a causa dello scoppio di un petardo vicino alla testa. E’ in prognosi riservata. Tre feriti da botti tra Modenese e Bolognese e per il resto una notte abbastanza tranquilla. Due feriti agli occhi, tre alle mani e un altro al ginocchio è invece il bilancio a Catania. A causa dello scoppio improvviso due sono stati colpiti al volto, un uomo di 42 anni di Acireale ha riportato una ferita all’occhio: sottoposto a un breve intervento è stato suturato dai medici del Cannizzaro e poi dimesso. A Palermo un bambino di 12 anni è giunto al pronto soccorso dell’ospedale Cervello con una ferita da esplosione da petardi.
Le condizioni dell’arto sono compromesse tanto che è stato trasferito al reparto specializzato del Policlinico.
Al momento il bilancio dei feriti a Palermo, ancora provvisorio, è di altri tre arrivati negli ospedali del capoluogo.
Sono quattro le persone ferite nel Fiorentino per i botti durante i festeggiamenti per l’ultimo giorno dell’anno. Tre a Firenze ed una a Sesto Fiorentino (Firenze). Il più grave è un 14enne, albanese, colpito da un petardo all’occhio e si trova in progrosi riservata all’ospedale pediatrico Meyer. A Roma, invece, a causa dei petardi sono 60 le auto distrutte o danneggiate dalle fiamme. A fuoco anche due cassonetti e un monopattino.
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Addio a Benedetto XVI, Papa del dialogo ecumenico

ROMA (ITALPRESS) – Alle 9.34 dell’ultimo giorno del 2022 Joseph Ratzinger, il papa emerito Benedetto XVI, si è spento nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Nato a Marktl, in Baviera, il 16 aprile 1927 all’età di dodici anni, si iscrisse al seminario minore di Traunstein, dove rimase fino al 1942, anno in cui il seminario fu chiuso per uso militare e gli studenti furono mandati a casa. Durante gli anni della guerra fu costretto ad arruolarsi per poi disertare nell’aprile del 1945 trascorrendo anche un breve periodo campo degli Alleati vicino a Ulma, come prigioniero di guerra. Nel 1946 si iscrisse all’Istituto superiore di filosofia e teologia di Frisinga, dove studiò filosofia e teologia cattolica, ma nel 1947 si trasferì nel seminario Herzogliches Georgianum di Monaco di Baviera. Il 29 ottobre del 1950 anno fu ordinato diacono da Johannes Baptist Neuhàusler, vescovo titolare di Calidone e ausiliare di Monaco e Frisinga. Il 29 giugno 1951, all’età di 24 anni, assieme a suo fratello maggiore Georg fu ordinato presbitero dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga. Nel maggio 1957 ottenne la cattedra di teologia fondamentale presso l’Università di Monaco. Nel dicembre 1957 ottenne la cattedra di teologia dogmatica e fondamentale presso l’Istituto superiore di teologia e filosofia di Frisinga. Divenne professore all’Università di Bonn nel 1959. Nel 1963 si trasferì all’Università di Mùnster. Per il giovane professore fu un’esperienza fondamentale la partecipazione, dal 1962, al Concilio Vaticano II, dove acquisì notorietà internazionale.
Il 24 marzo 1977 venne nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI e il 28 maggio dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale per mano di Josef Stangl, vescovo di Wùrzburg. Pochi mesi dopo la nomina ad arcivescovo, il 27 giugno 1977 lo stesso papa Paolo VI lo creò cardinale, assegnandogli il titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino. L’anno successivo prese parte al conclave dell’agosto 1978 e dell’ottobre 1978 che elessero al soglio pontificio rispettivamente Albino Luciani e Karol Wojtyla. Il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, presidente della Pontificia commissione biblica e della Commissione teologica internazionale. Dal 1986 al 1992 fu inoltre chiamato a presiedere la Commissione per la preparazione del Catechismo per la Chiesa universale. Il 15 aprile 1993 fu elevato alla dignità di cardinale vescovo e gli fu affidata la sede suburbicaria di Velletri-Segni, che mantenne fino alla sua elezione a Papa. Ratzinger fu eletto Papa durante il secondo giorno del conclave del 2005, al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile 2005. Scelse come nome pontificale “Benedetto XVI”. Alle 17:56 fu dato l’annuncio dell’elezione, con la tradizionale fumata bianca del comignolo della Cappella Sistina, anche se ci fu un’iniziale incertezza sul colore del fumo. I dubbi furono sciolti alle 18:07 dal suono delle campane della basilica di San Pietro. Ratzinger è stato il primo pontefice a chiedere esplicitamente scusa alle vittime di abusi da parte di ecclesiastici e ad incontrarle più volte, presentando la Chiesa in atteggiamento penitenziale. Già a meno di un mese dall’elezione al soglio pontificio nel 2005, Ratzinger ha mostrato grande decisione contro il fenomeno degli abusi, ad esempio allontanando dalla Chiesa diversi religiosi responsabili di abusi sessuali su minori, stabilendo inoltre norme e linee guida più stringenti contro questi casi, fino ad arrivare a decisioni senza precedenti, compresa la soppressione della presenza dei monaci nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Ha scritto molti saggi e durante il suo pontificato ha promulgato tre lettere encicliche: Deus caritas est, Spe salvi e Caritas in veritate, oltre a quattro esortazioni apostoliche. Durante il suo pontificato iniziò anche la scrittura di una nuova enciclica dedicata alla fede, a completare la trilogia dedicata alle tre virtù teologali. La lettera enciclica, dal titolo Lumen fidei, è stata consegnata da Benedetto XVI al suo successore Francesco, che ne ha esteso e firmato il lavoro. In particolare, nella terza enciclica il Papa ha voluto proseguire gli insegnamenti della Chiesa in seno alla giustizia sociale. Nel contesto dell’enciclica, Benedetto XVI ha duramente criticato gli eccessi dell’accumulazione capitalista e richiamato alla necessità di uno sviluppo integrale degli individui come lavoratori e dell’economia come strumento di contribuzione al bene comune. Uno degli snodi fondamentali del pontificato di Benedetto XVI è il dialogo ecumenico con il Patriarcato di Costantinopoli e la Chiesa ortodossa tutta. Il rapporto ecumenico fra Chiesa cattolica e Comunione anglicana è intenso durante il pontificato di Benedetto XVI, in special modo sotto due aspetti: gli incontri fra il Papa e l’arcivescovo Rowan Williams; l’accoglienza nella Chiesa cattolica di fedeli e clero anglicani. L’11 febbraio 2013 Benedetto XVI ha annunciato la sua rinuncia al ministero petrino, a partire dal 28 febbraio, lasciando così spazio alla convocazione di un conclave per l’elezione del suo successore. La notizia è stata comunicata dal Papa in latino durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto e di altri tre beati. In quel momento è iniziato il periodo di sede vacante nel quale è stato organizzato il conclave (a cui Benedetto XVI non ha preso parte) che si è concluso la sera del 13 marzo 2013 con l’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco. L’intenzione di rinunciare al ministero petrino non è stata una decisione improvvisa, ma maturata gradualmente e accuratamente e già nota agli stretti collaboratori del pontefice da molto tempo. Il corpo di Ratzinger, dalla mattina di domani sarà nella Basilica di San Pietro per il saluto dei fedeli. I funerali solenni saranno celebrati il 5 gennaio alle 9.30 e saranno officiati da Papa Francesco.
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Papa Francesco chiede di pregare per Benedetto XVI. “E’ molto malato”

ROMA (ITALPRESS) – “Vorrei chiedere a tutti voi preghiere per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. E’ molto malato, chiediamo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine”. Lo ha detto Papa Francesco nell’udienza generale di oggi nell’Aula Paolo VI. “Il Bambino di Betlemme doni la sua luce e il suo conforto e conceda alla martoriata Ucraina, oppressa dalla brutalità della guerra, il sospirato dono della pace”, ha poi aggiunto il Pontefice, che ha chiesto di “non scivolare nella caricatura mondana del Natale, ridotta a una festa consumistica e sdolcinata. Ci vuole fare festa, ma il Natale è un’altra cosa. E’ gioia e festa, ma nella semplicità e nell’austerità”.

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Milano, ucciso il titolare di un bar

MILANO (ITALPRESS) – Il proprietario, di nazionalità cinese, di un bar nel quartiere Corvetto del capoluogo lombardo, è stato ucciso in un agguato. Diversi i colpi di arma da fuoco esplosi da un killer. Sul caso indaga la sezione Omicidi della Squadra Mobile, che sta cercando di ricostruire la dinamica e i motivi dell’omicidio, anche attraverso l’utilizzo delle telecamere. Dalle prime risultanze investigative, è emerso che il bar Milano sarebbe stato frequentato, soprattutto in orari notturni, da pregiudicati e spacciatori, tanto che la Questura aveva più volte disposto la chiusura temporanea del locale. Nonostante questo, numerosi abitanti del quartiere ricordano il titolare del bar, noto nella zona con il soprannome di Paolo, come una persona tranquilla e ben integrata. La vittima lascia la moglie e un figlio. (ITALPRESS).

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Papa “Ho già firmato le dimissioni in caso d’impedimento medico”

ROMA (ITALPRESS) – “Ho già firmato le mie dimissioni. Era Tarcisio Bertone, il segretario di Stato. Lo firmai e gli dissi: ‘In caso di impedimento per motivi medici o che ne so, ecco le mie dimissioni. Ce l’hanno già’. Non so a chi l’abbia data il cardinale Bertone, ma gliel’ho data io quando ero segretario di Stato”. Così Papa Francesco in un’intervista al quotidiano spagnolo Abc. Poi, aggiunge: “E’ la prima volta che lo dico”, sottolineando di volere che si sappia: “Ecco perchè lo dico.
Ora qualcuno andrà a chiederlo a Bertone: ‘Dammi il pezzo di carta!’. Probabilmente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. L’ho dato a Bertone come segretario di Stato”. Il Papa annuncia anche che presto ci sarà una donna alla guida di un dicastero. “Ne ho una in vista per un dicastero che sarà vacante tra due anni. Nulla impedisce a una donna di dirigere un dicastero in cui un laico può essere prefetto”, spiegando che “se si tratta di un dicastero di carattere sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo. Anche se lì si discute se l’autorità venga dalla missione, come sostiene il cardinale Ouellet, o dal sacramento, come sostiene Rouco Varela. E’ una bella discussione tra cardinali, una questione che i teologi continuano a discutere”.
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Coniugi uccisi a coltellate nell’Agrigentino, fermato il figlio

AGRIGENTO (ITALPRESS) – E’ stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto il 34enne, figlio della coppia trovata uccisa in casa a coltellate, ieri pomeriggio, a Racalmuto, in provincia di Agrigento. L’uomo è stato condotto in carcere al termine di un lungo interrogatorio condotto dai carabinieri, che hanno fatto luce sul caso. I sospetti si erano subito concentrati sull’indagato, ritenuto l’autore del duplice omicidio.
I corpi senza vita di marito e moglie, rispettivamente di 66 e 62 anni, sono stati scoperti da una figlia della coppia, che ha lanciato l’allarme.
foto ufficio stampa Carabinieri
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‘Ndrangheta, dieci arresti a Milano in feudo famiglia “Maiolo/Manno”

MILANO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Milano sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diverse persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, tentato omicidio, ricettazione, porto illegale di armi, furto aggravato, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia e coercizione elettorale, usura, tutti aggravati dalla contestazione della mafiosità. La complessa attività investigativa svolta dai poliziotti della Squadra Mobile milanese ha fatto luce sulle dinamiche della ‘ndrangheta di Pioltello (MI), “feudo indiscusso – evidenziano gli investigatori – delle famiglie Maiolo/Manno” e sulle attività criminali di un altro soggetto riferibile alla famiglia di Cosa Nostra dei Pietraperzia (EN) collegata ai Rinzivillo.
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