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Cronaca

Porto di Trieste, tensione tra forze dell’ordine e manifestanti No Green Pass

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TRIESTE (ITALPRESS) – Tensione al porto di Trieste, per la protesta di circa 2000 manifestanti No Green Pass. La polizia ha sgomberato il varco 4 del porto di Trieste dai manifestanti che ne bloccavano l’ingresso. La protesta al grido di “Libertà, libertà” prosegue con un sit-in nel parcheggio adiacente. Si registrano alcuni fermati. Le forze dell’ordine hanno utilizzato anche degli idranti.

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A Roma “Mai più fascismi”, Landini “La piazza è di tutti”

ROMA (ITALPRESS) – Duecentomila le persone da tutta Italia, secondo i sindacati, che sono scese in piazza San Giovanni a Roma per la manifestazione indetta da Cgil, Cisl, Uil, a una settimana dall’assalto avvenuto alla sede della Cgil da parte dei movimenti legati all’estrema destra. “Mai più fascismi: per il lavoro, la partecipazione, la democrazia” lo slogan scelto tra bandiere, striscioni e palloncini che hanno animato sia la piazza che il corteo partito dall’Esquilino alle 12:30. Tante le presenze politiche tra cui i ministri Luigi Di Maio, Roberto Speranza, Andrea Orlando e Dario Franceschini, il leader del M5S, Giuseppe Conte, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato, il candidato sindaco del centrosinistra, Roberto Gualtieri, il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta. Per il lavoro, la partecipazione, la democrazia sul palco si sono alternati gli interventi di una pensionata della Uil, del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, di una lavoratrice della sanità delegata Cgil, del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, di una lavoratrice del commercio delegata Cisl, del segretario generale della Ces Luca Visentini. A chiudere la manifestazione il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, tra gli applausi e sulle note di ‘Bella Ciao’.
“Piazza stupenda – ha dichiarato Landini -. Lo diciamo con forza: questa di oggi non è solo una risposta allo squadrismo fascista, è qualcosa di più: questa piazza rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare questo Paese e chiudere la storia con la violenza politica. Essere antifascisti si è per garantire la democrazia di tutti e garantire principi fondamentali della nostra Costituzione. Insieme a Cisl e Uil, chiediamo che il Governo assuma la sfida e apra una pagina di grande cambiamento sociale del nostro Paese. È stato un assalto a tutto il sindacato e al mondo del lavoro. Noi organizzazioni sindacali vogliamo essere protagonisti del cambiamento, abbiamo di fronte un’occasione irripetibile”. Poi Landini ha spiegato che con l’assalto alla sede della Cgil sabato scorso “hanno fatto danni, hanno distrutto anche delle opere d’arte, dei quadri. C’è un bellissmo quadro all’ingresso di Guttuso, non lo hanno toccato, forse perché non hanno capito neanche cos’era…C’è un tema: la conoscenza e la cultura devono essere un diritto garantito a tutti. Con la conoscenza e la cultura sconfiggiamo il fascismo e la violenza”.
“No ai fascismi – ha insistito il segretario generale della Cgil – I gruppi vanno sciolti, le forze che si richiamano al fascismo e che usano violenza devono essere sciolte. Questa piazza chiede atti concreti e non chiacchiere o impegni. Dalla solidarietà si deve passare all’azione concreta. È il momento che lo Stato dimostri la sua forza democratica nel far applicare le leggi e la Costituzione”.
Il leader della Cisl Luigi Sbarra dal palco ha chiesto: “Cosa si aspetta a mettere in campo un provvedimento che estenda a tutti il dovere di immunizzarsi? Grave che Governo e Parlamento non l’abbiano ancora fatto per mera convenienza politica. Per nascondere evidenti contraddizioni nella maggioranza. Grave che per non affrontare queste contraddizioni si siano scaricate per intero tensioni, conflitti, divisioni sul mondo del lavoro. Così si rischia di trasformare i luoghi di lavoro in trincee” e ha aggiunto: “Serve un sussulto di responsabilità da parte del potere pubblico. Quella responsabilità che il mondo del lavoro ha espresso ogni giorno”.
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio, Mario Draghi: “Caro presidente del Consiglio, serve una società più equa. Basta condoni fiscali, sono uno schiaffo a chi paga le tasse. E basta parlare di Irap: basta soldi ad aziende senza nessuna condizionalità. Servono invece a lavoratori e pensionati oltre a quanti attendono una legge sulla non autosufficienza”.
“E poi le pensioni – siamo stanchi di una riforma per ogni tornata elettorale: serve una certezza per i pensionati” e infine sulla presenza delle multinazionali in Italia: “che fine ha fatto il dl sulle delocalizzazioni? Si è perso nei corridoi del Mise o qualcuno pensa che le multinazionali possano scorrazzare nel nostro paese e continuare a licenziare con un sms? Tirate fuori il decreto e confrontatevi con il sindacato”.
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Carabinieri infliggono duro colpo al patrimonio dei corleonesi

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I Carabinieri hanno inflitto un grosso colpo al patrimonio della famiglia dei corleonesi di Totò Riina. Avevano favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano ed affermato il proprio potere sul territorio, oggi una plurima operazione dei Carabinieri li priva dei loro beni. In esecuzione di tre distinti provvedimenti del Tribunale di Palermo, scaturiti dalle minuziose indagini dei militari del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Palermo, l’Arma ha inferto un duro colpo al patrimonio della mafia corleonese per un valore complessivo superiore ai 4 milioni di Euro. Il R.O.S., che ha una struttura che si occupa esclusivamente di indagini economico – finanziarie, accertamenti patrimoniali e misure di prevenzione, ha eseguito una cospicua confisca di tre milioni e mezzo di euro nei confronti di Mario Salvatore Grizzaffi (disposta in 1° grado dal Tribunale di Palermo) e Gaetano Riina (disposta in 2° grado dalla Corte d’Appello di Palermo), rispettivamente nipote e fratello del noto capo mafia Totò Riina, nonché di Rosario Salvatore Lo Bue, soprannominato “Saro Chiummino” e del figlio Leoluca. L’operazione giunge al termine di un lungo percorso investigativo che aveva già consentito di assicurare allo stato i patrimoni illeciti acquisiti nel tempo da Salvatore Riina e da Calogero Giuseppe Lo Bue, già colpiti da decreti di confisca; quest’ultimo già condannato in via definitiva per aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano.
Gravemente indiziati di appartenere al sodalizio mafioso, ai Lo Bue risultavano riconducibili una serie di beni, intestati fittiziamente a terzi, acquistati in assenza di redditi leciti compatibili nonché in condizioni di sperequazione. La confisca, riguardante abitazioni, conti correnti, libretti di risparmio, terreni e beni aziendali, colpisce soggetti già gravati da numerosi precedenti penali ed acclarati legami con la mafia. In particolare Rosario Salvatore Lo Bue ha avuto storicamente un ruolo attivo quale “uomo d’onore” e membro apicale della famiglia di Corleone, inserita nell’omonimo mandamento mafioso, negli anni in contatto con esponenti di spicco quali Salvatore Riina e Leoluca Bagarella. Mario Salvatore Grizzaffi è stato definitivamente condannato per aver commesso un’estorsione con metodi mafiosi, nell’ambito del più ampio programma investigativo che aveva fatto luce sulla rete di sostegno del boss Bernardo Provenzano nonché sulla riorganizzazione dell’associazione dopo la cattura del capo mafia avvenuta nel 2006 in Corleone, Montagna dei Cavalli; in precedenza fu condannato anche per il favoreggiamento della latitanza di Giovanni brusca.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un sequestro beni a carico di Giampiero Pitarresi, per un valore complessivo stimato in circa seicentomila euro, consistente in due abitazioni a Misilmeri, un’autovettura e sette rapporti bancari. Pitarresi, tratto in arresto nel dicembre del 2015 nell’ambito dell’operazione “Panta Rei” dei Carabinieri di Palermo, è attualmente detenuto perché condannato – in secondo grado – alla pena di anni 14 di reclusione perché ritenuto intraneo a “Cosa Nostra”, nella sua articolazione territoriale del mandamento di Misilmeri, famiglia di Villabate.
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Green pass, manifestazioni in tutta Italia ma evitata la paralisi

ROMA (ITALPRESS) – Tensioni sì, ma per fortuna niente scontri. La giornata del 15 ottobre, segnata sul calendario come ad altissimo rischio per via dell’introduzione obbligatoria del green pass nei luoghi di lavoro, è filata tutto sommato tranquilla. E gli allarmi della vigilia si sono sgonfiati. In migliaia sono comunque scesi in piazza in gran parte d’Italia. I no green pass hanno protestato soprattutto nei luoghi nevralgici del lavoro, come nel caso dei porti di Trieste e Genova. Maggiori tensioni si sono registrate proprio nel porto del capoluogo giuliano dove almeno 5 mila tra portuali e semplici manifestanti hanno inscenato una protesta per fortuna mai degenerata. Già in mattinata i leader del dissenso avevano assicurato che non ci sarebbe stato nessun blocco delle attività lasciando liberi i portuali muniti di green pass di potere accedere al lavoro. Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aveva fornito ampie rassicurazioni sul clima. “Il porto funziona, anche se in alcuni passaggi con ranghi ridotti e quindi qualche difficoltà. Ho fatto appello di tenere bassa la temperatura, non arrivare a scontri frontali, perché vorrebbe dire fare un danno economico al Paese. Le istituzioni sono disponibili al dialogo, però all’interno delle regole”, ha detto. Anche se lo stesso Fedriga ha riconosciuto quanto l’eco della protesta abbia provocato dei primi danni economici.

“Oggi abbiamo visto che alcune navi hanno deciso di scegliere altri porti, addirittura alcune navi da crociera hanno deciso di andare altrove. Si capisce il danno che anche un solo giorno di annunci può creare. Neanche di fermo, perchè fortunatamente i portuali hanno deciso di non fare il picchetto fuori dal porto. Si capisce il danno che si crea e quante famiglie possono essere colpite, per questo dico: rimaniamo nelle regole”, ha spiegato. L’assenza dei lavoratori privi di certificato verde ha notevolmente ridotto l’attività nel porto, in uno scalo dove circa il 40% dei portuali non si è ancora vaccinato. La mappa dell’Italia nel giorno dell’introduzione del green pass obbligatorio è piuttosto frastagliata ma in qualche modo omogenea, con la linea del dissenso che non si è mai saldata a quella della violenza. Come a Trieste anche a Genova, Ancona, Palermo, Civitavecchia e negli altri porti italiani l’attività ha subito dei rallentamenti ma non si è mai arrivati alla paralisi totale. Nel resto d’Italia si registrano manifestazioni a Firenze, dove a scendere in piazza, dinanzi Santa Maria Novella, sono state alcune centinaia di persone, tra no vax e studenti contrari alla certificazione obbligatoria. Cori contro il governo, inneggianti alla libertà e a difesa di una fantomatica dittatura sanitaria, sono stati scanditi. Scene simili in molte città, da Torino a Napoli fino a Bologna, dove la manifestazione contro il certificato verde ha richiamato almeno 5 mila partecipanti.

E la protesta fa registrare una data storica per la base di Sigonella, a Motta Sant’Anastasia nel Catanese: si è svolto infatti oggi il primo sit-in dell’aeronautica davanti ai cancelli d’ingresso della base militare italiana contro “il certificato verde a pagamento”. Il presidio, a cui hanno partecipato alcune decine di manifestanti, è stato promosso dal Sindacato aeronautica militare (Siam) e si è svolto stamattina dalle 7 alle 7,25. Ma gli occhi erano rivolti, a quasi una settimana dagli scontri di sabato scorso, sulla capitale. Qui, per motivi di sicurezza la manifestazione dei No green pass è stata spostata al Circo Massimo. Secondo i dati della Questura, al sit-in, organizzato dal gruppo “sentinelle della Costituzione” hanno partecipato circa 1500 persone. Non si sono registrate tensioni. Tra le note a margine il boom dei certificati scaricati, ben 850.094 i green pass emessi alle 19, per poco più di 632 mila tamponi effettuati. Soddisfazione è stata espressa dal governo attraverso il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che ha voluto soprattutto sottolineare “il senso di responsabilità e organizzazione flessibile e intelligente” dei dipendenti del pubblico impiego.

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Green Pass falsi venduti su Telegram, sequestrati due canali

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CATANIA (ITALPRESS) – La Procura Distrettuale di Catania ha disposto il sequestro preventivo di due canali Telegram in cui veniva proposta la vendita di Green Pass falsi, il sequestro è stato convalidato dal Giudice per le indagini preliminari.
Le indagini sono state svolte dal Compartimento Polizia Postale di Catania, a seguito di segnalazione da parte della locale Digos, ed hanno riguardato due canali Telegram denominati “Green Bypass 2.0” e “Vendita Green Pass autentico” in cui erano iscritti rispettivamente 5200 e oltre 120 utenti. All’interno dei canali veniva pubblicizzata la vendita di green pass falsi dietro pagamento di un corrispettivo in criptovaluta di 250 euro.
Gli esperti della Polizia postale, oltre a verificare il contenuto dei canali, sono riusciti a identificare due persone partecipanti ai gruppi, nei confronti dei quali il pubblico ministero ha immediatamente disposto apposita perquisizione domiciliare ed informatica. Gli investigatori hanno sequestrato smartphone e supporti informatici che saranno oggetto di apposita analisi al fine di confermare eventuali responsabilità. Le indagini proseguono per la identificazione di altri partecipanti.
Inoltre, contestualmente alle perquisizioni, la Procura Distrettuale ha emesso decreto di sequestro preventivo trasmesso dalla Polizia per l’esecuzione alla società Telegram che ha prontamente provveduto ad oscurare i canali.
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Mille in corteo a Torino contro il governo, bruciata gigantografia di Draghi

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Oltre mille persone hanno partecipato al corteo di Torino indetto da Cobas e Cub Usb. Nel corteo è confluito un ampio gruppo di studenti che ha bruciato un cartonato con l’effige del premier Mario Draghi e una bandiera europea davanti alla sede piemontese del Miur. Si trattava di studenti legati all’area antagonista. Il corteo partito dalla stazione di Porta Nuova ha attraversato le vie del centro città. A vigilare sulla manifestazione un’ingente numero di forze dell’ordine. Davanti alla sede della Soris, ente comunale che riscuote le imposte, c’è stato un lancio di palloncini pieni di vernice contro la facciata e gli agenti di polizia schierati a presidio dell’ingresso. La
scena si è ripetuta davanti a Palazzo di città, sede del comune con un palloncino di vernice che ha imbrattato la facciata. Poco dopo sono stato accesi molti fumogeni e sono stati intonati cori contro classe politica e forze dell’ordine.

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Green Pass, arrestati i leader di Forza Nuova Castellino e Fiore

Dopo gli atti di violenza di ieri sera a Roma, il bilancio è di 12 persone arrestate, fra i quali anche gli storici leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e Roberto Fiore, nonchè la promotrice della manifestazione P.T, di anni 39, ed A.L., di anni 65, ex appartenente ai NAR. I reati per cui vengono segnalati sono numerosi, fra i quali, danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. La posizione di queste persone è al vaglio della Procura della Repubblica di Roma. Sei persone sono state arrestate in fragranza, altre sei, fra i quali i suddetti appartenenti a Forza Nuova, nella notte con arresto differito. Come comunica la Questura di Roma, sono in corso ulteriori attività di indagine e di verifica dei filmati registrati dal personale della Polizia Scientifica, al fine di valutare altre condotte penalmente rilevanti per i fatti accaduti. Sono 38 gli appartenenti alle forze dell’ordine rimasti feriti durante gli scontri. Tra questi un dirigente della questura che ha riportato la frattura di una costola e un operatore della polizia scientifica a cui è stato fratturato uno zigomo. Come è noto, nella giornata di ieri si è tenuta una manifestazione, in Piazza del Popolo, promossa da “Liberi Cittadini” per protestare contro l’adozione delle misure sanitarie disposte a contrasto del contagio epidemiologico da Covid 19. a cui hanno preso parte complessivamente circa 10.000 persone.

Nel corso dei servizi preventivi sono stati intercettati ed identificati numerosi manifestanti provenienti da varie regioni d’Italia; sono stati individuati e controllati complessivamente 56 minivan e 5 pullman e numerose moto, per un totale di circa 600 manifestanti provenienti da Reggio Emilia, Padova, Mantova, Brescia, Verona, Torino, Milano, Bergamo, Pesaro Ancona, Firenze, Trieste, Bolzano, Modena, Treviso, Rovereto ed Arezzo.
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No green pass, 12 arresti per l’assalto alla Cgil

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Sono 12 le persone arrestate dalla Polizia per l’assalto alla Cgil di Roma. I reati contestati sono numerosi, fra i quali, danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.