PALERMO (ITALPRESS) – Il Dipartimento regionale di Protezione Civile ha diramato un nuovo bollettino con lo stato di “preallerta” e di “attenzione” per il rischio incendi e ondate di calore in Sicilia, fino al 6 agosto. In Sicilia è prevista, infatti, la persistenza di alte temperature con picchi sopra i 40 gradi e bassa umidità. L’avviso straordinario è stato comunicato alla Regione Siciliana, ai sindaci dei Comuni e alle Asp delle nove province siciliane. In tutti i territori dell’Isola è estesa la “pericolosità alta” o “media” da cui scaturiscono i due livelli di allerta di “attenzione” (allerta rossa) o di “preallerta” (allerta arancione), con livelli di ondate di calore da 2 a 3 (massimo).
“Amministrazioni comunali e sindaci – fa sapere il capo del Dipartimento regionale della Protezione Civile Sicilia, Salvatore Cocina – dovranno attivare urgentemente le procedure previste dal Piano di Protezione Civile Comunale per il rischio incendi anche di interfaccia e per le ondate di calore”. L’avviso straordinario è stato emesso al termine della riunione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, durante cui il Centro Funzionale Centrale ha illustrato le condizioni meteo climatiche dei prossimi giorni particolarmente favorevoli all’innesco di incendi e alla loro propagazione.
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Allerta Protezione Civile per la Sicilia, rischio incendi e temperature sopra i 40 gradi
Mafia, 38 anni fa la morte del giudice Rocco Chinnici. Palermo ricorda strage
PALERMO (ITALPRESS) – Corone d’alloro in via Pipitone Federico: così Palermo ha commemorato il 38° anniversario della strage mafiosa in cui persero la vita il giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione del tribunale di Palermo, i carabinieri Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, addetti alla sua sicurezza e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile in cui il magistrato viveva con la famiglia.
Alla commemorazione hanno partecipato cittadini, magistrati, autorità civili e militari e Caterina Chinnici, figlia del giudice.
“La strage di via Pipitone Federico con un’autobomba che segue all’eccidio di Ciaculli del 1963 e precede le terribili stragi del 1992 – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando presente alla cerimonia -, ha contribuito a manifestare la violenza del sistema di potere politico-affaristico-mafioso. Rocco Chinnici resta nella storia della magistratura italiana ma anche della cultura del diritto. La sua intuizione del lavoro – ha aggiunto – in pool dei magistrati antimafia, nonostante i tanti ostacoli, e la sua frequente presenza nelle scuole costituiscono pietre miliari del cammino di resistenza anche culturale e di liberazione del nostro paese nei riguardi della mafia”.
Le iniziative in memoria del giudice sono proseguite con un convegno, nella Caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, promosso della Fondazione Rocco Chinnici, sul tema “Dal metodo Rocco Chinnici alla Procura europea”.
Per l’occasione, è stato il ministro della Giustizia Marta Cartabia – con un messaggio inviato alla Fondazione – a sottolineare come “Questa è una preziosa occasione di riflessione su un metodo di lavoro che dalla Sicilia degli anni Ottanta ci porta fino alla istituzione della Procura europea. La mafia si trasforma e resta sempre uguale a se stessa diceva Rocco Chinnici e sempre uguali e sempre diversi devono essere anche i nostri strumenti di contrasto alle mafie. La mafia – ha aggiunto il guardasigilli – è sempre reazione e difesa e accumulazione di ricchezza, diceva ancora Chinnici, prima era il feudo da difendere ora i grandi appalti, riflessioni che restano sempre attuali. Oggi dobbiamo vigilare su altre vie di circolazione della ricchezza comprese quelle percorse dai finanziamenti europei. A questo scopo e’ stata istituita la procura europea alla cui nascita sono orgogliosa di avere contribuito”.
Per il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, “condividere le conoscenze è il modo migliore per combattere le mafie. Costituire un pool – ha aggiunto – è il primo momento in cui l’efficienza dell’ufficio istruzione di Palermo raggiunge il massimo livello. Mettere insieme gli elementi è un passo importante, in qualunque punto si trovino, in qualunque indagine. Chinnici ha insegnato ai magistrati a non essere burocrati e che non si lavora guardando al fascicolo ma alla tendenza”.
“Con quelle innovazioni, n quel momento difficile da comprendere – ha detto Caterina Chinnici – ha dato vita a un percorso che oggi ha portato a creare anche organismi europei”.
Al convegno ha partecipato il procuratore capo europeo, Laura Codrua Kovesi, al suo primo impegno pubblico in Italia dopo l’insediamento al vertice del nuovo ufficio dell’Ue operativo dal primo giugno.
“I criminali – ha sottolineato – sono molto più deboli di quanto non appaiano. I criminali non sono in grado di conquistare i cuori e le menti della gente, mentre Rocco Chinnici ci riuscì.
Non dovremmo mai smettere di lottare, mai piegarci e lasciare campo libero a queste persone. Sono trascorsi molti anni – ha aggiunto – da quando giudizi e agenti di polizia hanno perso la vita. Siamo qui per aiutare. Per molto tempo siete stati lasciati da soli in questa battaglia, ma adesso non siete più soli. Siamo arrivati molti anni dopo, saremmo dovuti arrivare prima, ma adesso siamo qui determinati e pronti ad aiutare”.
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Incendi, 2 canadair e un elicottero per spegnere ultimi focolai a Enna
ENNA (ITALPRESS) – Due canadair e un elicottero ancora in azione per spegnere gli ultimi focolai a Enna, dove nelle scorse ore i residenti hanno vissuto momenti di sconforto legati al vasto incendio che ieri ha interessato la strada provinciale 2 nella zona del bivio Kamut, lambendo diverse abitazioni. In zona mezzi dei vigili del fuoco sono impegnati per domare i roghi e bonificare l’area. Gli accessi al paese, in via precauzionale, sono presidiati dalle forze dell’ordine.
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Droga, traffico Italia-Spagna: tre arresti della finanza di Catania tra Torino e la Sicilia
CATANIA (ITALPRESS) – Tre persone – due uomini di 40 e 45 anni, originari della Repubblica Dominicana e una donna, colombiana, di 36 – sono state arrestate dai finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito di due simultanei interventi di contrasto del traffico internazionale di droga, avvenuti a Torino e Ragusa,. L’intervento dei finanzieri ha portato al maxi sequestro di 67 chili di cocaina e hashish ad alto potenziale stupefacente. Le indagini sono state avviate dopo alcune operazioni “sospette” che hanno portato gli investigatori a ricostruire l’esistenza di un traffico internazionale di sostanze stupefacenti, provenienti dalla Spagna e diretti al Nord Italia e in Sicilia. In particolare, nel corso del primo intervento a Torino, è stato oggetto di perquisizione un van con targa spagnola, proveniente da Madrid, condotto da M.C., 40 anni, della Repubblica dominicana. L’inizio delle operazioni di controllo, avvenute con la cooperazione dei reparti della Guardia di finanza di Torino, ha fin subito determinato la reazione nervosa dell’uomo, che ha indotto i militari ad approfondire le ricerche. Le conseguenti attività hanno consentito di sequestrare 13 chili di cocaina, contenuti in un doppio fondo. Sempre a Torino, è stata individuata – dopo un movimentato inseguimento nel centro della città – un’auto, condotta da W.H.C., 45 anni, anche lui originario della Repubblica dominicana. In questa circostanza, le attività di perquisizione ha consentito di sequestrare 1,07 kg di cocaina, nascosta in uno zaino contenuto nel vano dell’auto. Gli elementi acquisiti dai controlli a Torino delle pattuglie della Guardia di finanza di Catania hanno consentito di individuare un’abitazione a Comiso, in provincia di Ragusa, di proprietà di K.R., 36 anni, moglie di uno dei due arrestati nel blitz a Torino. La donna nascondeva nel doppio fondo di un’auto parcheggiata nel garage dell’abitazione, 53 chili di hashish ad alto potenziale. I tre sono stati arrestati in flagranza di reato per traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
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Bus precipita in una scarpata a Capri, morto l’autista, diversi i feriti
CAPRI (ITALPRESS) – Incidente a Capri. Un bus, per cause ancora da accertare, è precipitato in una scarpata nella zona di Marina Grande. E’ morto l’autista. Diversi i feriti, sia tra i passeggeri che tra le persone in strada.
Il mezzo dopo aver sfondato la barriera di sicurezza sarebbe precipitato per oltre una decina di metri lungo una scarpata finendo la sua corsa contro le strutture esterne del lido “Le Ondine”.
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Mafia ed estorsioni a Palermo, blitz con 16 arresti
PALERMO (ITALPRESS) – Sedici persone sono state arrestate a Palermo in una operazione congiunta di Polizia e carabinieri su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Sono accusati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata del metodo mafioso.
Si tratta di una vasta operazione che giunge al termine di due anni di indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno riguardato il mandamento mafioso di Brancaccio e Ciaculli sulla scia delle operazioni “Maredolce” 1 “Maredolce” 2 e “Sperone” concluse tra il 2017 e il 2019.
Sono stati individuati capi e gregari delle famiglie mafiose della Roccella e di Brancaccio e ricostruite le loro responsabilità in ordine a più di 50 episodi estorsivi in danno di quasi altrettanti operatori economici.
Le investigazioni della Polizia di Stato hanno restituito il quadro di una porzione di territorio fortemente condizionata dalla presenza di cosa nostra, dove gli stessi imprenditori o commercianti, prima di avviare le loro attività, avvertono la necessità di “essere autorizzati” dal referente mafioso della zona.
Le vicende di pizzo documentate, hanno riguardato supermercati, autodemolitori, macellerie, bar, discoteche, farmacie, panifici, imprese di costruzione, rivendite di auto ed altri ancora per un totale di quasi 50 episodi ricostruiti, e quasi altrettanti esercenti, a fronte di nessuna denuncia pervenuta alle forza dell’ordine.
In alcuni casi, i commercianti si sono preoccupati di non figurare nel “libro mastro” delle estorsioni o di offrire all’estortore un escamotage per eludere eventuali controlli di polizia.
Perfino durante l’emergenza epidemiologica, i pochi negozianti rimasti aperti, peraltro con volumi da affari assolutamente esigui, sono stati costretti a versare “l’obolo” mafioso.
In Italia 2.072 nuovi contagi e 7 decessi, aumentano i ricoveri
ROMA (ITALPRESS) – Sono 2.072 i nuovi casi di Coronavirus in Italia a fronte di 89.089 tamponi effettuati, determinando un tasso di positività dell’2,3%. E’ quanto riporta il bollettino del ministero della Salute. I decessi sono stati 7 nelle ultime 24 ore, in aumento rispetto ai 3 registrati ieri. Il totale dei decessi da inizio emergenza sale così a 127.874. I guariti sono 651 e gli attuali positivi scendono a 47.525 (1.412 in più rispetto a ieri). I ricoverati nei reparti ordinari sono 1.188, 52 in più rispetto a ieri. Le terapie intensive sono a 162 ricoverati (+6). In isolamento domiciliare sono 46.175 persone. La regione con il maggior numero di casi è il Lazio (434), seguita da Sicilia (300), e Veneto (238).
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