ROMA (ITALPRESS) – Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna sono le prime tre regioni a passare dalla “zona gialla” a quella “bianca”, la fascia che prevede la riapertura di quasi tutte le attività e lo stop al coprifuoco. Le uniche regole da seguire in ‘zona biancà sono il distanziamento fisico, l’utilizzo della mascherina e il rispetto dei protocolli di sicurezza delle varie attività. Per Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto è prevista la riapertura totale il 7 giugno, mentre Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Trento e Piemonte dovrebbero passare in bianco il 14 giugno. Con la modifica dei parametri voluta dai presidenti delle Regioni e condivisa con il Cts (il Comitato tecnico Scientifico) per passare nella fascia più chiara bisogna che l’incidenza settimanale di casi positivi al Coronavirus sia al di sotto della soglia dei 50 ogni centomila abitanti, per tre settimane consecutive. Ad ottenere ‘il biancò, al momento, ci sono solo Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, che da domani cambiano colore. E già dalla prossima settimana il passaggio ne coinvolgerà altre quattro, con a metà giugno, molto probabilmente con più della metà dell’Italia in zona bianca.
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In zona bianca Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna
Tre fermi per la tragedia del Mottarone, c’è anche il titolare della funivia
STRESA (VERBANIA) (ITALPRESS) – Svolta nelle indagini sulla tragedia del Mottarone avvenuta il 23 maggio. Nella notte tra il 25 e il 26 maggio, al termine degli interrogatori svolti dai carabinieri, sono stati fermati Luigi Nerini, titolare dell’impresa che gestisce la funivia del Mottarone, difeso dall’avvocato Pasquale Pantano, il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio, Gabriele Tadini. Sarebbe confermato, come emerso anche dalle immagini diffuse ieri, che la cabina domenica avrebbe viaggiato con il cosiddetto “forchettone” che inibiva il funzionamento del freno d’emergenza, contando sulla quasi impossibilità che il cavo trainante si spezzasse. La procuratrice Olimpia Bossi, nella notte, ha riferito che il forchettone ha di fatto consentito l’esercizio dell’impianto, evitando una chiusura prolungata per gli interventi di manutenzione necessari.
I carabinieri hanno sequestrato già ieri i filmati di tutte e venti le telecamere di sicurezza dell’impianto, mentre la società Leitner, che ha in carico la manutenzione, non era stata contattata dopo il 3 maggio, giorno dell’ultimo intervento che però non era stato risolutivo.
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Tragedia del Mottarone, il piccolo Eitan non ancora fuori pericolo
TORINO (ITALPRESS) – “La notte è passata bene. Ieri la risonanza fortunamente ci ha detto che apparentemente non ci sono danni nè cerebrali nè spinali. Ci sono parecchie fratture che porteranno del dolore, serviranno dei farmaci, ma lentamente inizieremo a svegliarlo. Sarà una cosa lenta, cominceremo ad abbassare il dosaggio dei farmaci che lo tengono intubato e sedato”. Lo dice a Rainews 24 Giorgio Ivani, responsabile della Rianimazione dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove è ricoverato il piccolo Eitan, il bambino di 5 anni sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone avvenuto il 23 maggio.
“Non possiamo ancora dire che il bambino sia fuori pericolo, almeno finchè è in rianimazione, vedremo nei prossimi giorni. Ma c’è un cauto ottimismo”, ha aggiunto.
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Grave ma stabile il bambino ricoverato a Torino
TORINO (ITALPRESS) – Ha passato la notte il bimbo di 5 anni, unico superstite della tragedia della funivia del Mottarone. Ricoverato dal 23 maggio al Regina Margherita di Torino, si trova in rianimazione dopo l’intervento per ricomporre le fratture subite durante la caduta. Le sue condizioni sono stabili, è intubato e sedato. La prognosi è riservata e le condizioni sono gravi. Lo apprende Italpress da fonti ospedaliere.
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Crolla la funivia del Mottarone in Piemonte, 14 vittime
STRESA (VERBANIA) (ITALPRESS) – Quattordici morti ed un bambino ferito. E’ questo il bilancio del crollo della cabina della funivia del Mottarone che parte da Stresa, in provincia di Verbania. Erano due i bambini rimasti feriti e portati in elicottero in codice rosso al Regina Margherita di Torino. Ma alla fine uno dei due non ce l’ha fatta.
Sul luogo dell’incidente oltre ai soccorritori del 118, le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico sono ancora al lavoro insieme ai Vigili del Fuoco e ai Carabinieri.
La funivia del Mottarone aveva riaperto al pubblico il 22 maggio, come gli altri impianti in Italia, dopo oltre un anno di chiusura dovuto all’emergenza Covid.
Nel 2016 la funivia aveva subito degli interventi importanti di manutenzione. La cabina sarebbe crollata da un’altezza di circa 80 metri.
Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, segue da vicino quanto avvenuto a Stresa. Appena appresa la notizia del tragico incidente, il ministro ha contattato immediatamente le autorità locali, il Prefetto e i Vigili del Fuoco.
Intanto, ha istituito una Commissione Ispettiva con il compito di “individuare le cause tecniche e organizzative” che hanno provocato il gravissimo incidente.
Il Capo del Dipartimento per i trasporti e la navigazione del Mims, Mauro Bonaretti, ha firmato il decreto istitutivo della Commissione di esperti, presieduta da Gabriele Malavasi, che dovra’ redigere una relazione dettagliata da presentare al Ministro sulle cause tecniche e organizzative che hanno provocato l’incidente.
“I cadaveri delle 13 vittime vengono rimossi in questi momenti. C’è un bambino di 2 anni, qualche ragazzo, degli anziani. Siamo in mezzo al bosco”, dice all’Italpress Marcella Severino, sindaca di Stresa. “Oggi non cerchiamo le cause, prima della riapertura di ieri sono stati fatti i collaudi, e anche stamane, il manutentore riferisce che era tutto in ordine. Qui c’è la fune, ed è tranciata di netto”, aggiunge.
“Il tragico incidente alla funivia Stresa-Mottarone suscita profondo dolore per le vittime e grande apprensione per quanti stanno lottando in queste ore per la vita – afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella -. Esprimo alle famiglie colpite e alle comunità in lutto la partecipazione di tutta l’Italia. A questi sentimenti si affianca il richiamo al rigoroso rispetto di ogni norma di sicurezza per tutte le condizioni che riguardano i trasporti delle persone”.
“Ho appreso con profondo dolore la notizia del tragico incidente della funivia Stresa- Mottarone. Esprimo il cordoglio di tutto il Governo alle famiglie delle vittime, con un pensiero particolare rivolto ai bimbi rimasti gravemente feriti e ai loro familiari”, afferma in una nota il presidente del Consiglio Mario Draghi, che segue ogni aggiornamento in costante contatto con il ministro Enrico Giovannini, con la Protezione Civile e con le autorità locali.
La Procura di Verbania ha disposto il sequestro della funivia del Mottarone, come ha chiarito il tenente colonnello Giorgio Santacroce, comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania. “Le operazioni di recupero delle vittime sono in corso, come le attività tecniche di reperitamento propedeutiche alle indagini”, spiega l’ufficiale dell’Arma. Si sta verificando perché il sistema di sicurezza, che in caso di rottura di un cavo dovrebbe comunque impedire alle cabine di precipitare a terra, non sia scattato. Sul posto anche il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. La cabina è rotolata a valle per molti metri, peggiorando la situazione delle 15 persone a bordo, capienza limitata per ragioni Covid rispetto ai 40 posti massimi disponibili.
“È un bilancio terribile, che fa male al cuore. È il momento del cordoglio, ma bisogna anche capire, perché la sicurezza va garantita”, dice a Rainews24 il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
“L’impianto era stato revisionato, con un contributo importante della Regione, con un accordo di programma, io non ero ancora presidente – ha aggiunto -. Chi farà le indagini lo farà in modo scrupoloso, la sicurezza deve essere garantita a tutti, e deve essere sostanziale, non formale, non una sicurezza solo di carta. Quello che è accaduto oggi non ha senso. Non sappiamo la nazionalità delle vittime, ma il turismo nella zona per i due terzi è straniero, Stresa è al confine con la Svizzera”.
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Irregolarità nei concorsi all’Asl di Latina, due arresti
LATINA (ITALPRESS) – Polizia e Guardia di Finanza di Latina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un dirigente ed un funzionario della ASL del capoluogo per falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio, entrambi nella forma aggravata.
Le indagini hanno riguardato due concorsi pubblici indetti, rispettivamente nel settembre 2019 e nel dicembre 2020, e svolti in forma aggregata tra le Aziende Sanitarie Locali di Frosinone, Latina, Viterbo e Roma 3, con la ASL di Latina individuata quale Capofila, entrambi caratterizzati da un elevato numero di partecipanti.
Le selezioni si sono tenute nei mesi di agosto e dicembre del 2020: la prima, relativa a 23 posti da collaboratore amministrativo professionale cat. D, ha visto la presentazione di quasi 1.300 istanze di partecipazione, mentre per la seconda, relativa a 70 posti con qualifica di assistente amministrativo cat. C, sono state presentate più di 2.900 domande.
Le procedure concorsuali “inquinate” sono accumunate dalla compresenza di entrambi gli indagati nella composizione delle commissioni esaminatrici in qualità, rispettivamente, di Presidente e Segretario.
Più precisamente, le indagini hanno permesso di accertare che gli indagati, nei giorni precedenti le prove scritte e orali, hanno rivelato i quesiti predisposti per il concorso ovvero le domande che sarebbero state poste in sede di esame, attestando falsamente la regolarità della procedura dei verbali della commissione.
E’ chiaramente emerso come, in entrambi i concorsi, le procedure previste dai bandi a tutela dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione e volte a favorire il merito degli aspiranti, siano state “piegate” e falsate in favore di rapporti di conoscenza più o meno diretta dei candidati.
Anche se “solo” in cinque casi è stato possibile identificare i beneficiari delle “anticipazioni” – accertando come i membri della Commissione, in particolare il Dirigente oggi arrestato, abbiano contattato i candidati per comunicare loro le domande che avrebbero posto in sede di esame orale – tutti gli accertamenti compiuti hanno evidenziano come l’utilizzazione distorta della procedura concorsuale sia stata ampia, con la conseguenza che lo spettro di “favori” elargiti dagli indagati grazie a tale meccanismo illecito sia estremamente vasto, come vasta appare la rete di connivenze creatasi.
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Traffico stupefacenti tra Italia e Usa, coinvolti 5 medici
CATANIA (ITALPRESS) – Sono nove le misure restrittive eseguite dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza di Siracusa e Catania nei confronti di altrettante persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra l’Italia e gli Stati Uniti d’America, prescrizione abusiva di farmaci, truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, ricettazione e falsità commessa dal pubblico ufficiale in certificazioni.
Contestualmente è stato eseguito un provvedimento interdittivo dall’esercizio della professione e dal servizio pubblico, per la durata di 12 mesi, nei confronti di un medico; disposto, a carico del professionista, il sequestro preventivo, nella forma per equivalente, di oltre 115 mila euro; notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei 29 soggetti indagati, tra i quali 5 medici.
Nel dettaglio l’indagine ha consentito di porre in luce e disarticolare un’associazione per delinquere, che aveva organizzato un traffico internazionale di sostanza stupefacente del tipo ossicodone (sostanza oppiacea contenuta in alcuni farmaci), acquistato illecitamente in Italia e spacciato negli Stati Uniti d’America.
In particolare, le indagini hanno evidenziato, in primo luogo, che l’associazione, avvalendosi di medici compiacenti, riusciva a reperire l’ossicodone mediante prescrizioni di medicinali (ne sono state accertate quasi 3000) contenenti la sostanza a favore di persone decedute o che non necessitavano della terapia.
Una volta così ottenuti i prodotti contenenti lo stupefacente, l’organizzazione criminale organizzava molteplici spedizioni in territorio statunitense – utilizzando plichi appositamente imballati con materiali idonei a “schermarne” il contenuto e recante mittenti e destinatari fittizi – al fine di frazionare i punti di arrivo della merce per ostacolare eventuali controlli.
Essenziale è stata la cooperazione internazionale di polizia, tra gli investigatori italiani con i funzionari dell’Homeland Security Investigations, che si occupa di contrasto alle attività illecite transfrontaliere. Al riguardo, l’organo collaterale americano ha proceduto, a gennaio 2021, anche all’arresto in flagranza nei confronti di un sodale residente negli USA, al momento della ricezione di un plico contenente il farmaco.
Particolare rilevanza assume invece il danno arrecato dal comportamento degli indagati alle casse dell’Erario. Poiché in Italia l’ossicodone è disponibile in farmacia, dietro specifica prescrizione medica, il traffico di stupefacente è stato alimentato, nel corso degli anni, a spese della Sanità pubblica.
Il sodalizio criminale induceva infatti in errore il Servizio Sanitario Nazionale attraverso la compiacenza di professionisti, che si sono infatti prestati a rilasciare, anche a nome di terzi inconsapevoli, centinaia di ricette mediche prive di fondamento terapeutico, senza effettuare visite di controllo e, in vari casi, dietro sollecitazione degli indagati, loro assistiti. Sulla base delle ricette, il farmaco è stato erogato gratuitamente, con ingiusto profitto degli intestatari, i quali lo ritiravano senza costi presso varie farmacie e lo rivendevano poi, illegalmente, all’estero, come sostanza stupefacente, realizzando, per lo Stato, gravato dall’onere dell’acquisto della medicina, un danno di pari importo.
In seguito alle complesse indagii eseguite dal Commissariato di Augusta e dai Finanzieri della Compagnia di Augusta e del Nucleo PEF di Catania, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale di Catania, ha disposto un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone.
Superati i 27 milioni di vaccini, Liguria e Veneto in testa
Raggiunge quota 27.131.857 il numero delle vaccinazioni anticovid in Italia, secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute e aggiornati alle 17.12 di domenica 16 maggio 2021. Vaccino inoculato a 15.221.893 donne e 11.909.964 uomini. Il totale delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose), invece, è di 8.531.894 cioè il 14,40% della popolazione. Il maggiore numero dei destinatari è rappresentato dagli Over 80 (6.791.084), seguito da Soggetti fragili e Caregiver (5.463.601), Fascia 70-79 (4.165.909), Operatori sanitari e sociosanitari (3.375.750), Fascia 60-69 (2.779.204), Personale scolastico (1.366.418), categoria “Altro” (1.148.929), Personale non sanitario (949.291), Ospiti delle Strutture Residenziali (682.934), e Comparto Difesa e Sicurezza (408.737). Le regioni con la percentuale maggiore di somministrazioni rispetto alla dotazione sono Puglia (93,6%), Veneto (93,5%), Liguria (93,2%), quella con la minore percentuale è la Calabria (86%). Ecco nel dettaglio le singole regioni: Abruzzo (88,2%), Basilicata (87,5%), Calabria (86%), Campania (91,5%), Emilia-Romagna (91%), Friuli Venezia-Giulia (86,2%), Lazio (87%), Liguria (93,2%), Lombardia (92,4%), Marche (93%), Molise (92,4%), Provincia autonoma Bolzano (86%), Provincia di Trento (89,4%), Piemonte (89,6%), Puglia (93,6%), Sardegna (79,5%), Sicilia (87,7%), Toscana (89,1%), Umbria (88,7%), Valle d’Aosta (88,8%), Veneto (93,5%).ESS).










