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Vaccino, oltre 211 mila dosi somministrate oggi in Italia

ROMA (ITALPRESS) – Raggiunge quota 5.231.708 il numero delle vaccinazioni somministrate in Italia (211.839 nelle ultime 24 ore), secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, e aggiornati alle 15.31 di oggi, 6 marzo 2021. Il vaccino è stato inoculato a 3.215.513 donne e 2.016.195 uomini. Il totale delle persone vaccinate (a cui sono state somministrate la prima e la seconda dose), invece, è pari a 1.613.613. Il maggiore numero dei destinatari è rappresentato da operatori sanitari e sociosanitari (2.496.790), seguito da personale non sanitario (866.694), ospiti delle strutture sanitarie (434.795), over 80 (970.867), forze armate (114.852) e personale scolastico (347.710).
Le regioni con la percentuale maggiore di somministrazioni rispetto alla dotazione sono Valle d’Aosta (94%), Toscana (89%), Campania (87,8%), Provincia autonoma di Bolzano (87,7%). Quella con la minore percentuale è la Calabria (65,6%). Questi i dati relativi alle singole regioni: Abruzzo (81,6%), Basilicata (79,9%), Calabria (65,6%), Campania (87,8%), Emilia-Romagna (82,4%), Friuli Venezia-Giulia (83,6%), Lazio (82,1%), Liguria (68,6%), Lombardia (74,5%), Marche (82%), Molise (76,4%), Provincia autonoma Bolzano (87,7%), Provincia di Trento (82,7%), Piemonte (84,8%), Puglia (87,2%), Sardegna (64,5%), Sicilia (78,6%), Toscana (89%), Umbria (75,2%), Valle d’Aosta (94%), Veneto (74%).
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In Italia 746 mila morti nel 2020, mai così tanti dal dopoguerra

ROMA (ITALPRESS) – Nel 2020 i decessi in Italia hanno raggiunto il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra: 746.146, 100.526 in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). E’ quanto emerge dal quinto Rapporto dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) con l’analisi della mortalità dell’anno 2020 per il complesso dei decessi e per il sottoinsieme dei soggetti positivi al Covid-19 deceduti. Il documento fa, inoltre, il punto sulle principali caratteristiche dell’epidemia e i loro effetti sulla mortalità totale, distinguendo tra la prima (febbraio-maggio 2020) e la seconda (ottobre-gennaio 2021) ondata epidemica.
Tra il mese di febbraio e il 31 dicembre 2020 sono stati registrati 75.891 decessi nel Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata Covid-19 dell’ISS.
Nei mesi di gennaio e febbraio 2020 i decessi per il complesso delle cause sono stati inferiori di circa 7.600 unità a quelli della media dello stesso bimestre del 2015-2019 e che i primi decessi di persone positive al Covid-19 risalgono all’ultima settimana di febbraio.
“Pertanto, volendo stimare l’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale – sottolineano Istat e Iss -, è più appropriato considerare l’eccesso di mortalità verificatosi tra marzo e dicembre 2020. In questo periodo si sono osservati 108.178 decessi in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019 (21% di eccesso)”.
Guardando alle classi di età, il contributo più rilevante all’eccesso dei decessi dell’anno 2020, rispetto alla media degli anni 2015-2019, è dovuto all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più che spiega il 76,3% dell’eccesso di mortalità complessivo; in totale sono decedute nel 2020 486.255 persone di 80 anni e oltre (76.708 in più rispetto al quinquennio precedente). L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni spiega un altro 20% dell’eccesso di decessi dell’anno 2020; in termini assoluti l’incremento per questa classe di età, rispetto al dato medio degli anni 2015-2019, è di oltre 20 mila decessi (per un totale di 184.708 morti nel 2020).
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Mafia, clan catanese gestiva scommesse on line per 32 mln

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CATANIA (ITALPRESS) – Era sulla piattaforma di gioco on Line denominata ‘Raisebet24.com’ che il clan Santapaola-Ercolano faceva affari con le scommesse illegali. È quanto ricostruito dai finanzieri di Catania che hanno arrestato 14 persone (12 in carcere e due ai domiciliari) e disposto l’interdizione per altre nove persone. Tra gli indagati raggiunti dalla misura cautelare ci sono i fratelli Carmelo e Giuseppe Placenti, già arrestati a novembre 2018 con l’operazione ‘Revolution Bet’, affiliati del gruppo di Lineri (frazione di Misterbianco) del clan. Inchiesta che portò allo scioglimento del Comune di Misterbianco per mafia. La piattaforma di gioco non autorizzata a operare in Italia era di proprietà di una società maltese per nascondere il legame con il territorio nazionale e le connessioni con la criminalità organizzata. È stata poi organizzata, sempre a cura dell’associazione criminale, la raccolta illegale di scommesse da banco sull’intero territorio nazionale, attraverso una rete di agenzie,collegate, quali centri di trasmissione dati, alla piattaforma di gioco. Le indagini hanno permesso di accertare che solo una parte minimale delle scommesse avveniva on line, mentre la maggior parte delle puntate è stata fatta in presenza e pagate in contanti.

L’analisi dell’operatività del sito internet – verso cui affluivano tutte le puntate – ha permesso di evidenziare che il totale della raccolta delle scommesse è stata pari a 32 milioni di euro, mentre la società maltese, che in realtà ha operato come stabile organizzazione sul territorio nazionale, ha evaso le imposte sui redditi per oltre 30 milioni di euro. Gli importi delle scommesse, raccolte dalle varie agenzie sul territorio nazionale, e i proventi dell’evasione, complessivamente pari a oltre 62 milioni di euro sono poi affluiti nei conti della società maltese e, da lì, ulteriormente riciclati nell’acquisito di terreni, fabbricati, società in Italia (Puglia ed Emilia-Romagna) e in Germania.
Durante le perquisizioni i finanzieri hanno sequestrato quasi 180 mila euro in contanti, nascosti nel doppio fondo di un’autovettura. Sequestrato anche il rilevante patrimonio dell’associazione: disponibilità finanziarie, disponibili su conti correnti in Italia, Malta e Polonia, per un valore di 62 milioni di euro, fabbricati e terreni in Emilia Romagna e Puglia, una società in Germania, operante nel settore della ristorazione,
per un valore complessivo di 80 milioni di euro.
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A Limbiate l’ultimo saluto ad Attanasio “Sarai giovane per sempre”

LIMBIATE (MONZA) (ITALPRESS) – Ultimo saluto di Limbiate, cuore della Brianza, a Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in un agguato in Congo assieme al carabiniere Vittorio Iacovacci. Il paese di nascita del diplomatico, al quale è stato sempre legato nonostante i suoi impegni in giro per il mondo, si è stretto attorno al feretro avvolto nel tricolore. All’arrivo nel campo sportivo della cittadina la bara è stata accolta da un lunghissimo applauso. L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ha presieduto le esequie, nella sua omelia ha voluto consegnare parole di conforto alla famiglia e ai tanti amici che hanno affollato il piccolo stadio. “Viene il momento in cui ciascuno sta solo alla presenza del Signore. Finiscono i clamori. Il Signore gli chiederà da dove vieni, e Luca risponderà che viene da una terra dove si muore e che non interessa a nessuno. Il Signore chiederà perchè Luca sei ferito? E lui risponderà perchè ci sono Paesi dove la speranza è proibita e dove la gente che non conta continua ad essere ferita. Il Signore gli dirà: non volgerti indietro, Luca, fratello mio. Troppo breve è stata la tua vita, perciò non volgerti indietro, tu sarai giovane per sempre”.
Al termine delle esequie è stato fatto ascoltare un audio di Luca Attanasio, in cui l’ambasciatore raccontava di essere riuscito a sbloccare due voli per l’Italia che avrebbero riportato in patria italiani preoccupati dalle violenze in Congo. Un audio che si chiudeva con un “Viva l’Italia, sempre” esclamato convintamente dal diplomatico.
Prima che la celebrazione terminasse, è stato letto un messaggio dei genitori: “Distrutti dal dolore ma dobbiamo essere forti e stare accanto a Zakia e alle nostre 3 nipotine”. Conclusa la lettura dei messaggi, il feretro diretto verso il cimitero è stato accompagnato da un lunghissimo e commovente applauso.
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L’ultimo saluto per Attanasio e Iacovacci a Roma

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Ultimo saluto con i funerali di Stato all’ambasciatore Luca Attanasio e al carabiniere Vittorio Iacovacci a Roma uccisi in un agguato in Congo. “Luca, Vittorio e Mustafà sono stati strappati da questo mondo dagli artigli di una violenza stupida e feroce, che non porterà nessun giovamento ma solo altro dolore, dal male viene solo altro male”, ha detto il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la diocesi di Roma, nell’omelia nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma. Erano presenti il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, in rappresentanza del Capo dello Stato, con delega del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, la sindaca di Roma Virginia Raggi e le piu’ alte cariche dello Stato.
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Facevano esplodere bancomat, 10 arresti tra Italia e Spagna

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MILANO (ITALPRESS) – I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno arrestato 10 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di denaro contante presso gli sportelli bancomat di istituti di credito su tutto il territorio nazionale mediante assalto con miscela esplosiva, riciclaggio ed altro. Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo e dirette dalla Procura della Repubblica di Milano, hanno consentito di disarticolare un sodalizio, i cui capi ed organizzatori abitano e sono cresciuti nel quartiere “Pilastro” di Bologna, specializzato nella realizzazione di assalti notturni in danno di sportelli bancomat.
Le violente esplosioni causate per scardinare gli sportelli bancomat hanno spesso provocato ingenti danni alle strutture e in alcuni casi con conseguenze di inagibilità ad interi edifici.
Tra febbraio 2017 e aprile 2019 sono 73 gli assalti portati a compimento dal sodalizio in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio, con un bottino che supera i 3,5 milioni di euro.
Uno degli organizzatori è stato localizzato ed arrestato in Spagna, precisamente a Benidorm – nota località balneare della Costa Blanca – dove si era trasferito da circa un anno aprendo un ristorante di cucina italiana.
(ITALPRESS).

Morto suicida l’ex sottosegretario Antonio Catricalà

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L’ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio ed ex presidente dell’Autorità Antitrust, Antonio Catricalà, è stato trovato morto nel suo appartamento a Roma. Sul posto sono presenti la polizia e gli agenti della Scientifica. Secondo le prime informazioni, Catricalà si sarebbe suicidato.
Era nato a Catanzaro il 7 febbraio 1952. Dal 2017 era presidente di Aeroporti di Roma Spa.
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Traffico di droga anche in carcere a Salerno, 47 indagati

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SALERNO (ITALPRESS) – La Polizia nelle province di Salerno, Napoli, Firenze e Cosenza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 47 indagati, accusati di due associazioni a delinquere finalizzate al traffico illecito di sostanze stupefacenti ed estorsioni.
Nel primo semestre del 2019, le attività d’indagine della Squadra Mobile di Salerno aveva posto in evidenza l’esistenza di illecite introduzioni all’interno della Casa Circondariale di Salerno di apparecchi cellulari oltre che sostanze stupefacenti da commercializzare nell’ambito della stessa struttura carceraria.
Tali circostanze avevano trovato corrispondenza, nelle risultanze di un altro procedimento istruito presso la Procura della Repubblica di Salerno.
È emerso come un detenuto, principale indagato e vertice dell’organizzazione, avesse in collaborazione con i suoi sodali, costituito anche all’interno della Casa Circondariale di Salerno, “una piazza di spaccio” previa introduzione all’interno di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari funzionali all’espletamento di detta attività.
L’indagine ha evidenziato il coinvolgimento anche di un agente di Polizia Penitenziaria, in servizio ai “reparti detentivi” del carcere, che è risultato coinvolto nelle iattività. In particolare dietro compenso elargitogli dal capo dell’organizzazione, per il tramite del suo principale “collaboratore”, l’agente infedele introduceva quantitativi di stupefacenti all’interno della Casa Circondariale.
Nel contempo, nell’emergere dell’allarmante quadro di una diffusa attività criminosa dei detenuti all’interno del carcere di Salerno, afferente il commercio di sostanze stupefacenti e altri oggetti non consentiti, come telefoni cellulari e Sim Card, è emersa l’esistenza di una ulteriore associazione criminale operante all’interno del medesimo istituto, capeggiata da un altro detenuto.
Il primo, durante il periodo detentivo ha continuato a impartire “direttive” ai suoi più stretti collaboratori. La compagine delinquenziale da lui diretta, attraverso i soggetti di più stretta “fiducia”, ha organizzato in due distinte zone della città di Nocera Inferiore, due “piazze di spaccio”, dimostrandosi, dunque, particolarmente attiva nell’illecita commercializzazione di stupefacenti.
Durante tutta l’attività d’indagine sono emersi numerosi episodi di violenze fisiche ed aggressioni a detenuti che non si “inchinavano” ai promotori dell’ingente traffico di stupefacente. Le spedizioni punitive erano tali da provocare lesioni anche gravi.
Il modus operandi del traffico di stupefacenti era articolato con vere e proprie “piazze di spaccio” all’interno della struttura carceraria di Salerno; con persone addette alla detenzione della droga all’interno di intercapedini e armadietti nelle celle, altri addetti all’introduzione all’interno del carcere tramite parenti o affini che venivano per le visite periodiche ed occultavano i cellulari e lo stupefacente nelle parti intime ed infine una struttura articolata esterna di pagamenti tramite postepay che venivano ricaricate dall’esterno e servivano per pagare l’acquisto di stupefacente all’interno del carcere .
L’acquisto dei cellulari all’interno del carcere aveva raggiunto le dimensioni un vero e proprio “mercato” infatti bastava ordinare la marca ed il modello per riceverlo consegnato dai visitatori e pagarlo attraverso bonifici alle postepay dedicate.
L’utilizzo di cellulari avveniva attraverso sim intestate a soggetti irreperibili e quasi sempre extracomunitari, ed erano utilizzati sia per conversazioni personali con parenti e/o familiari all’esterno del carcere che con i fiancheggiatori utilizzati per le ricariche postepay e per impartire direttive ed ordini agli affiliati al clan.
Durante tutta la fase delle indagini, con la collaborazione delle dirigenza del carcere e della polizia penitenziaria, sono stati effettuati diversi riscontri investigativi all’interno della struttura carceraria, Numerosi sono stati i sequestri di cocaina, hashish e telefoni cellulari; più di 30 telefoni cellulari e circa 20 SIM card ed oltre un chilogrammo di sostanza stupefacente suddivisa in diverse dozzine di dosi, tra cocaina e hashish.
(ITALPRESS)