FIRENZE (ITALPRESS) – La Polizia Postale di Firenze ha denunciato una quarantottenne della provincia di Siracusa, per istigazione al suicidio.
In particolare gli investigatori hanno individuato sul social network “Tik Tok” un link riconducibile al profilo della “influencer” siciliana, nel quale viene visualizzato un video ritraente una “sfida” tra la donna e un uomo, in cui entrambi si avvolgevano totalmente il volto, compresi narici e bocca, con il nastro adesivo trasparente, in modo tale da non poter respirare. Il video, estremamente pericoloso in quanto visibile a tutti gli utenti senza restrizioni, potendo costituire oggetto di emulazione da parte di minorenni, come purtroppo già accaduto nei recenti fatti di cronaca con sfide analoghe, è stato immediatamente segnalato dal CNCPO del Servizio Polizia Postale di Roma e rimosso dalla piattaforma Tik Tok.
E’ stato accertato che nel tempo l’influencer aveva pubblicato anche altri numerosi “video sfide” dello stesso tenore, che le hanno permesso di ottenere popolarità e l’attenzione di ben 731.000 followers di diverse età.
La visione dei video e la loro condivisione è stata considerata estremamente pericolosa per l’incolumità degli utenti, soprattutto minorenni, che potrebbero accettare “la sfida” emulando l'”influencer”, come testimoniato da un post in cui un utente scriveva: “Ciao ….. se mi saluti giuro mi lancio dalla finestra”. Da qui la decisione dei PM titolari delle indagini di emettere a suo carico un provvedimento urgente di perquisizione, anche informatica, e sequestro degli account social, che è stato immediatamente eseguito dalla Polizia Postale di Catania.
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Lancia sfida estrema su Tik Tok, denunciata influencer siciliana
Scoperta maxi truffa nel settore delle energie rinnovabili
PAVIA (ITALPRESS) – Scoperta una maxi truffa nel settore delle energie rinnovabili. Eseguite da Guardia di Finanza e Carabinieri di Pavia 11 misure cautelari personali (6 arresti domiciliari e 5 obblighi di firma) e oltre cinquanta perquisizioni in diverse Regioni del Centro-Nord (Trentino -Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emila Romagna, Sardegna, Lazio).
L’operazione, che ha visto impegnati circa 200 militari, sta sradicando un’organizzazione criminale che dal 2012 ad oggi ha frodato oltre 143 milioni di Euro di contributi pubblici. I finanzieri hanno sequestrato 69 rapporti bancari, 22 quote societarie di altrettante società del gruppo del valore di circa 19 milioni di euro, 147 fra veicoli, immobili e terreni del valore di oltre 12 milioni di euro, tra cui un prestigioso appartamento nel cuore di Milano, una villa di pregio con piscina vista mare a Portobello di Gallura (SS) e una villa in collina a Galbiate (LC) oltre all’intera centrale elettrica del valore di circa 70 milioni.
Tutto nasce quando, nel 2011, per aderire al protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici e per rispettare gli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, sono stati introdotti specifici incentivi economici perl’uso di energia da fonti rinnovabili, tra cui, le biomasse legnose. La legge, però, subordina tale incentivo economico all’utilizzo di legname proveniente da un razionale e corretto sfruttamento dei boschi che assicuri di preservare il loro naturale ciclo vitalee, per tale motivo, impone rigide regole sulla provenienza e sulla tracciabilità delle biomasse bruciate. Ma la finalità di contribuire alla riduzione dell’emissione dei gas serra, pur preservando il patrimonio boschivo nazionale, non sembrava interessare i vertici della “Biolevano” che, invece, erano proiettati ad accaparrarsi fraudolentemente gli ingenti incentivi statali.
Per ogni milione di euro di energia venduta, la Biolevano percepiva dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) oltre 3 milioni di euro di contributi, ovvero, il massimo degli incentivi possibili! Questo cospicuo incentivo, come risulta dall’accordo siglato nel 2012 tra la Biolevano e il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAF), era possibile solo perché la Biolevano si era impegnata autilizzare esclusivamente legname tracciato, certificato e proveniente da zone limitrofe all’impianto (max 70 Km). Ma era un impegno solo sulla carta, poiché, attraverso una fitta rete di complici, i vertici della Biolevano acquistavano qualunque tipo di legname ovunque reperibile (a volte anche all’estero) purché al minor prezzo possibile! Assicuratasi la materia prima ad un prezzo nettamente inferiore ai propri competitors (dal 30% al 50% in meno) per far risultare il legname di provenienza locale e tracciato ai vertici della Biolevano bastava falsificare le carte, cioè, falsificare i documenti di trasporto e le fatture.
Con tali artifizi e raggiri gli arrestati sono riusciti a frodare negli ultimi cinque anni contributi per oltre 143 Milioni di Euro. Soldi erogati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ma in ultima analisi prelevati dalle tariffe delle bollette elettriche pagate da tutti i cittadini, attraverso una specifica voce in bolletta a sostegno delle energie rinnovabili. L’indagine partita nell’ottobre del 2019, sulla base di un’attività di intelligence della locale Sezione di P.G. presso la Procura, poi sviluppata insieme alla Compagnia Guardia di Finanza Pavia, ha consentito di disvelare questo sistema di frode impernato, in ultima analisi, sulla falsificazione di documenti di trasporto e fatture. E’stato dimostrato come la centrale elettrica, appena raggiunto il pieno regime di funzionamento, abbia sistematicamente ed illegalmente acquistato legname e biomasse non tracciate e ubicate ben oltre i70 km di distanza previsti dalla normativa di settore, approvvigionandosi da fornitori non abilitati a certificare il prodotto, da aziende di trasformazione del legno non rientranti negli accordi quadroeda commercianti anche esteri.
Tra le centinaia di carichi attenzionati in fase di indagine i militari della Guardia di Finanza hanno accertato come parte del legname “falsamente tracciato ed a km zero” provenisse dalla Svizzera e come, molti degli autisti di biomassa, viaggiassero persino con due documenti di trasporto: uno vero con provenienza non incentivabile che veniva distrutto non appena il carico arrivava nei pressi dell’impianto e uno falso redatto ad hoc che veniva conservato agli atti per dimostrare agli ispettori del ministero che tutto era regolare. Il ruolo di principale promotore di tale frode lo ha avuto T.P.F., 72 anni, al quale si sono affiancati, C.F.B., 70 anni, per la gestione amministrativa della centrale energetica e C.A. per quella commerciale. Sul fronte dei fornitori di legname, le indagini, durate circa 1 anno, hanno permesso di individuare, per gli anni che vanno dal 2012 al 2019, altre tre persone, amministratori di società che, in associazione tra loro e con i vertici della centrale elettrica, si sono adoperati affinché la stessa potesse ottenere fraudolentemente il massimo contributo statale disponibile.
Le perquisizioni e i sequestri della copiosa documentazione e dei supporti informatici potrebbero portare ad ulteriori sviluppi investigativi in relazione ad aspetti ancora da chiarire circa la reale provenienza e qualità di alcune partite di materiale conferite presso gli impianti della Biolevano.
Saranno eseguiti mirati accertamenti sia di natura documentale che attraverso l’acquisizione di informazioni, al fine di individuare ulteriori figure, fisiche e giuridiche che, nel corso degli anni si sono occupate di eseguire perizie agronomiche finalizzate alla quantificazione della biomassa presente nella “filiera corta” locale.
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Rezza “Ricoveri in terapia intensiva superano soglia critica”
ROMA (ITALPRESS) – “In Italia registriamo una lieve diminuzione dell’incidenza e dell’Rt, grazie agli interventi messi in atto che hanno avuto i loro effetti. L’Rt è sceso sotto l’1 dopo cinque settimane”. Lo ha detto il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, nel corso della conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di regia. “Incidenza ed Rt non vanno di pari passo – ha ricordato ancora Rezza – Questo vuol dire che il numero dei casi è sempre alto, ma non c’è più accelerazione dei casi, e in futuro avremo una diminuzione. Sul numero dei posti letto abbiamo ancora un’occupazione piuttosto alta e i ricoveri in terapia intensiva superano la soglia critica”.
Rezza ha parlato anche della variante inglese del virus: Nel Regno Unito si è registrata un’impennata di casi, soprattutto nella zona Sud-Est, inclusa la zona di Londra, a causa della variante inglese, a cui si attribuisce un aumento della trasmissibilità, mentre è da confermare l’aumento della letalità di cui ha parlato ieri Boris Johnson”. “L’epidemia resta in una fase delicata, continuiamo a mantenere dei comportamenti prudenti – ha aggiunto – Questa epidemia ci ha dimostrato che quando tendiamo a rallentare le misure restrittive il virus comincia a correre. E’ uno ‘stop and gò, quindi meglio mantenere delle misure che non vadano a reprimere l’economia, ma che non consentano una circolazione troppo elevata. Non bisogna mollare”.
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Terrorismo, arrestato un 22enne per propaganda suprematista
GENOVA (ITALPRESS) – Associazione con finalità di terrorismo e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo: sono queste le accuse che hanno condotto la polizia ad arrestare un 22enne di Savona, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Genova. L’indagine – condotta dalle Digos di Genova e Savona e dal Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno della Direzione centrale della polizia di prevenzione-Ucigos, e diretta dalla Procura di Genova – trae origine da un’inchiesta avviata da un altro ufficio giudiziario nei confronti di un minore confluito in gruppi suprematisti, legato all’arrestato da un forte vincolo di amicizia.
Gli investigatori hanno accertato che il giovane, assieme ad altri coetanei, aveva costituito un’organizzazione – denominata “Nuovo Ordine Sociale” – di matrice nazionalsocialista, finalizzata al reclutamento di altri volontari e alla pianificazione di atti estremi e violenti a scopo eversivo. Nello specifico, tramite piattaforme di messaggistica, il 22enne, appassionato ed esperto di armi e oggettistica “militaria”, teneva i contatti, diretti o in appositi gruppi, con altre persone attestate sulle medesime posizioni ideologiche. Il 22enne avrebbe inoltro collaborato con altri sodali alla redazione e alla successiva diffusione sul web di documenti di chiara matrice neonazista e antisemita nei quali, fra l’altro, si incita apertamente alla rivoluzione violenta contro “lo Stato occupato dai sionisti” e alla eliminazione fisica degli ebrei.
Sempre per gli inquirenti, il giovane si è ispirato al sodalizio suprematista statunitense AtomWaffen DIVISION ed alle Waffen-SS naziste. “In tale ambito – si legge – ha creato specifiche chat aventi il fine di svolgere propaganda ed istigazione alla violenza per motivi di discriminazione razziale; in varie conversazioni si è definito quale appartenente alla corrente “INCEL”, manifestando profondo astio nei confronti del genere femminile; fra gli obiettivi dichiarati figurava anche il compimento di azioni terroristiche di matrice suprematista analoghe a quelle realizzate nel 2011 e nel 2019 rispettivamente a Utoya (Norvegia) e Christchurch (Nuova Zelanda), la cui esaltazione frequentemente ricorre nelle conversazioni tra i membri del gruppo”.
Inoltre, in varie chat analizzate erano presenti anche istigazioni alla commissione di atti di violenza estremi anche sacrificando la propria vita, incoraggiando lo “school shooting” o il “day of the rope”.
Effettuate anche 12 perquisizioni nei confronti di altrettanti contatti qualificati dell’indagato che hanno interessato, oltre a Savona e Genova, le città di Torino, Cagliari, Forlì-Cesena, Palermo, Perugia, Bologna e Cuneo.
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‘Ndrangheta, indagato Cesa “Estraneo ai fatti, lascio la guida dell’Udc”
CATANZARO (ITALPRESS) – C’è anche il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, tra gli indagati nell’ambito di una maxi operazione contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro. A renderlo noto è lo stesso Cesa, annunciando le dimissioni: “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”.
Tra i destinatari delle misure c’e’ anche l’assessore al Bilancio della Regione Calabria, Francesco Talarico, finito ai domiciliari.
Nell’operazione sono impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e centosettanta unità tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero.
Eseguite numerose misure di custodie cautelari nei confronti di presunti esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonchè di imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione accusati di essere collusi con le organizzazioni criminali.
Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro.
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Da oggi zona rossa per tre Regioni, in vigore il nuovo Dpcm
ROMA (ITALPRESS) – Nuovo “cambio di colore” a partire da oggi per la Regioni in base all’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal ministro della Salute Roberto Speranza. Passano in area rossa la provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Lombardia, che hanno annunciato ricorso al Tar, e Sicilia. Passano in area arancione le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. Il risultato è che a fronte di circa 12 milioni di italiani in zona gialla, che riguarda Provincia autonoma di Trento, Toscana, Sardegna, Molise, Campania e Basilicata, circa 48 milioni di persone si trovano in zona arancione o rossa. Le principali novità, in base alle regole fissate nel Dpcm firmato venerdì dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riguardano gli spostamenti tra regioni, vietati anche tra zone gialle fino al 15 febbraio. La novità delle ultime ore è che è possibile spostarsi nella seconda casa anche se si trova in una regione differente da quella di residenza. Permane il divieto di spostarsi tra comuni in regioni rosse o arancioni. Cambiano le regole per bar e ristoranti: dopo le 18 è vietato anche l’asporto, si può soltanto consegnare a casa. Da lunedì infine riaprono mostre e musei in zona gialla.
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Coronavirus: Ricciardi “Serve un lockdown di un mese”
ROMA (ITALPRESS) – “In questa fase è inutile perdere tempo con le zone multicolore. Serve un lockdown nazionale, severo e immediato di tre-quattro settimane per facilitare la vaccinazione e proteggerla dalla variante inglese, che altrimenti prenderebbe il sopravvento anche in Italia aumentando i contagi”. Lo afferma al quotidiano La Stampa Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. Per Ricciardi “le misure prenatalizie hanno impedito una crescita enorme dei contagi, ma non li hanno diminuiti. La curva è stabile da molto tempo a un livello alto che rischia di nuocere alla campagna vaccinale, oltre che continuare a uccidere circa 500 italiani al giorno. Per ogni caso accertato ce ne sono uno o due non rilevati. In Italia si possono stimare 5-600mila attualmente positivi. Certo il tracciamento resta inadeguato, perchè le regioni sottovalutano l’importanza dei tamponi”. Alla domanda se lo facciano per non finire in zona rossa, il professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica risponde: “Questo non lo so, ma se le regioni continueranno a vivere le zone rosse come stigma resteranno sul plateau per sempre”.
“I dati su cui il governo prende le decisioni sono forniti dalle stesse regioni e anche i numeri più recenti – prosegue Ricciardi – che la Lombardia vorrebbe venissero tenuti in considerazione, sono in peggioramento. Le regioni che sono state in zona rossa, come Toscana e Campania, sono migliorate e non vedo perchè Lombardia, Provincia di Bolzano e Sicilia non debbano intraprendere lo stesso percorso”. E a una domanda sulla crisi di Governo risponde: “Per combattere la pandemia serve un esecutivo nel pieno delle sue forze per prendere le decisioni necessarie. Devo dire che il ministro della Salute Speranza non ha mollato un minuto, ma in una situazione di emergenza occorre la concentrazione di tutti”.
(ITALPRESS).










