ROMA (ITALPRESS) – Accordo tra la Polizia di Stato e Borsa Italiana S.p.A. per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici.
La convenzione, firmata digitalmente dal Capo della Polizia Franco Gabrielli e dall’Amministratore Delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi, rientra nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione alla criminalità informatica attraverso la stipula di accordi con gli operatori che forniscono prestazioni essenziali.
L’accordo rappresenta una tappa significativa nel processo di costruzione di una fattiva collaborazione tra pubblico e privato: un progetto che, in considerazione dell’insidiosità delle minacce informatiche e della mutevolezza con la quale esse si realizzano, risulta essere strumento essenziale per la realizzazione di un efficace sistema di contrasto al cybercrime, basato quindi sulla condivisione informativa e sulla cooperazione operativa.
“La sicurezza informatica e la protezione dei dati sono sempre stati una nostra priorità” ha dichiarato Raffaele Jerusalmi, Amministratore Delegato di Borsa Italiana. “Con questo accordo rafforziamo la collaborazione con la Polizia di Stato, consapevoli che la Cyber Security richieda oggi uno sforzo di sistema e debba essere uno dei punti dell’agenda della ripresa e dello sviluppo strategico del Paese”.
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Crimini informatici, accordo tra Polizia e Borsa Italiana
Blitz contro il clan Casamonica, arresti e sequestri per 20 mln
Si chiama “Noi proteggiamo Roma” il blitz condotto dalla polizia di Stato su richiesta della Dda, che ha portato nella Capitale all’arresto di 20 persone del clan Casamonica (15 in carcere, 5 ai domiciliari) e al sequestro di beni per un totale 20 milioni di euro, per associazione di stampo mafioso, usura, estorsione e intestazione fittizia di beni. Il nome dell’operazione deriva da un’intercettazione nei confronti di Guido Casamonica, figlio del boss Ferruccio, che all’indomani dei provvedimenti giudiziari emessi nei confronti di altri membri del clan si lamentava: “Je da fastidio perché noi proteggemo Roma. Devono far entrare… Devono far entrare… Organizzazioni forti a Roma ecco perchè ce vonno distrugge a noi!! La Camorra e la ‘ndrangheta. Perché i Casamonica proteggono Roma …i napoletani vonne entrà… la camorra vo’ entra’ a Roma e i calabresi vonno entrà a Roma”.
Una sorta di autoaccusa, che insieme alle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia e ad altre conversazioni telefoniche e ambientali intercettate, dal contenuto esplicito e inequivocabile, hanno spinto la Procura di Roma a far scattare l’operazione. Più che a proteggere Roma però i Casamonica, attraverso una vera e propria associazione mafiosa di tipo orizzontale, la cui forza era dettata dall’appartenenza alla famiglia, gestivano grossi giri di estorsioni e usura con metodi particolarmente violenti, oltre a controllare di diverse attività economiche, come un bar e un distributore di carburanti a San Cesario. L’inchiesta giudiziaria ha per di più comprovato la rilevante disponibilità di denaro da parte degli appartenenti al clan, quale provento delle attività illecite e una maggiore cautela adottata negli ultimi anni, che ha indotto a preferire investimenti non tracciabili, come acquisti di auto, abbigliamento e accessori di lusso, tutti rigorosamente in contanti, o l’utilizzo di prestanome di assoluta fiducia.
Il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro di sette unità immobiliari site a Roma, tra cui le ville di via Flavia Demetria 90 e via Roccabernarda 8, il villino di Via Lunano 25 ed altri siti a Monterosi (VT) e San Cesareo (RM), oltre a quote in società di persone e individuali e interi complessi aziendali.
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Gioia Tauro, sventato traffico internazionale di auto rubate in Canada
GIOIA TAURO (ITALPRESS) – Un traffico internazionale di auto di lusso rubate in Canada è stato sventato grazie alla indagini partite dalla Polizia di Stato dello scalo aeroportuale di Fiumicino, e condotte dalla Polizia di Frontiera di Salerno e Gioia Tauro, in collaborazione con le Autorità canadesi.
Si trattava di auto i cui costi oscillavano tra i 50 e gli oltre 100 mila euro. Le auto, dopo essere state trasferite da Montreal in container via nave, in transito in Italia, venivano trasportate fino in Turchia e in Libia, nei porti di Mersin e Khoms, e successivamente rivendute a persone facoltose. Le indagini hanno permesso di appurare come una prima rotta di traffici illeciti collegava il Canada con la Turchia, con breve scalo nel porto salernitano, mentre un secondo, e più consistente corridoio illecito di trasferimento dei veicoli rubati, passava attraverso lo scalo di Gioia Tauro per giungere sulle coste libiche. Proprio a Gioia Tauro 25 container sono stati sottoposti a controllo scanner e a una minuziosa analisi dei relativi documenti commerciali di transito. All’interno degli stessi oltre 100 veicoli. Trenta le auto sequestrate per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Gli investigatori di Gioia Tauro, in collaborazione con gli agenti dello scalo romano, sono tuttavia impegnati in complesse attività di verifica su ulteriori veicoli e container finalizzate a reperire una serie di informazioni necessarie per stabilire con esattezza i luoghi nei quali sono avvenuti i furti.
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Scoperta cellula anarchica responsabile di attentati, 7 arresti
ROMA (ITALPRESS) – I carabinieri del Ros hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dalla Procura di Roma ed emessa dal gip, nei confronti di 7 militanti anarco-insurrezionalisti: sono ritenuti responsabili di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, detenzione e porto di materiale esplosivo, istigazione a commettere delitti contro la personalità dello Stato, oltre che incendio e danneggiamenti aggravati dalla finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico.
Il provvedimento scaturisce da un’indagine avviata a seguito dell’attentato esplosivo alla Stazione carabinieri di Roma San Giovanni, compiuto il 7 dicembre 2017 e rivendicato dalla sigla terroristica “Cellula Santiago Maldonado – Federazione Anarchica Informale-Fronte Rivoluzionario Internazionale”. L’ordigno artigianale, nascosto all’interno di un termos di metallo, contenente 1,6 kg di esplosivo, aveva provocato ingenti danni all’ingresso della caserma e per poco non aveva investito con la sua esplosione una passante, elemento che conferiva all’attentato, sottolineano gli inquirenti, “una estrema pericolosità derivante dall’accettazione del rischio di colpire vittime collaterali”. Sette le persone arrestate nell’operazione “Bialystok”.
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Blitz contro il caporalato tra Cosenza e Matera, 60 misure cautelari
COSENZA (ITALPRESS) – Blitz contro il caporalato tra Cosenza e Matera. I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza, con l’ausilio di militari Catanzaro e Crotone, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare – emessa dal Gip di Castrovillari Luca Colitta su richiesta del sostituto procuratore Flavio Serracchiani – a carico di 60 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nel corso dell’operazione sequestrate 14 aziende agricole.
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Mafia gestiva scommesse sportive, otto arresti a Palermo
PALERMO (ITALPRESS) – Le mani della mafia sulle scommesse sportive. La Guardia di Finanza ha arrestato otto persone con l’accusa di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. In cinque sono finiti in carcere, tre agli arresti domiciliari, mentre per altre due persone è stata
applicata la misura del divieto di dimora nel Comune di Palermo.
Il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo: dell’intero capitale sociale e del relativo complesso aziendale di 8 imprese, con sede in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, cinque delle quali titolari di concessioni governative cui fanno capo i diritti per la gestione delle agenzie scommesse.
Nove tra Palermo, Napoli e provincia di Salerno per un valore complessivo stimato in circa 40 milioni di euro.
I finanzieri di Palermo, Milano, Roma, Napoli e Salerno, stanno inoltre effettuando decine di perquisizioni.
Le indagini svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti, videoriprese, esami dei flussi finanziari, hanno consentito, secondo chi indaga, di fornire una dimostrazione della sistematica ricerca del potere economico da parte di “Cosa Nostra”, con particolare riferimento all’acquisizione del controllo del lucroso settore economico della gestione dei giochi e delle scommesse sportive.
Negli anni gli indagati hanno acquisito la disponibilità di un numero sempre maggiore di licenze e concessioni per l’esercizio della raccolta delle scommesse, fino alla creazione di un “impero economico” costituito da imprese – formalmente intestate a prestanomi compiacenti che complessivamente nel tempo sono giunte a gestire volumi di gioco per circa 100 milioni di euro.
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