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Economia

DA INAIL E IIT “HANNES” NUOVA PROTESI MANO

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Maggiore durata della batteria, migliore capacità e performance di presa, costo ridotto di circa il 30% rispetto ai dispositivi attualmente in commercio. Sono queste le caratteristiche principali di “Hannes”, la nuova mano protesica di derivazione robotica sviluppata dal Rehab Technologies Lab, il laboratorio congiunto nato nel dicembre 2013 dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (IIT). Il suo nome è un omaggio al professor Hannes Schmidl, già direttore tecnico del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, a cui si deve l’avvio dell’attività di ricerca protesica e la prima protesi mioelettrica Inail-Ceca del 1965.

Il dispositivo, che senza necessità di intervento chirurgico permetterà di restituire alle persone con amputazione dell’arto superiore circa il 90% della funzionalità perduta, è stato presentato a Roma, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso il Parlamentino Inail di via IV Novembre, alla quale hanno preso parte il presidente e il direttore generale dell’Inail, Massimo De Felice e Giuseppe Lucibello, il presidente e il direttore scientifico dell’IIT, Gabriele Galateri di Genola e Roberto Cingolani, il direttore centrale Pianificazione e Comunicazione dell’Inail, Giovanni Paura, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, il direttore generale Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, che ha portato i saluti della ministra Beatrice Lorenzin, e Marco Zambelli, il paziente del Centro Protesi che ha testato per primo la nuova mano robotica.

Come illustrato da Rinaldo Sacchetti e Lorenzo De Michieli, del team scientifico Inail-IIT, Hannes è stata progettata affinché conformazione, peso e qualità dei movimenti siano quanto più possibile equiparabili a quelli di una mano reale, per far sì che le persone amputate percepiscano la protesi come una parte di sé e non come un elemento estraneo. La sua peculiarità risiede nella parte meccanica, che è unica nel suo genere e conferisce alla mano poliarticolata versatilità e naturalezza nel movimento, elementi che la caratterizzano insieme alla resistenza dei materiali e alla semplicità d’uso.

Il meccanismo alla base del movimento delle dita, della forza e del tipo di presa dipende dal sistema DAG – acronimo di Dynamic Adaptive Grasp – brevettato dal team IIT-Inail, che conferisce alla mano protesica la capacità di afferrare gli oggetti adattandosi alla loro forma e di resistere alle eventuali sollecitazioni esterne, perseguendo l’obiettivo di replicare la gestualità e la funzionalità dell’arto naturale, utilizzando un singolo motore. Le caratteristiche di costruzione del dispositivo consentono alla batteria di coprire fino a una giornata intera di utilizzo.

Le dita si piegano e possono assumere una postura naturale anche a riposo. Il pollice, in particolare, è orientabile in tre diverse posizioni e rende possibili i tipi di prese necessarie nella vita di tutti i giorni: “pinch grasp”, pollice e indice in opposizione, per manipolare oggetti di piccole dimensioni come una penna o un chiodo, “power grasp”, una presa che consente di spostare oggetti di peso elevato, fino a circa 15 chilogrammi, e “lateral grip”, per afferrare oggetti molto sottili come fogli o carte di credito. Il sistema comprende, inoltre, un polso che può piegarsi in cinque posizioni e attuare la prono-supinazione attiva, permettendone il movimento rotatorio in entrambe le direzioni.

Il sistema di controllo di Hannes è di tipo mioelettrico, sfrutta cioè gli impulsi elettrici che provengono dalla contrazione dei muscoli della parte residua dell’arto, e implementa strategie basate su algoritmi di intelligenza artificiale. Questa tecnologia fa sì che i pazienti possano comandare la mano semplicemente pensando ai movimenti naturali e senza la necessità di alcun trattamento chirurgico invasivo. I due sensori che ricevono e interpretano il segnale elettrico proveniente dal cervello, attivando il movimento desiderato del polso o della mano, sono infatti posizionati all’interno dell’invaso della protesi, la parte a contatto con l’arto residuo, risultando così invisibili all’esterno e impercettibili dal paziente. 

Per garantire il massimo livello di personalizzazione, il Rehab Technologies Lab ha realizzato un software che si collega alla mano robotica via Bluetooth e consente di calibrare i suoi parametri di funzionamento in base alle esigenze e alle caratteristiche di chi la indossa. Il dispositivo, che ha ottenuto il marchio CE come prodotto di classe 1 e sarà disponibile a partire dal 2019, è stato realizzato in due taglie e in versione destra e sinistra. È inoltre dotato di differenti soluzioni cosmetiche, con guanti di rivestimento diversificati per uomo e donna.

 

ORSINI “SUBITO GOVERNO PER ESSERE FORTI IN UE”

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Nell’ambito del tour nazionale “Ascolto, Dialogo, Territorio”, il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini, ha fatto tappa a Udine, a palazzo Torriani, sede di Confindustria Udine, per incontrare gli imprenditori friulani del settore e per presentare in anteprima i dati del comparto legno-arredo in Friuli Venezia Giulia. Accompagnato dal direttore di Federlegno, Sebastiano Cerullo, Orsini ha illustrato lo stato dell’arte del comparto nella regione e in provincia di Udine. 

Ha ricordato come il Friuli Venezia Giulia sia la terza regione in Italia per fatturato nel settore (dopo Lombardia e Veneto), con una quota del 10% sul totale nazionale, pari a oltre 3,3 miliardi. Il peso del settore sulla manifattura regionale è poi significativo, pari al 15%, la percentuale più alta in Italia, confermandone così l’importanza nell’economia regionale. 
E’ stato sottolineato che nel Friuli Venezia Giulia si registra la presenza di aziende mediamente più grandi per produzione e addetti rispetto alle altre regioni. Le 1.073 del settore mobile producono quasi 2,5 miliardi, impiegando più di 13.800 addetti. Per il settore è la terza regione in Italia per fatturato prodotto e per volumi di esportazione. Meno rilevante, ma non per questo meno importante, risulta il settore legno, che produce circa 870 milioni occupando circa 5.000 addetti impiegati nelle quasi 900 aziende. La regione è anche al terzo posto per valore delle esportazioni nel settore mobili, con un importo pari a 1,4 miliardi, in crescita del +9,3% rispetto al 2016 e del +17% rispetto al 2009. Il Regno Unito, con il 38% sul totale, si conferma il primo paese importatore di mobili dal Friuli Venezia Giulia (+3,1% rispetto al 2016), seguito da Germania (21% sul totale) e Francia (15% sul totale). Si registrano andamenti molto positivi delle esportazioni verso Stati Uniti (+26%) e Spagna (+24%), rispettivamente quarto e quinto mercato. Per quanto riguarda il legno, invece, le importazioni valgono più di 260 milioni, con uno squilibrio commerciale per quanto riguarda questo settore di circa -90 milioni. I principali paesi di importazione sono Croazia, Austria e Slovenia. Il 3% dell’export si concentra invece nel Regno Unito. In provincia di Udine sono 1.161 sono imprese della filiera del legno, suddivise tra le 529 del Legno (3.163 addetti per un fatturato complessivo di 567 milioni) e le 632 del mobile (4.792 addetti, con un fatturato di 673 milioni). L’export del legno si attesta a poco più di 85 milioni. I primi 5 Paesi di destinazione delle esportazioni sono Tunisia (17%), Slovenia (10%), Egitto (8%), Cina (7%) e Libano (7%). Ben altra dimensione raggiunge invece l’export del Mobile, che supera i 461 milioni, con Francia (165), Germania (1%), Usa (1%), Regno Unito (per cento) e Austria (4%) come principali mercati di riferimento.

Orsini, nell’affermare che i dati del 2017 sono lusinghieri, è un po’ meno ottimista per il 2018. “Bisogna essere forti in Europa, ma ci preoccupano le politiche europee; ci preoccupa la situazione con la Russia dove noi abbiamo parecchi soci che investono e stiamo spingendo altri ad andare in quel Paese a fare ulteriori investimenti per cui non possiamo perdere un mercato così importante. Ci preoccupano anche i problemi dei dazi negli Stati Uniti, che sembra voglia imporre il presidente Trump, considerato che gli Usa sono il nostro terzo Paese come esportazione. Ma – ha spiegato Orsini – dobbiamo essere forti in Europa, per cui auspico che in Italia ci sia quanto prima un nuovo Governo con cui interloquire. Abbiamo bisogno di avere un raffronto e un confronto con la parte politica. Abbiamo chiuso un 2017 positivo e abbiamo bisogno di una politica forte sull’Europa. Quindi, prima un governo ci sarà e meglio sarà, perchè non possiamo pensare che oggi noi non siamo presenti alle trattative più importanti per il nostro Paese per salvaguardare le imprese”. Quanto alle richieste al nuovo Esecutivo, il presidente sottolinea la salvaguardia “del bonus mobili, che è un incentivo all’economia reale e perdere questa possibilità significa perdere posti di lavoro, cosa che non ci possiamo permettere. Abbiamo bisogno che questa manovra venga resa più strutturale possibile, o da qui ai prossimi 2-3 anni avere una manovra con cui si possa pensare a un futuro con una programmazione per le imprese”, ha concluso.

MORETTI “INFRASTRUTTURE PER LO SVILUPPO DEL SUD”

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“L’Italia ha bisogno di un governo che riesca ad affrontare in maniera decisiva il problema dello sviluppo, in particolare al Sud, dove c’e’ un problema di dotazioni infrastrutturali”. Cosi’ Mauro Moretti, presidente della Fondazione FS, a margine di una iniziativa presso il Museo Ferroviario nazionale di Pietrarsa, a Portici, in provincia di Napoli.
“Gli investimenti in infrastrutture – aggiunge – sono anche un’opportunita’ per fare dei piani di lavoro. Lo sviluppo inoltre dev’essere sostenuto da un grande sistema educativo per il quale oggi l’Italia e’ indietro. Non abbiamo un sistema educativo che possa competere ne’ con i Paesi occidentali piú sviluppati, ne’ con la Cina, che sta facendo passi da gigante e tra un po’ sara’ devastante”.
(ITALPRESS).

INFLAZIONE AD APRILE +0.5% ANNUO

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Secondo le stime preliminari, ad aprile 2018 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,5% su base annua (+0,8% a marzo). Lo rende noto l’Istat.

Il rallentamento dell’inflazione, in parte frenato dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari (da +0,5% di marzo a +1,6%), si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +5,0% a -1,1%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a -0,7%), cui si aggiunge quella, meno marcata, dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,4% a -0,7%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta a +0,5% (era +0,7% nel mese precedente) mentre quella al netto dei soli Beni energetici si attesta a +0,5% (come a marzo).

L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è dovuto principalmente ai rialzi dei prezzi degli Alimentari lavorati (+1,1%), dei Beni energetici non regolamentati (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,9%), quasi del tutto neutralizzati dal calo dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-5,4%).

A causa dell’accelerazione della crescita dei prezzi dei beni (da +0,7% di marzo a +0,9%) e della decelerazione di quella dei servizi (da +0,9% a +0,2%), il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna negativo (da +0,2 punti percentuali di marzo a -0,7).

L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,7% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,7% su base mensile e dell’1,5% su base annua (+0,4% a marzo).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto salgono dello 0,5% in termini congiunturali e dell’1,6% in termini tendenziali (in accelerazione da +0,8% del mese precedente).

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,5% su base mensile e dello 0,6% su base annua (+0,9% a marzo). Il rialzo congiunturale più marcato rispetto al NIC si deve al rientro definitivo dei saldi invernali di abbigliamento e calzature di cui il NIC non tiene conto.

A MARZO DISOCCUPAZIONE STABILE A 11%

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A marzo, secondo i dati provvisori dell’Istat, la stima degli occupati continua a crescere (+0,3% rispetto a febbraio, pari a +62 mila). Il tasso di occupazione si attesta al 58,3% (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente). La crescita congiunturale dell’occupazione interessa tutte le classi di età, a eccezione dei 35-49enni. L’aumento maggiore si stima per i giovani 25-34enni (+0,9 punti percentuali). La crescita è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l’aumento dei mesi precedenti, si registra un calo. Nell’ultimo mese si stima una ripresa degli indipendenti, che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell’anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine, mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti. Dopo il calo di febbraio, la stima delle persone in cerca di occupazione a marzo registra un aumento dello 0,7% (+19 mila). 

La crescita della disoccupazione si concentra tra le donne e i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11% mentre quello giovanile scende al 31,7% (-0,9 punti percentuali).
A marzo la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,8% (-104 mila). Il calo riguarda entrambi i generi e tutte le classi di età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,3 punti percentuali rispetto a febbraio).

Nell’arco del primo trimestre 2018 si stima una crescita degli occupati dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+21 mila). L’aumento interessa gli uomini e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+66 mila), mentre diminuiscono lievemente i permanenti (-8 mila) e in misura più consistente gli indipendenti (-37 mila). 
Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un lieve aumento dei disoccupati (+0,1%) e un calo degli inattivi (-0,3%, -34 mila). Su base annua continua l’aumento degli occupati (+0,8%, +190 mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda esclusivamente i lavoratori a termine (+323 mila), mentre calano i permanenti (-51 mila) e gli indipendenti (-81 mila). 
Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+391 mila) e, in misura minore, i 15-34enni (+46 mila) mentre calano i 35-49enni (-246 mila). Nell’arco di un anno diminuiscono sia i disoccupati (-4,0%, -118 mila) sia gli inattivi (-1,1%, -150 mila).

VARATO IL DEF, GENTILONI: “RISULTATI RILEVANTI”

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Via libera dal Consiglio dei Ministri al Documento di Economia e Finanza.

“La coerenza è stata di sostegno all’espansione dell’economia, di serietà e credibilità dei conti pubblici che hanno prodotto i risultati che abbiamo davanti, che spiegano anche il fatto di come sia possibile che nonostante l’incertezza degli scenari politici, non abbiamo avuto delle turbolenze sui mercati”, ha detto il premier paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine della riunione del Cdm.

“Ciò che il Def fotografa è un elemento di rassicurazione per gli investitori, ma è fondamentale che la strada intrapresa non si interrompa e il prossimo governo prosegua questo cammino. E’ indispensabile che i buoni risultati si trasformino in buoni risultati sul piano sociale. Oggi fotografiamo con questo Def risultati molto rilevanti”, ha aggiunto.

 

“La crescita 2017 all’1,5% è confermata anche per il 2018”, ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Questa cifra riflette un atteggiamento prudenziale di quello che l’economia italiana puo’ produrre e sicuramente in linea con le altre previsioni”, ha aggiunto Padoan. “E’ un Def tendenziale, ci sono dei rischi da tensioni geopolitiche e sul fronte degli scambi commerciali”.

ICCREA, ISTANZA PER COSTITUZIONE GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO

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Il Cda di Iccrea Banca ha deliberato e inviato alla Banca Centrale Europea e alla Banca d’Italia l’istanza per la costituzione del Gruppo bancario Cooperativo Iccrea, cui aderiranno 145 Banche di Credito Cooperativo. Con l’istanza Iccrea ha presentato, tra gli altri, il contratto di coesione e l’accordo di garanzia che sottoscriveranno le 145 BCC con l’obiettivo, dal 1° gennaio 2019, di dare avvio al Gruppo, le cui linee di sviluppo sono state tracciate in un dettagliato piano industriale. Il costituendo Gruppo bancario Cooperativo parte da un assetto di grande rilevanza, potendo già contare su 4 milioni di clienti, 2.600 sportelli presenti in 1.720 comuni italiani, un attivo di circa 150 miliardi, un patrimonio netto di 11,4 miliardi ed un CET1 ratio superiore al 15%. Queste dimensioni collocano complessivamente il Gruppo bancario Cooperativo Iccrea di fatto come la prima banca locale del paese e tra i primi 4 gruppi bancari italiani.

“Si tratta di un passo storico per tutti noi. Sarà un Gruppo che, in continuità con quanto fatto insieme alle BCC finora, risulterà ancora più forte nel sostegno all’economia dei territori e alle comunità, offrendo tutte le leve necessarie per il benessere delle famiglie e lo sviluppo delle imprese italiane”, ha commentato Giulio Magagni, presidente di Iccrea Banca. “Il futuro Gruppo bancario Cooperativo di Iccrea, una volta operativo, sarà il 3° gruppo in Italia per sportelli e il 4° per attivi”, ha aggiunto.

“E’ stato un grande esercizio di cooperazione che ha coinvolto circa mille professionisti espressione di tutto il Sistema del Credito Cooperativo. Arriviamo a questo appuntamento dopo una approfondita e proficua interlocuzione con Banca Centrale Europea e Banca d’Italia”, ha sottolineato Leonardo Rubattu, direttore generale di Iccrea Banca. 

A MARZO RETRIBUZIONI +1% ANNUO

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Alla fine di marzo 2018 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 8,4 milioni di dipendenti (65,1% del totale) e corrispondono al 62,1% del monte retributivo osservato. Lo rende noto l’Istat.

Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine marzo sono 33, relativi a circa 4,5 milioni di dipendenti (34,9%),  in lieve diminuzione rispetto al mese precedente (35%).

L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 70,9 mesi. L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 24,8 mesi, in diminuzione rispetto a un anno prima (27,8).

A marzo l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1% nei confronti di marzo 2017. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2018 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2017.

A marzo le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,1% per i dipendenti del settore privato (0,5% nell’industria e 1,7% nei servizi privati) e dello 0,9% per quelli della pubblica amministrazione.

I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: ministeri (3,8%); militari-difesa (3%); forze dell’ordine (2,7%). Si registrano variazioni nulle nei settori dell’energia e petroli; dei servizi di informazione e comunicazione; delle regioni e autonomie locali; del servizio sanitario nazionale; della scuola e delle attività dei vigili del fuoco.