BOLOGNA (ITALPRESS) – L’agricoltura è “un grande patrimonio non solo economico ma anche ambientale, sociale e culturale, rappresenta la nostra storia, identità”. Un settore su cui la Regione Emilia-Romagna sta investendo: dal 2020 ad oggi le risorse superano i 118 milioni di euro. A fare il punto è Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura, nel corso di una video conferenza stampa per illustrare le risorse messe in campo dalla Regione a sostegno di un settore che “ha dimostrato un ruolo fondamentale per le nostre comunità”. Così ai fondi europei previsti dal Piano di sviluppo rurale, “nei prossimi mesi saranno erogati 408mln di euro del Psr transitorio che ci porterà a quello nuovo” come spiega Mammi, si aggiungeranno 8,4 milioni di euro di risorse straordinarie stanziate dalla Regione “destinate ad alcuni progetti e settori per il loro concreto sostegno”. Tra le misure per il comparto agroalimentare, il sostegno alle produzioni – riso (1 milione), frutta (270mila) compresa la Pera Igp (600mila), mercatini agroalimentari (1 milione) – i contributi per la sicurezza delle aziende agricole (1 milione), per l’agricoltura di precisione (1 milione) e per i piani di controllo degli animali selvatici (1 milione).
Inoltre, le risorse previste dal provvedimento appena approvato saranno integrate nel 2022 con ulteriori 1,5 milioni di euro per il sostegno alla Pera Igp (finanziamenti già contenuti nella disponibilità della legge 16/1995). Infine, un milione di euro di risorse straordinarie regionali è destinato agli agriturismi, particolarmente colpiti dalle chiusure che si sono generate con la pandemia, e verranno erogate in collaborazione con Unioncamere. In particolare, questa misura per l’assessore Mammi “è un segnale di vicinanza”. Tra le novità di questo pacchetto il bando destinato all’acquisto di sistemi antintrusione nelle aziende agricole. “E’ la prima volta”, fa notare l’assessore Mammi. Così come è la prima volta anche per il bando per le imprese agromeccaniche “per una agricoltura di precisione e sempre meno impattante”.
Queste risorse completano il pacchetto di aiuti, approvato ieri dall’Assemblea legislativa, di circa 5,9 milioni di euro per il rilancio dell’agroalimentare, contenuto all’interno del progetto di legge della Giunta, che prevede, nel triennio 2021-2023, azioni di supporto alle imprese più penalizzate dall’emergenza sanitaria, per complessivi 13 milioni di euro. La Regione ha portato da 56 a 23 milioni di euro le risorse che permettono lo scorrimento della graduatoria del bando regionale dedicato ai giovani agricoltori: sono 406 le domande arrivate e ora tutte accolte. Mammi annuncia anche di voler continuare ad investire nel settore dell’ortofrutta “nei prossimi anni”,
un settore “molto in sofferenza per cambiamenti climatici e fitopatie”. Nel 2020 sono erogati 87 mln di euro.
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Agricoltura, dalla Regione Emilia Romagna 8 mln di risorse straordinarie
E.Romagna, 13 mln per agroalimentare, infrastrutture, turismo e cultura
BOLOGNA (ITALPRESS) – Agroalimentare, infrastrutture, turismo e cultura. Sono quattro i cardini del progetto di legge della Giunta approvato oggi in via definitiva dall’Assemblea legislativa che mette a disposizione complessivamente 13 milioni di euro (13,02) per sostenere la ripresa di alcuni dei settori più penalizzati dalla pandemia. Un pacchetto di investimenti di cui circa la metà (5,87 milioni) saranno impiegati in aiuti per l’agroalimentare con misure che vanno dal sostegno alle produzioni – riso (1 milione), frutta (270mila) compresa la Pera Igp (600mila), mercatini agroalimentari (1 milione) – ai contributi per la sicurezza delle aziende agricole (1 milione), per l’agricoltura di precisione (1 milione) e per i piani di controllo degli animali selvatici (1 milione). Un altro capitolo riguarda le infrastrutture con il sostegno agli investimenti per il rilancio dell’aeroporto di Forlì, attraverso lo stanziamento di 3 milioni di euro di fondi regionali.
Sotto la voce turismo e grandi eventi sportivi, ci sono i contributi – 2 milioni di euro – riservati all’autodromo di Imola per l’organizzazione del Gran Premio di Formula 1 del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna che si è svolto ad aprile e che ha riportato in regione, dopo 14 anni di assenza, l’evento più atteso dagli appassionati per una grande occasione di visibilità internazionale per l’intero territorio regionale. Altri 250mila euro sono destinati a sostenere le manifestazioni storiche e il Carnevale. Inoltre, altri fondi per più di 1,7 milioni di euro sono destinati alle imprese turistiche per la riqualificazione delle strutture ricettive, alberghiere e all’aria aperta attraverso una partnership con la Bei (Banca europea per gli investimenti).
Infine, alla cultura sono destinati 200mila euro di contributi per le celebrazioni dantesche: 100mila alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì – città dove Dante Alighieri trovò rifugio all’inizio del suo esilio – per la realizzazione di una serie di eventi culturali e iniziative informative dedicate allo studio del lascito del Sommo Poeta nel settimo centenario della morte, oltre a un finanziamento straordinario di 100mila euro per la realizzazione di un film sulla vita di Dante affidato alla regia di Pupi Avati. Tutti gli interventi rientrano nel progetto di legge “Misure urgenti a sostegno del sistema economico e altri interventi per la modifica dell’ordinamento regionale” per il triennio 2021-2023.
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Accordo Regione Emilia Romagna e Università per gli studenti afghani
BOLOGNA (ITALPRESS) – Non solo una borsa di studio in denaro, vitto e alloggio, ma anche attività di accoglienza, orientamento e inserimento nel contesto universitario e sociale.
E’ quanto sarà messo a disposizione di 30 studenti e 8 ricercatori in fuga dall’Afghanistan da un bando promosso dalla Regione Emilia-Romagna, da ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, insieme ai sei Atenei emiliano-romagnoli, con risorse stanziate pari a circa 320 mila per il valore delle borse di studio, a cui si aggiungono i servizi messi a disposizione da ER.GO e dagli stessi Atenei.
Il bando rientra nell’ambito del protocollo approvato in questi giorni dalla Giunta regionale e sottoscritto tra la Regione e tutti gli Atenei dell’Emilia-Romagna: le Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Parma, Ferrara, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano sede di Piacenza e il Politecnico di Milano sede di Piacenza.
“Quello che stanno vivendo le studentesse e gli studenti afghani è un vero e proprio dramma umanitario, a cui come Regione ci siamo sentiti in dovere di dare risposta- commenta l’assessore regionale all’Università, Paola Salomoni-. Questo progetto di accoglienza degli studenti universitari, che si affianca naturalmente alle altre iniziative di aiuto e ospitalità attive in Emilia-Romagna, vuole garantire il diritto allo studio e la crescita culturale e personale ai giovani afghani ospiti del nostro territorio. Un progetto che prevede risorse e azioni concrete e che coinvolge tutte le nostre Università, a dimostrazione di quanto sia condivisa l’idea che il diritto all’istruzione, universale ed inclusivo, rappresenti la base del modello regionale di sviluppo dell’Emilia-Romagna”.
Il protocollo di intesa
Il protocollo d’intesa sarà vigore per tre anni accademici – fino quindi al 2024 – per garantire la continuità didattica ed accademica agli studenti afghani. La Regione si impegna a mettere a disposizione borse di studio in denaro e servizi personalizzati, mentre da parte loro gli atenei dovranno garantire il migliore inserimento possibile dei giovani afghani nell’ambito del contesto accademico di riferimento. Gli atenei metteranno in rete risorse, competenze ed esperienze specifiche nei diversi ambiti, indipendentemente dall’ateneo cui gli studenti afferiscono. ER.GO infine è il soggetto individuato per garantire il presidio operativo e il coordinamento gestionale delle attività previste.
Il bando
L’obiettivo del bando è accogliere e accompagnare gli studenti fino alla conclusione del percorso universitario. Non solo promuovendo il diritto allo studio, ma anche eliminando gli ostacoli che possano impedire una piena integrazione degli universitari. Le borse di studio prevedono infatti per gli studenti assegnatari una quota in denaro pari a 6.500 euro (15.500 per i ricercatori già laureati), l’alloggio, i servizi di ristorazione, l’esenzione delle tasse universitarie, ma anche attività di tutorato, mediazione e orientamento, procedure burocratiche semplificate o assistite, corsi di lingua italiana, supporto psicologico. Gli studenti riceveranno anche un “kit di benvenuto” che prevede stoviglie, biancheria fino anche a un personal computer e una bicicletta.
I destinatari del bando
Il bando scade l’8 novembre 2021 ma è prevista una eventuale riapertura tra il 13 dicembre 2021 e il 14 gennaio 2022, nel caso in cui con la prima scadenza non fossero assegnate tutte le borse disponibili. In via prioritaria, ma non esclusiva, le persone destinatarie del bando sono quelle che hanno presentato la richiesta di permesso di soggiorno presso le questure della Regione Emilia-Romagna.
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Covid, in Emilia Romagna 191 nuovi positivi e 6 decessi
BOLOGNA (ITALPRESS) – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 426.620 casi di positività, 191 in più rispetto a ieri, su un totale di 9.710 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.
La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 2%, un valore non indicativo dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, estesa a tutti i cittadini sopra i 12 anni di età.
Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 6.598.877 dosi; sul totale sono 3.360.305 le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 72 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 85 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 108 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 38,6 anni.
Sui 72 asintomatici, 59 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 2 con lo screening sierologico, 2 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 3 tramite i test pre-ricovero. Per 6 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 39 nuovi casi, seguita da Ravenna (32) e Parma (30); quindi Modena (24), Ferrara (23) e Reggio Emilia (17); poi Rimini (10), Piacenza (8) e il Circondario Imolese (6); infine Cesena (2); nessun nuovo caso registrato a Forlì.
Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 4.736 tamponi molecolari, per un totale di 5.942.404. A questi si aggiungono anche 4.974 tamponi rapidi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 134 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 398.063. I casi attivi, cioè i malati effettivi, oggi sono 15.043 (+51). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 14.675 (+42), il 97,5% del totale dei casi attivi. Si registrano sei decessi: due in provincia di Parma (una donna di 80 anni e un uomo di 95); uno in provincia di Ferrara (un uomo di 44 anni); due in provincia di Ravenna (entrambi uomini, rispettivamente di 81 e 83 anni), e uno a Forlì (un uomo di 84 anni).
In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 13.514.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 46 (+2 rispetto a ieri), 322 quelli negli altri reparti Covid (+7).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 4 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri); 2 a Parma (invariato); 1 a Reggio Emilia (invariato); 3 a Modena (+2); 18 a Bologna (+1); 3 a Imola (invariato); 3 a Ferrara (-1); 3 a Ravenna (invariato); 3 a Forlì (invariato); 3 a Cesena (invariato), 3 a Rimini (invariato).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 26.387 a Piacenza (+8 rispetto a ieri, di cui 6 sintomatici), 32.723 a Parma (+30, di cui 12 sintomatici), 51.237 a Reggio Emilia (+17, di cui 13 sintomatici), 72.101 a Modena (+24, di cui 14 sintomatici), 89.442 a Bologna (+39, di cui 34 sintomatici), 13.564 casi a Imola (+6, di cui 3 sintomatici), 25.707 a Ferrara (+23, di cui 12 sintomatici ), 33.885 a Ravenna (+32, di cui 17 sintomatici), 18.720 a Forlì (numero stabile rispetto a ieri), 21.476 a Cesena (+2, tutti sintomatici) e 41.378 a Rimini (+10, di cui 6 sintomatici).
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E.Romagna, a Montale Rangone inaugurata sede nido d’infanzia comunale
BOLOGNA (ITALPRESS) – Oltre 150 metri quadrati a disposizione di bambini e insegnanti, arredi biocompatibili, materiali montessoriani. Una zona giorno per le attività quotidiane e il pranzo, e un’area dedicata al riposo per consentire ai più piccoli e alle loro famiglie di usufruire della frequenza a tempo pieno; poi uno spazio verde di 600 metri quadrati, totalmente recintato, per le attività motorie e di gioco.
Più moderna, bella, innovativa: è la nuova sede del nido d’infanzia comunale ‘La casa viaggiantè, che è stata inaugurata questa mattina nel modenese a Montale Rangone, frazione di Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, realizzata dal Comune in collaborazione con l’Azienda pubblica di Servizi alla Persona Terre di Castelli e cofinanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Al taglio del nastro hanno partecipato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il sindaco di Castelnuovo Rangone, Massimo Paradisi, il presidente dell’Unione Terre di Castelli, Fabio Franceschini, e l’amministratore unico dell’Asp Terre di Castelli, Marco Franchini. Presenti anche il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Paolo Cavicchioli, e Federica Gazzoli, pedagogista dell’Asp Terre di Castelli. “L’inaugurazione di oggi- ha affermato il presidente Bonaccini- ha il valore e il significato anche simbolico di una ripartenza per tutta la comunità – bambini, educatori e famiglie – dopo questa lunga e dolorosa fase pandemica, dalla quale vogliamo uscire definitivamente. Questa nuova struttura, certamente bella, ma soprattutto innovativa anche dal punto di vista pedagogico, va ad arricchire ulteriormente il già vasto patrimonio educativo della nostra regione, che può vantare un eccellente sistema di servizi per l’infanzia che siamo impegnati a rafforzare e innovare ulteriormente. Ed è anche un esempio di buona cooperazione tra pubblico e privato, per la quale ringrazio tutti i soggetti coinvolti in questo progetto, a partire dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che oggi è diventato realtà”.
“Il nido ‘La casa viaggiantè- ha sottolineato il sindaco Paradisi- aggiunge un tassello al nostro piano di riqualificazione e adeguamento delle strutture scolastiche del territorio, su cui in questi cinque anni abbiamo investito quasi 5 milioni di euro. I rinnovati locali del centro civico di Montale e l’ampliamento degli spazi a disposizione ci permette di aumentare il livello del servizio dedicato all’infanzia, a beneficio anche delle famiglie, per quanto riguarda conciliazione tra vita privata e lavorativa”. “Un progetto per una struttura rinnovata negli spazi e più funzionale alla didattica: la proposta pedagogica dell’nido d’infanzia- ha spiegato Franchini- è infatti basata su un approccio montessoriano, che punta a sviluppare la motricità e le esperienze sensoriali, e a potenziare le competenze relazionali e le abilità sociali. La pandemia ci ha insegnato che i bambini non possono stare in smartworking, ma hanno bisogno di spazi adeguati per crescere e formarsi. E da qui ripartiamo”.
Con lo spostamento dell’asilo nido dalla sede precedente al piano terra del Centro civico cittadino, si completa il polo educativo di Montale, attualmente composto dalla scuola d’infanzia ed elementare. Già a partire da quest’anno scolastico potrà accogliere fino a 18 bambini tra 0 e 3 anni, in part-time o a tempo pieno, portando complessivamente a 94 posti l’offerta educativa del territorio comunale di Castelnuovo Rangone.
L’investimento complessivo per i lavori di ammodernamento e riqualificazione dei nuovi locali è stato di 100 mila euro, 60 dei quali stanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e i restanti 40 mila dal Comune.
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Sanità, al via 19 progetti di ricerca finanziati da Regione E.Romagna
BOLOGNA (ITALPRESS) – La sanità dell’Emilia-Romagna guarda oltre il Covid, continuando a investire sulla ricerca e sulla capacità di mettere al centro il paziente, a partire da quelli più fragili, valorizzando al tempo stesso le risorse più preziose: i ricercatori, le donne e gli uomini che con i loro studi permettono alle cure e ai servizi di assistenza di innovarsi continuamente. Sono 19 i progetti di ricerca che la Regione finanzia con 4,5 milioni di euro nell’ambito del “Programma di Ricerca sanitaria finalizzata dell’Emilia-Romagna (Fin-Rer) 2020”: terminato l’iter del bando con l’approvazione delle graduatorie da parte della Giunta, sul sito dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale è stata effettuata la pubblicazione (https://assr.regione.emilia-romagna.it/leggi-atti-bandi/bandi/regionali/fin-rer/graduatorie). “Guardiamo oltre il Covid, continuando a investire sulla ricerca e su chi la fa, sulle donne e gli uomini che ogni giorno, con il proprio studio e il proprio lavoro, contribuiscono a rafforzare e a innovare il nostro servizio sanitario regionale- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Parliamo di ambiti che rivestono una grande importanza in termini di diagnosi, nuove cure e assistenza al paziente, sempre posto al centro di tutti i progetti presentati e finanziati”.
Tre le tipologie di progetti finanziati: 6 Programmi di rete su temi di ricerca prioritari per il Servizio sanitario regionale per creare e promuovere il lavoro in rete (1,6 milioni); 5 progetti Regione-Università su temi di interesse comune (1,8 milioni) e 8 progetti Bottom-Up proposti direttamente dai ricercatori (sostenuti con 1,1 milioni di euro). Le realtà di appartenenza dei ricercatori che lavoreranno ai programmi destinatari dei finanziamenti sono: Azienda Usl di Bologna (184 mila euro), Azienda Usl di Ferrara (200 mila), Azienda Usl di Piacenza (150 mila), Azienda Usl della Romagna (486 mila), Azienda ospedaliero-universitaria di Modena (892 mila), Azienda ospedaliero-universitaria di Parma (1,2 milioni) e 3 Irccs della regione, di Bologna: l’Istituto delle Scienze neurologiche (732 mila euro), l’Irccs Policlinico Sant’Orsola (456 mila) e l’Istituto ortopedico Rizzoli (222 mila).
Numerose le discipline coinvolte. In particolare, i Programmi di rete finanziati riguardano: la medicina di precisione nella malattia di Parkinson e parkinsonismi (1 progetto); la valutazione dei risultati a medio e lungo termine del trattamento nei pazienti eradicati dal virus dell’Hcv (1); la valutazione di nuovi modelli organizzativi/assistenziali in Pronto soccorso (2); lo sviluppo di una modalità di raccolta del consenso informato (1); la misurazione della complessità clinica del paziente oncologico in cure palliative al domicilio (1).
Le aree d’interesse dei progetti di Ricerca Regione-Università sono: l’ottimizzazione della selezione dei pazienti da inviare alla immunoterapia e identificazione di fattori di risposta/resistenza e di nuovi target terapeutici molecolari (2); i sistemi per l’identificazione di nuove opzioni terapeutiche nelle leucemie (1); i trattamenti personalizzati in ortopedia (1); le tecniche per la diagnosi rapida intraoperatoria in oncologia (1). Infine, i progetti proposti direttamente dai ricercatori (Bottom-Up) che si sono aggiudicati il finanziamento riguardano: la letalità dell’infezione da Sars-Cov-2 nel tumore alla prostata; un sistema di monitoraggio dell’assistenza fornita alle persone con diabete, anche sulla base di esiti riportati dal paziente; le neoplasie mieloproliferative; una nuova tecnica diagnostica nella demenza e nel Parkinson; l’utilizzo della Pet/Ct con Gallio68 per la stadiazione del tumore del polmone; l’impatto clinico ed economico di criteri di appropriatezza per la colonscopia; le tecniche per aumentare il volume osseo perimplantare; la sindrome genitourinaria nelle pazienti con tumore della mammella.
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Presentati lavori prolungamento della SS9 Tangenziale di Reggio Emilia
BOLOGNA (ITALPRESS) – Anas ha presentato presso la Sala Tricolore del Comune di Reggio Emilia il programma dei lavori di prolungamento della strada statale 9 Tangenziale di Reggio Emilia, nel tratto tra S. Prospero Strinati e Corte Tegge, avviati nel mese di luglio e che vedono attualmente in corso le attività di scavi archeologici. Sono intervenuti Luca Vecchi, Sindaco del Comune di Reggio Emilia, Aldo Castellari, Responsabile Struttura Territoriale Anas Emilia Romagna, Andrea Corsini, Assessore a Mobilità e trasporti Infrastrutture Turismo commercio della Regione Emilia Romagna e Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna. La realizzazione della Tangenziale, con un investimento di oltre 190 milioni di euro, consiste nella realizzazione di oltre 6 km per l’asse principale ed oltre 8 km di collegamenti alla viabilità locale oltre a percorsi ciclabili di lunghezza complessiva di 2,3 km a supporto della mobilità sostenibile. “E’ un’altra opera strategica per il territorio e l’intera rete stradale regionale – ha dichiarato Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna – Oltre a collegare in modo più efficiente l’importante area industriale e artigianale nel quadrante nord-ovest della città, con un migliore accesso al casello autostradale di Reggio Emilia e alla stazione Mediopadana dell’Alta Velocità ferroviaria, permetterà di snellire la viabilità, liberare aree urbane dal traffico e ridurre così l’inquinamento atmosferico”.
La realizzazione dell’ultimo ramo della Tangenziale di Reggio Emilia da parte di ANAS – ha proseguito l’Assessore regionale Andrea Corsini – prevede infatti la chiusura dell’anello tangenziale a nord della città, con lo scavalcamento del centro abitato. Un progetto e un risultato importantissimi, un passo avanti nel percorso verso una crescita che sia sostenibile e capace di coniugare lavoro, ambiente e tempi di vita. Ci arriviamo dopo un lungo iter procedurale e grazie al prezioso lavoro di squadra che ha visto coinvolti istituzioni e cittadini, oltre ovviamente ad ANAS. Ora, con altrettanta attenzione, monitoreremo l’andamento dei lavori affinchè l’opera venga consegnata entro i termini stabiliti dal cronoprogramma”.
Il progetto prevede la realizzazione di 3 svincoli, 4 viadotti, 4 sottopassi ferroviari. Il primo tratto del nuovo collegamento si svilupperà dall’innesto con la tangenziale esistente fino a Pieve Modolena, per un lunghezza di circa 4 km con due carreggiate composte ciascuna da due corsie per senso di marcia. Il secondo tratto, che avrà una lunghezza di circa 2 km composto da un’unica carreggiata con una corsia per senso di marcia, collegherà lo svincolo di Pieve Modolena alla via Emilia storica in località Corte Tegge.
“Il completamento della Tangenziale Nord è un passaggio storico per Reggio Emilia e non consiste nella realizzazione di una nuova strada, ma nella chiusura dell’anello tangenziale a nord della città, atteso da oltre trent’anni. – afferma il Sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi – L’intervento allinea Reggio alle altre città poste sulla via Emilia. Oltre a completare la tangenziale esistente, l’opera diventerà l’asse principale per raggiungere velocemente il casello autostradale di Reggio Emilia sull’autostrada A1 e la nuova stazione Mediopadana dell’Alta Velocità, svolgendo tale funzione strategica non solo per la città, ma anche per una vasta area del territorio provinciale. Il Comune unitamente ad Anas, che ringrazio, si è speso con le proprie professionalità e la propria esperienza per arrivare a un risultato così importante. Particolare attenzione è stato posto al tema della mitigazione ambientale: il percorso segue il tracciato della storica linea ferroviaria Milano-Bologna ed evita in questo modo che venga consumato nuovo suolo agricolo o che si creino aree intercluse” – prosegue il sindaco, Luca Vecchi – “Il completamento della tangenziale ridurrà sensibilmente il traffico che attualmente attraversa (senza avere come destinazione finale) le aree densamente urbanizzate di Pieve Modolena, della zona ovest del centro urbano e di quelle che si attestano sui viali di circonvallazione al centro storico. Benefici si apprezzeranno anche nei quartieri dell’Orologio, di Roncocesi e Cavazzoli, di Pieve Modolena. Alla riduzione del traffico si accompagnerà, di conseguenza, una riduzione dell’inquinamento atmosferico, con benefici per tutta la città. Circa i benefici ambientali dell’opera si ricorda che questa infrastruttura ha avuto come azione di controllo esterna il procedimento di Valutazione di impatto Ambientale”.
La nuova opera, – ha dichiarato il Responsabile della Struttura Territoriale Anas Emilia Romagna, Aldo Castellari – che nasce dalla collaborazione progettuale fra Anas e Comune di Reggio nell’Emilia, strutturata con la miglior attenzione alla contestualizzazione ambientale, porterà benefici in termini di tempi di percorrenza, comfort di guida e sicurezza stradale. Anas continua a garantire il suo impegno verso il territorio e i suoi cittadini con un piano investimenti per l’Emilia Romagna di 2,3 miliardi di euro”. La nuova infrastruttura sarà a basso impatto ambientale grazie agli interventi di mitigazione a verde associati alle barriere antirumore, l’utilizzo di siepe arbustiva e rampicanti tra la nuova Tangenziale e la linea ferroviaria e gli impianti ad alta efficienza energetica, di tipo LED, di cui saranno dotati gli svincoli. Anas (Gruppo FS Italiane) ha affidato i lavori De Sanctis Costruzioni S.p.A. I lavori avranno una durata di 1.365 giorni, quindi l’ultimazione è prevista entro Aprile 2025.
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Emilia Romagna accelera su fotovoltaico ed energia pulita
BOLOGNA (ITALPRESS) – La Regione Emilia-Romagna schiaccia l’acceleratore per dare impulso alla produzione di energia rinnovabile, con l’obiettivo della transizione ecologica.
Arrivano specifiche Linee guida per favorire l’installazione di impianti fotovoltaici sulle aree di cava dove si è conclusa l’attività estrattiva. I nuovi impianti fino a 20 megawatt connessi alla rete elettrica di media tensione potranno partire con una semplice comunicazione: lo stesso nelle zone industriali e commerciali, oltre che su discariche non più attive. La Giunta regionale, tra le prime in Italia, ha infatti approvato nuove norme che semplificano l’iter necessario all’avvio degli impianti solari e dettano indirizzi attuativi in particolare sull’utilizzo delle ex cave da applicare a tutte le istanze di nuova presentazione. Arpae, l’Agenzia regionale per la prevenzione ambientale e l’energia, darà vita ad una nuova struttura operativa interna per assicurare uniformità e coordinamento nell’applicazione delle disposizioni sull’intero territorio regionale. Si tratta di scelte che l’assessorato all’Ambiente ha portato avanti con decisione, in linea con le istanze dell’Assemblea legislativa e con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e il Clima, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Per le aree estrattive, in particolare, se è previsto un recupero come invasi debuttano norme che disciplinano il “solare galleggiante”, posizionato direttamente sull’acqua. In quelle restituite a un uso agricolo si promuove invece “l’agrovoltaico”, con l’integrazione della presenza di coltivazioni e impianti di produzione di energia grazie al ricorso a tecnologie innovative. Nelle aree restituite a uso agricolo, potranno essere installati pannelli a terra solo se non coltivate; altrimenti vale il limite del 10% della superficie complessiva. Nessuna possibilità di sfruttamento energetico è contemplata infine nei casi in cui per la cava sia programmato un recupero ambientale, con interventi di rinaturazione, piantumazione e ripristino della vegetazione.
Nelle cave dismesse “riutilizzate” come bacino idrico, le nuove norme regionali consentono l’istallazione di impianti fotovoltaici “flottanti”, cioè galleggianti. Si fissano però alcuni paletti di tutela ambientale da rispettare. La superficie dell’invaso occupata non può però superare il 50% dell’estensione dello specchio d’acqua; i pannelli devono concentrarsi in maggior parte al centro del bacino per non ostacolare la nidificazione e lo svezzamento dei volatili, che avviene lungo le rive; non è possibile posizionarli dove si registrano meno di 3 metri d’acqua, perchè i volatili procacciano il cibo in particolare in acque poco profonde. Per compensare gli impatti dell’impianto fotovoltaico sull’ecosistema, infine, la sua realizzazione richiede di effettuare un contestuale ampliamento delle aree naturali e delle aree di foraggiamento degli animali con la posa di siepi larghe almeno 5 metri nelle zone perimetrali. Per le ex cave ritornate all’uso agricolo, invece, è previsto l’agrovoltaico con tecnologie innovative come il montaggio verticale di moduli, anche bifacciali o elevati da terra, dotati di inseguitori solari. La struttura portante dell’impianto deve comunque consentire il passaggio dei mezzi agricoli per la coltivazione. Impianti a terra sono infine consenti nelle cave abbandonate, così come in quelle ripristinate ad uso agricolo a condizione che l’area non risulti coltivata. Per quelle coltivate, è confermato il limite del 10% di utilizzo dell’area agricola se la stessa risulta coltivata.
(ITALPRESS).









