Home Emilia Romagna Pagina 111

Emilia Romagna

Emilia Romagna, 14,5 mln per la qualità dell’aria e contro lo smog

BOLOGNA (ITALPRESS) – Più percorsi ciclabili e iniziative per la mobilità sostenibile. Ma anche mezzi di servizio della Pubblica amministrazione meno inquinanti. La Giunta regionale ha dato il via libera a due provvedimenti che stanziano oltre 14,5 milioni di euro per la tutela della qualità dell’aria e la sfida verde della mobilità. Il primo, con un budget di 10 milioni e 22 mila euro, si rivolge ai 194 comuni emiliano-romagnoli sotto i 50 mila abitanti interessati dalla procedura per il superamento delle polveri sottili (PM10) nelle zone di pianura e nel bolognese. A disposizione, ci sono contributi per interventi di mobilità urbana come piste ciclabili, percorsi sicuri casa-lavoro e casa-scuola, istituzione di zone a traffico limitato o a velocità 30, velostazioni e depositi bici. Il secondo stanzia per i Comuni della pianura e del bolognese, a partire dai più piccoli, 4,5 milioni di euro per la sostituzione dei veicoli obsoleti a loro disposizione con nuovi mezzi a basso impatto ambientale.
Il sostegno alla mobilità ciclabile rientra nell’ambito del progetto “Bike to Work 2021”, che nell’edizione 2020 ha premiato con 3,3 milioni di euro i 30 Comuni firmatari del Piano aria integrato regionale con finanziamenti fino al 70% per realizzare corsie riservate al trasporto pubblico locale e piste ciclabili, oltre ad altre misure per rendere agevole muoversi sulle due ruote in città, rimborsi per l’acquisto di bici e altri veicoli elettrici, e infine incentivi ai lavoratori che scelgono la bici per andare in azienda.
“Continua l’impegno a favore di un’aria più pulita nelle nostre città e mettiamo in campo risorse capaci di attivare nuovi investimenti e incentivi per promuovere la mobilità sostenibile nei centri urbani, per la prima volta dando una priorità ai comuni di minori dimensioni per la sostituzione dei mezzi più inquinanti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo-. Nei mesi scorsi abbiamo lavorato fianco a fianco con gli Enti locali per affinare le misure: l’obiettivo condiviso è favorire il più possibile la mobilità lenta, con mezzi a basso impatto ambientale ed ecologici: è fondamentale riuscirci per tutelare la salute dei cittadini e per dare gambe alla svolta green che è al centro degli obiettivi del mandato”.
“La nostra mobilità cambia pelle per qualità e sostenibilità- afferma l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini – e ha una netta connotazione ambientale: che va dal ricambio dei mezzi pubblici perchè siano meno inquinanti e più confortevoli, agli interventi di mobilità sostenibile nelle città, alle piste ciclabili per accompagnare in modo forte il cambiamento sostenendo cittadini e imprese. Questi provvedimenti vanno anche nella direzione di una maggiore sicurezza per la circolazione ciclistica, per incentivare i trasferimenti casa-lavoro-scuola, e favorire il cicloturismo verso le città d’arte e le aree naturalistico-paesaggistiche della nostra regione”.
Le iniziative che la Regione mette in cantiere nei territori di pianura hanno anche l’obiettivo di ottemperare alle prescrizioni europee a seguito dell’infrazione italiana, sanzionata dalla Corte di Giustizia Europea nel novembre 2020, circa la qualità dell’aria nel nostro Paese, in particolare nel bacino padano. Proprio su questo punto la Regione Emilia-Romagna, insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto, ha presentato al Governo, nell’ambito del piano di ricostruzione nazionale attraverso i fondi europei del Next Generation Eu, una serie di progetti strutturali per complessivi 2 miliardi di euro.
Interventi necessari perchè, nonostante il rallentamento delle attività e della mobilità dovuto alle misure sugli spostamenti legate all’emergenza Covid, le condizioni meteorologiche dei mesi scorsi sono state sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti e hanno fatto registrare sforamenti delle soglie previste dalle norme europee.
(ITALPRESS).

Da Regione E.Romagna 800mila euro per salvaguardia alveari e miele

BOLOGNA (ITALPRESS) – Responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, al loro lavoro si deve circa il 35% della produzione globale di cibo. Le api, garanti della biodiversità e alleate preziose nella lotta al cambiamento climatico, sono le destinatarie del nuovo bando regionale approvato in questi giorni dalla Giunta, che stanzia 788 mila euro per una serie di interventi indirizzati proprio a migliorane la loro diffusione sul territorio e la qualità del miele prodotto. Vanno quindi dall’acquisto di api e attrezzature per l’apicoltura, ai servizi per i laboratori di lavorazione e confezione, al miglioramento della qualità del miele i fondi a disposizione degli apicoltori emiliano-romagnoli che danno attuazione alla terza annualità del Programma regionale triennale 2020-2022, per metà di provenienza comunitaria e per l’altra metà statale. Andando nel dettaglio, le misure interessate dal finanziamento regionale riguardano l’acquisto di sciami di api e famiglie con regine per favorire il ripopolamento minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall’uso scorretto dei prodotti chimici per la difesa delle colture, la ricerca per il miglioramento della qualità del miele, l’ammodernamento delle attrezzature per la conduzione degli apiari, i laboratori di smielatura, oltre alle misure per il nomadismo, cioè lo spostamento delle arnie sul territorio seguendo le fioriture stagionali, i nuovi metodi di lotta contro le malattie, il potenziamento dell’assistenza tecnica e dell’aggiornamento professionale.
“Una boccata d’ossigeno per una risorsa preziosa del nostro territorio e che quest’anno è stata colpita doppiamente dagli effetti negativi innescati dalla crisi Covid e dalle avversità climatiche, in particolare le gelate di fine marzo- sottolinea l’assessore regionale Agricoltura e Agroalimentare, Alessio Mammi-. Il bando che abbiamo appena approvato è uno degli strumenti primari per sostenere il settore nel segno della qualità e della tipicità della produzione, così come previsto anche dalla legge regionale che ha rafforzato le misure di tutela delle api come sentinelle dell’ambiente. L’apicoltura ha una crescente importanza economica in Emilia-Romagna che vogliamo sostenere anche per le ripercussioni importanti a difesa della biodiversità e come alleato al contrasto degli effetti del cambiamento climatico”.
Il budget per questo terzo step 2021-22 è stato calcolato in base al numero di alveari presenti in Emilia-Romagna a fine 2020: 124.571 quelli censiti dall’Anagrafe apistica nazionale.
Le maggiori novità di quest’annata sono l’aumento del budget, da 40 a 60 milioni di euro, messo a disposizione dall’Unione europea per il settore apistico e, in vista della transizione verso la nuova Politica agricola comune che entrerà in vigore dal 1^ gennaio 2023, l’estensione dell’anno apistico che non terminerà, come di consueto, il 31 luglio 2022 ma comprenderà anche il periodo di proroga dal 1^ agosto al 31 dicembre 2022.
Dello stanziamento complessivo di 788 mila euro per l’Emilia-Romagna, circa 665 mila euro sono già a disposizione degli apicoltori per il periodo ordinario fino al 31 luglio 2022, la quota restante, oltre 123 mila euro, andrà a coprire nel periodo di proroga alcune azioni indispensabili per il settore come l’assistenza tecnica e le analisi qualitative dei prodotti apistici.
Gli aiuti sono rivolti ad apicoltori singoli anche in forma societaria o cooperativa, alle associazioni apistiche, organizzazioni di produttori e, in parte, anche a enti e istituti di ricerca. I contributi si riferiscono a spese sostenute nel periodo 1^ agosto 2021-31 luglio 2022 e le percentuali di aiuto variano dal 50% al 100% a seconda della tipologia dell’intervento. Le domande vanno presentate attraverso la piattaforma informatica di Agrea (Sop) entro il 19 novembre 2021.
(ITALPRESS).

Emilia Romagna, rimborsati al 100% danni esondazione fiume Panaro

BOLOGNA (ITALPRESS) – Saranno rimborsati fino al 100% i cittadini e le imprese del modenese per i danni subiti dall’esondazione del Panaro del dicembre scorso. Nonantola, la città più colpita dalla rotta, insieme a Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena potranno infatti contare su risorse certe e sufficienti a coprire le spese ammissibili per i danni subiti. Questo anche grazie al puntuale lavoro di ricognizione svolto dai tecnici dell’Agenzia regionale di Protezione civile e dalle amministrazioni comunali subito dopo l’alluvione. E’ quanto stabilito dal provvedimento approvato in queste ore dalla Giunta regionale che libera i bandi con i criteri e i termini per la richiesta dei risarcimenti. “Un risultato importante e per nulla scontato- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo- che permetterà alle popolazioni già provate dal sisma del 2012 e poi colpite dall’alluvione dal 6 dicembre 2020, di ottenere il giusto risarcimento per i danni subiti”. In sintesi, sono due i filoni di risarcimento frutto dei provvedimenti nazionali che hanno stanziato le risorse. Il primo può contare su 14,7 milioni di euro e riguarda 16 Comuni dell’Emilia-Romagna: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia, Maranello, Modena, Pievepelago, Riolunato, Sestola e Vignola nel modenese; Gaggio Montano e Monzuno in provincia di Bologna; Baiso, Poviglio, Toano e Vetto nel reggiano. Il secondo, finanziato con parte dei 100 milioni stanziati con il Decreto sostegni bis recentemente convertito, è riservato invece a chi vive e opera nei 5 Comuni già colpiti anche dal sisma del 2012: Nonantola, Campogalliano, Castelfranco Emilia e Modena, nel modenese, cui si aggiunge Boretto nel reggiano. Proprio grazie a questo stanziamento ulteriore sarà possibile, come detto, coprire fino al 100% dei danni registrati.
(ITALPRESS).

Tumore al seno, in Emilia-Romagna test genomici gratuiti

BOLOGNA (ITALPRESS) – In Emilia-Romagna le donne con tumore della mammella in fase iniziale possono sin d’ora accedere gratuitamente ai test genomici per la cura della patologia. Esami che, di fatto, rappresentano un aiuto in più per i clinici nella scelta dei percorsi terapeutici più adatti alle pazienti. Ci sono tumori al seno, infatti, in cui è chiaro se occorra o no fare la chemioterapia; altri, invece, in cui gli esami “tradizionali” non sono sufficienti. Ed è qui che viene in aiuto la genomica, con test in grado di “predire” l’aggressività di un tumore in fase iniziale e capire quanto sia utile aggiungere la chemioterapia alla terapia ormonale. La stima delle pazienti che, da Piacenza a Rimini, potrebbero usufruire di questa prestazione è pari a circa 850 l’anno, con una possibile riduzione del 50%-65% dei casi di ricorso alla chemioterapia. Le risorse per effettuare gratuitamente questo tipo di test sono nazionali: si tratta di 20 milioni di euro annui stanziati in un Fondo specifico dalla legge di Bilancio (n.178/2020), resi disponibili con Decreto del ministro della Salute del 18 maggio 2021. Alla Regione Emilia-Romagna sono destinati 1.681.000 euro all’anno.
Con questo tipo di test, dunque, le pazienti possono accedere gratuitamente a esami fondamentali per una cura oncologica personalizzata, ed evitare chemioterapie inappropriate. I Centri di Senologia di altissimo livello presenti in regione, in seguito alla valutazione multidisciplinare, possono già procedere all’eventuale richiesta del test.
Ogni anno, da Piacenza a Rimini vengono diagnosticati circa 4.500 nuovi casi (128/100.00 abitanti). La Regione Emilia-Romagna, tramite un’apposita delibera, ha recepito quanto previsto dal Decreto relativamente all’erogazione dei test genomici “ormonoresponsivi” per il carcinoma mammario in stadio precoce, inserendo nel nomenclatore tariffario regionale della specialistica ambulatoriale la prestazione 91.30.6 – Test genomici per patologia mammaria neoplastica in stadio precoce istologicamente diagnosticata. La delibera prevede che la prestazione venga erogata a carico del Servizio sanitario nazionale, senza oneri a carico dei cittadini.
(ITALPRESS).

Emilia Romagna, 63 percorsi formazione superiore per tecnici del futuro

BOLOGNA (ITALPRESS) – Una offerta formativa, modellata sulle principali filiere produttive dell’Emilia-Romagna, che preparerà profili tecnici spendibili sul mercato del lavoro nei settori dei big data, del fashion, dell’automotive, della robotica, dell’industria creativa e culturale, dell’ambiente sostenibile, dell’agroalimentare e dell’edilizia. Le opportunità, da Piacenza a Rimini, sono contenute in 63 percorsi formativi, per l’anno scolastico 2021-2022, di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) approvati con una delibera della Giunta regionale, nel corso dell’ultima seduta, che ha anche stanziato per le iniziative 7,9 milioni di euro, risorse europee del Por Fse 2014-2020. I percorsi sono rivolti a 1260 persone, giovani e adulti diploma professionale o diploma di istruzione, non occupati o occupati, e a persone in possesso di acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro successive all’assolvimento dell’obbligo di istruzione. I giovani potranno acquisire come titolo finale il Certificato di specializzazione tecnica superiore, anche con un contratto di apprendistato di I livello. Ogni percorso formativo, che dovrà essere avviato entro il mese di novembre, avrà un finanziamento medio di 120 mila euro: si rivolge a circa 20 destinatari e ha una durata complessiva di 800 ore. Per iscriversi è necessario sostenere e superare una prova di accesso.
“Così rispondiamo alla domanda delle imprese di tecnici specializzati e offriamo opportunità di lavoro qualificato ai giovani. Una strategia -afferma l’assessore regionale al lavoro e Formazione professionale, Vincenzo Colla- che punta a trasferire alle imprese le competenze necessarie ad intraprendere strategie di innovazione e di riposizionamento strategico. Continuiamo dunque, e rafforziamo, il percorso intrapreso per far crescere le nostre aziende, le filiere e rafforzare la competitività del territorio ma soprattutto far crescere la qualificazione di chi si approccia al mercato del lavoro, per ridurre il problema di domanda e offerta, per creare occupazione di qualità”.
(ITALPRESS).

Emilia Romagna, da Regione 10mln per riqualificare patrimonio Erp

BOLOGNA (ITALPRESS) – Dieci milioni di euro per ammodernare e qualificare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica dell’Emilia-Romagna, con il preciso obiettivo di recuperare e assegnare in tempi rapidi una casa a chi ne ha diritto ma ancora non ce l’ha, rispondendo al sempre più diffuso e pressante fabbisogno abitativo, aggravato dalle difficoltà economiche causate dalla pandemia: gli alloggi riqualificati dovranno infatti essere assegnati non appena conclusi i lavori, da avviare entro la fine dell’anno. E’ la cifra complessiva che la Regione ha stanziato anche per il 2021 nell’ambito del “Programma straordinario 2020-2022 per il recupero e assegnazione di alloggi di Edilizia residenziale pubblica”, che prevede appunto interventi di manutenzione, ristrutturazione e messa a norma energetica sugli alloggi popolari vuoti e non assegnati di proprietà dei Comuni, per renderli nuovamente disponibili e assegnarli rapidamente a nuovi nuclei familiari. Un patrimonio, quello dell’Erp, che in Emilia-Romagna da Piacenza a Rimini conta oltre 56 mila immobili. “Con i dieci milioni stanziati l’anno scorso la risposta è andata ben oltre le aspettative, avevamo stimato un recupero di circa 500 alloggi popolari ma è stato possibile recuperarne e assegnarne oltre 700 a famiglie che erano in attesa nelle graduatorie, grazie agli sforzi dei territori”, dichiara la vicepresidente con delega alle Politiche abitative, Elly Schlein. A livello territoriale, i 10 milioni complessivi vengono così suddivisi tra tutte le province dell’Emilia-Romagna: Bologna 2,1 milioni di euro; Ferrara 1,8; Forlì-Cesena 1,3; Modena 1,2; Reggio Emilia 1 milione; Parma 938 mila euro; Ravenna 833 mila; Piacenza 420 mila, e Rimini 335 mila euro.
(ITALPRESS).

Strage Bologna, Cartabia “La polvere si sta diradando”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Quarantuno anni dopo quel 2 agosto 1980, la polvere che rivestiva i corpi martoriati di chi si trovava in stazione; quella polvere, che avvolse Bologna in un’unica nube
soffocante e che troppo a lungo ha coperto molteplici responsabilità, oggi, quella polvere piano piano si sta diradando, lasciando intravedere nuovi contorni e nuovi profili”. Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo questa mattina a Bologna nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio incontrando i parenti delle vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980. “Dopo molti processi – sottolinea la ministra – si sta celebrando ora quello ai mandanti. E di questo, ripeto, va dato merito alla tenace determinazione dei familiari delle vittime e all’impegno della Procura generale di Bologna e di tutti i magistrati. La mia presenza, qui, oggi, in rappresentanza del Governo, vuole testimoniare la vicinanza dell’intero Governo e l’impegno di fare concretamente la nostra parte, la mia parte per ciò che mi compete, nell’offrire tutto il sostegno necessario nel lavoro di accertamento delle responsabilità”. Poi, ricorda come “85 persone uccise e 200 ferite furono le vittime della più grave strage in tempo di pace mai avvenuta in Italia. Erano bambine e bambini, madri, padri, lavoratori o viaggiatori. Davanti alla lapide che reca i loro nomi si inginocchiò San Giovanni Paolo II. Davanti a quella lapide, lo Stato rinnova il più solenne e concreto impegno, per
giungere a una più completa ricostruzione dei fatti che hanno segnato una stagione di violenza cieca e distruttiva, di trame occulte e depistaggi. Non ci può essere giustizia senza l’accertamento pieno di ogni responsabilità. Per questo il lavoro dell’autorità giudiziaria prosegue e per questo ringraziamo l’associazione che ha voluto che questa attività proseguisse”, conclude Cartabia.
In un messaggio il Capo dello Stato ha sottolineato: “Quarantuno anni fa la città di Bologna e con
essa la Repubblica vennero colpite al cuore. Un attentato dinamitardo, ad opera di menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana, provocò una terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi, bambini innocenti”. Per Mattarella “l’impegno di uomini dello Stato, sostenuti dall’esigente e meritoria iniziativa dell’Associazione tra i Familiari delle vittime ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba esplosa la
mattina del 2 agosto 1980. Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l’impegno di ricerca di una completa verità”.
(ITALPRESS).

Emilia Romagna, sbloccati investimenti Anas per 125 mln nel ravennate

BOLOGNA (ITALPRESS) – Entro agosto la convocazione della Conferenza dei servizi per il via libera ai progetti definitivi delle opere in programma, tra la fine del 2021 o al massimo all’inizio del 2022 l’apertura dei primi cantieri. Si sblocca l’impasse sugli interventi per l’ammodernamento delle infrastrutture stradali intorno a Ravenna, snodo di grande rilevanza per il traffico di attraversamento lungo la costa adriatica, ma anche per garantire i collegamenti del porto con il resto del territorio regionale e dell’intero Paese. Con un investimento previsto da parte di Anas di oltre 125 milioni di euro, infatti, parte il conto alla rovescia per l’avvio dei lavori per la riqualificazione e il miglioramento della sicurezza di due arterie strategiche per il ravennate: la tangenziale, che si snoda tra la strada statale 309 Romea e la 16 Adriatica, e la statale 67 Ravegnana, nel tratto che va da Classe a porto Corsini. Per l’allargamento e la messa in sicurezza della tangenziale e altri interventi minori sulla Romea Anas ha previsto nel contratto di programma 2016-2020 uno stanziamento complessivo di oltre 81 milioni di euro. Ammonta invece a 44 milioni di euro il costo totale degli interventi in programma sulla Ravegnana; costo comprensivo dell’onere per l’allargamento del ponte sui Fiumi Uniti, di cui 20 milioni di euro già finanziati attraverso il Fondo sviluppo e coesione. Una tranche di risorse, quest’ultima, che consentirà di partire con un primo stralcio dei lavori. L’annuncio è stato dato questa mattina dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Andrea Corsini, nel corso di una videoconferenza stampa alla quale hanno inoltre partecipato il sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, Michele de Pascale, e il responsabile Anas per l’Emilia-Romagna, Aldo Castellari. “Si tratta di una vera e propria svolta nel campo delle opere pubbliche al servizio del territorio-ha sottolineato Corsini – Un risultato ottenuto grazie al gioco di squadra con Comune di Ravenna e Anas”.
(ITALPRESS).