Home Emilia Romagna Pagina 122

Emilia Romagna

Dalla Regione Emilia Romagna 2,7 mln per promuovere produzione musica

BOLOGNA (ITALPRESS) – Si riparte con la musica. Nuovi autori, creatività, sviluppo dei circuiti di locali e reti di festival, promozione degli autori e delle produzioni in Italia e all’estero. Sono le aree di intervento regionale per promuovere la musica originale dal vivo. Attraverso un nuovo bando, relativoalla “Legge regionale in materia di sviluppo del settore musicale”, la Regione mette a disposizione 2,7 milioni per il triennio 2021-23, con l’obiettivo di rafforzare il sistema.
Le risorse sono destinate a progetti di valenza regionale e di durata triennale per la produzione e la fruizione della musica sia dal vivo che in streaming, realizzati da soggetti pubblici e privati con sede operativa in Emilia-Romagna.
Selezione di nuovi autori, residenze di musicisti, pubblicazione e distribuzione discografica e videoclip musicali, includendo anche la produzione di colonne sonore, audio games, progetti di realtà aumentata o virtuale, app musicali per mobile devices, web sites musicali, tour promozionali in Italia e all’estero: sono alcuni esempi di progetti finanziabili secondo le linee di intervento regionale.
“Con questo bando, che riguarda la musica contemporanea, di ogni genere ma necessariamente originale- afferma l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori-, la Regione intende promuovere non solo i nuovi autori, le formazioni emergenti e i progetti innovativi e creativi ma anche i circuiti di locali e le reti di festival, favorendo la circuitazione degli artisti e dei complessi musicali regionali in Italia e all’estero”.
“Sostanzialmente- ha aggiunto-, con un’impronta trasversale e innovativa la Regione vuole essere di sostegno all’intera filiera produttiva, aiutando il rilancio del settore, dopo la chiusura di locali, teatri e attività, dovuta alla pandemia”.
“L’Emilia-Romagna è sempre stata fucina di nuovi talenti, creatività e luogo di ottima produzione musicale- ha concluso-: la nostra musica deve ritrovare, anche dopo questa lunga crisi, lo spazio che merita sia in Italia che all’estero”.
Le domande di contributo dovranno essere presentate alla Regione Emilia-Romagna a partire dal 29 aprile ed entro il 20 maggio 2021 alle ore 16:00, tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: [email protected].
Ciascun soggetto puo presentare una sola domanda in forma singola oppure in forma aggregata tramite Partenariati o Progetti di rete, in cui c’e un soggetto titolare e altri soggetti che aderiscono al progetto tramite specifico accordo. I progetti devono presentare inoltre un totale di costi complessivi nel triennio non inferiore a 100mila euro.
I soggetti gia beneficiari di contributo regionale nel triennio 2018-2020 che presentano domanda, possono includere nella proposta progettuale la conclusione delle attivita che non hanno realizzato nel 2020 a causa delle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia da Covid-19, che si aggiungeranno alle nuove proposte per il triennio 2021-2023.
Il bando, con tutti gli allegati per la presentazione della domanda di contributo, sono disponibili sul portale culturale della Regione EmiliaRomagnaCreativa.
(ITALPRESS).

Da lunedì 70 nuovi bus per ripartenza scuola in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Emilia-Romagna è pronta a riportare in aula al 70% gli studenti delle superiori da lunedì 26 aprile, come previsto dal nuovo Decreto legge per le zone gialle e arancioni, mantenendo la capienza dei mezzi al 50%. Sono 70 i nuovi bus che la Regione metterà sulle strade per garantire in sicurezza il diritto allo studio e il diritto alla mobilità a studenti e lavoratori. In tutto, quindi, dall’avvio dell’anno scolastico 2020-2021, sono 592 i bus aggiuntivi reperiti e messi in servizio da viale Aldo Moro per oltre 7,6 milioni di chilometri e un costo complessivo di 23 milioni di euro. “Siamo pronti alla ripartenza delle lezioni in presenza al 70% alle superiori in tutta l’Emilia-Romagna – afferma l’assessore regionale a Infrastrutture e Trasporti, Andrea Corsini. In questi giorni, insieme alle prefetture e alle Agenzie e Aziende di trasporto pubblico locale, abbiamo messo a punto e aggiornato il piano che avevamo già preparato a dicembre scorso, prima delle chiusure per le zone arancione e rossa. Per garantire la sicurezza di chi deve spostarsi ogni giorno per studio o lavoro- prosegue Corsini – abbiamo deciso di fare un ulteriore sforzo e abbiamo reperito, anche con il concorso dei privati, altri 70 nuovi mezzi che entreranno in circolazione da lunedì sulle tratte più delicate per assicurare sempre la capienza al 50%. Una situazione che monitoreremo quotidianamente grazie anche alla collaborazione con le prefetture e le forze dell’ordine. “La scuola che riapre è una bella notizia – conclude l’assessore – siamo al fianco degli insegnanti, del personale scolastico, delle studentesse, degli studenti e delle loro famiglie e il nostro impegno è massimo per assicurare condizioni di viaggio idonee e compatibili alla condizione pandemica attuale. Dobbiamo però ricordare che il virus circola ancora ed è necessario continuare a usare la massima attenzione: dall’uso della mascherina obbligatorio sui mezzi, al distanziamento, all’igiene delle mani. Buon senso e collaborazione ci permetteranno di arrivare alla fine dell’anno scolastico in serenità”.
(ITALPRESS).

Regione Emilia Romagna e Casa Artusi insieme per le eccellenze in tavola

BOLOGNA (ITALPRESS) – Eccellenze che dalla terra dell’Emilia-Romagna arrivano sulle tavole di tutto il mondo, nel nome di Pellegrino Artusi.
Si rinnova per altri tre anni la collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e Casa Artusi, il centro di cultura gastronomica di Forlimpopoli intitolato al padre della cucina domestica italiana e nato proprio con l’obiettivo di promuovere la qualità dei prodotti agroalimentari emiliano-romagnoli in Italia e all’estero.
La firma del nuovo Protocollo di intesa è avvenuta questa mattina a Bologna, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi e della presidente della Fondazione Casa Artusi, Laila Tentoni.
Il documento, valido fino al 31 dicembre 2023, delinea gli obiettivi della prosecuzione dell’alleanza tra i due firmatari per la realizzazione di iniziative comuni nel campo della promozione e valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche regionali e, più in generale, per lo sviluppo dell’intera filiera agroalimentare dell’Emilia-Romagna.
“Oggi rinnoviamo una partnership preziosa che ribadisce il valore di Pellegrino Artusi nella storia della cucina italiana, ma anche la forza del suo nome per promuovere al meglio le eccellenze e i valori Dop e Igp del nostro territorio nel mondo- spiega l’assessore Mammi-. Casa Artusi rappresenta da sempre una realtà preziosa per la capacità di valorizzare i saperi e i sapori locali, di organizzare attività di formazione continua e competente, ma soprattutto di portare nel mondo la nostra regione attraverso il nome di un grande concittadino”.
“Grazie a questa sinergia- prosegue l’assessore-, negli anni abbiamo dato vita a grandi progetti che sono culminati nel 2020 con i festeggiamenti per il bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi. Ora l’augurio è quello di uscire presto dall’emergenza sanitaria per tornare a promuovere al meglio le nostre tante eccellenze nel nome del padre della cucina italiana”.
La visibilità mediatica dei progetti e degli eventi che verranno realizzati nell’ambito del Protocollo d’intesa, oltre a diffondere la conoscenza del grande patrimonio di gusti e sapori che si incontra lungo la via Emilia, costituiscono anche una concreta opportunità di crescita per l’intero comparto del turismo enogastronomico regionale.
“Per Casa Artusi- sottolinea la presidente, Laila Tentoni- la sottoscrizione del protocollo d’intesa con la Regione Emilia-Romagna teso a promuovere e sviluppare la buona cultura del cibo, e quindi l’agroalimentare regionale, è fonte di grande soddisfazione per la fiducia che viene riconosciuta a un centro dedicato alla cucina di casa che ha sede nella città natale del padre della cucina moderna italiana: Forlimpopoli. E’ al contempo fonte di maggiori responsabilità che però ci assumiamo con molta gioia. Casa Artusi ha intrapreso da anni, come se fosse una missione per conto di una nazione intera, il compito promuovere nel mondo intero il bello e il buono italici, a partire dalle straordinarie eccellenze del nostro territorio, di cui Artusi fu autorevole interprete e cantore”.
(ITALPRESS).

Bologna anticipa la decarbonizzazione al 2040

BOLOGNA (ITALPRESS) – Raggiungere la neutralità climatica entro il 2040 con dieci anni di anticipo rispetto agli obiettivi europei. E’ l’obiettivo del Comune di Bologna con il Paesc, il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima approvato dal Consiglio comunale lo scorso 9 aprile. “E’ la sintesi – spiega la vicesindaca Valentina Orioli illustrando alla stampa i contenuti del Piano – di tutte le strategie ambientali dell’amministrazione messe a punto nel precedente e in questo mandato”. “Spesso – aggiunge – ci hanno detto che non abbiamo una road map verso la transizione ecologica, ma questo piano contiene il percorso”. La redazione del Piano è uno degli impegni che il Comune di Bologna ha assunto con l’adesione al Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia. “Nel 2018 – spiega ancora Orioli – la città aveva già tagliato le emissioni di polvere del 20% e questo è il punto base da cui si riparte per il percorso verso la neutralità climatica che in questo piano immaginiamo possibile entro il 2040”. Le azioni del Paesc arrivano a considerare uno scenario al 2030 che, attraverso le tecnologie già oggi disponibili, consentono di arrivare ad una riduzione delle emissioni di CO2 del 44%, pari a oltre 500 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Questo, però, “è un percorso – sottolinea la vicesindaca – di tutta la città a cui devono concorrere i cittadini e tutte le forze sociali ed economiche che hanno a cuore il futuro della città anche dal punto di vista ambientale”. Bologna dovrà diventare una città resiliente, solare e a basso consumo, attraverso interventi in tutti i settori (trasporti, patrimonio edilizio pubblico e privato, spazi aperti, infrastrutture verdi e blu). La rigenerazione urbanistica prevista nel Piano Urbanistico Generale propone la creazione di interi quartieri “ad energia zero” o addirittura a energia positiva, con produzione locale da fonti rinnovabili. Prevede una forte spinta alla transizione verso l’elettrico di tutti i consumi energetici, da quelli domestici fino ai trasporti pubblici, con grandi tagli alle emissioni di gas serra. La sola realizzazione della linea tranviaria elettrica che attraverserà la città sarà in grado di ridurre le emissioni di oltre 50 mila tonnellate di C02 ogni anno. In questa città elettrica verranno gradualmente eliminati i carburanti a base di carbonio tramite mezzi alimentati da energia rinnovabile, con l’uso di biogas derivato dai rifiuti organici (che già oggi alimenta molti autobus), con idrogeno verde, ossia prodotto dall’acqua a partire da energie pulite, e con i combustibili prodotti dai sistemi di immagazzinamento che convertono i surplus delle energie rinnovabili in gas (power-togas). Inoltre, il Piano prevede un aumento delle fitomassa urbana, attraverso l’aumento del verde pubblico, il rinverdimento degli edifici (tetti verdi), la realizzazione di fasce verdi polifunzionali e di mitigazione, nuove piantumazioni di alberi, nuove soluzioni per una gestione sostenibile delle risorse idriche e per migliorare la risposta idrologica del territorio comunale; questo sia per rispondere alla pressione negativa dei cambiamenti climatici (isole di calore, eventi meteorologici estremi) ma anche per migliorare la salubrità e la sicurezza territoriale della città Bologna. Sono otto i macro-ambiti di intervento. Tra questi le ondate di calore in ambito urbano, gli eventi estremi di pioggia e dissesto idrogeologico, la carenza e qualità della risorsa idrica. Sono, invece, sei le azioni chiave, ovvero misure di significative che affrontano gli aspetti di mitigazione e adattamento, avviate o già realizzate sul territorio comunale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica; progetto Geco “Green Energy Community” in zona Roveri; linea rossa del tram; programmazione di aumento del verde e delle alberature; interventi di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e di manutenzione dei rii collinari e del canale Navile; recupero delle acque dell’impianto Idar (impianto di trattamenti dei fanghi industriali di via Shakespeare) nell’ambito dell’accordo di programma regionale. Per Orioli la sfida più impegnativa è quella delle acque. “Il Comune – spiega la vicesindaca rispondendo ai giornalisti – non è un’autorità idraulica, ma la rete idrica sta dentro la città. Dunque, il ruolo che il Comune è chiamato a giocare nel lavoro di messa in sicurezza, bonifica e valorizzazione è molto impegnativo perchè di fatto giochiamo come playmaker ma non siamo proprietari della squadra e dobbiamo avere grande capacità di relazione”.
(ITALPRESS).

Ristori per 1,5 milioni a piscine comunali e 2 milioni a palestre in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Un milione e mezzo per le piscine comunali, due milioni per le palestre. Sono i ristori che la Regione Emilia-Romagna mette in campo per gli impianti sportivi. Ad annunciare in commissione Cultura e sport, presieduta da Francesca Marchetti, la graduatoria del bando per il trasferimento dei fondi relativi a 147 piscine pubbliche dell’Emilia-Romagna, è il capo della Segreteria politica del presidente della Regione, Giammaria Manghi. Sono interessate 147 piscine comunali, appunto, per un totale di 117 comuni: 23 sono i comuni in provincia di Bologna (fondi per oltre 363mila euro), 11 della provincia di Forlì-Cesena (oltre 121mila euro), 5 della provincia di Ferrara (oltre 96mila euro), 16 di Modena (113mila euro), 19 a Piacenza (190mila euro), 14 di Parma (oltre 198mila mila euro) 9 a Ravenna (100mila euro), 14 in provincia di Reggio Emilia (178mila euro), 6 nel Riminese (56mila euro). Sono fondi che poi dai Comuni, titolari degli impianti, vengono trasferiti alla società o al soggetto che gestisce gli impianti.
Per quanto riguarda le palestre, i ristori sono pari a 2 milioni di euro, con un ristoro massimo per ciascun impianto che ammonta a 4mila euro. “Ristori troppo ridotti- secondo il consigliere della Lega Andrea Liverani-, considerato soprattutto che le palestre sono le aziende che più di tutti hanno tenuto chiuso con la pandemia”. Ma per Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) “per la prima volta, dopo mesi, ci sono finalmente date certe sulle riaperture. Il sostegno economico è fondamentale, ma le riaperture danno sicuramente vita a uno scenario di ripartenza”. Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia, invece, trova “assurdo che non si prendano e non si siano presi in considerazione, anche in passato, gli studi che dimostrano che il cloro uccide il virus, perchè ci si sarebbero risparmiati chiusure o distanziamenti in acqua. Questi ristori sono una goccia positiva in un mare di scelte sbagliate”.
La preoccupazione di Francesca Maletti (Pd) “i ristori per le piscine sono sicuramente utili, ma per il fatto che si possono aprire solo impianti all’aperto, questo determinerà un aggravio economico per molti soggetti”. Igor Taruffi (ER Coraggiosa) sottolinea come “stiamo parlando di un comparto che, insieme a cinema e teatri, ha pagato il prezzo più alto. E’ evidente che ci dobbiamo affidare al fatto che ci sono esperti che danno pareri, purtroppo il virus esiste e si diffonde in tutti i luoghi e bisogna inevitabilmente prendere decisioni. Non possiamo dividerci tra chi è contento di chiudere e chi di aprire. Mi auguro che anche sulle palestre ci sia un seguito per quanto riguarda i ristori, ma per chiarezza devo dire che sono calibrati su risorse che arrivano dal governo”. Ma Massimiliano Pompignoli (Lega) rincara la dose: “Sono attività che non solo aspettano sostegni economici, ma da tempo anche le riaperture. I 4 mila euro sono insufficienti, l’unica via di uscita è permettere a queste attività di lavorare”.
La presidente di commissione Francesca Marchetti: “La discussione non si può limitare al solo impegno della Regione perchè sono diversi i binari delle risorse, anche se si tratta di una discussione importante in sede di variazione. La Commissione avrà tanti elementi di riflessione, anche sulla base ci ciò che emergerà dai tavoli nazionali”. Infine, Manghi, rimarca come “lo sport uscirà da un periodo complesso e si dovrà studiare il modo in cui dovrà ripartire. Nessuno di noi ritiene esaustivi i ristori messi in campo, perchè non c’è una misura adeguata per compensare quello che sta succedendo”.
(ITALPRESS).

In commissione piano rifiuti e bonifica aree inquinate 2022/27 in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Una situazione di partenza buona, che ci pone all’avanguardia a livello nazionale, ma con spazio per ulteriori sfide in tema di economia circolare”. Questa l’introduzione che l’Assessore all’ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile Irene Priolo ha fatto stamattina durante i lavori della Commissione Territorio Ambiente e Mobilità presieduta dalla Vicepresidente Nadia Rossi nell’illustrare le linee guida del prossimo Piano rifiuti e bonifiche di aree inquinate. “Un primo passaggio -ha specificato Priolo- per condividere con l’Assemblea le linee guida del piano e recepire contributi e suggerimenti in vista dell’adozione formale da parte della Giunta del documento, che guiderà la Regione nei prossimi sei anni per sottoporsi non solo ad ampia discussione della Commissione competente, ma che dovrà essere validato da una valutazione ambientale strategica attraverso l’adozione da parte dell’Assemblea di uno specifico Ordine del giorno.
Per l’Assessore all’Ambiente, si tratta di una nuova strategia che, in coordinamento con gli altri piani strategici (soprattutto quello energetico) va a ridefinire in maniera importante il modello economico della nostra Regione.
Entrando nel dettaglio delle componenti del Piano attuale e di quello futuro, Priolo sottolinea il buon dato conseguito in ambito di rifiuti urbani. “In questo campo i risultati raggiunti e la normativa di riferimento sono buoni, come testimoniato dal 71 per cento dei 3 milioni di tonnellate prodotte avviata alla differenziata e che facilmente potrà centrare l’obiettivo del 73 per cento di differenziazione stabilito dall’attuale piano in via di scadenza”. Fra i buoni risultati conseguiti, va segnalato come solo l’1,66 % dei rifiuti urbani prodotti oggi dalla nostra Regione (circa 50 mila tonnellate) debba essere conferito in discarica, a fronte di un target fissato dalla UE del 10 %.
Per la titolare dell’Assessorato all’Ambiente, nonostante le notizie positive, sono più che evidenti i margini di crescita, soprattutto se ci si rapporta al Nuovo Patto per il Lavoro e il Clima, che pone all’80 per cento la quota di rifiuto riciclato. Dato su cui, invece, occorre un ulteriore impegno, è quello della quota pro capite di rifiuto prodotto, che, secondo i dati certificati del 2019, non è diminuito ma è addirittura aumentato (194 Kg per abitante a dispetto dei target di 160 chili che si dovevano raggiungere nel 2020). Per il futuro, comunque, Priolo confida nella diffusione nell’adozione della tariffa puntuale (attualmente solo il 35 per cento dei Comuni regionali la adotta) per migliorare ulteriormente la situazione.
Per l’Assessore, se il “rifiuto urbano testimonia il ruolo di assoluta avanguardia raggiunto della Regione, la vera sfida rimane il campo dei rifiuti speciali, che continua a far registrare numeri molto più alti di quelli urbani e che mantiene un trend sostanzialmente invariato rispetto al recente passato. In questo campo gli obiettivi ipotizzati parlano di una riduzione del 10% della produzione di materiale avviato a smaltimento.
La vera novità del Piano è comunque rappresentata dalla Bonifica delle aree inquinate, che per la prima volta si va ad affiancare al Piano rifiuti vero e proprio. Nello specifico, Priolo propone sette obiettivi specifici (si va dalla prevenzione dell’inquinamento per le matrici ambientali, all’ottimizzazione della gestione dei processi di bonifica, passando per la gestione sostenibile dei rifiuti prodotti nel corso degli interventi di bonifica e a una puntuale azione di comunicazione nei confronti dei cittadini), che dovrebbero portare anche in questo campo la nostra Regione a proporsi come standard di riferimento per l’intero contesto nazionale.
In fase di dibattito, Silvia Piccinini (M5S) ha salutato con favore il piano bonifiche, “da sempre uno degli obiettivi politici del Movimento 5 Stelle”. Piccinini è conscia dell’iter molto lungo e complesso che attenderà il piano, e per questo si augura un lavoro collegiale insieme allo stanziamento delle necessarie risorse economiche “per poi restituire i terreni inquinati alle comunità attraverso processi partecipativi”. Per la consigliera bolognese, nel piano rifiuti vero e proprio è forse da rivedere il meccanismo del porta a porta, mentre bisogna ripensare globalmente il bilancio import/export dei rifiuti per arrivare non solo a non pianificare più alcuna discarica o termovalorizzatore, ma addirittura a chiudere qualcuno degli impianti attualmente esistenti”.
Per Emiliano Occhi (Lega) “gli obiettivi del piano vigente erano un pò troppo sfidanti e quell’impostazione eccessivamente ottimistica traspare anche in questo documento”. Per Occhi bisogna capire cosa non ha funzionato del precedente piano, così come è da rivedere sia la raccolta del porta a porta, che genera rifiuti di scarsa qualità, sia la politica della tariffa puntuale, che non garantirebbe concreti vantaggi, tanto che “la tariffa TARI è ancora basata sulla metratura della propria abitazione e sul numero dei componenti del nucleo familiare”.
Secondo Andrea Costa (Pd) gli obiettivi enunciati da Priolo “sono ampiamente condivisibili da parte di tutte le forze politiche e il dialogo potrà quindi soffermarsi sugli strumenti per ottenere i risultati prefissati”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) avverte della “necessità di intervenire sulla Legge regionale n. 16 del 2015 per adeguarla agli obiettivi proposti dal nuovo Patto per il Lavoro e il Clima”. Anche la capogruppo di Europa Verde sollecita una riflessione sui flussi di import/export dei rifiuti e aggiunge l’auspicio di una ridefinizione della governance di Atersir, “che deve supportare in maniera maggiore i Comuni nell’interlocuzione con le multiutility, che spesso determinano una bassa qualità del rifiuto porta a porta per le metodiche di lavorazione scelte”.
Secondo Federico Amico (ER Coraggiosa), che ha chiuso il dibattito, “il piano è centrale per lo sviluppo e la sostenibilità e auspico che il piano di gestione possa trasformarsi in un piano di prevenzione che va portato avanti anche con finanziamenti europei e l’utilizzo di tecnologie innovative per agevolare le imprese verso una conversione sostenibile”. Per Amico è cruciale “che anche il mondo produttivo venga chiamato a fare la sua parte tramite il supporto economico e di indirizzo della Regione per arrivare al vero obiettivo di ridurre gli impianti esistenti”.
(ITALPRESS).

In Emilia Romagna al via prenotazioni e vaccinazioni genitori minori vulnerabili

BOLOGNA (ITALPRESS) – Via alle vaccinazioni per i genitori (o tutori o affidatari) di minori patologici estremamente vulnerabili e minori con disabilità gravi che non possono essere immunizzati contro il Covid-19, perchè di età inferiore ai 16 anni. Mentre in tutta la regione vanno avanti le somministrazioni alle persone con disabilità gravi ospiti di strutture, centri diurni e in assistenza domiciliare, e ai patologici estremamente vulnerabili – due categorie considerate prioritarie, assieme alle persone più anziane, dal Piano vaccinale nazionale – in Emilia-Romagna iniziano le prenotazioni e le vaccinazioni anche per questo segmento di popolazione, la cui tutela è essenziale.
Le persone interessate da questa tornata di vaccinazioni non dovranno fare nulla: saranno chiamate direttamente dalle Aziende Usl o dei rispettivi Centri di riferimento. Unica eccezione l’Azienda Usl Romagna, dove i cittadini interessati devono prenotarsi attraverso i consueti canali (Cup, FarmaCup e Cuptel), previa presentazione di autocertificazione che attesti il proprio stato di genitore/tutore/affidatario e la patologia del minore rientrante nella categoria di “estremamente vulnerabile”, scaricabile dal sito di Ausl Romagna.
In maggio, poi – se saranno confermati i quantitativi di vaccino previsti – sarà la volta dei conviventi delle persone estremamente vulnerabili e degli altri disabili non in struttura o assistenza domiciliare e non ancora contattati, nonchè dei loro conviventi o caregiver; prima non è possibile, perchè la disponibilità attuale di dosi non lo consente.
Tutte indicazioni messe nero su bianco nelle Linee guida elaborate dagli assessorati regionali alle Politiche per la salute e al Welfare e oggetto di un proficuo confronto che ha portato alla loro totale condivisione con le associazioni regionali aderenti alle federazioni Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità), per stabilire insieme le modalità di accesso più agevoli alla campagna vaccinale delle persone ad elevata fragilità. Linee guida che sono già state inviate a tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere e agli Irccs dell’Emilia-Romagna.
“C’è chi, in questa pandemia, ha sofferto doppiamente: sono le persone più fragili, più deboli, fisicamente e psichicamente- sottolineano la vicepresidente della Regione con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Motivo per cui il nostro impegno è garantire a loro, ai genitori, ai conviventi e a chi se ne prende quotidianamente cura la massima sicurezza e protezione, nei tempi più veloci possibili. Le modalità per accelerare il percorso e renderlo più agevole- proseguono vicepresidente e assessore- le abbiamo pensate e ‘costruitè a partire da un confronto, collaborativo e costruttivo, proprio con le associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari. Le ringraziamo, per la disponibilità, la competenza, l’energia che hanno messo ancora una volta a disposizione di tutti”.
Occorre poi ricordare che chiunque venga vaccinato può scaricare direttamente il certificato vaccinale completo dal proprio Fascicolo sanitario elettronico. La somministrazione del vaccino anti-Covid viene infatti immediatamente registrata sul Fse personale e il certificato può appunto essere consultato, archiviato o stampato in qualsiasi momento. Peraltro, alla persona vaccinata viene rilasciato subito direttamente anche il certificato cartaceo, sia per la prima sia per la seconda dose.
Le Aziende Usl o i Centri specialistici che hanno in cura pazienti minori che non possono essere vaccinati, perchè di età inferiore ai 16 anni, e che rientrano in due categorie – patologici estremamente vulnerabili o disabili gravi – provvederanno rapidamente, già in questi giorni, a chiamare i genitori, tutori o affidatari per inserirli nei percorsi di vaccinazione.
Gli interessati, dunque (ad eccezione di quelli dell’Ausl Romagna) non devono fare nulla per prenotarsi, perchè appunto saranno contattati; solo se entro la fine di aprile non verranno chiamati, potranno comunicare la loro mancata presa in carico al proprio medico di medicina generale per l’opportuna segnalazione all’Azienda Usl di competenza.
Secondo quanto stabilito dal Piano nazionale, hanno diritto alla vaccinazione i conviventi delle persone affette da patologie che le rendono estremamente vulnerabili (il cui elenco è già stato inviato dalla Regione alle Aziende e le cui vaccinazioni sono già partite) e, per le persone con disabilità gravi, sia i conviventi che i caregiver.
Se saranno rispettate le consegne delle dosi vaccinali del mese di maggio, i familiari conviventi e i caregiver che non abbiano già avuto accesso alla vaccinazione (ad esempio, per fascia di età), potranno rivolgersi al proprio medico di medicina generale o a quello della persona assistita per la somministrazione del vaccino. Il medico di medicina generale, una volta contattato, verificata la “natura” di convivente o caregiver in base alla relazione di fiducia e conoscenza che caratterizza il rapporto medico di famiglia e paziente, vaccina le persone così individuate presso il proprio ambulatorio.
Le Aziende Usl di competenza, sulla base dei vaccini disponibili, possono decidere di vaccinare il convivente o il caregiver che accompagna l’avente diritto al punto vaccinale.
Quanto più è accentuato, tanto più l’eccessivo peso corporeo è un fattore di rischio per il decorso di Covid-19. Per questo la Regione ha stretto un accordo, il primo a livello nazionale di questo tipo, con le associazioni dei farmacisti che già in questi giorni consente alle persone gravemente sovrappeso di eseguire in farmacia il test per l’indice di massa corporea; qualora il risultato li configuri tra coloro che sono inseriti tra gli estremamente vulnerabili e quindi tra i prioritari nella vaccinazione, il farmacista provvederà direttamente ad effettuare la prenotazione della vaccinazione per il cittadino. Chi, dunque, ritiene di far parte di questa categoria e non è già stato chiamato dall’Ausl, potrà rivolgersi in farmacia per fare il test.
Questa procedura è stata scelta perchè, a fronte di ricerche che stimano 350mila persone in Emilia-Romagna tra i 16 e i 69 anni classificabili come gravemente sovrappeso, non è possibile sapere con precisione chi rientri nella fascia di rischio che dà accesso alla vaccinazione prioritaria: molti tra loro non ricorrono con frequenza a prestazioni mediche, a partire dalla visita al medico di famiglia, e non sono quindi stati certificati. Ciò rende così impossibile convocarli direttamente.
(ITALPRESS).

Treni, investimenti per circa 325 mln in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Prima sono stati rinnovati i treni, adesso è il momento delle infrastrutture. A partire da quest’anno, e fino al 2025, sono circa 325 i milioni di euro che la Regione investirà per rendere le linee ferroviarie più moderne, sicure e competitive.Perchè la mobilità sostenibile in Emilia-Romagna corre sui binari, con un obiettivo molto chiaro: garantire prestazioni di sicurezza e di affidabilità su tutta la rete regionale – oltre 300 chilometri – che interessa gran parte del territorio.Un intervento massiccio che prosegue e si salda con la cura del ferro, partita nella scorsa legislatura: un’operazione che ha permesso, in due anni, di rinnovare completamente la flotta dei treni, facendo dell’Emilia-Romagna la regione con il parco rotabile più giovane d’Europa. E ora, con il nuovo programma regionale, si passa agli interventi infrastrutturali per una vera e propria rivoluzione del trasporto ferroviario che porterà, entro il 2025, a rendere il servizio sempre più alternativo al mezzo privato con benefici per l’aria e l’ambiente.
Tre gli assi della nuova programmazione che insistono su sicurezza, transizione ecologica e ricucitura urbana. Per quanto riguarda il tema della sicurezza, entro il 2021 tutta la rete regionale sarà dotata del sistema controllo marcia treno (Scmt) – che permette di prevenire gli incidenti dovuti a errore umano – con un finanziamento statale di 50 milioni di euro, di cui 30, più della metà, sono già stati impiegati. Altro capitolo è la soppressione dei passaggi a livello, anche questi causa di incidenti, con un investimento di oltre 30 milioni di euro tra risorse statali, regionali e del territorio. A questi interventi se ne aggiungono altri programmati nel 2023 e che si concluderanno nel 2025 per un totale complessivo di 118,8 milioni di euro. Sono oltre 81 i milioni di euro destinati all’elettrificazione di numerose tratte, a partire dalle tre reggiane, per 32 milioni di euro complessivi, i cui lavori termineranno nel 2022 e, a seguire, nel parmense.
Infine, sono due i grandi cantieri di ricucitura urbana nel ferrarese e nel bolognese, per 124,7 milioni di euro, che porteranno all’interramento delle linee ferroviarie nei due Comuni capoluoghi.Questi, in sintesi, i punti principali del programma regionale presentati oggi in video-conferenza dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dall’assessore a Infrastrutture e Trasporti, Andrea Corsini, insieme all’amministratore unico Fer, Davide Cetti e al direttore generale Fer, Stefano Masola. “Garantire il diritto alla mobilità dei cittadini scegliendo la sostenibilità associata al trasporto pubblico- afferma Bonaccini- è uno dei punti centrali dell’azione regionale. In linea con il Patto per il lavoro e il clima stiamo investendo per promuovere sempre più l’uso del mezzo collettivo per i nostri viaggi quotidiani che siano per il lavoro, lo studio o il tempo libero. E’ fondamentale, se vogliamo contrastare gli effetti del cambiamento climatico, ripensare e ricalibrare i nostri spostamenti. Abbiamo perciò bisogno di infrastrutture moderne, adeguate e sicure. Dopo la gara del ferro, che ha visto il completo rinnovo della flotta, avviato nel luglio 2019, con la sostituzione di 86 convogli di nuova generazione per un investimento di oltre 750 milioni di euro, interveniamo ora sull’infrastruttura della rete regionale ferroviaria con cantieri già aperti o pronti a partire. Cantieri che significano anche occupazione- chiude il presidente- per agganciare con ogni mezzo la ripartenza dopo le chiusure imposte dalla pandemia”. “Gli investimenti presentati oggi- prosegue Corsini- dimostrano ancora una volta l’impegno della Regione per il trasporto pubblico locale. Un settore che non si è mai fermato anche nei periodi più difficili dell’emergenza Covid. Con questi interventi proseguiamo nel rafforzamento della rete ferroviaria regionale per renderla sempre più sicura ed efficiente. E’ un piano che da qui a tre anni permetterà di dotare tutte le linee del sistema controllo marcia treno, sopprimerà numerosi passaggi a livello a vantaggio anche del traffico cittadino ed elettrificherà gran parte delle linee con indubbi benefici per la qualità dell’aria”. “Un piano virtuoso- chiude l’assessore- per un servizio che è già stato premiato dagli utenti se pensiamo che, nel 2019, hanno usufruito delle linee regionali oltre 45 milioni di passeggeri, un numero in crescita costante rispetto agli anni precedenti”.
(ITALPRESS).