BOLOGNA (ITALPRESS) – Obiettivo centrato: la minuscola ma affidabile vespa samurai è già in azione contro la cimice asiatica, l’insetto parassita responsabile di gravi danni all’agricoltura, in primis la frutta, per risarcire i quali proprio in questi giorni la Regione, tramite Agrea (l’agenzia per i pagamenti in agricoltura) sta versando sui conti correnti degli imprenditori agricoli dell’Emilia-Romagna i primi 40 milioni di euro di indennizzi. Sono infatti promettenti i primi riscontri delle indagini svolte dai tecnici del Servizio fitosanitario regionale che hanno consentito di verificare sul campo l’avvenuto insediamento nei siti di lancio dell’Emilia-Romagna di Trissolcus japonicus, questo il nome scientifico del piccolo insetto antagonista naturale della cimice, dopo l’avvio nell’estate 2020 del programma regionale di lotta biologica.
Un progetto, quello decollato nel giugno scorso con il “lancio” in un’azienda di Campogalliano (Mo) dei primi 110 esemplari di Vespa samurai (100 femmine e 10 maschi), che finora ha consentito di liberare nell’ambiente circa 66 mila insetti utili mediante 300 “lanci” lungo i cosiddetti corridoi ecologici (siepi, are verdi, boschetti, ecc.), siti dove la cimice depone le sue uova che vengono poi parassitizzate, e quindi rese innocue, dalla preziosa vespina. “Si tratta di un risultato molto importante- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- in quanto l’obiettivo del primo anno di lotta biologica alla cimice era proprio quello di permettere alla vespa samurai di insediarsi nel territorio regionale il più velocemente possibile, in modo da avviare quel processo di riequilibrio ecologico che dovrebbe dare respiro alla nostra frutticoltura”.
“Sarebbe certamente utile proseguire nel 2021 e anche nei prossimi anni con il programma di lanci della Vespa- prosegue Mammi- con l’infittimento e l’estensione della maglia regionale dei siti di lancio. Pertanto, auspichiamo il via libera dal ministero dell’Ambiente alla prosecuzione anche per quest’anno del progetto, il più grande programma di lotta biologica mai attuato in Italia.
Noi siamo pronti a ripartire con un piano che prevede almeno un centinaio di nuovi siti di lancio della Vespa samurai nelle zone non coperte dalla campagna 2020″. Un grande lavoro di squadra, il progetto regionale di lotta biologica alla cimice, che ha visto la messa in campo di una task force composta da numerosi soggetti, a partire dal Servizio fitosanitario regionale e dal Consorzio fitosanitario di Modena che, con la regia nazionale del Crea-DC (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), si sono occupati del coordinamento e dell’immissione nell’ambiente del nemico naturale della cimice. Un prezioso supporto è venuto anche dalle Università di Bologna, di Modena e Reggio e dai tecnici delle principali organizzazioni di produttori ortofrutticole dell’Emilia-Romagna. Non meno importante l’attività di allevamento/produzione della vespa samurai, a partire dalle cimici raccolte durante l’inverno 2019, affidata ai centri specializzati delle Università di Bologna, di Modena e Reggio, oltre ai laboratori privati del Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore (Bo) e della società Agri 2000 di Castel Maggiore (Bo). Attualmente sono circa 70 mila gli esemplari di cimice stoccati nelle celle frigorifere del Servizio Fitosanitario in attesa di essere utilizzate nei laboratori regionali per la moltiplicazione della minuscola vespa, del tutto innocua per l’uomo. Tornando agli studi che hanno verificato la presenza in natura della vespa samurai, a testimonianza del successo dell’intera operazione, essa è stata trovata praticamente in tutto il territorio regionale con percentuali variabili da zona a zona e un indice di parassitizzazione delle uova di cimice fino al 5,6%. Cioè la vespa samurai si è insediata ed è stata ritrovata in 5 uova di cimice ogni 100 controllate.
I monitoraggi effettuati hanno inoltre permesso di verificare l’elevata percentuale di parassitizzazione naturale delle ovature di cimice dovuta all’azione anche di altre specie nemiche presenti nell’ambiente. Sia quelle autoctone, come Anastatus bifasciatus e A. sinicus, ma anchequelle esotiche come Trissolcus mitsukurii, la cui azione si è così sommata a quella iniziale della vespa samurai. Le percentuali complessive di parassitizzazione riscontrate sono stante anche del 35%. Infine, a proposito dei possibili effetti ambientali derivanti dall’introduzione nell’ambiente naturale di una specie esotica come la vespa samurai, va rilevato che nelle indagini effettuate dai tecnici in Emilia-Romagna Trissolcus japonicus è stato ritrovato esclusivamente sulle ovature di cimice asiatica e non anche sulle uova di altre specie come i lepidotteri, a conferma di una elevata specificità della vespa samurai, che è perfettamente in grado di riconoscere le ovature di cimice asiatica che in questo momento è il nemico numero uno degli agricoltori emiliano-romagnoli.
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Cimice asiatica, ok primi risultati piano lotta biologica in Emilia Romagna
Cabina di regia sviluppa strategia per ridurre la plastica in Emilia
BOLOGNA (ITALPRESS) – Una strategia regionale definita per arrivare alla riduzione della plastica nell’ambiente con i primi passi compiuti dalla cabina di regia che dovrà attuare 15 azioni inserite nella delibera di Giunta, 2000 del 2019, chiamata Plastic-freeEr. Lo stato di attuazione della delibera è stato presentato, con l’ausilio di diverse slide, in commissione Territorio, ambiente e trasporti, presieduta da Stefano Caliandro, dai tecnici dell’assessorato all’Ambiente, guidato dall’assessora Irene Priolo. Finora la cabina si è riunita due volte e sono in programma altri due incontri per il 25 e 26 gennaio.
La Regione Emilia Romagna vuole, in accordo con le direttive europee, favorire una economia circolare della plastica, privilegiando sistemi e prodotti riutilizzabili e ridurre i rifiuti che derivano tra gli altri dalle stoviglie e oggetti monouso. In Europa, ha spiegato il personale dell’assessorato, si producono 58 milioni di tonnellate di plastiche all’anno. Pochi i paesi che si stanno dotando di piani per limitare la produzione e l’inquinamento provocato dai rifiuti. L’Emilia-Romagna, è stato sottolineato, ha una strategia operativa che è stata apprezzata dalla Ue tanto che l’ha definita la migliore tra le best practice e ha chiesto di pubblicarla sul proprio sito web.
La cabina di regia, ritenuta il cuore della strategia, si avvale della collaborazione dell’università di Bologna, ma anche di imprese, laboratori di ricerca, sindacati e diverse agenzie. Sono stati definiti dei gruppi tematici e i loro programmi di lavoro.
La cabina dovrà individuare modi e tempi per attuare le azioni previste, facendo attenzione all’accettabilità sociale e alle ricadute economiche. Tra i passi da compiere, o già avviati, ci sono la riduzione della plastica nella pubblica amministrazione (in Regione eliminazione delle bottiglie di plastica e divieto di oggetti monouso). Il piano contempla anche la riduzione delle stoviglie nelle mense scolastiche, negli ospedali e, tramite accordi in corso, anche nelle aziende private puntando su incentivi economici. Attenzione al mare e alla raccolta dei rifiuti in acqua: i pescatori dovranno essere esentati dalla tassa di smaltimento quando riportano a terra la plastica impigliata nelle reti. Stesso approccio si dovrà avere per quanto riguarda la pulizia dei fiumi. Ma sul tappeto ci sono anche eventi sportivi sostenibili, incentivi per la vendita di prodotti sfusi nei negozi, e l’educazione legata all’informazione. Aiuti provenienti dal fondo d’ambito andranno, poi, ai Comuni che già adottano azioni per ridurre l’inquinamento della plastica. I bandi pubblici, attraverso intercent-ER, dovranno prevedere le pratiche per la riduzione della plastica, mentre sono in cantiere già contributi per imprese e laboratori di ricerca.
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Sanità, in Emilia-Romagna 23mila assunzioni negli ultimi cinque anni
BOLOGNA (ITALPRESS) – Investimenti nella sanità: in tecnologie, macchinari, modelli organizzativi, ma soprattutto persone, per la Regione Emilia-Romagna. La regione negli ultimi cinque anni, e anche per affrontare l’emergenza Coronavirus, ha investito in maniera massiccia sul rafforzamento dell’organico degli ospedali e dei luoghi di cura, sia in termini numerici che di qualità del rapporto di lavoro. A partire da chi era già in prima linea a servizio della sanità regionale per la salute dei cittadini, valorizzandone l’esperienza maturata. Sono oltre 23mila (23.298) le assunzioni fatte in sanità nel quinquennio 2016-2020, di cui più di 8.600 (8.626) lo scorso anno. Per un terzo si tratta di dipendenti del Sistema sanitario regionale che hanno visto il loro contratto flessibile convertito in uno a tempo indeterminato: 2.988 nel 2020, di cui la maggior parte infermieri (1.160), medici (445) e operatori socio-sanitari (486). Guardando poi al totale, dal 2016 a oggi, sono stati 7.470 i contratti stabilizzati in Emilia-Romagna, tra cui 2.110 medici e 2.270 infermieri: si tratta del 32% del totale delle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Un importante risultato che l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, ha ricordato ai rappresentanti della Cgil, oggi in viale Aldo Moro, durante un incontro sindacale. “La nostra sanità mette al centro le persone, e questo vale tanto per i pazienti quanto per chi di loro si prende cura, dai medici agli Oss passando per gli infermieri e i tecnici- afferma l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini-. Negli ultimi 5 anni sono stati più di 23.000 i dipendenti che hanno preso servizio nel nostro sistema sanitario con un contratto a tempo indeterminato, un impegno importante per l’ente ma che è stato ed è ripagato dall’altissima e riconosciuta qualità della nostra sanità, in cui il personale è sicuramente il valore aggiunto. E il nostro impegno non si ferma, perchè anche nel 2021 puntiamo a continuare su questa strada”.
“Siamo orgogliosi di aver potenziato la nostra rete di assistenza- chiude Donini- e lo siamo ancora di più di averlo fatto contrastando il precariato, a partire cioè dagli uomini e dalle donne che già ogni giorno si prendevano cura dei cittadini, senza avere garanzie certe sul proprio futuro. Ci piace poi anche pensare- conclude Donini- che dietro tanti di questi contratti stabilizzati ci siano ragazze e ragazzi che hanno ottenuto il giusto riconoscimento per il loro percorso di studi e non sono stati così costretti ad abbandonare la loro regione o addirittura il loro Paese”. Ai delegati del sindacato, che hanno presentato le firme raccolte in una petizione per la stabilizzazione del personale, l’assessore ha infatti ricordato come anche per il 2021 e per l’anno successivo la Regione abbia intenzione di avvalersi di tutte le possibilità attualmente offerte dalla normativa di settore per la conversione a indeterminati dei contratti di lavoro precari.
In particolare sono due le novità su cui fa affidamento l’ente per la propria campagna di stabilizzazione del personale: da una parte la proroga fino a fine 2021 degli strumenti di reclutamento speciali introdotti lo scorso anno a fronte della pandemia, dall’altra l’estensione alla fine del 2021 del periodo da prendere in considerazione per soddisfare il requisito dell’anzianità lavorativa previsto per la partecipazione alle procedure di stabilizzazione, che sarà valida anche per il personale assunto con tipologie contrattuali flessibili durante la fase di emergenza sanitaria. Queste possibilità aggiuntive riguardano però solo il personale sanitario e quello tecnico che opera in stretta collaborazione con i sanitari.
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Ristori per 5mila euro a imprese turistiche dell’Appennino in Emilia Romagna
BOLOGNA (ITALPRESS) – Un contributo una tantum di 5.000 euro a favore di 298 imprese del settore dell’ospitalità turistica in Appennino, per una cifra complessiva che sfiora il milione e mezzo di euro. Arriveranno direttamente sul conto corrente degli operatori delle strutture ricettive montane, i fondi stanziati dalla Regione Emilia Romagna per aiutare queste imprese a fronteggiare i pesanti contraccolpi economici della pandemia per poi ripartire in sicurezza il prima possibile. E’ l’esito del bando varato nei mesi scorsi dalla Regione per dare una boccata d’ossigeno ai gestori delle strutture turistico-ricettive situate nelle località di montagna, che l’anno scorso hanno visto contrarsi drasticamente il proprio giro d’affari a causa della prolungata interruzione e/o chiusura dell’attività in conseguenza delle misure restrittive anti Coronavirus. La misura di sostegno, che rientra nel pacchetto di ristori da 42 milioni di euro stanziati dalla Regione per dare una mano alle imprese dei settori economici più colpiti dall’emergenza sanitaria (bar, ristoranti, discoteche, stabilimenti balneari, agenzie di viaggio e maestri di sci, ecc.) riguarda alberghi, campeggi, villaggi, residenze turistiche, affittacamere, ostelli, rifugi alpini ed escursionistici che operano nei 119 comuni montani dell’Emilia-Romagna. “La Regione- sottolinea l’assessore al Turismo, Andrea Corsini- è al fianco delle imprese che più stanno soffrendo per le pesanti ricadute economiche della pandemia, come appunto quelle del settore turistico-ricettivo nelle zone di montagna, che anche in queste settimane devono fare i conti con il quasi totale azzeramento della domanda per la chiusura degli impianti sciistici decisa da governo”. Per partecipare al bando le imprese, di qualsiasi forma giuridica, dovevano essere iscritte al registro e/o repertorio delle attività economiche (Rea) delle locali Camere di commercio e aver accusato tra 1° marzo e il 31 maggio 2020 un calo del fatturato superiore del 30% rispetto allo stesso periodo del 2019.
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Approvato il piano gestione delle emergenze sanitarie in Emilia Romagna
BOLOGNA (ITALPRESS) – Un’epidemia che colpisce gli uomini o gli animali. Un terremoto o qualsiasi altra calamità naturale. Un incidente causato da sostanze chimiche o legato ad attività di trasporto. Emergenze che vanno affrontate, e superate, in modo tempestivo ed efficace, e che richiedono pertanto un’organizzazione complessa. A quest’obiettivo guarda il Piano per la gestione delle emergenze di competenza dei Dipartimenti di sanità pubblica, che è stato appena approvato dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna: uno strumento utile a definire specifici “modelli operativi” di intervento, per articolare e organizzare in modo sempre più efficace il sistema regionale dell’emergenza/urgenza. “La pandemia da Coronavirus- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- ha mostrato come sia importante avere un sistema di risposta alle emergenze sanitarie che possono colpire la popolazione, in modo da garantire l’efficienza e l’efficacia degli interventi per la gestione e il superamento di eventi critici. Con questo Piano diamo la cornice entro cui si dovranno collocare e predisporre i modelli concreti di intervento, alcuni dei quali già in fase di definizione, con la collaborazione dei soggetti competenti. E’ fondamentale, infatti, l’integrazione e il coinvolgimento, nella fase di pianificazione, dei diversi ‘attorì, a tutti i livelli territoriali”. Insieme all’approvazione del Piano per la gestione delle emergenze (il primo di questo tipo, che sostituisce il precedente focalizzato sulle pandemie) la Giunta ha confermato la composizione dell’Unità di crisi del Servizio Prevenzione Collettiva e Sanità pubblica della Regione; sarà il responsabile del Servizio a predisporre e approvare i modelli operativi per la gestione delle attività di emergenza di competenza dei Dipartimenti delle Aziende Usl. Contestualmente, il direttore generale Cura della Persona, Salute e Welfare nominerà uno specifico Gruppo regionale Pandemia influenzale, che dovrà elaborare una proposta di aggiornamento e adeguamento del “Piano regionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale”.
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Illumia raccoglie regali per i nati prematuri al Sant’Orsola di Bologna
BOLOGNA (ITALPRESS) – Anche quest’anno sono tanti i regali raccolti da Illumia nel periodo natalizio grazie alla generosità di dipendenti, partner e amici dell’azienda energetica bolognese. Destinatari della sorpresa sono i bimbi nati prematuri ricoverati presso il reparto di neonatologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Questa mattina il furgone della Onlus si è recato presso la sede bolognese di Illumia ed è stato accolto dai tanti regali donati dall’azienda e dai dipendenti, che non hanno rinunciato a dare un segnale forte di adesione all’iniziativa anche in un anno difficile come quello che si è concluso. Caricati tutti i regali, il furgone si è diretto al Policlinico per consegnare i regali ai bambini e alle loro famiglie. Sarà l’Associazione Cucciolo – realtà che da 25 anni offre a questi bambini la migliore assistenza possibile e supporta nelle tante difficoltà quotidiane i genitori – a distribuirli ai piccoli questo pomeriggio.
“Anche quest’anno Illumia ha voluto dare un piccolo, ma tangibile supporto alla Onlus Cucciolo del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Un grande grazie ai nostri collaboratori che non hanno dimenticato di portare l’ormai consueto regalo ai bambini del Sant’Orsola. La gratuità stupisce sempre, bello cominciare l’anno con un gesto come questo” ha commentato Marco Bernardi, Presidente di Illumia.
Illumia non è nuova a iniziative di supporto e solidarietà al territorio. Dalla sponsorizzazione della squadra di rugby composta da detenuti del carcere cittadino Dozza, all’iniziativa charity organizzata in collaborazione con il Banco di Solidarietà a cui hanno aderito spontaneamente oltre il 40% dei dipendenti, confezionando e consegnando in prima persona i pacchi alimentari di Natale destinati alle famiglie in difficoltà, Illumia da anni lavora attivamente per cementare il suo rapporto con la città e le onlus del territorio in un’ottica di condivisione e partecipazione attiva dell’azienda e dei suoi dipendenti. Con un programma di Corporate Social Responsibility che ha contribuito a far vincere all’azienda il titolo di Welfare Champion di Generali Italia anche per l’anno 2020, Illumia investe ogni anno il 2% dell’utile netto su attività di CSR proposte e gestite interamente dai collaboratori, che si assumono la responsabilità della partnership, diventando protagonisti e cuore pulsante dell’iniziativa.
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Casa, in Emilia Romagna parte il fondo Affitto 2021 della Regione
BOLOGNA (ITALPRESS) – Al fianco delle persone e delle persone più in difficoltà, soprattutto in questo momento, con le conseguenze della pandemia che per tanti si traducono in un peggioramento delle condizioni di vita. La Regione Emilia-Romagna, grazie a ulteriori risorse statali, destina altri 11 milioni e 600 mila euro a chi fatica a pagare l’affitto avviando per il 2021 il Fondo sociale dedicato. Si aggiungono ai 17,6 milioni di euro erogati con il Fondo Affitto 2020, per quasi 30 milioni di euro complessivi dall’inizio della pandemia. Risorse messe a disposizione di Comuni e Unioni di Comuni, che potranno sia scorrere ed esaurire le graduatorie pregresse sia aprire nuovi, specifici bandi per raccogliere nuove richieste.
A beneficiarne potranno essere famiglie e persone in difficoltà economica che, anche a causa dell’emergenza sanitaria, hanno subito la perdita o una consistente riduzione del reddito e non riescono a pagare il canone di locazione della casa in cui abitano.
La Giunta regionale ha dunque varato il nuovo Fondo Affitto. I cittadini, una volta pubblicato il bando delle varie amministrazioni comunali, potranno fare domanda per avere un contributo fino a tre mensilità, per un tetto massimo di 1.500 euro. Le domande saranno articolate in due graduatorie distinte: la prima, a cui viene inizialmente riservato il 60% delle risorse complessive, dedicata a coloro che, con un Isee annuo fino a 35 mila euro, hanno subito un calo del reddito a causa del Covid; la seconda per i nuclei familiari con reddito Isee inferiore a 17 mila euro, in questo caso a prescindere dal calo reddituale. In caso di calo del reddito potranno fare richiesta del contributo anche gli inquilini degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. “La crisi pandemica sta determinando un grave aumento della difficoltà economica e delle diseguaglianze- sottolinea la vicepresidente della Regione con delega al Welfare, Elly Schlein-. Un numero crescente di persone e famiglie ha visto ridursi o scomparire le proprie fonti di reddito e si attende un periodo di difficoltà diffusa. Si pone drammaticamente il problema di sostenibilità delle spese per la vita quotidiana e il rischio di un allargamento ulteriore della povertà che incide sulle capacità economiche delle famiglie in affitto”.
“Interveniamo dunque avviando subito il Fondo Affitto 2021 con importanti risorse per misure di sostegno, affinchè gli effetti della pandemia non sfocino in un aumento delle diseguaglianze economiche e sociali di lungo periodo, anche e soprattutto in relazione alle spese abitative- conclude Schlein-. E’ quello che stiamo facendo dall’inizio della pandemia, stanziando già quasi 30 milioni per l’affitto tra risorse regionali e statali, ed è quello che intendiamo continuare a fare”.
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Comunali a Bologna, Alberani “Il Pd non può rinviare la decisione”
E’ stato il primo a farsi avanti e a presentare un programma e ora che la situazione in casa Pd è in stallo e la pandemia non molla la presa dice che fare le primarie è una “forzatura molto grossa”. A dirlo è Alessandro Alberani, attuale presidente di Acer Bologna, un passato alla guida della Cisl felsinea, e dalla scorsa estate l’uomo che ha rotto gli indugi per primo candidandosi alla corsa a sindaco. “Penso – sottolinea Alberani intervistato dall’agenzia Italpress – che il percorso debba essere portato a termine a breve perché ormai la gestione del segretario (Luigi Tosiani, ndr) e del Pd viene anche guardata in termini di efficacia del percorso, iniziato a settembre”.
Per Alberani “a questo punto saranno la Direzione e l’Assemblea del Partito Democratico a dover prendere una decisione senza rinviare più di tanto”. “Ci sono le condizioni per fare primarie di coalizione? Se no, come pare, – spiega – si scioglie questo nodo che non si faranno primarie di coalizione. Se non ci saranno primarie di coalizione, l’Assemblea può decidere o di fare delle primarie di partito oppure individuare con una percentuale al 60% un candidato unico che andrà scelto fra le varie parti del Pd”. Per Alberani “in una situazione come quella in cui ci troviamo fare le primarie sia una forzatura molto grossa, anche se io ci ho sempre creduto e avevo sempre detto che se ci fossero state non mi sarei tirato indietro. Però viene prima la salute”.
“Vale la pena non cincischiare e decidere per me da subito che queste condizioni probabilmente non ci sono”, taglia corto l’ex segretario della Cisl. “Dico questo – aggiunge – perché c’è bisogno di fare una campagna elettorale vera, ci vuole del tempo, col Covid in mezzo è ancora più difficile. Oggi non vedo questa possibilità, con enorme dispiacere”.
Quanto al candidato, per Alberani ci sono “tutte le condizioni per scegliere un nome unitario. Ovviamente la scelta è difficile perché ormai è risaputo che ci sono due grossi blocchi, quello favorevole alla candidatura di Lepore e l’altro che ritiene non sia una candidatura giusta. Una delle due anime perderà se si sceglierà una persona”.
“In questa fase – aggiunge – si può sempre scegliere una terza via, che io avevo individuato in Elisabetta Gualmini. Mi sarei anche senza troppe difficoltà ritirato perché primo è una donna e tutta questa vicenda dimostra come ci sia pochissima attenzione verso le donne da parte dei partiti in generale, poi perché era competente e non faceva parte dei due blocchi. Io sono un uomo però non faccio parte dei due blocchi. Sono un puro outsider”.
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