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Emilia Romagna

Sostegno di oltre 4 milioni a disabili dalla Regione

BOLOGNA (ITALPRESS) – Oltre 4 milioni di euro destinati alle persone con disabilità grave e alle loro famiglie per poter pianificare il futuro, quando i genitori non ci saranno più o non riusciranno a prendersi cura dei figli. Li ripartisce sul territorio la Giunta regionale, che ha approvato nell’ultima seduta laprogrammazione degli interventi per il “Dopo di noi” e lasuddivisione dei contributi tra tutte le Aziende sanitarie, da Piacenza a Rimini, sulla base del numero di residenti tra 18 e 64 anni. Le risorse provengono dal fondo nazionale per il “Dopo di noi” e sono quelle assegnate all’Emilia-Romagna per l’anno 2019 per programmare interventi finalizzati all’emancipazione dal nucleo familiare, supporto all’assistenza domiciliare, miglioramento delle capacità di gestione della vita quotidiana. Nelle prossime settimane si renderà disponibile anche la quota del 2020 di 5,8 milioni di euro, il cui decreto di formalizzazione è in corso di approvazione.
“L’autosufficienza delle persone disabili è un tassello fondamentale nella costruzione dei livelli essenziali di assistenza che il sistema sanitario ci chiede di fornire alle nostre comunità- dichiarano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. In particolare è doveroso pensare a chi, oltre a dover affrontare quotidianamente una grave disabilità, rimane privo di una rete sociale fondamentale come quella della famiglia e deve effettuare un percorso che porterà alla presa in carico da parte dei servizi. Il sistema del welfare pubblico- concludono Schlein e Donini- deve avere grande attenzione verso queste persone particolarmente fragili che necessitano di essere accompagnate e sostenute nel corso della loro esistenza. Da anni la nostra Regione è impegnata con una programmazione che va in questa direzione, e le risorse stanziate tra 2019 e 2020 ci permetteranno di rafforzarle ulteriormente”.
L’intero pacchetto di risorse (4.162.620 euro) servirà in parte a finanziare interventi di accompagnamento all’uscita dal nucleo famigliare (un milione); interventi di sostegno alla permanenza nel proprio domicilio (un milione e seicentomila euro); soluzioni abitative alternative al ricovero nelle strutture (200mila euro, per oneri di acquisto di nuovi alloggi, ristrutturazione e messa a norma degli impianti in quelli preesistenti); rafforzamento dell’autonomia (1 milione 200mila euro); permanenza temporanea fuori dalla famiglia (162.620 euro).
Tra gli interventi che potranno essere finanziati con le risorse assegnate alle Ausl, ci sono i percorsi per insegnare alle persone disabili ad essere autonome nella gestione delle attività quotidiane – dalla cura della propria persona a quella della casa- e, laddove le condizioni fisiche della persona disabile lo consentano, soluzioni alternative all’istituto, come la propria casa di origine, o l’accoglienza in abitazioni, gruppi-appartamento e co-housing.
Quanto alle soluzioni residenziali, cuore innovativo della legge sul Dopo di noi che ha la finalità di consentire alle persone con disabilità di decidere autonomamente dove, come e con chi vivere la propria vita futura in maniera gradualmente indipendente dai genitori, sono stati individuati piccoli alloggi, con non più di 5 ospiti, dove continuare a vivere con altre persone nella propria casa, messa a disposizione dalla famiglia. Oppure gruppi appartamento,destinati a persone che non presentano sufficienti livelli di autonomia e risorse per essere assistiti al domicilio, in cui convivere in un nuovo contesto abitativo diverso dal nucleo familiare di origine, ma assistiti sulle 24 ore. E ancora, strutture residenziali più innovative come le co-housing, che favoriscono lo sviluppo relazionale, attraverso l’istituzione di spazi comuni per la quotidianità e il tempo libero. I nuovi alloggi, secondo quanto previsto dalla legge, dovranno essere collocati in zone residenziali e non potranno essere abitati da più di cinque persone.
Inoltre, in base alla legge sul “Dopo di noi”, in via residuale possono essere finanziati anche interventi di permanenza temporanea in strutture residenziali, nel caso, per esempio, si verifichi un’emergenza non gestibile dai familiari.
Per usufruire del sostegno è necessaria una valutazione complessiva effettuata da èquipe di operatori sociali e sanitari dei Comuni e delle Aziende Usl. Una modalità già consolidata in Emilia-Romagna per l’accesso alle prestazioni del Fondo regionale per la non autosufficienza, che prevede la presenza in ogni distretto di una specifica Unità di valutazione incaricata di accertare gli effettivi bisogni e formulare proposte di progetti personalizzati. Ad oggi, sono 1.260 le persone con gravi disabilità che hanno beneficiato degli interventi realizzati grazie alla legge del “Dopo di noi”, per ognuna delle quali le èquipe multi-professionali dei servizi sociosanitari del territorio hanno predisposto progetti personalizzati, di autonomia e inclusione sociale
Le risorse vengono suddivise tra le Ausl del territorio in proporzione al numero dei residenti di età compresa tra 18 e 64 anni. All’Ausl Romagna, con oltre 700 mila cittadini residenti in questa fascia di età, sono assegnati 1.046.105 euro; all’Azienda sanitaria di Bologna 820.228 euro (555.020 residenti); Ausl Modena 664.050 euro (449.339 residenti); Ausl Reggio Emilia 504.895 euro (341.645 residenti); Ausl Parma 424.661euro (287.353 residenti); Ausl Ferrara 313.316 euro (295.481 residenti); Ausl Piacenza 266.009 euro (179.999 residenti) e Ausl Imola che ha ricevuto risorse per 123.356 euro (83.471 residenti).
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Bologna, la Città della musica sostiene i professionisti del territorio

BOLOGNA (ITALPRESS) – Quarantasei operatori musicali sono pronti a ripartire con il sostegno di 200.000 euro erogato dal Comune di Bologna. Sono i risultati dell’avviso per nuove produzioni musicali che il Comune di Bologna ha pubblicato come azione pilota per sostenere la filiera musicale, settore particolarmente colpito dagli effetti della crisi sanitaria, e che ha dato un esito notevolmente al di sopra delle aspettative, con 207 progetti provenienti da etichette discografiche, a cui principalmente era rivolto l’avviso, agenzie di management, mondo del terzo settore e singoli artisti.
Una risposta compatta da parte di tutta la Città della Musica che ha dimostrato come gli operatori musicali abbiano l’esigenza di impiegare questo periodo, in cui esibizioni e concerti dal vivo sono sospesi, nella creazione di nuovi contenuti, e che ha indotto il Comune di Bologna ad incrementare le risorse a disposizione fino alla quota di 200.000 euro.
“Vogliamo che la musica dal vivo riparta al più presto – dichiara Matteo Lepore, assessore alla cultura del Comune di Bologna – ma nel frattempo i musicisti non possono stare in ‘stand by’: abbiamo immaginato questo nuovo strumento per sostenere la fase creativa, incoraggiandoli a preparare nuovi contenuti da proporre al più presto dal vivo. Bologna è ‘città della musicà non solo per il suo glorioso passato, ma soprattutto per un presente in cui la produzione ha un ruolo centrale, con tanti professionisti impegnati nel settore sul nostro territorio”.
Sono state premiate 46 produzioni, di cui 24 proposte da associazioni e 22 da imprese e liberi professionisti con contributi pari a 4.000 e 7.000 euro.
Entrando nel dettaglio, sono stati selezionati 14 progetti presentati dalle etichette del territorio, 11 da agenzie, imprese e professionisti del settore musicale e 21 dai soggetti del terzo settore.
Da uno sguardo complessivo, le tipologie di proposte riguardano per lo più la produzione di album, in digitale e su supporto fisico, con un forte ritorno al vinile, ma non sono mancate proposte di residenze artistiche, documentari sonori e prodotti multimediali. La maggior parte dei progetti ha in comune un’alta qualità delle produzioni proposte e un approccio alla produzione musicale di tipo professionale.
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Università, il Dams di Bologna compie mezzo secolo

Il corso di studio in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (Dams) dell’Università di Bologna compie 50 anni. La Regione sostiene e partecipa all’importante anniversario, assegnando un contributo straordinario di 200mila euro all’Alma Mater Studiorum, a sostegno del programma di iniziative per le celebrazioni. Il contributo è contenuto nella proposta di bilancio che va in votazione entro l’anno all’Assemblea Legislativa. “Siamo lieti di festeggiare assieme all’Università di Bologna il cinquantesimo anniversario del Dams – afferma l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori. Il corso ha rappresentato una significativa apertura alla modernità e alla creatività della cultura italiana, offrendo un contributo essenziale alla revisione dello stesso concetto di cultura, in una direzione moderna e democratica”.
“Questa esperienza innovativa, prima in Italia nel suo genere, ha contribuito a rendere anche l’Emilia-Romagna una protagonista indiscussa nel panorama artistico, musicale, teatrale e cinematografico nazionale, richiamando e formando migliaia di talenti che sono diventati colonne portanti del sistema istituzionale e industriale della cultura e della comunicazione.
“ueste celebrazioni- chiude Felicori- sono quindi occasione di grande rilievo anche per il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo della nostra regione nella alta formazione e nell’industria culturale”.
Nato nel 1971 a Bologna, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, per iniziativa del grecista Benedetto Marzullo, il Dams è stato il primo corso di laurea italiano interamente dedicato alle arti visive e dello spettacolo, poi diffondendosi su tutto il territorio nazionale.
Oggi si contano circa 20 sedi, dalla Calabria a Padova, da Firenze a Genova, dal Salento a Messina, da Milano Statale allo IULM, da Pisa alla Sapienza, da Salerno a Torino, passando per Teramo, Roma Tre, Palermo e varie altre. Il Dams di Bologna si è quindi scisso, dando vita nel 1993 al corso di Laurea in Scienze della Comunicazione.
Corsi magistrali come “Beni artistici e dello Spettacolo” e “Comunicazione e Media Contemporanei per le Industrie Creative” (Università di Parma), “Scienze e tecnologie della Comunicazione” o “Lettere, Arti e Archeologia” (Università di Ferrara), “Discipline dello Spettacolo dal Vivo”, “Arti Visive”, “Cinema, Televisione e Produzione Multimediale” (Università di Bologna) e i loro omologhi in quasi tutte le università italiane sono una conseguenza del Dams. Con essi, tutta la serie di master e corsi di specializzazione che ne costituiscono il completamento. E, ancora, non si può ignorare il ruolo che la nascita del Dams ha avuto nel rilancio del cosiddetto Settore AFAM, ovvero quello dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, dove si è arrivati a stabilire l’equipollenza con la laurea per i titoli rilasciati dalle Accademie di Belle Arti o dai Conservatori e dalle altre istituzioni parificate.
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Monopattini elettrici, linee guida per la sicurezza in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Sono tra i nuovi protagonisti della mobilità verde, leggeri, veloci – anche troppo per i detrattori -, cugini delle bici elettriche, ma ancora più smart. I monopattini elettrici vivono il loro momento di gloria, ma se in tanti li amano, stanno crescendo anche le perplessità, dovute soprattutto alla mancanza di regole chiare quando si conducono i mezzi per strada.
E proprio per fare chiarezza sul loro uso in sicurezza nel rispetto delle regole della strada e su diritti e doveri dei monopattinisti, anche alla luce di incidenti stradali avvenuti sul nostro territorio, la Regione Emilia-Romagna ha messo a punto una strategia ad hoc, realizzata in collaborazione con Comune e Polizia locale di Bologna e gruppo Monopattini Elettrici Bologna. Materiali che saranno distribuiti alle scuole di ogni ordine e grado dell’Emilia-Romagna, grazie a un accordo con l’Ufficio scolastico regionale, alle università, agli enti locali e ad Anas, oltre che al dipartimento Sicurezza stradale del ministero dei Trasporti.
Le linee guida e il video, realizzato da Lepida, sono stati illustrati questa mattina dall’assessore regionale alla Mobilità, Andrea Corsini, dal presidente dell’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, Mauro Sorbi, insieme all’assessore alle Politiche per la mobilità del Comune di Bologna, Claudio Mazzanti e, in rappresentanza della Polizia locale di Bologna, Maura Rossi. “Abbiamo voluto realizzare una campagna di informazione specifica sull’uso dei monopattini che si stanno sempre più diffondendo nelle nostre città- afferma Corsini- con un duplice obiettivo. Da una parte valorizzarne l’utilizzo come nuovo e utile strumento di mobilità sostenibile, dall’altro ribattere che si tratta sempre di un mezzo che circola sulle strade e per questo è necessario riflettere sulla sicurezza di chi li utilizza e degli altri utenti della strada: pedoni, ciclisti, automobilisti. Il diritto di circolare del monopattinista comporta infatti dei doveri, regole base della convivenza stradale- spiega l’assessore-. E nasce proprio da qui l’idea delle linee guida regionali, rivolte a studenti e cittadini in generale, che illustrano, in modo sintetico e immediato, i comportamenti corretti a cui attenersi e quelli errati da evitare”.
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Nuovo patto per il lavoro e il clima in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – “E’ una sfida che guarda ben oltre la legislatura”. Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini presenta così il Nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima siglato con 55 firmatari: enti locali, sindacati, imprese (industria, artigianato, commercio, cooperazione), i quattro atenei regionali (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara, Parma), l’Ufficio scolastico regionale, associazioni ambientaliste (Legambiente, Rete Comuni Rifiuti Zero), Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche (Abi). “Abbiamo obiettivi molto ambiziosi” ha sottolineato il numero uno della Regione.
“Anche noi che già stiamo pagando un alto prezzo per le tante vite umane perse, dovremo contrastare la recessione in atto. Dovremo recuperare posti di lavoro, ma quando ci sarà la ripresa sono convinto che questa terra sarà capace di partire prima e meglio degli altri. Non è un caso che secondo gli indicatori Bologna, il nostro capoluogo, sia la città con la miglior qualità della vita e che nelle prime posizioni della classifica ci siano altre 9 provincie della regione. Spero che anche a Roma qualcuno guardi e prenda spunto da questo patto”.
Il percorso che “guarda dritto nel futuro” prevede una completa decarbonizzazione entro il 2050, l’impiego del 100% di energie rinnovabili al 2035, il 3% del Pil regionale investito in ricerca e sviluppo e la percentuale di Neet, giovani che non cercano un impiego e nè studiano, sotto il 10%. L’investimento da 30 miliardi di euro, tra pubblico e privato, sul territorio si pone quattro obiettivi strategici. L’Emilia-Romagna dovrà essere la regione della conoscenza e dei saperi, della transizione ecologica, dei diritti e dei doveri, del lavoro, delle imprese e delle opportunità. “Vogliamo ripartire tutti insieme. Ognuno deve fare la propria parte” ha detto la vicepresidente Elly Schlein. “Noi con questo Patto abbiamo dato un indirizzo chiaro e coraggioso alle scelte per il contrasto ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze sociali, di genere e territoriali, avviando un percorso di cambiamento urgente e ineludibile per il futuro della nostra comunità e delle prossime generazioni. Anche perchè- ha rimarcato – la nostra terra è molto fragile e vittima delle bombe d’acqua, delle inondazioni portate dal cambiamento climatico”. E’ infatti previsto un piano pluriennale di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa della Costa. “Rispetto ai patti precedenti- ha detto l’assessore Vincenzo Colla – questo prevede un posizionamento un posizionamento strategico dell’Emilia-Romagna per i prossimi 10 anni. Questo è un patto che ci fa stare sempre più legati all’Europa. Qui dal punto di vista produttivo abbiamo un patrimonio incredibile e vogliamo attivare il più grande new deal del sapere, dell’intelligenza delle mani, perchè la nostra regione vuole aiutare la sua nazione”. Si punterà dunque sull’ecosostenibilità anche dei trasporti, sul rafforzamento della Rete Alta Tecnologia e dell’Emilia-Romagna Data Valley bene pubblico, sulla centralità della sanità pubblica, sulla legalità, sulla regione come capitale dell’industria culturale e creativa, sulla rete educativa e sulla difesa dei posti di lavoro e di una nuova politica fiscale. Il cambiamento è partito.
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Qualità della vita, nel 2020 vince Bologna, effetto Covid sul Nord

ROMA (ITALPRESS) – E’ Bologna la provincia con la migliore qualità della vita nel 2020. Lo stabilisce la 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori.
Lo studio parte da questo interrogativo: tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatori, per la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori. L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: 1. Ricchezza e consumi; 2. Demografia e salute; 3. Affari e lavoro; 4. Ambiente e servizi; 5. Giustizia e sicurezza; 6. Cultura e tempo libero. Con una scelta di campo importante: all’interno di queste aree sono stati inseriti 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale.
Tra questi nuovi parametri, ad esempio, ci sono i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio è stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalità di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani.
La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e traina un pò tutte le province dell’Emilia Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8^), Forlì Cesena (14^), Modena (15^) e Reggio Emilia (17^). In particolare, Bologna è prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106^): è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un’alta presenza di fuorisede.
Sul podio ci sono Bolzano (2^) e Trento (3^), habituè della top 5 della Qualità della vita, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia, benchè siano ora attese alla prova di un inverno difficile per l’economia della montagna. A parte queste due province, dall’indagine risulta come soprattutto il Nord della Penisola esca penalizzato dagli effetti su larga scala del virus: qui, infatti, si registra la diffusione più elevata del Sars-Cov-2 in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano – vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 – che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).
La crisi penalizza le aree metropolitane più turistiche, come Venezia (33^, in calo di 24 posizioni), Roma (32^, -14), Firenze (27^, -12) oppure Napoli (92^, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le località di mare: peggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36^, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e Ragusa. In controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, dove addirittura Genova (19^) celebra con una buona performance la riapertura del viadotto sul Polcevera dopo il crollo del ponte Morandi recuperando 26 posizioni. A registrare “scatti di crescita”, piazzandosi nella top ten, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (4^, +3 posizioni), Udine (6^, +10 che ottiene la sua migliore performance in Giustizia e sicurezza) e Cagliari (9^, +11, regina della categoria Demografia e salute).
I bilanci post pandemia sono ancora prematuri. Ma per il momento, pur colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte più alta della graduatoria, non è riuscito a trascinarli sul fondo. Il Sud, infatti, resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre. Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perchè il virus ha picchiato più duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato. Questo anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno.
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Maltempo, Più servizi sul portale AllertaMeteoER

BOLOGNA(ITALPRESS) – Una nuova sezione nel portale AllertaMeteoER che riporta gli avvisi sul rischio valanghe e una mappa generale in home con la fotografia di tutti i fenomeni meteo che interessano il territorio. Sono le novità principali delle nuove procedure di allertamento per il rischio meteo idrogeologico, idraulico, costiero e valanghe dell’Emilia-Romagna. Tra i nuovi strumenti del portale anche un canale Telegram “AllertaMeteoER”, https://t.me/AllertaMeteoEMR. Tutte le pagine informative, con le misure di sicurezza da seguire per ogni tipo di allerta, sono condivisibili sui principali social e su whatsapp. Il documento, approvato dalla Giunta regionale, definisce le linee per la gestione organizzativa e funzionale delle allerte emesse dall’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, a cui fanno riferimento istituzioni e strutture operative.
L’obiettivo è rendere le procedure più chiare e funzionali, a beneficio di tutti i soggetti istituzionali della rete e del volontariato.
Per quanto riguarda le valanghe, a seguito dell’adeguamento alla direttiva nazionale del 12 agosto 2019, vengono considerate come fenomeni che danno luogo a un’allerta o bollettino, al pari degli altri eventi meteorologici, delle criticità idrauliche e idrogeologiche. Sono quindi state introdotte tra i fenomeni indicati nella mappa pubblicata quotidianamente sul portale https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/, ed è stato prodotto un format apposito, simile a quello delle Allerte meteo, con l’indicazione delle zone di allerta. Dalle zone di allertamento differenziate che davano luogo a due differenti mappe, si passa ora una mappa unica a 18 zone omogenee per tutte le casistiche (eventi meteorologici, idraulici, idrogeologici e temporali), che a colpo d’occhio fotografa la situazione di tutta l’Emilia-Romagna. Con le nuove zone sarà possibile una più puntuale attribuzione dei codici colore in corso di evento per la criticità idraulica; ad esempio, in caso di piena del Po, si potranno allertare aree più limitate, senza coinvolgere una porzione di territorio ampia.
Le nuove procedure contengono inoltre l’aggiornamento delle tabelle degli scenari relative ai fenomeni oggetto dell’allertamento, rese più chiare e comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Con il documento approvato in Giunta, si è completato un percorso di revisione e aggiornamento che coinvolge l’intero sistema di allertamento e il portale Allerta Meteo ER. A tre anni dalla messa online, la nuova versione lo rende maggiormente fruibile da Comuni, tecnici e cittadini nonchè allineato alle più comuni interfacce dei siti web. Per inquadrare le novità del Portale in 100 secondi ecco il video tutorial sul canale Youtube di Arpae ER: https://www.youtube.com/watch?v=eD7GP3HbYZM.
Si parte dalla nuova funzionalità, pensata per i Comuni, di un migliore sistema di gestione dei destinatari del sistema di allertamento regionale: la possibilità di creare rubriche di soggetti personalizzate per i Comuni convenzionati, utilizzabili per inviare comunicazioni a gruppi predefiniti di contatti in fase previsionale o durante l’emergenza. E’ diventata inoltre più frequente l’acquisizione dei dati reali dai principali sensori idro-pluviometrici a 15 minuti: questo significa mappe online aggiornate più spesso per seguire con maggiore tempestività l’evoluzione di una piena. Il restyling del portale ha rimodellato alcuni strumenti per migliorare la comunicazione delle allerte e della cultura di autoprotezione verso i cittadini: l’opzione di rilanciare alcuni contenuti del portale attraverso whatsApp e sui social, la revisione della sezione domande frequenti (FAQ), il battesimo della sezione video per la consultazione di contenuti multimediali sul tema dell’allertamento.
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Tamponi rapidi in farmacia in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Un’altra massiccia campagna di screening, su base volontaria e gratuita per i cittadini, per testare sempre più persone, intercettare il più rapidamente possibile i nuovi positivi asintomatici e spegnere sul nascere eventuali focolai, a partire da quelli in famiglia o a scuola. L’Emilia-Romagna raddoppia: dopo i test sierologici rapidi destinati al mondo della scuola – dal personale agli studenti, con relativi familiari – arrivano in farmacia anche i test nasali per la rilevazione dell’antigene del Coronavirus, noti come tamponi rapidi, con esito in soli 15 minuti.
Grazie al secondo accordo che la Regione ha siglato con le associazioni di categoria territoriali delle farmacie convenzionate, pubbliche e private, da lunedì 21 dicembre e fino al 30 giugno 2021 (eventualmente prorogabile) prenderà il via su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, questa nuova indagine epidemiologica, rivolta potenzialmente a oltre 2 milioni di cittadini, circa un residente su due. Durante i lavori preparatori del documento condiviso, si è ritenuto utile raccogliere sia il parere positivo degli Ordini dei farmacisti della nostra regione sia le osservazioni delle Organizzazioni sindacali – Filcams e Fisascat – in tema di rafforzamento delle misure organizzative e tutela della salute e sicurezza delle farmaciste e dei farmacisti.
La novità è stata illustrata oggi in videoconferenza stampa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffale Donini, e dai rappresentanti delle associazioni di categoria delle farmacie convenzionate.
Destinatari, oltre ai farmacisti che partecipano al progetto, sono gli stessi cittadini dello screening avviato lo scorso 19 ottobre, il primo di questo tipo in Italia, che ha consentito di testare (con l’adesione di 939 farmacie convenzionate, il 70% di quelle presenti in regione) già 309.000 persone, di cui soltanto lo 0,2% risultate positive al Coronavirus dopo tampone molecolare di conferma.
L’invito a partecipare, valido per i cittadini che hanno assistenza sanitaria in regione, è dunque a tutti gli scolari e gli studenti da 0 a 18 anni e i maggiorenni che frequentano la scuola secondaria superiore, con i loro genitori (anche se separati e/o non conviventi e tutori/affidatari), fratelli e sorelle ed altri familiari conviventi, nonchè i nonni non conviventi; gli studenti universitari che hanno il medico di medicina generale in Emilia-Romagna e quelli che, benchè qui assistiti, frequentano Università fuori regione. E ancora: il personale dei servizi educativi 0-3 anni e quello scolastico di ogni ordine e grado, compresi gli Enti di formazione che erogano i Percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP) e gli studenti che li frequentano.
Per tutti, ci sarà la possibilità di effettuare il test una volta al mese. Un’operazione ancora una volta gratuita per i cittadini grazie all’investimento della Regione, che rimborserà alle farmacie 16,76 euro per ogni test, tra approvvigionamento del materiale, dispositivi di protezione individuale e remunerazione del servizio. “Un altro, prezioso strumento, veloce e senza costi per i cittadini, per individuare i nuovi positivi asintomatici, circoscrivere e spegnere sul nascere eventuali focolai” affermano il presidente Bonaccini e l’assessore Donini.
“Non lasciamo nulla di intentato per combattere il virus e prevenirne la diffusione, a partire dai nuclei familiari e dalla scuola, che peraltro monitoriamo da tempo con i test sierologici tradizionali e, da metà ottobre, anche con quelli rapidi. Ringraziamo le associazioni di categoria dei farmacisti e le organizzazioni sindacali per la grande disponibilità dimostrata: abbiamo fatto squadra offrendo ai cittadini un’ulteriore possibilità di sapere, in totale sicurezza, se sono entrati in contatto con il virus Sars-CoV-2, per la tranquillità e la tutela della propria salute, dei propri cari e dell’intera comunità”.
“Parliamo- aggiungono presidente e assessore- di un ulteriore sforzo, economico e organizzativo, davvero consistente, anche perchè diamo la possibilità di effettuare il test rapido in farmacia una volta al mese.
Confidiamo che la risposta sia molto alta: la battaglia contro il virus possiamo vincerla solo insieme, con la massima responsabilità di tutti e di ognuno”. Per effettuare il test è sufficiente prendere appuntamento con il farmacista, consultando l’elenco degli aderenti su un sito che nei prossimi giorni sarà reso disponibile e costantemente aggiornato.
Il farmacista avrà cura, in fase di prenotazione, di informare il cittadino che l’attività verrà eseguita in autotest. In caso di minori, un genitore o tutore deve dare il proprio consenso ed essere presente, per eseguire lui stesso il test al minore. L’attività sarà sempre svolta nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, dall’uso obbligatorio e corretto della mascherina, che sarà abbassata solo nel momento del campionamento e poi riposizionata correttamente, all’igienizzazione delle mani, dal controllo della temperatura corporea al distanziamento.
Proprio perchè si tratta di uno screening rivolto unicamente a persone prive di sintomi, per la sicurezza di cittadini e farmacisti non si può effettuare il test se negli ultimi 10 giorni si sono avuti contatti stretti con persone affette da Covid-19, se si ha febbre superiore a 37,5° C o sintomatologia respiratoria. Per i cittadini che si trovano in queste condizioni sono infatti attivi altri percorsi.
Il farmacista registrerà sul Portale regionale delle Farmacie i dati della persona che si sottopone al test; l’esito viene trasmesso al medico di sanità pubblica dell’Azienda Usl di assistenza e a quello di medicina generale. In caso di positività, il cittadino dovrà restare in isolamento presso il proprio domicilio evitando i contatti con altre persone, in attesa di essere contattato telefonicamente dai Servizi di santità pubblica della propria Ausl per eseguire il tampone molecolare nasofaringeo, che potrà confermare o meno la presenza del virus.
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