BOLOGNA (ITALPRESS) – Questa mattina, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha ricevuto l’ambasciatore d’Israele in Italia, Dror Eydar. Un’occasione per rinsaldare le relazioni e tracciare nuove occasioni di collaborazione, in particolare nell’ambito dei programmi accademico-scientifici già in essere tra l’Emilia-Romagna e Israele. L’Emilia-Romagna è la prima regione che l’ambasciatore Eydar – accompagnato dalla vice-ambasciatrice Ofra Farhi – visita dopo la fine del lockdown. Durante l’incontro, sono state ricordate le diverse iniziative di solidarietà, morale e concreta, messe in atto da Israele verso il nostro Paese nel corso della pandemia. A cominciare dall’illuminazione ‘tricolorè proiettata a marzo sulle Mura di Gerusalemme e sulla facciata del Palazzo del Comune di Tel Aviv, così come in altre città: Beer Sheva, Petah Tikva e Netanya. E’ stata condivisa l’intenzione di proseguire nella collaborazione in ambito manifatturiero e delle filiere ad alta tecnologia, a partire dal settore dei big data, un percorso iniziato nel 2018 con la missione dell’allora assessore Patrizio Bianchi finalizzata a incontrare università e centri di ricerca israeliani, tra i più avanzati al mondo. “Ringrazio l’ambasciatore per la visita e la solidarietà mostrata alla nostra comunità regionale nei momenti più difficili della pandemia”, le parole del presidente Bonaccini: “Israele è un interlocutore importante e ci sono tutte le premesse per rinsaldare una collaborazione che in questi anni ha già dato risultati proficui che intendiamo confermare e sviluppare”. “Al culmine della crisi – sottolinea l’ambasciatore Eydar – noi dell’Ambasciata d’Israele abbiamo seguito da vicino ciò che stava accadendo in Emilia-Romagna. Sono felice dell’incontro di oggi, e spero che il nostro Paese possa contribuire con ciò che serva, a partire da dotazioni tecnologiche, nella nuova situazione”.
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Bonaccini riceve ambasciatore Israele “Rinsaldare collaborazione”
Emilia Romagna, sabato al via il Festival dei Mulini Storici
BOLOGNA (ITALPRESS) – Nove spettacoli di danza e grande musica in otto mulini storici dell’Emilia-Romagna. Sabato 25 luglio al Mulino Scodellino di Castel Bolognese andrà in scena La Toscanini, primo appuntamento di “Macinare Cultura”, festival dei mulini storici del territorio emiliano-romagnolo. “Il fatto che ci siano ancora mulini funzionanti, seppur solamente a scopo didattico, è una cosa entusiasmante. E che si siano associati per promuoversi e promuoverci – ha detto l’assessore alla Cultura della Regione Mauro Felicori – è molto importante, perchè ben prima dell’epidemia che ha dato un ulteriore scossone il turismo si era trasformato in turismo lento e sostenibile. Nel mondo l’Italia è il paese più desiderato da visitare, ma realmente solo il quinto o sesto perchè non sempre siamo capaci di trasmettere l’idea di servizi che funzionano o serenità”.
Ma questo festival è in grado di esaltare la bellezza paesaggistica dell’Italia, la sua storia e cultura: “Godiamocelo” ha concluso l’assessore. Ora farina non ne possono più produrre se non a scopo dimostrativo, ma “i mulini storici – ha sottolineato Rosanna Pasi, presidente di Amici del Mulino Scodellino e referente regionale dell’Associazione italiana amici dei mulini storici – risiedono in luoghi meravigliosi che sono metà del turismo lento e sostenibile. Sono parte integrante della nostra storia. Erano un centro di ritrovo: nel mulino Scodellino si riunivano le mamme per programmare il futuro delle loro figlie. Ed avevano grande importanza anche a livello economico”. L’obiettivo adesso è quello di “farli conoscere come luoghi di cultura per sviluppare il turismo nelle aree in cui sorgono” ha spiegato Pasquale Vita, direttore del circuito regionale multidisciplinare Fondazione Ater Emilia-Romagna, che ha organizzato l’iniziativa insieme alla Regione, all’Aiams e ai comuni coinvolti.
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“Gravi illeciti durante lockdown”, 6 carabinieri arrestati a Piacenza
PIACENZA (ITALPRESS) – Piacenza conteggiava le morti da coronavirus e i carabinieri della centralissima caserma Levante di via Caccialupo avrebbero messo in atto “gravi illeciti con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dalla Presidenza del Consiglio nei decreti emanati”. Il procuratore capo della Repubblica di Piacenza, Grazia Pradella, ha condotto un’indagine durata sei mesi e che ha portato alla luce una “situazione di illegalità grave e diffusa ad un’intera caserma” che è stata sequestrata. La Guardia di Finanza e la Polizia Locale di Piacenza hanno arrestato diciassette persone, tra le quali cinque carabinieri finiti in carcere e uno agli arresti domiciliari. Altri tre militari dell’Arma e un finanziere sono stati raggiunti dal provvedimento dell’obbligo di firma. Obbligo di residenza in provincia per il comandante di Compagnia. Sono “fatti di estrema gravità” ha detto Pradella e “questa indagine ha reso giustizia ai tanti militari che sul territorio Piacentino e in Italia svolgono il loro lavoro con passione e sono vicini alle persone”.
Gli episodi contestati si riferiscono ai mesi di lockdown anche se comportamenti illeciti esistevano dal 2017. Come un’odissea, non a caso “Odyssèu” è il nome dell’operazione, giorno dopo giorno la Guardia di Finanza di Piacenza ha documentato episodi di spaccio, ricettazione, estorsione, arresti illegali con tanto di torture, violenze e sequestro di persona, abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Sono solo alcuni dei capi d’accusa contestati a militari e semplici cittadini, dieci italiani e uno magrebino.
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Scuola, l’Emilia Romagna anticipa “Lezioni al via il 14 settembre”
BOLOGNA (ITALPRESS) – Lezioni al via, in Emilia-Romagna, lunedì 14 settembre, mentre l’ultima campanella suonerà sabato 5 giugno 2021. Queste le date di apertura e chiusura dell’anno scolastico 2020/2021 messe nero su bianco con una delibera dalla Giunta regionale, acquisito il parere della Conferenza regionale per il Sistema formativo. Si parte, dunque, con un giorno di anticipo rispetto al 15 settembre fissato per l’apertura del calendario scolastico nella delibera n. 353 del 2012, che rimane però valida in tutte le altre parti, compresa la data di stop alle lezioni: il 5 e non il 6 giugno, poichè nel 2021 cadrebbe di domenica.
Le date stabilite per l’avvio e il termine dell’attività didattica sono valide per le classi del primo ciclo di istruzione (elementari e medie) e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione (superiori) e formazione (IeFP). Per le scuole d’infanzia, in considerazione della rilevanza e della specificità del servizio educativo offerto, viene confermata la facoltà di anticipare la data di apertura e di posticipare il termine delle attività didattiche, pur con le motivazioni, le modalità e nei limiti previsti dalla delibera del 2012, tra cui: che la scelta risponda alle finalità del piano dell’offerta formativa e alle decisioni degli Organi collegiali della scuola interessata, e sia assunta d’intesa con il Comune di appartenenza. “Abbiamo ritenuto opportuno – sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni – d’intesa con i sindacati e tutti i soggetti che partecipano al tavolo regionale, anticipare di un giorno, per quest’anno, l’avvio delle lezioni, tenuto conto delle condizioni nelle quali si è potuta svolgere l’attività scolastica dal 23 febbraio in poi, a causa dell’emergenza Coronavirus. Nel frattempo, prosegue quotidianamente il lavoro con i dirigenti scolastici e tutti gli interlocutori coinvolti per assicurare alle famiglie, al personale della scuola e del sistema formativo e a tutti gli studenti e le studentesse dell’Emilia-Romagna una ripartenza in sicurezza e in tranquillità. Fin dall’inizio abbiamo detto che la riapertura delle scuole a settembre, in presenza, era la priorità, perchè non esiste vera ripartenza senza studenti in aula”, concludono. La delibera sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico.
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Bonaccini “12,5 mln per un piano d’investimenti in provincia Piacenza”
PIACENZA (ITALPRESS) – Un Piano straordinario di investimenti per la provincia di Piacenza, per aiutare la ripartenza dell’area più duramente colpita dall’emergenza Coronavirus. Sostenuto da 12,5 milioni di euro stanziati dalla Regione, risorse del proprio bilancio, nuove, al di là di qualsiasi programmazione precedente, permetterà di finanziare progetti in settori strategici quali quelli della mobilità sostenibile, delle infrastrutture, della riqualificazione urbana e degli edifici pubblici. In ogni Comune, progetti già cantierabili, in grado dunque di partire in tempi brevi. E’ lo strumento che la Giunta regionale, riunita a Piacenza, ha condiviso con i sindaci del territorio, nel giorno che il presidente Stefano Bonaccini e gli assessori regionali passano interamente nella provincia piacentina. “La comunità piacentina ha affrontato con forza e senso di responsabilità mesi durissimi – afferma Bonaccini – dai quali siamo venuti fuori come comunità regionale, sostenendoci a vicenda, ma non c’è dubbio sul fatto che Piacenza e l’intera provincia abbiano dovuto moltiplicare gli sforzi, pagando un prezzo altissimo: qui si è consumata la prova più difficile, e ora vogliamo sostenere la ripresa continuando a lavorare insieme”. Intanto è in corso in questi giorni il confronto tra Regione Emilia-Romagna e Ministero della Salute per dare corso all’impegno assunto dal ministro Roberto Speranza nella sua recente visita a Piacenza: uno stanziamento ulteriore di 20 milioni di euro per investimenti nella rete ospedaliera piacentina, attraverso i quali la Regione potrà aggiornare il proprio programma a favore della rete territoriale della provincia. Dopo la risposta all’emergenza sanitaria che l’ha duramente colpita, Piacenza è al lavoro per potenziare, con il sostegno economico dello Stato e della Regione per oltre 4 milioni di euro, i posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva in caso di ripresa epidemica del virus: sono già stati programmati e iniziati gli interventi nei tre principali ospedali provinciali – Piacenza, Castel San Giovanni e Fiorenzuola. (ITALPRESS).
Bonaccini in visita a San Marino “Rafforzare collaborazione”
SAN MARINO (ITALPRESS) – Visita istituzionale nella Repubblica di San Marino oggi per il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che è stato ricevuto dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari e dai funzionari del Dipartimento Affari Esteri. Al centro del colloquio la collaborazione per progetti di cooperazione territoriale ipotizzando modalità operative sinergiche, così come un approfondimento delle opportunità derivanti dalla reciproca collaborazione nell’ambito della Macroregione Adriatico-Ionica. Il presidente della Regione era accompagnato da una delegazione composta dagli assessori Irene Priolo, Paolo Calvano, Vincenzo Colla e dall’Ambasciatore d’Italia Guido Cerboni. Sono state affrontate tematiche relative al rapporto di vicinato, in particolare riguardo alla possibilità di modificare gli accordi e protocolli che legano la Repubblica di San Marino e la Regione Emilia-Romagna su vari aspetti, dal settore del lavoro, in particolare quello transfrontaliero, all’industria fino alla formazione e al turismo, con particolare rilievo alla reciproca valorizzazione del territorio. Altri temi affrontati hanno riguardato la possibilità di estendere la cooperazione nel campo sanitario e socio-sanitario, già intensificata nel periodo dell’emergenza Covid. “La volontà comune – ha detto il Segretario Beccari – è quella di rafforzare queste sinergie ampliando lo spettro delle collaborazioni”. Il presidente Bonaccini, cui stata conferita l’onorificenza del grado di Cavaliere Grand’Ufficiale dell’Ordine Equestre di Sant’Agata, ha affermato che “il rapporto con San Marino è solido e uscirà rafforzato dai difficili mesi che abbiamo alle spalle”. “L’incontro di oggi è stato molto positivo – ha concluso – e voglio ringraziare per l’onoreficenza attribuitami, ed è stato utile per affrontare temi che riguardano lo sviluppo dei nostri territori”.
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Bonaccini “Investimenti per 40 mln nelle province dell’Emilia Romagna”
RIMINI (ITALPRESS) – Un Programma di investimenti straordinario per la provincia di Rimini. Per il quale la Regione mette a disposizione 12,5 milioni di euro, risorse del proprio bilancio, nuove, al di là di qualsiasi programmazione precedente, destinate a finanziare almeno un progetto per ogni Comune, effettivamente cantierabile già nei prossimi mesi, partendo da settori strategici quali quelli del recupero e riqualificazione di spazi urbani e immobili, della mobilità sostenibile e delle infrastrutture. E’ lo strumento adottato oggi dalla Giunta regionale, riunita a Cattolica nel giorno dedicato dal presidente Stefano Bonaccini e dagli assessori a diversi appuntamenti nella provincia di Rimini, e condiviso prima con i sindaci del riminese in un incontro sempre nel Municipio del comune costiero, presente il presidente della Provincia, Riziero Santi e la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti. “Vogliamo sostenere una ripartenza solida, inclusiva e di qualità – afferma il presidente Bonaccini – L’Emilia-Romagna ha tutto per farcela. A partire dal territorio riminese, che vogliamo affiancare nel percorso di una piena ripresa, dopo essere stato area arancione per lungo tempo, con misure particolarmente restrittive da dover osservare. Qui c’è un tessuto economico e sociale forte, ci sono capacità e talenti che meritano massima attenzione. Noi vogliamo fare subito la nostra parte, con un Piano straordinario e risorse fresche che servano per mobilitare investimenti e ad attuare i progetti nati qui, nelle comunità locali, accelerando al massimo le procedure nel pieno rispetto della legalità”. Il Piano per la provincia di Rimini rientra nel programma straordinario di investimento per i territori colpiti dalla pandemia e aree montane ed interne, con una dotazione già certa di 40 milioni di euro. 12,5 milioni per i Comuni del riminese, 12,5 milioni per quelli della provincia di Piacenza, 1 milione per il Comune di Medicina, nel bolognese, e 14 milioni di euro per le aree interne e montane delle altre province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, ripartiti appunto sulla base del numero degli abitanti di aree montane e aree interne (quella del Basso Ferrarese per Ferrara).
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Nel 2019 75% controversie ha dato ragione ai cittadini in Emilia Romagna
BOLOGNA (ITALPRESS) – Nel 2019 il Corecom ha fatto sì che i cittadini dell’Emilia-Romagna potessero avere riconosciuti oltre 2 milioni di euro a seguito delle richieste di conciliazione e di definizione in controversie nel settore della telecomunicazione elettronica (gestori telefonici e pay tv). Sempre negli scorsi 12 mesi Corecom ha svolto le sue attività di monitoraggio delle tv e soprattutto, anche con un occhio attento alla parità di genere, ha vigilato sulla corretta applicazione della par condicio nei turni elettorali amministrativi ed europei del 2019 e nelle elezioni regionali del gennaio 2020.
I dati dell’attività di Corecom sono stati presentati oggi dal Presidente Stefano Cuppi e dal Vicepresidente Alfonso Umberto Calabrese nel corso dell’annuale relazione svolta in un’audizione della Commissione Parità presieduta da Francesco Alessandro Amico. “Abbiamo svolto come da mandato le attività che la legge regionale affida a Corecom”, ha spiegato il Presidente Cuppi, che tra le tante iniziative svolte si è soffermato soprattutto sul progetto “A scuola con i media”, che ha portato alla realizzazione di 50 laboratori e incontri di educazione ai rapporti con i mezzi di informazione rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo grado. Da segnalare, inoltre, i convegni dell’8 ottobre e del 26 novembre 2019 che hanno visto la presenza di relatori e ospiti di livello nazionale, in particolare quello di novembre dedicato alla “Liberazione della Banda 700mhz: road map e contributi per i cittadini”.Dal canto suo, il vicepresidente Calabrese ha sottolineato come tutta l’attività di conciliazione, contenzioso e definizioni annuali abbia fatto registrare un forte aumento: il binomio conciliazioni-contenziosi sono stati 9.476 (+10,6% rispetto al 2018) e le definizioni annuali oltre mille (+24,1%). Nel 75% dei casi di queste attività gli esiti sono stati a favore delle istanze avanzate dai cittadini.
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