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Emilia Romagna

Hera, certificazione Carbon Footprint per il teleriscaldamento a Ferrara

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La rete di teleriscaldamento gestita dal Gruppo Hera a Ferrara fa ampio ricorso alla geotermia, una fonte totalmente rinnovabile che, associata al recupero del calore prodotto dal termovalorizzatore di via Diana, fa sì che quasi il 90% del calore distribuito nelle case della città estense sia green.
Uno studio congiunto di Hera e di Ergo, uno spin-off dell’Università Sant’Anna di Pisa specializzato in attività di consulenza sulla gestione ambientale e sul management della sostenibilità, ha permesso di certificare la riduzione dell’impatto ambientale sulla città di Ferrara. I risultati, validati dall’organismo di certificazione accreditato SGS che ha assegnato la nuova certificazione Carbon Footprint relativa all’impronta di carbonio, evidenziano che la fornitura “a domicilio” di 1 Kilowattora termico grazie al teleriscaldamento ferrarese ha un peso, in termini di CO2 prodotta, letteralmente “piuma”: appena 122 grammi.
Questo dato, certificato secondo la norma ISO 14067:2018, “è di assoluto rilievo”, sottolinea Hera. Per un corretto termine di paragone, infatti, Ergo ha successivamente stimato che il “peso” in CO2 di un Kilowattora termico tradizionale (prodotto dalle caldaie domestiche) è pari a 270 grammi, quindi più che doppio rispetto a quello del teleriscaldamento ferrarese. Se si considera che sono circa 25 mila le “unità abitative equivalenti”, e ciascuna di esse assorbe in media 6.000 Kilowattora termici ogni anno, il risparmio garantito dal teleriscaldamento di Hera alla città di Ferrara è pari a circa oltre 22 mila tonnellate di CO2 emessa all’anno.
La metodologia di calcolo utilizzata nello studio è stata quella prevista dalla normativa europea “from cradle to grave” (dalla culla alla tomba), che considera tutti i fattori emissivi coinvolti, dalla realizzazione delle infrastrutture al loro smaltimento a fine vita, dalle emissioni connesse all’utilizzo di macchine a quelle prodotte dalle caldaie a metano che, seppure in modo residuale, supportano la produzione dell’energia termica convogliata dal teleriscaldamento. A questo proposito, lo studio ha anche messo in evidenza quanta parte dei 122 grammi derivi proprio da carburanti fossili. Infatti, nonostante le caldaie contribuiscano solo per il 16% dell’energia prodotta totale, esse impattano per il 50% sull’impronta emissiva in CO2.
(ITALPRESS).

Aumentano i decessi, Venturi “Dati comunicati in ritardo”

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Torna a crescere in Emilia-Romagna il numero dei decessi di pazienti positivi al Covid-19: oggi se ne registrano 90, 50 uomini e 40 donne. “Abbiamo un incremento significativo, quasi il doppio di ieri”, spiega il commissario ad acta della Regione Emilia-Romagna per l’emergenza Coronavirus, Sergio Venturi, nella diretta facebook di oggi.
“Non siamo ancora capaci di essere tempestivi in questo conto così penoso delle vittime, con alcune aziende sanitarie che hanno un ritardo significativo di diversi giorni nel comunicare i decessi, un fatto, per me, particolarmente frustrante”, aggiunge il commissario regionale.
Nel computo dei decessi di oggi, secondo quanto riferito da Venturi, ci sono anche persone decedute nei giorni scorsi: “Spesso succede che viene fatto un riscontro autoptico e quando si fa bisogna attendere l’esito e a volte si fanno tutte nello stesso giorno”.
Per questo motivo la Regione Emilia-Romagna vuole chiedere al Dipartimento nazionale di Protezione civile “una comunicazione separata tra decessi del giorno prima e decessi di una settimana, dieci giorni prima. Questo darebbe un’idea più vera dell’epidemia”. 2Così – sottolinea Venturi – siamo in balia purtroppo tutti quanti di dati che non sempre sono risalenti alla giornata precedente. Stiamo cercando il motivo per cui questo ritardo si accumula”.
“Vorrei – aggiunge ancora il commissario regionale – che ci fosse più attenzione nel comunicare i numeri”. Quindi, a partire dai prossimi giorni, nel bollettino, saranno comunicati separatamente “i deceduti il giorno precedente e quelli che risalgono a una fase ‘più antica’ dell’epidemia”.
(ITALPRESS).

Bologna, Cardinale Zuppi “Costruire solidarietà consapevole”

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Risuonano nel silenzio del Santuario della Madonna di San Luca i nomi di uomini e donne decuduti a causa del Coronavirus. A scandire i nomi delle ultime vittime del Covid-19 il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che ha celebrato la messa del Lunedì dell’Angelo nella Basilica senza fedeli. “Leggeremo i nomi e non i numeri perché una madre non accetterà mai l’anonimato”, ha spiegato il cardinale Zuppi, prima di procedere con l’elenco.
Più volte durante l’omelia l’Arcivescovo di Bologna ha fatto riferimento all’emergenza sanitaria: “Quello tra la vita e la morte è un duello vero, molto reale, non c’è niente di figurativo, non è virtuale. Quella tra la vita e la morte è la lotta che abbiamo visto in queste settimane, entrare nelle nostre case, strappare i nostri cari”. Per Zuppi occorre “costruire una solidarietà sempre più consapevole”.
Seduto tra i banchi vuoti il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che poi ha accompagnato il Cardinale nella benedizione della città. Pochi minuti dopo le 11, infatti, Zuppi ha guidato la processione della sacra immagine della Beata Vergine di San Luca. La benedizione è stata accompagnata dal lancio di razzi con i colori della città. “Che questo segno di speranza sia udito e visto da tutti e che tutti sentano la vicinanza, la consolazione, la presenza in un momento così difficile per tutto il mondo”, ha sottolineato Zuppi. Poi la foto di rito con il sindaco Merola: invece della stretta di mano, ormai bandita a causa del Coronavirus, i due si sono salutati toccandosi il gomito, una delle forme di saluto in voga in questo periodo.
Con la messa al Santuario della Madonna di San Luca si sono concluse le celebrazioni della Pasqua, tutte senza la partecipazione dei fedeli ma trasmesse in streaming e in tv.
Di questa Pasqua così diversa certo resterà negli occhi dei bolognesi l’immagine del cardinale Zuppi che venerdì ha portato da solo la Croce lungo il vialetto del Policlinico Sant’Orsola per la “Via Crucis del malato”.
(ITALPRESS).

Bonaccini “Per riaperture confronto tra parti sociali”

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“Proponiamo al Governo che sia possibile superare l’attuale sistema fatto di deroghe silenzio-assenso mediante il confronto tra le parti sociali nel territorio da consegnare all’intesa tra Prefetti e presidenti delle Regioni”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. “Premesso che abbiamo preso e che continueremo a prendere misure restrittive per contenere il coronavirus, in alcuni casi più severe rispetto a quelle nazionali, qui in Emilia-Romagna – spiega il governatore – siamo nelle condizioni di avviare un confronto con tutte le parti sociali – imprese e sindacati – per la definizione di criteri che tengano insieme la salute delle persone e l’attività produttiva e lavorativa in condizioni di massima sicurezza. E di farlo attraverso Tavoli provinciali per la sicurezza nei luoghi di lavoro, come quello che si è insediato nei giorni scorsi nella Città metropolitana di Bologna”.
(ITALPRESS).

Gruppo Hera, aiuti per le utenze in difficoltà

BOLOGNA (ITALPRESS) – In relazione all’emergenza Coronavirus, il Gruppo Hera prosegue nel suo impegno a sostegno di famiglie e aziende che si trovano in difficolta’ a gestire i pagamenti delle bollette relative ai servizi del Gruppo. Per quanto riguarda i clienti domestici, le modalita’ agevolate di pagamento introdotte a partire dallo scorso 12 marzo, vengono prolungate fino alle scadenze del 30 giugno. I clienti in difficolta’ vedono, quindi, prorogata la possibilita’ di richiedere il rinvio della scadenza di pagamento di 30 giorni o in alternativa la rateizzazione del pagamento in tre rate nei tre mesi successivi. Inoltre, e questo costituisce un nuovo sostegno, i clienti che alla ricezione della bolletta saranno disoccupati, in cassa integrazione, o i lavoratori autonomi che siano beneficiari delle misure di sostegno al reddito, introdotte di recente per affrontare l’emergenza Coronavirus, potranno richiedere una rateizzazione del pagamento delle bollette estesa fino a sei rate. Anche per quanto riguarda le imprese e in generale le utenze non domestiche, sono confermate, fino alle bollette in scadenza al 30 giugno, le modalita’ di rateizzazione agevolate finora in vigore, con la possibilita’ di richiedere sempre dilazioni di un mese o rateizzazioni in tre mensilita’. Da oggi, inoltre, per le attivita’ che al momento della richiesta fossero destinatarie di provvedimenti di chiusura, legati all’emergenza Covid-19, e’ possibile richiedere l’applicazione del pagamento in sei rate.
Infine, nei Comuni in cui Hera gestisce la Tariffa Corrispettivo Puntuale per la gestione dei rifiuti, il Gruppo ha deciso per tutte le utenze non domestiche il rinvio della prima rata del 2020 (in calendario tra aprile e giugno).
(ITALPRESS).

Confindustria, l’appello del Nord “Le aziende riaprano presto e in sicurezza”

Appello delle imprese del Nord per la ripartenza delle attività. Dalla Confindustria di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto arriva un’agenda per la riapertura delle imprese. “Dobbiamo tuttavia essere consapevoli che all’emergenza sanitaria seguirà una profonda crisi economica: dobbiamo quindi essere in grado di affrontarla affinché non si trasformi in depressione e per farlo abbiamo bisogno innanzitutto di riaprire in sicurezza le imprese – si legge nel documento congiunto -. Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del PIL italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia. Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese. Chiediamo quindi di definire una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. È ora necessario concretizzare la ‘Fase 2′”.
“Per farlo – continua la nota – bisogna realizzare un percorso chiaro e decisioni condivise con una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, Associazioni di rappresentanza delle imprese e Sindacati che indichi le tappe per condurre il sistema produttivo verso la piena operatività. La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone. Le aziende sicure devono poter lavorare. Chi non è in grado di assicurare la sicurezza necessaria nei luoghi di lavoro non può aprire. Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale”.
Nello specifico per Confindustria “bisogna mettere le imprese nelle condizioni di reperire tutti i dispositivi di protezione individuale e garantire il loro approvvigionamento mediante un agevole percorso di fornitura che passi da un flusso costante e prioritario nelle procedure doganali. Velocizzare il percorso di autorizzazioni da parte dell’ISS per i dispositivi prodotti in deroga alle normative sanitarie, ma che dimostrino requisiti di protezione soddisfacenti. Mettere in campo un pacchetto di misure di finanziamento a fondo perduto che supportino gli investimenti delle imprese nella sicurezza basato su alcune linee d’azione fondamentali: adozione di protocolli di sanificazione degli ambienti di lavoro; ripensamento degli spazi lavorativi per ridurre al minimo i contatti tra le persone; nuova mobilità da e per i luoghi di lavoro e all’interno dei siti produttivi; ricorso allo smart working”. “Chiediamo – si legge ancora nel documento – un impegno per definire insieme un piano di contenimento del virus sui luoghi di lavoro basato su: una collaborazione tra Autorità preposte, imprese e sindacati per consentire una efficiente gestione dell’operatività delle imprese nel periodo di emergenza, funzionale ad evitare pericolose situazioni di contrasto che metterebbero a repentaglio gli sforzi di collaborazione. Ciò deve poter avvenire anche a livello territoriale e regionale per costruire e sperimentare nuovi ‘modelli’ di lavoro”.
(ITALPRESS).

Bonaccini “Pensare fin da ora a come ripartire”

“Le scelte fatte stanno dimostrando che si sta combattendo al meglio un virus micidiale ma ora bisogna pensare anche a ripartire. Il quando lo si deciderà con il comitato scientifico ma il come dobbiamo deciderlo adesso”. Così il presidente Stefano Bonaccini ai microfoni del programma “Centocittà” di Rai Radio1. Il governatore dell’Emilia-Romagna, mettendo la salute pubblica al primo posto “lo dico tutti i giorni da tempo”, ha sottolineato come sia compito della politica pensare a come dovrà mettersi di nuovo in moto il Paese. Un compito da assolvere adesso. “In queste ore siamo al lavoro per decidere insieme al governo quali siano le filiere produttive che potranno ripartire nel momento in cui il comitato scientifico darà il via libera. Bisognerà ripartire con tanta cautela e testa sulle spalle, e con un protocollo rigoroso per il quale, una volta che il governo avrà deciso quali altri settori possono ripartire dopo quelli primari che già sono aperti, saranno garantiti all’interno delle imprese il distanziamento sociale e le protezioni individuali per far lavorare i dipendenti in sicurezza”.
La decisione su quando si potrà avviare la seconda fase dovrà arrivare dal comitato scientifico nazionale. “Quando sento alcuni politici e alcuni miei colleghi fare gli scienziati – ha detto Bonaccini – mi viene da sorridere o da piangere. Devono essere coloro che hanno gli strumenti a dirci quali sono le buone pratiche per garantire che le persone non si ammalino. Ricordate gli insulti che presi quando fui il primo presidente di regione ad introdurre l’obbligatorietà delle vaccinazioni per i bambini del nido? Adesso non si sentono più i ‘no vax’. Io non sapevo cosa si dovesse fare, guardavo i dati e mi rivolsi alla comunità medica e scientifica chiedendo cosa ne pensassero. Una volta che mi hanno dato il conforto noi abbiamo preso la decisione politica”.
Per Bonaccini questa linea si dovrà seguire anche in questo momento: “Abbiamo bisogno di capire con il comitato scientifico nazionale e con il governo quale può essere la ripartenza che permetta di ritornare pian piano alla vita normale”.
“Gli strumenti possono essere quelli determinati da un lato dal protocollo firmato tra le parti sociali a livello nazionale con le istituzioni perché è evidente che solo la garanzia di non rischiare di rimanere contagiati può permettere alle persone di poter andare a lavorare i tranquillità. Non possiamo rimanere tutti chiusi in casa per i prossimi due anni né rischiare di avere carestia dopo questa tragedia sanitaria di pandemia mondiale. Bisogna riuscire a garantire che via via possano ripartire le attività sapendo che la salute va messa al primo posto”, ha concluso Bonaccini.
(ITALPRESS).

Tra uova e colombe 900 doni da Cefa a ospedale Sant’Orsola

Sono state consegnate all’ospedale Sant’Orsola di Bologna 906 tra uova e colombe pasquali. E’ il risultato dell’iniziativa “Un dono che vale doppio” promossa da Cefa, l’organizzazione non governativa che da 45 anni lavora per vincere fame e povertà, assieme a Sirio la stella del Ristoro e Asst Bergamo Ovest per dire grazie ai medici e agli infermieri impegnati nell’emergenza sanitaria. Nei prossimi giorni altri 200 dolci di Pasqua saranno consegnati all’ospedale di Treviglio, nel Bergamasco. Il ricavato delle donazioni arrivate da sostenitori e cittadini contribuirà all’implementazione delle attività di Cefa per il contenimento dei Coronavirus in Africa, un continente dove le attività di prevenzione e informazione saranno fondamentali per limitare la pandemia.
“Stiamo informando – spiega Paolo Chesani, direttore Cefa – le persone delle comunità del Marocco, Tunisia, Mozambico ed Etiopia, nelle quali operiamo, affinché da subito, prima che le conseguenze siano drammatiche come da noi, adottino i corretti comportamenti da seguire per tutelare la propria salute e quella degli altri. Nelle aree rurali dove siamo le notizie arrivano poco e le persone non hanno coscienza del grande rischio a cui si va incontro”.
Ora, grazie a Sirio, le uova saranno distribuite nei diversi reparti assieme ai messaggi che potranno essere letti anche sul sito di Cefa.
(ITALPRESS).