Emilia Romagna

In E.Romagna un 2023 da record per i trapianti, 585 interventi eseguiti

BOLOGNA (ITALPRESS) – In Emilia-Romagna la macchina dei trapianti continua a crescere, anzi a correre: nel 2023 sono stati 585 i trapianti eseguiti, facendo così registrare il più alto numero di interventi mai registrato in regione.
Un risultato che conferma e rafforza la crescita degli ultimi anni (gli interventi erano stati 516 nel 2022 e 493 nel 2021), raggiunto grazie all’incremento dei potenziali donatori segnalati dagli ospedali (325, +6,2% rispetto all’anno precedente), e alla forza della rete territoriale coordinata dal Centro Riferimento Trapianti. E crescono, conseguentemente, anche i donatori effettivamente utilizzati (222, +7,7%), a riprova della capacità del sistema di ottimizzare le risorse disponibili. Dunque, ben 585 (+13,4%) organi trapiantati perchè ritenuti idonei anche per merito delle innovative tecniche di trattamento introdotte negli ultimi anni.
Crescono anche i trapianti da donatore a cuore fermo (DCD), cioè da donatore la cui morte viene accertata con criteri cardiologici e non encefalici. Ben 70 le segnalazioni di donazione a cuore fermo (17 in più rispetto al 2022) e 62 i donatori utilizzati (14 in più) per un totale di 122 organi prelevati e trapiantati con questa tecnica, decisamente più complessa ma capace di regalare una speranza in più ai pazienti in attesa. In particolare, i trapianti di cuore da donazione DCD sono stati eseguiti per la prima volta in regione proprio lo scorso anno: in totale nel 2023 i cardiochirurghi dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola ne hanno completati 4.
“Mai come quest’anno- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- in Emilia-Romagna si è registrato un così alto numero di trapianti. Dobbiamo ringraziare chi decide di donare, compiendo un gesto di straordinaria generosità, il lavoro di sensibilizzazione e informazione delle associazioni di volontariato e quello dei nostri professionisti sanitari. Grazie a un sistema di donazioni e trapianti capillare, forte e ben organizzato, possiamo dire con orgoglio che la nostra regione è un’eccellenza in questo campo”.
“Per tutto il personale del Centro Riferimento Trapianti è stato un anno di intenso lavoro, che si è concluso con la grande soddisfazione di migliorare i dati registrati nel già ottimo 2022- commenta Nicola Alvaro, direttore del CRT Emilia-Romagna-. Il merito di questi risultati va condiviso con i professionisti dei Coordinamenti Ospedalieri Procurement presenti nelle terapie intensive regionali, con tutti i servizi che 24 ore al giorno supportano il percorso donativo-trapiantologico e con tutti i nostri centri trapianto, che si sono dimostrati ancora una volta estremamente performanti e aperti a tecniche innovative. Ma è anche merito della grande generosità dei cittadini emiliano-romagnoli”.
2023, l’anno del cuore e del polmone
Nel 2023 sono stati 50 gli interventi eseguiti dal Centro trapianti di cuore dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna. Un dato in forte aumento rispetto alla media degli ultimi anni, ferma attorno a quota 30 trapianti. Ma soprattutto, un numero record dal 1997 (anno di istituzione del CRT) ad oggi.
La cifra tonda è stata raggiunta anche grazie ai 9 trapianti su pazienti pediatrici o con cardiopatie congenite seguiti dall’equipe di Cardiochirurgia pediatrica e dell’età evolutiva. L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è, infatti, l’unico centro cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta garantendone una presa in carico totale durante l’intero arco di vita e offrendo a tutte le fasce di età l’opzione del trapianto e delle assistenze meccaniche.
Anche per i trapianti di polmone è stato un anno record: 14 quelli eseguiti dalla Chirurgia Toracica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, 5 in più rispetto al 2022.
Crescono i trapianti di fegato.
Pure i trapianti di fegato vedono un forte incremento. Ben 289 quelli conteggiati tra l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna (139) e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena (150, 9 dei quali da donatore vivente). Nel complesso si tratta di un aumento del 17%, a conferma di un trend in crescita costante ormai da anni: nonostante la leggera battuta d’arresto dovuta alla pandemia, in regione i trapianti di fegato sono quasi triplicati nell’arco di cinque anni (nel 2018 erano 111).
La conferma dei trapianti di rene.
Sono rimasti invece sostanzialmente stabili i trapianti di rene: 232 (3 in più rispetto all’anno precedente) quelli realizzati tra gli ospedali di Bologna, Modena e Parma. Nel dettaglio, l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola ha eseguito 100 trapianti con organi prelevati da cadavere e 31 da donatore vivente, l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena ha utilizzato 31 organi da cadavere e 8 da donatore vivente e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma ha realizzato 54 trapianti di rene da cadavere e 8 da vivente.
Solo un quinto di opposizioni. Nel 2023 le opposizioni alla donazione sono state 66, lo stesso dato del 2022, ma è calata ancora la loro incidenza percentuale (pari al 20,3%, oltre un punto in meno rispetto all’anno precedente). Da anni l’Emilia-Romagna si colloca stabilmente al di sotto della media nazionale, ottenendo una delle percentuali di opposizione più basse tra le regioni italiane.
Le motivazioni dietro ai numeri. Il merito di questi numeri va attribuito tanto alle ottime performance dei centri trapianto di Bologna, Modena e Parma quanto all’organizzazione della rete donativa regionale coordinata dal Centro Riferimento Trapianti. Il potenziamento varato nel 2017 con l’istituzione dei COP (coordinamenti ospedalieri procurement) per l’identificazione dei donatori di organi e tessuti ha infatti aumentato la già alta attenzione nei confronti delle 23 sedi donative sparse su tutte il territorio emiliano-romagnolo. I numeri del 2023 si devono, dunque, all’attività di sensibilizzazione e supporto portata avanti negli anni dal CRT emiliano-romagnolo, alla capillare organizzazione della rete regionale e all’elevato indice di accettazione degli organi dimostrato dai centri trapianto.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Gode di buona salute il mare dell’Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Gode di buona salute il mare dell’Emilia-Romagna. Lo certifica la classificazione delle acque marine di balneazione della Riviera Adriatica effettuata, come prevede la normativa nazionale, al termine della stagione balneare e approvata dalla Giunta regionale nell’ultima seduta. La classificazione tiene conto dei controlli microbiologici eseguiti da Arpae e dalle Ausl di Ferrara e della Romagna negli ultimi quattro anni (dal 2020 al 2023) con prelievi effettuati durante la stagione balneare (quindi da maggio a settembre) ogni quattro settimane, per un totale di quasi duemila controlli su tutta la costa. Anche per il 2023, quindi, la qualità delle acque balneari dell’Emilia-Romagna si conferma elevata. Su 98 punti di monitoraggio previsti in altrettante acque di balneazione, in 87 casi il risultato delle analisi microbiologiche ha permesso di classificare le acque come eccellenti (88,7%), e se a questi si aggiungono i 9 tratti di mare classificati come buoni, il 98% delle acque marittime di balneazione in Emilia-Romagna ha una classificazione di livello alto. Tutte le tratte ottengono il semaforo verde.
“Anche per il 2023 sono confermate la salubrità e la qualità delle nostre acque balneabili – commentano la vicepresidente con delega all’Ambiente, Irene Priolo, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Siamo soddisfatti di questo risultato, che peraltro arriva al termine di una stagione balneare iniziata in ritardo a causa dell’alluvione. Ringraziamo Arpae e le Ausl di Ferrrara e della Romagna, che con controlli rigorosi e puntuali ci permettono di monitorare costantemente la qualità delle acque, tutelando al tempo stesso ambiente e salute dei cittadini, e mantenendo altamente competitiva l’offerta turistica del nostro territorio”. La modalità dei campionamenti, realizzati con la collaborazione della Struttura Oceanografica Daphne, prevede che i prelievi vengano effettuati nella fascia di mare normalmente utilizzata dai bagnanti a una profondità di circa 30 centimetri sotto il livello dell’acqua. Ai fini della classificazione della qualità delle acque di balneazione, sono due gli indicatori di contaminazione di rilevanza sanitaria, Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. Gli standard di qualità microbiologica delle acque stabiliscono per questi batteri, a tutela della salute umana, i limiti di concentrazione che non devono essere superati. Si tratta peraltro di organismi che in genere non causano direttamente disturbi, ma sono buoni indicatori della presenza di patogeni nelle acque.

foto: Agenzia Fotogramma

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Sanità, salgono a 24 i CAU aperti da Piacenza a Rimini

BOLOGNA (ITALPRESS) – Quasi 29.000 accessi (esattamente 28.636) nei primi due mesi e mezzo di apertura, che sfiorano i 40.000 considerando anche i 4 CAU di Ferrara, i primi a partire in via sperimentale come ambulatori a bassa complessità. Sono i numeri dei pazienti che dal 1^ novembre 2023 al 14 gennaio 2024 si sono rivolti a 21 Centri di assistenza e urgenza dell’Emilia-Romagna, dei 24 già attivi da Piacenza a Rimini, sempre alla stessa data. Nei CAU monitorati sono confermati i buoni dati d’avvio su un duplice fronte: tempo medio di attesa, che nell’ultima settimana si riduce a 1 ora, e la quasi totalità dei pazienti che trova assistenza e cura direttamente all’interno della struttura, l’84%. Problemi ortopedici, gastrointestinali e disturbi minori rimangono i motivi di accesso più frequenti, complessivamente il 54% dei casi: si tratta di quelle urgenze a bassa complessità per cui la Regione ha istituito i CAU. La stragrande maggioranza degli accessi (82%) avviene in orario diurno, e per il 69% da parte di persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni.
I numeri riguardano in particolare i CAU di Piacenza, Bobbio, Podenzano (PC); Parma e Fidenza; Reggio Emilia e Correggio; Modena, Castelfranco Emilia e Finale Emilia (MO); Budrio, Vergato, Navile e Casalecchio di Reno (BO); Imola; Comacchio, Copparo, Ferrara e Portomaggiore (FE); Cervia (RA) e Cattolica (RN). “Mentre si rafforza e si estende sul territorio la rete dei Centri di Assistenza per le Urgenze, il monitoraggio ci restituisce e conferma dati positivi nei primi due mesi e mezzo di attività- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Nell’ultima settimana i tempi di attesa si sono ulteriormente ridotti a un’ora e quasi tutti i pazienti vengono assistiti e curati all’interno della struttura. Segno che l’attività è partita con il piede giusto e i cittadini stanno comprendendo quando è meglio che si rivolgano al CAU piuttosto che al Pronto soccorso. Ringraziamo tutto il personale che lavora nei Centri e le Aziende sanitarie e ospedaliere, per le grandi capacità organizzative che stanno dimostrando”.
In sintesi, dal 1^ novembre al 14 gennaio nei 21 CAU monitorati i numeri sono: 28.636 accessi, l’82% dei quali in orario diurno (compresi i 4 Centri del ferrarese e quelli di Imola e Correggio aperti solo di giorno); in media 19 accessi al giorno al mattino (dalle 8 alle 14) e 16 il pomeriggio (dalle 14 alle 20); variano invece da un minimo di 1 a un massimo di 33 gli accessi giornalieri in orario notturno (dalle 20 alle 8). 8 pazienti su 10 (esattamente l’84%) inviati al medico curante a conclusione del percorso, quindi con assistenza e cura prestata in loco; tempi di attesa che nell’ultima settimana di monitoraggio sono pari a 1 ora e raggiungono al massimo 2 ore; casistica in maggior parte (54%) ortopedica, gastrointestinale e relativa a disturbi minori; infine, il 69% degli accessi hanno riguardato cittadini tra i 18 e i 64 anni.

foto: Agenzia Fotogramma

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Von der Leyen con Meloni a Forlì “Ue al fianco dell’Emilia Romagna”

FORLI’ (ITALPRESS) – “E’ toccante tornare qui in Emilia-Romagna, non dimenticherò mai le devastazioni provocate dalle terribili alluvioni. Ricordo fango ovunque”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, a Forlì, nel corso delle dichiarazioni alla stampa con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo aver incontrato, tra gli altri, anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il commissario alla Ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo.
“Ma quello che ricordo anche così vividamente è l’enorme solidarietà, l’aiuto vicendevole tra le persone, che cucinavano anche l’una per l’altra. Mi è stata consegnata anche una piadina, di cui ricordo ancora l’odore”, ha aggiunto. “L’Unione Europea è stata al vostro fianco fin dal primo giorno e continueremo ad esserlo”, ha aggiunto.
“L’Italia è assolutamente in linea con la tabella di marcia per l’attuazione del Pnrr. Metà dei fondi sono stati erogati”, ha ricordato Von der Leyen, che ha concluso: “Staremo al vostro fianco fin quando servirà: ‘Tin botà, l’Europa rimane con voi”.
“La presidente Von der Leyen aveva preso un impegno, e la sua presenza qui oggi è un simbolo di grande serietà e concretezza. Abbiamo lavorato molto insieme in questi mesi e in modo molto proficuo”, ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Abbiamo dimostrato che la revisione del Pnrr era non solo possibile ma anche doverosa”, e “ha portato a 1,2 miliardi aggiuntivi per l’Emilia Romagna”, “risorse che servono anche per la prevenzione”. “Il sostegno dell’Unione Europea non si limita al Pnrr, si estende alle risorse del Fondo di Solidarietà, con un contributo aggiuntivo di oltre 500 milioni di euro”, ha sottolineato Von der Leyen.

– Foto Commissione Europea –

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Meloni e Bonaccini firmano accordo, 600 milioni per l’ambiente

BOLOGNA (ITALPRESS) – Seicento milioni di euro per l’ambiente – dal contrasto alla prevenzione del dissesto idrogeologico -, per potenziare la rete ferroviaria e della viabilità, con attenzione particolare ai territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio, per la rigenerazione delle città, con un forte stop al consumo di suolo, e per lo sviluppo delle aree montane e interne. E poi per i giovani: dall’edilizia universitaria alla formazione, dalla ricerca all’attrattività dei talenti, fino agli impianti sportivi. Questi gli obiettivi principali degli investimenti garantiti dal Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. Un piano di interventi strategico e risorse che la Regione Emilia-Romagna – attraverso la programmazione condivisa coi territori – ha deciso di impiegare per lo sviluppo e la crescita sostenibili, rimuovendo il più possibile squilibri economici e sociali. Questa mattina, a Bologna, nella sede dell’Amministrazione regionale, la firma dell’Accordo FSC tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presente il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Dei fondi complessivi attribuiti alla Regione (588 milioni), 107,7 milioni sono già stati assegnati a titolo di anticipazione a fine 2021 e sono già stati destinati al finanziamento di interventi con immediato avvio dei lavori per l’ammodernamento della rete ferroviaria regionale, la manutenzione della rete stradale provinciale e il contrasto al dissesto idrogeologico. Queste risorse, attraverso il meccanismo del cofinanziamento, hanno già attivato investimenti complessivi pari a oltre 195 milioni. La quota maggiore di risorse Fsc, pari a 480,6 milioni di euro, servirà ora per ulteriori interventi sul fronte del contrasto e della prevenzione del dissesto idrogeologico, per il potenziamento delle infrastrutture viarie, il rafforzamento dell’edilizia universitaria, la realizzazione di spazi per la formazione terziaria, la qualificazione degli impianti sportivi, la rigenerazione urbana, lo sviluppo sostenibile delle città e delle aree montane e interne. Parte della dotazione sarà inoltre utilizzata per cofinanziare gli investimenti e le azioni dei Programmi europei, sui quali la Regione Emilia-Romagna sta procedendo speditamente. Scelte coerenti con la programmazione strategica regionale, condivisa con il Patto per il Lavoro e per il Clima, che si pongono in una logica di integrazione e di complementarità da una parte con i programmi regionali finanziati dai fondi europei e dall’altra con le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Accordo individua interventi puntuali, come quelli rivolti alla sicurezza del territorio, e altre linee di azione da attuare attraverso procedure negoziali, bandi e manifestazioni di interesse rivolti agli Enti locali. Sulla base dei cofinanziamenti attualmente previsti, la risorse FSC complessivamente programmate attiveranno investimenti per un minimo di 800 milioni di euro. “Da tempo, in linea con il Patto per il Lavoro e per il Clima, avevamo condiviso con Province, Comuni e rappresentanze economiche e sociali le priorità e gli interventi da attuare – sottolinea il presidente Bonaccini – e con la firma di oggi il sistema regionale è finalmente nelle condizioni di poter avviare investimenti in ambiti cruciali, dalla messa in sicurezza del territorio alla rigenerazione urbana, per una crescita sostenibile, la buona occupazione e l’innovazione. Ringrazio quindi la presidente Meloni e il ministro Fitto per l’intesa. Il programma che andremo ad attuare è già stato condiviso con l’Assemblea legislativa e il Patto, e particolare attenzione sarà rivolta ai territori devastati dall’alluvione del maggio scorso, in modo da accelerarne il più possibile la ricostruzione e la piena ripresa. Un percorso, più in generale, che ci porterà a consolidare e a strutturare un piano di azioni capace di migliorare economia, occupazione e reti sociali nel nostro territorio, partendo dal fatto che siamo fra le Regioni più efficaci nella programmazione e abituate a spendere fino all’ultimo euro disponibile, anche stavolta con l’obiettivo di fare presto e bene”. Insieme ai Fondi strutturali europei, il FSC è lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali. Ha carattere pluriennale, in coerenza con l’articolazione temporale della programmazione dei Fondi strutturali dell’Unione europea, e in particolare, l’intervento del Fondo è finalizzato al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale. La dotazione complessiva del Fondo per il periodo 2021-2027 è pari a 73,5 miliardi, e l’ammontare delle risorse destinate a Regioni e Province autonome è di 32,4 miliardi, con una concentrazione particolare, pari all’80% del totale, al Mezzogiorno.

foto: Agenzia Fotogramma

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Solidarietà, inaugurata “Cucina Sorriso”, la mensa popolare di Cervia

BOLOGNA (ITALPRESS) – Una sala da pranzo accogliente, dove non si deve consumare il pasto in fretta, ma si può mangiare come a casa, fare nuove conoscenze e vivere relazioni utili a combattere, oltre alla fame, solitudine e difficoltà. Benvenuti a “Cucina Sorriso – Storie da gustare” di Cervia (Ra): una cucina popolare che, ispirandosi a quella di Bologna, vuole essere un posto dove le persone più in difficoltà possono ricevere un pasto caldo gratuitamente e, al tempo stesso, socializzare. “Cucina Sorriso”, progetto della cooperativa Cervia Social Food, ha aperto i battenti circa un mese fa, il 4 dicembre, all’interno di un magazzino della zona artigianale, grazie anche al finanziamento della Regione Emilia-Romagna. Oggi l’inaugurazione ufficiale, in via Levico 11, con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini; presente anche Roberto Morgantini, fondatore delle Cucine Popolari di Bologna.
“Una risposta concreta ai bisogni delle persone fragili- ha commentato Bonaccini-. Non si tratta solo di soddisfare un bisogno primario, ma di poter trovarsi in un contesto accogliente come questo, dove la relazione fra le persone, il dialogo e l’incontro siano altrettanto fondamentali. Siamo orgogliosi di aver contribuito ad avviare questa realtà, che significa anche inclusione e lotta allo spreco”. La Regione ha assicurato il proprio sostegno con due bandi, per un totale di 65 mila euro: 50mila euro contro lo spreco alimentare e 15 mila per i centri del riuso. In questo modo, è stato possibile ampliare nello stabile anche il centro del riuso, dove le persone fragili possono andare a prendere vestiti e oggetti. Aperta a tutti dal lunedì al sabato, dalle 11.30 alle 14.30, la cucina è gestita a turno da vari ristoratori della città. Per pranzare è richiesto un contributo – a chi può pagare – di 8 euro. Gli alimenti cucinati provengono da campagne quotidiane di recupero dalla grande distribuzione, forni e piccole attività: l’obiettivo è ridurre lo spreco alimentare. Servono ai tavoli ragazzi con disabilità del centro socio-occupazionale “Ikebana”, mentre all’interno della cucina operano decine di volontari.
Il bilancio del primo mese di apertura di “Cucina Sorriso” è positivo: ha visto una presenza media di persone fragili fra i 40 e i 65 utenti, di paganti tra i 10 e i 30 utenti; tre cene sociali, presentazione di libri, 30 cuochi di diversi ristoranti. Quindici ditte sono andate a pranzo, è stata fatta una convenzione mensa per i dipendenti. Infine, il dato più bello: il giorno di Natale da “Cucina Sorriso” hanno pranzato 38 persone fragili e 27 paganti.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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All’IRRCS Sant’Orsola di Bologna il nuovo Polo Pneumo-Nefro-Urologico

BOLOGNA (ITALPRESS) – Si rafforzaLa rete della sanità pubblica e universalistica dell’Emilia-Romagna. Con il via alla prima fase di progettazione del nuovo Polo Pneumo-Nefro-Urologico dell’IRRCS Sant’Orsola di Bologna, dopo il completamento dell’iter che ha permesso di ottenere lo scorso luglio un finanziamento di 64 milioni di euro, si aggiunge un ulteriore e importante tassello nella tabella di marcia per la realizzazione del Piano Direttore dell’IRCCS 2021-2035: infrastrutture intelligenti e sostenibili suddivise in 15 poli d’eccellenza. Approvato già lo studio di fattibilità e aggiudicata la gara a dicembre 2023 per la realizzazione del progetto esecutivo, affidato allo Studio Altieri, l’avvio dei lavori è previsto entro il 2025. I dettagli del progetto sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e dalla direttrice generale dell’IRCSS Sant’Orsola, Chiara Gibertoni.
“Il sistema Emilia-Romagna ancora una volta- sottolinea Donini- è stato capace di intercettare, programmare e rendere produttive le risorse per gli investimenti in favore di una sanità sempre più efficiente e all’avanguardia, capace di adattarsi ai cambiamenti sul piano della resilienza, della sostenibilità e dell’evoluzione delle esigenze dei pazienti. Grazie a queste risorse, la realizzazione del nuovo Polo Pneumo-Nefro-Urologico rafforzerà la rete d’eccellenza della sanità emiliano-romagnola”. “Realizzare interventi di valore in sanità richiede tempi lunghi, precisione e sguardo prospettico, parliamo in questo caso di finanziamenti che provengono dalla legge regionale di Bilancio del 2018- commenta Chiara Gibertoni, direttrice generale IRCCS Policlinico di Sant’Orsola-. Oggi, dunque, potremo realizzare un’opera innovativa ma la sfida per il futuro sarà quella di poterla usare al massimo delle sue potenzialità e mantenerne nel tempo l’alto livello, e per questo servono risorse per la gestione e quindi finanziamenti sulla spesa corrente”.
La prima fase di realizzazione del Polo Pneumo-Nefro-Urologico prevede la demolizione del padiglione 12 (dove precedentemente si trovava il polo Logistico trasferito fuori dall’ospedale), già in corso, e la realizzazione di una struttura con un’estensione di oltre 21mila mq su 7 piani. Ospiterà pneumologia, urologia, andrologia, trapianti di rene, nefrologia. Sono previsti complessivamente 111 posti letto. Numerose le attività che verranno ospitate nella struttura: didattica, servizi, ambulatori, interventistica, blocco operatorio, trapianti, degenza ordinaria, semi-intensiva e intensiva, diagnostica per immagini, logistica e un parcheggio interrato circa 120 posti per pazienti e dipendenti. Il progetto complessivo prevederà, una volta ultimata la prima fase, anche una fase successiva in cui sarà demolito il padiglione 15, attualmente sede del Pneumo Nefro che confluirà nel nuovo polo, e realizzata una ulteriore porzione del polo delle medicine integrata in un unico sistema. Qui troveranno posto ulteriori attività, tra cui le Malattie infettive. In futuro, gli spazi che verranno liberati dallo spostamento delle unità operative coinvolte saranno impiegati, sempre in coerenza con il Piano Direttore, per realizzare attività ambulatoriali (padiglione 1) e soprattutto per potenziare le attività chirurgiche delle sale operatorie delle piastre A e B del padiglione 5, grazie al trasferimento delle attività di trapianto di rene nel nuovo Polo.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Industria Italiana Autobus, la Regione Emilia Romagna chiede un tavolo nazionale di crisi

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BOLOGNA (ITALPRESS) – “In un momento come questo, che vede forti investimenti pubblici e privati sul trasporto green, Industria Italiana Autobus diventa in prospettiva un driver strategico. È quindi fondamentale la piena trasparenza in ogni passaggio che porterà alla nuova definizione dell’assetto societario, al fine di garantire il rilancio produttivo con soluzioni imprenditoriali solide per l’unica azienda italiana del settore che può dare un vero contributo alla mobilità green nel nostro Paese”.
Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro della Regione Emilia Romagna, Vincenzo Colla, sulla richiesta unitaria fatta oggi al Governo da tutte le organizzazioni sindacali di una convocazione del tavolo nazionale per il gruppo Industria Italiana Autobus. Nel gruppo IIA oltre allo stabilimento bolognese, l’ex BredaMenarinibus, c’è anche quello di Flumeri in provincia di Avellino.
“Condividiamo- aggiunge Colla- la preoccupazione espressa dalle rappresentanze dei lavoratori rispetto al futuro assetto societario: la Regione Emilia-Romagna è al loro fianco nel chiedere al Ministero una convocazione urgente del tavolo di crisi”.
-foto ufficio stampa Regione Emilia Romagna –
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