Emilia Romagna

Bilancio 2024, l’Assemblea approva la manovra da 14 miliardi

BOLOGNA (ITALPRESS) – Sanità, scuola, imprese, lavoro, cura del territorio, turismo e commercio. Disco verde dell’Assemblea legislativa al pacchetto Bilancio 2024, la manovra da 14 miliardi di euro proposta della giunta. Fra gli altri, è stato approvato anche un ordine del giorno del Pd che, anche alla luce dei risultati della commissione tecnico-scientifica che ha definito “evento eccezionale” l’alluvione dello scorso maggio, chiede il rimborso anche per i beni mobili danneggiati e comunque il riconoscimento del “cento per cento dei rimborsi, come del resto promesso dalla presidente del Consiglio dei Ministri”. L’ordine del giorno è stato criticato da parte di Massimiliano Pompignoli (Lega), mentre è stato difeso da Manuela Rontini (Pd) che a sostegno ha citato le stesse ordinanze del commissario alla ricostruzione Figliuolo. Approvato anche un odg del leghista Pompignoli per la messa in sicurezza del territorio anche alla luce dell’alluvione dello scorso maggio.
Il voto è arrivato dopo un dibattito nel quale Pd, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Lista Bonaccini hanno sostenuto la bontà della manovra in grado di, spiegano, coniugare sviluppo economico e coesione sociale, e criticato il governo per la decisione di chiedere alla Regioni un contributo (per l’Emilia-Romagna 45 milioni di euro) per la compartecipazione al finanziamento del debito pubblico e per l’incertezza sulla destinazione del Pnrr. Lega, Fdi, Fi e Rete civica, invece, hanno bocciato la manovra della Regione criticando l’assenza di scelte strutturali sulla natalità, sulla sicurezza e sulla sanità. Il Movimento 5 Stelle, invece, ha stigmatizzato la scarsa attenzione della Regione Emilia-Romagna sui temi del cambiamento climatico. Nel dibattito è intervenuto anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini che ha ribadito la bontà della manovra di bilancio non risparmiando critiche al governo e confermando come, nonostante i problemi della finanza pubblica, la Regione chiuderà in pareggio il bilancio della sanità.
Scorrendo le varie voci del Bilancio si vede che la sanità si conferma quella principale: in attesa dell’accordo sul riparto del Fondo sanitario nazionale, vengono stanziati 9 miliardi di euro (di cui 8,5 milioni di euro l’esenzione dal ticket per le prime visite per le famiglie numerose e 100.000 euro per l’iscrizione al SSN dei senza fissa dimora), mentre aumenta di mezzo milione di euro anche il Fondo per la non autosufficienza. Salgono a 40 i milioni di euro (+6,5 milioni rispetto al 2023) investiti dalla Regione per far viaggiare pendolari e studenti gratuitamente i cittadini dell’Emilia-Romagna, sono poi previsti 40 milioni di euro, fra fondi regionali ed europei attivati, per l’abbattimento delle rette dei nidi e la gratuità di quelli nei Comuni montani e delle aree interne. Per il diritto allo studio sono previsti 37 milioni di euro per la copertura del 100% delle borse di studio e altri 15,3 milioni di euro per il diritto allo studio scolastico.
Sono previsti 800 milioni di investimenti (destinati a diventare 1,9 miliardi nel triennio) le cui principali voci sono la riqualificazione delle infrastrutture culturali (10 milioni), l’elettrificazione e la sicurezza delle linee ferroviarie regionali (31 milioni), per la sistemazione dei ponti (10 milioni) e altri 7,14 milioni di euro serviranno per la realizzazione di interventi attesi da tempo come l’incrocio a Borgo Secchi nel Comune di Bagnacavallo, la manutenzione straordinaria delle strade provinciali di interesse regionale ed il finanziamento dell’intervento “Completamento della Nuova Galliera in Comune di Bologna”. A sostegno degli investimenti privati sono previsti 13,2 milioni di euro per la legge regionale sulla attrattività, per l’internazionalizzazione delle imprese (6,7 milioni di euro per Expo 2025 e Fiere), per la legge sull’economia urbana (25,85 milioni nel triennio), per la legge sui talenti (4 milioni di euro nel triennio) e per il sostegno al credito (4,9 milioni per Confidi e abbattimento tassi). Di particolare importanza il capitolo relativo al Tecnopolo di Bologna: 23 milioni di euro per completare la struttura che ha sede nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi.
Previsti 10 milioni di euro per il recupero di alloggi di edilizia pubblica, un milione per reperire alloggi per le donne che hanno subito violenze, 2 milioni per il Fondo affitti, un milione per recuperare alloggi per le donne che hanno subito violenza, viene incrementato il fondo manutenzioni di 8 milioni, consolidato il contributo ad Aipo di 5 milioni e rafforzato il Fondo imprevisti e somme urgenze per 5 milioni. E infine, 5 milioni all’anno per il Fondo montagna.

foto: Agenzia Fotogramma

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Boom per il bando di riqualificazione di alberghi e strutture ricettive

BOLOGNA (ITALPRESS) – La Regione raddoppia, in pratica, le risorse destinate a riqualificare gli alberghi e le strutture ricettive dell’Emilia-Romagna. Dopo il boom di domande presentate dalle imprese in risposta al bando, chiuso lo scorso settembre, per incentivare i servizi ai turisti, migliorare la sostenibilità ambientale degli edifici e favorire una maggiore accessibilità per le persone con disabilità, la Giunta regionale ha deciso di investire ulteriori 15 milioni di euro per soddisfare il più alto numero di progetti ammessi a finanziamento. Conclusa la valutazione dei progetti e vista l’alta qualità delle proposte e il successo di partecipazione, si è ritenuto così di portare il fondo disponibile a 35 milioni di euro rispetto ai 20 inizialmente previsti. Con l’impegno, da parte della Giunta, di individuare ulteriori risorse per raggiungere, il prossimo anno, quota 45 milioni, che consentirebbero di finanziare oltre il 90% dei progetti. In tutto sono 320 quelli ammessi, per un investimento complessivo, tra risorse private e pubbliche, che supera i 145 milioni di euro. Ad annunciarlo, oggi in conferenza stampa in Regione a Bologna, l’assessore al Turismo e Commercio, Andrea Corsini. Con lui anche i rappresentanti delle Associazioni di categoria.
Obiettivi del bando: rendere più moderne e competitive le imprese turistiche, partecipando ai costi che le aziende sostengono per migliorare le strutture e la qualità dei servizi offerti, rafforzare la diversificazione e la destagionalizzazione dell’offerta e rendere il settore ancor più innovativo, digitale e attento agli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di sicurezza. I contributi a fondo perduto permetteranno di coprire fino al 30% delle spese ammissibili, a cui si aggiunge un ulteriore 10% per i progetti che hanno diritto alle premialità perchè prevedono: nuove assunzioni, rispetto della parità di genere, interventi per la disabilità, rating di legalità, realizzazione in zona montana, riduzione nella produzione di rifiuti. “Il turismo è uno dei motori principali dell’economia dell’Emilia-Romagna- afferma Corsini-. In una regione come la nostra è dunque fondamentale poter contare su un’offerta qualificata, competitiva e in grado di intercettare le esigenze di un’utenza sempre più attenta. Questo bando rappresenta un’occasione importante per riqualificare le strutture ricettive di tutto il territorio, migliorandone anche l’accessibilità per le persone disabili, la sostenibilità ambientale e il livello di digitalizzazione”.
“Un’azione in linea con la strategia per il 2030 stabilita nella recente conferenza regionale sul Turismo, che ha come principali obiettivi posizionare l’Emilia-Romagna come regione italiana leader nel settore e fare del turismo la prima industria sul territorio per valore economico. Le imprese lo hanno compreso, tanto è vero che anche in considerazione della grande risposta ricevuta abbiamo deciso di innalzare, quasi raddoppiandole, le risorse inizialmente previste. Non solo- chiude Corsini-, perchè siamo impegnati a individuare ulteriori risorse per arrivare, il prossimo anno, a uno stanziamento complessivo di 45 milioni di euro: più del doppio di quello iniziale, per poter finanziare la quasi totalità dei progetti ammissibili”.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Cesena, 13,2 milioni di euro per rigenerare l’area urbana

BOLOGNA (ITALPRESS) – Rigenerare mettendo al centro il benessere e il welfare di comunità. Cesena scrive il futuro del territorio sperimentando nuovi percorsi e stili di vita attivi, sani e sostenibili, grazie al potenziamento dell’offerta di spazi e occasioni per la socialità. E lo fa con “Cesena 2030 e sistema territoriale intermedio dei Comuni di Mercato Saraceno, Sarsina e Montiano”, l’Agenda trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile (Atuss) del Comune romagnolo e dei territori limitrofi siglata e presentata oggi nella sede dell’amministrazione comunale dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dal sindaco di Cesena, Enzo Lattuca e dai sindaci di Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina. Sei obiettivi specifici (Agenda digitale e smart city; Mobilità dolce e accessibilità; Transizione ecologica; Casa, welfare di comunità e inclusione; Patto per la scuola; City branding) che legano la strategia alle quattro sfide del Patto per il Lavoro e per il Clima della Regione Emilia-Romagna, promuovendo progetti volti a migliorare la vita dei singoli e della comunità, favorire la socialità e l’inclusione, contrastare le diseguaglianze. Grazie a un investimento complessivo di oltre 13 milioni di euro, di cui 8,4 milioni finanziati dalla Regione attraverso Fondi europei e oltre 4,8 milioni di cofinanziamento. Quella del Comune di Cesena, con Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina, è una delle 14 Atuss dell’Emilia-Romagna già approvate, che coinvolgono i 9 Comuni capoluogo, il Nuovo Circondario Imolese e le Unioni Bassa Romagna, Romagna Faentina e Terre d’Argine.
Si tratta di strategie territoriali integrate finanziate dalla Regione e rivolte alle città e ai sistemi urbani intermedi nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2021-2027. Nascono per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima e della Strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La caratteristica delle Atuss è un approccio multisettoriale e multifondo, oltre che una programmazione negoziale e condivisa con gli Enti locali e le comunità, nella consapevolezza che la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti è la via migliore per realizzare gli ambiziosi obiettivi di transizione ecologica e di trasformazione digitale.
“Una crescita inclusiva coerente con gli indirizzi del Patto per il lavoro e per il Clima- commenta Bonaccini-. Cesena ha scelto una strategia che fa leva sul concetto di benessere e salute sviluppando progetti di rigenerazione urbana che avranno al centro il tema della promozione delle pratiche sportive, della mobilità dolce, della digitalizzazione e del welfare di comunità. Progetti che rispondono pienamente agli obiettivi fissati dal Patto per il lavoro e il clima e che proiettano la città, così come il territorio regionale, in un futuro sostenibile e inclusivo, attento ai i bisogni soprattutto dei più fragili”.
“Oggi- chiude Bonaccini- aggiungiamo un tassello importante al percorso delle Atuss in Emilia-Romagna, ormai in fase di conclusione, che permette di valorizzare i territori grazie ad una programmazione condivisa. Dimostrazione che, quando si lavora bene insieme per l’interesse della comunità, i risultati arrivano”. “L’obiettivo dell’Atuss ‘Cesena 2030’- commenta Lattuca- è quello di contribuire a perseguire lo sviluppo sostenibile urbano per aumentare l’attrattività dei territori, promuovere la transizione ecologica, ma soprattutto permettere di creare nuovi luoghi per la socialità e la partecipazione. In questo contesto l’ambito prioritario dell’Atuss è stato quello di realizzare e riqualificare spazi destinati all’attività sportiva, al benessere e alla socialità. Si tratta di tre percorsi progettuali che interesseranno la nostra città trasformandola e fornendo ai cittadini nuove risposte ai singoli bisogni. A questi progetti, inoltre, si affiancano ulteriori opere, fortemente incentrate sulla rigenerazione urbana, che interesseranno i comuni di Mercato Saraceno, Montiano e Sarsina. Attraverso l’intercessione e il lavoro svolto dal Comune di Cesena, e grazie alla forza della nostra Unione dei Comuni Valle Savio, anche questi territori montani potranno beneficiare delle risorse previste dall’Atuss. Nell’ambito di questo contesto, l’intervento della Regione Emilia-Romagna ci consente infatti di rafforzare la visione comune di territorio garantendone un pieno e unitario sviluppo”.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Dalla Regione 445 mila euro per la difesa del suolo

BOLOGNA (ITALPRESS) – Sei interventi di somma urgenza realizzati dalla Regione nel piacentino e nel parmense, per un importo complessivo di 445mila euro. Partiti all’indomani delle tre tempeste atlantiche che si sono abbattute sull’Emilia-Romagna tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre di quest’anno, i lavori sono stati svolti per la sicurezza delle opere idrauliche danneggiate e per ripristinare l’efficienza di fiumi e torrenti nelle due province maggiormente colpite. “Stare al fianco delle comunità e ripristinare i territori è una nostra priorità- ha commentato Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Protezione civile-. Per questo, quattro cantieri sono stati aperti per opere in altrettanti corsi d’acqua che attraversano i comuni di Ferriere, Corte Brugnatella e Bettola, nella provincia di Piacenza, con un impegno di 290mila euro. E con un investimento di 155mila euro, sono stati realizzati altri due interventi per mitigare il rischio idraulico nei comuni di Sala Baganza, Fornovo e Terenzo, in provincia di Parma”.
Nel comune di Ferriere in località Sassi Neri, nelle vicinanze della Casa protetta, un primo intervento riguarda il torrente Nure, dove si è reso necessario ripristinare alcune opere idrauliche. Il cantiere, del valore di 80mila euro, ha realizzato la platea e la difesa della sponda sinistra, oltre al risezionamento dell’alveo. Sempre a Ferriere, nel capoluogo, altri 80mila euro sono stati impegnati per il torrente Grondana, precisamente nel tratto a valle del ponte sulla Strada provinciale 50. I lavori sono serviti al ripristino delle opere idrauliche, con la costruzione di difese in pietrame intasato di calcestruzzo, e la sistemazione dell’alveo.
Un terzo intervento da 30mila euro è stato realizzato a Corte Brugnatella sul torrente Cordarezza nel tratto a monte della strada comunale per Roncoli. Qui, l’ingente portata solida seguita alle piogge ha provocato la fuoriuscita delle acque dalla sezione di deflusso che ora devono essere incanalate tramite il risezionamento dell’alveo.
Infine, un cantiere da 100mila euro si trova sul torrente Perino in comune di Bettola, nel tratto tra le località Soria e la frazione di Villanova. Le acque in piena hanno eroso le opere idrauliche di difesa nella sponda sinistra danneggiandole pesantemente; per questo sono in corso lavori di ripristino e integrazione delle sponde, oltre alla risagomatura in più tratti del corso d’acqua dove l’ingente quantità di materiali solidi ha provocato importanti sovralluvionamenti.
Nel comune di Sala Baganza, sulla in sponda sinistra del torrente Baganza tra le località Palazzina e San Vitale Baganza, è stato realizzato un intervento da 85mila euro di mitigazione del rischio idraulico. L’erosione delle sponde ha indebolito le difese, scogliere e muro perimetrale di sostegno alla provinciale di San Vitale, creando una situazione ad alto rischio esondazione su nuclei abitati, strade e comparto prosciuttifici. Per prima cosa si è deviato il principale canale di deflusso del torrente allontanando così lo scorrimento dell’acqua dalle aree a rischio. Successivamente è stato spostato del materiale dall’alveo alla sponda sinistra, asportato il legname portato dalla corrente, posati massi a difesa delle infrastrutture.
Si è inoltre intervenuti in località Limido sul muro di contenimento della Strada comunale per San Vitale Baqanza, scalzato per circa 30 metri. Oltre al consolidamento della fondazione si sono previste tre file di qabbie a protezione del muro. Lavori analoghi sono stati realizzati anche nei comuni di Fornovo e Terenzo, con un investimento di 70mila euro. Si è intervenuti sia sulla sponda sinistra del torrente Sporzana, dove le onde di piena hanno causato oltre al crollo del ponte di Ozzanello presso Sivizzano forti erosioni sulla sponda stessa che mettevano a rischio la Strada provinciale e i sottoservizi adiacenti, sia lungo il rio Gambiolo in prossimità della provinciale 39. Qui gli accumuli di detriti minacciavano la strada e i fabbricati civili adiacenti. I lavori sono in capo agli Uffici territoriali di Piacenza e Parma dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Sanità, rinnovato il protocollo tra Emilia-Romagna e San Marino

SAN MARINO (ITALPRESS) – Collaborazione tecnico-scientifica e amministrativa, scambio e fornitura di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali. La Regione Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino rinnovano l’accordo in ambito sanitario con il Protocollo operativo, firmato oggi a San Marino a Palazzo Begni dall’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini e dal Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale Mariella Mularoni.
L’intesa si inserisce nella consolidata collaborazione tra la Regione e la Repubblica di San Marino grazie ad accordi stipulati in diversi ambiti, tra cui quelli sanitario, socio-sanitario e di collaborazione scientifica e didattica, come previsto e richiamato dall’Accordo di Cooperazione Economica del 2013.
“Emilia-Romagna e Repubblica di San Marino – commenta Donini – condividono il valore di una sanità universalistica e la collaborazione che oggi rinnoviamo intende offrire maggiori possibilità di cura per i cittadini dei due territori in un sistema di reciprocità mettendo a disposizione strutture d’eccellenza dei rispettivi sistemi sanitari”.
“Un onore ed un privilegio per la Repubblica di San Marino continuare ad avvalersi della proficua e sinergica collaborazione con la Regione Emilia Romagna in ambito sanitario e non solo, che consente di potenziare la qualità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria, la centralità del servizio sanitario pubblico per rispondere ai bisogni dei cittadini e alle loro necessità” – dichiara il Segretario di Stato Mularoni.
“Questo accordo, molto atteso, aggiunge un altro tassello alle cooperazioni internazionali dell’ISS in ambito sanitario e socio-sanitario – afferma il Direttore Generale ISS Bevere -. Questo protocollo operativo abbraccia molteplici attività cliniche a beneficio degli assistiti sammarinesi e dei territori limitrofi. Tra gli aspetti inseriti in questo accordo anche la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico. La rilevanza del protocollo di intesa è suggellata dalla presenza a San Marino dell’assessore regionale e dalle altre autorità sanitarie emiliano romagnole che ringrazio per l’impegno profuso e anche per questa occasione d’incontro”.
La firma è avvenuta nell’ambito di un cordiale incontro con l’assessore Donini in Repubblica, che ha visto, per la parte italiana, la presenza anche del Direttore Generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon, del Direttore Generale dell’Ausl della Romagna Tiziano Carradori e del Direttore dell’assistenza ospedaliera Regione Emilia Romagna Mattia Altini, mentre per San Marino, ad affiancare il Segretario di Stato per la Sanità, anche il Direttore Generale dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, Francesco Bevere.
Dopo la firma dell’intesa, gli ospiti sono stati ricevuti in Udienza Pubblica dai Capitani Reggenti Filippo Tamagnini e Gaetano Troina.
Il cittadino al centro, il diritto alla salute, la garanzia della maggiore prossimità di erogazione dei servizi compatibile con quella dei migliori livelli di qualità e competenza clinica. Sono alcuni dei principi previsti dall’intesa.
Il protocollo, che può contare sulla contiguità geografica dei territori, sulla sovrapponibilità epidemiologica delle patologie e l’omogeneità del modello professionale, definisce una serie di scambi di servizi, come ad esempio ricoveri, visite e prestazioni ambulatoriali, anche quelle di seconda opinione per una conferma su una diagnosi o un trattamento. Previsti inoltre scambi nel settore di sangue, emoderivati e medicina trasfusionale e supporto in campo amministrativo, in particolare per il servizio farmaceutico. E ancora, saranno attivati percorsi condivisi di politica sanitaria, socio-sanitaria e sociale. Oltre ai servizi e alle prestazioni, un ruolo rilevante verrà riservato alle forme di collaborazione tra professionisti.
L’obiettivo è creare sinergie che possano far crescere la qualità dei servizi e dell’offerta sia per i cittadini emiliano-romagnoli che per quelli della Repubblica di San Marino.
Nelle prossime settimane il Protocollo sarà ratificato dall’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna per poi entrare in vigore.
-foto ufficio stampa Repubblica San Marino –
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Decolla Hydrogen Valley Modena, al centro progetto IdrogeMO Snam e Hera

MODENA (ITALPRESS) – Al via l’Hydrogen Valley modenese, tra i primi e più rilevanti progetti di sviluppo dell’idrogeno rinnovabile per favorire la transizione energetica in Italia.
E’ stato firmato a Modena, in Municipio, il protocollo d’intesa per la creazione di un polo di produzione dell’idrogeno realizzato da Gruppo Hera e Snam, con l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dell’Emilia-Romagna.
Il documento è stato sottoscritto da Comune di Modena, Gruppo Hera, Snam, Seta, Unimore, Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS), Consorzio Aree Produttive (CAP), Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, Energia e Sviluppo Sostenibile (ENEA), Fondazione Democenter Sipe e Camera di Commercio di Modena.
Erano presenti alla firma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla, l’Amministratore delegato del Gruppo Hera Orazio Iacono, l’Executive Director Decarbonization Unit di Snam Piero Ercoli, il Magnifico Rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro, il presidente di Seta Alberto Cirelli, il direttore di Aess Piergabriele Andreoli, il presidente della Camera di commercio di Modena Giuseppe Molinari, il direttore di Cap Luca Biancucci, il presidente della Fondazione Democenter-Sipe Roberto Zani. Era presente anche Giuseppina Gualteri, presidente di Tper ed è intervenuta a distanza Giulia Monteleone, direttrice del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili di Enea.
Fulcro dell’Hydrogen Valley modenese sarà IdrogeMO, il progetto di Gruppo Hera e Snam per la realizzazione di un polo produttivo in grado di produrre fino a 400 tonnellate di idrogeno rinnovabile l’anno, con la possibilità di futuri ampliamenti per incrementarne la produzione. Complessivamente, l’investimento previsto ammonta a oltre 20 milioni di euro.
“La realizzazione di progetti di decarbonizzazione necessita di pragmatismo e sinergie fra gli operatori del comparto energetico, fondamentale per intercettare i bisogni reali del tessuto industriale e civile del territorio – spiega Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit di Snam -. Queste sono proprio le caratteristiche dell’Hydrogen Valley di Modena, a cui lavoriamo con Hera nell’ambito del progetto IdrogeMO, che ha attratto l’interesse dall’industria e dal terziario del territorio. Snam ricerca da sempre questo tipo di partnership, apportando il valore aggiunto dato dai suoi asset e dal suo consolidato know how. In Emilia-Romagna, tutto questo è anche agevolato da amministrazioni locali particolarmente lungimiranti, come la Regione e il Comune di Modena”.
“Il nostro impegno sull’idrogeno è una delle tante espressioni del ruolo che una multiutility come il Gruppo Hera, anche attraverso altre progettualità – dalla produzione di biometano alle altre energie rinnovabili -, intende giocare nel percorso di transizione energetica delle nostre città – afferma Orazio Iacono, Amministratore delegato del Gruppo Hera -. L’Emilia-Romagna da questo punto di vista è un territorio ideale per innovare e sviluppare ecosistemi energetici, che rappresentano il volano di nuove opportunità per incrementare la crescita economica e il benessere delle comunità. IdrogeMO, progetto di cui siamo capofila, ne è la dimostrazione più evidente, in linea con gli obiettivi comunitari di decarbonizzazione e con le esigenze del settore della mobilità e delle industrie più energivore”.
Data la sua rilevanza ai fini della transizione energetica e della decarbonizzazione del territorio, la partnership tra Gruppo Hera, Herambiente e Snam ha già ottenuto lo scorso aprile da parte della Regione Emilia-Romagna un finanziamento da 19,5 milioni di euro, stanziato nell’ambito del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Le potenzialità dell’Hydrogen Valley modenese sono già state recepite dal settore della mobilità: le aziende di trasporto pubblico locale Seta e Tper hanno infatti in programma di convertire parte della loro flotta in mezzi alimentati a idrogeno. La stessa attenzione per lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno green è inoltre stata manifestata dal settore industriale locale, con particolare riferimento ad automotive e aziende cosiddette hard-to-abate del distretto ceramico, per la decarbonizzazione dei propri processi produttivi. In questo contesto, Fondazione Democenter Sipe si impegnerà a coinvolgere i segmenti di mercato interessati, la Camera di Commercio promuoverà proposte progettuali e linee di sviluppo strategiche, mentre il Consorzio Aree Produttive potrà concorrere all’analisi delle aree oggetto di intervento. Nel frattempo, Unimore, con un pool di ricercatori, svilupperà il centro di eccellenza interdipartimentale dedicato all’idrogeno (H2 MO.RE)
Nella realizzazione di IdrogeMO, le società avranno un ruolo distinto ma interconnesso: Hera S.p.A. sarà il soggetto capofila, la controllata Herambiente si occuperà della realizzazione dell’impianto fotovoltaico, e Snam si occuperà della realizzazione dell’impianto di produzione dell’idrogeno.
In particolare, il parco fotovoltaico da 6 megawatt, con un innovativo impianto a pannelli solari galleggiante su uno specchio d’acqua, sarà realizzato presso la discarica esaurita del Comune di Modena in concessione a Herambiente, quindi senza alcun consumo di suolo utile, in ottica di economia circolare. L’impianto fotovoltaico alimenterà un elettrolizzatore – dispositivo che estrae idrogeno dall’acqua attraverso un processo di elettrolisi – installato in un’area industriale dismessa in via Caruso a Modena. Per consentire il funzionamento dell’elettrolizzatore – la cui potenza è di 2,5 megawatt – anche in assenza di luce solare e in orario notturno, è prevista una batteria per lo stoccaggio dell’energia elettrica. Snam si occuperà della realizzazione dell’impianto di produzione dell’idrogeno, un vettore al cui sviluppo l’azienda sta lavorando su più fronti, coerentemente con gli obiettivi comunitari definiti nel Repower EU Plan e in forza di un piano strategico al 2026 che ha destinato 1 miliardo di euro a iniziative di decarbonizzazione.
L’impianto potrà essere gestito da una “società veicolo” (SPV- Special Purpose Vehicle), cioè da una società ad hoc controllata dal Gruppo Hera e partecipata da Snam, che si occuperà, oltre che della produzione, anche della commercializzazione dell’idrogeno verde.
Si tratta di un centro di produzione dell’idrogeno totalmente green, la cui fase di progettazione è in corso di finalizzazione e l’inizio dei lavori per la realizzazione degli impianti è previsto entro il 2024. L’impianto fotovoltaico sarà ultimato entro il 2025 e il polo dell’idrogeno sarà pronto nel 2026. Attualmente sono già in fase di lancio le gare per l’assegnazione dei contratti di fornitura e lavori.
L’idrogeno prodotto dall’impianto di Modena potrà, inoltre, rifornire l’azienda di trasporto pubblico locale Seta, che con fondi PNRR ha già avviato le procedure per l’acquisto di 12 bus, per un totale di circa 50 tonnellate l’anno, garantendo una percorrenza di 660 mila chilometri e un conseguente risparmio di CO2 pari a 737 tonnellate/anno (rispetto ad autobus alimentati a gasolio).
La possibilità di alimentare a idrogeno alcuni autobus della flotta Seta e Tper, nelle province di Bologna, Ferrara e Modena, risponde all’esigenza di rendere sempre più sostenibile la mobilità nel territorio dell’Emilia-Romagna.
Non a caso le aziende di trasporto pubblico locale si sono già impegnate per convertire parte della loro flotta a idrogeno. Quest’ultimo, rispetto all’alimentazione elettrica, grazie a una maggiore autonomia, è infatti ritenuto più idoneo ad alimentare mezzi a lunga percorrenza giornaliera, in particolare autobus che percorrono linee extraurbane. La velocità di rifornimento dei mezzi è inoltre paragonabile a quella dei veicoli alimentati con combustibili tradizionali.

– Foto ufficio stampa Snam –

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Università, 150 milioni dalla Regione per garantire le borse di studio

BOLOGNA (ITALPRESS) – Studiare in Emilia-Romagna prima, lavorarci e viverci dopo. E’ la storia di tanti ragazzi e ragazze – in continuo aumento – che scelgono di iscriversi negli Atenei regionali, e possono farlo anche grazie all’impegno di Regione e Università per garantire il diritto allo studio. Di fronte a questa domanda in crescita, per l’anno accademico 2023-2024 la Giunta regionale stanzia la somma più alta di sempre, investendo quasi 150 milioni di euro – rispetto ai 135 dell’anno accademico precedente – per allargare ulteriormente la platea dei beneficiari e assicurare le borse di studio al 100% degli aventi diritto. Borse che aumentano sia a livello di importo unitario, che di numero, e che prevedono importi maggiorati del 20% per le studentesse iscritte alle lauree Stem, quelle cioè scientifiche, ingegneristiche, matematiche. Se nell’anno accademico 2022-2023 erano infatti 27.155 gli iscritti agli Atenei regionali risultati idonei ai benefici del diritto allo studio erogati da ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, quest’anno sono 27.876 (quasi il 3% in più), con un incremento di risorse stanziate di quasi 15 milioni: ciò consentirà a tutti gli aventi diritto di ricevere i benefici.
Risorse e dati che sono stati presentati dal presidente, Stefano Bonaccini, e dall’assessora all’Università, Paola Salomoni, oggi in una conferenza stampa in Regione alla quale hanno partecipato anche tre rappresentanti degli Atenei con sede in Emilia-Romagna: Laura Ramaciotti, magnifica rettrice dell’Università di Ferrara, Gianluca Marchi, prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Fabrizio Storti, prorettore dell’Università di Parma e Federico Condello, delegato dell’Università di Bologna per le studentesse e gli studenti e la comunicazione istituzionale.
“Rafforziamo ancora l’impegno della Regione per consentire al maggior numero possibile di ragazzi e ragazze di raggiungere i più alti gradi di formazione, con particolare attenzione agli studenti meritevoli con minori possibilità- sottolineano Bonaccini e Salomoni-. Investiamo la cifra record di 150 milioni di euro per finanziare le borse di studio, il cui fabbisogno – in denaro e servizi – è aumentato di quasi l’11% rispetto all’anno scorso, e garantire così il sostegno a tutti gli studenti e studentesse che ne hanno diritto”.
“Il sistema universitario dell’Emilia-Romagna- aggiungono presidente e assessora- è il più attrattivo d’Italia, come confermano i dati Anvur, grazie al prezioso lavoro dei nostri Atenei, che ringraziamo per il prezioso lavoro che svolgono e la collaborazione costante. La nostra è la regione che ospita il maggior numero di studenti immatricolati fuorisede: siamo orgogliosi, ma al tempo stesso consapevoli che occorre continuare a investire sempre di più sul diritto allo studio, che vuol dire investire su un nuovo presente e un futuro diverso”.
Sono esattamente 149 milioni e 786mila euro le risorse destinate a finanziare le borse di studio, compresa la spesa per i servizi. L’investimento diretto della Regione Emilia-Romagna attraverso ER.GO vale 60 milioni di euro, di cui 13 a valere sul Fondo sociale europeo plus e 3,5 sul Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità. A questi finanziamenti si sommano ulteriori 27,5 milioni finanziati attraverso la tassa regionale per il diritto allo studio. Tra le leve nazionali che portano al raggiungimento del 100% degli idonei c’è quella del Fondo integrativo statale, per cui la Regione ha ricevuto 34,6 milioni, e delle risorse Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per 26,7 milioni.
Confermato anche quest’anno il contributo di un milione di euro da parte delle Università emiliano-romagnole, in misura proporzionale al numero dei beneficiari di borsa di studio iscritti a ciascun Ateneo e della relativa spesa, a testimonianza di come il diritto allo studio sia un valore condiviso tra le istituzioni del territorio. L’importo unitario della borsa di studio cresce dell’8% e raggiunge i 6.656,52 euro per i fuori sede, i 3.889,99 euro per i pendolari e i 2.682,77 euro per gli studenti in sede – con ulteriori incrementi del valore della borsa per chi si trova in maggiori difficoltà economiche (sono 11.935, pari al 43% degli studenti assegnatari) e per le studentesse iscritte alle lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Per queste ultime la maggiorazione dell’importo della borsa è del 20%, e ne beneficeranno in Emilia-Romagna 3.088 studentesse. La prima rata della borsa di studio è già stata pagata entro il termine stabilito dalle disposizioni ministeriali del 10 novembre a oltre 4mila matricole.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Agroalimentare, il pollo romagnolo diventa Slow Food

BOLOGNA (ITALPRESS) – Cresce il numero dei prodotti Slow Food in Emilia-Romagna, frutto della collaborazione tra la Regione e l’associazione internazionale con l’inconfondibile chiocciolina rossa, impegnata da anni nell’educazione al gusto e nella difesa della biodiversità. Il pollo romagnolo, antica razza autoctona, dopo aver rischiato l’estinzione, sarà il 19esimo presìdio dell’Emilia-Romagna, un passo ulteriore nella collaborazione tra Regione e Slow Food, con cui è stato di recente rinnovato fino al 2025 il Protocollo d’intesa per la realizzazione di iniziative che valorizzano il patrimonio rurale ed enogastronomico regionale. Il nuovo Presìdio è stato presentato oggi a Bologna dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, assieme a Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia.
All’incontro con i giornalisti erano presenti rappresentanti Slow Food regionale, allevatori ed esperti, tra cui Lia Cortesi, responsabile Presìdi Slow Food Emilia-Romagna; Alessio Zanon, veterinario esperto in biodiversità e presidente di Rare; Davide Montanari, consigliere Associazione razze e varietà autoctone romagnole; Stefano Tozzi, allevatore; Luca Giannini, manager di FedEx, il partner di Slow Food Italia grazie al quale è stato realizzato il Presidio.
“Il sostegno ai Presìdi Slow Food- ha detto Mammi -, capaci di creare cultura e identità, porta avanti un progetto che coinvolge le comunità locali e persegue obiettivi come salvare la biodiversità, tutelare gli ecosistemi e le risorse naturali, tutelare la salute dei consumatori e promuovere filiere eque dal punto di vista sociale. Da qui la scelta di investire risorse in contributi e investimenti per la tutela della biodiversità nell’ambito del Piano di sviluppo rurale promosso da Regione attraverso i finanziamenti europei e il sostegno ai Presidi Slow Food del nostro territorio”. “I 19 Presìdi dell’Emilia-Romagna- prosegue Mammi- sono una ricchezza qualitativamente ineguagliabile, preservata da chi ogni giorno si impegna per ridare il giusto valore all’alimentazione, rispettando chi produce cibo sano e un’armonia che le istituzioni devono difendere e promuovere sempre”.
L’assessore ha poi ricordato le strategie regionali per sostenere l’economia e l’inclusione sociale nelle aree rurali e di montagna, attraverso i Gruppi di azione locale (Gal) per i quali sono disponibili 58 milioni di euro nello Sviluppo rurale 2023-27, per favorire lo sviluppo delle imprese delle aree più marginali, l’occupazione di giovani e donne, la tutela dell’ambiente e le specificità turistiche e culturali delle aree rurali dell’Emilia-Romagna. E ancora biodiversità, investimenti produttivi, mitigazione dei cambiamenti climatici, agriturismo e reti commerciali. “Il Presidio del pollo romagnolo- dice Raffaella Ponzio, responsabile Presìdi Slow Food Italia- è nato per sostenere un gruppo di allevatori che da anni, per passione, conservano biodiversità. Mettono a disposizione dei loro animali spazi erbosi all’aperto, attendono il tempo necessario perchè crescano secondo ritmi naturali, forniscono un’alimentazione basata su granaglie per lo più locali e soprattutto, allevano con rispetto. Questi pochi allevatori rappresentano una piccola, virtuosa, economia locale. Vogliamo aiutarle tutte, ogni volta che possiamo, anche grazie al lavoro che fanno le nostre reti Slow Food locali. Ci ricordano che il cibo non è una commodity, che gli animali che alleviamo non sono mezzi di produzione, che la qualità del cibo è legata a una relazione, viva e autentica, con la natura”.
“La tutela del pollo di razza romagnola- dichiara Davide Montanari, consigliere Associazione Razze e Varietà Autoctone Romagnole e referente dei produttori del Presidio Slow Food del Pollo Romagnolo- è importante per la conservazione della biodiversità zootecnica. Si tratta infatti di una razza rustica, a lento accrescimento con una spiccata propensione al pascolo e a trasformare sottoprodotti dell’agricoltura; sia per la produzione di carni e uova a guscio bianco di ottima qualità. Le carni sapide e consistenti si adattano a cotture lente, mentre l’uovo ha un tuorlo che costituisce un terzo del peso complessivo”. “Siamo veramente soddisfatti di questo risultato- afferma Lia Cortesi, responsabile dei Presìdi Slow Food dell’Emilia-Romagna- che arricchisce il panorama regionale dei Presìdi e testimonia il lavoro costante che la rete Slow Food dell’Emilia-Romagna fa sul territorio: la ricerca di razze animali e varietà vegetali che ogni giorno rischiamo di perdere. Per salvarla è necessario cibarsene quotidianamente, nel caso del nostro pollo mangiando meno carne ma di maggiore qualità, e usare le sue uova per le nostre squisite paste ripiene”.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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