Emilia Romagna

Consumo di suolo, stop dalla Regione a nuovi insediamenti

BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Emilia-Romagna taglia oltre 15.274 ettari di consumo di suolo sui 21.922 previsti nei Piano regolatori generali (Prg) e nei Piani strutturali comunali (Psc) previgenti, decaduti alla fine del 2022: il 70% in meno. Una superficie superiore, per estensione, all’intera città di Rimini. E’ questo il primo risultato concreto legge regionale n. 24/2017, “Disciplina sulla tutela e l’uso del territorio”, a cinque anni dall’entrata in vigore. La conferma arriva da una ricognizione effettuata dalla Regione in collaborazione con l’Istituto sui trasporti e la logistica, l’Università di Bologna e l’Università di Parma, per verificare lo stato di attuazione delle previsioni insediative entro il 31 dicembre 2021, il termine entro il quale i Comuni potevano avviare l’iter di approvazione degli insediamenti previsti al momento dell’entrata in vigore della legge.
Un taglio molto probabilmente destinato a salire visto che alla fine di quest’anno scadrà l’altro periodo transitorio fissato dalla legge, quello per approvare e convenzionare le previsioni insediative per il quale era già stato avviato l’iter: complessivamente 2.724 ettari – tra previsioni avviate (1.629 ettari) e approvate (1.095 ettari) – che potrebbero almeno in parte decadere. I dati sono stati diffusi oggi a Bologna presso, l’Aula absidale Santa Lucia nel corso del convegno “Consumo di suolo e rigenerazione urbana, un primo bilancio della legge n. 24/2017”. Stop a nuove previsioni insediative in espansione, rigenerazione urbana, recupero e riqualificazione del patrimonio esistente sia in ambito abitativo che per le aree produttive dismesse. Questi i due assi portanti della legge. E per quanto riguarda gli interventi già previsti dai precedenti Piani urbanistici alcuni meccanismi per disinnescarli. Quali appunto l’obbligo per i Comuni di predisporne e avviarne l’iter di approvazione non oltre la fine del 2021 e la stipula delle convenzioni non oltre il 31 dicembre 2023.
“Siamo una delle poche Regioni che si è data una legge che disciplina il consumo di suolo. E ora siamo nelle condizioni di fare un bilancio oggettivo, mettendo da parte ogni posizione pregiudiziale- hanno detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessora regionale alla Programmazione territoriale e paesaggistica, edilizia e politiche abitative, Barbara Lori-. I dati ci dicono che la nostra legge sta funzionando, come confermano anche le analisi relative alle aree a rischio idrogeologico dove il taglio ha raggiunto in ettari, l’80% del totale. Ma è evidente che siamo davanti a un problema che non può essere affrontato solo su scala regionale. Ed è per questo che oggi ribadiamo con forza la necessità di una legge nazionale che ponga i temi del recupero e della rigenerazione urbana al centro del dibattito perchè veniamo da decenni in cui si è costruito troppo e male, in tutto il Paese.”
“Allo stesso tempo- chiudono presidente e assessore- occorre spingere sulla definizione dei nuovi Piani urbanistici generali (Pug) e dei Piani territoriali di area vasta (Ptav) in modo diffuso sul territorio per poter utilizzare al meglio tutti gli strumenti che la legge regionale mette a disposizione. In questa direzione, ad esempio, gli accordi operativi potranno contribuire allo sviluppo di partnership pubblico-privato capaci di rigenerare le città rendendole sempre più a misura di cittadini e imprese”.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Parco Delta del Po, acquisita concessione d’uso penisola di Boscoforte

BOLOGNA (ITALPRESS) – La Regione continua a investire nella salvaguardia della biodiversità e per la tutela del patrimonio naturalistico dell’Emilia-Romagna, con l’acquisizione della concessione d’uso, fino al 2042, dell’oasi naturalistica di Boscoforte (Fe), cuore delle Valli di Comacchio, all’interno del Parco del Delta del Po. Un’operazione frutto di un accordo sottoscritto tra la proprietà privata della penisola, la Regione, l’Ente che gestisce il Parco, che consentirà all’Ente stesso di disporre dell’area, negli ultimi dieci anni accessibile solo per un breve periodo dell’anno e unicamente nei fine settimana, fino al 2042, per 365 giorni all’anno. La Regione, inoltre, metterà a disposizione del Parco del Delta del Po 100mila euro all’anno per il mantenimento, la custodia e la valorizzazione di Boscoforte e dell’intero sistema di visita delle Valli meridionali di Comacchio, da Bellocchio a Punta Canaletta; anche per consentire una maggiore fruibilità della penisola da parte dei cittadini, pur nel pieno rispetto della conservazione degli habitat e delle specie.
Un investimento finanziario importante, di durata ventennale, che si aggiunge a un altro significativo stanziamento che la Regione Emilia-Romagna ha messo nella disponibilità del Parco del Delta del Po per poter procedere all’acquisto delle aree A e B delle oasi di Ortazzo e Ortazzino (RA), considerate tra i siti con maggiore biodiversità ambientale in ambito litoraneo, oggetto di una vendita, lo scorso marzo, da privato a privato, e sulle quali ora l’Ente Parco potrà esercitare diritto di prelazione. Un’operazione da 437 mila euro, di cui 255mila euro già assegnati dall’Amministrazione regionale, 95mila dal Comune di Ravenna e 87mila dall’Ente Parco, grazie alla quale le due aree a massima tutela (e dunque le uniche sulle quali, come previsto dalla legge, è possibile esercitare diritto di prelazione) torneranno a essere di proprietà pubblica. A illustrare contenuti e finalità dell’accordo, questa mattina in conferenza stampa in Regione a Bologna, gli assessori alla Programmazione territoriale, Parchi e Forestazione, Barbara Lori, e al Bilancio, Paolo Calvano; l’assessore al Verde pubblico e Riforestazione del Comune di Ravenna Igor Gallonetto, in rappresentanza del sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale; la presidente del Parco Delta del Po Aida Morelli e, in collegamento video, il presidente della Provincia di Ferrara, Gianni Michele Padovani.
“Grazie a questo accordo, di durata ventennale, e alle risorse che la Regione metterà a disposizione dell’Ente Parco annualmente, verranno promossi ulteriori e importanti interventi di conservazione e tutela di un’oasi naturalistica ricca di specie e di biodiversità, che sarà resa ancor più fruibile per i cittadini, sempre nel rispetto delle esigenze di tutela dell’ecosistema e degli habitat- sottolineano Lori e Calvano-. Un impegno che, assieme alle risorse investite per l’acquisizione delle aree A e B delle oasi di Ortazzo e Ortazzino, operazione frutto di un grande lavoro di squadra con il Parco del Delta del Po e il Comune di Ravenna, conferma l’attenzione della nostra Regione, al fianco degli Enti locali, degli Enti parco e dei cittadini, per la salvaguardia del patrimonio ambientale emiliano-romagnolo”. “Nonostante i tagli del Governo e la difficile congiuntura economica-finanziaria in cui ci troviamo a operare- aggiungono gli assessori- abbiamo voluto affermare, con un importante investimento sul bilancio regionale, che la cura del territorio è una delle priorità della Giunta guidata dal presidente Bonaccini. Anche in linea con quanto previsto dal nostro Patto per il Lavoro e per il Clima che, tra le sue linee di intervento, prevede la tutela e la valorizzazione delle eccellenze costituite dalle risorse naturali e da parchi, aree protette e Mab Unesco, quali serbatoi insostituibili di biodiversità e bacini di opportunità per uno sviluppo sostenibile dei territori e delle popolazioni locali”.
“L’acquisto di quest’area di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico, una volta perfezionato nel passaggio dagli organi interni del parco, ci permetterà di attuare una gestione attenta, così come stiamo facendo nelle altre aree poste sotto la nostra egida, che favorisce la conservazione dei preziosi elementi che caratterizzano il sito- afferma Morelli -. Lo stesso approccio vale anche per la penisola di Boscoforte. I fondi, assieme alla durata dell’accordo che in precedenza era sempre annuale, permetteranno all’Ente Parco di programmare e attuare una conservazione attiva dell’area e un vero rilancio della sua fruizione naturalistica”. “Esprimo piena soddisfazione per la convenzione che è stata siglata da Società Bonifica Valli Meridionali di Comacchio s.r.l., Regione ed Ente Parco- aggiunge Padovani-. La penisola di Boscoforte rappresenta un sito di grandissimo pregio naturalistico di cui vanno preservate la conservazione e la fruizione. E proprio grazie a questo nuovo accordo saranno garantiti la manutenzione e il monitoraggio puntuale dell’area, nonchè l’ampliamento della parte visitabile dai turisti che si arricchirà di un ulteriore percorso ad anello, denominato ‘Chiaro dell’Ingegnerè”.
“Da diversi anni, il Comune di Ravenna è impegnato nel tentativo di acquisire la proprietà pubblica del compendio dell’Ortazzo e dell’Ortazzino- afferma de Pascale-. Come Comune di Ravenna ci siamo attivati per dare sostegno al Parco del Delta del Po nell’esercizio dell’azione di riscatto della parte più pregiata delle aree A e B, quelle che la legge consente di riscattare, partecipando all’acquisto con un contributo straordinario di circa 100mila euro. Fin da subito esprimiamo la volontà dell’acquisizione a parte pubblica anche dell’area C, per la quale non era possibile attivare l’azione di riscatto. Al contempo, diamo piena disponibilità a sostenere negli anni, a seguito dell’acquisizione, anche la manutenzione e la valorizzazione di quest’area così importante, integrandola con il resto del patrimonio naturalistico del comune di Ravenna, a prescindere dal fatto che sia in gestione al Comune stesso, allo Stato o al Parco del Delta del Po. Auspichiamo – conclude – che i soggetti protagonisti della vendita, avvenuta senza il rispetto dei diritti di prelazione del Parco, comprendano che l’azione di riscatto è totalmente corretta. E ci auguriamo quindi che si possa al più presto acquisire la proprietà pubblica dell’intera area, aumentandone sia i livelli di tutela, che di valorizzazione ai fini naturalistici”.

foto: uffico stampa regione Emilia Romagna

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Calvano “Regione potrà offrire il proprio contributo per i Big data”

BOLOGNA (ITALPRESS) – Il cambiamento climatico e l’uso dei Big data per costruire modelli predittivi per ridurre, ove possibile, danni provocati da ondate di maltempo sempre più frequenti a persone e territori. E poi le politiche migratorie come parte della soluzione al calo demografico. E anche l’attrattività dei territori e le buone pratiche e progetti locali che possono essere scambiate tra diverse realtà europee. Sono alcuni dei temi affrontati oggi durante un incontro a Barcellona tra diverse realtà regionali europee, al quale ha partecipato per l’Emilia-Romagna l’assessore regionale al Bilancio e ai Rapporti con l’Ue, Paolo Calvano, che ha messo a disposizione le esperienze dell’Emilia-Romagna per il raggiungimento degli obiettivi dei territori europei che affacciano sul Mediterraneo.
Nella città della Catalogna, infatti, le Regioni hanno iniziato a condividere un percorso che porti alla creazione di una strategia territoriale europea per il Mare Mediterraneo.
“La Regione Emilia-Romagna- ha detto l’assessore Calvano- è fortemente interessata a fornire il proprio apporto perchè considera la ‘strategia mediterraneà come un’importante opportunità e strumento per le nuove e future generazioni dell’area. Strategie che sono occasione per rinnovare e dare nuova forza a iniziative nate in ambito locale o nazionale, e che potrebbero fornire un prezioso contributo all’area se declinate all’interno di una governance di bacino”. In questo percorso la Regione Emilia-Romagna metterà a disposizione l’esperienza maturata in questi anni quale Autorità di gestione del programma transnazionale Adrion e IPA-Adrion e quale membro del board di governo della Strategia europea per l’Adriatico-Ionio-Eusair.
“L’Emilia-Romagna potrà anche mettere a disposizione le competenze sviluppate nel proprio Data Valley Hub per costruire modelli predittivi comuni per gestire le emergenze climatiche”, ha chiuso Calvano.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Società “svuotata” e soldi all’estero, 8 indagati tra Italia e Olanda

RIMINI (ITALPRESS) – I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, coordinati dalla locale Procura, hanno dato esecuzione in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Campania, Calabria e nei Paesi Bassi, insieme alle Autorità olandesi ed ai Reparti territoriali del Corpo, ad un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni del valore di circa 10 milioni di euro, costituito da un enorme parco automezzi composto da 148 veicoli tra camion e rimorchi e disponibilità finanziare detenute anche all’estero. Sette in particolare i conti correnti individuati nei Paesi Bassi grazie alla cooperazione giudiziaria assicurata da Eurojust. Sono 8 gli indagati, tra cui 2 soggetti di origine olandese, amministratori di altrettante società, ed un argentino, che aveva il ruolo di prestanome. Gli altri indagati sono 3 emiliani, un bresciano ed un milanese domiciliato nei Paesi Bassi, attualmente latitante e ritenuto il dominus. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Rimini.
Le complesse indagini in materia di reati fallimentari eseguite dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Rimini hanno consentito di disarticolare un piano criminoso volto, in ipotesi di accusa, a sottrarre il patrimonio di una importante società riminese, in fallimento, operante nel settore del trasporto nazionale ed internazionale di merci per conto terzi.
In particolare, a seguito dell’ormai irreversibile stato di crisi aziendale della società riminese, l’amministratore si sarebbe rivolto ad una società di consulenza comasca, collegata con un’omonima società olandese, gestita da un soggetto milanese pluripregiudicato, ricercato per l’esecuzione di quattro condanne definitive tra cui estorsione, bancarotta fraudolenta e traffico di stupefacenti, che pubblicizzava sul web fantomatici servizi volti al risanamento di imprese in grave difficoltà finanziaria, avendo premura di sollevare le governance da ogni responsabilità civile e penale.
Il piano di risanamento consisteva in realtà, secondo la prospettazione accusatoria, in un disegno illecito volto a svuotare di tutti i beni rimasti la società ormai di fatto fallita, in danno ai creditori e alle casse dello Stato, facendo ricadere tutte le responsabilità derivanti dalla dichiarazione di fallimento su un amministratore finto, quello che viene definito in gergo “testa di legno”, individuato in questo caso in un soggetto di origine argentina.
Veniva quindi effettuata la cessione dell’intero compendio aziendale della fallita ad una società bresciana, anch’essa sull’orlo del fallimento, apparentemente “terza” ma di fatto coinvolta nella frode, che provvedeva infine a vendere tutti i mezzi aziendali ad una società di trasporti imolese gestita da una parente dell’ex amministratore della fallita riminese (che di fatto continuava a gestirla), che poteva quindi proseguire l’attività di trasporto merci senza più debiti. Un articolato disegno, reso ancor più complesso dal coinvolgimento di società estere, svelato però, e interrotto in tempo per sequestrare tutti i beni, dagli investigatori riminesi.
A carico di quest’ultima società è stato effettuato il sequestro dei 148 mezzi pesanti illecitamente distratti dalla procedura fallimentare. Le indagini finanziarie, svolte anche mediante la collaborazione delle Autorità Olandesi che hanno recepito un Ordine investigativo europeo della Procura di Rimini, hanno nel frattempo consentito inoltre di ricostruire i trasferimenti verso il territorio olandese di somme di denaro per circa 400 mila euro, sottratte illecitamente dai conti correnti della società fallita, che sono state tempestivamente sequestrate mediante mirati Ordini di Congelamento emessi dal gip del Tribunale di Rimini.
Decisivo, in questa fase, è stato il ruolo dell’Ufficio italiano presso Eurojust, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale che aiuta le amministrazioni nazionali a collaborare per combattere il terrorismo e gravi forme di criminalità organizzata che interessano più di un paese dell’Unione. L’intervento dell’organizzazione sovranazionale ha consentito di assicurare una rapida esecuzione a richieste di accertamenti bancari e di sequestri, con il risultato di aver individuato i conti riconducibili agli indagati prima che venissero svuotati.
– foto ufficio stampa Guardia di finanza –
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In tutta la Regione per il 2024 una campagna contro la violenza di genere

BOLOGNA (ITALPRESS) – Frasi dure come schiaffi, che mortificano, umiliano, disorientano e minano l’autostima delle donne. Non sono solo parole ma è violenza vera e propria. Riconoscerla, e chiedere aiuto rivolgendosi ai Centri antiviolenza del territorio, è fondamentale per fermarla, prima che sia tardi.
Frasi che per tutto il 2024 sarà possibile leggere nelle strade e nelle piazze dell’Emilia-Romagna, attraverso ‘Se te lo dice è violenzà, la nuova campagna di comunicazione della Regione Emilia-Romagna per contrastare la violenza contro le donne, iniziando dalle parole. Parole portate alla luce per rompere ogni velo di ipocrisia su una realtà che non si può più far finta di non vedere, o ascoltare: “Sei cretina”; “Se mi lasci ti rovino; “Dove cazzo sei stata? Dammi il cellulare”, “Stai zitta, devi obbedirmi”; “Puttana”. E altre ancora.
Dodici frasi, vere, di uomini rivolte a donne: una per ciascun mese scandiranno l’intero prossimo anno, da gennaio a dicembre. Una campagna di comunicazione duratura, che coprirà un lungo periodo, per tenere sempre alta l’attenzione, anche quando il clamore legato a drammatici casi di cronaca sarà spento.
“Ciò che sta accadendo non è un’emergenza, è un problema sociale. Praticamente ogni giorno leggiamo di donne picchiate o uccise da compagni ed ex. L’ultimo caso è quello di Giulia Cecchettin, ma purtroppo ce ne sono molti altri. Anche negli ultimi giorni in Emilia-Romagna ci sono stati episodi gravissimi di donne scampate per miracolo alla violenza dei partner- affermano Stefano Bonaccini e Barbara Lori, presidente della Regione e assessora alle Pari opportunità-. E’ arrivato il momento di rispondere con la stessa forza. Serve informare e educare a un modello relazionale sano e mai dominante, a partire dalle scuole. Ma serve, subito, andare oltre finte cautele, per aiutare le donne a riconoscere la violenza in tempo, prima che degeneri, e fare in modo che chiedano sostegno alla rete dei servizi sul territorio, ai Centri antiviolenza. Perchè la violenza psicologica non invisibile, si vede benissimo. Con questa campagna diciamo concretamente cosa significa umiliare una donna, facendo esempi concreti, scrivendo chiaramente le frasi dette dagli uomini, risultato di una cultura patriarcale che deve cessare, affermazioni che non possono essere considerate normali: sono violente e nessuna donna deve mai sentirsele dire. Sopportarle in silenzio, mentre il tempo passa, ha conseguenze negative per l’autostima e potrebbe averne per l’incolumità fisica. Basta”.
“I femminicidi sono la ‘punta dell’iceberg’ di un fenomeno molto più esteso, che è la violenza di genere. Espressione di un pensiero patriarcale, arcaico, seppure ancora molto radicato, la cui più diffusa manifestazione è la violenza psicologica- sottolinea Cristina Magnani, presidente del Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna-. Questa è terreno fertile di ogni altro abuso. L’emersione dalla società della violenza di genere presuppone un radicale cambiamento culturale. Non ci può essere cambiamento senza riconoscimento di cosa sia la violenza. Per questo è importante chiarire che le parole non sono indifferenti. Insulti, denigrazioni, svilimenti sono il primo segnale di una personalità prepotente, padronale e costituiscono violenza essi stessi. E’ importante che la società non sia assuefatta a determinate espressioni, lesive della dignità e del decoro delle donne, ma le riconosca per quello che sono: atti di violenza. Per questo la campagna ‘se te lo dice è VIOLENZA’ è un passo importante per orientare le coscienze al cambiamento culturale, al rispetto della donna”.
Ideata dalla Agenzia di comunicazione e informazione della Giunta regionale, la campagna vedrà la sua diffusione a partire dal prossimo gennaio. Da subito le 12 tavole saranno veicolate sui profili social della Regione e disponibili sul portale dell’Ente (www.regione.emilia-romagna.it).

– foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna –

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Alluvione, Figliuolo “Quasi 1,5 miliardi di euro per 5 mila interventi”

BOLOGNA (ITALPRESS) – Quasi 1,5 miliardi per 5 mila interventi realizzati, altri 100 milioni per finanziare 492 interventi di prossima realizzazione. Messa in sicurezza del territorio come prima linea operativa e un protocollo per la legalità in via di definizione. Sono i numeri illustrati in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna dal commissario per la ricostruzione post alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, cha ha fatto il punto sul lavoro fatto fino a ora e sui prossimi step. Per la vice presidente con delega alla Protezione civile Irene Priolo, è positiva la collaborazione con la struttura commissariale, ma per una piena ricostruzione dei danni subiti con le alluvioni di maggio, occorre che i ristori siano al 100%. “Siamo di fronte alla gestione complessa di un evento importante che stiamo ancora analizzando nelle sue ricadute territoriali – ha commentato Irene Priolo -. Un evento che ha coinvolto la regione da Reggio Emilia a Rimini, ha interessato 50 fiumi di cui 23 esondati, ha provocato 60mila frane con 85 milioni di metri cubi di terra venuti giù dalle nostre montagne da subito. E’ stata mobilitata una macchina emergenziale importante che ha permesso di salvare centinaia di migliaia di vite anche se purtroppo ci sono state 17 vittime. La Protezione civile ha impiegato più di 13 mila volontari, più di mille i vigili del fuoco, 77 voli di elicottero hanno salvato 800 persone”.
“La prima fase ha previsto assistenza alla popolazione e sono stati erogati fondi per 7,8 milioni a cui sono aggiunti quasi 80 milioni. Tanti i soggetti coinvolti: oltre alla Regione, i Comuni e le Province si sono attivati per i lavori pubblici. Importante il lavoro che stiamo facendo in sinergia con la struttura commissariale, partita con una dotazione di 2,5 miliardi di euro. Tuttavia, non siamo ancora nella pienezza delle risorse che occorrono per la ricostruzione: dobbiamo lavorare a progetti speciali e un miliardo aggiuntivo non è coerente per lo sforzo necessario perchè per la nostra regione sta emergendo un quadro complesso di interventi necessari per il dissesto idrogeologico e le infrastrutture. Entro giugno prossimo dovremmo avere una definizione economica che consenta una gestione che non può rientrare nell’ordinarietà. Serve che il governo abbia consapevolezza che per una piena ricostruzione occorrono ristori al 100% per le nostre famiglie e le nostre imprese” conclude Priolo.
“La ricostruzione post alluvione – ha sottolineato il commissario Figliuolo – è un lavoro complesso, lo stiamo vedendo quotidianamente. Dal 10 luglio la struttura commissariale ha emanato 15 ordinanze, effettuato sopralluoghi sul campo e attivato una contabilità speciale per passare dall’emergenza alla ricostruzione. Abbiamo approntato una strategia basata su 5 linee operative: messa in sicurezza del territorio e tutela dell’incolumità pubblica e privata, attivazione di 5mila interventi urgenti, in particolare per la rete idrica, gestione dei materiali, ricostruzione privata, garanzia della legalità attraverso un protocollo con Anac, Guardia di finanza e Arma dei carabinieri, supporto ai soggetti attuatori per rafforzare la capacità operativa degli enti locali. A tal fine, è prevista la possibilità di assumere 250 persone, di cui 216 per l’Emilia-Romagna, che forniranno supporto tecnico. Abbiamo già finanziato quasi 1,5 miliardi per circa 5 mila interventi e sono in via di emanazione ordinanze per altri 492 interventi per oltre 100 milioni a cui dal primo gennaio si aggiungeranno altri 700 milioni”.
“Nel giro di pochi giorni concluderemo il protocollo per la legalità e sottoscriveremo diverse convenzioni per predisporre piani speciali. Sul territorio la richiesta più significativa riguarda la messa in sicurezza dei corsi d’acqua. Tanti attori in campo ci daranno la possibilità di trovare soluzioni di lungo periodo. Contiamo di definire il piano preliminare entro fine marzo, da consolidare entro giugno” conclude Figliuolo.

foto: Agenzia Italpress

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81 eventi sportivi in Emilia Romagna hanno generato un indotto pari a 150 milioni

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Lo sport fa bene, anche al territorio. Lo dice – dati alla mano – una ricerca che ha calcolato l’impatto economico e reputazionale dei grandi eventi sportivi promossi dalla Regione Emilia-Romagna e che, forte di questi numeri, qualifica ancora di più il territorio da Piacenza a Rimini come Sport Valley italiana. Per 81 manifestazioni prese in esame è stato valutato un indotto di oltre 150 milioni di euro, a fronte di un investimento da parte della Regione pari a 8,3 milioni di euro. Dunque, con un effetto moltiplicatore di 18 euro per ogni 1 euro stanziato dalla Regione, di cui ha beneficiato tutto il territorio regionale. Mentre le presenze turistiche generate da questi eventi sono state circa 1.150.000, considerando le presenze effettive di atleti, spettatori, staff e moltiplicandole per la durata del soggiorno. (ITALPRESS) – (SEGUE). I risultati dello studio “Gli effetti economici e reputazionali generati dai grandi eventi sportivi in Emilia-Romagna”, realizzato dal Centro studi SG Plus in collaborazione con l’Università degli Sudi di Parma su iniziativa della stessa Regione, con il coordinamento del capo segreteria politica della Presidenza, Giammaria Manghi, sono stati presentati oggi al Grand Hotel di Rimini, nel corso di un appuntamento che nel pomeriggio vede la partecipazione anche del ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dell’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. L’occasione per fare il punto – insieme a sindaci e amministratori pubblici, presidenti di Federazioni ed enti di promozione sportiva, promotori privati di eventi e operatori turistici – sulle politiche di una Regione che ormai da diversi anni ha scelto di investire con decisione sullo sport come fattore di crescita economica e turistica, oltre che di visibilità per un territorio che si sta caratterizzando sempre più come importante destinazione in grado di ospitare e organizzare eventi di rilievo nazionale e internazionale. (ITALPRESS) – (SEGUE). Su oltre 100 eventi sportivi promossi e organizzati dalla Regione Emilia-Romagna nel 2022, l’indagine ne ha presi in esame 81- tra nazionali, internazionali e a larga partecipazione- che si sono svolti su tutto il territorio e lungo l’intero arco dell’anno. Atleti e squadre; spettatori e accompagnatori; staff; giudici di gara; media: per ognuna di queste voci è stato valutato l’impatto economico diretto sul territorio, considerando le spese sostenute per il pernottamento e il soggiorno. La voce più significativa è quella relativa agli spettatori con oltre 620mila presenze e una ricaduta di quasi 66,5 milioni di euro. Al secondo posto gli atleti – 100mila quelli arrivati da tutto il mondo in Emilia-Romagna – per 33,7 milioni di euro. Ma l’indagine ha calcolato anche l’impatto in termini reputazionali e promozionali dell’attività di comunicazione che accompagna i grandi eventi: 32,7 milioni di euro considerando articoli a stampa, servizi e trasmissioni televisive, social network. (ITALPRESS) – (SEGUE). Una giornata dedicata ad approfondire l’impatto che lo sport può produrre sul territorio, a partire da alcune case histories: Ironman Italy Emilia-Romagna a Cervia; Ginnastica in festa a Rimini; i Campionati nazionali CSI di atletica leggera a Castelnovo Monti (Re); Formula1, Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna a Imola. E che ha chiamato al confronto sindaci e amministratori pubblici, presidenti di Federazioni ed enti di promozione sportiva. Con quattro focus: Sport e Riviera; Sport e Montagna; Sport e Città; Sport e inclusione. (ITALPRESS) – (SEGUE). Tra gli interventi nel corso della mattinata anche quelli di Claudia Giordani vicepresidente Coni; Diego Nepi Molineris, amministratore delegato di Sport e Salute; Davide Cassani, presidente Apt Servizi; Antonio Santamaria, direttore generale Master Group Sport; Giammaria Manghi, capo della segreteria politica della Presidenza della Regione.
-foto ufficio stampa Regione Emilia Romagna-
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Regione incontra provincia cinese di Guangdong per promuovere scambi

BOLOGNA (ITALPRESS) – Promuovere gli scambi e la cooperazione nei settori della cultura, del turismo, dello sviluppo economico, dell’internazionalizzazione e della ricerca. Sono i principali obiettivi già sanciti da un’intesa di collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Guangdong, provincia della Repubblica Popolare Cinese, oggi rilanciati in un incontro tra delegazioni avvenuto nella sede della Regione, in viale Aldo Moro, a Bologna. Tra i presenti, Chen Jianwen, membro del Comitato permanente del Comitato provinciale del Guangdong del PCC e capo dipartimento di Comunicazione del Comitato, accompagnato da una delegazione di responsabili culturali e degli affari esteri, Mauro Felicori, assessore alla Cultura e Paesaggio e Andrea Orlando, capo di gabinetto della Presidenza della Giunta regionale. Nel corso dell’incontro sono state presentate le opportunità di sviluppo economico e sociale del Guangdong, le risorse e i possibili ambiti di scambio e di cooperazione tra i due territori, in particolare nei settori della cultura e del turismo.
L’avvio delle relazioni tra Regione Emilia-Romagna e Provincia del Guangdong risale al 2015, quando è stato avviato il protocollo d’intesa e di partenariato, firmato dal presidente Bonaccini e dal governatore Zhu Xiaodan, che ha gettato le basi per collaborazioni sui temi del turismo e commercio, tecnologia e valorizzazione ambientale, cultura e formazione. L’incontro di oggi segue diverse missioni tecniche, l’ultima delle quali a luglio di quest’anno, quando si è tenuto un incontro per analizzare futuri investimenti economici e commerciali, di produzione avanzata e cooperazione tra piattaforme di piccole e medie imprese. Numerosi gli scambi non solo economici tra le due realtà, come la promozione del corso internazionale Muner, il campus di ingegneria meccanica automobilistica, per gli studenti del Guangdong.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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