Emilia Romagna

13 Squadre della Protezione civile partite per la Toscana

BOLOGNA (ITALPRESS) – Sono tredici le squadre della Protezione civile dell’Emilia-Romagna appena partiti per Campi Bisenzio, uno dei Comuni della provincia di Firenze colpiti dall’alluvione di questi giorni in Toscana. Sul posto le squadre dei volontari partite questa mattina da Bologna e in arrivo da Modena, Reggio Emilia, Parma e Ferrara saranno coordinate da tre funzionari dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e di Protezione civile e da un volontario coordinatore. Con loro, per la giornata di oggi, anche la direttrice dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, Rita Nicolini. L’Emilia-Romagna porterà in dotazione moduli di idropompe e motopompe, in grado di aspirare da 40 a 80 litri al secondo di acqua e di fango, e moduli per pulizie, oltre a bobcat per la rimozione dei detriti, generatori e radio portatili. Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, impegnato a fronteggiare le criticità causate dall’eccezionale maltempo che ha colpito in particolare la Toscana, ha mobilitato le squadre di protezione civile da tutte le Regioni, proseguendo l’attività di coordinamento e supporto al territorio colpito. “Il nostro sistema regionale si è immediatamente attivato, in stretto raccordo con il Dipartimento nazionale di Protezione civile, organizzando la raccolta dei materiali e la partenza dei mezzi, e desideriamo ringraziare tutti gli operatori e volontari sul campo” affermano il presidente e la vicepresidente della Regione, Stefano Bonaccini e Irene Priolo, che ha la delega alla Protezione civile. “La nostra vicinanza è ancora più sentita dopo l’emergenza vissuta a maggio scorso, supportati dalla fondamentale collaborazione delle altre Regioni, tra le quali la Toscana che è andata in supporto di Conselice- aggiungono Bonaccini e Priolo-. E’ questo il momento di contraccambiare, senza indugi. E’ sempre più evidente quanto serva un piano nazionale di prevenzione, per agire prima e non sempre dopo nell’emergenza. Va comunque sottolineato che l’evento importante di questi giorni, non paragonabile per cumulata di precipitazioni a quello dello scorso maggio, in qualche modo ci è anche servito, nei fatti, per collaudare le opere messe in campo da maggio in poi in Romagna e la tenuta di quelle realizzate in Emilia. Un esempio su tutti la gestione della Cassa di espansione del Parma che in dieci giorni è stata manovrata cinque volte”.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

Allerta “arancione” per piene fiumi, venti e possibili frane

BOLOGNA (ITALPRESS) – Dopo una breve tregua nella giornata di oggi, venerdì 3 novembre, per la seconda parte della giornata di domani, sabato 4, tornano condizioni favorevoli alla formazione di temporali particolarmente intensi e/o persistenti, più probabili sulla fascia appenninica del settore centro-occidentale della regione. Lo prevede il nuovo bollettino emesso dall’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, sulla base dei dati previsionali di Arpae. Continua lo stretto monitoraggio della situazione da parte di tecnici dell’Agenzia, in raccordo con le Prefetture, i Vigili del fuoco e le forze dell’ordine. La vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, si è recata per un sopralluogo con il sindaco Luca Della Godenza a Castel Bolognese (Ra), la zona dove è più alta la soglia d’attenzione. Successivamente ha partecipato alla riunione al Centro di coordinamento dei soccorsi (Ccs) di Ravenna.
Nel bolognese, all’altezza di Budrio e Molinella, a partire dalle 8.10 di stamani ha avuto avvio l’esondazione controllata per sfioro dell’Idice, grazie ai lavori fatti in precedenza: posa di telonature, realizzazione di arginature provisionali e creazione di una vasca di dissipazione. Tutta la fuoriuscita (con punte di circa 8 metri cubi d’acqua al secondo) è stata raccolta, come progettato, dal canale Corla, della Bonifica renana. Nell’imolese, come già precedentemente comunicato, si sono verificate criticità circoscritte per la piena del Santerno: in città (all’altezza dell’autodromo a causa della rottura di un muretto) e a Casalfiumanese (zona industriale). Nel ravennate, soprattutto nella zona di Riolo, ci sono state case allagate a causa di ruscellamenti sui versanti. Accumuli di legname a valle dei ponti; danni di piccola entità sulle colline, nessun dissesto significativo. Piccoli allagamenti anche nella zona di San Prospero, e nell’ex cava, a causa del Santerno.
Criticità sul crinale dell’Appennino reggiano, dove si sono manifestati ruscellamenti a Ventasso, Villa Minozzo e Toano. La situazione più complessa è nel parmense, con ruscellamenti e smottamenti sul crinale (isolata la frazione Libbia di Sopra, Bedonia), e nel piacentino, dove sulla Statale 45 sono caduti dei massi tra Bobbio e Marsaglia: in corso i lavori di ripristino. In difficoltà anche la viabilità comunale, a causa del dissesto (zona Farini); si è verificato un grosso danno alla briglia del Nure. Per la giornata di domani sono previsti venti sud-occidentali di burrasca forte (75-88 Km/h) con rinforzi o raffiche di intensità superiore, più probabili sulla zona appenninica. La criticità idraulica nella pianura centro-occidentale è riferita alla propagazione della piena nei tratti a valle dei fiumi Parma, Enza, Secchia, Panaro, Reno, Santerno e Senio, causata dalle piogge dei giorni precedenti sui rispettivi bacini montani, con occupazione delle aree golenali e interessamento degli argini.
La criticità idraulica nella pianura orientale è riferita alla previsione di propagazione della piena sul fiume Po, con completa occupazione dell’alveo di magra. Le piogge previste nella seconda parte della giornata potranno generare nuovi innalzamenti dei livelli idrometrici nei tratti montani dei corsi d’acqua del settore centro-occidentale con possibili superamenti della soglia 1. Le nuove precipitazioni, che si sommano a quelle degli ultimi giorni, svilupperanno condizioni favorevoli all’attivazione di fenomeni franosi, più diffusi sulla fascia montana, ruscellamenti lungo i versanti e rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici del reticolo minore con possibilità di fenomeni di erosione delle sponde.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Dalla Regione oltre 4 milioni per eliminare l’amianto dalle fabbriche

BOLOGNA (ITALPRESS) – Via l’amianto dalle fabbriche per una massima tutela della salute dei lavoratori, qualificando i luoghi di lavoro e rispettando l’ambiente. La Regione interviene con un impegno di 4 milioni di euro di incentivi per la rimozione e lo smaltimento dei manufatti contenenti amianto (asbesto) nelle imprese emiliano-romagnole. Il via libera della Giunta regionale che, nel corso dell’ultima seduta, oltre a stanziare i fondi ha approvato un apposito bando. “Una nuova iniezione di risorse nel segno della sostenibilità ambientale che rientra nel quadro della ‘curà contro l’asbesto intrapresa dall’Emilia-Romagna da più di vent’anni- afferma la vicepresidente della Regione con delega all’Ambiente, Irene Priolo-. E dopo aver investito risorse sul patrimonio pubblico puntiamo a liberare dall’amianto il patrimonio privato delle piccole, medie e grandi imprese. Un bando condiviso con le associazioni di categoria imprenditoriali, per dare ai lavoratori ambienti più sicuri e salubri. Sono politiche necessarie per unire la tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro”.
Il bando è indirizzato a microimprese, Pmi e grandi aziende, con sede legale o unità locale nel territorio emiliano-romagnolo: finanziabili i progetti per la rimozione e smaltimento di manufatti contenenti amianto, presenti in immobili in cui si svolgono attività produttive, terziarie e commerciali.
L’intervento dovrà avere un costo complessivo ammissibile di almeno 15mila euro per le spese di rimozione e smaltimento dell’amianto (esclusi, quindi, i costi di ricostruzione) e dovrà riguardare immobili localizzati in Emilia-Romagna. Sono esclusi gli interventi finalizzati all’adeguamento alle norme esistenti. Sono ammissibili solo gli interventi avviati dopo la data di prenotazione online. Il limite massimo di contributo ammissibile per intervento è fissato a 150mila euro. Priorità sarà data agli interventi degli edifici da bonificare che si trovano a una distanza inferiore a 800 metri in linea d’aria da scuole o ospedali; che contestualmente all’intervento prevedono anche l’installazione di impianti fotovoltaici presso la medesima unità locale, area o sito produttivo di cui fa parte l’edificio da bonificare. Sarà possibile indicare la presenza di entrambi i criteri di priorità.

foto: Agenzia Fotogramma

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Meteo in miglioramento in Emilia Romagna, superata la fase critica

BOLOGNA (ITALPRESS) – Superata la fase di emergenza, stanno rientrando le criticità causate dalle piogge intense e dai temporali delle scorse ore, che avevano portato a ruscellamenti di versante e all’innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua.
Nel parmense, per garantire il deflusso della piena in sicurezza è stata fondamentale la cassa di espansione del torrente Parma che ha invasato 8 milioni di metri cubi d’acqua. Nella mattinata di oggi erano ancora presenti 6 milioni di metri cubi quando è iniziato il rilascio che porterà allo svuotamento nelle prossime 20 ore al massimo. Transiteranno dalla cassa 250 mc/s, a fronte del picco in entrata registrato ieri di 750 mc/s.
Oggi, per fare il punto della situazione la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo, ha partecipato in mattinata prima alla riunione del Centro Coordinamento Soccorsi di Parma, poi a quello di Piacenza.
“Nelle scorse ore si è svolto un grande lavoro di squadra, con il coinvolgimento di tutte le Istituzioni e dell’intero sistema di protezione civile- spiega la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Irene Priolo-. Si sono verificati eventi meteo importanti e, per fronteggiarli, si sono rivelati determinanti le fasi di allertamento, gli investimenti in tema di sicurezza del territorio già attuati e il bagaglio di conoscenze accumulato dopo gli eventi importanti del 2014 e del 2015. Due elementi che hanno permesso di gestire al meglio l’emergenza, così come determinante è stata la professionalità e la competenza di tutte le forze in campo”.
Parma
Ieri, come previsto, la piena del torrente Parma è transitata a Colorno con un margine franco significativo di 2 metri. Nella notte è stata, comunque, evacuata la golena in località Copermio, a valle di Colorno, dove sono presenti alcune abitazioni. Oggi è prevista la revoca dell’ordinanza di evacuazione. La golena a monte di Colorno ha invece svolto funzioni di laminazione. In Appennino prosegue il monitoraggio delle situazioni di dissesto idrogeologico. La situazione più grave riguarda il crollo del ponte sul torrente Sporzana, a Ozzanello, in comune di Terenzo.
Piacenza
Sono tutte rientrate nelle loro abitazioni, nella giornata di oggi, le 25 famiglie evacuate in provincia di Piacenza, tutte residenti nella Valle del Nure. Condizioni un pò più critiche in Appennino per piccole frane e smottamenti che hanno provocato la chiusura di strade, con conseguenze soprattutto sulla viabilità minore, sia nel territorio di Piacenza che nel parmense. Attualmente si sta lavorando per rispristinare la viabilità già nelle prossime ore, in particolare per garantire i collegamenti con alcune frazioni del comune di Ferriere isolate o semi isolate (Cattaragna, Castagnola, Casaldonato).
Meteo
Per domani (mercoledì 1^ novembre) è stata emessa una allerta di colore giallo. Sono ancora possibili rovesci temporaleschi forti, più probabili sul settore centro-occidentale e in particolare lungo la fascia appenninica. In queste aree saranno possibili localizzati fenomeni franosi, ruscellamenti e innalzamenti dei livelli idrometrici del reticolo minore, anche tenuto conto della saturazione dei versanti per effetto delle precipitazioni dei giorni precedenti. La criticità idraulica gialla è riferita al lento esaurimento delle piene sul settore occidentale, in particolare nei tratti arginati di Secchia e Parma, anche per il progressivo svuotamento della cassa di espansione del torrente Parma.

– foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna –

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Riforma emergenza urgenza, accordo tra Regione e ALS

BOLOGNA (ITALPRESS) – Valorizzare il ruolo dei medici in formazione specialistica che manifesteranno la volontà di lavorare nei Cau, i Centri di assistenza medica per le urgenze previsti dalla riforma avviata dalla Regione Emilia-Romagna. E’ il principale obiettivo del protocollo di collaborazione firmato dalla Regione e dai rappresentanti dell’Associazione Liberi Specializzandi dell’Emilia-Romagna, la più rappresentativa della categoria, molto attiva sia a livello nazionale che regionale. Tra gli obiettivi principali dell’intesa, dare agli specializzandi le stesse condizioni di accesso, formazione e retribuzione degli altri colleghi medici che lavoreranno nei Cau.
Oggi, in Regione a Bologna, la presentazione dell’intesa alla stampa, con l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e il delegato ALS per l’Emilia-Romagna Diego Bernini.
I medici specializzandi, a partire dal penultimo e dall’ultimo anno di corso di formazione specialistica, già svolgono un ruolo fondamentale all’interno della sanità pubblica, affiancando presso gli ospedali, le cliniche universitarie e le altre sedi accreditate i medici strutturati in tutte le attività previste nella specializzazione scelta per continuare anche sul campo la loro formazione professionale sotto la guida di tutor designati. Possono svolgere turni nelle sedi di continuità assistenziale (ex guardia medica) e, con l’approvazione del Dl 145 del 2018 (il cosiddetto ‘decreto Calabrià), assumere il ruolo di dirigente medico dopo il superamento di un concorso pubblico.
Il percorso di riorganizzazione dell’emergenza urgenza territoriale e ospedaliera avviato dalla Regione, che prevede appunto una rimodulazione dell’accesso ai servizi di Pronto Soccorso e l’istituzione di centri per la gestione della casistica a bassa criticità, valorizzerà ulteriormente il loro contributo. Il nuovo modello organizzativo, infatti, permetterà ai medici in formazione specialistica un inserimento più rapido nel mondo del lavoro, consentendo al tempo stesso di contrastare il problema della carenza di professionisti sanitari presente in Emilia-Romagna, così come nel resto del Paese. “Gli specializzandi rappresentano il presente e il futuro della sanità pubblica- afferma Donini- come ha già dimostrato il grande contributo che hanno dato durante la pandemia. Abbiamo molto bisogno di medici giovani, bravi e motivati, da coinvolgere nella riorganizzazione dell’emergenza-urgenza che stiamo portando avanti. Questo accordo favorisce il loro inquadramento nel sistema sanitario regionale, senza nulla togliere al loro percorso formativo previsto dalle rispettive scuole di specializzazione, e permette al nostro sistema sanitario di contare su medici specializzandi qualificati che potranno operare nei Cau, naturalmente su base volontaria, a fianco dei colleghi e alle stesse condizioni”.
“L’accordo tra la Regione Emilia-Romagna e la nostra associazione- sottolinea Bernini- costituisce una buona opportunità per i giovani medici in formazione specialistica di essere valorizzati per la loro professionalità, all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Anche in considerazione delle difficili condizioni lavorative in cui oggi ci troviamo ad operare”.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Unife inaugura a Cona il nuovo Polo didattico dell’area medico-sanitaria

FERRARA (ITALPRESS) – Da oggi le studentesse e gli studenti dell’area medico-sanitaria dell’Università di Ferrara avranno un nuovo Polo Didattico. Alla presenza della Magnifica Rettrice Laura Ramaciotti, della Direttrice Generale delle istituzioni della formazione superiore del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) Marcella Gargano, della Direttrice Generale delle Aziende Sanitarie Ferraresi Monica Calamai e dell’Assessora con delega alle politiche sociali del Comune di Ferrara Cristina Coletti è stato inaugurato il centro didattico di Cona che consentirà alle studentesse e agli studenti del corso di Medicina e Chirurgia ma anche dell’Area Bio-medica, delle Professioni Sanitarie e di Scienze Motorie spazi adeguati per le attività didattiche, di studio, di relazione, inseriti nel contesto in cui andranno a svolgere le successive attività di tirocinio e di specializzazione. “E’ per me un grandissimo motivo di orgoglio inaugurare oggi il nuovo Polo Didattico proprio accanto agli edifici dell’Ospedale di Cona, una struttura all’avanguardia che va ad arricchire significativamente il patrimonio architettonico del nostro Ateneo a beneficio dell’intera comunità. Un’opera la cui concezione nasce nel Rettorato del mio predecessore Giorgio Zauli, e che abbiamo portato a compimento in due anni e mezzo di lavoro nonostante le difficoltà del settore delle costruzioni derivanti dalla pandemia e dai conflitti internazionali. Un risultato realizzato da Unife, ma che si sostanzia della collaborazione di istituzioni ed enti qui sedute al tavolo con me: il Ministero dell’Università e della Ricerca, l’Amministrazione comunale, la Direzione delle Aziende ospedaliere. Consolidare e dare risposte concrete alle politiche di aumento dell’offerta formativa che hanno interessato l’Università di Ferrara negli ultimi anni è uno degli obiettivi centrali di questo mandato, e sono felice di presentarvi oggi questa struttura che si pone come polo di eccellenza per le sue caratteristiche tecniche e funzionali. Oggi celebriamo non solo un nuovo edificio, ma il nostro impegno incessante per l’eccellenza accademica, la ricerca di punta e la formazione dei professionisti del futuro” ha dichiarato Laura Ramaciotti, Rettrice dell’Università di Ferrara, dopo aver presentato le caratteristiche tecniche e funzionali del nuovo edificio.
“Sono molto contenta di essere qui oggi e vedere l’eccellente concretizzazione di ciò che al Ministero esaminiamo quotidianamente “sulla carta”. Questa opera di edilizia universitaria è il frutto di un bando ministeriale MUR del 2019, che tra i vari programmi ha cofinanziato progetti di livello esecutivo caratterizzati da una veloce cantierabilità. Tra questi Unife ha ottenuto un ottimo posizionamento arrivando sesta nella graduatoria di merito nazionale. Il mio plauso va ai tempi con cui è stato realizzato il progetto e alle collaborazioni istituzionali che lo hanno reso possibile, le quali dimostrano come realtà virtuose come questa possano nascere solo attraverso il fare rete. Un altro aspetto che mi ha colpito è l’attenzione per gli ambienti e la cura della progettualità, con grande attenzione all’efficientamento energetico, agli spazi di aggregazione e destinati al benessere organizzativo e lavorativo, segno distintivo di come il progetto sia stato realizzato con grande attenzione per le sue finalità” ha commentato Marcella Gargano, Direttrice Generale delle istituzioni della formazione superiore del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).
“L’inaugurazione di questa nuova struttura rappresenta la profonda integrazione che esiste tra le Aziende Sanitarie e l’Università che, con piacere, vedo oggi ampiamente rappresentata dalla presenza di professoresse, professori, ricercatrici, ricercatori e, non ultimi, studentesse e studenti. Gli edifici sono importanti, anche nella loro componente funzionale ed estetica, perchè rendono migliore la vita di chi li abita, ritengo però che la parte più significativa siano le persone che riempiono e riempiranno questi spazi. Gli studenti rappresentano infatti la speranza per il futuro, non solo nel mondo accademico, ma anche in quello della ricerca e dell’innovazione. L’integrazione con le Istituzioni, come il Comune e l’Università di Ferrara, è per noi non solo alla base del nostro lavoro ma anche e soprattutto un punto di forza per far crescere i nostri giovani. Tutto questo consentirà ai nostri giovani di essere sempre di più inseriti in percorsi integrati dove ci sono presenze ed affiancamenti non solo dentro il presidio ospedaliero ma anche dentro tutto il percorso “reale” del cittadino e del paziente sul territorio” ha aggiunto Monica Calamai, Direttrice Generale delle Aziende Sanitarie Ferraresi.
‘Come Amministrazione comunale è un onore partecipare oggi ad una giornata così importante per il nostro territorio, dove cogliamo un risultato frutto di una partnership fra istituzioni che consente a studenti e studentesse di poter usufruire di uno spazio completamente nuovo. Uno spazio nuovo è anche una grande responsabilità, di fronte alle attività che si faranno all’interno del polo. Non solo apprendimento nell’aula magna, ma anche tirocinio e specializzazione, un luogo moderno in cui oltre a crescere le competenze professionali si garantisce il benessere di chi le vive, studenti e personale, grazie ad una palestra. Ringrazio il Ministero dell’Università e della Ricerca, Unife e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara, che attraverso questa collaborazione mettono un importante mattone sul benessere socio-sanitario del nostro territorio, presente e futuro. Questa struttura all’avanguardia si propone già come una vera eccellenza territorialè, ha concluso Cristina Coletti, Assessora con delega alle politiche sociali del Comune di Ferrara. Con una superficie di 5.2 metri quadrati, il Campus è stato realizzato a forma di L con due piani fuori terra. Al piano terra una sala conferenze da 482 posti, due aule didattiche, una da 240 ed una da 190 posti, due sale studio ed una palestra, di 300 metri quadrati, a disposizione di studenti e personale. Al primo piano si trovano due aule una da 208 posti ed una da 52 posti, un laboratorio di informatica da 63 posti, un laboratorio di simulazione chirurgica, uno di pratica, oltre ad un’ampia sala studio su due livelli 10 uffici ed una sala riunioni. A disposizione anche due aule video per partecipazione in streaming delle attività.
Tutto è stato progettato e realizzato per rispondere alle nuove esigenze didattiche dell’Ateneo (tra le quali l’aumento degli studenti nei corsi di Medicina e Chirurgia e delle Professioni Sanitarie).
Il comfort termico estivo/invernale è affidato a 2 pompe di calore geotermiche con un campo di sonde geotermiche profondo 100 metri. Grazie a vettori fluidi a bassa temperatura, la climatizzazione dell’edificio è garantita da pannelli radianti a soffitto, mentre un sistema di ventilazione garantisce il ricambio d’aria degli ambienti. La produzione di acqua calda sanitaria è ottenuta con bollitore di accumulo alimentato da una pompa di calore geotermica integrata ad un impianto solare termico. L’alimentazione elettrica è garantita dalla presenza di un campo fotovoltaico esistente, adiacente all’edificio di proprietà dell’Università che soddisfa l’intero fabbisogno di potenza elettrica. Viene raggiunta la classe di massima efficienza energetica. Le aule con afflussi maggiori si trovano al piano terra per rendere più semplici i sistemi di vie di fuga. L’utilizzo di materiali con alto grado di resistenza al fuoco, il sistema di compartimentazione e l’impianto idrico antincendio, consentono un ampio rispetto delle normative in materia di sicurezza e prevenzione incendi. L’impiego della struttura per le attività didattiche è flessibile, e si modifica in base alla numerosità degli studenti valutata annualmente, nonchè delle possibili attività in comunanza tra più corsi. La programmazione viene svolta in raccordo con l’Azienda Ospedaliera, in particolare il Servizio Interaziendale Formazione e Aggiornamento (SIFA) per un ottimale impiego di tutti le aule. Il Campus è costato 22.800.000 euro, forniture comprese. L’intervento è stato finanziato dall’Università di Ferrara per 17.024.714,40 e dal ministero dell’Università e della Ricerca per 5.775.285,60 grazie al Fondo investimenti edilizia universitaria 2019-2033.

– Foto: ufficio stampa UniFe –
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Ricostruzione post alluvione, incontro in Regione con imprese Conselice

BOLOGNA (ITALPRESS) – Un incontro tra Regione e i rappresentanti del Comitato “Proteggiamo Conselice”, il cui appello è stato sottoscritto da circa 40 aziende. Un confronto sull’andamento della ricostruzione e sui problemi e le esigenze di chi vive, lavora e investe a Conselice, comune duramente colpito dall’alluvione. Ieri a Bologna, in serata in viale Aldo Moro, la vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile e Ambiente, Irene Priolo, ha ricevuto una delegazione delle aziende insieme alla sindaca di Conselice, Paola Pula, alla presenza di operatori e tecnici dell’Autorità Distrettuale di Bacino del Fiume Po, del servizio regionale di Difesa del suolo e deli uffici territoriali di Bologna e Ravenna dell’Agenzia regionale per la sicurezza del territorio e la protezione civile.
Tra gli argomenti trattati durante il confronto, le opere strutturali urgenti e gli interventi straordinari e ordinari programmati; gli interventi infrastrutturali di più lungo corso previsti per il contenimento dei rischi da allagamento e la sicurezza idraulica; le azioni da mettere in campo con la collaborazione delle aziende locali. “Ringrazio per lo spirito costruttivo di questo incontro- ha detto Priolo- è importante per le Istituzioni avere un rapporto diretto con il tessuto produttivo che è stato purtroppo duramente colpito dal maltempo di maggio. Ed è altrettanto importante far comprendere che non ci sono risposte semplici a problemi complessi: occorre mettere in campo più strategie contemporaneamente, sia per quanto riguarda gli interventi urgenti che per i progetti speciali previsti dal Commissario straordinario, anche ragionando su ipotesi innovative che consentano di dare maggiore spazio ai fiumi. Dobbiamo continuare a lavorare insieme e a confrontarci attivamente”.
“Stiamo pensando al futuro e alla salvaguardia dei cittadini e dei centri urbani- ha detto la sindaca Pula-. Abbiamo commissionato uno studio altimetrico del nostro territorio, per capire gli interventi necessari alla messa in sicurezza ed Hera sta studiando il nostro sistema fognario. Abbiamo bisogno di un approccio coordinato, che dia garanzie alle imprese e che le faccia sentire sicure restando a Conselice”. Durante l’incontro sono stati illustrati anche gli interventi che l’Agenzia regionale di Protezione civile sta portando avanti in questo territorio tra le provincie di Bologna e Ravenna, in totale di 94 interventi per circa 98 milioni di euro tra somme urgenze, interventi urgenti e altri cantieri della programmazione regionale o di altre risorse straordinarie di protezione civile, anticipati e già avviati.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Oltre 7 milioni di euro per l’ammodernamento degli impianti di risalita

BOLOGNA (ITALPRESS) – In montagna tutto l’anno: per praticare gli sport invernali e per vivere al meglio l’escursionismo. Con un finanziamento regionale di quasi 7,4 milioni di euro – di cui 3,5 dal Funt (Fondo unico nazionale del turismo) – sono 15 i progetti, tra pubblico e privato, che saranno realizzati nelle zone montane dei territori di Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Un pacchetto di risorse, per una spesa complessiva di 14 milioni di euro se si considerano gli investimenti degli enti pubblici e dei privati, che serviranno a realizzare e riqualificare funivie, nuove seggiovie su vecchi tracciati, cabine elettriche, a migliorare i collegamenti tra le cime, potenziare gli impianti di innevamento e per la sicurezza delle strutture. Nel bolognese sono previsti interventi per la funivia tra il Corno Alle Scale e il lago Scaffaiolo e per la revisione della seggiovia Pian Pattane-Rocce; in provincia di Forlì-Cesena la sostituzione della sciovia Fangacci e la sistemazione dell’apparato elettrico della sciovia del Monte Fumaiolo.
Nel modenese la sostituzione della seggiovia nel secondo tronco del Cimoncino, la riqualificazione della funivia Stellaro-Rovinella, il potenziamento dell’impianto di innevamento artificiale della stazione da fondo in località S. Geminiano, la realizzazione di una nuova cabina elettrica per la stazione di Sant’Anna Pelago, la sostituzione del tappeto di risalita per la pista bob e slittini della stazione Piane di Mocogno e tre interventi per la sicurezza nelle stazioni del Cimone (seggiovia del Faggio Bianco, Lamaccione Piancavallaro, Polle Ariete).
Nel reggiano vengono finanziati i lavori per la riapertura del Palaghiaccio della stazione di Cerreto Laghi, per la qualificazione della stazione di Ventasso Laghi e della stazione di Schia; in provincia di Piacenza per la revisione della sciovia della stazione di Passo Penice; in provincia di Rimini per la revisione della seggiovia Cella nell’eremo di Montecopiolo.
“Con questi interventi- commenta l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini-, vogliamo contribuire a dare un futuro alla montagna, rendendola da un lato più attrattiva per i turisti, riqualificando le strutture anche in termini di sicurezza e ampliando i servizi presenti, e dall’altro più sostenibile e vivibile, per chi ha scelto di abitare qui e lavorarci. E’ necessario ragionare in un’ottica di sviluppo complessivo delle zone montane, che tenga conto non solo della vocazione sciistica ma anche di quella naturalistica di questi luoghi, favorendo lo sviluppo di itinerari per l’escursionimo, degli sport all’aria aperta e più in generale dell’outdoor”.
“L’obiettivo- chiude Corsini-, è quello di allungare i periodi di arrivi e presenze, favorendo la destagionalizzazione, potenziando e rendendo strutturale la crescita economica legata al turismo di questi territori. Un fattore determinante per mantenere le attività lavorative in loco e non aumentare il rischio di spopolamento della montagna”.

foto: Agenzia Fotogramma

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