Emilia Romagna

“Vai liscio”, una maratona di concerti in Emilia Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Vai liscio”, un programma di concerti per promuovere la musica da ballo dell’Emilia-Romagna e sostenerne la candidatura alla lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Una rassegna che inaugura il 6 ottobre e prosegue fino a febbraio 2024, che si svolgerà su tutto il territorio regionale coinvolgendo teatri, musei, cinema, circoli, spazi polifunzionali e balere con ospiti prestigiosi di diverse provenienze musicali.
L’iniziativa è stata illustrata questa mattina in conferenza stampa a Bologna dall’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori, da Natalino Mingrone, presidente di Ater Fondazione e Claudio Levorato presidente Gruppo Rekeep.
Il progetto è promosso dalla Regione Emilia-Romagna, con il sostegno di Rekeep, e coordinato da Ater Fondazione, in collaborazione con la Fondazione Entroterre, Egea, Cronopios, Mei e con il patrocinio di Siae.
L’intento del progetto Vai Liscio è duplice: il primo è quello di costruire attraverso il sito www.vailiscio.it una raccolta documentale e una mappatura delle esperienze, dei luoghi e del sapere condiviso; altro obiettivo è promuovere e incentivare la diffusione di progettualità che ruotano intorno al Liscio, rivitalizzandone non solo la memoria, ma anche le caratteristiche musicali.
“La candidatura del Liscio alla Lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità sta già dando i suoi frutti- commenta l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori-, con festival e concerti in tutta la regione: si guarda con più attenzione alle orchestre storiche da ballo, nascono nuovi gruppi di musicisti giovani, si sperimentano inediti incroci con musicisti di altri generi. In questa riscoperta gioca un ruolo questa rassegna, una delle poche che copre tutta l’Emilia-Romagna, caratteristica non usuale in una terra ancora programmata su base cittadina o provinciale, giustamente coordinata da Ater, l’ente cui affidiamo il compito di qualificare sempre più i teatri della nostra regione.
Così come abbiamo fiducia che la candidatura del Liscio affiancherà e porterà bene alla sfida lanciata da Rimini per essere nominata Capitale italiana della cultura 2026, con un progetto in cui il Popolare si fonde con la cultura cosiddetta Alta e che unisce la città dei Malatesta con tutti i comuni alluvionati della Romagna, con lo spirito di chi cerca una riscossa proprio a partire dalla promozione culturale”.
“Da ultimo ma non ultimo- conclude Felicori-, va menzionato l’eccezionale generoso contributo di Rekeep, che proprio in questa dimensione popolare, territoriale e ambiziosa ha creduto e crede con noi”.
-foto ufficio stampa Regione Emilia Romagna-
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In arrivo 135 milioni di bandi per l’agricoltura

BOLOGNA (ITALPRESS) – Innovazione, territori rurali, promozione e ripristino produttivo per le aziende agricole alluvionate al centro della nuova stagione di bandi messi a punto dalla Regione Emilia-Romagna all’interno della programmazione europea, attraverso il bilancio regionale e il PNRR. Ammonta a circa 135 milioni di euro il piano regionale di risorse messe a disposizione delle imprese per bandi già pubblicati e in scadenza nelle prossime settimane e mesi, con l’obiettivo di dare un aiuto nella competitività, reddito e produzioni a un settore colpito negli ultimi mesi da danni importanti a seguito del maltempo e dell’alluvione. I finanziamenti fanno parte della programmazione Sviluppo rurale 2014-22 per 23,9 milioni di euro e dello Sviluppo rurale 2023-27 per 67,5 milioni di euro. A queste somme si aggiungono quelle dell’organizzazione comune di mercato Vino e Apicoltura per 6,5 milioni di euro e gli interventi del settore ittico tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per 6,3 milioni di euro. Poi investimenti in mezzi e impiantistica per agricoltura di precisione e a basso consumo energetico per quasi 30 milioni di euro del PNRR. Il pacchetto delle opportunità e la suddivisione delle risorse disponibili sono stati illustrati oggi dall’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi. “Si apre un’importante stagione di bandi per le imprese agricole e agroalimentari dell’Emilia-Romagna- ha spiegato l’assessore-. La Regione ha messo in campo tutti gli sforzi finanziari possibili dopo mesi che hanno visto una pesante successione di danni a seguito di gelate tardive, alluvione e fenomeni di pesante maltempo in luglio: una situazione che ha generato mancate produzioni e che mette a rischio il reddito delle imprese agricole”. “Il nostro impegno- assicura Mammi- è sostenere le aziende nella competitività, nel ripristino produttivo, nella conoscenza e nella promozione internazionale dei prodotti, in tutto il territorio regionale, con particolare attenzione alle zone rurali, alle aree interne e ai territori colpiti dall’alluvione. In questi mesi, il sostegno alle imprese è fondamentale per garantire la ripartenza e le produzioni in campo”.
“Inoltre- chiude l’assessore-, a questi 135 milioni di risorse vanno aggiunti 50 milioni di euro sui quali si è aperto il bando, destinati alle imprese zootecniche e apistiche, per i danni alle strutture aziendali, alle infrastrutture interaziendali e alle produzioni previsti dalla legge 100/23 approvata dal Parlamento per l’alluvione e gestiti dalla Regione”.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Dal 1° ottobre tornano in Emilia-Romagna misure per la qualità dell’aria

BOLOGNA (ITALPRESS) – In Emilia-Romagna tornano da domenica 1° ottobre, per restare in vigore fino al 30 aprile 2024, le misure antismog già previste dal Pair (Piano Aria Integrato Regionale) 2020, attualmente in vigore. Obiettivo, ridurre le emissioni degli inquinanti più critici (PM10, biossido di azoto).
I limiti alla circolazione riguarderanno tutti i comuni di pianura, a cui viene esteso lo stop alla circolazione ai veicoli diesel fino all’euro 4 compreso, con un’eccezione. Per i cittadini dei comuni alluvionati – il cui territorio sia integralmente ricompreso nell’elenco dell’allegato 1 del decreto-legge n. 61 del 1° giugno 2023 (convertito nella legge 100 del 31 luglio 2023) – vengono invece sospese fino al 31 marzo 2024 le limitazioni alla circolazione dei diesel euro 4 (limitazioni strutturali) ed euro 5 (emergenziali). Lo prevede un emendamento, approvato all’unanimità, alla legge per l’utilizzo dei fondi raccolti dalla Regione per cittadini, imprese ed enti locali, approvata mercoledì scorso dall’Assemblea legislativa.
I limiti alla circolazione si applicano dal 1° ottobre, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, in tutti i comuni di pianura della regione. Nei comuni Pair (quelli con più di 30.000 abitanti, i comuni dell’agglomerato urbano di Bologna e i comuni volontari, ossia Fiorano e Maranello nel modenese e Rubiera nel reggiano) le limitazioni si estendono anche alle domeniche ecologiche (4 al mese).
Concretamente, dal 1° ottobre scattano – nei giorni e negli orari indicati – le limitazioni alla circolazione per i veicoli diesel fino a euro 4 compreso (da quest’anno esteso ai 207 comuni di pianura, passando dal 53% al 91% della popolazione regionale coinvolta), per i veicoli a benzina fino a euro 2 compreso, per i veicoli a metano-benzina e gpl-benzina fino a euro 1 compreso. Stop, inoltre, a ciclomotori e motocicli fino a euro 1 compreso.
In tutti i comuni interessati dal piano, è sempre attivo il servizio Move-In che, tramite l’installazione di una black box, consente ai veicoli soggetti alle limitazioni di percorrere un numero di km. annui fissato in base alla categoria e alla classe emissiva del veicolo (non, però, durante le misure emergenziali e le domeniche ecologiche laddove sono previste).
Scattano nel caso in cui si preveda il superamento dei limiti per il PM10 nel giorno di controllo (lunedì, mercoledì e venerdì) e nei 2 giorni successivi; si applicano nei comuni della provincia dove si prevedono gli sforamenti. Le misure sono in vigore dal giorno seguente a quello di controllo fino al successivo giorno di controllo compreso.
Continuerà ad essere valido, in tutti i comuni di pianura, il divieto di utilizzo di impianti di riscaldamento domestico a biomassa legnosa fino a 3 stelle comprese, se nell’abitazione è presente un impianto di riscaldamento domestico alternativo.
A questo proposito, dopo il successo del primo bando per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa con impianti più performanti o pompe di calore, che ha visto esaurite le risorse stanziate (11,5 milioni di euro) prima del termine previsto, la Regione è in attesa dell’approvazione – da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – di un nuovo progetto da circa 10 milioni di euro; in seguito al via libera sarà pubblicato un nuovo bando. Sarà prevista anche la possibilità, per i cittadini dei comuni alluvionati che hanno avuto danni a un impianto già finanziato, di poter presentare nuovamente la domanda.
Tornando alle misure, nel caso in cui scattino quelle emergenziali sono vietati gli spandimenti di liquami con tecniche non ecosostenibili e si deve abbassare il termostato a 17°C nelle industrie e 19°C nelle abitazioni.
Nei comuni Pair (più di 30.000 abitanti, agglomerato di Bologna e volontari) non potranno circolare i veicoli diesel fino a euro 5 compreso; ci sarà lo stop alle combustioni all’aperto (sfalci, falò, barbecue, fuochi d’artificio) e il divieto di sosta con motore acceso.
Sono vietati gli abbruciamenti di residui vegetali, sempre nel periodo compreso dal 1° ottobre al 30 aprile, nelle zone di pianura est, pianura ovest e agglomerato di Bologna. In tutto il territorio regionale sotto i 300 metri di altitudine, stop all’uso di camini aperti e impianti a biomassa legnosa per il riscaldamento delle case di classe fino a 2 stelle comprese (solo però nel caso in cui sia presente un sistema alternativo di riscaldamento domestico).
-foto Agenzia Fotogramma –
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Stabilimento di Crevalcore, Bonaccini “Marelli ritiri chiusura”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Così è inaccettabile. Si azzeri la situazione e si riparta da un radicale cambio di paradigma della discussione accogliendo le richieste condivise. Solo così si aprirà una nuova e diversa discussione per il futuro della Marelli di Crevalcore”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, durante il tavolo di confronto tra azienda, rappresentanti sindacali e istituzioni – Regione, Città Metropolitana di Bologna e Comune di Crevalcore – dopo l’annuncio della chiusura, nel 2024, dello stabilimento della Marelli di Crevalcore (Bologna). Si tratta del primo appuntamento convocato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, per valutazioni sull’assetto industriale della Marelli, incontro che precede il confronto a livello nazionale previsto per il prossimo 3 ottobre a Roma al ministero delle imprese e del Made in Italy. Il presidente Bonaccini e l’assessore Colla hanno sottolineato con forza – in linea con le istituzioni, le organizzazioni sindacali e le Rsu – le richieste per riportare la vertenza su un binario giusto ribadendo che “occorre ritirare immediatamente dalla discussione il tema della procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore poichè la sospensione è assolutamente insufficiente. L’azienda porti al tavolo una proposta di reindustrializzazione, con un piano industriale di grande qualità e realizzabile, e che rappresenti una soluzione occupazionale per tutti i dipendenti. Ma anche chiarezza sulle prospettive per lo stabilimento di Bologna”.
“Abbiamo chiesto all’azienda di presentarsi al tavolo nazionale della prossima settimana con il ritiro della cessata attività” hanno aggiunto il presidente Bonaccini e l’assessore Colla. Dopo l’avvio della procedura di chiusura, l’azienda ho ‘sospesò la propria decisione in attesa dei diversi confronti istituzionali, regionali e nazionali: a rischio la perdita di 229 posti di lavoro. La crisi arriva a cinque anni dal passaggio da Stellantis alla giapponese Calsonic Kansei, controllata dal fondo americano Kkr, avvenuto nel 2018. Il sito oggi impegnato nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio, entrambi componenti essenziali per motori. “Come Regione – hanno concluso il presidente Bonaccini e l’assessore Colla- come sempre, siamo pronti a fare la nostra parte per accompagnare progetti seri che guardino al futuro e salvaguardino l’occupazione. Lo faremo mettendo a disposizione strumenti, opportunità e risorse necessarie per valorizzare un pezzo fondamentale di una filiera produttiva della Motor Valley dell’Emilia-Romagna. Non possiamo permetterci di perdere una eccellenza di questo territorio, tanto più di mettere a rischio i posti di lavoro, la realtà produttiva e il suo indotto”.
Oltre alla Regione Emilia-Romagna, erano presenti al tavolo Sergio Lo Giudice per la Città Metropolitana Bologna, Marco Martelli sindaco di Crevalcore, i rappresentanti dell’azienda Marelli, Confindustria Emilia Centro nonchè Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil nazionali e di Bologna, Ugl, Aqcf-r e rappresentanti dei lavoratori.

– Foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna –
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Pezzani “I nonni sono la memoria storica su cui costruire il futuro”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “La festa dei Nonni, il 2 di ottobre, è l’occasione per ricordare il ruolo fondamentale dei nostri anziani nella trasmissione della memoria e della tradizione alle nuove generazioni”. Una risorsa di saperi e conoscenze per l’intera collettività, troppo spesso non riconosciuta ed utilizzata”. Così il responsabile dei Pensionati Cisl (Fnp) dell’Emilia-Romagna Roberto Pezzani. Contro la considerazione che “gli anziani costano e sono persone da assistere”, Pezzani oppone l’impegno del sindacato Fnp per “una convivenza intergenerazionale, nonni e nipoti, basata sulla solidarietà ed il mutuo sostegno per il benessere sociale ed economico di tutti, giovani ed anziani”. In concreto, per la Fnp significa operare per una maggiore attenzione da parte di istituzioni e società verso gli anziani in tema di assistenza, salute, tutela delle pensioni, benessere psico fisico, economia silver, integrazione sociale. Infine, Pezzani rimarca con forza che “i legami intergenerazionali che già sostengono le famiglie grazie all’impegno di cura dei nonni, vanno incentivati anche negli ambiti delle competenze digitali, del cohousing, dei luoghi di incontro della popolazione anziana, così da contaminare la collettività ed evitare l’isolamento delle persone anziane”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –
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Alluvione, via libera a legge per utilizzo fondi raccolti da Regione

BOLOGNA (ITALPRESS) – Disco verde dell’Assemblea legislativa al progetto di legge della giunta a sostegno di chi ha subito danni nel 2023 e che prevede il rimborso del bollo auto 2023 nelle zone alluvionate, indennizzi per chi ha perso o riparato l’auto a causa del maltempo, risorse per sostenere cittadini, Comuni e imprese, un fondo di tre milioni di euro per le spese straordinarie a seguito delle grandinate del luglio scorso, un milione di euro per il sostegno dell’acquacoltura contro i danni provocati dal granchio blu. La gran parte delle risorse che saranno distribuite provengono dalle donazioni effettuate dai cittadini. ‘Mesi fa presentai un question time per capire come la Regione Emilia-Romagna avrebbe ripartito le donazioni raccolte: oggi abbiamo un progetto di legge che lascia alla giunta i criteri di distribuzione delle risorsè, spiega Massimiliano Pompignoli (Lega) che a sostegno cita quando detto dai rappresentanti dei cittadini nel corso dell’audizione in commissione avvenuta la scorsa settimana: ‘Dicono che le donazioni devono essere date solo ai cittadini e non indirizzate altrove: hanno ragione, noi -spiega il leghista- la pensiamo come lorò. Dal canto suo Marta Evangelisti (Fdi) ha sottolineato come ‘il governo ha previsto e stanziato risorse precise, il commissario Figliuolo ha detto che i soldi ci sono e più in generale tra cassa integrazione, fondi per la somma urgenza lo Stato ha fatto e sta facendo la sua parte. Sui tempi di erogazione delle risorse siamo certi che i tempi saranno quelli di altre emergenze analoghè. Evangelisti ha anche smontato la tesi della ‘eccezionalità’ degli eventi di maggio: ‘Non si può pensare che siamo sempre in emergenza, dobbiamo cominciare a fare prevenzione perchè eventi come quelli di maggio sono sempre più all’ordine del giorno. Serve -spiega Evangelisti- un cambio di pensiero politicò.
‘Dal punto di vista economico, l’alluvione in Emilia-Romagna è stata considerata la terza catastrofe mondiale: c’è la necessità di interventi sul tema del contrasto ai cambiamenti climatici, non possiamo contrastarlo da soli e bisogna ragionare sulle concause per imparare come affrontare i cambiamenti climatici e adeguarsi ad essì, sottolinea Mirella Dalfiume (Pd), per la quale ‘trovo sbagliato che il governo pensi a un condono sugli abusi edilizi. Dobbiamo riadattare i piani del rischio dei nostri territori in caso di alluvione. Fino ad ora ci sono stati solo piani per i terremoti, serve averli pure per le alluvionì. Nel merito della legge in discussione Dalfiume ha sottolineato come la Regione con questo provvedimento stia operando nell’interesse dei cittadini, delle imprese e dei territori: ‘Adesso tocca noi che abbiamo deciso di fare parte di questa Assemblea legislativa, tocca a noi assumerci la responsabilità di deciderè. Palma Costi (Pd) ha ricordato: “In Emilia-Romagna sono stati certificati 9 miliardi di euro di danni ed è dovere del governo nazionale agire in modo veloce e immediato. Nel 2012, ad un mese dal terremoto, erano stati stanziati 6 miliardi. E’ quindi giusto provare assieme a sostenere una richiesta precisa al governo. Vero che le manutenzioni sono necessarie ma dire che quanto accaduto con le alluvioni di maggio è colpa di questa Regione è una falsità”.
Emiliano Occhi (Lega) ha sottolineato: “Diamo un impegno in bianco alla giunta per decidere come destinare questi fondi. Visto che c’è massima urgenza di arrivare ai cittadini non capiamo perchè tra le categorie destinatarie ci siano anche enti pubblici che potranno essere finanziati direttamente dal governo. I 9 miliardi di euro di danni, come ordine di grandezza, hanno l’importo del bilancio della nostra Regione. Dobbiamo realizzare opere per difenderci da eventi di questo tipo se vogliamo continuare a vivere in questi territori, tenuto conto della loro naturale evoluzione”. ‘Siamo vicini alle popolazioni colpite dall’alluvione, ma il centrosinistra non deve usare questa tragedia per fare propagandà, spiega Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che critica il centrosinistra: ‘Questa maggioranza raccogliticcia pensava di metterci in difficoltà con questo provvedimento, non ci caschiamo. Siamo seri: la propaganda della giunta sta raccontando ai cittadini che Bonaccini è bravo, il governo no: ma non è così, i soldi donati sono frutto della generosità dei cittadini di questa Regione che nonostante questa Regione hanno deciso di fare le donazioni. Bonaccini non usi la generosità degli emiliano romagnoli per rifarsi il lifting politico dopo le batoste subite dentro il Partito Democraticò.
‘La Regione sta operando per il nostro territorio a fronte delle risorse economiche insufficienti arrivate dallo Stato: questa Regione non ha mai fatto mancare alle altre istituzioni la collaborazione istituzionali per affrontare la ricostruzione post alluvione. Il governo deve cambiare rotta e accogliere le richieste che arrivano non solo dalla Regione, ma da tutta l’Emilia-Romagnà, spiega Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini).
Critica sulle posizioni della minoranza Lia Montalti (Pd): “A fronte di un impegno che la Regione rinnova per gli alluvionati, dall’opposizione continuiamo a sentire attacchi e non quello che ci aspettiamo da forze che rappresentano il governo nazionale. A quattro mesi dall’alluvione ci sono imprese e cittadini che non hanno percepito nemmeno un euro. Devono arrivare pieni rimborsi ai territori per ripartire”. Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “serve la consapevolezza che queste risorse sono soldi dei nostri cittadini che pagando le tasse hanno diritto a servizi adeguati. Per questo non possiamo tradire quelle donazioni. Abbiamo invitato il commissario straordinario Figliuolo in Aula: speriamo possa iniziare un dibattito costruttivo con cifre da dare. A questo pdl ho presentato un emendamento per chiarire il tema dell’esenzione del bollo dei veicoli demoliti”. “Bisogna dare risposta chiare, occorre che il governo intervenga ascoltando i territori”, spiega Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) che chiede interventi a sostegno dell’ambiente, a partire dal tema energia: “Dobbiamo -spiega- superare l’uso delle sostanze fossili, questo è un tassello per una svolta nella nostra comunità. Dobbiamo capire che l’efficientamento energetico porterà a una maggiore richiesta di energia, per questo dobbiamo puntare sulle rinnovabili e sull’energia pulità.
‘Bisogna prendere coscienza della situazione, dei problemi ambientali che ci sono anche in Emilia-Romagna: voglio capire che fine ha fatto la legge regionale sul clima, se non l’approviamo ora quando la approviamo?’, spiega Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) che vuole sapere ‘quali sono gli atti che dimostrano come questa Regione ha capito cosa è l’emergenza ambientale? Dobbiamo fare scelte nuove, altrimenti capiterà come alla Magneti Marelli di Crevalcore che i lavoratori pagheranno gli errori della loro azienda. C’è chi dice che a fronte della necessità di affrontare i cambiamenti climatici non bisogna fare niente: chi dice questo dica anche ai lavoratori delle tante aziende emiliano-romagnole che i loro posti di lavoro sono a rischio proprio perchè non si fa nullà. Piccinini chiede che ci siano premialità per chi opera in maniera ambientalmente sostenibile. Michele Facci (Lega) ha replicato: “Non si può trasformare un dramma in una farsa politica. Le alluvioni di maggio sono state eccezionali e le conseguenze sono state disastrose a fronte di carenze da parte di questa Regione. Il Piano di gestione del rischio è datato di anni e risorse che questa regione aveva a disposizione non sono state adeguatamente utilizzate. Sul dissesto idrogeologico non c’è stata la dovuta attenzione. Il cambiamento climatico c’è, la questione è come si affronta, va combattuto senza un approccio ideologico”. Giulia Pigoni (Lista Bonaccini) ha evidenziato “la necessità di una convergenza istituzionale: la priorità di tutti, maggioranza e opposizione, deve essere quella di sostenere i cittadini e le imprese”. Per Luca Cuoghi (Fdi): “Questo pdl non è stato approntato per aiutare i cittadini ma per attaccare il governo. Sappiamo che il governo ha messo a disposizione cifre importanti che stanno contribuendo a rimborsare i Comuni per gli interventi fatti in urgenza. Quando succedono questi disastri ci vuole anche tempo per rimediare. Se vogliamo adottare misure per aiutare i cittadini dobbiamo concentrarci sulle proposte che vogliamo fare”.
“Bisogna risolvere i problemi ancora esistenti sul territorio, dobbiamo stare con i piedi per terra e risolvere i problemi concreti, vorrei capire che problemi concreti dei cittadini risolviamo con il provvedimento di oggi, non è certo con gli slogan che li si risolve”, spiega Marco Mastacchi (Rete civica) che rilancia una proposta che riporta alle radici dell’Italia Repubblicana: “Un tempo c’era il “reddito Fanfani”, che era il reddito di cittadinanza dell’epoca, ma era collegato al lavoro, a chi si impegnava nei cantieri per la cura del territorio, invece che fare mega appalti sarebbe meglio tornare ad avere i cantonieri comunali e i cantieri Fanfani”. “Voteremo a favore di questo provvedimento perchè è sufficiente ascoltare cittadini e imprese, specie quelle agricole, per capire come sia difficile ripartire dopo l’alluvione”, spiega Silvia Zamboni (Europa Verde) che pensa in primo luogo alla cooperativa agricola alle porte di Ravenna che, accettando di farsi allagare i campi, ha permesso di salvare la città bizantina dall’alluvione. “Ma nessuno le ha dato i rimborsi necessari”, spiega la consigliera ecologista nel sottolineare come “servono i ristori e servono tutte le risorse necessarie: ci sono 8,8 miliardi di danni e il governo ne ha previsti solo 4,5 miliardi in tre anni”. Matteo Rancan (Lega) ha replicato: “Serve uscire dalla falsa percezione che la maggioranza vuole costruire che se non succede niente o succedono dei disastri è colpa del governo. C’è una narrazione che continua a creare scontro su questi temi. Sappiamo tutti che ci sono tempistiche tecniche per l’erogazione dei fondi. Non servono scontri politiche, serve risolvere il problema”. Fabio Rainieri (Lega) ha ribadito: “L’importanza della pulizia degli alvei dei fiumi, dalla raccolta dell’erba sfalciata e dei tronchi. Anche le nutrie rappresentano un problema. Faccio fatica a farmi fare la morale da chi ha appeso l’orologio climatico fuori dalla Regione”.
‘Occorre che il governo garantisca tempi rapidi nell’erogare le risorse necessarie e si snellisca la burocrazià, spiega Massimo Bulbi (Pd), mentre Nadia Rossi (Pd) invita sempre il governo di dichiarare lo stato d’emergenza nazionale per il granchio blu e a stanziare più risorsa da chi è danneggiato da questo crostaceo.
Netta la replica della relatrice di maggioranza Manuela Rontini (Pd) che ha ricordato come i fondi stanziati dal governo per la ricostruzione post alluvione siano insufficienti e come servano risposte concrete per i cittadini, i territori e le imprese. ‘Spero che i colleghi del centrodestra non ci lascino soli nella richiesta al governo per avere tutte le risorse necessarie, d’altra parte è stato lo stesso relatore di minoranza Liverani ad ammettere in quest’Assemblea che le risorse non sono sufficienti e non sono ancora arrivatè, spiega Rontini. ‘La Regione è responsabile della mancata manutenzione dei fiumi, la Regione è sempre responsabile della pulizia dei fiumi e non solo nei casi eccezionali: la Regione ha fatto degli errorì, spiega il relatore di minoranza Andrea Liverani (Lega). Ha concluso l’assessore al Bilancio Paolo Calvano: ‘Alla luce di un fatto rilevante come quello di maggio, tutti noi dobbiamo capire che ci troviamo in un contesto ambientale in profondo mutamento. Il tema del cambiamento climatico dovrebbe entrare nell’agenda di tutti i partiti. Le persone, in questo momento, hanno bisogno di risposte in tempi rapidi per far sì che i territori colpiti possano tornare meglio di come erano prima dell’alluvione. Ogni passo indietro troverà da parte nostra la denuncia del disimpegno. Non facciamo opposizione al governo, stiamo cercando di fare servizio alla comunità. Questo provvedimento è nel solco di quanto possibile dobbiamo farè. Tra i gruppi presenti in Assemblea al momento del voto, hanno votato a favore Pd, Lista Bonaccini, ER Coraggiosa, Europa Verde, Movimento 5 Stelle. Astenuti: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Rete civica. L’Assemblea ha anche approvato alcuni ordini del giorno: quattro del Pd (per sollecitare il governo a intervenire sul granchio blu, trovare risorse per i privati danneggiati dall’alluvione, sostenere il territorio forlivese danneggiato dal sisma 2023, che il governo permetta l’uso del miliardo non utilizzato per la cassa integrazione per le altre attività legate alla ricostruzione post alluvione), un ordine del giorno della Lega emendato dalla maggioranza (a sostegno della pulizia dei fiumi) e uno di Rete civica (per avere risorse a sostegno di chi ha avuto spese per pulire cantiere e locali adibiti a attività commerciale, artigianale e di ristorazione), uno del Movimento 5 Stelle (a sostegno dell’efficientamento energetico) e uno di Lega e Rete Civica (a sostegno di chi sta subendo danni a causa del granchio blu).

– Foto: ufficio stampa Assemblea legislativa E. Romagna –
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Giancarlo Mazzuca nuovo presidente del Corecom Emilia-Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Giancarlo Mazzuca è il nuovo presidente del Corecom dell’Emilia-Romagna, l’organismo che svolge funzioni di governo e controllo del sistema delle comunicazioni sul territorio regionale e indirizza la propria attività alla comunità regionale, in particolare cittadini, associazioni e imprese, operatori delle telecomunicazioni e al sistema dei media locali. Mazzuca è stato eletto dall’Assemblea legislativa e succede a Stefano Cuppi. Sempre l’Assemblea ha eletto come “semplici componenti del Corecom” di Giorgio Tonelli e Carlotta Marù.
Nato a Forlì nel 1948, Mazzuca è un giornalista, scrittore e politico di primo piano: direttore del Resto del carlino dal 26 febbraio 2002 al 16 marzo 2008, direttore del Giorno per un breve periodo nel 2003 e dal 2013 al 2016. Esponente dell’allora Partito delle libertà (Pdl), nel 2008 viene eletto deputato per il centrodestra nella circoscrizione Emilia-Romagna. Due anni dopo il termine del mandato parlamentare, il 4 agosto 2015 la commissione di vigilanza Rai lo ha eletto nel Consiglio d’amministrazione della tv di Stato.
Proviene dal “mondo Rai” anche uno degli altri componenti del nuovo Corecom: nato a Rimini, ma da anni residente nel bolognese, Giorgio Tonelli è stato a lungo un volto noto della Rai, dirigendo, fra l’altro, il Tg3 Regionale. Già segretario regionale dell’Ordine dei giornalisti e docente di “Teorie e tecniche del linguaggio radiotelevisivo” all’università del Molise, Tonelli è stato anche assessore alla Cultura del suo Comune di residenza, Castenaso in provincia di Bologna.
Il terzo componente del Corecom, invece, ha già un’esperienza in Regione: Carlotta Marù, infatti, negli ultimi anni è stata Difensore civico dell’Emilia-Romagna. Laureata in giurisprudenza, Marù è stata vicepresidente del consiglio comunale di Parma e presidente del consiglio del Quartiere Parma Centro.
Al momento della votazione Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) ha annunciato la non partecipazione al voto, ritendendo la candidatura di Mazzuca alla carica di presidente del Corecom “troppo caratterizzata politicamente a favore del centrodestra”.

– Foto ufficio stampa Regione Emilia-Romagna –

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Aspirante Jihadista fermato a Cesena per terrorismo

CESENA (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Bologna ha fermato, a Cesena, un giovane italiano di origine tunisina, di 24 anni, accusato del reato di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale. Il provvedimento, che compendia le evidenze indiziarie emergenti dall’attività delle Digos di Bologna e di Forlì/Cesena, è stato emesso dal Procuratore Distrettuale, Giuseppe Amato, e dal pm Antonio Gustapane.
L’indagine – iniziata lo scorso luglio e originata da acquisizioni informative dell’AISE immediatamente sviluppate dai predetti organi investigativi della Polizia di Stato – ha dimostrato, sottolineano gli inquirenti, “la ferma determinazione dell’uomo a raggiungere i teatri di jihad Siro-Iracheno dopo avere intrapreso un percorso di radicalizzazione che lo ha portato ad una profonda adesione delle ideologie dell’estremismo islamico”.
Significativo al riguardo quanto emerso dal monitoraggio dell’attività on line dell’indagato, che avrebbe mantenuto “sistematici contatti virtuali con esperti religiosi dell’ISIS che hanno rinforzato la sua determinazione operativa, alimentata anche dall’ossessiva visione di scene di jihad ed ascolto di sermoni e anasheed dedicati al martirio presenti nel web e su piattaforme social (Instagram e Telegram)”.
E’ stato quindi riscontrato come il giovane avesse preso contatti con un facilitatore che avrebbe agevolato il suo viaggio ed il reclutamento nelle fila del circuito jihadista; a tal fine ha intensificato l’addestramento fisico per raggiungere un livello di preparazione idoneo nonchè ripreso l’attività professionale di elettricista funzionale al reperimento della somma necessaria ad affrontare il viaggio.
Per quanto riguarda la condotta di “arruolamento passivo”, configurata dall’articolo 270 quater, comma 2, del Cp, gli inquirenti ricordano che la Corte di Cassazione in una sentenza del 2019 chiarisce quanto segue: “… non è necessaria la prova del ‘serio accordò con l’associazione, ma è invece sufficiente la prova della integrale disponibilità del neo-terrorista al compimento di tutte le azioni necessarie al raggiungimento degli scopi eversivi propagandati dall’associazione. Del resto, il segno distintivo della condotta di arruolamento è la sua connotazione ‘individualè, che segna la sua differenziazione netta rispetto alla condotta di partecipazione (articolo 270 bis, comma 2, del Cp), che, invece, presuppone l’innesto del partecipe nella struttura organizzata e, dunque, la prova dell’esistenza di un contatto operativo, anche flessibile, ma concreto tra il singolo e l’organizzazione che, in tal modo, abbia consapevolezza, anche indiretta, dell’adesione da parte del soggetto agente. Detto altrimenti, proprio per evitare di sovrapporre la condotta di arruolamento a quella di partecipazione all’associazione, non è necessario che l’accettazione della richiesta individuale di arruolamento avvenga attraverso la stipula di un ‘serio accordò tra l’arruolato e l’organizzazione, essendo sufficiente la messa a disposizione incondizionata del neo-arruolato alla commissione di atti terroristici (ciò che nella specie la Corte ha ritenuto essere stato adeguatamente motivato in sede di merito, attraverso la valorizzazione di plurimi indizi, quali, tra gli altri, l’effettuazione di un viaggio in Siria, il tenore di alcune conversazioni intercettate in cui l’imputato non negava che un secondo viaggio in Siria fosse funziona/e al congiungimento con le milizie dell’organizzazione terroristica, il rinvenimento di materiale telematico riconducibile alla propaganda jihadista).(Cassazione, Sezione Il penale, sentenza numero 23168, 14 marzo 2019)”.
– foto ufficio stampa Polizia di Stato –
(ITALPRESS).