Emilia Romagna

Colla “Mettere al riparo piccole e medie imprese settore moda”

ROMA (ITALPRESS) – “Occorre una grande operazione ponte per sostenere le piccole e medie imprese del settore moda oggi entrate in crisi poichè non riescono a tenere il passo dei cambiamenti e subiscono più di altri i contraccolpi delle tensioni geopolitiche. Occorre attivare subito ammortizzatori in deroga. Solo così si può tentare di tamponare il rischio di perdere imprese e l’intelligenza delle mani, ovvero le straordinarie professionalità del settore”. Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, è intervenuto oggi a Roma al tavolo di crisi del settore moda convocato al Ministero del Lavoro e Politiche sociali. L’incontro di oggi, dopo un precedente del 9 luglio scorso con gli assessori regionali al lavoro dei territori particolarmente colpiti dalla crisi che ha investito il comparto, ha approfondito la possibilità di individuare soluzioni per assicurare agli addetti una misura di sostegno al reddito. Misura che si stima possa toccare circa 50mila lavoratori, 11 mila solo in Emilia-Romagna, delle regioni Toscana, Piemonte, Marche, Veneto, Puglia e Campania.
“Si tratta di tantissime aziende sotto i 15 lavoratori, che rappresentano in Emilia-Romagna come nel resto del Paese il 90% del totale, a cui andrebbe aggiunta la filiera di vendita in particolare i negozi di prossimità- precisa Colla-. Va detto che alcuni grandi marchi del lusso affrontano la crisi facendo investimenti lungo la filiera per riposizionarsi a livello internazionale con interventi a favore della sostenibilità sia ambientale che sociale”. Il Ministero ha assicurato che per gli ammortizzatori ordinari le risorse ci sono, mentre si sta cercando di stimare, per realizzare una apposita norma, il plafond dei lavoratori delle piccole imprese interessate della ‘manifattura della modà ovvero tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria. Un nuovo incontro è fissato per il prossimo 23 settembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, convocato dal ministro Adolfo Urso, per fare il punto degli strumenti che si potranno mettere in campo per la filiera, tra cui un apposito bando.
“Dal confronto con le associazioni di categorie e sindacali in Emilia-Romagna -ha aggiunto Colla- arrivano anche diverse richieste. Tra queste la necessità di un rientro del lavoro e delle filiere, riportando in Italia le attività produttive o le forniture che erano state precedentemente delocalizzate. E poi sulla crisi pesa anche un e-commerce che deve essere governato: è tutto concentrato all’estero ed è esente da certificazioni di qualità complessiva sia dei prodotti che della qualità del lavoro, oltre agli aspetti fiscali che rappresentano un tema non secondario”.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Vertenza Mozarc Medical ex Bellco di Mirandola, advisor al lavoro

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Per assicurare alla ex Bellco un futuro solido occorre trovare in tempi rapidi la migliore soluzione possibile, una soluzione di qualità e di carattere industriale e non finanziario. Quindi, ora occorre accelerare per definire una reindustrializzazione seria del sito che garantisca continuità produttiva di una realtà strategica per il biomedicale dell’Emilia-Romagna e del Paese e ne salvaguardi, al contempo, l’occupazione”. Così l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, al termine dell’incontro di oggi pomeriggio al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove si è tenuto il Tavolo nazionale di salvaguardia per la vertenza Mozarc Medical – ex Bellco di Mirandola, azienda del biomedicale che ha casa nella bassa pianura modenese. All’incontro, presieduto dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto, la sindaca di Mirandola, Letizia Budri, i vertici dell’impresa, i rappresentanti di Confindustria Emilia Centro, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze dei lavoratori.
L’azienda ha comunicato che ha affidato all’advisor, Sernet Spa, l’obiettivo di individuare un investitore per rilevare la realtà produttiva. Intanto i vertici di Mozarc Medical hanno anche annunciato che la produzione proseguirà a pieno ritmo (quattro linee produttive), viste le commesse in possesso a ora, fino a gennaio 2025 mentre da febbraio sarà ridotta al 25 per cento (una linea su quattro).
L’advisor ha anticipato che il percorso di ricerca di investitori, benchè ancora in una fase inziale, ha già registrato numerosi soggetti, industriali e finanziari, circa una trentina, interessati alla reindustrializzazione dell’azienda di Mirandola. Attrattività dovuta alla camera bianca di 4mila metri quadrati e all’alta specializzazione dei lavoratori in forza all’ex Bellco.
“Ora siamo in una nuova fase, in un ambiente di discussione che si pone l’obiettivo di una soluzione positiva della vicenda -ha aggiunto l’assessore Colla-. E’ un fatto positivo che la discussione si sia riaperta, a conferma della solidità dell’impresa in un distretto forte, attrattivo e competitivo a livello mondiale. Inoltre, a fronte dell’importanza della reputazione dei soggetti che saranno individuati, è necessario che i vertici di Mozarc Medical accompagnino con responsabilità il processo di reindustrializzazione, insieme al consolidamento e sviluppo del centro di ricerca e prototipazione”. Infine, l’assessore ha ribadito al tavolo la questione del payback, “che rischia di mettere in ginocchio tante realtà del settore. Va cancellata la legge e contestualmente garantita la copertura per la sanità nella prossima finanziaria”.
Il tavolo verrà riaggiornato entro il 30 novembre con un terzo incontro dove dovrà emergere una short list di potenziali investitori. La crisi Mozarc Medical è scaturita dopo che la proprietà, una multinazionale americana, lo scorso 12 giugno aveva comunicato l’intenzione di chiudere l’impianto produttivo mettendo a rischio circa 350 posti di lavoro, oltre alle conseguenze a cascata sull’intera filiera.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Banca del Fucino apre a Bologna la sua prima sede in Emilia-Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Banca del Fucino, storica realtà bancaria di Roma e del centro Italia, cresce ancora e inaugura oggi la sua prima sede a Bologna, segnando il suo ingresso in Emilia-Romagna. L’apertura segue quelle di Milano, Padova e Verona che hanno visto la Banca del Fucino crescere anche in nuove aree geografiche.
“La presenza a Bologna per Banca del Fucino – si legge in una nota – risponde all’esigenza di un presidio diretto in un’area geografica caratterizzata da una imprenditoria dinamica e un polo tecnologico importante. Una città in crescita in una regione che, con circa 390 mila imprese, si posiziona ai primi posti in Italia per numerosità delle aziende”.
Responsabile della filiale è Alberto Clapci, chiamato in Banca del Fucino dopo un’esperienza quasi quarantennale nel mondo bancario maturata per lunga parte a Bologna e nella regione.
La nuova filiale di Banca del Fucino, che a regime conterà 8 dipendenti, sarà focalizzata sullo sviluppo di relazioni durature con il mondo dei privati e delle imprese, offrendo consulenza e supporto finanziario sia a medio che a breve termine, promuovendo al contempo lo sviluppo di strategie di investimento orientate alla sostenibilità. In linea con la crescente attenzione agli investimenti green, l’obiettivo sarà infatti anche quello di incentivare soluzioni industriali e finanziarie che favoriscano la transizione energetica.
La filiale si sviluppa su tre piani e 550 mq in un palazzetto indipendente in Viale Antonio Aldini, 230/232, una zona facilmente raggiungibile e centrale.
In linea con quanto avvenuto per le altre recenti aperture anche questa volta la Banca del Fucino ha optato per una location esclusiva e riservata. Si tratta di un immobile che è stato scelto con l’intento di favorire, grazie ai suoi spazi, un approccio orientato all’offerta di un servizio di consulenza personalizzato e di alta qualità.
“La nostra presenza in questa città non è solo strategica, ma anche un riconoscimento del suo ruolo di piazza dinamica e polo tecnologico di rilievo, capace di porsi al livello delle migliori capitali europee in termini di attrazione di investimenti e creazione di posti di lavoro – ha spiegato Francesco Maiolini, Ad di Banca del Fucino presente oggi all’inaugurazione insieme al Presidente Mauro Masi e a tutto il CdA della Banca -. La nostra missione è quella di contribuire allo sviluppo economico della comunità locale e di costruire un rapporto di fiducia duraturo con i nostri clienti. L’Emilia-Romagna ha perso un terzo dei suoi sportelli dal 2015 ad oggi, noi andiamo in controtendenza perchè siamo convinti dell’insostituibilità dell’attività bancaria e dell’importanza del rapporto diretto tra banca e impresa”.
“Oltre all’inaugurazione che si svolgerà questa sera, abbiamo scelto la nostra nuova sede per svolgere anche il Consiglio di Amministrazione odierno della Banca, per rimarcare simbolicamente l’attenzione particolare che metteremo allo sviluppo e alla crescita di questa nuova presenza geografica per la Banca del Fucino”, ha concluso Maiolini.
Banca del Fucino ha chiuso il 2023 in crescita, con gli impieghi con clientela che hanno registrato un aumento a circa 2,1 miliardi di euro (+14%), la raccolta diretta che ha superato i 3,6 miliardi di euro (+29% rispetto a fine 2022) e il prodotto bancario complessivo che si è attestato a oltre 6,5 miliardi di euro, segnando un più 22% rispetto all’esercizio precedente, già caratterizzato da una crescita significativa. L’utile lordo è stato pari a 20 milioni di euro e il CET1 è al 14,26%.
Con quest’apertura salgono complessivamente a 40 gli sportelli e centri private della Banca del Fucino che è oggi presente nel Lazio, Abruzzo, Marche, Sicilia, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

– foto ufficio stampa Banca del Fucino –
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Entro il 2025 saranno circa 3,7 milioni i nuovi alberi piantati

BOLOGNA (ITALPRESS) – Dal 2020 a inizio 2025 saranno circa 3,7 milioni i nuovi alberi piantati in Emilia-Romagna grazie a “Mettiamo radici per il futuro”. Prosegue l’attuazione della misura promossa dalla Regione a inizio legislatura con l’obiettivo di incrementare la quota verde del territorio regionale per contrastare il cambiamento climatico, abbattere le polveri sottili e incrementare la biodiversità. L’Amministrazione regionale, che ha investito complessivamente circa 13 milioni di euro, oltre a quota parte delle risorse previste nel bando infrastrutture verdi e blu, continua a puntare sugli alberi, alleati preziosi per migliorare la qualità dell’aria, l’ambiente e il paesaggio, specie nelle città e nelle aree di pianura.
Dal 2020 con l’avvio della campagna ‘Mettiamo radici per il futurò sono stati piantati circa 2,6 milioni alberi e altri 330mila si aggiungeranno entro fine inverno, con la nuova campagna di distribuzione gratuita alle cittadine e ai cittadini dell’Emilia-Romagna, ‘Il tuo albero ti aspettà, che partirà il 1^ ottobre. A questi si sommano gli alberi piantati grazie ai bandi rivolti a Comuni, Unioni di Comuni e imprese, per le infrastrutture verdi e blu e con interventi compensativi e di mitigazione per opere pubbliche. Una quota di 347.540 piante, cui se ne aggiungeranno 178.688 entro fine inverno e ancora altre 250mila con il progetto di naturalizzazione del Po a cura di Aipo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po.
Sabato 21 settembre a Collecchio (Pr) alla Fattoria di Vigheffio (Strada di Vigheffio, 21) la Regione dedica una giornata a “L’importanza degli alberi per il benessere della comunità”: questo il tema al centro del convegno che vedrà a confronto esperti, amministratori e imprenditori sul ruolo essenziale degli alberi nelle città e nelle foreste e che sarà seguito, nel pomeriggio, da laboratori e attività per famiglie e bambini sul tema della sostenibilità.
I dati, l’avvio, le modalità della nuova campagna di comunicazione e il programma della giornata sugli alberi, sono stati illustrati oggi a Bologna, in conferenza stampa, dall’assessora regionale alla Programmazione territoriale, forestazione e parchi, Barbara Lori. “L’obiettivo ambizioso che ci eravamo dati cinque anni fa è oggi una realtà concreta che, l’anno prossimo, potrà portare al risultato, quasi inimmaginabile a inizio legislatura, di un nuovo albero piantato per ogni residente dell’Emilia-Romagna- afferma Lori-. Nonostante l’emergenza pandemica e gli effetti della devastante alluvione del maggio scorso che hanno impedito, nel primo caso, e ostacolato, nel secondo, la distribuzione gratuita delle piante ai nostri cittadine e cittadini, la risposta del territorio è stata esemplare. Oltre alla rimodulazione del progetto PNRR sul fiume Po. Il messaggio di ‘Mettiamo radici per il futurò è stato ben compreso e di questo devo ringraziare, oltre alle tante persone che hanno aderito, gli enti locali, le imprese, le associazioni”.
“Un altro risultato importante raggiunto- aggiunge Lori- è che abbiamo scongiurato la chiusura dei vivai pubblici regionali, salvando un presidio del territorio e posti di lavoro. Ormai è chiaro, gli alberi e le piante garantiscono funzioni e servizi insostituibili, rendono le nostre città più vivibili e belle- chiude l’assessore-. Oggi vogliamo confermare e rilanciare questo impegno collettivo, di un’intera comunità, per costruire insieme un futuro più sostenibile”. Da segnalare, tra gli interventi compensativi più recenti, in collaborazione con Anas, Aspi e Rfi, la prossima messa a dimora lungo la rete infrastrutturale di pianura dell’Emilia-Romagna di oltre 42mila piante che permetteranno di creare oltre 66 ettari di veri e propri boschi. Nuovi polmoni verdi che, considerando le coperture vegetali spontanee già esistenti per circa 30 ettari in aree di proprietà dei tre gestori, porteranno a quasi 100 ettari le superfici boscate lungo la rete infrastrutturale di pianura.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Sanità, continua l’effetto positivo dei Cau sui Pronto soccorso

BOLOGNA (ITALPRESS) – Continua ad attenuarsi la pressione sui Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna grazie all’effetto positivo dei Cau, i Centri di assistenza urgenza voluti dalla Regione e realizzati in modo capillare su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini, per rispondere ai bisogni e alle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei cittadini. Nei primi nove mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, gli accessi in codice bianco nei Pronto soccorso sono diminuiti mediamente in regione del 20% e quelli in codice verde del 10% e si avviano verso quota 400mila i pazienti – l’85% dei quali tra i 18 e i 65 anni – che si sono rivolti ai Cau da quando hanno iniziato la loro attività (novembre 2023). Non solo: diminuiscono complessivamente del 7% gli accessi nei Pronto soccorso dell’Emilia-Romagna nei primi sette mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Dati che confermano l’efficacia del sistema anche in un contesto nazionale dove i Pronto soccorso sono sempre più affollati e il numero complessivo di accessi ai servizi di emergenza (Ps più Cau in Emilia-Romagna) è in costante aumento: dal 2022, qui si registra un incremento annuo dell’1,2%, con circa 2 milioni di accessi tra Pronto soccorso e Cau stimati entro la fine del 2024.
Efficacia garantita anche grazie al potenziamento della rete di emergenza-urgenza che i Cau hanno generato sul territorio: a oggi, infatti, i Centri attivi sono 42 e il numero salirà a 50 entro il 2024, portando a 88, complessivamente, le strutture operative in tutta l’Emilia-Romagna, tra Cau, Pronto soccorso generale e Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di I e II livello. Non solo. Il livello di soddisfazione da parte dei pazienti sull’esperienza nei Cau è del 90%, sia in termini di accoglienza che di qualità delle cure ricevute, secondo i dati raccolti attraverso gli oltre 6.200 questionari che la Regione Emilia-Romagna ha proposto in collaborazione con le Aziende sanitarie a partire dal 29 gennaio. A compilarli, su base volontaria e anonima, i pazienti stessi. E’ il quadro che emerge dai dati elaborati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività dei Cau su tutto il territorio regionale e l’effetto che hanno prodotto sui Pronto soccorso. Il bilancio è stato presentato oggi in conferenza stampa, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.
“I dati oggettivi, a cominciare dai quasi 400 mila accessi in meno di dieci mesi, sono molto più significativi di ogni inesattezza, caricatura e strumentalizzazione- sottolinea Donini-, e confermano che i Centri di assistenza per le urgenze (Cau) stanno funzionando perchè sono in grado di dare risposte di assistenza e cura veloci e di qualità ai cittadini, di norma h24, 365 giorni all’anno, senza alcuna necessità di appuntamento, per i loro bisogni di salute a bassa criticità. Gli attuali 42 Cau (entro l’anno arriveremo a 50) consentono nella stragrande maggioranza dei casi di affrontare e risolvere il bisogno urgente di salute a bassa criticità del cittadino, all’interno della struttura, e soprattutto di attenuare in parte il carico dei Pronto soccorso. La riduzione del 7% rispetto all’anno scorso degli accessi al Ps in media regionale e, in particolare, la diminuzione del 20% dei codici bianchi e del 10% dei codici verdi nei Ps della Regione, ci incoraggia a proseguirne l’esperienza, anche alla luce dell’altissimo livello di soddisfazione, oltre il 90% da parte dei cittadini. E’ nostra intenzione, comunque, percorrere traiettorie di miglioramento del servizio, partendo innanzitutto da un’analisi dei dati di accesso ai Cau non omogena in tutto il territorio regionale, rendendo inoltre più efficace, da parte dei Cau, l’invio dei pazienti ai Pronto soccorso nei casi in cui sia necessario”.

foto: ufficio stampa regione Emilia Romagna

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Al via la stagione 2024-25 dell’Emilia-Romagna Festival, 27 concerti

BOLOGNA (ITALPRESS) – Dai maestri ai talenti emergenti, 27 concerti per celebrare 25 anni di eccellenze musicali tra grandi repertori classici e musica contemporanea, con qualche incursione nella danza. Prenderanno il via a fine ottobre le quattro stagioni concertistiche nelle città di Imola (Bo), Faenza (Ra), Forlì (Fc) e Castel San Pietro Terme (Bo), organizzate da Emilia Romagna Festival – ERF con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura. Ventisette appuntamenti di qualità con una straordinaria varietà di programmi, dai grandi capolavori del repertorio classico romantico agli autori contemporanei, e orchestre e solisti di prestigio internazionale, che traghetteranno il festival all’importante anniversario dei venticinque anni di attività. La presentazione della nuova stagione di concerti questa mattina a Bologna, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, e del direttore artistico di Emilia-Romagna Festival, Massimo Mercelli.
Insieme a loro, i sindaci Marco Panieri (Comune di Imola) e Massimo Isola (Comune di Faenza), il vicesindaco Vincenzo Bongiorno (Comune di Forlì) e l’assessore Claudio Carboni (Comune Castel San Pietro Terme).
“Emilia-Romagna Festival è ormai una istituzione, che coinvolge Comuni e realtà private rivolgendosi soprattutto alla Romagna e svolgendo così una funzione di equilibrio fra le due parti della nostra Regione, dando forza a un bacino culturale importantissimo, come quello romagnolo- ha detto l’assessore Felicori-. ERF ha un programma molto articolato e diversificato, con un approccio ecclettico alle diverse forme della musica da quelle più elevate al pop. Spero- ha aggiunto- che Emilia-Romagna Festival ci dia ora una mano per il Liscio, dando attenzione alle forme di ricostruzione filologica della tradizione musicale popolare in Emilia-Romagna, e anche a quei musicisti giovani che stanno cercando di innovare. Il mio modello è quello che è stato fatto con il Tango e a livello di danza con il Flamenco, quando artisti molto raffinati si sono impossessati della tradizione e l’hanno rinnovata portandola ad un alto livello culturale”.
Il 2025 segna un momento speciale nella storia del festival: un quarto di secolo dedicato alla promozione e alla valorizzazione della grande musica, in un percorso di crescita e consolidamento che ha visto ERF diventare un punto di riferimento nel panorama culturale italiano.
Nato come festival estivo, negli anni è diventato produttore di cultura con una lunga stagione concertistica attiva tutto l’anno su un ampio territorio, in grado di fornire un servizio culturale diffuso e rivolto a tutte le generazioni, formando intere generazioni di pubblico. Grazie a una programmazione di alta qualità e a iniziative educative, in 25 anni il festival ha avvicinato giovani e adulti al mondo della musica colta, contribuendo a far crescere una comunità appassionata e consapevole del patrimonio musicale classico.
“Un traguardo significativo- dichiara Mercelli- che sottolinea la continuità e la qualità del lavoro svolto dalla nostra associazione, con l’obiettivo di portare la grande musica in ogni angolo della regione, avvicinando un pubblico sempre più ampio e diversificato. Il 2025 sarà per noi un anno di celebrazioni che inizieranno proprio con le quattro stagioni concertistiche 2024/25, un vero e proprio viaggio musicale attraverso i secoli, dalle armonie sofisticate del Barocco, alle passioni travolgenti del Romanticismo, fino alle audaci sperimentazioni dei grandi compositori del Novecento e alla contemporaneità, lasciando spazio anche al connubio con la danza e ai grandi compositori del territorio”.
Protagonisti di queste intense quattro stagioni saranno artisti e formazioni musicali di fama internazionale, come Tamàs E’rdi, Giovanni Sollima, Frank Peter Zimmermann, la Filarmonica Arturo Toscanini, I Filarmonici di Roma, l’Orchestra della Toscana, Boris Petrushansky, I Solisti Veneti, Ilia Kim, il Balletto di Roma, il Quartetto di Venezia e tanti altri, accanto a giovani talenti emergenti che stanno rapidamente conquistando la scena musicale, tra questi Eva Gevorgyan, Ettore Pagano, Clarissa Bevilacqua, Alexander Gadjiev e Konstantin Emelyanov. Una scelta, quest’ultima, che conferma ancora una volta il ruolo di Emilia Romagna Festival come vetrina di eccellenza, non solo per i grandi nomi della musica, ma anche come trampolino di lancio per le nuove generazioni di artisti. Il tema che guiderà i vari appuntamenti delle quattro stagioni sarà ancora “Classico è Contemporaneo”, un’affermazione che ha già caratterizzato l’ultima stagione estiva di Emilia Romagna Festival, dimostrando come la musica classica sia in grado di dialogare con il presente, di parlare alle nuove generazioni e di inserirsi nel quotidiano con rinnovata vitalità.
Fin dagli inizi, parte integrante delle stagioni invernali di Emilia Romagna Festival è il progetto Educational “Musica a 1 Euro” che da sempre riscuote molto interesse e tanta partecipazione tra gli studenti delle scuole di Imola, Faenza, Forlì e Castel San Pietro Terme. “Musica a 1 Euro” permette infatti a tutte le studentesse e gli studenti fino ai 19 anni di età, delle città ospitanti le quattro stagioni concertistiche, di accedere a tutti gli spettacoli con un biglietto dal costo simbolico di 1 euro. La proposta prevede, inoltre, incontri/concerto e prove aperte in cui i protagonisti dei concerti serali parlano, spiegano e interagiscono con i ragazzi. Gli incontri si arricchiscono della presenza di relatori con competenze musicali e didattiche, che stimoleranno gli studenti ad ascoltare, toccare, e vivere la musica, facilitando anche l’interazione con gli artisti. Da questa stagione, nato dall’idea di favorire i giovani e di promuovere e sviluppare la passione per la musica gli abbonati delle quattro stagioni concertistiche potranno acquistare un ulteriore abbonamento per un giovane under 25 a costi ridottissimi.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Servizio Metropolitano Bologna, entro il 19 a regime la linea SFM1

BOLOGNA (ITALPRESS) – In viaggio sul nuovo Servizio Metropolitano di Bologna, sulla prima linea passante SFM1 Pianoro-Porretta che permetterà a pendolari, studenti e turisti di muoversi, senza dover cambiare convoglio su alcune tratte, in modo sostenibile ed ecologico. Una novità che a luglio, nonostante il servizio non fosse ancora entrato a regime, è stata premiata con un incremento di passeggeri sulla linea Bologna-Porretta di oltre il 15% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In particolare sono state oltre 32mila le persone trasportate in più, con un aumento medio giornaliero di 1.400 viaggiatori nei giorni feriali e 1.050 il sabato. L’incremento maggiore è stato registrato proprio nella tratta metropolitana, ma complessivamente l’aumento dei passeggeri ha interessato l’intera linea. Inoltre, la puntualità dei treni nei mesi di giugno e luglio è nella norma; non ha risentito dei cantieri aperti attestandosi su una forbice compresa tra il 95% e il 96%, pressochè identica allo stesso periodo dello scorso anno.
E a partire dal 19 settembre la linea passante Casalecchio-Bologna-Pianoro entrerà a pieno regime con un’offerta potenziata di 4 treni all’ora. Con un leggero ritardo sull’avvio del servizio completo – previsto inizialmente l’8 settembre – dovuto all’applicazione dell’ordinanza per il caldo estremo adottata dalla Regione a fine luglio scorso e in vigore fino al 31 agosto per proteggere i lavoratori dei cantieri edili nelle ore climaticamente a rischio alto. Sono le novità e i dati annunciati dall’assessore regionale ai trasporti, Andrea Corsini, e dal sindaco di Bologna e della Città Metropolitana, Matteo Lepore, che accompagnati dalla consigliera delegata alla Mobilità della Città Metropolitana, Simona Larghetti, e dall’amministratore delegato di Trenitalia Tper, Alessandro Tullio, hanno viaggiato oggi sulla tratta Casalecchio-Pianoro, compiendo un primo bilancio sull’efficacia del nuovo servizio.
“I numeri sono già molto incoraggianti- hanno commentato Corsini e Lepore- e siamo certi che, una volta a regime, il nuovo SFM riuscirà ancora di più a intercettare il gradimento delle cittadine e dei cittadini. Si tratta di un impegno economicamente notevole che sarà ripagato nel tempo perchè va nella giusta direzione. Risponde positivamente al diritto alla mobilità per tutti ed è in grado di essere competitivo, per la sicurezza e i costi, rispetto all’uso del mezzo privato. Con benefici per la vivibilità del territorio metropolitano e del capoluogo, per l’ambiente e la qualità dell’aria”. “Siamo convinti che il potenziamento del trasporto pubblico locale sia fondamentale per le città del futuro, per la loro attrattività anche turistica e il lavoro- chiudono-. La crescita sostenibile passa anche da qui, così come il benessere della comunità e la reputazione, anche internazionale, delle nostre città”.

foto: ufficio stampa Regione Emilia Romagna

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Nasce la collana editoriale “I boschi dell’Emilia-Romagna”

BOLOGNA (ITALPRESS) – Il bosco è vita. Un bene comune che ricopre il 30% della superficie dell’Emilia-Romagna, alleato fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici, cui è ora dedicata una nuova collana editoriale: “I boschi dell’Emilia-Romagna”. Sette opuscoli informativi per offrire un panorama completo della biodiversità e della consistenza del patrimonio arboreo regionale. Il primo volume, Introduzione ai Boschi dell’Emilia-Romagna, di 54 pagine, apre la strada alla conoscenza degli ecosistemi forestali regionali e al loro ruolo multifunzionale. In particolare, offre una panoramica sulla consistenza e sulle caratteristiche dei boschi, illustrandone ruolo e funzioni per la società di ieri e di oggi. I testi sono di Martina Mainetti, Erica Mazza, Raoul Romano e Gabriele Locatelli. Le altre sei pubblicazioni saranno stampate e distribuite entro la fine dell’anno. “Conoscere il patrimonio biologico, naturale e culturale custodito dai nostri boschi- afferma l’assessora regionale alla Forestazione, parchi e biodiversità, Barbara Lori- è fondamentale per una corretta gestione e valorizzazione. Non solo dal punto di vista ambientale ma anche per lo sviluppo di una virtuosa filiera economica”. “I boschi sono parte della nostra identità e del futuro che stiamo costruendo. Con questa collana vogliamo contribuire a creare una moderna cultura del bosco, straordinario patrimonio di biodiversità, e che chiama in causa ciascuno di noi – conclude Lori – Per questo motivo gli opuscoli saranno distribuiti gratuitamente a partire dalle Unioni dei Comuni montani, nella speranza che possano essere utili strumenti di cittadinanza attiva”.

– Foto: Opuscolo Regione Emilia Romagna
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