BOLOGNA (ITALPRESS) – Una filiera del legno “made in Emilia-Romagna” più sostenibile sia da un punto di vista ambientale, che economico. In grado cioè di incrementare l’assorbimento di anidride carbonica e di rendere i boschi più resilienti alle avversità climatiche, ma anche di promuovere occasioni di crescita e sviluppo in particolare nelle aree periferiche e montane.
Guarda anche alle oltre 3mila imprese che tra Rimini e Piacenza sono attive nel settore del legno e della forestazione e che danno lavoro a oltre 10.200 persone, il progetto Life CO2 PES &PEF, i cui risultati sono stati presentati oggi a Bologna alle Unioni montane di Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giuli e che il prossimo 24 marzo saranno al centro di un’iniziativa a Milano – promossa anche questa dalla Regione – che vedrà la partecipazione del Ministero della Sovranità alimentare e delle foreste, delle Regioni del Centro Nord e del C.R.E.A., il Consiglio nazionale per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.
“Le foreste hanno un ruolo fondamentale nel contrasto ai cambiamenti climatici fornendo servizi ecosistemici primari come la regolazione dell’acqua e dell’aria e mettendo a disposizione legno e altri prodotti- commenta Barbara Lori, assessora a Forestazione, parchi, programmazione territoriale e paesaggistica -. Come Regione riteniamo necessario sostenere un processo che coinvolga tutte le componenti della società, a partire dalle imprese, dai cittadini e dalle istituzioni. L’obiettivo è quello di alimentare un circuito virtuoso condiviso attraverso innovazioni, nuove forme di investimenti e nuovi sistemi di monitoraggio. Un percorso che deve agevolare la mobilitazione di risorse private in cooperazione con la finanza pubblica, consentendo di affrontare la transizione ambientale in modo sostenibile e strategico”.
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Nuove tecniche di gestione per la filiera del legno in Emilia Romagna
Emilia Romagna, crescono investimenti per le imprese agroalimentari
BOLOGNA (ITALPRESS) – Crescono gli investimenti per le imprese agricole e agroalimentari della Regione Emilia Romagna ed entra nel vivo il nuovo Sviluppo Rurale 2023-2027 per un’agricoltura che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale, con un’attenzione particolare al sostegno al reddito, alla ricerca e all’innovazione tecnologica. Il punto sul nuovo Psr 2023-27, le priorità e le linee d’intervento sarà al centro di una serie di incontri che toccheranno tutte le province dell’Emilia-Romagna. Prima tappa oggi a Parma con l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi. Erano presenti, tra gli altri, Andrea Massari, presidente della Provincia e il direttore generale Agricoltura della Regione Valtiero Mazzotti. “Prosegue l’impegno a favore di un settore fondamentale per l’economia regionale e il Made in Italy, grazie a prodotti unici al mondo- ha detto nel suo intervento l’assessore Mammi-. Dobbiamo accompagnare le imprese per sostenere la competitività, il reddito e l’innovazione”. “Passa da qui la strada per nuova agricoltura- ha spiegato Mammi- attraverso investimenti in innovazione e ricerca per le imprese agricole e agroalimentari, per garantire qualità delle produzioni, competitività e sostenibilità ambientale, economica e sociale. La Regione è già partita con i bandi della nuova programmazione, e con l’importante riallocazione di risorse per scorrere le graduatorie su bandi per il contrasto delle emissioni di ammoniaca e la filiera del latte”. “E’ un onore per la Provincia di Parma ospitare la prima presentazione del nuovo Psr – ha dichiarato il presidente della Provincia di Parma Andrea Massari – Si tratta di risorse importantissime a favore dell’agricoltura, della qualità del prodotto, del lavoro e dell’ambiente, che per Parma vogliono dire moltissimo. Parma vive dei tesori prodotti dalla sua terra, trasformati da una manifattura sapiente. Speriamo che il nostro territorio sappia cogliere appieno questa opportunità”. Complessivamente ammontano a 913,2 milioni di euro i fondi per lo sviluppo rurale da qui al 2027, cifra che piazza la regione al primo posto per valore delle risorse ottenute fra le Regioni del Centro-Nord: il 40% dall’Europa, quasi 372 milioni, e il restante 60% fra finanziamento statale (379 milioni) e regionale (162,5 milioni). Si tratta di oltre 132 milioni di euro in più rispetto alla programmazione europea 2014-20, considerati nel nuovo settennato 2021-27 anche i due anni del Psr di transizione 2021 e 2022. Un risultato reso possibile, oltre che dal superamento del criterio dei parametri storici di riparto, dalla maggiore quantità di fondi europei ottenuta proprio nel biennio di transizione e dal maggiore cofinanziamento sia statale che regionale per il 2023-2027. In dettaglio, 286 milioni andranno per sostegno al reddito e competitività, 404 milioni per ambiente e clima, 150 milioni per lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali e 51 milioni su conoscenza e innovazione. Nel corso del 2023 saranno pubblicati i nuovi bandi, per un valore complessivo di 148,3 milioni di euro. Gli obiettivi della nuova programmazione sono prima di tutto il sostegno della crescita occupazionale, del reddito e della competitività, poi le garanzie di dignità e sicurezza dei lavoratori e il ricambio generazionale. L’altro pilastro è la qualità ambientale, il sostegno al biologico e la salvaguardia della biodiversità. Terzo elemento fondamentale: la digitalizzazione, l’innovazione, la ricerca e l’attrattività dei territori più marginali.(ITALPRESS).
Photo Credits: ufficio stampa Regione Emilia Romagna
Si arricchisce l’offerta abitativa per gli studenti fuori sede
BOLOGNA (ITALPRESS) – Uno studentato nuovo da 55 posti letto che sorge a ridosso delle mura cittadine di Bologna, in via San Donato 50/4 e 50/5; una seconda residenza situata in via Barontini 17, a brevissima distanza dalla prima, per dare accoglienza ad altri 30 studentesse e studenti. Si allarga l’offerta abitativa messa a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna tramite ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, a favore di studenti e studentesse fuori sede che frequentano i corsi dell’Alma Mater, così come dell’Accademia delle Belle Arti e del Conservatorio Musicale Martini. Nel capoluogo regionale hanno aperto le porte due nuove residenze universitarie, per un totale di 85 posti letto assegnati a studenti meritevoli e in condizioni economiche disagiate inseriti nelle graduatorie. Le due strutture sono state prese in locazione da ER.GO per un investimento complessivo di 4 milioni 700 mila euro, di cui 2 milioni 650 mila di cofinanziamento statale legati al bando del Ministero dell’Università e della Ricerca per l’ampliamento della disponibilità di alloggi destinati a studenti universitari, nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
“Si rafforza l’impegno della Regione per garantire a tutti il diritto allo studio, con priorità agli studenti e alle studentesse meritevoli e in condizioni di bisogno – sottolinea l’assessora regionale all’Università, Paola Salomoni-. Per l’anno accademico 2022-2023 abbiamo investito la cifra record di 135 milioni di euro, il 30% in più rispetto all’anno precedente, per coprire integralmente l’aumentato fabbisogno finanziario per le borse di studio, ampliando la platea dei beneficiari e innalzando l’importo unitario della borsa. A fronte di una sempre maggiore attrattività dei nostri Atenei- chiude Salomoni – è necessario far fronte con tutti gli strumenti possibili alla crescente domanda di alloggi: l’investimento della Regione per potenziare l’offerta abitativa, tra progetti candidati e in via realizzazione, è di oltre 16,6 milioni di euro”.
Le due residenze universitarie sono situate in una zona appena fuori dalla cerchia dei viali di circonvallazione che dista solo una decina di minuti a piedi dal cuore della cittadella universitaria, e sono entrate nella disponibilità di ER.GO sulla base di contratti di affitto di durata decennale. La struttura che sorge in via San Donato, con elevato standard qualitativo anche sotto il profilo della sostenibilità energetica, progettata dal Gruppo DoveVivo, società esperta di student housing, è stata consegnata ad ER.GO completamente arredata: può contare 8 appartamenti con camere singole, bagno e cucina. La proprietà dell’immobile è di Invimit SGR Spa, società interamente controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze.
Anche la residenza universitaria di via Barontini, di proprietà di Acer, è stata acquisita in affitto da ER.GO sulla base di una convenzione di durata decennale, prorogabile per altri quattro anni. L’edificio dispone di 14 appartamenti da 2 o 3 posti letto con bagno e angolo cottura, per un totale di 30 posti disponibili. ER.GO ha provveduto alla fornitura e all’allestimento degli arredi per garantire la piena funzionalità degli appartamenti.
Con queste ultime due operazioni immobiliari sono esattamente 3.723 i posti letto per studenti universitari fuori sede gestiti da ER.GO in tutta l’Emilia-Romagna, di cui 1.758 a Bologna. In particolare in questo anno accademico il capoluogo felsineo si è arricchito di 159 posti: 85 delle due nuove residenze, che si sommano ai 72 della residenza universitaria di via del Carpentiere 58-60, presa in affitto dalla Fondazione CEUR, e ad altri 2 posti in monolocali Acer in via Gandusio 6, acquisiti lo scorso ottobre. Sempre lo scorso autunno in pieno centro storico a Ravenna è stata inaugurata la residenza Santa Teresa, la prima in assoluto nella città romagnola, dotata di 25 posti letto resi disponibili grazie alla convenzione stipulata con la Fondazione Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù. Operazioni, queste ultime, rese possibili grazie anche ad un cofinanziamento ministeriale di 1,3 milioni di euro.
foto: ufficio stampa Regione Emilia-Romagna
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Fiere, verso una cabina di regia unica per gli eventi dell’agroalimentare italiano
PARMA (ITALPRESS) – Lo sviluppo di Fiera di Parma, in particolare di Cibus (“una fiera unica al mondo”), passa anche attraverso l’accordo con Fiera Milano. Le prospettive di internazionalizzazione e di business dell’accordo Cibus&Tuttofood sono stati illustrati in commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini.
A esporre il progetto industriale e il nuovo assetto azionario di Fiere di Parma sono stati il presidente Gino Gandolfi e l’amministratore delegato Antonio Cellie. La Fiera Ducale coordinerà le due principali fiere agroalimentari che si svolgono in Italia rimarcando il posizionamento specifico e il livello di internazionalizzazione di entrambe.
In particolare, Cibus consoliderà e svilupperà il ruolo di “Bandiera del Made in Italy alimentare” con un focus sulle eccellenze, sui territori e sui prodotti DOP e IGP che da 10 anni stanno guidando le nostre esportazioni mentre Tuttofood verrà proiettato in uno scenario competitivo globale assimilabile alle manifestazioni delle grandi capitali europee.
Fiera Milano diventerà a sua volta azionista di Fiere di Parma con una quota di minoranza qualificata entrando nel patto fra soci privati con Credit Agricole e Unione Parmense degli Industriali.
I vertici di Fiere Parma hanno spiegato che “alla base dell’operazione c’è un chiaro disegno industriale che specializza due manifestazioni nell’interesse di Parma, e quindi del sistema Fieristico Regionale, ma anche del Paese, perchè ambisce, grazie all’azione combinata con Tuttofood, a portare in Italia ad esporre le aziende estere che attualmente prediligono altre piazze in Europa e nel mondo e quindi diventare sempre più attrattivi per i grandi buyers internazionali”.
Sul piano economico i benefici attesi sono diversi: Cibus da biennale diventerà annuale, operazione che consentirà la distribuzione di un dividendo straordinario per i soci di 2 milioni di Euro; i ricavi di Fiere di Parma potranno continuare a crescere a doppia cifra anche nei prossimi anni; l’alleanza con Milano potrà premettere altre nuove iniziative che potranno implementare il calendario di Fiere di Parma; i flussi di cassa incrementali potranno essere utilizzati per realizzare oltre 20 milioni di investimenti nel quartiere.
In sostanza dai 15 milioni di fatturato di 13 anni fa, ovvero all’inizio del nuovo ciclo della gestione condivisa tra soci pubblici e privati, il fatturato di Fiere di Parma potrebbe arrivare a quasi 60 nel 2026 dagli attuali 40, mantenendo l’attuale livello di EBITDA di oltre il 20% con il conseguente aumento del valore della società.
Tutti gli azionisti attuali e futuri – ovvero Fiera Milano – hanno condiviso un disegno organico partito ad Expo 2015: fare dell’Italia – anche a livello fieristico – il driver mondiale per un agroalimentare sempre più di qualità e sostenibile.
Il consigliere Matteo Daffadà del Partito democratico, “sapendo come il percorso sia stato lungo e abbia coinvolto anche gli attori pubblici”, ha auspicato “il miglioramento economico e di attrattività di Fiere Parma. Si percepisce – ha sottolineato – la capacità di andare all’assalto delle maggiori fiere europee. Si tratta di una sfida accattivante”.
I vertici di Fiere di Parma hanno ricordato come “grazie anche al gruppo di lavoro coordinato dalla Regione si sia completata una riforma statutaria in gradi di garantire una governance efficiente ma equilibrata della società che sarà discussa il 6 marzo in Consiglio comunale e che successivamente sarà valutata dall’Assemblea dei soci il 7 marzo”.
“Il perimetro in cui si colloca questa operazione va nella direzione di una sempre più evidente internazionalizzazione che devono avere le Fiere”. Ha esordito così Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali. “L’accordo – ha continuato – evita i rischi di una competizione tra Cibus e Tuttofood, perchè gli interlocutori più grandi non sono qui, sono a Colonia e Parigi. E’ con loro che si apre una nuova sfida. Qui nasce un grande soggetto di governance industriale e di capacità di tenere relazioni internazionali”.
L’assessore Colla ha poi sottolineato l’importanza di tre condizioni presenti nello statuto: Cibus non si sposta da Parma; non si possono deliberare operazioni straordinarie e nuovi assetti azionari se non si ha l’85% delle azioni; investimenti, grazie ai flussi di cassa previsti nel piano industriale che verrà approvato, che garantiscano che la Fiera progredisca anche da un punto di vista strutturale (parcheggi per un investimento di 9,5 milioni di euro, magazzini e uffici per 10 milioni, digitalizzazione per un milione). “Penso che questo progetto debba anche stimolare la visione di Parma nel futuro, rafforzando asset strategici come, ad esempio, l’aeroporto”, ha affermato l’assessore.
Innovativo, secondo il titolare dello Sviluppo economico, è “il patto di sindacato fra soggetti pubblici: è la prima volta. I soci pubblici (Comune, Provincia, Regione, Camera di Commercio) hanno definito che nessuno può vendere le proprie azioni, ma solo darle a un socio pubblico e tutti sono vincolati a rispettare lo statuto”.
Colla ha ricordato come ci fossero timori su questa operazione (“non dimentichiamo che il 50% di Cibus è di Federalimentare”), ma “oggi questa operazione garantisce tutti. Fiera Milano è controllata da una Fondazione, la cui maggioranza è di Regione Lombardia. Noi non abbiamo guardato al mix politico ma a cosa vogliamo per il futuro del territorio di Parma e della nostra Regione. Ci sono le condizioni per condividere, con un partner di grande qualità come Fiera Milano, attrattività di nuove fiere ed economie di scala indispensabili. Il 6 marzo – ha concluso Colla – si dovrebbe tenere il Consiglio comunale di Parma e subito dopo l’Assemblea dei soci, per consegnare poi tutte le decisioni assunte alla valutazione del CdA della Fiera di Milano”.
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Agricoltura, ricerca e innovazione a difesa delle ciliegie di Vignola
BOLOGNA (ITALPRESS) – Ha già ottenuto buoni risultati il progetto di ricerca che entra oggi nel suo terzo anno e riguarda una delle eccellenze Igp dell’Emilia-Romagna: la ciliegia di Vignola.
Attraverso l’installazione di appositi sistemi è in grado di proteggere le piante da parassiti, primo fra tutti il moscerino asiatico (Drosophila suzukii), e da fisiopatie quali le ‘spaccaturè dovute alla pioggia (cracking).
Due calamità che, sommate agli effetti del cambiamento climatico e alla riduzione di disponibilità di molecole per la difesa delle colture, stanno creando da tempo non poche difficoltà al settore con danni alle produzioni e al reddito degli imprenditori agricoli. Grazie quindi a un progetto finanziato e sostenuto dalla Regione insieme al Comune di Vignola, coordinato dal Settore Fitosanitario regionale e dal Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, in partnership con il Consorzio della ciliegia della susina e della frutta tipica di Vignola e l’Università di Bologna, sono stati installati in un’area sperimentale del Comune di Vignola sistemi monoblocco e monofila con l’obiettivo di raccogliere dati sull’adattabilità e l’efficienza dei sistemi stessi per poterli poi replicare ed estendere. Le opportunità offerte dalla sperimentazione sono diverse: dalla verifica del controllo di parassiti – moscerino asiatico, mosca del ciliegio, oltre ai danni da uccelli – al controllo dei danni da cracking, all’analisi dei principali parametri microclimatici – temperatura, umidità relativa, precipitazioni – alla verifica dell’adattabilità delle nuove varietà in prova a questi sistemi di protezione con analisi qualitative e calibri.
I dati di questo secondo anno di attività sono promettenti: si è ottenuta buona protezione dai principali insetti nocivi (D.suzukii e mosca del ciliegio); impermeabilità dalle precipitazioni e buon controllo del cracking. E’ stato possibile svolgere le operazioni colturali all’interno (impianti monoblocco) senza la costante apertura/chiusura; delle reti grazie alla presenza dei corridoi e precamera di ingresso. Gli interventi fitosanitari sono stati drasticamente ridotti, realizzata la protezione da grandine e uccelli e il sistema si è confermato idoneo per qualunque forma di allevamento e portinnesto comprese quelle in volume.
I risultati dei primi due anni di sperimentazione sono stati presentati stamattina a Vignola alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, della sindaca di Vignola Emilia Muratori, del presidente del Consorzio della Ciliegia, della Susina e della Frutta tipica di Vignola Andrea Bernardi, e del direttore del Consorzio fitosanitario di Modena Luca Casoli.
“Un progetto che ha una ricaduta positiva per l’agricoltura e l’economia del comprensorio- afferma l’assessore Mammi- e che sta già dimostrando la sua efficacia a difesa di una coltura che è tra le eccellenze Dop e Igp dell’Emilia-Romagna e per dare strumenti validi ai nostri agricoltori a difesa del loro lavoro”.
“Ricerca e innovazione- prosegue Mammi- sono fondamentali per la nostra agricoltura perchè solo attraverso la sperimentazione e l’uso intelligente delle nuove tecnologie possiamo aumentare la competitività delle nostre imprese, garantire produzioni sempre più sostenibili e vincere la sfida imposta dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Continueremo a sostenere la collaborazione con il Consorzio della Ciliegia Igp di Vignola e con il Comune di Vignola per valorizzare quel prodotto straordinario che sono le nostre ciliegie”.
“Apprezziamo l’attenzione che la Regione riserva al costante impegno di sperimentazione che il Consorzio della Ciliegia e il Consorzio fitosanitario stanno portando avanti nel campo che abbiamo messo a loro disposizione- è il commento della sindaca Muratori-, in un’area vocata all’agricoltura di qualità. In questi anni, gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con avversità atmosferiche sempre più estreme e con l’attacco di nuove specie di insetti dannosi per le colture. I risultati che si stanno raccogliendo nel campo sperimentale hanno l’obiettivo di fornire ai nostri agricoltori nuovi ed efficaci strumenti di difesa delle nostre colture di pregio”.
“Dopo due anni di prove sperimentali- ha annunciato il presidente del Consorzio Andrea Bernardi- presentiamo con soddisfazione i primi risultati dell’attività svolta in collaborazione con il Consorzio Fitosanitario di Modena e il Settore Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna. Si apre per i produttori di ciliegie del nostro comprensorio una fase nella quale possiamo guardare con maggiore fiducia alla lotta alla Drosophila, al cracking, e finalmente alla possibilità concreta di coltivare i nostri ceraseti in modo realmente sostenibile. Credo si tratti di ottimi risultati che il Consorzio della Ciliegia IGP di Vignola continuerà a sostenere e a perseguire con convinzione”.
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A Castel di Casio lavori lungo 700 metri di asta fluviale del Reno
BOLOGNA (ITALPRESS) – Ridare spazio al fiume Reno per aumentare la sicurezza del corso d’acqua a Bocca Nord, località del comune di Castel di Casio (Bo).
Si è conclusa nei giorni scorsi la prima parte dei lavori, finanziati dalla Regione con 140mila euro, che ha riguardato un tratto di circa 700 metri di asta fluviale: qui si è intervenuti per aumentare la sezione di deflusso e riconnettere porzioni di alveo ormai abbandonate dal fiume.
“Le opere appena terminate riguardano una fascia del letto del Reno che progressivamente stava restando esclusa dall’attività del corso d’acqua- spiega Irene Priolo, vicepresidente con delega alla Difesa del suolo e Protezione civile-. Ultimato questo primo intervento, ora guardiamo già al prossimo passo: un nuovo cantiere è pronto a partire in tempi brevi con nuove azioni per prevenire le erosioni delle sponde, allargare l’alveo e favorire la biodiversità”.
Il prossimo intervento, dal valore di 100mila euro, farà salire complessivamente a 240mila le risorse stanziate per questo tratto del fiume. Tra le attività previste, la rinaturalizzazione e la riqualificazione morfologica dei canali dell’alveo, oltre alla realizzazione di una scogliera in massi a protezione della sponda sotto la Strada comunale 125.
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Sanità, la Regione mette in campo un piano da oltre 46 milioni di euro
BOLOGNA (ITALPRESS) – Ristrutturazione e adeguamento di Pronto soccorso ospedalieri; realizzazione di nuovi laboratori specialistici e reparti riabilitativi; potenziamento della banca regionale dei gameti. E, ancora, interventi per garantire l’efficientamento energetico e la sostenibilità ambientale. Oltre 46 milioni di euro (si tratta di 46 milioni e 300mila) per nuovi investimenti di edilizia sanitaria, riqualificazione e ammodernamento di strutture e servizi in tutta l’Emilia-Romagna, grazie ad un vasto programma di interventi definito dalla Regione, che in questi giorni ha avuto il via libera dalla Giunta. Due i canali di intervento, per 17 progetti complessivi: edilizia sanitaria, a cui vengono destinati 17 milioni per 7 interventi, e sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico, con 29,3 milioni per 10 interventi. Progetti finanziati dal ministero della Salute con le risorse del ‘Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paesè e individuati dalla Regione sulla base della ricognizione dei fabbisogni delle Aziende sanitarie territoriali, nell’ambito dei Piani di investimento 2022-2024.
Obiettivi, modalità di realizzazione dei progetti e ripartizione dei fondi sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa in Regione dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. “Continuiamo a rafforzare e riqualificare le strutture sanitarie dell’Emilia-Romagna, guardando sempre più alla sostenibilità ambientale ed energetica: una esigenza a cui anche l’edilizia sanitaria è chiamata a dare risposta. Nel contempo, prosegue il nostro impegno per la realizzazione dei nuovi ospedali di Piacenza, Carpi e Cesena – ha sottolineato Donini-. Questi interventi coniugano il miglioramento dell’assistenza e dei servizi ai pazienti con un rinnovato impegno verso l’efficientamento energetico, che mai come in questo momento storico si rende necessario. La Regione- ha aggiunto l’assessore- prosegue nel proprio impegno per garantire, al meglio, la sanità pubblica”.
A Parma sono destinati complessivamente quasi 9 milioni e 990mila euro; a Reggio Emilia 8,5 milioni; a Modena 5 milioni e 550 mila euro; a Bologna 11 milioni e 950mila euro; a Imola 3 milioni di euro; a Ferrara 1 milione e 814mila euro; in Romagna (Ravenna, Forlì e Faenza) 5 milioni e 500mila euro. Occorre ricordare la decisione già presa di procedere con la realizzazione di due nuovi ospedali, a Piacenza e Cesena. I progetti di edilizia sanitaria che saranno finanziati riguardano in particolare 7 interventi. Nell’ospedale di Borgo Val di Taro (Pr) saranno effettuati lavori di adeguamento sismico del corpo di fabbrica 3, per 6.489.897 euro destinati all’Ausl di Parma. Nell’ospedale di Sassuolo (Mo), che fa capo all’Ausl di Modena, saranno eseguiti lavori di ammodernamento del Pronto soccorso, per 1,2 milioni euro. Quattro gli investimenti in programma a Bologna. Due fanno capo all’Ausl del capoluogo emiliano e riguardano rispettivamente la realizzazione di un Open space per codici verdi e bianchi presso l’ospedale Maggiore e l’avvio di un day service riabilitativo e di laboratori di neuroscienze (1° stralcio), all’interno del Padiglione A dell’ospedale Bellaria.
Le risorse assegnate ammontano rispettivamente a 1,35 milioni di euro e a 2 milioni e 50 mila euro.
L’intervento all’ospedale Bellaria è relativo a un primo stralcio, potrà contare su ulteriori 500 mila euro di fondi aziendali, portando quindi il totale dell’intervento a 2 milioni e 550mila. Gli altri due progetti su Bologna riguardano il potenziamento della banca regionale dei gameti al padiglione 29 dell’Irccs Policlinico S.Orsola, grazie ad un finanziamento di 700 mila euro, e la rifunzionalizzazione del piano di copertura dell’edificio monoblocco presso l’Istituto ortopedico Rizzoli, per 2,2 milioni. Infine, nell’ospedale di Imola (Bo), sarà realizzata una nuova camera mortuaria, con una spesa di 3 milioni di euro.Sono 10 i progetti di efficientamento energetico e sostenibilità ambientale previsti. All’interno del corpo H dell’ospedale di Fidenza (Pr) saranno sostituiti tre gruppi frigoriferi, con un costo di 700 mila euro destinati all’Ausl di Parma. All’Ospedale Maggiore di Parma, grazie al finanziamento di 2,8 milioni di euro, saranno sostituiti tutti i serramenti esterni dei padiglioni Rasori e Maternità. A Reggio Emilia sono due gli interventi in previsione all’Arcispedale S. Maria Nuova: la riqualificazione energetica dei corpi storici A, B e C (1,5 milioni) e l’installazione di un nuovo impianto di trigenerazione (7 milioni). In totale sono 8,5 milioni di euro destinati all’Ausl
Nel modenese nuovi impianti di trigenerazione saranno installati nell’ ospedale di Mirandola e nella Casa della Comunità di Castelfranco Emilia. L’investimento complessivo per l’Ausl è di 4,35 milioni di euro. A Bologna, nelle aree all’aperto del Policlinico Sant’Orsola, con un finanziamento di 2,15 milioni saranno realizzate isole ecologiche e sistemi innovativi per la raccolta dei rifiuti. Sempre a Bologna, all’Istituto Ortopedico Rizzoli, saranno eseguiti lavori finalizzati al risparmio energetico del costo di 3,5 milioni di euro. A Ferrara sono in cantiere diversi progetti di efficientamento energetico in alcune strutture sanitarie dell’Ausl estense, per un totale di 1 milione e 50 mila euro, oltre ad un analogo intervento da 764.327 euro sul fabbricato 12 dell’ex ospedale S.Anna. Infine, presso i presidi ospedalieri di Ravenna, Forlì e Faenza dell’Ausl Romagna saranno avviati i lavori di ammodernamento degli impianti di trigenerazione, con un finanziamento complessivo di 5,5 milioni di euro.
foto: ufficio stampa Regione Emilia-Romagna
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Vertenza Fox Bompani nel ferrarese, entro due settimane tavolo di crisi al Ministero
BOLOGNA (ITALPRESS) – “Chiederemo che entro un paio di settimane sia convocato formalmente un incontro al tavolo di crisi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per definire le prospettive future di Fox Bompani e dei suoi lavoratori”. È questo l’impegno dell’assessore regionale dell’Emilia Romagna allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, emerso dall’incontro di aggiornamento sulla crisi dell’azienda di Ostellato (Fe) convocato a Bologna in viale Aldo Moro alla presenza di Gianni Michele Padovani, presidente Provincia di Ferrara, dei sindaci di Ostellato e Fiscaglia, Elena Rossi e Fabio Tosi, dei rappresentanti di Fiom Cgil e Fim Cisl di Ferrara e delle Rsu.
A fronte delle preoccupazioni espresse dalle Istituzioni, l’assessore ha assicurato che la Regione sta seguendo l’evoluzione delle procedure di rifinanziamento in corso. “Speriamo vadano a buon fine”, ha aggiunto Colla, che a breve convocherà in Regione le banche per individuare una soluzione ponte sull’erogazione della cassa integrazione.
“Solleciteremo l’Inps affinché il pagamento della cassa integrazione sia più celere possibile, ma nel frattempo valutiamo anche la disponibilità degli istituti di credito locali ad anticipare il pagamento. Siamo vicini ai lavoratori e alle loro famiglie, che si trovano di fronte a una situazione di grande difficoltà – ha concluso l’assessore. – Ringrazio le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali per come si stanno adoperando per lavorare tutti insieme ad un rilancio industriale e occupazionale in un territorio già socialmente fragile”.
-foto ufficio stampa Regione Emilia Romagna –
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