BOLOGNA (ITALPRESS) – Doppia forte scossa di terremoto nel Reggiano, una alle 19.55 di magnitudo 4 con epicentro a Bagnolo in Piano e un’altra alle 21 sempre nel reggiano, epicentro a Correggio, con magnitudo 4.3. Non si registrano danni a persone o cose. “Continuano a non segnalarsi danni -scrive su facebook il governatore emiliano Stefano Bonaccini – anche se numerosi cittadini sono scesi in strada. Da subito è stato aperto il Centro operativo regionale (COR) della Protezione civile a Bologna e sono attivati quello di Modena, a Marzaglia, e di Reggio Emilia. La Protezione civile è al lavoro per le verifiche, insieme a Vigili del fuoco e Forze dell’Ordine. Insieme ai Prefetti delle province interessate.
Io sono al Centro operativo di Marzaglia, a Modena, per un più efficace contatto con i sindaci e gli amministratori locali, mentre gli assessori Priolo e Mammi sono presso i centri operativi di Bologna e Reggio Emilia. Il sistema regionale è allertato, vicino alle comunità locali. E in stretto contatto con Fabrizio Curcio alla Protezione Civile nazionale”.
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Scosse di terremoto nel Reggiano, non risultano danni
Giovani, presentato Decalogo Youz che E.Romagna si impegna a realizzare
BOLOGNA (ITALPRESS) – Mobilità sostenibile, transizione ecologica, nuovi lavori, startup innovative, cultura, spazi giovanili, volontariato e diritti. Ma anche supporto psicologico, per far fronte in modo strutturato a bisogni e disagi che la pandemia non ha fatto altro che acuire. Il futuro lo scrivono i giovani, che disegnano l’Emilia-Romagna di domani partendo da un presente che già ora richiede interventi da attuare o da mettere in cantiere. A partire da dieci loro proposte, che la Regione si impegna a realizzare attraverso il lavoro trasversale degli assessorati coinvolti: idee emerse da ‘YOUZ’, il Forum regionale giovani, percorso di ascolto che da giugno a novembre ha coinvolto in 11 tappe – da Piacenza a Rimini – oltre 2mila ragazze e ragazzi emiliano-romagnoli under 35. Un viaggio da che ha fatto luce su tante proposte dal basso, che trovano ora una prima sintesi nel decalogo YOUZ approvato dalla Giunta regionale. Dieci proposte selezionate in quattro aree d’azione: supporto psicologico, competenze, cultura e creatività, transizione ecologica (green).
Oltre a fondi, quasi 2 milioni di euro, per il finanziamento di progetti delle singole realtà giovanili, anch’essi decisi da loro direttamente. Anche qui, linee di intervento condivise col Forum YOUZ. Tre, in questo caso, le azioni previste: bandi per spazi che promuovano il loro protagonismo e la loro autonomia; iniziative dei ragazzi su ambiente, cultura, LGBTIQ, aggregazione, inclusione, lavoro, sport, autoimprenditorialità, digitale; e azioni di collaborazione che coinvolgano la Rete Informagiovani e i Centri per l’impiego, con l’obiettivo di ridurre la quota di NEET, i giovani che non lavorano nè studiano.
Non solo, perchè anche tante altre suggestioni nate dal percorso partecipato saranno utilizzate dalla Giunta per la redazione delle nuove Linee Guida regionali per le politiche giovanili.
Ad illustrare il decalogo Youz, oggi in videoconferenza stampa, sono stati il presidente Stefano Bonaccini e la vicepresidente con delega alle Politiche giovanili, Elly Schlein. “Veniamo da due anni di forte compressione degli spazi di socialità, in particolare a danno dei giovani- affermano Bonaccini e Schlein-. Abbiamo voluto, quindi, che fossero proprio loro i protagonisti di una fase nuova, nella quale costruire un presente e un futuro diversi. Per questo, già a metà 2021 aprimmo YOUZ, uno spazio loro, nel quale siamo entrati per ascoltare e confrontarci.
Da loro sono arrivate idee che ci siamo impegnati a far diventare realtà, in alcuni casi proseguendo lungo strade già aperte, se pensiamo al trasporto pubblico locale gratuito per gli studenti fino a 19 anni, da estendere agli universitari, e al supporto psicologico, da potenziare nei territori e nelle scuole. Un vero ribaltamento di paradigma: non siamo noi a dettare dall’alto le politiche giovanili, ma gli stessi giovani a fare proposte e presentare progetti, sulla base di necessità, esigenze e bisogni a cui noi diamo risposta”.
“E questo decalogo- aggiungono- tiene appunto conto di un aspetto fondamentale, quello del sostegno psicologico, sempre più necessario per arginare le conseguenze della pandemia: i giovani stanno scontando un problema vero, che intendiamo affrontare con un’azione di sistema. Apriamo davvero una fase di ricostruzione che deve essere partecipata, con ragazze e ragazzi protagonisti attivi”.
Le risorse già disponibili per la fase di avvio di YOUZ beneficeranno di ulteriori fondi, rientrando nell’ambito della progettazione relativa a Next Generation Eu, Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), Fondi strutturali e piani integrati regionali: Patto per il Lavoro e per il Clima, Programma di mandato, Strategia Regionale per lo Sviluppo sostenibile Agenda 2030.
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Università, in Emilia Romagna si arricchisce offerta con 20 nuovi corsi
BOLOGNA (ITALPRESS) – Dal corso in Studi europei in collaborazione con Belgio, Spagna e Polonia a quello sulle materie prime per l’agroalimentare nel cuore della Food Valley, dalla laurea in Salute e Sport a quella in Mercato energetico rinnovabile e finanza, tutta in inglese.
La Regione Emilia Romagna e le Università del territorio hanno scelto di rafforzare l’offerta di studio nella direzione della sostenibilità, della digitalizzazione e dell’internazionalizzazione, in piena sintonia anche con le priorità indicate dal Patto per il Lavoro e per il Clima, che ha tra i propri cardini come modello di sviluppo proprio la diffusione di saperi e competenze.
Il Co.Re.Co. dell’Emilia-Romagna (Comitato Regionale di Coordinamento delle Università), ha espresso all’unanimità il parere favorevole all’attivazione di 20 nuovi corsi di laurea a partire dall’anno accademico 2022-2023. Un primo, fondamentale passo a cui è seguito il via libera da parte dagli Organi Accademici di ogni Ateneo e che ora passa al parere di Cun (Consiglio universitario nazionale) e Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario), prima di arrivare al ministero dell’Università e della Ricerca.
Otto nuovi corsi saranno avviati dall’Università di Bologna, cinque dall’Università di Modena e Reggio Emilia, tre nuovi corsi a testa per Università di Parma e Università di Ferrara; infine, un nuovo corso partirà nella sede di Piacenza dell’Università Cattolica di Milano che propone l’attivazione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, già attivo presso le sedi di Milano e Brescia, per diventare insegnanti nelle scuole dell’infanzia e della primaria.
Sei corsi su venti (cinque a Bologna e uno a Parma) – quindi complessivamente un terzo – avranno lezioni ed esami in lingua inglese; per quanto riguarda la tipologia dei nuovi percorsi, la metà fa riferimento a lauree magistrali (10 su 20), in sette casi si tratta di lauree triennali mentre tre sono le nuove lauree professionalizzanti, suddivise tra gli atenei di Bologna, Ferrara e Parma; con quest’ultima che attiva la prima laurea professionalizzante in Professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali sulla Qualità e Approvvigionamento di Materie Prime per l’Agro-Alimentare (QuAM).
“Nella scelta di questi corsi di studio c’è l’Emilia-Romagna che vogliamo: attenta all’ambiente e alle nuove tecnologie, aperta all’Europa e al mondo- afferma l’assessore regionale all’Università, Paola Salomoni-. A partire dal Patto per il Lavoro e per il Clima con le Università abbiamo scelto di mettere la sostenibilità ambientale, la formazione, le competenze, le conoscenze al centro del percorso di crescita del nostro tessuto economico e dei nostri cittadini, specialmente di quelli più giovani. Con un’offerta formativa sempre più orientata ai nuovi bisogni del mercato del lavoro- aggiunge l’assessore- diamo un’impronta ancor più internazionale ai corsi di studio universitari, offrendo agli studenti stranieri maggiori possibilità di venire a studiare in Emilia-Romagna, e ai nostri ragazzi gli strumenti per confrontarsi in ambito globale”.
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Bologna si candida tra le 100 città Ue a zero emissioni entro il 2030
BOLOGNA (ITALPRESS) – La Commissione europea sostiene 100 città nella trasformazione verso la neutralità climatica da qui al 2030, facendone dei poli di sperimentazione e ‘modellì per tutte le altre. L’obiettivo di Bologna (la candidatura ufficiale parte oggi, ndr) è quello di rientrare proprio fra queste cento ‘fortunatè e portare così a termine uno dei progetti cardine della campagna elettorale: una città più ‘green’ in tutte le sue forme, che coinvolga le infrastrutture, i rifiuti, le industrie, gli impianti d’illuminazione e i trasporti, e dove i bolognesi respireranno e si muoveranno meglio. “Si tratta di un obiettivo molto ambizioso – dichiara il sindaco Matteo Lepore – perchè l’Europea ha posto il termine nel 2050 e noi lo vogliamo anticipare. Lo dobbiamo alle nuove generazioni, ai tanti ragazzi e ragazze delle nostre scuole che sono scesi nelle piazze prima ma anche durante la pandemia. Dobbiamo lavorare in particolare per ridurre le emissioni nocive dai nostri edifici che costituiscono circa il 70% di emissioni totali della Città metropolitana – aggiunge – Oggi vediamo il caro bollette: ebbene, questi rincari sono dovuti ai vari conflitti nel mondo e alla mancanza di combustibili fossili. Bologna fra otto anni vuole essere una città completamente ‘fossil freè e i 90 milioni di euro provenienti dal Governo per i nostri trasporti a idrogeno e elettrici vanno proprio in questa direzione”. Un percorso cittadino che coincide, anche a livello di tempistiche, con i fondi stanziati a livello europeo dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e su cui Lepore rassicura la fattibilità perchè “i piani sono già stati approvati per poter usufruire di tutte le risorse riguardanti la transizione ecologica, dal finanziamento al tram, al servizio ferroviario metropolitano fino alle nuove piste ciclabili”.
Una candidatura che ‘chiamà dunque a sè tutte le istituzioni locali e gli enti pubblici ma anche le rappresentanze economico-sociali per un obiettivo comune, che non sembra secondo l’assessora comunale ai Fondi europei, già all’interno della cabina di regia Pnrr, Anna Lisa Boni, “così irraggiungibile, anche se complicato” per una città che “vuole cambiare nel suo approccio alla mobilità sostenibile per rendere la vita dei cittadini e dei loro figli più sostenibile”. “Questo è un momento di particolare interesse sul tema – chiosa Boni – basti guardare al quadro regolamentare dell’ Unione Europea con il Green Deal e a un quadro finanziario propizio con il Pnrr e gli altri fondi europei. Questa candidatura è al centro delle priorità del nostro mandato – aggiunge Boni – ed è una cosa che avevamo già lanciato anche in campagna elettorale. Anche se non saremo selezionati e speriamo di no (la risposta definitiva sarà a marzo, ndr), andremo avanti comunque perchè abbiamo di fronte a noi una grandissima opportunità”.
Numerosi i principali ambiti di intervento, che, anche attraverso lo strumento delle cosiddette ‘assemblee cittadinè, si andranno via via ad aggiungere al progetto finale. Al primo posto il settore della mobilità e trasporti che prevede la decabornizzazione del Trasporto pubblico locale (Tpl) e il completamento del ‘Biciplan’; dopo l’efficientamento energetico con una riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica come anche degli edifici universitari; per poi passare all’illuminazione pubblica con un completamento della trasformazione dell’illuminazione a led in città per la creazione di una ‘smart city’; i rifiuti (soprattutto attraverso la partecipata Hera, ndr) attraverso la costruzione del cosiddetto impianto ‘Power to Gas’, l’installazione di un elettrolizzatore per la produzione di idrogeno ‘verdè e l’interconnessione di due sistemi energetici che alimenteranno la zona Fiera e Università e infine il progetto di produzione di energie rinnovabili e i cosiddetti progetti trasversali ‘bandierà come l’impronta verde o il gemello digitale in 3D di Bologna.
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A Bologna “Trust” per un fondo dell’arte contemporanea
BOLOGNA (ITALPRESS) – Bologna Fiere, Fondazione Cassa di risparmio di Bologna e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna insieme per Trust per l’Arte Contemporanea, primo esempio in Italia di un fondo dedicato all’arte con modalità di fundraising con i tre soggetti elencati come principali ‘disponentì ma comunque aperto anche a privati cittadini e enti pubblici. “Era giunta l’ora di portare in Italia un meccanismo di sostentamento della cultura tipico dell’estero, soprattutto dei musei anglosassoni – dice Annapaola Tonelli, membro del cda di Istituzione Bologna Musei – Trust è uno strumento giuridico che fa parte del progresso cittadino in ogni ambito, è un’applicazione pratica a beneficio della collettività”. E di collettività e bisogno di fare squadra perchè Bologna si trova ‘sotto i riflettorì per molti aspetti, parla il anche il primo cittadino, Matteo Lepore: “Oggi presentiamo le prime azioni di valorizzazione delle collezioni di MAMbo per far capire ai nostri concittadini che si può ripartire. In due anni di pandemia si temeva che gli studenti non sarebbero più venuti in città, invece abbiamo registrato un aumento degli iscritti – sottolinea Lepore – I pilastri fondamentali su cui deve investire Bologna per affrontare il periodo che abbiamo di fronte, un periodo anche entusiasmante se vogliamo, sono la cultura, l’arte e la scienza. Per essere all’altezza di questa aspettativa, la città deve quindi ritrovare la fiducia e la capacità di lavorare in squadra, e per il mondo dell’arte questo è fondamentale. Le azioni di valorizzazione del Trust prevedranno, in particolare, una nuova sezione nella collezione permanente dal titolo ‘Rilevamenti d’archivio. Le Settimane Internazionali della Performance e gli anni ’60 e ’70 a Bologna e in Emilia-Romagnà (curata da Uliana Zanetti) e le nuove opere degli artisti Lisetta Carmi, Luca Francesconi e Valentina Furian che entrano a far parte del patrimonio del museo.
“Siamo orgogliosi di essere fra i promotori di quest’iniziativa non comune a livello nazionale a sostegno dell’arte contemporanea – aggiunge Marco Momoli, in rappresentanza di Gianpiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere – Come organizzatori di Arte Fiera è stato naturale promuovere questo progetto che rafforza ulteriormente il ruolo di Bologna quale polo del contemporaneo”. Un’importante novità riguarda proprio la prossima edizione di Arte Fiera posticipata causa covid a maggio, in cui per la prima volta, come annuncia il direttore del MAMbo Lorenzo Balbi, “il museo avrà un proprio comitato per le acquisizioni (il Trust, ndr) che contribuirà con le proprie scelte all’arricchimento dell’offerta pubblica”. Trust è infatti, come aggiunge Giusella Finocchiaro, presidente di Fondazione del Monte, “uno strumento innovativo che riesce a catalizzare la propensione all’innovazione che è propria di Bologna, non solo nella cultura ma anche nell’arte e riesce a far confluire diverse istituzioni, enti e soggetti privati in un unico sistema”.
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468 scuole emiliane hanno già aderito alla biblioteca digitale “readER”
BOLOGNA (ITALPRESS) – In Emilia-Romagna 468 le scuole che hanno aderito a ‘readER’, la biblioteca digitale che consente a studenti, docenti, personale scolastico di accedere liberamente, 24 ore su 24, per sette giorni su sette, complessivamente a 70 mila libri (ebook) e 7 mila giornali, quotidiani e periodici di tutto il mondo oltre a 2 milioni di Open Educational Resources (OER), cioè materiali audio, immagini, video per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca rilasciati in pubblico dominio o con licenza aperta.
Un progetto unico nel Paese – finanziato dalla Regione e attivato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna – per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, statali e paritarie. I primi mesi dall’avvio del progetto (novembre 2021) hanno fatto registrare numeri importanti: oltre 171mila utenti singoli registrati dalle scuole hanno effettuato nella piattaforma quasi 29mila transazioni, di cui quasi 8mila prestiti di ebook. L’impatto sui numeri precedentemente registrati dal servizio di biblioteca digitale è esponenziale.
Anche a partire da questi dati la Regione ha iniziato una campagna di comunicazione (“Qui si legge!”) che già da questi giorni e nelle prossime settimane promuove readER sulla stampa, le testate web, i social network e con affissioni pubbliche, per coinvolgere più ragazze e ragazzi possibile, dando loro questa nuova opportunità di lettura. Campagna che rimanda a un portale dedicato dove si trovano tutte le informazioni per aderire.
“E’ in atto una rivoluzione, che mette al centro del sistema il lettore- afferma l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori- i giovani in particolare, che ben sapranno come profittare delle biblioteche digitali, di accesso più veloce, con una disponibilità di testi enormemente più larga. E’ come se il lettore avesse sulla propria scrivania, contemporaneamente, tutte le fonti, e potesse usarle contemporaneamente”.
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Fondi Ue, 2 mld per sviluppo sostenibile, lavoro e inclusione in Emilia
BOLOGNA (ITALPRESS) – Costruire un nuovo futuro. Con risorse per oltre 2 miliardi di euro, la Regione Emilia-Romagna inaugura la nuova programmazione dei Fondi europei per il 2021-2027: 780 milioni di euro in più rispetto ai sette anni precedenti.
L’Assemblea legislativa ha infatti approvato i Programmi regionali operativi Fesr (Fondo europeo sviluppo regionale) e Fse+ (Fondo sociale europeo) definiti dalla Giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini, su proposta del sottosegretario Davide Baruffi, dopo un confronto con gli Enti Locali e con il partenariato economico-sociale, a partire dai firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima.
Una progettazione trasversale a tutti gli assessorati con cui la Regione punta su trasformazione ecologica e digitale, inclusione sociale, piena parità di genere, protagonismo delle nuove generazioni e ricucitura delle disuguaglianze territoriali. Per entrambi i programmi la quota Ue è pari a 409.685.857 euro, a cui si aggiunge quella nazionale e regionale di 614.528.605 euro: dunque, 1.024.214.641 euro per ciascun fondo, per un totale di totale di 2.048.429.283 di euro.
Ancora una volta l’Emilia-Romagna fa da apripista per le regioni. Ora i Programmi saranno inviati alla Commissione europea, per l’approvazione già nei prossimi mesi.
“Siamo pronti. E siamo i primi tra le Regioni a completare la fase di programmazione, affidando alla Commissione europea una proposta altamente innovativa- afferma il presidente Bonaccini-. Abbiamo lavorato insieme agli enti locali, alle parti sociali e alla società regionale, con il contributo delle forze politiche in Assemblea legislativa, per un programma organico di azioni e misure che permetta all’Emilia-Romagna di uscire dalla pandemia più forte, innovativa e solidale. Ci muoveremo in maniera complementare e in sinergia con il PNRR per realizzare in tempi certi investimenti inediti per portata e impatto. L’Emilia-Romagna che abbiamo in mente ha al centro le persone e le comunità locali, il protagonismo dei giovani e delle donne, il lavoro e l’impresa di qualità, la sostenibilità per le future generazioni”.
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La Regione Emilia Romagna valorizza le case delle persone illustri
BOLOGNA (ITALPRESS) – C’è la casa di Ludovico Ariosto, a Ferrara, con la sua facciata sobria e austera, e la casa-museo, fantasiosa e colorata, di Tonino Guerra a Pennabilli, nell’alta Valmarecchia. C’è la dimora natale, ora museo multimediale, del maestro Giuseppe Verdi a Roncole Verdi, Busseto, in provincia di Parma, il Museo Casa Pascoli a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) e l’edificio, a Bologna, dove Giosuè Carducci abitò dal 1890 fino alla morte.
Poi, ancora, le case di Morandi, Fellini, Zavattini, Marconi. Un elenco davvero lungo, perchè sono più di 90 i luoghi in Emilia-Romagna (individuati sinora dal Servizio Patrimonio culturale della Regione, ma la legge completerà il censimento) che, in forme più o meno ibride, rappresentano case museo, studi e archivi di artisti, cineasti, collezionisti, letterati, musicisti, personaggi storici, scienziati e inventori vissuti prevalentemente tra l’Ottocento e il Duemila. Ed è proprio per far crescere e conoscere ancor più questo variegato patrimonio, dove la cultura ha forma di casa e i suoi illustri abitanti parlano ancora attraverso le stanze, gli oggetti e le opere conservate, che la Regione ha approvato una legge (d’iniziativa della Giunta) ad hoc. Il via libera oggi, in Assemblea legislativa.
“Consapevoli di questa ricchezza territoriale vasta e articolata- afferma Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura e Paesaggio- abbiamo tenuto conto del sapere, dell’esperienza e dei bisogni di chi concretamente tiene aperte queste dimore: a loro va un ringraziamento per avere partecipato con idee e suggerimenti al percorso comune che ha portato all’approvazione di questa legge di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio. I luoghi individuati preservano i segni del vivere e del lavorare di chi ha operato al loro interno, arricchendo la nostra possibilità di capirli a distanza di tempo e offrendo legami imprescindibili con i paesaggi culturali in cui sono immersi. Che si trovino nelle grandi città o nei piccoli paesi, questi luoghi ci regalano l’opportunità di un decentramento culturale che collega e valorizza, in un marchio di qualità comune, tutte le aree della nostra regione”.
Sul totale, quasi 30 di queste strutture sono a gestione pubblica; tutte le altre, qualora aperte e visitabili, sono gestite da privati (19), fondazioni (16), associazioni e realtà del Terzo settore (15). Una decina circa, al momento, non sono censibili per questioni di eredità.
Tutte conservano le tracce dei tanti “illustri” che hanno contribuito a fare la storia dell’Emilia-Romagna. Come il pittore Remo Brindisi, il cui soggiorno estivo – una moderna struttura immersa nel verde della pineta del Lido di Spina – è stata trasformata in casa-museo, con arredi di design. O il collezionista, musicologo e scrittore Luigi Magnani, la cui villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo, sede della Fondazione Magnani-Rocca, ne ospita la prestigiosa collezione d’opere d’arte. A Savignano sul Rubicone, nel Museo di Secondo Casadei, si possono ammirare strumenti musicali, spartiti, immagini e dischi d’epoca del re del liscio, mentre sull’Appennino bolognese svettano le fantasie architettoniche – dal neomedievale al neorinascimentale, dal moresco al Liberty – della celebre Rocchetta voluta dal conte Cesare Mattei.
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