BOLOGNA (ITALPRESS) – La pandemia continua a mettere a dura prova il settore turistico, in Emilia-Romagna e nel Paese. Così la Regione, con l’assessore al Turismo Andrea Corsini, chiede un rapido intervento al Governo.
“Purtroppo, oggi il settore turistico è quello più colpito, tra le attività economiche, dal perdurare della pandemia. Occorre- afferma l’assessore Corsini rivolto all’Esecutivo- una proroga retroattiva dal 1^ gennaio della Cassa integrazione guadagni per i lavoratori del settore. Inoltre, è necessaria anche la proroga al prossimo 31 dicembre della moratoria sui mutui bancari con la sospensione del pagamento delle rate”.
“Inoltre- prosegue- bisogna mettere in campo ulteriori ristori per gli alberghi per consentire il recupero almeno di una parte delle mancate entrate dei mesi di dicembre 2021 e gennaio 2022 alla luce delle cancellazioni e riduzioni di soggiorni e la sospensione di viaggi registrate soprattutto tra Natale, Capodanno ed Epifania”.
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Turismo, Regione Emilia Romagna chiede l’intervento del governo
Uno Bianca, Bologna si stringe ai familiari e vuole la verità
BOLOGNA (ITALPRESS) – “Dopo 31 anni l’eccidio del Pilastro resta una ferita ancora aperta per Bologna. I carabinieri Mauro Mitilini, Andrea Moneta, Otello Stefanini persero la vita, poco più che ragazzi, per mano dei killer della Uno Bianca. Li ricordiamo oggi con commozione. Bologna non dimentica”. Così il sindaco della città Matteo Lepore ha espresso sui social la sua vicinanza e solidarietà ai parenti delle vittime della Uno Bianca, banda criminale composta dai fratelli Savi che ha seminato il terrore tra Bologna, la Romagna e le Marche tra il 1987-1994. Furono anni molto bui, in cui i Savi riuscirono a portare a termine ben 103 azioni criminali, a ferirne 102 e a provocare la morte di 24 persone. Fra queste ventiquattro, ci sono appunto i tre giovani carabinieri Mitilini, Moneta e Stefanini.
La solidarietà arriva anche da viale Aldo Moro, dove il presidente dell’ Emilia-Romagna Stefano Bonaccini in uno dei suoi ultimi post ha scritto: “Si è trattato di un agguato vile e feroce che ha spezzato tre giovani vite. Siamo con l’Associazione dei familiari delle vittime e con la presidente Rosanna Zecchi, che continuano con coraggio a battersi per fare piena luce su una delle pagine più buie della storia del Paese e della nostra regione”.
L’esigenza di conoscenza e il bisogno di fare ‘piena lucè su quello che effettivamente è accaduto al Pilastro, oltre ai legami che ci sono fra quell’episodio e le dinamiche più profonde collegate alla Uno Bianca, non è mai venuto meno. Soprattutto da parte dei familiari delle vittime. Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione familiari delle vittime, si dice ancora “profondamente arrabbiata per una vicenda che toccato tutti i cittadini di Bologna ma anche dei dintorni”, mentre sull’esposto che a breve dovrebbe essere presentato dai familiari per far riaprire le indagini con sentenze già passate in giudicato, Zecchi dichiara di “non aver ancora scritto niente, perchè noi, gli associati, speriamo che rimangano in carcere perchè non si sono pentiti”. Solidarietà piena questa mattina è arrivata anche dall’Arma dei carabinieri e dal comandante della Legione E-R Davide Angrisani, che ha riferito di quanto “l’energia che ancora trasmettono i parenti delle vittime e il ricordo dei colleghi, siano un rinnovato motivo per andare avanti e per rendere onore e superare questa brutta pagina del passato”.
E proprio sull’esigenza di fare giustizia i familiari delle vittime della Uno Bianca tornano ad ‘alzare la vocè e a chiedere che si allarghi ancora di più lo spettro delle indagini su complici e mandanti. “Le sentenze sono passate in giudicato e le indagini sono complesse, ma ci possono essere elementi nuovi – ha detto Ludovico Mitilini, fratello di una delle vittime – Su questa strage posso dire, ad esempio, che i Savi avevano già il kerosene per incendiare l’autovettura e che quindi probabilmente si è trattato di un agguato premeditato. Noi cerchiamo la verità perchè le ombre non aleggiano solo su questa strage, ma anche su tante altre vicende della Uno bianca e per questo motivo presenteremo un esposto. Ne abbiamo diritto come parenti e come associazione”.
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Donini “Vicini alla zona gialla in Emilia Romagna”
BOLOGNA (ITALPRESS) – “I numeri sono alti e abbiamo buona ragione di ritenere che questa settimana aumenteranno ancora perchè la variante Omicron è molto più diffusiva. La zona gialla è un orizzonte molto vicino”. Ad annunciare la quasi certa entrata dell’Emilia-Romagna nella zona gialla a partire da lunedì prossimo è l’assessore regionale alla Salute Raffaele Donini, a margine di una conferenza stampa al policlinico Sant’Orsola di Bologna. “Al momento a livello regionale i cittadini che hanno la terza dose sono un milione e 400mila e attraverso questa riducono del 70% il rischio di contagio e del 90% quello di sviluppare una malattia grave. Il 72% delle persone che oggi occupano le terapie intensive sono persone non vaccinate”.
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Covid, in Emilia Romagna 9.090 nuovi casi e otto decessi
BOLOGNA (ITALPRESS) – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 558.263 casi di positività, 9.090 in più rispetto a ieri, su un totale di 17.490 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 51,9%, un valore non indicativo dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che nei giorni festivi è inferiore rispetto agli altri giorni e soprattutto i tamponi molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.
Sono 130 i pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna (+6 rispetto a ieri); l’età media è di 63 anni. Sul totale, 93 (quindi il 72%) non sono vaccinati (età media 61,3 anni), mentre 37 sono vaccinati con ciclo completo (età media 66,8 anni). Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.451 (+92 rispetto a ieri), età media 69 anni.
Rispetto ai 12.255 nuovi casi registrati ieri, la crescita dei contagi oggi registra un -25,8 (+20,5% ieri), mentre quella dei ricoverati nei reparti Covid un +6,8% e nelle terapie intensive un +4,8%, sempre rispetto a ieri.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 894 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 446.972. I casi attivi, cioè i malati effettivi, oggi sono 97.052 (+8.188). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 95.471 (+8.090), il 98,3% del totale dei casi attivi.
Si registrano otto decessi: uno in provincia di Reggio Emilia (1 uomo di 79 anni); tre in provincia di Bologna (1 uomo di 91 anni e 2 donne di 80 e 96 anni); due in provincia di Forlì-Cesena (2 donne di 78 e 95 anni); due in provincia di Rimini (2 uomini di 83 e 87 anni).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 1 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 10 a Parma (invariato); 13 a Reggio Emilia (+1); 15 a Modena (+1); 29 a Bologna (invariato); 9 a Imola (+1); 19 a Ferrara (+1); 15 a Ravenna (+3); 1 a Forlì (invariato); 3 a Cesena (-1); 15 a Rimini (invariato).
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Emilia-Romagna, medico di base anche agli italiani senza dimora
BOLOGNA (ITALPRESS) – Un medico di base per tutti, ma proprio tutti, a partire dalle persone che vivono ai margini, in situazioni di grande difficoltà, e che come e più di altri hanno bisogno di essere assistite e curate.
In Emilia-Romagna anche i cittadini e le cittadine italiane senza dimora, non residenti in Paesi diversi dall’Italia e privi di qualsiasi assistenza sanitaria potranno iscriversi all’anagrafe sanitaria per la scelta del medico di medicina generale e avere garantiti – come tutti – i cosiddetti Lea, i “livelli essenziali di assistenza”.
Con un provvedimento approvato dalla Giunta regionale viene dunque confermata l’idea di sanità che da sempre contraddistingue l’operato di questa Regione.
“Un diritto fondamentale, quello alla salute, che non può essere negato a nessuno e che un’istituzione ha il dovere di garantire a tutti- sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -.Questa è la sanità pubblica e universalistica che vogliamo e per cui ogni giorno lavoriamo, insieme ai territori. Una sanità che garantisca assistenza e cure a tutti i suoi cittadini e cittadine, senza alcun tipo di distinzione. Una sanità, e un welfare, da cui nessuno rimanga escluso o ai margini. Questo è un provvedimento di cui siamo orgogliosi, che conferma il nostro impegno, traccia una nuova strada e raggiunge un importante obiettivo nella tutela dei diritti delle persone”.
La scelta del medico di medicina generale è a tempo determinato e ha validità annuale, naturalmente a condizione che permanga la presenza del cittadino sul territorio regionale; viene attestata attraverso il rilascio del promemoria di iscrizione del Servizio sanitario regionale da parte dell’anagrafe sanitaria. Per ottenerlo, la persona senza dimora dovrà recarsi all’anagrafe sanitaria con un modulo rilasciato dai Servizi sociali del Comune che attesti di essere in possesso dei requisiti richiesti, portando con sè il proprio documento di identità e/o il Codice fiscale e/o l’estratto dell’atto di nascita.
Saranno i Servizi sociali dei Comuni a prendere in carico i cittadini aventi diritto e a seguirli negli adempimenti necessari per l’iscrizione e la scelta del medico.
In particolare, rispetto alle modalità di segnalazione, la delibera stabilisce che il Servizio sociale deve accertare la condizione prevista dalla normativa sulla base degli elementi acquisibili tramite i servizi anagrafici e grazie agli approfondimenti di tipo sociale; rilasciare l’apposita attestazione anche attraverso la collaborazione con i servizi sanitari (ad esempio assistenti sociali dei servizi ospedalieri, Sert…) e i soggetti del Terzo settore che svolgono attività a favore delle persone in situazione di fragilità.
Sempre il Servizio sociale deve provvedere all’identificazione della persona e all’avvio degli adempimenti necessari, secondo le modalità previste nei propri regolamenti, laddove ne ravvisi il bisogno; infine, deve attivarsi per garantire l’informazione, la sensibilizzazione e la facilitazione all’accesso agli sportelli di anagrafe sanitaria per effettuare l’iscrizione.
Per quanto riguarda la ‘gestione informaticà, il sistema attualmente in uso in ambito sanitario – l’Anagrafe regionale assistiti (Ara) – includerà le persone che effettueranno la scelta del medico di base come ‘domiciliati esterni a scadenzà; nel caso in cui le stesse persone dovessero successivamente ottenere l’iscrizione all’anagrafe del Comune in cui risiedono, l’Anagrafe sanitaria provvederà a regolarizzarne la posizione come regolarmente iscritti a tempo indeterminato.
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In Emilia Romagna la pandemia spinge e-commerce
BOLOGNA (ITALPRESS) – La pandemia ha spinto molte imprese ad abbracciare il commercio elettronico in un lasso di tempo molto limitato e con livelli di soddisfazione diversi da esperienza ad esperienza. Secondo un’analisi di Unioncamere Emilia-Romagna e delle Camere di commercio, nel manifatturiero le aziende che risultano aver adottato soluzioni di e-commerce con maggior frequenza sono state quelle del comparto agroalimentare (15,8 per cento del totale). All’estremo opposto si trovano invece le imprese della metalmeccanica (4,3 per cento delle imprese). Al contrario, molte delle imprese regionali attive nel settore agroalimentare vendono, in tutto o in parte, i propri prodotti ai clienti finali, la qual cosa rende questo ambito molto più adatto alla diffusione del canale e-commerce. Gli altri comparti della manifattura regionale si collocano a metà tra questi due estremi.
In termini dimensionali, sembra esistere una chiara correlazione tra grandezza dell’impresa e utilizzo dell’e-commerce. La frequenza delle aziende che fanno ricorso a questo canale, infatti, passa dal 6 per cento delle imprese con un numero di dipendenti da 1 a 9 al 10,6 per cento delle imprese con 50 dipendenti ed oltre. La media generale riferita al totale delle imprese è 7,2 per cento nel caso della manifattura. L’uso dell’e-commerce interessa sempre di più anche le imprese attive nel commercio della regione. La rilevazione ha messo in luce che più di una impresa commerciale su cinque (il 21,2 per cento) utilizza il canale on-line per raggiungere i propri clienti, un valore significativamente maggiore del corrispondente numero per le imprese della manifattura. Anche nel caso delle imprese commerciali, la dimensione d’azienda è una variabile importante nell’analizzare il fenomeno del commercio elettronico visto che la frequenza del ricorso a questo canale passa dal 20,1 per cento delle realtà della piccola distribuzione (fino a 5 addetti) al 40,5 per cento della grande distribuzione (quella con 20 addetti ed oltre).
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Bologna, Alberani (Acer) “Il risanamento ha parato il colpo del Covid”
BOLOGNA (ITALPRESS) – Alessandro Alberani, presidente di Acer Bologna, ha presentato in un incontro in sede in piazza della Resistenza il “bilancio” non solo economico degli ultimi cinque anni a capo dell’ente semi-pubblico della città metropolitana, esponendo i traguardi raggiunti e le criticità che ancora permangono nel settore delle politiche abitative: “La scadenza del nostro mandato è prevista per fine gennaio, per cui quello di oggi è anche un resoconto, una verifica di quello che abbiamo realizzato – ha detto Alberani – Nel 2016, quando siamo arrivati, c’era un debito di quasi 890mila euro, mentre quest’anno abbiamo chiuso con 56mila euro di bilancio preventivo e nel 2020 con quasi 100mila euro di utili. Penserete che abbiamo avuto la bacchetta magica, ma in realtà ci siamo concentrati sul risanamento dell’azienda attraverso la razionalizzazione dei costi, l’abbassamento dei tassi passivi, il taglio della metà dei dirigenti e l’aumento della produttività aziendale. Se non ci fosse stato questo risanamento – chiosa Alberani – non avremmo affrontato il Covid con un certo margine”. Per quanto riguarda le assegnazioni, Alberani considera il traguardo un traguardo “storico”, in quanto “in tre anni attraverso il progetto ‘Mille casè siamo arrivati a 1560 assegnazioni, un record considerando che le nostre liste d’attesa si aggirano sulle 4mila persone e sommando poi l’Erp che va a aumentare ulteriormente questo numero. La situazione è completamente diversa dal passato, abbiamo una risposta importante anche se non ancora sufficiente”.
Il secondo pilastro di Acer dopo le assegnazioni sono le manutenzioni. Alessandro Alberani su quest’ultimo aspetto, taglia corto: “Quando sono arrivato cinque anni fa siamo partiti da 15milioni di euro fra manutenzioni e ripristini, mentre ora siamo già a quasi a 30milioni, senza aver avuto aiuti in più dalla Regione, ma riorganizzando appunto l’azienda e cercando di dare (siamo stati i primi in Italia) una nuova occupazione nel settore dell’edilizia pubblica. Questi quattro anni sono stati una vera e propria ripartenza per i cantieri, ancora prima del Superbonus e del Pnrr”. A proposito di cantieri, su Bologna fa sapere Acer, i principali interventi attualmente sono: Lotto G – via Cage (33 alloggi), via Fioravanti (33), via Albani (66), via Beroaldo (66), via Serra/Albani (38), via Fioravanti (11 con co-housing) e via XXI aprile (16).
“La grande novità di quest’anno – sottolinea Alberani – è il Superbonus 110%. Ci tremano i polsi perchè sono 52milioni di euro che ‘ballanò e che verranno spalmati in due anni su più di cento edifici della città metropolitana. Le prime gru e i ponteggi arriveranno in primavera. Un traguardo se si tiene di conto del notevole aumento dei costi dei materiali e della difficoltà nel reperire nuovi professionisti”.
Il terzo e ultimo pilastro dell’Azienda Casa dell’Emilia-Romagna è l’aspetto sociale, collegato alla legalità. “Sulla legalità abbiamo raggiunto le zero occupazioni e abbiamo sventato potenziali infiltrazioni mafiose soprattutto attraverso il rafforzamento dell’organico della disciplina – dichiara Alberani a margine dell’incontro riassuntivo di fine anno sul ‘bilanciò e le prospettive future dell’azienda semi pubblica. Nel caso ultimo di via Zampieri – continua – direi che si è trattato di un momento importante di lavoro condiviso assieme alla nuova assessora Clancy. Un lavoro che ho molto apprezzato, di equilibrio, con parole che sono suonate con una lucidità e una chiarezza enorme. E poi il commento sulle proteste del sindacato Asia-Usb a seguito dello sgombero della Bolognina avvenuto qualche giorno fa ad opera del Comune: “Non è stato fatto nessuno sgombero, ma è stato dato un ripristino del possesso del patrimonio abitativo Erp da destinare al fabbisogno. Continuiamo ad assegnare gli alloggi con le liste e i punteggi: prima o poi le persone che erano lì, se hanno fatto domanda, avranno la loro casa popolare. Se intanto hanno dei bisogni, i servizi sociali del quartiere sono efficientissimi e sono sempre riusciti a risolvere i problemi con grande equità”.
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Bologna, Lepore “71% in terapia intensiva non ha nemmeno una dose”
BOLOGNA (ITALPRESS) – “Ci sono momenti nei quali, da sindaco, ti trovi di fronte a situazioni che riguardano la vita e la morte delle persone. Come in questa foto nella terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna. E’ bene che si sappia: il 71% delle persone nelle terapie intensive non hanno fatto nemmeno una dose di vaccino, fonte Regione Emilia-Romagna”. Così su Facebook il sindaco Matteo Lepore, postando una foto della sua visita in reparto. “Quelle che ho visto – prosegue – dietro a un vetro, non sono numeri ma persone. Uomini o donne con l’età dei miei genitori o più giovani ancora. Volti intubati e addormentati per l’anestesia totale. Maschere d’ossigeno appannate per il respiro affannato. Uno solo era cosciente. Ci siamo cercati con lo sguardo, forse mi ha riconosciuto. Ha alzato la mano per salutarmi. Io ho fatto altrettanto ticchettando sul vetro. Avrei voluto abbracciarlo”. E ancora: “Fino ad ora, per i pazienti in terapia intensiva la degenza in reparto è durata in media 30/40 giorni. Senza contare le conseguenze sul fisico e i lunghi periodi di riabilitazione necessari per mesi, dopo il risveglio. Il bollettino nel giorno di Natale purtroppo contava solo a Bologna 12 deceduti, età media regionale di 69,7 anni. I medici e infermieri si stanno prendendo cura di loro in ogni momento ve lo assicuro. Credete a loro, se non credete a me: il vaccino è lo strumento più efficace per affrontare la pandemia. Facciamolo sapere a quell’8% di popolazione indecisa. Persone dubbiose o che vogliono capire meglio. Preoccupazioni comprensibili, certo”. “Io ho potuto vedere con i miei occhi e so che a gennaio il rischio serio che corriamo è quello di doverne aprire molti altri di reparti così. Quelle immagini io non me le levo dalla testa, ma noi tutti insieme possiamo dire basta”, conclude Lepore.
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