Emilia Romagna

Mobilità sostenibile, in Emilia Romagna interventi per 3,6 miliardi

BOLOGNA (ITALPRESS) – Un investimento senza precedenti. Per una scelta irreversibile. Oltre 3,6 miliardi di euro per la mobilità sostenibile in Emilia-Romagna, di cui 1 miliardo direttamente dalla Regione. Per interventi da realizzare nel prossimo triennio.
Tre gli assi strategici di intervento: trasporto pubblico, mobilità pulita e ciclopedonale, logistica e merci su ferro. E quindi, completamento del ricambio del parco mezzi circolante, con treni e autobus ecologici, comodi e sicuri; elettrificazione delle linee ferroviarie, stazioni rinnovate, più accessibili e tecnologiche, per una offerta ferroviaria regionale a zero emissioni entro il 2023; trasporto merci su ferro e cluster intermodale per togliere sempre più camion dalle strade (almeno 50mila mezzi pesanti). E ancora, sviluppo del trasporto rapido costiero, mille chilometri in più di piste ciclabili entro il 2030, mobilità elettrica, incentivi per pendolari ed estensione degli abbonamenti gratuiti per gli studenti per rendere attrattivo al massimo il trasporto pubblico locale, con particolare attenzione a chi vive nelle aree interne e nelle zone di montagna.
Progetti che riguardano tutti i territori, cercando la massima condivisione nelle comunità locali. Per fare della mobilità sostenibile uno dei perni della strategia della Regione di accelerazione della transizione ecologica e per centrare gli obiettivi fissati insieme a tutte le parti sociali e alla società regionale nel Patto per il Lavoro e per il Clima e nella Strategia regionale 2030, in aderenza all’Agenda dell’Onu: completa decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di energie rinnovabili al 2035. E per migliorare nell’immediato futuro qualità dell’aria e di vita di tutti i cittadini, da Piacenza a Rimini.
Un quadro d’insieme delineato oggi agli Stati generali della mobilità sostenibile in Emilia-Romagna – ‘MuovERsì, Il futuro della mobilità insiemè, organizzati dalla Regione Emilia-Romagna. Ad aprire la giornata di lavori, la relazione a tutto campo dell’assessore regionale alla Mobilità e Trasporti, Andrea Corsini, preceduto dall’introduzione della vicepresidente con delega alla Transizione ecologica, Elly Schlein, quindi gli interventi del ministro alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, e del presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Nel pomeriggio il confronto con i territori, con gli interventi dei sindaci della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, del Comune di Ravenna, Michele De Pascale, e del Comune di Piacenza, Patrizia Barbieri.
Più in generale, l’occasione per fare il punto su quanto si sta facendo e su cosa serve fare, a partire dal prossimo triennio.
Da un lato, quindi, quello che è già in corso: la cura del ferro che ha portato al rinnovamento del parco treni regionale, oggi con l’età media più bassa in Italia; il via al maxipiano pluriennale d’acquisto di 1.600 bus ecologici, per un investimento da 600 milioni di euro; i bus gratuiti in tutte le principali città per i pendolari abbonati al servizio ferroviario regionale; i bus gratuiti per tutti gli studenti nel percorso casa-scuola, anche nel tempo libero, senza limiti fino ai 14 anni e con un Isee familiare fino a 30mila euro per gli under19; ciclopedonalità, con la più alta percentuale di spostamenti sulle due ruote (10%, il doppio di quella nazionale); fondi ai Comuni per incentivi a chi si reca al lavoro in bici (Bike to work), piste ciclabili e velostazioni, e per il ricambio del parco mezzi delle amministrazioni pubbliche in favore di veicoli non inquinanti; lo spostamento delle merci dalla gomma al ferro.
Dall’altro i nuovi obiettivi, definiti dalla Giunta regionale nel documento “Mobilità sostenibile – Programmazione 2022-2025 per la transizione ecologica”, per mettere nero su bianco il piano degli investimenti, i progetti in corso e quelli futuri. Un documento programmatico che rafforza nel segno della mobilità sostenibile la strategia regionale, per una mole complessiva di 3,6 miliardi di euro di investimenti, di cui uno direttamente dalla Regione, che questa settimana accompagnerà il PRIT nell’iter consiliare in vista della discussione in Assemblea legislativa prima di Natale.
“Serve una svolta che impegni il Paese e l’intera comunità internazionale a puntare con forza sulla transizione ecologica anche attraverso la mobilità sostenibile. Una scelta strategica irreversibile- afferma il presidente Bonaccini-. In Emilia-Romagna questa scelta l’abbiamo fatta, insieme all’intero sistema regionale, rafforzandola nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Combattere il cambiamento climatico, tagliare i livelli di inquinamento, tutelare la salute delle persone, riorganizzare i tempi di vita e lavoro e delle città: tutto passa da una mobilità nuova e diversa. Una sfida che vogliamo vincere tenendo insieme ambiente e lavoro, per una piena sostenibilità economica e sociale. Gli anni che abbiamo davanti sono cruciali per dare – da subito – un segno vero, concreto che vogliamo cambiare le cose. Da qui al 2025 possiamo contare su progetti e investimenti per 3,6 miliardi di euro, di cui uno direttamente dalla Regione: sono certo che anche su questa frontiera l’Emilia-Romagna saprà dare un contributo importante al Paese”.
Il ministro Giovannini spiega come il piano per la mobilità sostenibile adottato dalla Regione Emilia-Romagna comprenda “investimenti volti a migliorare la vita delle persone, alimentare lo sviluppo aumentando la competitività delle imprese e l’occupazione. Si tratta di un percorso che consente di rinnovare in modo sistemico le modalità di trasporto nella direzione della transizione ecologica. Gli obiettivi del piano sono ambiziosi ma realizzabili- aggiunge il ministro – con la collaborazione tra istituzioni, operatori economici, sindacati, rappresentanti della società civile. Gli interventi attuano il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, lo rafforzano e lo integrano con ulteriori risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione. Ne emerge un sistema di mobilità rinnovato, che punta a vincere la sfida della transizione ecologica e digitale, premiando chi, per gli spostamenti quotidiani, si serve dei mezzi di trasporto pubblici”. Il documento sulla programmazione 2022-2025 contiene gli interventi di mobilità sostenibile previsti e gli investimenti per settore: 447,7 milioni di euro quelli nel territorio regionale nell’ambito dei piani del trasporto ferroviario nazionale, 328,33 milioni per il trasporto ferroviario regionale, 858,22 milioni per il potenziamento del parco rotabile ferroviario, 1 miliardo e 250 milioni per il servizio ferroviario metropolitano e il trasporto rapido di massa, 483,79 milioni per il trasporto pubblico locale su gomma urbano ed extraurbano. Ancora: 168,4 milioni di euro per la mobilità ciclistica, 93 milioni per integrazione tariffaria e abbonamenti gratuiti per pendolari e studenti su treni regionali e bus e per incentivare il trasporto merci. In totale: quasi 3 miliardi e 630 milioni di euro, di cui 961 milioni di fondi regionali. ‘Il nostro- sottolinea l’assessore Corsini- è un disegno complessivo che premierà sempre più il trasporto collettivo rispetto a quello privato e che sarà sostenuto da infrastrutture sempre più moderne e sicure, treni e bus verso emissioni zero. E non solo. Vogliamo agire sui comportamenti individuali anche per gli spostamenti casa-lavoro-scuola garantendo piste ciclabili sicure e incentivi per chi sceglierà le due ruote e su un turismo eco-compatibile con le ciclabili regionali e le tre grandi ciclovie europee e nazionali, Sole-Vento-Adriatica. Infine, lo sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna riguarderà il trasporto delle merci, che passerà sempre più dalla gomma al ferro grazie alla zona logistica semplificata e agli hub intermodali con il Porto di Ravenna come centro nodale degli scambi”.
“La transizione ecologica impone un ripensamento sistemico anche della mobilità in senso sostenibile- afferma la vicepresidente con delega alla Transizione ecologica, Schlein-. Con il Patto per il Lavoro e per il Clima rafforziamo la rete e l’accessibilità del trasporto pubblico e l’intermodalità, l’elettrificazione delle reti ferroviarie, il trasporto delle merci su ferro, carsharing e bikesharing. L’Unione europea sta virando con coraggio verso la mobilità elettrica e questa Regione ha tutte le carte per porsi alla guida del cambiamento”.
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Violenza donne, Bonaccini”Servono più misure di controllo e prevenzione”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Esiste una grande questione maschile. Che non conosce distinzioni di provenienza culturale e religiosa, economica, sociale e territoriale. E che di fronte all’innegabile avanzamento compiuto in pochi decenni da parte delle donne ha portato ad un colpo di coda, a una reazione quasi ancestrale, violenta e irrazionale, criminale e distruttiva che si abbatte proprio sulle persone più vicine”.
E’ un richiamo forte rivolto in primo luogo agli uomini, e poi alle Istituzioni, quello che è venuto oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel suo intervento in Aula durante la seduta straordinaria dell’Assemblea legislativa regionale contro la violenza di genere e i femminicidi. Una seduta che lo stesso Bonaccini aveva proposto – all’indomani del 25 novembre, Giornata contro la violenza alle donne – e decisa d’intesa con la presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, e tutti i Gruppi consiliari. In settimane in cui si è continuato a registrare episodi di violenza e femminicidi, anche in Emilia-Romagna. Una seduta straordinaria d’Aula che ha visto nel corso della mattinata la partecipazione di istituzioni nazionali e regionali, a dimostrazione dell’impegno condiviso contro fatti inaccettabili. Sono infatti intervenuti: la senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio; la magistrata Lucia Musti, per la Procura Generale di Bologna; Francesca Ferrandino, Prefetto di Bologna e coordinatrice regionale dei prefetti dell’Emilia-Romagna; Luca Vecchi, presidente Anci Emilia-Romagna, l’associazione dei Comuni, e sindaco di Reggio Emilia; Bruno Eupremio Di Palma, vicedirettore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale. Quindi l’intervento dell’assessora regionale alle Pari Opportunità, Barbara Lori, in un confronto fra i Gruppi consiliari impegnati su una risoluzione che verrà votata al termine della giornata per invitare Giunta e l’Assemblea regionali a rafforzare il contrasto e la prevenzione della violenza contro le donne, attraverso numerose tipologie di intervento. Con l’obiettivo di approvarla all’unanimità. Servono dunque un salto culturale e una riflessione profonda, ha proseguito Bonaccini, che a margine della seduta ha incontrato per un saluto le associazioni impegnate contro la violenza alle donne e i Centri antiviolenza, in Assemblea legislativa per seguire i lavori d’Aula dalla Sala Polivalente ‘Guido Fantì. “Ma ciò che non deve davvero più accadere è dover assistere a ‘morti annunciatè di donne che, una volta trovato il coraggio e la forza di denunciare, poi restano indifese dallo Stato e dalla società. Noi dobbiamo convincere ogni donna che subisce violenza a rivolgersi alla rete di protezione dei Centri, alle forze dell’ordine, alla legge; in cambio dobbiamo assicurare protezione e sicurezza. Io sono un garantista convinto e intransigente: proprio per questo chiedo e pretendo che la prima garanzia sia assicurata alla vittima. Donne e figli- ha sottolineato il presidente della Regione- non possono essere sul banco degli imputati fino a sentenza definitiva e compito dello Stato, in un bilanciamento equo di garanzie, deve sempre essere quello di tutelare anzitutto i soggetti più fragili”.
E sul piano delle politiche attive, occorre il rafforzamento delle azioni previste dal Piano triennale regionale contro la violenza di genere; il sostegno all’azione imprescindibile dei Centri antiviolenza, il potenziamento dei nuovi istituti previsti, come il reddito di libertà, il reinserimento sociale e lavorativo, il diritto alla casa. Un aiuto che in Emilia-Romagna arriva anche attraverso la Fondazione regionale vittime di reati, spesso donne che hanno subito violenza e i loro figli, bambine e bambini ancor di più innocenti.
E nuove importanti opportunità “potranno arrivare dal Bilancio di previsione della Regione che verrà approvato a breve”. Oltre che “dal coinvolgimento dell’intera società regionale nelle sue diverse espressioni, attraverso il Patto per il Lavoro e il Clima che proprio nei prossimi giorni- ha annunciato- riuniremo sul tema specifico della violenza contro le donne e i femminicidi, dopo averlo fatto la settimana scorsa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. Percorsi condivisi che dovranno portare a nuove misure concrete.
Un impegno al quale il presidente della Regione ha richiamato anche il Paese “con le straordinarie opportunità offerte dal Pnrr, riconoscendo che ogni innovazione non è mai neutra: non sul piano economico e sociale, neppure su quello di genere e generazionale”.
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Riapre la Pinacoteca di Faenza dopo la chiusura dovuta alla pandemia

BOLOGNA (ITALPRESS) – Con un nuovo allestimento, maggiormente funzionale alla visione delle opere e che valorizza quelle più rappresentative, realizzato con anche un contributo della Regione Emilia-Romagna, inaugura domani – sabato 11 dicembre – alle ore 17, dopo la chiusura nei mesi di pandemia, la Pinacoteca comunale di Faenza (Ra). La chiusura è di fatto diventata un’occasione per procedere a un rinnovamento degli allestimenti e del percorso espositivo, in un’ottica di ripresa delle attività che parte dalla valorizzazione del patrimonio culturale. Sono quasi duecento le opere esposte che narrano la storia della Pinacoteca faentina, tra gli Istituti più importanti e antichi della regione, con testimonianze che dall’alto Medio Evo arrivano ai giorni nostri. Situata negli spazi di via S. Maria dell’Angelo, la Pinacoteca viene restituita alla cittadinanza in veste nuova, rientrando nel panorama dell’offerta artistico-culturale della città.
Intervengono alla cerimonia di apertura, l’assessore alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna Mauro Felicori, il sindaco del Comune di Faenza Massimo Isola, il direttore della direzione Regionale Musei Emilia Romagna Giorgio Cozzolino, il direttore Gallerie degli Uffizi Firenze Eike Schmidt e la dirigente del settore Cultura Turismo Promozione Economica e Servizi Educativi del Comune di Faenza, Benedetta Diamanti. Il taglio del nastro, con successiva visita alle collezioni, è previsto alle ore 17,45. A partire dal 12 dicembre la Pinacoteca sarà aperta al pubblico, dal martedì alla domenica, per un numero totale di 24 ore settimanali. Dalla data della riapertura e fino al 6 gennaio 2022 la visita sarà gratuita per i residenti nel Comune di Faenza.
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Emilia Romagna e Nouvelle-Aquitaine rinnovano progetti collaborazione

BOLOGNA (ITALPRESS) – Intelligenza artificiale, innovazione agroalimentare, progetti europei sulle ceramiche, trasformazione digitale e formazione: sono alcuni dei settori in cui le Regioni Emilia-Romagna e Nouvelle-Aquitaine si impegnano a collaborare alla luce del protocollo in essere, che sarà rinnovato nel 2022.
L’occasione per incontrarsi, fare il punto sul lavoro svolto finora e guardare al futuro è offerta dal Forum “Nèo-Aquitain de l’Intelligence Artificielle et de Robotique”, in corso di svolgimento a Bordeaux, a cui partecipa l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Agenda digitale Paola Salomoni. In uno spazio di oltre cinquemila metri quadrati dal 9 all’11 dicembre la fiera propone stand, dimostrazioni, incontri, tavole rotonde e conferenze dedicate ai professionisti della robotica e dell’intelligenza artificiale: un settore di cui l’Emilia-Romagna è leader in Europa.
“La relazione tra Italia e Francia affonda le sue radici nella storia e nella cultura dei nostri Paesi, legati da accordi di cooperazione in tutti i settori- commenta Salomoni-. Da un punto di vista economico la Francia è il secondo cliente e il secondo fornitore della penisola, l’Italia è il terzo fornitore e il quarto cliente della Francia. Se consideriamo poi che il 25 novembre scorso il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi hanno rafforzato il legame tra i due Paesi con il Trattato del Quirinale, comprendiamo bene quanto sia essenziale continuare e anzi rafforzare la collaborazione tra due Regioni, l’Emilia-Romagna e la Nouvelle-Aquitaine, che hanno in comune lo sguardo rivolto a un futuro più digitale e sostenibile. Siamo a disposizione per condividere le nostre conoscenze più avanzate in tanti settori, dai big data all’innovazione agroalimentare, dalla formazione al digitale”.
L’intelligenza artificiale e la sua applicazione in ambiti quali la mobilità e l’agroalimentare sono uno dei principali temi di collaborazione. La Nouvelle-Aquitaine ha infatti aderito al progetto europeo presentato dall’Emilia-Romagna (come capofila) per la trasformazione digitale delle regioni “Digital Transformation for Regions – “DT4Regions”. L’obiettivo del progetto, che a settembre ha già avuto un primo incontro da remoto, è lanciare una piattaforma europea per le Regioni per abilitare soluzioni collettive su intelligenza artificiale e big data. E’ previsto inoltre un confronto sulle rispettive agende digitali: i delegati emiliano-romagnoli potranno visitare le realtà della zona più all’avanguardia nel settore.
Una delegazione del settore agroalimentare e innovazione per la Nouvelle-Aquitaine guidata dal vicepresidente Jean-Pierre Raynaud sarà invece ospite in Emilia-Romagna nel gennaio 2022.
Anche per la sanità esiste un legame tra ospedali che ha portato in passato a scambi di informazioni e di buone pratiche, e altro terreno comune è quello delle ceramiche. Insieme alla Regione tedesca dell’Assia c’è poi l’idea di confrontarsi sulle prospettive concrete dell’idrogeno verde di divenire una fonte combustibile sostenibile.
I centri di formazione professionale nel settore della cucina e delle acconciature porteranno nel 2022 a scambi di studenti, con l’obiettivo di realizzare progetti finanziabili attraverso i fondi europei. Sono inoltre previsti scambi e collaborazioni nell’ambito del cinema, del teatro, del libro e dell’audiovisivo.
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Zaki, rettore Bologna “Giornata di festa ma non abbassare la guardia”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Nella mattina di ieri, quando i giudici del tribunale speciale di Mansoura hanno disposto il rilascio di Patrick, siamo stati colti da un sentimento di sollievo e di gioia che ha contagiato tutta la nostra comunità. La voce è corsa di aula in aula, di studio in studio, e tutti siamo stati emozionati e commossi”. Lo afferma il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari. “La fine di questa terribile vicenda – aggiunge – è ora una speranza resa ancora più concreta dalla sua scarcerazione: le immagini che giungono dall’Egitto ci colmano di felicità. Il nostro ateneo ha lottato fin dal primo giorno, fin da quel lontano 7 febbraio 2020, perchè i diritti di Patrick fossero rispettati e per ribadire il nostro sostegno ai diritti fondamentali della persona, alla libertà di parola e di insegnamento, e al valore ineguagliabile del pensiero critico. Oggi è quindi una giornata di festa, anche se non bisogna abbassare la guardia fino al completo proscioglimento dalle accuse. Speriamo che Patrick possa mettersi alle spalle questi due anni dolorosi e possa tornare presto ai suoi studi qui a Bologna, nella sua università. Il suo posto è qui, nella nostra comunità, assieme ai suoi compagni e ai docenti che non vedono l’ora di riabbracciarlo”.
Per il delegato per gli studenti Federico Condello “se ieri è stata una giornata di gioia grande, sì, ma cauta e ancora incredula, oggi possiamo gioire più apertamente.
Sappiamo che questo non è il traguardo, ma solo un passo verso il traguardo. Però ci conforta immensamente il pensiero dell’abbraccio che ha riunito Patrick ai suoi cari. E’ un abbraccio così grande che ci sarà un posto, ne siamo convinti, per tutti coloro che in questi interminabili mesi hanno invocato la libertà di Patrick nelle piazze, nelle strade, sui media.
Un ringraziamento profondo a tutte le istituzioni, a tutte le associazioni – Amnesty in testa – e a tutti gli artisti che sono stati al fianco dell’Alma Mater in questa battaglia di giustizia”.
(ITALPRESS).

Zaki torna libero, è stato scarcerato

ROMA (ITALPRESS) – Patrick Zaki è stato scarcerato. Lo rende noto la ong Eipr per cui lavorava, postando una foto del giovane abbracciato alla madre. Lo studente egiziano dell’università di Bologna, arrestato il 7 febbraio del 2020, è uscito dal carcere di Mansoura.
BOLOGNA (ITALPRESS) – “Tutto bene” e “forza Bologna” sono le prime parole, come mostra un video esclusivo pubblicato da Repubblica.it, di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna scarcerato questa mattina dopo più di 600 giorni. Le immagini che ritraggono Patrick Zaki con i suoi familiari, subito dopo il rilascio questa mattina all’uscita del commissariato di Mansoura, sono “immagini di libertà”. Lo dice all’agenzia ITALPRESS Rita Monticelli, docente dell’Università di Bologna e coordinatrice del master Gemma, frequentato da Patrick Zaki. “Sono molto felice, sento questa luce, questo respiro”, commenta commossa al telefono Monticelli. “Ho sentito la famiglia, sono felici”, aggiunge. “Speriamo – ribadisce – che sia l’inizio dell’assoluzione completa dalle accuse”, intanto questo è un “segnale bello e importante”.
La prof di Patrick racconta di aver sentito i suoi familiari anche stamattina, mentre lo aspettavano in attesa del rilascio. “Li ho sentiti trepidanti”, osserva. Patrick Zaki è libero, ma ancora sotto processo. La prossima udienza è fissata per il primo febbraio. “Speriamo di vederlo a Bologna – dice ancora Monticelli -. Dai familiari sappiamo che ha moltissima voglia di capire di riprendere gli studi e da parte nostra c’è tutta la disponibilità. In qualsiasi momento voglia riprendere il filo noi ci siamo”. E aggiunge: “La famiglia è grata a quanti l’hanno sostenuto, ormai sono parte della famiglia”. Tra i primi a commentare l’atteso rilascio il rettore dell’Alma Mater, Giovanni Molari. “Nella mattina di ieri, – scrive il Rettore in una nota – quando i giudici del tribunale speciale di Mansoura hanno disposto il rilascio di Patrick, siamo stati colti da un sentimento di sollievo e di gioia che ha contagiato tutta la nostra comunità. La voce è corsa di aula in aula, di studio in studio, e tutti siamo stati emozionati e commossi”. “La fine di questa terribile vicenda – prosegue – è ora una speranza resa ancora più concreta dalla sua scarcerazione: le immagini che giungono dall’Egitto ci colmano di felicità. Il nostro ateneo ha lottato fin dal primo giorno, fin da quel lontano 7 febbraio 2020, perché i diritti di Patrick fossero rispettati e per ribadire il nostro sostegno ai diritti fondamentali della persona, alla libertà di parola e di insegnamento, e al valore ineguagliabile del pensiero critico”.
“Oggi – conclude Molari – è quindi una giornata di festa, anche se non bisogna abbassare la guardia fino al completo proscioglimento dalle accuse. Speriamo che Patrick possa mettersi alle spalle questi due anni dolorosi e possa tornare presto ai suoi studi qui a Bologna, nella sua università. Il suo posto è qui, nella nostra comunità, assieme ai suoi compagni e ai docenti che non vedono l’ora di riabbracciarlo”. “Ciao Patrick! Che bello vederti finalmente libero. Fino alla fine Forza Bologna”, è il commento social del sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Intanto sul web iniziano a circolare le prime foto del rilascio, come quella che lo vede abbracciato alla sorella. “Dopo più di 600 giorni di ingiusta prigionia, Patrick Zaki è stato liberato ed è uscito di prigione. Nella foto l’abbraccio commovente con la sorella”, scrive il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, postando su Facebook l’immagine. “E Bologna risponde: forza Patrick! Finalmente libero, speriamo presto assolto. Ti aspettiamo!”, scrive invece la vicepresidente della Regione, Elly Schlein, in un tweet. “Da 22 mesi aspettavamo di vedere quel sorriso”, scrive sempre su Twitter Amnesty Italia. Per il delegato per gli studenti dell’Università di Bologna, Federico Condello, “se ieri è stata una giornata di gioia grande, sì, ma cauta e ancora incredula, oggi possiamo gioire più apertamente. Sappiamo che questo non è il traguardo, ma solo un passo verso il traguardo. Però ci conforta immensamente il pensiero dell’abbraccio che ha riunito Patrick ai suoi cari. È un abbraccio così grande che ci sarà un posto, ne siamo convinti, per tutti coloro che in questi interminabili mesi hanno invocato la libertà di Patrick nelle piazze, nelle strade, sui media”. “Un ringraziamento profondo – conclude – a tutte le istituzioni, a tutte le associazioni – Amnesty in testa – e a tutti gli artisti che sono stati al fianco dell’Alma Mater in questa battaglia di giustizia”. La foto che ritrae Zaki e la sorella è quella che anche le altre istituzioni postano sui social per salutare il rilascio dello studente.
“Un abbraccio che vale più di tante parole. Bentornato Patrick Zaki!”, scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Eccolo Patrick Zaki: appena uscito dal carcere. Il primo abbraccio. L’immagine di un giorno bello, di speranza”, è il commento su Twitter del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. “Dopo 22 mesi di detenzione Patrick Zaki è stato scarcerato! L’immagine che tutti aspettavamo. L’impegno per la libertà continua”, scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
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Innovazione, Regione Emilia Romagna finanzia 46 start up con 5,5 mln

BOLOGNA (ITALPRESS) – Per l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, c’è stato un vero e proprio “boom di progetti presentati”, ovvero 150 su un totale di 1.084 startup esistenti in Emilia-Romagna. “Sono arrivati il 15% di progetti di startup, non era mai successo”, sottolinea nel corso della video conferenza stampa per presentare l’esito del bando rivolto alle startup insieme al collega alla Cultura Mauro Felicori e al presidente Stefano Bonaccini. Per Colla questo è “un grande fatto di qualità” ed evidenzia anche che a presentare i progetti sono “molti giovani e molte donne”. L’esito del bando ha spinto la Giunta regionale ad aumentare di 3 milioni il finanziamento inizialmente previsto di 2,5 milioni, che arriva così a 5 milioni e 543mila euro, per la copertura di 46 progetti, oltre il 50% di quelli poi ammessi in graduatoria.
Ad essere finanziati, dunque, sono 46 progetti con 5,5 milioni di euro, con risorse europee Por-Fesr 2014-2020, che andranno sostenere investimenti per oltre 8,2 milioni di euro, con previste circa 40 nuove assunzioni. Tra questi, 8 progetti riguardano startup dell’industria culturale e creativa. “Chi segue le questioni della cultura – commenta l’assessore Felicori – sa quanto il matrimonio fra politiche culturali ed economiche sia difficile e pieno di perturbazioni. L’incontro fra politiche economiche e culturali può dare un valore aggiunto enorme perchè la cultura ha potenzialità economiche formidabile e questo bando è un grande gesto politico”. “Il tema del sostegno alla creatività – sottolinea il presidente Bonaccini – è garantito dal fatto che qui abbiamo più che raddoppiato il finanziamento iniziale”. Nei progetti “c’è uno spazio di creatività straordinaria, c’è qualcosa di straordinario che avevamo già visto sette anni fa quando cominciammo a finanziare le giovani start up per andare in Silicon Valley”. “Vogliamo tenere insieme – aggiunge – il tema dei saperi e della cultura applicata alla crescita sostenibile e digitale. Per noi il pilastro della conoscenza, dei saperi sta al centro dei nostri programmi”. Inoltre, “è un segnale molto positivo questa partecipazione così ampia e superiore alle nostre attese”, soprattutto alla vigilia del viaggio a Expo Dubai dove “porteremo tutto quello che ha a che fare con la Motor e Food valley”. “Credo – conclude Bonaccini – che questo connubio tra cultura, lavoro, ricerca e sostegno all’innovazione ci dia l’opportunità di mostrare che c’è una trasversalità nelle azioni che compie questa regione che non credo sia di uso comune in Italia e in Europa”. I progetti finanziati coprono numerosi campi di attività. Da soluzioni green per il sistema di packaging alimentare alla costruzione di modelli predittivi in ambito finanziario.
Dalla cura di patologie dermatologiche a sistemi di intelligenza artificiale applicati alla medicina fino a sistemi domotici accessibili da remoto per il monitoraggio di pazienti e anziani e persone non autosufficienti. Dalla sperimentazione di nuovi materiali per il settore della meccanica, all’utilizzo di nano materiali per aumentare l’efficienza delle celle fotovoltaiche. Dall’aumento della sicurezza sismica degli edifici ai sistemi di testing dei materiali in grado di ridurre tempi e costi. E poi l’adattamento di flotte di veicoli pubblici e privati per ridurre le emissioni inquinanti, nonchè soluzioni innovative per i veicoli elettrici. Infine, dai prodotti e servizi legati alle arti e allo spettacolo delle case editrici digitali ai processi per la certificazione delle informazioni e l’individuazione delle fake news sui mezzi di comunicazione, nonchè scansioni in 3D del patrimonio culturale per renderlo fruibile e replicabile. Tra le tipologie di interventi, in molti casi più di una per progetto, vi è un maggiore orientamento verso l’ingegnerizzazione di prototipi e piani di sviluppo industriale, lo scale up, ovvero progetti che portano la startup a crescere e capitalizzare gli investimenti effettuati. Per le industrie culturali e creative, il bando prevedeva inoltre una specifica riserva di risorse pari a 700 mila euro, che permetterà di sostenere progetti specifici per l’ambito museale, dell’editoria e delle nuove applicazioni di matrice culturale.
Il contributo regionale parte da un minimo del 60% e può raggiungere il 75% della spesa ammessa fino ad un massimo di 150mila euro. I beneficiari avranno a disposizione un servizio di informazione e orientamento dedicato – realizzato da Art-ER, in collaborazione con il sistema di incubatori, acceleratori e associazioni imprenditoriali – per individuare percorsi e opportunità – anche di networking – a supporto dello sviluppo e dello scale up dell’iniziativa imprenditoriale, che in ottica di integrazione e complementarità al contributo regionale ne massimizzino l’impiego.
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A Reggio Emilia prima pietra del Mire-Maternità e infanzia

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BOLOGNA (ITALPRESS) – Una pietra leggera, perché costruita con mattoncini di Lego dai bambini di una scuola elementare, ma di enorme peso simbolico: con la consegna e la posa del primo mattone, questa mattina ha preso il via la realizzazione del MIRE-Maternità e Infanzia di Reggio Emilia.
Un ospedale interamente dedicato alla cura della donna e dell’infanzia, destinato a rafforzare ulteriormente la sanità emiliano-romagnola. Uno spazio che metta al centro il paziente, innovativo e tecnologicamente avanzato, bello e accogliente, aperto, progettato sul concetto di una nuova architettura fatta di luce e colori, essa stessa cura delle persone.
L’edificio – che si sviluppa su 4 piani fuori terra e seminterrato per una superficie di 15.500 metri quadrati – è stato infatti concepito come una struttura dinamica, flessibile, adeguata ai più moderni standard ambientali e di efficientamento energetico, ma al tempo stesso funzionale: consente infatti di collocare strutture e servizi oggi situati in diversi corpi di fabbrica dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, anche distanti tra loro, in aree organizzate in modo da far percorrere al paziente un tragitto “orizzontale”, che favorisca la piena integrazione degli specialisti e delle professioni.
Il nuovo fabbricato, per la cui realizzazione si prevedono 5 anni, avrà un ingresso indipendente e sarà collegato al CORE, quindi al resto del Santa Maria Nuova, da passerelle presenti ai piani interrato, terra e primo. Il collegamento agevolerà l’immediata accessibilità ai settori diagnostici e specialistici.
Il MIRE, che entra nella rete dei servizi sanitari territoriali e diviene riferimento per l’intera provincia, diventerà dunque punto di riferimento per i bisogni assistenziali di maggiore complessità e al tempo stesso sede per attività di formazione, ricerca e insegnamento. Nella nuova struttura sarà anche implementata una sezione dedicata alla gestione della fisiologia del parto, il cosiddetto “centro nascita”, un’area gestita in totale autonomia dalle ostetriche. Particolare attenzione è stata dedicata al confort e all’accoglienza: l’illuminazione naturale, ad esempio, sarà garantita su tutti i piani anche attraverso la realizzazione di una corte interna.
Al via di questa mattina hanno partecipato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini; il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, e il presidente della Provincia, Giorgio Zanni; Cristina Marchesi, direttore generale Ausl Irccs di Reggio Emilia, Deanna Ferretti, presidente di CuraRe Onlus, e Tiziano Binini, presidente di Binini Partners.
Il progetto è frutto del lavoro e dell’impegno condiviso di Istituzioni, team di progettazione e privati: Stato, Regione, Comune, Provincia e Azienda Usl Irccs di Reggio Emilia, insieme allo studio Binini Partners che ha curato la progettazione e a CuraRe Onlus, l’associazione nata nel 2011 su impulso di diversi professionisti della sanità locale con l’obiettivo di raccogliere fondi per la realizzazione del Mire. Complessivamente, per i 3 lotti sono stati investiti 40,7 milioni di euro, in prevalenza risorse regionali e statali, a cui si aggiunge lo stanziamento di circa 3,6 milioni dell’Azienda sanitaria e 300mila euro dalla donazione di un privato; infine 800mila euro sono stati raccolti da CuraRe Onlus attraverso iniziative pubbliche che hanno coinvolto il mondo dell’arte e della cultura, interessando anche realtà locali a valenza sociale e imprenditoriale: risorse che hanno permesso di coprire i costi delle progettazioni preliminare, definitiva ed esecutiva.
A consegnare la prima pietra realizzata in Lego con la collaborazione di Reggio Children sono stati i bambini e le bambine della scuola primaria Collodi di Reggio Emilia, e durante la cerimonia è stata anche scoperta l’opera donata dall’artista Alfonso Borghi: un esemplare unico, di circa 40 cm di diametro, dal titolo ‘Il Melograno’, simbolo fin dall’antichità di immortalità, fertilità, rinascita e abbondanza, e al tempo stesso simbolo di Matilde di Canossa.
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