Axpo prevede di installare il primo impianto solare alpino su larga scala in Svizzera sulla diga Muttsee, presso l’impianto di stoccaggio di Limmern. Il progetto “PV Muttsee” prevede, infatti, la realizzazione di un impianto con una capacità installata di 2 megawatt e una produzione annua di 2,7 gigawattora. Saranno installati circa 6.000 moduli fotovoltaici su una superficie di 10.000 metri quadrati. Contrariamente agli impianti in pianura, gli impianti fotovoltaici alpini generano circa la meta della loro produzione di energia durante il semestre invernale. Il progetto della diga del Muttsee è unico in Svizzera ed è proprio grazie alle sue caratteristiche innovative che Axpo ha deciso di richiedere all’Ufficio Federale dell’Energia svizzero di includere l’impianto fra i progetti più significativi. Axpo sta attualmente negoziando con potenziali partner interessati all’acquisto dell’energia solare generata dall’impianto nel Muttsee per chiudere accordi di acquisto di energia a lungo termine. L’impianto fotovoltaico alpino contribuirà alla risoluzione del problema dovuto all’incremento del consumo di energia nel corso dell’inverno, quando la richiesta spesso supera i livelli di energia prodotta. Per Axpo il potenziale degli impianti fotovoltaici alpini è da ricercare nella loro potenzialità di porsi come punto di partenza a supporto della Federal Strategy 2050 e nella capacità di produrre l’energia necessaria durante la stagione invernale. “Il progetto sulla diga di Muttsee è un esempio eccezionale di come lavorare sempre più intensamente per produrre energia rinnovabile”, afferma Simone Demarchi, Dd di Axpo Italia. “Axpo ritiene che investire in questa direzione, incrementando la nostra infrastruttura permetterà di avere sempre maggiori quantità di energia green anche nei periodi invernali che tradizionalmente sono quelli in cui, per via delle condizioni atmosferiche i consumi aumentano nettamente”, aggiunge.
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PRIMO IMPIANTO SOLARE ALPINO SU LARGA SCALA IN SVIZZERA
ENEL, NEL PIANO STRATEGICO SPAZIO ALLA SOSTENIBILITÀ
Un totale di 28,7 miliardi di investimenti organici, pari a un incremento dell’11% rispetto al piano precedente, che porteranno a un Ebitda atteso di 20,1 miliardi nel 2022 (+13% rispetto ai 17,8 miliardi previsti nel 2019). E’ quanto emerge dal piano strategico 2020-2022 presentato da Enel. L’utile netto ordinario per il 2022 è atteso a 6,1 miliardi (+27% dai 4,8 miliardi previsti per il 2019), con il target per il 2021 in aumento di circa 200 milioni rispetto al piano precedente. Con il piano strategico 2020-2022, Enel punta a massimizzare la creazione di valore per i suoi azionisti nell’arco di piano, con grande potenziale di crescita oltre il 2022. Gli investimenti in decarbonizzazione del parco impianti a livello globale ammonteranno al 50% del capex totale di piano, con 14,4 miliardi per accelerare la realizzazione di nuova capacità rinnovabile e sostituire progressivamente la generazione da carbone. Entro il 2022, si prevede che il Gruppo sviluppi 14,1 GW di nuova capacità rinnovabile. Il contributo atteso degli investimenti di Enel in decarbonizzazione alla crescita dell’Ebitda di Gruppo ammonta a 1,4 miliardi. “Il piano evidenzia il successo del modello di business sostenibile e integrato che abbiamo adottato fin dal 2015 per cogliere le opportunità nel settore energetico, legate ai trend globali della decarbonizzazione e dell’elettrificazione. Nella visione di Enel la sostenibilità è sempre più un fattore abilitante fondamentale anche per la strategia finanziaria”, sottolinea Francesco Starace, Ad e direttore generale di Enel.
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A OTTOBRE CONSUMI DI ELETTRICITÀ -0,9%
A ottobre, secondo quanto rilevato da Terna, la domanda di elettricità in Italia è stata di 26,3 miliardi di kWh, in flessione dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2018. Tale risultato è stato ottenuto con lo stesso numero di giorni lavorativi e con una temperatura media sostanzialmente uguale rispetto a ottobre 2018. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura porta la variazione a -1,3%. La domanda dei primi dieci mesi del 2019 risulta leggermente in flessione (-0,3%) rispetto al corrispondente periodo del 2018. In termini rettificati la variazione resta sostanzialmente invariata (-0,4%). A livello territoriale la variazione tendenziale di ottobre 2019 è risultata disomogenea: negativa al Nord (-1,9%), leggermente positiva al Centro (+0,1%) e al Sud (+0,5%). In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura dell’energia elettrica richiesta a ottobre 2019 ha fatto registrare una variazione negativa (-0,8%) rispetto al mese precedente (settembre 2019).
Questo risultato mantiene il profilo del trend su un andamento stazionario. Nel mese di ottobre la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86% con produzione nazionale e per la quota restante (14%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è risultata in aumento (+0,6%) rispetto a ottobre 2018. In crescita le fonti di produzione fotovoltaica (+21,6%), idrica (+3,9%) e termica (+1%). In flessione le fonti di produzione eolica (-30,8%) e geotermica (-1%).
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SNAM RADDOPPIA FONDI PER TRANSIZIONE ENERGETICA
Il Consiglio di Amministrazione di Snam ha approvato il piano 2019-2023. Nel periodo è previsto un aumento medio annuo dell’utile netto maggiore del 4%, confermando il target
precedente. Il gruppo ha previsto di raddoppiare gli investimenti nei nuovi business per la transizione energetica ad almeno 400 milioni di euro, rispetto ai 200 milioni del precedente piano.
Inoltre crescono del 65% a oltre 1,4 miliardi di euro le iniziative del progetto SnamTec, che ha l’obiettivo di accelerare la capacità innovativa di Snam e dei suoi asset per cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione del sistema energetico.
“Con il nuovo piano al 2023 rafforziamo il ruolo di Snam nella transizione energetica e proseguiamo il percorso di crescita e di remunerazione degli azionisti facendo leva sui risultati raggiunti in questi anni, sulla maggiore efficienza operativa e sulla riduzione degli oneri finanziari, sulla totale integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance nella gestione dell’azienda e su uno scenario di mercato nel quale le nostre infrastrutture hanno un ruolo sempre più centrale per la decarbonizzazione”, spiega l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà.
“Abbiamo voluto destinare maggiori risorse all’innovazione e all’accelerazione dei nuovi business green del progetto SnamTec, pari a oltre il 20% del totale degli investimenti al 2023, per accrescere la presenza di Snam nel settore del biometano – aggiunge -, confermare l’impegno nella mobilità sostenibile e nell’efficienza energetica ed essere tra i pionieri nell’utilizzo dell’idrogeno come vettore energetico pulito del futuro. Siamo convinti che l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili darà un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi climatici e che l’Europa e l’Italia potranno essere leader nello sviluppo della tecnologia. Entro fine anno raddoppieremo la nostra sperimentazione nella rete di trasmissione, portando la miscela di idrogeno al 10%”.
“Contestualmente, aumentiamo gli investimenti nel core business con l’obiettivo di accrescere sempre più la qualità del servizio e rendere le nostre infrastrutture più moderne, sicure e sostenibili, riducendo in modo significativo le emissioni delle nostre attività e contribuendo allo sviluppo economico e sociale dei territori nei quali operiamo”, conclude Alverà.
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EGP, PARCO EOLICO DA 299 MW NEGLI USA
Enel, attraverso Enel Green Power North America, la controllata statunitense per le rinnovabili, ha avviato la costruzione del parco eolico Aurora da 299 MW in Nord Dakota. La costruzione dell’impianto, che dovrebbe entrare a pieno regime per fine 2020, richiederà un investimento di circa 450 milioni di dollari. Aurora è supportato da un nuovo contratto di fornitura di energia elettrica che prevede la vendita dell’energia prodotta da una parte dell’impianto all’utility locale Basin Electric Power Cooperative, che fa seguito al contratto di fornitura energetica virtuale già siglato in precedenza durante l’anno con Gap Inc. “La costruzione di Aurora dimostra la forza di Enel Green Power come azienda integrata in grado di occuparsi dello sviluppo, della realizzazione e dell’esercizio di impianti in Nord America, espandendo la nostra presenza nelle principali regioni e fornendo soluzioni flessibili, appositamente pensate per aiutare i clienti commerciali a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità”, ha commentato Antonio Cammisecra, CEO di Enel Green Power.
“Grazie alle nostre competenze nel campo delle energie rinnovabili e alle positive prospettive economiche di lungo termine per il settore, questo progetto rappresenta un ulteriore esempio di collaborazione tra aziende e utility, con l’obiettivo di sfruttare l’energia rinnovabile sia per le sue caratteristiche di sostenibilità sia per la sua redditività economica”, ha aggiunto. Con Aurora, Enel Green Power sta realizzando oltre 1,5 GW di capacità eolica e solare. Il contratto di fornitura di energia elettrica con Basin Electric Power Cooperative, della durata di 23 anni, prevede l’acquisto dell’energia immessa nella rete da una sezione da 142 MW del parco eolico Aurora. Oltre che da Aurora, Basin Electric acquista anche tutti i 150 MW della produzione elettrica del parco eolico Lindahl di EGPNA, anch’esso nel Dakota del Nord. EGPNA venderà anche a Gap Inc. l’energia prodotta da una sezione da 90 MW del progetto Aurora, nel quadro di un contratto di fornitura elettrica virtuale della durata di 12 anni siglato ad agosto di quest’anno.
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ELETTRODOTTO SOTTOMARINO TRA ITALIA E MONTENEGRO
Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e il presidente del Montenegro, Milo Dukanovic, hanno inaugurato il primo “ponte elettrico”, completamente “invisibile” perché sottomarino, tra l’Europa e i Balcani. Un’opera da record che si snoda per 445 km tra le stazioni elettriche di Cepagatti, in provincia di Pescara, e Lastva, nel comune di Kotor, connettendo per la prima volta i Balcani all’Europa. Il nuovo elettrodotto è la più lunga opera sottomarina mai realizzata da Terna, che consentirà all’Italia di rafforzare il ruolo di hub europeo e mediterraneo della trasmissione elettrica. L’infrastruttura in corrente continua, che in linea con le tempistiche pianificate entrerà in esercizio entro la fine dell’anno, consentirà ai due Paesi di scambiare elettricità in maniera bidirezionale: inizialmente per una potenza di 600 MW, che diventeranno successivamente 1.200 MW quando sarà realizzato anche il secondo cavo, previsto nei prossimi anni. L’importo complessivo del progetto è stimato in circa 1,1 miliardi di euro.
“Sono molto orgoglioso di questa importante e innovativa infrastruttura, che costituisce uno snodo fondamentale per l’Unione Energetica Europea e cruciale per l’integrazione dell’intera area balcanica nell’Unione Europea, attraverso l’Italia. L’opera costituisce il volano di sviluppo per una serie di opportunità relative alla sicurezza dei sistemi energetici interconnessi e la gestione dei flussi sulla rete elettrica ed è necessaria per la crescita di un mercato elettrico integrato affidabile, efficiente e sostenibile. La gestione ottimale delle risorse deve essere, infatti, coordinata e sinergica fra i vari Paesi, specialmente fra quelli limitrofi”, ha detto l’amministratore delegato e direttore generale di Terna, Luigi Ferraris.
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SNAM, UTILE NETTO IN RIALZO NEI PRIMI NOVE MESI
Il Consiglio di Amministrazione di Sna ha approvato i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2019. Il Cda ha anche deciso la distribuzione di un acconto sul dividendo 2019 di 0,095 euro per azione, con pagamento a partire dal 22 gennaio 2020.
L’utile netto ammonta a 867 milioni di euro, in aumento di 74 milioni di euro, pari al 9,3%, rispetto all’utile netto adjusted conseguito nei primi nove mesi del 2018 (793 milioni di euro). Il maggior utile prima delle imposte (+93 milioni di euro; pari all’8,6%) è stato in parte compensato dalle maggiori imposte sul reddito (-19 milioni di euro; pari al 6,7%). I ricavi totali, al netto delle componenti che trovano contropartita nei costi, ammontano a 1.954 milioni di euro, in aumento di 81 milioni di euro, pari al 4,3%, rispetto ai primi nove mesi del 2018.
“I risultati dei primi nove mesi confermano il percorso di crescita di Snam, con un incremento dell’utile netto vicino al 10% grazie al positivo andamento del core business, allo sviluppo delle partecipate e alla continua ottimizzazione della struttura finanziaria. Continuiamo a creare valore per i nostri azionisti, con una remunerazione attrattiva e in linea con i target di piano, come dimostra l’acconto sul dividendo che annunciamo oggi”, commenta Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.
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IN AUMENTO LE RISERVE MONDIALI DI GAS
Nel 2018 le riserve mondiali di gas sono aumentate leggermente (+0,6%). La Russia, con il 24% delle riserve mondiali, si conferma come il principale detentore di riserve di gas. Sette Paesi OPEC si collocano tra i primi dieci possessori di riserve di gas, con il 47% delle riserve mondiali. È quanto emerge dal secondo volume della World Oil, Gas and Renewables Review presentato dall’Eni. Si tratta di una rassegna statistica mondiale che quest’anno ha raggiunto la diciottesima edizione. Il volume, che segue il primo pubblicato a luglio e focalizzato sul mercato del petrolio e sull’industria della raffinazione, fornisce dati e statistiche sul gas naturale, sulle fonti energetiche rinnovabili moderne (solare ed eolico) e sui biocarburanti. La produzione mondiale di gas conferma il trend di crescita iniziato nel 2010 e in accelerazione nell’ultimo biennio (superiore al 3% nel 2017-2018 vs 1,6% nel 2015-2016). Le produzioni di USA e Australia sono cresciute più del 10%, principalmente grazie all’entrata in funzione di nuovi impianti LNG: nel 2018 i due paesi sono diventati rispettivamente il quarto e il quinto paese esportatore al mondo (il terzo e il secondo paese relativamente alle esportazioni di LNG). La produzione di gas della Russia, il secondo produttore mondiale dopo gli Stati Uniti, è rallentata (-0,6%), mentre le esportazioni hanno toccato livelli record.
In Europa, la produzione ha registrato un calo del 5,3%, con tutti i grandi paesi produttori in contrazione (Olanda -16% per i tetti produttivi sempre più stringenti su Groningen, UK -3,2% e Norvegia -2,5%). In Africa, l’Egitto continua a crescere a tassi elevati (+12%), grazie al ramp-up di Zohr, e più che compensa la riduzione delle produzioni di Algeria e Nigeria. La domanda globale di gas è aumentata significativamente (+4,6%), l’incremento più alto dal 2010, crescendo in tutte le aree tranne che in Europa (-1,7%). L’area dell’Asia-Pacifico ha guidato la crescita della domanda anche nel 2018 (+6,3%), grazie soprattutto alla Cina (circa +15%), terzo paese consumatore di gas al mondo e, dal 2018, primo importatore. La domanda di gas è cresciuta anche a Singapore (+22%), in Pakistan (+20%), in Sud Corea (+12%), in Malesia (+5%) e in India (+5%), mentre ha registrato una flessione in Giappone (-3,8%), paese che è sceso in terza posizione tra gli importatori mondiali di gas, sorpassato dalla Cina e dalla Germania. Grosso balzo della domanda, causato dal clima rigido, anche negli Stati Uniti (+9,5%), che si confermano primi consumatori mondiali di gas.
Alla fine del 2018 la capacità installata del solare e dell’eolico (rispettivamente 486 e 564 GW) rappresentava più del 40% della capacità installata di tutte le fonti rinnovabili e circa il 15% di tutte le fonti energetiche. Nel 2018, le nuove installazioni da fotovoltaico sono cresciute di circa il 25%, raggiungendo il record di 94 GW, guidate dal calo dei costi della tecnologia. La capacità dell’eolico è aumentata di 49 GW, ma rispetto al 2016 le nuove installazioni sono state inferiori del 3%. La Cina si conferma il paese leader per capacità installata nel solare e nell’eolico (360 GW, pari al 34% della capacità installata mondiale di queste due fonti), anche se ha rallentato la sua crescita (+22% vs +30% registrato nei due anni precedenti).
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