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Energia

A SETTEMBRE CONSUMI ELETTRICI +3,6%

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Nel mese di settembre 2018, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di elettricità in Italia è stata di 27 miliardi di kWh, in aumento del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2017. La performance della domanda ha risentito dell’effetto calendario e temperatura: quest’anno, infatti, settembre ha avuto un giorno lavorativo in meno (20 rispetto a 21) ma ha fatto registrare una temperatura media mensile superiore di oltre 2°C rispetto a settembre del 2017.

Depurando il dato dall’effetto calendario e temperatura, la variazione della domanda elettrica di settembre risulta +2,5%. La domanda dei primi nove mesi del 2018, pari a 242,2 miliardi di kWh, è in crescita dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2017. Rettificando il dato dall’effetto calendario e temperatura la variazione diventa pari a +0,5%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di settembre 2018 è risultata ovunque positiva: +2,9% al Nord, +4% al Centro e +4,7% al Sud.

Il valore destagionalizzato dell’energia elettrica richiesta a settembre 2018 ha fatto registrare, per il terzo mese consecutivo, una crescita congiunturale rispetto al mese precedente pari allo 0,5%. Il profilo del trend prosegue su un andamento crescente. La domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’88,8% con produzione nazionale e per la quota restante (11,2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (24,1 miliardi di kWh) è aumentata del 6,2% rispetto a settembre del 2017. In crescita le fonti di produzione fotovoltaica (+14,4%) e termica (+10,4%); in flessione quelle idrica (-2%) ed eolica (-30,1%); stabile quella geotermica.

 

SNAM, INTESA CON LA CINESE BEIJING GAS

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Snam, la principale utility europea del gas, ha sottoscritto oggi un Memorandum of Understanding con Beijing Gas, il maggiore distributore e fornitore di gas naturale della Cina, con una rete di 22 mila chilometri e oltre 6 milioni di clienti nell’area di Pechino. L’accordo è stato firmato dall’amministratore delegato di Snam Marco Alverà e dalla presidente di Beijing Gas Li Yalan a margine del Consiglio mondiale dell’International Gas Union (IGU) a Venezia.

L’intesa prevede di valutare possibili collaborazioni in Cina, in particolare nel biometano e nello stoccaggio di gas naturale.

“Questa iniziativa – ha commentato Alverà – apre la strada a una collaborazione tra Snam e Beijing Gas nello sviluppo di nuove fonti di energia rinnovabile e nelle infrastrutture di stoccaggio. Siamo interessati a sviluppare progetti in Cina, un paese la cui domanda di gas triplicherà da qui al 2040, contribuendo a un mix energetico più sostenibile”.

 

IN 7 MESI ORA LEGALE MINORI CONSUMI 554 MLN KWH

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Dopo sette mesi di ora legale, domenica 28 ottobre torna l’ora solare: alle ore 3.00 si devono spostare un’ora indietro le lancette degli orologi. L’ora legale sarà di nuovo in vigore dal prossimo 31 marzo 2019.

Secondo le stime preliminari registrate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 25 marzo 2018, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 554 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 205 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 290 mila tonnellate.

Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2018 è pari a circa 111 milioni di euro.

Nei mesi di aprile e ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.

Dal 2004 al 2018, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 545 milioni di euro.

 

SNAM, INVESTIMENTI 2018-2022 +10%

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Rispetto al 2017 Snam, nell’ambito del nuovo piano al 2022, prevede un aumento dell’Ebitda del 3,5% medio annuo nell’arco di piano; dell’utile netto di oltre il 4% annuo; dell’utile netto per azione (EPS) di oltre il 5% medio annuo nel periodo di piano, beneficiando dell’effetto del programma di acquisto di azioni proprie condotto nel corso del 2018. Il contributo all’utile netto delle consociate italiane e internazionali, dei nuovi business nella transizione energetica e dei nuovi servizi output-based è previsto ammonti a oltre il 25% del totale nel 2022 rispetto al 15% circa nel 2016.

Il rapporto debito/RAB è atteso sostanzialmente stabile in arco di piano. Per il 2019 Snam si attende un utile netto in crescita di circa il 4% rispetto al 2018 e un livello di indebitamento a fine anno pari a circa 11,7 miliardi con un costo del debito in linea con gli attuali livelli. La RAB per i ricavi 2019 è attesa a circa 20,4 miliardi. L’incremento medio annuo (CAGR) della RAB consolidata 2017-2022 è atteso attorno al 2,5% rispetto al 2% del piano precedente a parità di metodologia di calcolo. 

Snam ha previsto un incremento degli investimenti per il periodo 2018-2022, portandoli a 5,7 miliardi, circa il 10% in più rispetto ai 5,2 miliardi del piano 2017-2021. 

La crescita rispetto al piano precedente è riconducibile sia ai nuovi business sia all’incremento degli investimenti in attività di manutenzione e sostituzione. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, Snam effettua su base continuativa un’analisi di dettaglio sulla performance e sulla resilienza delle proprie infrastrutture. Tale approccio, abbinato all’orizzonte temporale 2018-2022, comporta un maggiore livello di investimenti per € 500 milioni. In dettaglio, 4,8 miliardi degli investimenti del piano riguardano la rete di trasporto, 0,7 miliardi lo stoccaggio e la rigassificazione e 0,2 miliardi i nuovi business legati alla transizione energetica. Circa un quarto degli investimenti del piano riguardano iniziative di sviluppo, dall’interconnessione TAP ai collegamenti nel Nord-Ovest al servizio del mercato locale e dei flussi cross-border, dalla rete in Sardegna al potenziamento dell’impianto di stoccaggio di Fiume Treste.

Parallelamente alla crescita nel core business regolato, il nuovo piano di Snam prevede inoltre investimenti per almeno 200 milioni per lo sviluppo dei nuovi business per la transizione energetica.  

L’investimento nel settore del biometano si integra con quelli previsti nella mobilità sostenibile. Il piano, infatti, include 50 milioni di investimenti nella realizzazione di stazioni di rifornimento di metano e biometano per auto e bus attraverso Cubogas, controllata da Snam4Mobility, e per altri 50 milioni per la realizzazione di almeno quattro piccoli impianti di liquefazione (SSLNG) per il trasporto pesante, l’industria e il residenziale. 

Alverà: “Incrementiamo tutti i principali obiettivi”
“Nel nuovo piano incrementiamo tutti i principali obiettivi, partendo dai risultati superiori alle aspettative che abbiamo raggiunto e dal miglioramento dello scenario di mercato. Infatti, in un settore energetico in profondo cambiamento, le infrastrutture del gas continueranno ad avere un ruolo centrale, considerando i trend di crescita delle importazioni in Europa e i nuovi utilizzi del gas naturale e del gas rinnovabile in vari settori, anche a supporto dello sviluppo del solare e dell’eolico”, afferma l’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà.

“Su queste solide basi – aggiunge – il nuovo piano traccia un percorso che consentirà a Snam di continuare a crescere e a creare valore per gli azionisti, cogliendo e anticipando le evoluzioni del mercato e contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2, al miglioramento della qualità dell’aria e al contenimento dei costi dell’energia. In particolare puntiamo a promuovere, con un ruolo da protagonisti, lo sviluppo in Italia e non solo del biometano e delle altre attività per la transizione energetica. Con i nuovi investimenti, il focus sulle nuove tecnologie, lo sviluppo dei nuovi business e le iniziative di finanza sostenibile, la Snam del 2022 sarà sempre più innovativa, efficiente e protagonista della transizione energetica in Italia e in Europa”, conclude Alverà.

ENEL, CON IL PIANO 2019-21 INVESTIMENTI 27.5 MILIARDI

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Tendenze macro globali come la decarbonizzazione, l’elettrificazione, l’urbanizzazione e la digitalizzazione stanno trasformando il mondo dell’energia in un nuovo ecosistema che sta progressivamente modificando il modello di business tradizionale delle utility. Rinnovabili, infrastrutture di rete e nuovi servizi energetici sono alla base della trasformazione del settore e, allo stesso tempo, della strategia di Enel, che è guidata dall’innovazione e dalla sostenibilità e fortemente incentrata sul cliente. Il nuovo piano strategico 2019-2021 di Enel, che viene presentato oggi a Milano, mira a massimizzare le opportunità create dalla transizione energetica e ridurre al minimo i rischi associati a fattori non prevedibili.

Ecco i punti principali del Piano.

Crescita industriale: si prevede che il Gruppo investa un totale di 27,5 miliardi di euro nell’arco di piano, con l’obiettivo di generare un incremento cumulato dell’EBITDA ordinario di 3,2 miliardi di euro, a cui contribuirà tutta la gamma degli investimenti nelle tre categorie di Asset Development, Clienti e Asset Management. La decarbonizzazione, in particolare, apre la strada alla creazione di valore, con le rinnovabili che dovrebbero generare un incremento cumulato dell’EBITDA di 1 miliardo di euro tra il 2018 e il 2021; la focalizzazione degli investimenti nei mercati in cui Enel ha una presenza integrata e nelle economie mature, consentirà al Gruppo di aumentare la redditività e conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione. Nel 2021 si prevede che il 62% dell’energia generata dal Gruppo Enel sia a zero emissioni, rispetto al 48% stimato nel 2018.

Efficienza operativa: confermato l’obiettivo di 1,2 miliardi di euro di benefici cumulati derivanti da efficienze previsti entro il 2021, principalmente per effetto della digitalizzazione.

Semplificazione: Enel continuerà ad incrementare la sua  partecipazione nelle società controllate, proseguendone l’integrazione nel Gruppo e razionalizzando il portafoglio tramite la rotazione degli asset, con un’ottimizzazione ulteriore del ritorno complessivo e del profilo di rischio.

Capitale umano: rilanciato fino al 2030 l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). Approccio “Shared Value” nei confronti di comunità e persone integrato nei processi di core business del Gruppo; introduzione di target aggiuntivi specifici per SDG 9 (Industria, Innovazione e Infrastrutture) e 11 (Città e comunità sostenibili)

Miglioramento del rendimento del capitale investito a sostegno della crescita del dividendo: si prevede che investimenti più orientati verso attività a maggiore rendimento, efficienze e attenzione all’ottimizzazione del portafoglio, possano creare valore per un totale di 400 punti base su un WACC del 6,2% nel 2021, con un aumento di oltre una volta e mezzo rispetto al 2018

Remunerazione degli azionisti: confermato un dividendo del 70% calcolato sull’utile netto ordinario del Gruppo dal 2019 in poi con una crescita annuale ponderata (Compound Average Growth Rate, CAGR) del dividendo implicito per azione (Dividend Per Share, DPS) di circa +12%; per la prima volta esteso ai prossimi tre anni il DPS minimo, con un CAGR di circa +9%.

Starace: “Rinnovabili e reti motore della strategia di investimento”

“Dal 2015 abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati tramite un miglioramento significativo della generazione dei flussi di cassa che, unito a un’accelerazione della crescita, ci ha consentito di migliorare la remunerazione dei nostri azionisti, incrementando il dividendo per azione da 0,16 a 0,28 euro nel 2018, e di aumentare il pay-out che si prevede rimanga stabile al 70% lungo tutto l’arco di piano”, commenta Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel.

“Le attività nel campo delle rinnovabili e delle reti sono state il motore della nostra strategia di investimento, che si è concentrata su una riduzione del time-to-market e su un aumento del grado di flessibilità, per meglio rispondere alla progressiva trasformazione del settore – aggiunge Starace -. Una solida crescita industriale e i programmi di efficientamento realizzati sino ad oggi, ci hanno consentito di incrementare progressivamente l’EBITDA ordinario fino a 16,2 miliardi di euro a fine 2018, un livello che fin dal 2015 ci eravamo prefissati di raggiungere e che abbiamo costantemente confermato”.

 

“Inoltre, negli ultimi tre anni, circa 8 miliardi di euro sono stati riutilizzati grazie alla gestione attiva del portafoglio, liberando fondi per semplificare ulteriormente la struttura di Gruppo e per realizzare acquisizioni, fra cui quella più recente di Eletropaulo, che ha accresciuto la nostra base clienti di altri 7 milioni, rafforzando la leadership globale di Enel nelle reti di distribuzione – sottolinea l’ad -. Oggi Enel è un’azienda caratterizzata da maggiore sostenibilità, efficienza, redditività e minor livello di rischio. La trasformazione in corso nel settore dell’energia pone delle sfide ma, al contempo, offre nuove opportunità. Siamo ben posizionati per generare valore da questa trasformazione. Oggi la strategia di Enel è interamente costruita sulla sostenibilità, dal momento che integra principi di ‘Shared Value’ e pratiche di ‘Open Innovation’ in tutti i processi di business. La solidità del piano 2019-2021 ci consente di migliorare i nostri target di EBITDA ordinario per il 2019 e 2020 e di introdurre nuovi e più ambiziosi obiettivi per il 2021 – conclude Starace -. La validità di questa strategia si tradurrà, per la prima volta, in un dividendo per azione minimo lungo tutta la durata di piano. Siamo fiduciosi e motivati nel proseguire il nostro percorso di crescita nel futuro”.

EDISON, IN ITALIA 1^ CATENA LOGISTICA GNL SMALL SCALE

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Edison avvia in Italia la prima catena logistica integrata di GNL small scale (impianti di gas naturale liquefatto su piccola scala) con un piano di sviluppo di mobilità sostenibile nel settore del trasporto sia terrestre sia marittimo, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo di riduzione della CO2 e all’abbattimento di altre emissioni e polveri. Edison annuncia la costituzione insieme a PIR (Petrolifera Italiana Rumena) di Depositi Italiani GNL, la newco (51% PIR, 49% Edison) che realizzerà il deposito al porto di Ravenna con un investimento di 100 milioni di euro.

Il deposito, che entrerà in esercizio nel 2021, avrà una capacità di stoccaggio di 20.000 metri cubi di GNL e una movimentazione annua di oltre 1 milione di metri cubi di gas liquido, rendendo disponibile in Italia il GNL per l’alimentazione di almeno 12.000 camion e fino a 48 traghetti all’anno.

Edison si occuperà della costruzione del deposito e utilizzerà l’85% della capacità (la rimanente quota del 15% verrà venduta a terzi da Depositi Italiani GNL).

“Siamo orgogliosi di annunciare questi accordi che consolidano il nostro ruolo di primo importatore in Italia di GNL – afferma Marc Benayoun, amministratore delegato di Edison -. Non solo garantiamo al Paese una nuova fonte di approvvigionamento di GNL creando una nuova infrastruttura, ma contribuiamo alla costruzione di un futuro di energia sostenibile permettendo il raggiungimento degli obiettivi della COP21, della direttiva europea DAFI e della SEN grazie all’abbattimento delle emissioni prodotte dai trasporti marittimi e terrestri pesanti che tale nuovo combustibile rende possibile”.

“PIR è entusiasta delle prospettive di sviluppo del GNL e del progetto di deposito – spiega Guido Ottolenghi, amministratore delegato di PIR -. Si tratta di una grande opportunità per il Paese e per il porto di Ravenna e di una nuova e stimolante frontiera tecnologica e operativa per la logistica dei carburanti. Siamo fiduciosi che l’iniziativa porterà sviluppo al nostro territorio e all’Italia”.

PIR, operatore storico di logistica e stoccaggio del Porto di Ravenna, in qualità di proprietario dell’area di Porto Corsini e concessionario della banchina, garantirà il diritto di superficie per l’uso dell’area, e offrirà i servizi legati all’utilizzo della banchina e al ricevimento delle autobotti.

Contemporaneamente, Edison ha sottoscritto un charter party agreement con l’armatore norvegese Knutsen OAS Shipping per la realizzazione e l’uso di una nave che trasporterà il GNL ai depositi costieri. Con 30.000 metri cubi di capacità, questa è una delle poche navi al mondo con tali caratteristiche e potrà caricare il GNL in tutti i terminali europei.

“Il nostro piano di sviluppo nel GNL small scale – dichiara Pierre Vergerio, Executive Vice President Gas Midstream Energy Management di Edison – prevede la realizzazione di un sistema di depositi costieri, di cui l’impianto di Ravenna è solo il primo. Il nostro obiettivo è raggiungere il 25% del mercato italiano al 2030 quindi Ravenna è solo il primo passo. I vantaggi in termini di emissioni del GNL rispetto ai combustibili fossili tradizionali sia nel trasporto terrestre che nel trasporto marittimo sono evidenti, così come è evidente il vantaggio ambientale per le aree isolate. Stimiamo che il progetto consenta di evitare 6 milioni di tonnellate di CO2 lungo il proprio ciclo di vita”.

Il mercato italiano di GNL come combustibile alternativo ai combustibili fossili tradizionali è caratterizzato da forti potenzialità di sviluppo e da trend di crescita che saranno accelerati grazie anche alla realizzazione di nuove infrastrutture. In Europa si prevede che circoleranno 280.000 camion a GNL nel 2030 e già oggi operano o sono in costruzione 244 navi con propulsione a GNL.

Edison ha una posizione unica in Italia rispetto alla catena del valore del GNL. Ad oggi è l’unico importatore di GNL di lungo termine in Italia e può quindi garantire la disponibilità continua e duratura del GNL sul territorio grazie a un portafoglio diversificato e all’apertura di un nuovo canale di approvvigionamento dagli Stati Uniti. Lo scorso anno Edison ha firmato un accordo con Venture Global per l’acquisto di circa 1,4 miliardi di metri cubi di GNL dall’impianto Calcasieu Pass in Louisiana.

 

A OTTOBRE CONSUMI ELETTRICI +2.1%

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A ottobre 2018, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di elettricità in Italia è stata di 26,9 miliardi di kWh, in aumento del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2017. La performance della domanda ha risentito dell’effetto calendario e temperatura: quest’anno, infatti, ottobre ha avuto un giorno lavorativo in più (23 rispetto a 22) ma ha fatto registrare una temperatura media mensile superiore di oltre 1°C rispetto a ottobre del 2017. Il dato destagionalizzato e corretto dall’effetto calendario e temperatura, porta a una variazione della domanda elettrica di ottobre dell’1,1%.

La domanda elettrica dei primi dieci mesi del 2018, pari a 269 miliardi di kWh, è in crescita dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2017. In termini rettificati la variazione è positiva dello 0,7%.

A livello territoriale, la variazione tendenziale di ottobre 2018 è risultata ovunque positiva: +1,9% al Nord, +2,1% al Centro e +2,6% al Sud.

Il valore destagionalizzato e corretto per calendario e temperatura dell’energia elettrica richiesta a ottobre 2018 ha fatto registrare una variazione negativa (-0,6%) rispetto al mese precedente (settembre 2018). Il profilo del trend rimane tuttavia su un andamento crescente.

Nel mese di ottobre 2018 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’85,3% con produzione nazionale e per la quota restante (14,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,1 miliardi di kWh) è aumentata dello 0,8% rispetto a ottobre del 2017. In forte crescita le fonti di produzione idrica (+25,1%) ed eolica (+17,4%); in flessione le fonti di produzione termica (-2,5%) e fotovoltaica (-10,1%); stabile quella geotermica.

 

RINNOVABILI, GSE PRONTO A SFIDA OBIETTIVI 2030

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Nel 2017 la percentuale di consumi energetici totali coperti dalle fonti rinnovabili è stata di circa il 18%, pari a 22 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep). Di questi, il 51%, ha riguardato i consumi nel settore termico, il 44% il settore elettrico e, il restante 5%, i trasporti. Si tratta di risultati che, complessivamente, hanno consentito all’Italia di raggiungere e, addirittura, superare, l’obiettivo del 17% fissato dall’Europa al 2020. Resta, però, ancora molto da fare e il GSE, quale Istituzione il cui compito è la promozione dello sviluppo del settore, nei prossimi anni intende fornire un nuovo supporto alle Autorità competenti per raggiungere gli altrettanto nuovi e più sfidanti obiettivi del Piano Energia e Clima.

“Sono convinto che le conoscenze, le competenze e il patrimonio di dati che il GSE ha a disposizione potranno fare la differenza nella nostra azione di supporto al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo dati insieme a tutti i Paesi della UE”, ha detto l’amministratore delegato del GSE, Roberto Moneta, auspicando per il futuro “un aggiornamento delle misure, l’adozione di nuovi strumenti, la revisione di quelli esistenti e iniziative innovative, finalizzate a un deciso cambio di passo, sia per l’efficienza energetica che per le rinnovabili anche in collaborazione con partner pubblici quali, ad esempio, l’ENEA”.

Negli ultimi 5 anni si è assistito a una crescita media annua di 0,3 punti percentuali dei consumi energetici soddisfatti dalla produzione da rinnovabili favorita, in parte, anche da una diminuzione tendenziale dei consumi stessi per la congiuntura economica internazionale. Continuando in questa direzione, al 2030 il Paese raggiungerebbe un obiettivo del 22%, ben lontano dal 30% che si pone il Piano Energia e Clima.

Per questa ragione, al fine di potenziare l’azione del GSE nel sollecitare e sostenere l’aumento della produzione da fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, “reputiamo che sia necessario – ha spiegato il Presidente del GSE Francesco Vetrò – adottare nuovi strumenti e  modelli di dialogo con tutti gli attori dei settori pubblico e privato nelle diverse scale territoriali, in un’ottica di coinvolgimento e collaborazione”. “È in questo modo – ha proseguito Vetrò – che intendiamo interpretare il ruolo del nuovo GSE:  quello di un’istituzione al servizio di cittadini e operatori,  in grado di condurre una più attenta interlocuzione e un confronto costruttivo”.

Per quanto riguarda l’avvio del prossimo triennio, l’azione del nuovo Vertice avrà come obiettivo un rafforzamento delle attività di servizio del GSE, per rendere tutti gli interlocutori più consapevoli e informati. Inoltre, il GSE intende porsi come un punto di riferimento per le politiche energetico-ambientali sul territorio e, in particolare, della Pubblica amministrazione. Dal punto di vista del funzionamento interno, il nuovo corso porterà con sé il miglioramento della qualità dei processi operativi interni, in un’ottica di semplificazione e ottimizzazione degli stessi.

“Per accompagnare le imprese e i cittadini nel percorso di transizione energetica verso il 2030”, ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa, “avremo bisogno di un soggetto  capace di osservare e ascoltare le esigenze di tutti gli operatori del mondo dell’energia, fornire risposte tempestive e coerenti e agevolare le diverse opportunità. Ritengo che il GSE possa interpretare appieno questo ruolo”.