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SNAM, AL VIA COLLABORAZIONE CON VIGILI DEL FUOCO

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Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e Snam hanno siglato un accordo di collaborazione sulla formazione tecnica, la sicurezza, lo scambio di informazioni e dati e l’analisi delle principali innovazioni tecnologiche che caratterizzano il settore delle infrastrutture gas sul territorio nazionale.

Il memorandum d’intesa è stato firmato a Roma, nella sede dei Vigili del Fuoco, dal capo del Corpo, Fabio Dattilo, e dall’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà.

I Vigili del Fuoco e Snam collaboreranno nel formare il rispettivo personale tecnico attraverso corsi sulla gestione in sicurezza delle infrastrutture gas, sulla prevenzione antincendio e su altre tematiche di comune interesse legate alle attività di trasporto, stoccaggio e rigassificazione.

 

Per la prima volta, inoltre, verrà avviato uno scambio di informazioni in tempo reale tra il Dispacciamento Snam – “cervello” tecnologico e centro di controllo della rete nazionale del gas naturale – e la Sala Operativa Centrale dei Vigili del Fuoco, volto a ottimizzare il monitoraggio delle infrastrutture sul territorio nazionale. 

I temi oggetto di analisi includeranno anche le nuove tecnologie legate al trasporto e allo stoccaggio di gas, quale l’idrogeno, che può essere prodotto da fonti rinnovabili e che è destinato ad avere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi europei e globali di decarbonizzazione al 2050.

“Con questo accordo – afferma l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà – rafforziamo la nostra storica cooperazione con il Corpo dei Vigili del Fuoco nella prevenzione e nella sicurezza e la estendiamo alla formazione, alla tecnologia e alle nuove fonti di energia sostenibile. Siamo orgogliosi di poter condividere informazioni, esperienze e competenze con un’eccellenza del nostro Paese come i Vigili del Fuoco, straordinaria organizzazione di soccorso tecnico ma anche fattore di crescita e sviluppo sociale delle nostre comunità locali”.

 

LIBERALIZZAZIONE ENERGIA COMPIE 20 ANNI

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Una transizione energetica efficace che ponga il consumatore al centro del mercato, ma che stia al passo con gli obiettivi europei. Questo il tema al centro del convegno di studi «Il mercato dell’energia elettrica a vent’anni dalla liberalizzazione», promosso da Gse (gestore servizi energetici), la società statale che agisce nel campo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Il convegno, in programma fino a domani nella nuova aula del palazzo dei gruppi dei parlamentari, è stato aperto da Francesco Vetrò, presidente Gse: «Questi 20 anni hanno modificato in modo radicale il settore energetico. Il Gse gode di una posizione privilegiata anche perché l’evoluzione del suo ruolo è progredita con i cambiamenti che hanno interessato il settore. Alla crescita esplosiva delle rinnovabili è seguita una fase di consolidamento, assegnando un ruolo di primo piano al Gse, non solo come gestore ma anche in quanto osservatore e garante del percorso verso il 2020». 

 

Secondo Vetrò, però, «non bisogna abbassare la guardia, poiché una crescita dei consumi, non accompagnata dalla crescita delle rinnovabili, potrebbe mettere in crisi il settore». In questo scenario, per il presidente Gse, è dunque fondamentale agire su una transizione che coinvolga tutti gli attori: «Non c’è dubbio che la transizione avverrà solo se tutti funzioneremo insieme. La sinergia deve riguardare le istituzioni, le pubbliche amministrazioni, i cittadini e le imprese. È solo così che l’obiettivo può essere centrato». 

Davide Crippa, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, ha analizzato nel suo intervento i vantaggi e gli svantaggi derivati dalla liberalizzazione. Fra i primi, secondo Crippa, bisogna sottolineare «la possibilità di scelta per i consumatori e le opportunità per operatori», nonostante sia d’obbligo «fare una riflessione sulla molteplicità dei soggetti presenti sul mercato e le difficoltà che questi generano per il mancato rispetto degli obblighi previsti». 

 

A livello internazionale, secondo il sottosegretario, le capacità italiane di gestione dell’emergenza «sono all’avanguardia», mentre serve uno sforzo ulteriore affinché «il consumatore sia sempre nella posizione di comprendere le trasformazioni che provengono da un contesto in continua evoluzione».  Per evitare che il consumatore perda la fiducia verso gli operatori, secondo Crippa, bisogna porre un limite «ad azioni di stalking telefonico» che possono essere catalogate come «strumento di concorrenza sleale». Al convegno intervengono tutti i protagonisti che, a vario titolo, hanno caratterizzato il processo di liberalizzazione del mercato negli ultimi 20 anni, a partire dall’autore del decreto del 16 marzo 1999, Pierluigi Bersani, ai tempi ministro dell’Industria, che partecipa alla tavola rotonda «Gli autori e gli attori della liberalizzazione», insieme a studiosi e professionisti come Alberto Clô, Tullio Fanelli, Pippo Ranci, Luigi Ferraris, Andrea Peruzy, Pietro Maria Putti, Carlo Tamburi e Giovanni Valotti.

 

UTILITALIA, VALOTTI CONFERMATO PRESIDENTE

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Altri tre anni alla guida di Utilitalia. Giovanni Valotti è stato confermato all’unanimità presidente della Federazione delle imprese di acqua ambiente e energia dall’Assemblea riunita oggi all’Auditorium di Via Veneto a Roma.

Il “nuovo” presidente ha messo al centro della sua relazione il “Patto per lo sviluppo del Paese”, documento programmatico condiviso con tutte le aziende associate.

“E’ fondamentale – si legge nel documento approvato dall’Assemblea- declinare le strategie nazionali, nelle scelte regionali e locali, specialmente nei comparti dell’energia, dell’ambiente e delle risorse idriche. L’obiettivo è garantire ai cittadini servizi di qualità sempre migliore, efficienti e accessibili, colmando le differenze infrastrutturali tra i diversi territori e sviluppare una cultura industriale dei servizi pubblici tutelando in particolare le fasce deboli della popolazione”.

Il Patto per lo Sviluppo contempla e rilancia alcuni dei valori contenuti nel piano “Utilitalia 2022”, presentato lo scorso anno, con il quale la federazione si è impegnata verso il Paese. Impegni ribaditi anche con i leader di alcune delle maggiori forze politiche: Di Maio, Salvini, Grasso, Rosato e Brunetta, durante il ciclo di incontri “Servizi Pubblici e Nuova Politica” promossi tra dicembre 2017 e marzo 2018 in vista delle elezioni politiche.

Oltre all’elezione del presidente, l’Assemblea di Utilitalia ha provveduto alla nomina degli organi federali: Giunta Esecutiva, Consigli Direttivi, Collegio dei Revisori.

TARIFFE ELETTRICITÀ +6.5%, GAS +8.2%

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Dal prossimo 1° luglio la spesa per l’energia per la famiglia tipo registrerà un incremento del 6,5% per l’energia elettrica e dell’8,2% per il gas naturale, in controtendenza rispetto ai forti ribassi (-8% per l’elettricità e -5,7% per il gas) del secondo trimestre 2018. Lo rende noto l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Per il gas “l’impatto sulla spesa per i clienti domestici risulta meno significativo in considerazione dei bassissimi consumi del periodo estivo”, sottolinea l’Authority, che spiega le ragioni dei rincari: “Le tensioni internazionali e la conseguente forte accelerazione delle quotazioni del petrolio, cresciute del 57% in un anno e del 9% solo nell’ultimo mese di maggio, hanno pesantemente influenzato anche i prezzi nei mercati all’ingrosso dell’energia, con ripercussioni sui prezzi per i clienti finali sia del mercato libero che del mercato tutelato. Andamenti che si riflettono sull’aggiornamento delle condizioni economiche di riferimento per le famiglie e i piccoli consumatori in tutela per il terzo trimestre 2018. Per il settore elettrico, allo scopo di mitigare l’impatto dell’attuale congiuntura, l’Autorità è intervenuta con una modulazione degli oneri generali di sistema, in modo da ridurre l’aumento di spesa per i clienti domestici e non domestici, con pari effetti sia sul mercato tutelato che su quello libero”.

“L’aumento per l’elettricità sarebbe stato più consistente in assenza dell’importante intervento di ‘scudo’ congiunturale attivato dall’Autorità tramite gli oneri di sistema – prosegue la nota -, il cui valore complessivo per il 2018 è stimato in 14 miliardi di euro. Per contenere nell’immediato parte degli aggravi sui consumatori, l’Autorità ha deciso di allegerire in parte il prelievo tariffario degli oneri generali, compensandolo con giacenze-scudo di cassa. Una misura di cui beneficeranno allo stesso modo tutti i consumatori, in tutela e nel mercato libero, resa possibile dalla politica di risanamento finanziario attuata dal Regolatore negli ultimi 7 anni, pur in una traiettoria di triplicazione del fabbisogno degli oneri e che ha consentito di colmare i deficit finanziari presenti nel 2011. La riduzione degli oneri per il trimestre luglio-settembre 2018 dovrà essere reintegrata, con futuri interventi di recupero sulle medesime utenze”.

 

ENEA, NEL PRIMO TRIMESTRE CONSUMI +3%

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Nel primo trimestre 2018 i consumi finali di energia in Italia sono aumentati del 3% rispetto allo stesso periodo 2017, con il settore civile che registra l’incremento maggiore (+4,5%). A livello di fonti energetiche, le rinnovabili sono tornate a crescere (+2%) grazie alla ripresa dell’idroelettrico (+11%). È quanto emerge dall’Analisi trimestrale ENEA del sistema energetico italiano, che evidenzia anche un trend in crescita nei consumi di energia nell’industria (+2%, in linea con la produzione industriale) e livelli invariati nei trasporti nonostante la salita degli indicatori di traffico. 

“L’aumento dei consumi finali, più che doppio rispetto alla crescita economica, del periodo è stato  spinto dal settore civile a causa di un inverno meno mite del precedente”, sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’analisi. Tra le fonti energetiche primarie si è nuovamente ridotto il ricorso ai combustibili solidi (-5%), giunto al decimo calo tendenziale consecutivo su base trimestrale, mentre il gas naturale, spinto in particolare dai consumi per il riscaldamento, ha fatto registrare un aumento dell’1%. Con il nuovo aumento dei consumi elettrici primari (+1,8%) si consolida la fase di ripresa dopo la contrazione del 2011-2014 e la stagnazione del 2015-2016. 

Sul fronte dei prezzi per le imprese si sono registrati aumenti per il gasolio e un calo per l’elettricità. In particolare il prezzo medio del gasolio è cresciuto del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2017, risultando il più elevato dell’Unione europea, anche al netto delle imposte. 

I prezzi del gas per le imprese italiane sono risultati in forte salita in tutte le fasce di consumo nel trimestre, a causa dell’incremento del costo della materia prima, con aumento medio dell’8% rispetto al periodo settembre-dicembre 2017. Tuttavia, si stima che tale incremento venga compensato da una riduzione equivalente nel II trimestre di quest’anno. Andamento simile anche per i prezzi dell’elettricità, sui quali però hanno inciso anche le riforme in materia di oneri di sistema.

Calo del 7% dell’indice ISPRED, elaborato dall’ENEA sulla base di sicurezza energetica, prezzi ed emissioni di CO2, a causa principalmente del peggioramento della componente decarbonizzazione (-14%). La componente ISPRED relativa alla sicurezza energetica appare invariata rispetto a un anno fa, grazie a significativi miglioramenti degli indici del sistema gas (+10%) e a progressi più marginali degli indici relativi al sistema elettrico. Infine, la componente ISPRED relativa ai prezzi è sostanzialmente stabile (+1%), come risultato della combinazione del significativo peggioramento sul fronte del gasolio e di un altrettanto significativo miglioramento sul fronte dell’elettricità per le imprese.

 

TERNA, SUCCESSO PER PRIMO GREEN BOND DA 750 MLN

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Terna ha lanciato con successo il suo primo green bond destinato a investitori istituzionali. L’emissione, che ha ottenuto grande favore da parte del mercato con una richiesta di circa 6 volte l’offerta, è stata realizzata nell’ambito del proprio Programma Euro Medium Term Notes (EMTN) da 8.000.000.000 euro, a cui è stato attribuito un rating “BBB+” da Standard and Poor’s, “(P)Baa1” da Moody’s e “BBB+” da Fitch ed ammonta a 750 milioni di euro.

Il green bond, avente durata pari a 5 anni e scadenza in data 23 luglio 2023, pagherà una cedola pari all’1,000%, sarà emesso a un prezzo pari a 99,627%, con uno spread di 80 punti base rispetto al midswap e uno spread indicativo in riduzione di circa 60 bps rispetto al Btp di pari durata. Il costo effettivo per Terna dell’emissione risulta, quindi, pari all’1,08%, rispetto a un costo medio complessivo del debito consolidato di Piano pari all’1,6%. Per il green bond sarà presentata richiesta per l’ammissione a quotazione alla Borsa del Lussemburgo.

I proventi netti dell’emissione saranno utilizzati per finanziare i cosiddetti eligible green projects della società, individuati e/o da individuare in conformità ai “Green Bond Principles 2018” pubblicati dall’ICMA – International Capital Market Association. La strategia di Terna si conferma dunque orientata a coniugare sostenibilità e crescita, per favorire la transizione energetica in atto e generare sempre maggiori benefici per il Paese e tutti gli stakeholders.

 

ENI ED ENEA AVVIANO PARTNERSHIP RICERCA

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Eni ed ENEA hanno siglato una partnership per l’avvio di attività di ricerca congiunte nell’ambito di aree tecnologiche e scientifiche strategiche per Eni e di potenziale grande impatto per il Paese come l’economia circolare, le energie alternative e la tutela ambientale. L’intesa (Memorandum of Understanding) tra le parti è stata firmata a Roma presso la sede dell’Agenzia dal presidente dell’ENEA, Federico Testa, e dall’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.

In base all’accordo, Eni ed ENEA metteranno a fattor comune la propria esperienza e le proprie competenze di eccellenza per sviluppare un programma di iniziative congiunte volte a promuovere soluzioni tecnologiche innovative. In particolare, le parti valuteranno tematiche legate all’economia circolare e nuovi modelli economici sostenibili, alla produzione di energia a basse o nulle emissioni di gas serra (tra cui solare a concentrazione, fotovoltaico e biomasse), alle tecnologie di stoccaggio dell’energia, all’efficienza energetica, alla digitalizzazione e al monitoraggio e protezione ambientale, con particolare riferimento ai mutamenti climatici.

“Sono particolarmente soddisfatto per questo accordo – afferma Descalzi -. Con ENEA abbiamo diversi obiettivi in comune in termini di ricerca e innovazione, e questa collaborazione ci consentirà di approfondire anche tematiche legate all’ambiente e alla digitalizzazione, con potenziali impatti significativi sul sistema Paese. Oggi confermiamo il nostro impegno strategico nel   percorso di decarbonizzazione, finalizzato a ridurre le emissioni, a promuovere l’utilizzo del gas naturale e sviluppare le energie rinnovabili. Un impegno che sta crescendo sia in termini di risorse interne dedicate, sia di collaborazioni con i migliori centri di ricerca e di innovazione a livello nazionale e internazionale. Un impegno che ci vede anche focalizzati a sviluppare soluzioni tecnologiche in un’ottica di economia circolare applicata al business, il che significa ampliare il concetto di efficienza, con la riduzione degli sprechi e la valorizzazione dei materiali di scarto”.

“Con la firma di questo accordo puntiamo ad ampliare la nostra collaborazione con Eni, già forte in altri importanti progetti nazionali congiunti e in particolare nel ‘Cluster Tecnologico Nazionale Energia’ coordinato dall’ENEA e istituito lo scorso anno – sottolinea Testa -. L’accordo di oggi consentirà, quindi, di sviluppare una forte sinergia tra le specificità dell’ENEA, come le competenze tecnico-scientifiche e il ruolo di trasferimento tecnologico alle imprese, e l’impegno di Eni verso l’energia e l’ambiente, temi per noi strategici. Sono convinto che la formalizzazione di questa nuova collaborazione contribuirà a creare ricadute positive per il Paese in termini di decarbonizzazione dell’economia, di sostenibilità ambientale e di nuova occupazione”.

 

A MAGGIO CONSUMI ELETTRICITÀ +1,3%

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A maggio, secondo quanto rilevato da Terna, la domanda di elettricità in Italia è stata di 26 miliardi di kWh, in aumento dell’1,3% rispetto ai volumi dello stesso mese del 2017. Quest’anno maggio ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22) e una temperatura media mensile sostanzialmente in linea a quella del maggio 2017. La domanda dei primi cinque mesi del 2018, pari a 131,6 miliardi di kWh, è in crescita dell’1,6% rispetto al corrispondente periodo del 2017. A parità di calendario il valore è +1,5%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di maggio 2018 è stata positiva al Nord (+2,1%) e al Sud (+0,4%) e nulla al Centro. In termini congiunturali, il valore destagionalizzato della domanda elettrica di maggio 2018 ha fatto registrare una variazione positiva rispetto al mese precedente (+0,4%). Il profilo del trend si mantiene su un andamento stazionario.

A maggio la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è cresciuta dell’1,1% rispetto a maggio 2017. In forte aumento la fonte di produzione idrica (+69,7%), in flessione le altre (geotermica -0,4%; termica -12,3%; fotovoltaica -13,6%; eolica -28%).