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Energia

Accordo tra i ministri Ue per la proroga del price cap del gas

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – C’è l’accordo politico in Europa per la proroga di un anno del tetto al prezzo del gas. L’intesa è stata raggiunta dai ministri dell’Energia dei 27 Stati membri.
Nel dettaglio il regolamento UE 2022/2576 che rafforza la solidarietà attraverso un migliore coordinamento degli acquisti di gas, parametri di riferimento affidabili dei prezzi e scambi di gas transfrontalieri comprende misure di emergenza temporanee progettate per ridurre gli elevati prezzi dell’energia e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, viene prorogato fino al 31 dicembre 2024.
Il regolamento UE 2022/2577 che istituisce un quadro per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili viene prorogato per 18 mesi, mentre il regolamento UE 2022/2578 che istituisce un meccanismo di correzione del mercato per proteggere i cittadini dell’UE e l’economia da prezzi eccessivamente elevati durerà un altro anno.
“L’Italia ha ottenuto dall’Europa il rinnovo di un anno del price cap sul gas. Il via libera è arrivato in Consiglio europeo Energia”, afferma il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.
“Come MASE e come Governo – spiega – abbiamo sostenuto il prolungamento del suo periodo di applicazione: nel corso del 2023 ha rappresentato, sui mercati del gas, uno strumento deterrente utile per scongiurare rischi speculativi, aumentando la resilienza e la stabilità dei sistemi energetici del Continente. A nome del nostro Paese, che ne era stato il promotore – conclude Pichetto – abbiamo chiesto e ottenuto il rinnovo per un anno della clausola sul tetto al prezzo del gas: i prezzi odierni non sono quelli di un anno fa, ma le tensioni restano e dobbiamo tenere sempre attivi i nostri meccanismi di difesa”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Energia, la Sicilia accelera sulle fonti rinnovabili

PALERMO (ITALPRESS) – “Il bilancio dell’iniziativa è molto positivo, abbiamo avuto una grande partecipazione delle scuole, degli ordini professionali e dalle organizzazioni di categoria. Hanno partecipato oltre 5000 persone nelle varie tappe che abbiamo fatto in giro per la Sicilia, quindi siamo molto soddisfatti di questo risultato. I temi sono ovviamente abbastanza delicati e in questo momento sono sensibili, quindi la gente ha partecipato e noi di questo siamo molto soddisfatti”. Così Roberto Sannasardo, Energy Manager della Regione Siciliana, nel corso della conferenza stampa a Palermo a conclusione della campagna di comunicazione cross-mediale “Le Energie della Sicilia”, ideata dal Dipartimento regionale e cofinanziata con le risorse del PO FESR Sicilia 2014-2020. Un viaggio che negli ultimi mesi ha coinvolto le 9 province siciliane. “Il messaggio fondamentale è che l’energia è un bene prezioso – sottolinea Sannasardo -. Quando si parla di efficienza energetica non parliamo di filosofia, ma di risorse economiche importanti. Bisogna cominciare a ragionare su come utilizzare al meglio l’energia senza rinunciare al tenore di vita che abbiamo, ma stando attenti a dei particolari atteggiamenti come ad esempio quello dello stand-by della tv. Abbiamo insistito molto su questo tema, ci consente di risparmiare energie ed evitare di avere altre emissioni da fonti fossili che in questo momento cominciano a diventare assolutamente stringenti per tutto quello che sappiamo sui cambiamenti climatici”.
I costi sono aumentati, la soluzione è quella dell’efficienza energetica che “produce comunque un risparmio in bolletta ed è immediatamente tangibile. Dopodichè è chiaro che il mercato e l’evoluzione che oggi abbiamo in Sicilia per quanto riguarda le fonti rinnovabili fanno sì che l’energia elettrica cominci a costare un pò meno e comunque avete visto che c’è un trend in discesa: sia per l’approvvigionamento diverso delle fonti energetiche che è stato fatto a livello nazionale ed europeo, sia per il fatto che si sono sviluppate moltissime fonti rinnovabili in Sicilia che ci hanno consentito di tenere con un minimo di attenzione i prezzi sotto controllo. L’amministrazione regionale sta lavorando su questo tema perchè uno dei prossimi step ai quali arriveremo è quello del cambio del sistema di fatturazione. Ciò comporterà che se in un territorio ci sono moltissime fonti rinnovabili il prezzo zonale sarà più basso e quindi ne usufruiranno sia le famiglie che le imprese”, evidenzia.
Numeri positivi per la Sicilia in tutti gli ambiti che riguardano l’energia: “In questo momento, a livello di fonti rinnovabili, siamo la quinta regione d’Italia, ma dal punto di vista dell’attrattività che oggi abbiamo, e questo lo possiamo riscontrare sul portale dell’autorizzazione di Terna, le richieste di connessioni sono fatte in Sicilia e ci portano a essere il primo mercato in Italia su questo tema sia per quanto riguarda il fotovoltaico che per quanto riguarda l’eolico”.

– foto xd6/Italpress –

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Italiani contrari al nucleare da fissione, meglio le rinnovabili

ROMA (ITALPRESS) – La posizione degli italiani in merito al dibattito emerso dai lavori della COP28 di Dubai, durante la quale una ventina di Paesi hanno annunciato di voler triplicare la produzione di energia nucleare è chiara. No al nucleare da fissione (65%), sì al solare (81%) con la richiesta al Governo di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili (70%).
L’eolico offshore è valutato positivamente dal 90% degli intervistati con un aumento (+16%) di chi ritiene però fondamentale il rispetto della fauna marina (30%), delle rotte degli uccelli migratori (20%) e il sostegno all’economia locale (24%). Il 64% degli intervistati lo ritiene, in ogni caso, asset strategico per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica dell’Italia. E’ quanto emerge dal 21^ Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” con focus su “Il cambiamento climatico e le transizioni energetica, ecologica e digitale” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati ieri pomeriggio nel corso dell’evento “ReNew Energies: indipendenza energetica sostenibile” organizzato con la main partnership di Renexia e trasmesso in diretta streaming social e su Radio Radicale con collegamento dalla redazione romana dell’Agenzia di Stampa Italpress. Media partners dell’evento: Radio Radicale, Italpress, TeleAmbiente, Askanews, Canale Energia, Opera2030.
Per Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, “i dati confermano in modo chiarissimo il sostegno popolare alle rinnovabili, a partire dal solare e dall’eolico, e la netta bocciatura del nucleare. Le sfide per le transizioni energetica, ecologica e digitale sono evidenti per una fascia amplissima di cittadini, sempre più attenti alla crisi climatica in atto. In particolare, eolico offshore, che non consumi territorio e tuteli il mare, agrivoltaico e parchi agrisolari, che rispettino i terreni agricoli e coinvolgano gli agricoltori, sono viste tra le formule meno impattanti delle rinnovabili da realizzare. Il flop della COP28 sul phase out e la bocciatura dell’Italia sulle performance climatiche sono un campanello di allarme: rischiamo un caos climatico sempre più vicino. Secondo stimati osservatori internazionali, il nostro Paese è retrocesso di ben 15 posizioni, attestandosi al 44°, nella graduatoria per impegno nella lotta al cambiamento climatico. Raccogliamo l’appello degli italiani emerso dal Rapporto e lo rivolgiamo alle Istituzioni nazionali e locali, al mondo della finanza e alle imprese per una rapida uscita dalla stagione dei fossili e maggiori investimenti nelle rinnovabili, ma anche nella ricerca e nello sviluppo di altre fonti sostenibili che per l’Italia significano ridurre drasticamente i costi in bolletta e intraprendere virtuosamente la strada dell’indipendenza energetica”. Per Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, “per realizzare i grandi impianti eolici offshore, fondamentali per contribuire in maniera sensibile al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi europei in termini di decarbonizzazione, è necessario che ci sia una normativa in grado di sostenere un tale sviluppo. Dal punto di vista finanziario bisognerebbe introdurre un tax credit, per riconoscere un beneficio fiscale a chi sta effettivamente investendo in tecnologia innovativa. Il nostro auspicio è che queste, e altre misure possano essere recepite e inserite nel decreto ministeriale FER2 dedicato alle rinnovabili innovative”. La nuova rilevazione vede l’82% degli italiani sicuro che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili. Nel dettaglio, le fonti di energia su cui l’Italia, pensando al futuro, dovrebbe puntare sono in particolare: solare (81%, +4% rispetto al precedente Rapporto) ed eolico (58%) che sale fortemente nei consensi quando si parla di offshore.
Alquanto stabile il trend di chi ritiene il solare compatibile con l’ambiente (83%) e sicuro (77%) e dotarsi di un impianto fotovoltaico, con il 24%, resta l’intervento considerato prioritario dagli italiani per l’efficienza energetica delle proprie case, seguito da rivestimenti esterni con isolanti (14%), doppi vetri (10%), sistemi di risparmio per l’acqua (7%). Tuttavia, resta alta la percentuale (76%) di chi ritiene che passare al solare oggi sia dispendioso da sostenere e di chi lo ritiene ancora tecnicamente complesso (61%) e burocraticamente difficile (59%). Se il solare si afferma sul mercato privato l’eolico, soprattutto l’offshore, è apprezzato e riconosciuto quale tecnologia capace di dare sicurezza energetica al Paese.
Secondo il giudizio degli italiani, sarebbe importante per l’Italia incentivare tale tecnologia (76%) e per incoraggiarne lo sviluppo si dovrebbe intervenire per velocizzare i tempi di autorizzazione (42%), aumentare i fondi a disposizione (39%), costituire una filiera locale e nazionale per la produzione dei componenti quali turbine etc. (32%), favorire la realizzazione degli impianti di grandi dimensioni (22%), investire nello sviluppo di infrastrutture portuali (18%). Perde qualche punto la percentuale degli italiani che vorrebbe invece incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’idrogeno per la transizione energetica (68%). Federico Boschi, capo Dipartimento Energia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha riconosciuto che la tecnologia eolica offshore è importante da sviluppare e sarà molto rilevante nel prossimo decennio, evidenziando che il nuovo Dl Energia, recentemente approvato, prevede investimenti sulle rinnovabili e sistemi di incentivazione.
Riccardo Rigillo, capo di Gabinetto del ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, ha riconosciuto che dal Rapporto traspare una maggiore consapevolezza, da parte dei cittadini, sui temi dell’energia e del cambiamento climatico e ciò rappresenta un segnale importante. Con riferimento all’eolico offshore, ha considerato matura e di primo livello la tecnologia italiana, e per questo importante da incentivare.
Marco Lupo, direttore generale dell’Unità di Missione per il Pnrr del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ha focalizzato la propria attenzione sull’applicazione del fotovoltaico in agricoltura, nella fattispecie i parchi agrisolari, riferendo che per il loro sviluppo il ministero ha incrementato la dotazione finanziaria, attraverso la rimodulazione del Pnrr, da 1,5 a oltre 2,3 miliardi.
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– Foto: Fondazione UniVerde –

Enea stima risparmi record per 3 miliardi dall’efficienza energetica

ROMA (ITALPRESS) – Un risparmio record di 3 miliardi di euro nella fattura energetica nazionale del 2022 grazie agli interventi di efficienza energetica. Lo ha stimato ENEA in relazione alle minori importazioni di petrolio e gas, che equivalgono a una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 6,5 milioni di tonnellate e a un risparmio di poco più di 2,5 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (Mtep), un risultato che avvicina sostanzialmente l’Italia agli obiettivi della nuova Direttiva sull’Efficienza energetica . E’ quanto emerge dal 12° Rapporto annuale sull’efficienza energetica e dal 14° Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti, elaborati dall’ENEA e presentati nel corso di un convegno tenutosi oggi a Roma a Palazzo Valentini.
“Sono molte le sfide che nell’ultimo biennio hanno indotto la Commissione Europea ad avviare una serie di azioni legislative per sostenere la transizione energetica e a porre obiettivi più ambiziosi per la riduzione dei consumi e la crescita delle fonti rinnovabili”, ha sottolineato il presidente dell’ENEA, Gilberto Dialuce.
“In un quadro di trasformazioni profonde – aggiunge – ENEA può svolgere un ruolo di guida tecnica nel processo di recepimento e nell’attuazione delle nuove politiche, fornendo il supporto necessario per interpretare correttamente le direttive europee, adattarle alle specificità nazionali e coordinare gli sforzi dei diversi soggetti coinvolti. Inoltre, attraverso le attività di monitoraggio, ENEA può contribuire a quel processo di policy learning che consentirà di aggiustare il tiro, laddove necessario, lungo il percorso di raggiungimento degli obiettivi”.
Gli obiettivi europei
Ai positivi risultati rispetto agli obiettivi UE hanno contribuito le detrazioni fiscali (Ecobonus, Bonus Casa e Superbonus) con un risparmio di 1,363 Mtep (54,3% rispetto ai nuovi risparmi 2022), pari al 98,1% del risparmio atteso secondo le traiettorie fissate dal PNIEC per il 2023. A seguire gli incentivi per la mobilità sostenibile con 0,423 Mtep (16,8%) e i Certificati Bianchi che hanno coperto il 12,6% del risparmio totale annuo.
Sul fronte dell’Ecobonus, il meccanismo per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali introdotto nel 2007, i report ENEA evidenziano nel 2022 una riduzione degli interventi a poco meno di 940.700 contro gli 1,04 milioni del 2021, un valore comunque doppio rispetto a quello medio del periodo 2017-2019. Gli investimenti associati corrispondono a 6.823 milioni di euro contro i 7.537 milioni mobilitati nell’anno precedente, mentre il risparmio complessivo a 2.136 GWh/anno, in calo rispetto ai 2.652 GWh/anno del 2021.
La maggior parte degli interventi riguarda l’installazione di impianti di climatizzazione più efficienti (3,08 miliardi di euro, 64,7% degli interventi) e la sostituzione dei serramenti (2,38 miliardi di euro, 20,6% degli interventi). Circa 605 milioni sono inoltre stati investiti per l’isolamento termico dell’edificio, 482 milioni per le schermature solari e circa 124 milioni per la riqualificazione globale degli immobili.
Dal 2007, anno di avvio della misura, il numero di interventi incentivati dall’ecobonus si aggira intorno a 6,4 milioni, con un risparmio complessivo di quasi 25 mila GWh/anno, derivanti soprattutto da interventi parziali su singole unità immobiliari e poco meno di 60 miliardi di euro di investimenti attivati.
Il Bonus Casa nel 2022 ha registrato 508 mila interventi con un calo del 42,36% rispetto al 2021; tuttavia, in termini di risparmio energetico il decremento risulta inferiore (-10%), passando da 925.033 MWh/anno del 2021 ai 833.294 MWh del 2022, tendenza che indica un miglioramento qualitativo degli interventi sugli impianti.
Sul fronte Superbonus i dati ENEA evidenziano che al dicembre 2022 il numero totale di progetti è stato pari a 352.101, con 60,76 miliardi di euro di investimenti ammessi a finanziamento, di cui 45,2 miliardi per lavori già conclusi, e un risparmio complessivo pari a 9.050,04 GWh/anno. I condomini hanno continuato a occupare la parte più rilevante con il 43%; seguono le tipologie di edifici unifamiliari con il 39,3% e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti presenti all’interno di edifici condominiali con il 17,8%.
“Il risparmio record stimato in 3 miliardi di euro risente ovviamente anche della forte impennata dei prezzi dell’energia, ma allo stesso tempo è il segnale dell’importanza che l’efficienza energetica va assumendo nel nostro Paese. Il raggiungimento degli obiettivi presenti nella nuova Direttiva Europea, caratterizzata dal principio dell’efficienza energetica al primo posto, passa anche per il coinvolgimento attivo di cittadini, imprese e professionisti. Come Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica, siamo in prima linea in questo campo anche attraverso una serie di attività di formazione e informazione per indirizzare le giovani generazioni verso i green jobs, che rappresentano il motore trainante per la transizione energetica”, ha spiegato Ilaria Bertini, direttrice del Dipartimento ENEA di Efficienza energetica.
-foto ufficio stampa Enea –
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Decolla Hydrogen Valley Modena, al centro progetto IdrogeMO Snam e Hera

MODENA (ITALPRESS) – Al via l’Hydrogen Valley modenese, tra i primi e più rilevanti progetti di sviluppo dell’idrogeno rinnovabile per favorire la transizione energetica in Italia.
E’ stato firmato a Modena, in Municipio, il protocollo d’intesa per la creazione di un polo di produzione dell’idrogeno realizzato da Gruppo Hera e Snam, con l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dell’Emilia-Romagna.
Il documento è stato sottoscritto da Comune di Modena, Gruppo Hera, Snam, Seta, Unimore, Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS), Consorzio Aree Produttive (CAP), Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, Energia e Sviluppo Sostenibile (ENEA), Fondazione Democenter Sipe e Camera di Commercio di Modena.
Erano presenti alla firma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla, l’Amministratore delegato del Gruppo Hera Orazio Iacono, l’Executive Director Decarbonization Unit di Snam Piero Ercoli, il Magnifico Rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro, il presidente di Seta Alberto Cirelli, il direttore di Aess Piergabriele Andreoli, il presidente della Camera di commercio di Modena Giuseppe Molinari, il direttore di Cap Luca Biancucci, il presidente della Fondazione Democenter-Sipe Roberto Zani. Era presente anche Giuseppina Gualteri, presidente di Tper ed è intervenuta a distanza Giulia Monteleone, direttrice del Dipartimento tecnologie energetiche e fonti rinnovabili di Enea.
Fulcro dell’Hydrogen Valley modenese sarà IdrogeMO, il progetto di Gruppo Hera e Snam per la realizzazione di un polo produttivo in grado di produrre fino a 400 tonnellate di idrogeno rinnovabile l’anno, con la possibilità di futuri ampliamenti per incrementarne la produzione. Complessivamente, l’investimento previsto ammonta a oltre 20 milioni di euro.
“La realizzazione di progetti di decarbonizzazione necessita di pragmatismo e sinergie fra gli operatori del comparto energetico, fondamentale per intercettare i bisogni reali del tessuto industriale e civile del territorio – spiega Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit di Snam -. Queste sono proprio le caratteristiche dell’Hydrogen Valley di Modena, a cui lavoriamo con Hera nell’ambito del progetto IdrogeMO, che ha attratto l’interesse dall’industria e dal terziario del territorio. Snam ricerca da sempre questo tipo di partnership, apportando il valore aggiunto dato dai suoi asset e dal suo consolidato know how. In Emilia-Romagna, tutto questo è anche agevolato da amministrazioni locali particolarmente lungimiranti, come la Regione e il Comune di Modena”.
“Il nostro impegno sull’idrogeno è una delle tante espressioni del ruolo che una multiutility come il Gruppo Hera, anche attraverso altre progettualità – dalla produzione di biometano alle altre energie rinnovabili -, intende giocare nel percorso di transizione energetica delle nostre città – afferma Orazio Iacono, Amministratore delegato del Gruppo Hera -. L’Emilia-Romagna da questo punto di vista è un territorio ideale per innovare e sviluppare ecosistemi energetici, che rappresentano il volano di nuove opportunità per incrementare la crescita economica e il benessere delle comunità. IdrogeMO, progetto di cui siamo capofila, ne è la dimostrazione più evidente, in linea con gli obiettivi comunitari di decarbonizzazione e con le esigenze del settore della mobilità e delle industrie più energivore”.
Data la sua rilevanza ai fini della transizione energetica e della decarbonizzazione del territorio, la partnership tra Gruppo Hera, Herambiente e Snam ha già ottenuto lo scorso aprile da parte della Regione Emilia-Romagna un finanziamento da 19,5 milioni di euro, stanziato nell’ambito del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Le potenzialità dell’Hydrogen Valley modenese sono già state recepite dal settore della mobilità: le aziende di trasporto pubblico locale Seta e Tper hanno infatti in programma di convertire parte della loro flotta in mezzi alimentati a idrogeno. La stessa attenzione per lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno green è inoltre stata manifestata dal settore industriale locale, con particolare riferimento ad automotive e aziende cosiddette hard-to-abate del distretto ceramico, per la decarbonizzazione dei propri processi produttivi. In questo contesto, Fondazione Democenter Sipe si impegnerà a coinvolgere i segmenti di mercato interessati, la Camera di Commercio promuoverà proposte progettuali e linee di sviluppo strategiche, mentre il Consorzio Aree Produttive potrà concorrere all’analisi delle aree oggetto di intervento. Nel frattempo, Unimore, con un pool di ricercatori, svilupperà il centro di eccellenza interdipartimentale dedicato all’idrogeno (H2 MO.RE)
Nella realizzazione di IdrogeMO, le società avranno un ruolo distinto ma interconnesso: Hera S.p.A. sarà il soggetto capofila, la controllata Herambiente si occuperà della realizzazione dell’impianto fotovoltaico, e Snam si occuperà della realizzazione dell’impianto di produzione dell’idrogeno.
In particolare, il parco fotovoltaico da 6 megawatt, con un innovativo impianto a pannelli solari galleggiante su uno specchio d’acqua, sarà realizzato presso la discarica esaurita del Comune di Modena in concessione a Herambiente, quindi senza alcun consumo di suolo utile, in ottica di economia circolare. L’impianto fotovoltaico alimenterà un elettrolizzatore – dispositivo che estrae idrogeno dall’acqua attraverso un processo di elettrolisi – installato in un’area industriale dismessa in via Caruso a Modena. Per consentire il funzionamento dell’elettrolizzatore – la cui potenza è di 2,5 megawatt – anche in assenza di luce solare e in orario notturno, è prevista una batteria per lo stoccaggio dell’energia elettrica. Snam si occuperà della realizzazione dell’impianto di produzione dell’idrogeno, un vettore al cui sviluppo l’azienda sta lavorando su più fronti, coerentemente con gli obiettivi comunitari definiti nel Repower EU Plan e in forza di un piano strategico al 2026 che ha destinato 1 miliardo di euro a iniziative di decarbonizzazione.
L’impianto potrà essere gestito da una “società veicolo” (SPV- Special Purpose Vehicle), cioè da una società ad hoc controllata dal Gruppo Hera e partecipata da Snam, che si occuperà, oltre che della produzione, anche della commercializzazione dell’idrogeno verde.
Si tratta di un centro di produzione dell’idrogeno totalmente green, la cui fase di progettazione è in corso di finalizzazione e l’inizio dei lavori per la realizzazione degli impianti è previsto entro il 2024. L’impianto fotovoltaico sarà ultimato entro il 2025 e il polo dell’idrogeno sarà pronto nel 2026. Attualmente sono già in fase di lancio le gare per l’assegnazione dei contratti di fornitura e lavori.
L’idrogeno prodotto dall’impianto di Modena potrà, inoltre, rifornire l’azienda di trasporto pubblico locale Seta, che con fondi PNRR ha già avviato le procedure per l’acquisto di 12 bus, per un totale di circa 50 tonnellate l’anno, garantendo una percorrenza di 660 mila chilometri e un conseguente risparmio di CO2 pari a 737 tonnellate/anno (rispetto ad autobus alimentati a gasolio).
La possibilità di alimentare a idrogeno alcuni autobus della flotta Seta e Tper, nelle province di Bologna, Ferrara e Modena, risponde all’esigenza di rendere sempre più sostenibile la mobilità nel territorio dell’Emilia-Romagna.
Non a caso le aziende di trasporto pubblico locale si sono già impegnate per convertire parte della loro flotta a idrogeno. Quest’ultimo, rispetto all’alimentazione elettrica, grazie a una maggiore autonomia, è infatti ritenuto più idoneo ad alimentare mezzi a lunga percorrenza giornaliera, in particolare autobus che percorrono linee extraurbane. La velocità di rifornimento dei mezzi è inoltre paragonabile a quella dei veicoli alimentati con combustibili tradizionali.

– Foto ufficio stampa Snam –

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Energia, Europa più efficiente di Cina e Stati Uniti

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – L’Europa è l’area mondiale con il maggior grado di dipendenza energetica ma è più efficiente nell’uso dell’energia rispetto a Cina e Stati Uniti. E’ quanto emerge dal quinto MED & Italian Energy Report, lavoro di ricerca intitolato quest’anno “Geopolitics of energy in the Mediterranean area between international crises and new energy commodities”, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e frutto della sinergia scientifica tra SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, e della collaborazione con la Fondazione Matching Energies.
Per quanto riguarda la dipendenza energetica, l’Europa raggiunge il 55,5%. Il dato scende al 20% per la Cina mentre è zero per gli Stati Uniti che sono totalmente autosufficienti. Nell’uso dell’energia, però, il vecchio continente è più efficiente rispetto ai due paesi. L’Unione Europea con un consumo complessivo di 58 Exajoules genera un PIL di quasi 17 trilioni di dollari. La Cina con lo stesso PIL ha un consumo di energia quasi tre volte superiore mentre gli USA si collocano in posizione intermedia.
“Se da un lato l’Europa è riuscita a essere finora più efficiente nel rapporto tra consumo energetico e produzione di ricchezza economica – ha spiegato Massimo Deandreis, direttore generale SRM -, dal lato della dipendenza è l’area del mondo peggio messa: abbiamo una media di dipendenza energetica del 55,5%”.
Nel mix energetico per la produzione di elettricità l’uso del carbone è diminuito dal 31% al 16% ed è aumentata in maniera significativa la quota del gas naturale dal 12% al 20%. Le energie rinnovabili sono passate dal 15% al 38%. Prima della guerra in Ucraina, nel 2021, le importazioni di gas dalla Russia erano il 41,1% per l’Europa, nel 2022 sono scese al 10% e al 6% nei primi 9 mesi del 2023.
Cresce il ruolo del Gas Naturale Liquefatto (GNL): le forniture da USA e Algeria sono passate tra il 2021 ed il 2023 rispettivamente da 26% a 30% e da 11% a 15%.
“Il vero ‘game changer’ è stato e sarà il gas naturale liquefatto”, ha spiegato Ettore Bompard, direttore ESL@EnergyCenter del Politecnico di Torino. “La Russia – ha proseguito – continua a fornire gas naturale all’Europa. Abbiamo, inoltre, una quota significativa del Qatar ed è aumentata l’importanza della fornitura dagli Stati Uniti”.
Secondo il rapporto, l’Italia nel 2022 con un consumo energetico complessivo pari a poco più di 6 Exajoules ha generato un PIL di 2 trilioni di dollari, risultando (nel coefficiente pil/consumi energetici totali) più efficiente rispetto al valore medio europeo e in linea rispetto ai principali competitor manifatturieri. Con il 73,5%, l’Italia è il paese dell’Europa con il maggior grado di dipendenza energetica e ha aumentato in modo significativo l’uso del gas e delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica: coprono rispettivamente il 54% ed il 35% del mix elettrico.
Appare, inoltre, fondamentale il ruolo delle materie prime critiche per lo sviluppo delle tecnologie verdi e sono sempre più importanti i porti, che si stanno configurando come veri e propri hub energetici e digitali oltre che logistici.
“Oggi – ha evidenziato Deandreis – gran parte delle strategie energetiche passano in modo diretto o indiretto attraverso un nuovo ruolo dei porti”. In una logica di dialogo nel Mediterraneo, per Deandreis, “l’Europa può raggiungere i suoi obiettivi di decarbonizzazione se c’è una rinnovata partnership con la sponda sud del Mediterraneo. E’ lì che si può produrre energia rinnovabile ed è da lì che si può importare”.
Francesca Passamonti, Head of European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo, da parte sua ha sottolineato come l’energia rappresenti “un settore cruciale per l’economia europea”. “Per noi come Intesa Sanpaolo è rilevante sotto diversi aspetti”, ha aggiunto.
“Nel corso degli ultimi anni lo scenario macroeconomico globale è stato sconvolto dal susseguirsi di eventi di carattere straordinario”, ha sottolineato Francesco Profumo, presidente Fondazione Compagnia di San Paolo e ACRI. “In questo nuovo disordine globale – ha continuato – l’Europa ha un’occasione unica per riaffermare la propria leadership internazionale sui grandi temi del futuro. Il rapporto 2023 si occupa di tecnologia e materie prime, due questioni al cuore dello sviluppo delle nuove energie rinnovabili. E’ abbastanza chiaro che l’unico modo credibile di affrontare il tema della transizione energetica è collocarlo all’interno della dimensione euromediterranea che va ulteriormente recuperata e rilanciata”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Energia, dal Governo via libera alle nuove norme sul mercato tutelato

ROMA (ITALPRESS) – Via libera del Consiglio dei ministri alla nuova disposizione normativa sul mercato tutelato nel settore della fornitura di energia elettrica. “La decisione – secondo quanto comunica Palazzo Chigi – è in linea con gli impegni assunti nell’ambito della terza rata del PNRR, e si è resa necessaria per garantire un graduale e informato passaggio al mercato libero”.
Circa quattro milioni e mezzo di famiglie ‘vulnerabilì continueranno a usufruire di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati anche a seguito della liberalizzazione del mercato, prevista dal Legge n. 124 del 2017 e dagli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) previsti nel 2021 come condizione per il pagamento della terza rata. Per le altre famiglie, attualmente nel mercato tutelato e corrispondenti a circa quattro milioni e mezzo di utenze, vengono introdotte misure per assicurare la massima informazione e le migliori condizioni nel passaggio al mercato libero dell’energia elettrica, che già riguarda circa 21 milioni di famiglie.
E’ quanto stabilito dalle disposizioni inserite nel decreto energia, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, e finalizzate a disciplinare il passaggio graduale al mercato libero dei nove milioni di utenze domestiche che ancora usufruiscono del mercato tutelato, “rafforzando al contempo gli strumenti finalizzati a prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e possibili alterazioni delle condizioni di fornitura di energia elettrica”, sottolinea la Presidenza del Consiglio.
Limitatamente alla fornitura di energia elettrica in favore delle famiglie non vulnerabili, entro il 10 gennaio 2024 si procederà all’individuazione degli operatori economici che subentreranno nella fornitura.
Gli utenti interessati dal passaggio al mercato libero saranno destinatari di una specifica campagna informativa, nonchè i principali beneficiari di una costante attività di monitoraggio sulle attività degli operatori e sull’andamento dei prezzi definita da ARERA in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e con il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative. Vengono, inoltre, introdotte delle semplificazioni relativamente al trasferimento della domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette, di cui viene prevista l’emissione con cadenza necessariamente bimestrale, ferma restando la libertà dell’utente di scegliere un fornitore diverso da quello assegnato all’esito delle procedure competitive e una differente modalità di pagamento.
“Nel rispetto degli impegni assunti con il PNRR e in coerenza con la disciplina europea di settore – spiega ancora Palazzo Chigi -, si provvede a definire le modalità di erogazione dell’energia elettrica in favore delle fasce sociali più deboli (gli utenti vulnerabili), prevedendo un obbligo di fornitura in capo all’operatore economico individuato all’esito di una procedura a evidenza pubblica regolata da ARERA. Nei confronti di questi utenti viene garantito il mantenimento di prezzi calmierati anche all’indomani della definitiva cessazione del regime del mercato tutelato”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Gas, bolletta -1,3% per i consumi di novembre

ROMA (ITALPRESS) – In diminuzione la bolletta gas per la famiglia tipo in tutela per i consumi di novembre 2023, che scende del 1,3% rispetto a ottobre. La famiglia tipo ha consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui.
La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEM,m), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da ARERA come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di novembre, che ha visto le quotazioni all’ingrosso scendere rispetto a quelle registrate a ottobre, il prezzo della sola materia prima gas (CMEM,m), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 42,53 euro/MWh.
La variazione complessiva pari a -1,3% per la famiglia tipo per il mese di novembre è determinata interamente dalla diminuzione della spesa per la materia gas naturale. Rimangono invece invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura.
In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (dicembre 2022 – novembre 2023) è di 1.431 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 17,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (dicembre 2021 – novembre 2022).
Confermati per novembre e per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione Iva al 5%, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento.

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(ITALPRESS).