Home Energia Pagina 19

Energia

L’Enea avvia linea di ricerca sui carburanti green per aerei

ROMA (ITALPRESS) – Enea ha avviato una linea di ricerca per sviluppare i cosiddetti e-fuel, carburanti green per aerei basati su idrogeno rinnovabile e anidride carbonica. L’iniziativa, che prevede anche la progettazione di un impianto pilota da realizzare in collaborazione con il Politecnico di Milano, si inquadra nell’ambito del Piano Operativo di Ricerca (POR) sull’idrogeno rinnovabile coordinato da Enea per affrontare diverse sfide tecnologiche, dalla produzione e stoccaggio di idrogeno verde alla distribuzione e agli usi finali. Il POR idrogeno è finanziato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con fondi Pnrr per un importo di 110 milioni. “Gli e-fuel risultano di particolare interesse per quei settori dove l’elettrificazione diretta è di difficile implementazione, come quello aereo. Le tecnologie alla base dei processi di produzione dei nuovi combustibili sintetici hanno ancora un basso livello di sviluppo; in tale contesto è stata avviata una attività sugli e-fuel e in particolare sull’e-cherosene”, spiega Giulia Monteleone, responsabile della Divisione Enea di Produzione, storage e utilizzo dell’energia e referente del POR idrogeno. Secondo i nuovi target ambientali Ue (Fit for 55 e REPowerEU), gli obiettivi del settore aereo prevedono l’impiego di almeno il 2% di combustibili green al 2025, fino ad arrivare all’85% entro il 2050. Nel mix di soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione del settore figura in particolare l’e-cherosene, che presenta vantaggi come l’alta densità energetica, oltre a un mercato e un parco infrastrutturale già disponibili. “Sarà studiato lo stato dell’arte delle tecnologie di produzione degli e-fuel per applicazioni aeronautiche e la loro implementazione nel contesto nazionale e verranno individuate alcune configurazioni di impianto con relativa analisi economica per la stima del costo specifico di produzione, calcolato in funzione del costo dell’energia elettrica e della CO2 nel mercato delle emissioni ETS”, sottolinea Claudia Bassano, ricercatrice del Laboratorio Enea di Accumulo di energia, batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’idrogeno della Divisione Produzione, storage e utilizzo dell’energia. Attualmente l’e-cherosene viene prodotto attraverso un processo a due stadi che, mediante la reazione di Fischer-Tropsch, produce un’emulsione grezza composta da più frazioni idrocarburiche a cui segue uno stadio di raffinazione. Enea punterà invece a sviluppare un processo a singolo stadio, in grado di ottenere i nuovi jet-fuel. L’attività sperimentale verrà condotta in un impianto pilota e i dati raccolti saranno impiegati in un simulatore di processo commerciale per ottimizzare l’iter produttivo sia in termini di layout di impianto che di condizioni operative.
“Gli e-fuel sono dal punto di vista chimico-fisico equivalenti ai corrispondenti combustibili fossili, hanno una impronta carbonica nulla se prodotti da idrogeno rinnovabile, ma presentano ancora costi di produzione elevati con valori fino a 5 euro/ldeq (litro di diesel equivalente)”, conclude Monteleone.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Gas, bolletta +2,3% per i consumi di agosto

0

MILANO (ITALPRESS) – In aumento la bolletta gas per la famiglia tipo (con consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui) ad agosto 2023, che sale del 2,3% rispetto a luglio.
La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento, applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da ARERA come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di agosto, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso superiore rispetto a quella del mese di luglio, il prezzo della sola materia prima gas, per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 33,21 euro/MWh.
L’aggiornamento complessivo per l’utente tipo, per i consumi del mese di agosto rispetto al mese precedente, è determinato interamente dall’aumento della spesa per la materia gas naturale, +2,3%. Rimangono invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura.
In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno settembre 2022 – agosto 2023 è di 1.472 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 12,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (settembre 2021 – agosto 2022).
Il Decreto Legge n. 79 del 28 giugno 2023 per il III trimestre 2023, quindi anche per i consumi di agosto, per il gas ha confermato la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri generali di sistema.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Terna, al via il collegamento elettrico sottomarino Elba-continente

ROMA (ITALPRESS) – E’ entrato in esercizio il collegamento elettrico in cavo sottomarino a 132 kV di Terna tra l’Isola d’Elba e Piombino (Livorno). “L’opera, di fondamentale rilevanza per l’intero sistema elettrico nazionale, conferma il ruolo strategico che la società guidata da Giuseppina Di Foggia ricopre nel processo di transizione energetica del Paese”, si legge in una nota.
L’elettrodotto ha una lunghezza complessiva di circa 37 km, di cui 34 sottomarini e 3 completamente interrati. L’infrastruttura porterà a raddoppiare le linee di connessione tra il sistema elettrico nazionale e la rete dell’isola.
“Il nuovo collegamento fra l’Isola d’Elba e la Toscana riveste un’importanza particolare per molte ragioni. Innanzitutto, grazie a un investimento da parte di Terna di 90 milioni di euro, migliora significativamente la sicurezza e l’affidabilità della rete elettrica dell’isola. Il progetto è stato inoltre realizzato seguendo i più elevati standard di sostenibilità: il collegamento è infatti invisibile e per la sua posa sono state utilizzate avanzate tecnologie in grado di tutelare l’importante biodiversità marina del territorio”, ha commentato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna.
Il cavo sottomarino è stato posato dalla nave Leonardo Da Vinci di Prysmian a una profondità massima di circa 70 metri sotto il livello del mare, partendo dall’approdo isolano di Portoferraio e procedendo verso la costa continentale di Piombino.
L’azienda che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale ha tutelato l’habitat marino presente nell’area. Nei mesi precedenti all’avvio delle attività di posa del cavo, infatti, sono state riposizionate nel Golfo di Follonica circa 53.000 talee di Posidonia oceanica, pianta acquatica tipica del Mar Mediterraneo che ha un ruolo fondamentale per l’intero ecosistema marino, per un totale di 1650 m2 di habitat.
Gli approdi del cavo, inoltre, sono stati realizzati tramite la tecnica della trivellazione orizzontale controllata (TOC), che permette, da un lato, di installare la tubazione limitando l’interferenza con le piante acquatiche annullando l’impatto dei lavori sul litorale e, dall’altro, di garantire la necessaria protezione meccanica del collegamento elettrico.

– foto di repertorio ufficio stampa Terna –

(ITALPRESS).

Acqua e idroelettrico, servono 48 miliardi di investimenti in 10 anni

CERNOBBIO (COMO) (ITALPRESS) – Un pacchetto d’investimenti da 48 miliardi di euro in dieci anni per superare l’emergenza idrica, recuperare acqua per le esigenze di famiglie, agricoltura e industria e rilanciare lo sviluppo dell’idroelettrico, l’unica fonte rinnovabile programmabile, asset strategico per la sicurezza energetica del Paese. E’ quello che emerge dallo studio “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori” realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, presentato oggi nell’ambito del Forum di Cernobbio da Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A e Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti.
Uno studio completo e dettagliato sui diversi aspetti legati al ciclo dell’acqua che certifica l’emergenza idrica del nostro Paese (nel 2022 -31% di risorsa disponibile rispetto all’anno prima) e indica i possibili correttivi da mettere in campo: da un lato l’analisi mostra infatti come sia possibile recuperare 9,5 miliardi di metri cubi d’acqua (oltre un terzo di quella consumata in un anno nel nostro Paese) investendo su riuso, riduzione delle perdite e dei consumi e recupero dell’acqua piovana; dall’altro elenca le azioni per ottenere energia idroelettrica aggiuntiva investendo su pompaggi, invasi irrigui, repowering, mini-idroelettrico e nuove centrali (azioni in grado di generare 12,5 Twh l’anno).
Una doppia strategia, articolata in precise linee di intervento, che potrebbe avere un effetto volano sull’economia nazionale, con ricadute positive per 77 miliardi di euro.
“Senz’acqua non c’è futuro. Ma in futuro avremo sempre meno acqua. I cambiamenti climatici, gli sprechi e una gestione poco oculata hanno messo a rischio questa risorsa, come denunciato anche dall’Onu – ha spiegato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A -. Sono necessari circa 50 miliardi di investimenti in 10 anni per la salvaguardia del ciclo idrico e della produzione di energia idroelettrica e l’azione congiunta di istituzioni, industria, cittadini. A2A, come Life Company, è pronta ad essere protagonista responsabile di un fronte comune a tutela della risorsa idrica. La circolarità può essere la risposta migliore per la mitigazione degli effetti del climate change: riuso, riduzione e recupero possono rimettere in circolo 9,5 miliardi di mc di acqua, più di quanto perso nel 2022 a causa della siccità. Inoltre, un miglior utilizzo di accumuli e centrali idroelettriche potrebbe generare 12,5 TWh l’anno di energia pulita, più dei consumi domestici annuali di tutta la Lombardia, un contributo essenziale per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione”.
“Gli effetti del cambiamento climatico si aggiungono ad alcune criticità strutturali che segnano la gestione idrica in Italia e che vanno opportunatamente e prontamente attenzionate – ha commentato Lorenzo Tavazzi, Partner di The European House – Ambrosetti -. Investire in adattamento e mitigazione del cambiamento climatico è quindi cruciale, in un contesto in cui il cambiamento climatico sta già impattando significativamente il nostro Paese: nel 2022 le temperature sono aumentate fino a 2,0° C, mentre le precipitazioni cumulate si sono ridotte del 23,2%”.
L’ultimo biennio ha reso evidente nel nostro Paese l’urgenza di intervenire per la mitigazione degli impatti del cambiamento climatico sulla risorsa idrica. Se il 2022 è stato per l’Italia l’anno meno piovoso e più caldo degli ultimi 60 anni, il 2023 vede l’alternanza tra la coda siccitosa del 2022 e precipitazioni intense e fortemente concentrate, indice di una tropicalizzazione del clima italiano.
Nel ciclo infinito della singola goccia, la risorsa influenza una moltitudine di dimensioni, generando energia, sostenendo i consumi civili e produttivi e salvaguardando l’ecosistema. Non solo, nelle stime realizzate dalla Community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti, l’acqua attiva anche una filiera industriale produtt iva lunga e articolata, dal settore primario, alla manifattura, fino al settore energetico e al Servizio Idrico Integrato, abilitando la generazione del 18% del PIL industriale italiano, pari a 320 miliardi di Euro. La disponibilità di acqua nel nostro Paese è messa a rischio dagli effetti del cambiamento climatico, di cui il 2022 ha rappresentato l'”anno nero” con picchi di anomalie termiche e pluviometriche e una crescita della frequenza degli eventi estremi, come piogge intense (+50,2% medio annuo negli ultimi 20 anni) e allagamenti (+26,4% medio annuo nello stesso periodo). La tropicalizzazione del clima italiano non si è arrestata e, nella prima metà del 2023, questi fenomeni sono già aumentati del 130% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il disagio legato alla siccità record del 2022 è stato generalizzato. Fino al 40% dei cittadini ha vissuto gli effetti delle politiche di contenimento dei consumi e il 28% ha subìto razionamenti di acqua nel proprio comune di residenza. La carenza idrica si è concentrata nel Nord-Italia con 5 Regioni che hanno adottato lo stato di emergenza (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte).
La combinazione delle linee di efficientamento del sistema idrico nazionale, a fronte di un investimento cumulato di 32,9 miliardi di euro, genererebbe un risparmio idrico di 9,5 miliardi di m3. Non solo: la riduzione stimata dei volumi idrici immessi in rete proveniente dall’efficientamento delle perdite e dal contenimento dei consumi porterebbe anche a un beneficio in termini di energia risparmiata pari a 1,4 TWh annui. Investire nel settore idrico, inoltre, significa attivare filiere di fornitura e subfornitura adiacenti: ogni euro investito nel settore genera infatti 1,6 euro di ulteriori ricadute economiche positive nei settori contigui. Di conseguenza, l’investimento necessario stimato di 32,9 miliardi di euro genererebbe ulteriori ricadute economiche indirette per il Paese pari a 52 miliardi di euro.
La siccità del 2022 non ha solo influito negativamente sui consumi idrici, ma ha messo a rischio anche la capacità di produzione energetica da fonte idroelettrica, ovvero la prima fonte energetica rinnovabile nel nostro Paese con un contributo medio nel periodo 2012-2021 del 42% sul totale della produzione da fonti rinnovabili in Italia.
La siccità record del 2022 ha determinato una produzione lorda idroelettrica nazionale pari a 30,3 TWh, significativamente inferiore della media del decennio 2012-2021 (48,4 TWh). La perdita di produzione dell’Italia ha rappresentato da sola il 25% della riduzione totale europea di produzione idroelettrica del 2022. Per trovare così basso bisogna risalire al 1954, considerando però un parco idroelettrico con una potenza di 3 volte inferiore a quella attuale. Per dare un dimensionamento, se volessimo compensare questa perdita di produzione idroelettrica con il fotovoltaico, sarebbe necessario installare oltre 4 milioni di pannelli, per una superficie complessiva di oltre 58 km2 , pari a 1/3 dell’estensione del Comune di Milano.
L’idroelettrico è anche una risorsa chiave per raggiungere il target legato alla generazione da fonti rinnovabili al 2030 in Italia. Infatti, anche con il massimo dispiegamento di solare ed eolico, senza il pieno apporto dell’idroelettrico il nostro Paese non potrebbe raggiungere gli obiettivi di quota di rinnovabili sul fabbisogno elettrico nazionale stabiliti dalla bozza del nuovo PNIEC (pari al 65%).
Per contenere gli effetti dei fenomeni idrici estremi sul settore energetico, gli operatori possono efficientare l’esistente e realizzare nuove infrastrutture. Nella ricerca sono state identificate 5 linee di investimento prioritarie: costruzione di nuovi pompaggi idroelettrici sfruttando gli invasi già esistenti. I pompaggi sono, infatti, essenziali nella prospettiva di una crescente penetrazione delle fonti rinnovabili non programmabili come eolico e solare. Questi sistemi garantiscono l’assorbimento dell’eventuale “overgeneration” nelle ore di maggiore disponibilità delle rinnovabili – per esempio nelle ore centrali della giornata – abilitando la copertura della domanda nelle ore di carico elevato e basso contributo delle fonti rinnovabili non programmabili. Installando 3,2 GW di nuovi pompaggi in Italia si potrebbe garantire l’assorbimento di “overgeneration” per circa 2 TWh a fronte di investimenti complessivi per 8 miliardi di euro.
Interventi per valorizzare in ottica energetica i rilasci degli invasi esistenti a scopo irriguo da cui è stata stimata una potenza idroelettrica aggiuntiva pari a 350 MW, per una produzione idroelettrica addizionale di 1 TWh e un volume di investimento totale pari a circa 875 milioni di euro.
Repowering degli impianti idroelettrici esistenti con potenza aggiuntiva stimata pari a 1,6 GW, per una produzione idroelettrica addizionale di circa 4 TWh e un volume di investimento totale pari a circa 560 milioni di euro.
– realizzazione di nuovi impianti mini-idroelettrici per una potenza addizionale di circa 700 MW, stimati sulla base del potenziale massimo di installazione e del trend degli ultimi anni, che supporta una produzione idroelettrica aggiuntiva pari a circa 1,8 TWh e un volume di investimento totale di circa 2,8 miliardi di euro.
Interventi per valorizzare in ottica energetica il ruolo dei fiumi e dei bacini alpini e appenninici. Ad oggi, infatti, circa il 90% dei corsi d’acqua alpini e appenninici idonei è sfruttato per la produzione di energia idroelettrica. Impiegando anche la quota rimanente attualmente non utilizzata, tramite la realizzazione di nuovi bacini connessi, sarebbe possibile produrre 3,7 TWh aggiuntivi di energia idroelettrica, con un investimento totale che potrebbe arrivare a circa 3,0 miliardi di euro.
Complessivamente, portando a sintesi le 5 linee di intervento suggerite per contenere gli effetti dei fenomeni idrici estremi sul settore energetico, risulta come gli operatori industriali potrebbero abilitare un recupero di circa 12,5 TWh (73% della produzione idroelettrica persa nel 2022), a fronte di un investimento complessivo di circa 15 miliardi di euro. Grazie alle ricadute positive indirette sui settori attigui – circa 25 miliardi di euro e generati dagli investimenti nella filiera energetica (pari a 1,64 euro ulteriori per ogni euro investito) – la ricchezza totale distribuita sul territorio nazionale sarebbe complessivamente di circa 40 miliardi di euro.

– Foto f01/Italpress –

(ITALPRESS).

Iren, Cda nomina Signorini amministratore delegato e direttore generale

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Iren SpA, che si è riunito oggi a Reggio Emilia, in seguito alle dimissioni presentate da Gianni Vittorio Armani il 12 giugno 2023, ha cooptato Paolo Emilio Signorini e lo ha nominato quale nuovo Amministratore Delegato e Direttore Generale.
La nomina segue l’indicazione formale che il Comitato di Sindacato dei soci pubblici di Iren SpA – composto da Marco Bucci, Sindaco di Genova, Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino e Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emilia – ha formulato, ai sensi dell’articolo 4.1 del Patto.
Paolo Emilio Signorini, in seguito al conferimento delle deleghe gestionali, si qualifica come amministratore esecutivo non indipendente e, in base alle informazioni disponibili, non detiene azioni della società.
Nato a Genova nel 1963, Signorini si è laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze proseguendo gli studi presso la Yale Law School (Yale University).
Ha iniziato la sua carriera presso la Banca d’Italia e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, successivamente è stato Capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento delle politiche economiche presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (2008-2013) e Capo Dipartimento per le Infrastrutture, i Sistemi Informativi e Statistici presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (2013-2015). E’ stato componente di consigli di amministrazione di società operanti nel settore delle infrastrutture e dei trasporti quali Italferr and Telt SaS. Ha ricoperto, infine, la carica di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (2016-2023).
Il curriculum vitae integrale è disponibile sul sito della società all’indirizzo http://www.gruppoiren.it (Sezione Governance/Organi sociali).
“Sono onorato di entrare a far parte di una realtà come Iren, strategica per i territori in cui opera – ha dichiarato Paolo Emilio Signorini – Metterò al servizio dell’azienda le mie competenze ed esperienze pregresse per portare avanti il percorso già intrapreso dal Gruppo verso la transizione ecologica. Un ringraziamento particolare va ai soci per la fiducia che mi hanno accordato e che sarò onorato di ripagare con impegno e determinazione”.
“A nome del Consiglio di Amministrazione e di tutti i dipendenti, accogliamo con piacere il dott. Signorini, con la consapevolezza che il suo arrivo rappresenta per Iren un’opportunità per rafforzare il Gruppo – hanno dichiarato Luca Dal Fabbro e Moris Ferretti, rispettivamente Presidente e Vice Presidente del Gruppo -. Grazie a un lavoro di sinergia e di squadra, siamo certi di raggiungere gli sfidanti obiettivi del Piano Industriale, prestando attenzione in particolare al costante innalzamento della qualità dei servizi, alla crescita nelle rinnovabili, allo sviluppo di nuove attività a servizio dei territori”.

– foto: ufficio stampa Iren –

(ITALPRESS).

Eni avvia produzione di Baleine in Costa D’avorio con Petroci

SAN DONATO MILANESE (MILANO) (ITALPRESS) – Eni ha avviato oggi la produzione di olio e gas dal giacimento di Baleine, nelle acque profonde della Costa d’Avorio. Questo traguardo arriva a meno di due anni dalla scoperta nel settembre 2021, e a meno di un anno e mezzo dalla Decisione Finale di Investimento. Si tratta del primo progetto di produzione a emissioni zero – Scopo 1 e 2 – in Africa.
Baleine rappresenta ad oggi la più grande scoperta di idrocarburi nel bacino sedimentario della Costa d’Avorio. Il rapido time-to-market è stato possibile grazie allo sviluppo in fasi che caratterizza i recenti progetti di Eni e alla piena collaborazione del partner Petroci. Per la prima fase, la produzione avviene attraverso la FPSO Baleine, un’unità di produzione e stoccaggio galleggiante (FPSO, Floating Production Storage and Offloading unit) ristrutturata e potenziata per consentirle di trattare fino a 15.000 bbl/d di olio e circa 25 Mscf/d di gas associato. L’avvio della fase 2 è previsto per la fine del 2024 e porterà la produzione del campo a 50.000 bbl/d di olio e circa 70 Mscf/d di gas associato. Con la terza fase di sviluppo si prevede di portare la produzione del campo a circa 150.000 bbl/d di petrolio e circa 200 Mscf/d.
Tutta la produzione di gas dal giacimento di Baleine, sia di questa fase di sviluppo che delle prossime, sarà consegnata a terra tramite un gasdotto di nuova costruzione e permetterà al Paese di soddisfare il mercato domestico di elettricità, consolidando l’accesso all’energia, e rafforzare il suo ruolo di hub energetico regionale per i Paesi confinanti.
Il progetto fa leva sulle migliori tecnologie disponibili per ridurre le emissioni. Quelle residue sono compensate attraverso iniziative sviluppate nel Paese, tra cui la fornitura e la distribuzione alle comunità locali di fornelli migliorati, che permettono di eliminare il consumo di legna o carbone in cucina. La distribuzione dei fornelli, avviata nel 2022, permetterà di raggiungere oltre un milione di persone nei prossimi 6 anni. In parallelo, Eni ha avviato studi per progetti di Nature Based Solutions su 380.000 ettari di foreste protette.
“L’avvio di Baleine è una pietra miliare nelle attività di Eni – commenta l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi –
Partendo da uno straordinario successo esplorativo abbiamo raggiunto un time to market leader nel settore a meno di 2 anni dalla dichiarazione di scoperta commerciale. Questo risultato rappresenta i principi fondamentali della nostra strategia, che comprende il pionieristico progetto net-zero dell’Africa, lo sviluppo accelerato, la fornitura di gas al mercato locale e la promozione di una transizione giusta”.
In Costa d’Avorio Eni è impegnata in una serie di progetti mirati al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Oltre ad interventi di riqualificazione nelle scuole e workshop per il rafforzamento delle competenze degli insegnanti, per una platea di 8.500 studenti, è stato siglato con l’Institut National Polytechnique Houphouèt Boigny un accordo quinquennale per formare circa 400 quadri e tecnici impegnati nel settore energetico. Nell’ambito del settore della salute delle comunità, sono state avviate iniziative per promuovere l’accesso a servizi sanitari in 20 cliniche situate in aree vulnerabili in diverse regioni del Paese. Nell’ambito vocational training sono stati avviati due progetti per l’inserimento professionale nei settori energia, automotive e tessile che coinvolgeranno circa 450 giovani. La presenza di Eni in Costa d’Avorio risale agli anni ’60 con la società Agip Còte d’Ivoire. Nel 2015 Eni è rientrata nel Paese, e attualmente detiene partecipazioni nei blocchi CI-101 e CI-802 – sui quali si estende il giacimento di Baleine – oltre che in altri quattro blocchi nelle acque profonde ivoriane: CI-205, CI-501, CI-401 e CI-801, tutti con lo stesso partner Petroci Holding.

– foto: Ufficio stampa Eni –

(ITALPRESS).

Pichetto “Stoccaggio del gas oltre il 90%, sono abbastanza tranquillo”

RIMINI (ITALPRESS) – “Lo stoccaggio del gas ha raggiunto oltre il 90%, sono abbastanza tranquillo”. Così il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin dal Meeting di Rimini incontrando i giornalisti a cui ha specificato che sta anche “andando avanti il piano di diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Dobbiamo ancora aggiungere qualcosa sui rigassificatori – spiega – che servono a dare garanzia e sicurezza. Il gas via tubo costa leggermente meno, ma i rigassificatori danno la garanzia che in caso di squilibrio si possano avere rifornimenti”.
Sull’approvvigionamento delle fonti, il ministro aggiunge inoltre che c’è un “piano per diversificarle” e ricorda che “da qualche giorno è entrato in funzione il rigassificatore di Piombino e nel 2024 entrerà in funzione quello di Ravenna”.
“Dobbiamo andare avanti – ha assicurato il ministro – sulle rinnovabili, come l’eolico, il geotermico, e la grande sfida dell’idrogeno, su cui l’Italia ha impegnato 3,5 miliardi di euro e il percorso dell’idrogeno è il percorso del futuro”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Terna firma con Ue finanziamento per interconnessione Italia-Tunisia

ROMA (ITALPRESS) – Terna e Steg, la società tunisina dell’elettricità e del gas, hanno firmato con la Commissione europea il grant agreement che dà il via al finanziamento di 307 milioni destinato all’interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia, il ponte energetico invisibile, denominato “Elmed”, che collegherà l’Europa e il Nord Africa.
Per l’opera, il cui procedimento autorizzativo è stato avviato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a fine 2022, è previsto un investimento complessivo di circa 850 milioni. Di questi, 307 milioni sono stati stanziati dalla Commissione europea tramite Connecting Europe Facility (CEF), il fondo dell’Ue destinato allo sviluppo di progetti chiave per il potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. Per la prima volta fondi CEF sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale di uno Stato membro e uno Stato terzo.
“La firma del grant agreement segna un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di un’opera strategica per il sistema elettrico dei due Paesi e dell’intera Europa”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Ad di Terna. “Elmed abiliterà lo sviluppo delle energie rinnovabili e, allo stesso tempo, consentirà benefici economici e industriali, attraendo investimenti e creando nuovi posti di lavoro”, ha aggiunto.
L’interconnessione Italia-Tunisia contribuirà all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico tramite la diversificazione delle fonti e, soprattutto, all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa. Una volta entrato in esercizio, il collegamento favorirà la riduzione delle emissioni climalteranti, abilitando il raggiungimento degli obiettivi fissati a livello nazionale e internazionale in materia di energia e clima dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima e dal Green New Deal. Inoltre, la Banca mondiale ha recentemente destinato alla Tunisia un finanziamento di 268,4 milioni di dollari, in parte dedicato alla realizzazione della stazione di conversione (inclusa nel perimetro finanziato dal CEF) e in parte dedicato ai rinforzi interni di rete funzionali all’esercizio dell’interconnessione. L’elettrodotto si snoda tra la stazione elettrica di Partanna, in provincia di Trapani, e quella di Mlaabi, nella penisola tunisina di Capo Bon, per una lunghezza complessiva di circa 220 km (la maggior parte in cavo sottomarino), con una potenza di 600 MW e una profondità massima di circa 800 metri, raggiunti lungo il Canale di Sicilia.
A maggio scorso ha avuto inizio il processo di procurement.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Terna-