MILANO (ITALPRESS) – L’ARERA ha approvato le modalità di affidamento del Servizio a Tutele Graduali (STG) per i clienti domestici “non vulnerabili” ancora in maggior tutela entro la prevista scadenza del 10 gennaio 2024. Il trasferimento dei clienti interessati avverrà a partire dal 1° aprile 2024 se nel frattempo non avranno ancora scelto un fornitore nel mercato libero.
Il Servizio a Tutele Graduali è il servizio predisposto da ARERA per garantire la continuità della fornitura ai clienti che non avranno un fornitore dal mercato libero al momento della rimozione del servizio di maggior tutela.
È già stato applicato (ai sensi della legge 124/2017) alle piccole imprese da gennaio 2021 e alle microimprese da gennaio 2023, consentendo, a chi non ha aveva scelto un venditore sul mercato libero, di essere servito – senza alcuna interruzione nell’erogazione della fornitura di energia elettrica – da venditori selezionati attraverso specifiche procedure concorsuali.
In base a quanto previsto dal decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 17 maggio 2023 (Misure per l’ingresso consapevole dei clienti finali nel mercato libero), l’Autorità ha definito oggi le regole per l’assegnazione del STG ai clienti domestici “non vulnerabili”.
I clienti vulnerabili rimarranno invece transitoriamente riforniti nell’ambito dell’attuale servizio di maggior tutela, rinviando a successivo provvedimento dell’Autorità gli interventi funzionali alla sua rimozione per questa categoria.
Si ricorda che, ai sensi del decreto legislativo 210/21, viene definito “cliente vulnerabile”: chi ha un’età superiore ai 75 anni; chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio è percettore di bonus energia); chi versa in gravi condizioni di salute che richiedono l’utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche salvavita alimentate dall’energia elettrica o i soggetti presso i quali sono presenti persone che versano in tali condizioni; chi è un soggetto con disabilità ai sensi della legge 104/92; chi si trova in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi;
chi si trova in un’isola minore non interconnessa.
Per la selezione degli operatori chiamati a fornire il Servizio Tutele Graduali ai clienti non vulnerabili, per ciascuna delle 26 aree territoriali in cui è stata divisa l’Italia si terranno delle aste con un sistema a turno unico, a busta chiusa, simultaneo per tutte le aree. Ciascuna area ha numero di clienti medio di 220 mila unità. Gli operatori che parteciperanno dovranno rispettare rigidi requisiti di solidità economico-finanziaria, gestionale ed operativa e potranno vedersi assegnate massimo il 30% delle aree. Si potrà ricorrere ad un’asta di “riparazione” per le zone rimaste non assegnate.
Il prezzo applicato ai clienti finali STG sarà unico in tutto il Paese, con un sistema di perequazione per i venditori e verranno applicate condizioni contrattuali simili a quelle delle offerte PLACET. Il Servizio a Tutele Graduali avrà una durata limitata a 3 anni.
Il venditore che fornisce il cliente nell’ambito della maggior tutela dovrà allegare ad almeno due bollette (tra settembre 2023 e marzo 2024) una specifica informativa, distinguendo tra clienti vulnerabili e clienti non vulnerabili.
Ai non vulnerabili, soggetti direttamente interessati dal termine della Maggior Tutela, si dovrà dare evidenza del cambio verso il fornitore del STG selezionato tramite asta.
Per tutti resta naturalmente possibile, in qualsiasi momento, scegliere un contratto di fornitura di energia elettrica nel mercato libero.
-foto home page Arera –
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Arera definisce il servizio di tutele graduali per clienti “non vulnerabili”
Altair completa l’acquisto della maggioranza di GWCER
ROMA (ITALPRESS) – Altair S.P.A., società leader in Europa e in Italia in ambito cimiteriale e già presente nel settore green con Altair Green Energy, ha consolidato oggi, attraverso un consistente aumento di capitale (4 milioni di euro) la maggioranza di GreenwolfCER S.r.l. (anche GWCER) società all’interno della quale, Greenwolf S.r.l., in previsione di questa operazione, ha conferito il proprio ramo d’azienda dedicato alla realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili a Trazione Pubblica (modello Registrato). Greenwolf è società leader nello sviluppo di servizi Smart Public Lighting e di Smart Road, attraverso lo strumento del Partenariato Pubblico Privato.
GWCER, con un un patrimonio netto di oltre 8 milioni di euro ed un capitale sociale di 4 milioni, ha una pipeline di oltre 200 proposte attive presso le PA italiane, per un totale di oltre 100 MW di impianti FER.
L’operazione e stata seguita dagli Avvocati Enrico Valerio (Partner) ed Edoardo Morlin dello Studio Biscozzi Nobili Piazza per Altair e da Giorgio Demo dello Studio Zidarich Bonato Demo per Greenwolf.
GWCER sarà guidata da un CDA di donne e uomini che da anni danno il loro importante contributo nel mondo dell’efficientamento energetico e della finanza etica: Presidente in carica Paolo Zanghieri, Amministratore Delegato Stefano Bonino, mentre i Consiglieri sono Matteo Manfredi, Claudio Spadacini e Loredana Ruggieri.
Paolo Zanghieri, neo Presidente di GWCER, presentando l’operazione ha commentato: “Ci accumuna la volontà di radicare modelli di crescita innovativi, rispettosi dell’ambiente e del territorio. Siamo partner degli Enti Locali, ma anche di cittadini e aziende che credono in una crescita rispettosa di valori ambientali, sociali ed etici. Non a caso la forma giuridica delle nostre CER è la Fondazione di Partecipazione, perchè l’energia da fonti rinnovabili è un bene da promuovere e tutelare nell’interesse della società tutta”.
“Lavoriamo su questo progetto dal 2018, ispirati dalla direttiva REDII – ha precisato l’AD, Stefano Bonino – e oggi GreenwolfCER è il primo operatore in Italia che ha creato un modello di Comunità Energetica dove gli Enti Locali territoriali, in qualità di soci fondatori, guidano la comunità intera verso una vera e completa transizione energetica. GWCER, in qualità di soggetto proponente e poi concessionario realizza a proprie spese gli impianti FER per la PA e poi promuove e gestisce, anche grazie alla piattaforma digitale appositamente realizzata, la comunità energetica aperta a produttori, consumatori e prosumer.
Il nostro modello assicura tempi rapidi di avvio, una governance della comunità energetica stabile e garantisce chi sceglie di investire nella realizzazione di nuovi impianti FER da mettere a disposizione della comunità”.
– logo Green Wolf –
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Snam aderisce a Tech4planet, partner di Cdp Venture per la sostenibilità
ROMA (ITALPRESS) – Snam aderisce in qualità di corporate partner a Tech4Planet, il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico creato due anni fa da CDP Venture Capital Sgr per favorire l’accesso al mercato e sostenere la crescita di nuove imprese, concepite all’interno di laboratori di ricerca e dedicate alla sostenibilità ambientale. Tech4Planet investe in progetti di ricerca scientifica nati in ambito universitario, con focus nei settori energytech, circular economy, sustainable manufacturing, smart mobility e water management. Il Polo coinvolge primari player industriali nel settore dell’energia e si avvale del contributo, in qualità di Promotori Scientifici, dei Politecnici di Milano, Torino e Bari, che cooperano con le aziende coinvolte nella ricerca di progetti ad alto impatto di mercato che abbiano anche un effetto catalizzatore per le regioni del Sud Italia.
In particolare, il contributo di Snam si concentrerà nell’energytech per sostenere progetti di nuove startup che sviluppano soluzioni o servizi innovativi per la sostenibilità energetica e potrà quindi avere accesso alla fase di Tech Incubation tramite la partecipazione a PoC (Proofs of Concept – prototipazioni) e Business Creation, con l’obiettivo di valutare nuovi business attraverso un’analisi che si concentra sul business plan e business model della startup. Inoltre, Snam potrà beneficiare di un osservatorio privilegiato sulle nuove opportunità che CDP Venture Capital attraverso Tech4Planet sta valutando e, se di interesse, potrà co-investire nelle startup selezionate dal Polo. Al fine di giocare un ruolo attivo in questa partnership, Snam ha nominato un proprio esperto all’interno dello Scientific Advisory Committee di Tech4planet.
“Siamo onorati di diventare corporate partner di CDP Venture Capital attraverso l’ingresso in Tech4planet e riteniamo strategica per Snam la presenza in questo network per promuovere, supportare ed accelerare l’innovazione nell’ambito delle tecnologie verdi. Inoltre, riteniamo di poter portare un grande valore aggiunto, agendo come membro attivo nella partnership e fornendo accesso alle innovazioni che stiamo sviluppando internamente all’azienda, e che potrebbero tramutarsi in scale up o in future collaborazioni”, ha detto Pere Margalef Valldeperez, SVP Decarbonization Technology Solutions.
L’adesione a questa iniziativa consentirà a Snam di aumentare la propria visibilità su opportunità di investimento monitorate dal fondo in una fase preliminare, quindi con potenziale incremento dell’ingaggio nel programma HyAccelerator e altre attività di sviluppo tecnologico del team R&D di Snam. Allo stesso tempo, Snam potrà sottoporre all’attenzione del fondo nuove opportunità di investimento per garantire seguito alle attività di sviluppo tecnologico e creazione di nuovi business in valutazione.
Negli ultimi tre anni, Snam ha avviato numerose attività di ricerca, sviluppo ed innovazione nell’ambito della decarbonizzazione, spaziando tra temi riguardanti l’intera catena del valore dell’idrogeno e della CCUS (Carbon Capture Utilisation and Storage), tramite un team dedicato. Il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico Tech4Planet rientra nella strategia di azione del fondo di Technology Transfer di CDP Venture Capital che investe in tutta la filiera del Trasferimento Tecnologico con la creazione di Poli Nazionali che federano le principali Università e i Centri di ricerca di eccellenza per individuare e finanziare le migliori tecnologie deep tech.
Ad oggi sono 5 i Poli Nazionali di Trasferimento Tecnologico operativi sul territorio nazionale, ciascuno concentrato su un mercato specifico: RoboIT per la Robotica e l’Automazione Industriale, Extend per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici in ambito biofarmaceutico, Galaxia per le nuove imprese dedicate al settore dell’Aerospazio, Farming Future per l’AgriFood Tech e Tech4Planet in ambito sostenibilità ambientale. Parallelamente il fondo investe in fondi settoriali per potenziare la crescita delle migliori aziende sul mercato. Un approccio di sistema che fa leva sulle opportunità più promettenti della ricerca italiana per far nascere nuove generazioni di imprenditori e di investitori. Con questa iniziativa, Snam conferma il proprio interesse nei confronti di progetti di innovazione che favoriscano lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi business.
– foto: Agenzia Fotogramma –
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Open Fiber ed Euromilano insieme per il primo Smart District d’Italia
MILANO (ITALPRESS) – Nasce UpTown, un quartiere digitalmente avanzato al centro di un progetto di rigenerazione urbana basato su tre pilastri: digitale, sostenibilità e buona qualità di vita.
Un abitato nel quale tecnologia e natura coesistono in maniera armonica, interamente cablato in fibra ottica e con le abitazioni ecosostenibili, climatizzate e carbon-free: è il ritratto di UpTown, il nuovo quartiere milanese al centro di un progetto di rigenerazione urbana basato sull’innovazione.
Questo nuovo quartiere è ancora in costruzione e prende le fila dalla vecchia Cascina Merlata, alle porte di Milano, a ridosso del confine nord-occidentale del capoluogo.
UpTown si aggiunge agli oltre 4500 Comuni delle aree bianche completati con la rete FTTH (Fiber To The Home) e alle 240 città già connesse alla rete ultraveloce con investimenti privati della società Open Fiber. UpTown però rappresenta qualcosa di totalmente diverso, in quanto si configura come il primo Smart District italiano: in altre parole un quartiere progettato e realizzato per offrire ai residenti un ambiente tecnologicamente all’avanguardia, dove la banda ultra larga è parte dello stesso tessuto urbano, in modo da semplificare ogni aspetto della vita quotidiana grazie a servizi digitali di qualità sempre disponibili.
Dietro a questo avanzato progetto c’è Euromilano, una realtà consolidata del panorama immobiliare meneghino, responsabile delle più importanti trasformazioni cittadine, come ad esempio il recupero delle Cartiere Binda, la riqualificazione del quartiere Certosa/Quarto Oggiaro e delle aree ex Alfa Romeo di Arese e persino lo sviluppo delle nuove sedi del Politecnico.
Ma in cosa consiste esattamente uno Smart District? Da un punto di vista tecnico, si può definire come un quartiere che nasce già connesso in fibra ottica, dove la rete ultraveloce è un requisito basilare. Internet of Things, cloud computing, domotica o videosorveglianza saranno quindi attività naturalmente possibili grazie a un’infrastruttura all’avanguardia, ma il punto di forza del distretto sarà sicuramente la sua matrice basata su innovazione, sostenibilità e socialità.
Up Town non è solo internet ultraveloce ma una commistione di tecnologie che, integrandosi tra loro, conducono a un’area dove ecosostenibilità e innovazione vanno di pari passo. Il quartiere è dotato di una rete geotermica di raffrescamento estivo e di teleriscaldamento invernale completamente carbon-free che non utilizza gas per uso sanitario o alimentare.
In breve: tecnologia, sostenibilità e qualità della vita, Lo racconta Valeria Lorenzelli, District Manager di UpTown:
“Cosa rende Smart una città? Secondo noi è la somma di tutti quei servizi ed azioni che garantiscono qualità della vita, sicurezza ambientale, velocità ed efficacia della mobilità. Per fare questo la tecnologia non basta, serve una visione di sviluppo che tenga insieme i diversi livelli dell’abitare urbano: la casa, il condominio, il quartiere e quindi la città nel suo insieme. Alla base di tutto è fondamentale disporre di un’infrastruttura digitale all’avanguardia, veloce, affidabile e diffusa capillarmente. Ecco perchè, fin dalla progettazione, UpTown prevede la realizzazione di una rete di connessione che porti nel parco, nelle amenities condominiali e in tutti gli appartamenti la fibra ottica. Open Fiber è il partner che fin dall’inizio ha dimostrato di condividere e sostenere questa visione, che oggi diventa realtà”.
“La collaborazione continuativa con lo smart district UpTown si innesta perfettamente nella politica di sviluppo sostenibile di Open Fiber spiega Patrizio Diodati, responsabile Business Development della funzione Marketing Strategico di Open Fiber . “L’idea di cablare gli edifici sin dalla fase costruittiva consente di disporre di una rete nativa ultraveloce a bassa latenza che abilita una fruizione ottimale di servizi quali lo streaming online di contenuti ad alta definizione, il gaming, portando altresì ad un risparmio energetico importante, di circa l’85% rispetto alle reti tradizionali in rame. La presenza di Open Fiber all’interno di UpTown va anche in contro allo sviluppo di servizi smart che rendono l’ecosistema abitativo più sano e sostenibile. Servizi come l’illuminazione pubblica, la gestione dei rifiuti o il monitoraggio del traffico consentono di avere un efficientamento tramite la connessione in fibra di dispositivi intelligenti a sensori”.
Anche il comparto della piccola e media impresa trae vantaggio da un ecosistema urbano avanzato e connesso come quello di UpTown, come ci racconta Sara Malgarini della cartoleria La Graffetta di Cascina Merlata: “La nostra è una cartoleria che offre, oltre agli articoli più classici che caratterizzano una attività come la nostra, anche altri servizi che sfruttano appieno tutte le potenzialità di una connessione ultraveloce, come ad esempio gli access point dei maggiori corrieri espressi, o il servizio di drop point per effettuare pagamenti online. Con una rete di questo tipo a disposizione i nostri servizi possono essere più rapidi, sicuri, e vanno a soddisfare maggiormente le esigenze di un cliente che ha sempre meno tempo a disposizione per questo tipo di commissioni”.
-foto ufficio stampa Euromilano-
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Eni, Giorgetti visita il Centro di Ricerche di Bogliano
SAN DONATO MILANESE (MILANO) (ITALPRESS) – Il presidente di Eni, Giuseppe Zafarana, e l’amministratore delegato della società, Claudio Descalzi, hanno accolto oggi nel Centro di Ricerche Eni di Bolgiano, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Guido Guidesi, e il Sindaco di San Donato Milanese, Francesco Squeri, per illustrare le soluzioni tecnologiche al centro della strategia di decarbonizzazione dell’azienda. Il Centro di Ricerche Eni di Bolgiano dal 1985 è uno spazio dedicato all’innovazione. Il centro comprende un cluster di laboratori scientifici che lavorano alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie in ambiti che spaziano dalle geoscienze all’ingegneria, dalla chimica alla scienza dei materiali, mirando a raggiungere nuovi traguardi di efficienza e maggiore sostenibilità da applicare a livello industriale. Eni promuove al suo interno tecnologie proprietarie e “breakthrough” per la decarbonizzazione con riferimento ai tre principali ambiti di ricerca aziendali: rinnovabili e nuove energie, soluzioni per la decarbonizzazione, prodotti circolari e bio.
In occasione della visita sono stati illustrati i risultati più significativi raggiunti dalla R&D di Eni tra cui i progetti e le tecnologie per la decarbonizzazione del settore dei trasporti tramite lo sviluppo delle agroenergie e del processo Ecofining che consentono anche di ricavare biocarburanti da scarti e materie prime di origine biologica non in competizione con l’uso alimentare. In un’ottica di economia circolare, Eni è fortemente impegnata nell’utilizzo di materiale di scarto come fonte primaria di energia e oltre all’impiego di Waste&Residues, come a esempio oli di frittura esausti, grassi animali e Palm Fatty Acid Distillate, ha sviluppato un “Database biofeedstock”, in cui le materie prime bio di diverse tipologie vengono caratterizzate e studiate per prevedere la loro efficacia nella produzione di biocarburanti. Il Database Eni, che al momento contiene più di 400 biocariche, è uno dei primi al mondo e uno dei più ricchi in termini di varietà di biomaterie prime caratterizzate. Inoltre, sono state presentate le innovazioni nel campo della robotica per automatizzare e digitalizzare le attività di monitoraggio ambientale e di integrità degli asset, la ricerca sulle nuove rinnovabili e sullo stoccaggio energetico, nonchè i sistemi e i prodotti nell’ambito della cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2.
Un focus particolare è stato riservato alle tecnologie che possano rivelarsi come “breakthrough tecnologici” e alle collaborazioni scientifiche con le principali Università e Centri di Ricerca in Italia e nel mondo, tra cui il Massachusetts Institute of Technology, Enea e Cnr con cui Eni è impegnata nella ricerca sulla energia da fusione, che potrebbe rappresentare un vero e proprio “game changer” nel campo delle energie decarbonizzate perchè – una volta portata a livello industriale – permetterebbe di generare grandi quantità di energia a zero emissioni, con un processo sicuro e virtualmente illimitato. Eni con i suoi 7 Centri di ricerca in Italia, oltre 1.000 ricercatori e 8.000 brevetti è un’azienda a forte contenuto tecnologico. L’innovazione è lo strumento con cui Eni affronta la complessità delle sfide poste dalla transizione energetica, con l’obiettivo di offrire soluzioni, servizi, e prodotti sempre più decarbonizzati, anche attraverso la creazione di nuovi modelli di business. Ogni nuovo risultato ottenuto dalla Ricerca Eni contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo Net Zero al 2050, con un approccio basato sul principio di neutralità tecnologica, secondo cui non esiste una unica soluzione per realizzare la transizione energetica, ma è necessario disporre di un mix tecnologico adattabile ad applicazioni ed esigenze diverse.
– foto ufficio stampa Eni –
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Intervista a ChatGPT sulle auto elettriche
Le vendite di auto elettriche sono in costante crescita in Italia e in tutta l’Europa. A oggi sembrano essere l’unica vera alternativa alle auto alimentate a benzina che possa consentire ai singoli Stati di avvicinarsi agli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
Le marche di autovetture lanciano modelli di auto sempre più efficienti mettendo in secondo piano le motorizzazioni a benzina, come nel caso di Mercedes Benz che ha lanciato un’intera gamma delle celebri Smart alimentata con motori elettrici, la Hashtag One.
Le voci contrarie alle auto elettriche sono ormai in netta minoranza e per avere un altro “parere illustre e illuminato” abbiamo fatto un test, intervistando il Bot di OpenAI chat GPT sul tema. Qui di seguito il nostro “botta e risposta”.
Come potrete leggere il Bot non si è limitato a fornire risposte “comode” e ha anche evidenziato alcuni punti da considerare sul tema delle motorizzazioni elettriche. Allo stesso tempo si è dichiarato ottimista sul fatto che questi temi saranno indirizzati e risolti dai singoli stati.
ChatGPT ha inoltre citato alcune alternative alle motorizzazioni elettriche ma ha dichiarato che a oggi nessuna di queste alternative sembra essere in grado di sostituire completamente le auto a benzina o gasolio nel breve termine, diversamente da quanto potrebbero fare le auto elettriche.
Infine Chat GPT ha approvato, sia da un punto di vista strategico che da un punto di vista ambientale, l’operato dei produttori di autovetture che stanno investendo nella produzione di nuove linee con motorizzazione elettrica.
Ecco a voi la nostra intervista a Chat GPT, ovviamente senza omissioni.
Italpress: “ChatGPT cosa ne pensi delle auto elettriche come alternativa alle auto a benzina al fine di contribuire a limitare le emissioni di CO2?”
ChatGPT: “Le auto elettriche sono un’alternativa molto promettente alle auto a benzina per contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2. A differenza delle auto tradizionali che bruciano carburanti fossili, le auto elettriche sono alimentate da batterie ricaricabili, che possono essere alimentate da fonti di energia rinnovabili come l’energia solare o eolica.
Ci sono però alcuni punti da considerare:
- Produzione di batterie: La produzione delle batterie per le auto elettriche è un processo ad alta intensità di energia e può comportare l’emissione significativa di CO2, a seconda della fonte di energia utilizzata. Inoltre, l’estrazione di litio, cobalto e altri materiali necessari per le batterie può avere impatti ambientali negativi se non gestita correttamente.
- Infrastruttura di ricarica: La disponibilità e l’accessibilità delle stazioni di ricarica è un altro fattore chiave. Molti paesi stanno ancora lavorando per costruire l’infrastruttura necessaria per supportare un numero crescente di auto elettriche.
- Fonte di elettricità: Anche se le auto elettriche non emettono CO2 durante la guida, l’energia utilizzata per ricaricare le loro batterie potrebbe provenire da fonti che producono emissioni di CO2, a seconda di come viene prodotta l’elettricità nel paese.
Tuttavia, nonostante queste sfide, il passaggio alle auto elettriche è generalmente visto come un passo importante per ridurre le emissioni di CO2 e combattere i cambiamenti climatici. L’innovazione continua nella tecnologia delle batterie, l’infrastruttura di ricarica e le fonti di energia rinnovabile contribuiranno a migliorare ulteriormente l’efficacia delle auto elettriche nel limitare le emissioni di CO2”.
Italpress: “Per quanto riguarda la produzione di batterie per autovetture elettriche ritieni che in futuro sarà possibile produrre più efficienti e con un minor impatto ambientale?”
Chat GPT: Sì, ci sono molte ragioni per essere ottimisti riguardo al futuro delle batterie per auto elettriche.
La ricerca e lo sviluppo in questo campo sono molto attivi e si stanno facendo progressi significativi su diverse fronti. Ecco alcuni aspetti chiave:
- Efficienza energetica: La capacità delle batterie continua a migliorare, il che significa che le auto elettriche saranno in grado di percorrere distanze più lunghe con una singola carica. Ciò aumenta non solo l’efficienza energetica delle auto elettriche, ma ne aumenta anche l’attrattiva per i consumatori.
- Materiali alternativi: Ci sono molte ricerche in corso per trovare materiali alternativi per le batterie che siano più abbondanti, più economici e meno dannosi per l’ambiente rispetto a quelli attualmente utilizzati. Ad esempio, ci sono sforzi per sviluppare batterie al litio-aria, al sodio-ionico, al magnesio-ionico e a stato solido, tra gli altri.
- Riciclo delle batterie: Sono in corso sforzi per migliorare il riciclo delle batterie al fine di ridurre l’impatto ambientale della loro produzione. Questo non solo ridurrebbe la necessità di materiali nuovi, ma anche il volume di rifiuti di batterie.
- Produzione a basse emissioni di carbonio: C’è un crescente interesse per l’uso di energia rinnovabile nella produzione di batterie, il che potrebbe ridurre significativamente le emissioni di CO2 associate alla loro produzione.
In sintesi, mentre ci sono sicuramente sfide associate alla produzione di batterie per auto elettriche, ci sono anche molte opportunità per migliorare la loro efficienza e ridurre il loro impatto ambientale. La chiave sarà continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e processi”.
Italpress: “Le colonnine per ricaricare le batterie di auto elettriche sono attualmente troppo poche rispetto al numero di auto elettriche già in circolazione in Italia. Pensi che in futuro questo problema sarà risolto dai governi dei singoli Stati?”
ChatGPT: “La costruzione di un’infrastruttura di ricarica adeguata è una sfida fondamentale per l’adozione di veicoli elettrici in molti paesi, inclusa l’Italia. Il progresso in questo senso dipende da vari fattori, tra cui le politiche governative, l’investimento privato, l’innovazione tecnologica e la domanda dei consumatori.
I governi di molti paesi stanno già prendendo provvedimenti per promuovere l’espansione dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici. Questo include incentivi fiscali per la costruzione di stazioni di ricarica, normative che richiedono nuove costruzioni ad includere l’infrastruttura di ricarica, e direttamente finanziando la costruzione di stazioni di ricarica pubbliche.
In Italia, il governo ha annunciato piani per espandere l’infrastruttura di ricarica come parte della sua strategia per promuovere la mobilità elettrica. Questo include l’obiettivo di installare migliaia di nuove stazioni di ricarica in tutto il paese nei prossimi anni. L’Italia ha anche beneficiato dell’assistenza finanziaria dell’Unione Europea, che ha stabilito obiettivi ambiziosi per l’espansione dell’infrastruttura di ricarica in tutta l’UE.
Allo stesso tempo, molte aziende private stanno investendo nella costruzione e nel miglioramento dell’infrastruttura di ricarica. Ciò include non solo costruttori di auto come Tesla, ma anche aziende energetiche e tecnologiche.
In sintesi, mentre l’espansione dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici è sicuramente una sfida, c’è un crescente impegno da parte di governi e aziende private per affrontare questo problema. Con un adeguato sostegno politico e investimenti, è ragionevole aspettarsi che l’infrastruttura di ricarica continuerà a migliorare nel futuro.”
Italpress: “Ritieni che oggi ci siano alternative veramente e concretamente praticabili nel breve periodo alle autovetture elettriche come sostituto delle auto inquinanti alimentate a benzina o a gasolio?”
ChatGPT: “Le auto elettriche sono attualmente considerate la scelta più promettente per sostituire le auto alimentate a benzina e gasolio, grazie alla loro efficienza energetica e all’assenza di emissioni locali. Tuttavia, ci sono altre tecnologie in fase di sviluppo che potrebbero giocare un ruolo nel futuro dei trasporti. Ecco alcune di queste:
- Auto ibride plug-in: Queste auto combinano un motore a combustione interna con una batteria elettrica ricaricabile. Possono funzionare in modalità completamente elettrica per brevi distanze, e poi passare al motore a benzina per distanze più lunghe. Le auto ibride plug-in possono essere un buon compromesso per i conducenti che desiderano ridurre le loro emissioni ma sono preoccupati per l’autonomia delle auto completamente elettriche.
- Auto a idrogeno: Queste auto utilizzano celle a combustibile per generare elettricità dall’idrogeno, con l’unico sottoprodotto che è l’acqua. Tuttavia, la produzione, il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno presentano sfide significative, e l’infrastruttura di rifornimento di idrogeno è attualmente molto limitata.
- Biocarburanti: I biocarburanti, come l’etanolo e il biodiesel, possono essere utilizzati in motori a combustione interna al posto della benzina o del gasolio. Questi carburanti possono essere prodotti da risorse rinnovabili come le colture o i rifiuti agricoli. Tuttavia, la produzione di biocarburanti può essere energeticamente intensiva e può competere con la produzione alimentare per l’uso della terra.
- Auto a gas naturale: Queste auto utilizzano gas naturale compresso o liquefatto come carburante. Le emissioni di CO2 sono generalmente inferiori rispetto alle auto a benzina, ma il gas naturale è ancora una fonte di combustibile fossile e la sua estrazione e produzione possono avere impatti ambientali significativi.
Nel complesso, mentre ci sono diverse tecnologie in fase di sviluppo che potrebbero aiutare a ridurre l’impatto ambientale dei trasporti, nessuna di queste alternative sembra essere in grado di sostituire completamente le auto a benzina o gasolio nel breve termine. Le auto elettriche, con la loro combinazione di efficienza energetica, emissioni zero a livello locale e compatibilità con l’energia rinnovabile, sembrano essere la scelta più promettente per il futuro dei trasporti personali.”
Italpress: “Ritieni che i produttori di autovetture stiano operando una scelta corretta dal punto di vista strategico e dal punto di vista ambientale investendo nello sviluppo di modelli di auto alimentati con motori elettrici?”
Chat GPT: “Dal punto di vista strategico, l’investimento dei produttori di auto nei veicoli elettrici sembra essere una scelta molto sensata. La domanda di veicoli elettrici è in crescita, spinta da una maggiore consapevolezza ambientale, l’abbassamento dei costi delle batterie, l’incremento dell’autonomia dei veicoli elettrici, e le politiche governative che incentivano l’acquisto di veicoli a zero emissioni. Inoltre, un numero crescente di paesi sta annunciando piani per vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel nel prossimo futuro, il che rende inevitabile la transizione verso i veicoli elettrici.
Dal punto di vista ambientale, la scelta di investire in veicoli elettrici è anche fondamentale. I trasporti rappresentano una quota significativa delle emissioni globali di gas serra, e il passaggio a veicoli elettrici è un passo chiave per ridurre queste emissioni. Anche se la produzione di veicoli elettrici e l’energia utilizzata per ricaricare le loro batterie possono ancora avere un impatto ambientale, questo è generalmente inferiore a quello delle auto a combustione interna nel corso della vita del veicolo, e continua a diminuire con l’innovazione tecnologica e l’aumento delle energie rinnovabili.
In conclusione, mentre ci sono ancora sfide da affrontare nella transizione verso i veicoli elettrici, come l’infrastruttura di ricarica e la produzione sostenibile di batterie, l’investimento in questa tecnologia sembra essere sia una scelta strategica intelligente per i produttori di auto che un passo importante per ridurre l’impatto ambientale dei trasporti.”
Energia, Besseghini “Crisi prezzi meno intensa, ma mercati ancora tesi”
ROMA (ITALPRESS) – “Veniamo da due anni particolarmente impegnativi, a tratti drammatici. Non siamo ancora in una fase in cui possiamo limitarci a considerare quanto accaduto. La crisi dei prezzi morde con meno intensità, ma i mercati energetici sono ancora tesi, esposti a forti oscillazioni e pronti a reagire negativamente al mancato sviluppo di quelle iniziative di riallineamento strutturale del bilancio domanda offerta, che sono state intraprese nel corso dell’emergenza”. Così il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nel corso della Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta presentata in Parlamento alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Secondo Besseghini, un elemento che è emerso dalla gestione di questo lungo periodo di crisi “è l’importanza di un approccio flessibile. Di fronte a sollecitazioni esogene e tempi incerti, il maggiore valore è la velocità di una risposta concreta. Anche la regolazione ha dovuto reagire prontamente, per non essere essa stessa un freno alla capacità di reazione degli operatori e dei consumatori. L’estate 2022 e quanto avvenuto nel settore energetico, in particolare nel settore del gas, ne è un paradigma. Solo una gestione attenta alle esigenze dei consumatori e degli operatori ha permesso di fronteggiare le diverse criticità che si stavano determinando”, aggiunge.
Dalla Relazione emerge come nel 2022, secondo anno di attuazione del regime di riconoscimento automatico dei bonus, sono stati erogati complessivamente 6.207.263 bonus per disagio economico: 3.766.105 bonus elettrici (+51,4% rispetto al 2021) e 2.441.158 bonus gas (+58,7%) per un valore complessivo di oltre 2.162 milioni di euro (circa 1.313 milioni di euro per i bonus elettrici e a circa 849 milioni di euro per i bonus gas diretti). Resta “a domanda” attraverso il sistema SGATE il bonus per disagio fisico, che nel 2021 è stato riconosciuto a 52.176 famiglie (+24,33%). A partire dal 1° ottobre 2021, una serie di previsioni legislative ha disposto il rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas su base trimestrale, finanziato con fondi del bilancio dello Stato trasferiti alla Cassa per i servizi energetici e ambientali. L’Autorità ha, quindi, introdotto la componente compensativa integrativa (CCI), aggiuntiva al bonus “ordinario” e aggiornata ogni trimestre. Sempre in quest’ottica, il Governo ha adottato ulteriori misure urgenti per contrastare gli effetti economici della crisi ucraina prevedendo, in particolare, di innalzare, per il periodo 1° aprile-31 dicembre 2022, la soglia ISEE per poter accedere al bonus sociale elettrico e gas a 12.000 euro (salita poi a 15.000 euro per il 2023, 30.000 euro per le famiglie numerose).
Nel corso del 2022 i diversi interventi pubblici hanno ridotto la bolletta finale dei clienti domestici, contrastando gli alti prezzi della fase di crisi. Per quanto riguarda i consumi di energia elettrica – si legge ancora – questi si sono ridotti dell’1,1%; la diminuzione dei consumi elettrici è stata più sensibile nell’industria (-3,9%), nel residenziale (-2,8%) e nell’agricoltura (-1,7%), in aumento invece nel settore terziario (+4%). La domanda nazionale è stata soddisfatta per poco più dell’86% dalla produzione nazionale, mentre per la parte rimanente dal saldo con l’estero. Questi valori sono in linea con quelli del 2021 (ma nel 2020 la quota di produzione nazionale era stata invece del 90%). La produzione nazionale è diminuita dell’1%, mentre le importazioni sono cresciute dell’1,8% e le esportazioni del 16,4%. Nel 2022 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 7,5 miliardi di metri cubi, attestandosi a 67,3 miliardi di metri cubi (-10% rispetto al 2021). I consumi del settore industriale sono scesi del -15,5% e quelli della generazione termoelettrica del -4,1%. Livello minimo raggiunto anche per ‘Commercio e servizì, dopo il rimbalzo post pandemia del 2021, segnando un -15%. Altrettanto è accaduto per i consumi di gas legati ai trasporti a -18% e il settore domestico, che tra misure per il contenimento dei consumi e inverno tra i più miti scendono del 13,5%.
Per quanto riguarda il settore idrico, a partire dal mese di luglio 2022, l’Autorità ha condotto le istruttorie per l’approvazione dell’aggiornamento biennale (2022-2023) delle predisposizioni tariffarie di 48 gestioni (che interessano poco meno di 27 milioni di abitanti). Rispetto al 2021, la variazione media dei corrispettivi applicati all’utenza risulta pari a +4,97% con una certa eterogeneità a livello geografico: +3,32% nell’area Sud e Isole, +4,42% nel Nord-Est, +5,36% nel Centro, e a+6,26% nel Nord-Ovest.
Infine i rifiuti, “il settore più recente alla regolazione, cionondimeno si stanno compiendo importanti passi avanti. Vi sono naturalmente resistenze e difficoltà ma la pressione dei cittadini ad avere risposte, servizi efficienti e qualità adeguata ad un Paese sviluppato, è un importante stimolo alla crescita industriale del settore”, commenta Besseghini.
– foto xb1/Italpress –
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Gas, bolletta -1,1% per i consumi di giugno
ROMA (ITALPRESS) – In leggera diminuzione la bolletta gas per la famiglia tipo (con consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui) in tutela per i consumi di giugno, segnando un -1,1% rispetto a maggio. Lo rende noto Arera.
La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da ARERA come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento.
Per il mese di giugno, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso inferiore rispetto a quella del mese di maggio, il prezzo della sola materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 33,14 euro/MWh.
L’aggiornamento complessivo per l’utente tipo, per i consumi del mese di giugno rispetto al mese precedente, è determinato interamente dal calo della spesa per la materia gas naturale, -1,1%. Rimangono invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura.
In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (luglio 2022-giugno 2023) è di 1.499 euro circa, al lordo delle imposte, registrando un -8,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (luglio 2021- giugno 2022).
Il Decreto Bollette (n. 34 del 2023), per il II trimestre 2023, quindi ancora per i consumi di giugno, ha confermato la riduzione dell’Iva al 5% per il gas e l’azzeramento degli oneri generali di sistema.
– foto Agenziafotogramma.it –
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