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Snam, nel 2022 ricavi salgono a 3,3 mld

SAN DONATO MILANESE (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Snam, che si è riunito sotto la presidenza di Monica de Virgiliis, ha approvato all’unanimità il bilancio consolidato e il progetto di bilancio di esercizio per il 2022 e la Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario 2022 (DNF). Il Consiglio, inoltre, ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,2751 euro per azione, di cui 0,1100 euro per azione già distribuiti a titolo di acconto nel mese di gennaio 2023.
I ricavi totali, al netto degli energy costs, si sono attestati a 3.317 milioni di euro, in aumento di 331 milioni di euro (+11,1%). Sono cresciuti i ricavi dei business della transizione energetica (+325 milioni di euro; +87,8%), principalmente per lo sviluppo dell’efficienza energetica, in particolare in ambito residenziale.
L’EBITDA adjusted dell’esercizio 2022 si è attestato a 2.237 milioni di euro, sostanzialmente in linea (-13 milioni di euro; -0,6%), rispetto al corrispondente valore del 2021.
L’utile operativo adjusted dell’esercizio 2022 è stato pari a 1.364 milioni di euro, in riduzione di 66 milioni di euro (-4,6%) rispetto al corrispondente valore dell’esercizio 2021, a seguito della variazione dell’EBITDA adjusted e dei maggiori ammortamenti (-53 milioni di euro, pari al 6,5%), per effetto principalmente dell’entrata in esercizio di nuovi asset.
Gli oneri finanziari netti si sono attestati a 123 milioni di euro, in aumento di 21 milioni di euro
(+20,6%), rispetto all’esercizio 2021.
I proventi netti da partecipazioni ammontano a 308 milioni di euro, in aumento di 14 milioni di euro (+4,8%) rispetto all’esercizio 2021.
L’utile netto adjusted di Gruppo dell’esercizio 2022 è stato di 1.163 milioni di euro, in riduzione di 55 milioni di euro (-4,5%), rispetto all’utile netto adjusted del 2021, per effetto del minor utile operativo, controbilanciato dalla positiva performance delle società partecipate.
L’utile netto reported di Gruppo dell’esercizio 2022 si è attestato a 671 milioni di euro, in riduzione di 825 milioni di euro (-55,1%), rispetto all’utile netto reported del 2021.
Nel 2022, gli investimenti totali sono risultati pari a 1.926 milioni di euro, in crescita del 52% rispetto all’anno precedente.
Il positivo flusso di cassa dell’attività operativa (4.109 milioni di euro), attribuibile principalmente alla dinamica del capitale circolante connessa all’attività di bilanciamento, unitamente agli incassi per il rimborso del credito finanziario da parte di OLT e alla dismissione di una quota in Industrie De Nora, hanno consentito di finanziare interamente gli investimenti tecnici e in partecipazioni e di generare un free cash flow di 2.741 milioni di euro.
“Consuntiviamo questo 2022 con soddisfazione e un pizzico di orgoglio, ma al tempo stesso con la consapevolezza che il percorso per dotare il Paese delle infrastrutture capaci di garantire la piena sicurezza energetica è appena iniziato”, commenta Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.
“Ci siamo confrontati negli ultimi 12 mesi con uno scenario estremamente volatile che ha introdotto profondi mutamenti nei mercati energetici e nell’assetto del sistema nazionale, imponendoci di reagire con rapidità ed efficacia per garantire la disponibilità di gas nell’immediato e nel medio termine – prosegue -. Abbiamo presentato oggi al Consiglio di Amministrazione solidi risultati economici e finanziari, realizzando al contempo investimenti superiori del 50% rispetto all’anno precedente, per la maggior parte allineati alla Tassonomia europea e ai Sustainable Development Goals. Nel 2022 sono anche stati conseguiti significativi progressi sui principali indicatori di performance operativa e ESG, sia per l’infrastruttura del gas che nei business della transizione energetica. L’impegno di Snam nel contribuire a ricomporre il trilemma energetico è stato disegnato nell’ultimo Piano strategico e questo 2022 si è chiuso con un passo importante in quella direzione”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Terna, nel Piano di Sviluppo oltre 21 mld di investimenti in 10 anni

ROMA (ITALPRESS) – Abilitare il conseguimento degli obiettivi europei del pacchetto “Fit-for-55”, favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili, sviluppare le interconnessioni con l’estero, aumentare il livello di sicurezza e resilienza del sistema elettrico e investire sulla digitalizzazione della rete. Sono questi i punti cardine del Piano di Sviluppo 2023 della rete di trasmissione nazionale presentato da Terna: oltre 21 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni, il 17% in più rispetto al precedente Piano, per accelerare la transizione energetica, favorire la decarbonizzazione del Paese, ridurre la dipendenza dalle fonti di approvvigionamento estere, rendere il sistema elettrico italiano sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale. Calcolando l’intera vita delle opere inserite in questo Piano di Sviluppo, oltre l’orizzonte decennale, l’ammontare complessivo degli investimenti supererà i 30 miliardi di euro.
Il nuovo Piano della società presieduta da Valentina Bosetti e guidata da Stefano Donnarumma è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa alla presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del presidente di ARERA, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, Stefano Besseghini.
La principale novità introdotta dal Piano di Sviluppo 2023 è la rete Hypergrid, che sfrutterà le tecnologie della trasmissione dell’energia in corrente continua (HVDC, High Voltage Direct Current) per raggiungere gli obiettivi di transizione e sicurezza energetica. In aggiunta agli interventi di sviluppo già previsti, Terna ha pianificato cinque nuove dorsali elettriche, funzionali all’integrazione di capacità rinnovabile, per un valore complessivo di circa 11 miliardi di euro. Si tratta di un’imponente operazione di ammodernamento di elettrodotti già esistenti sulle dorsali Tirrenica e Adriatica della penisola e verso le isole, che prevede nuovi collegamenti sottomarini a 500 kV, un elemento, quest’ultimo, che rappresenta una novità assoluta per l’azienda. Con Hypergrid sarà possibile raddoppiare la capacità di scambio tra zone di mercato, passando dagli attuali 16 GW a oltre 30 GW. In aggiunta, lo sviluppo delle dorsali in corrente continua consentirà di minimizzare il consumo di suolo e l’impatto sul territorio.
“Gli investimenti inseriti nel Piano di Sviluppo 2023 sono i più alti mai previsti da Terna e consentiranno di abilitare in maniera determinante la transizione energetica e il conseguimento degli obiettivi che l’Europa e l’Italia si sono dati”, ha dichiarato Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna. “Mai come oggi, in un contesto particolarmente sfidante, è necessario uno sforzo di programmazione di lungo periodo, un coordinamento fra le istituzioni che consenta all’Italia di cogliere tutte le opportunità che la transizione porta con sè. Le fonti rinnovabili rappresentano il nostro petrolio: abilitarne la diffusione e l’integrazione fa parte della nostra missione di registi del sistema elettrico e sarà determinante per la sicurezza energetica del nostro Paesè”, ha proseguito.
Gli interventi previsti da Terna contribuiranno dunque in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi posti a livello europeo dal Pacchetto di misure Fit-for-55, che prevede una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 al 2030 rispetto ai livelli del 1990. In Italia, l’energia prodotta da fonti rinnovabili dovrà coprire almeno il 65% dei consumi finali nel settore elettrico entro il 2030, rispetto al 55% indicato precedentemente dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), per un totale di 70 GW di potenza aggiuntiva.
Secondo i dati di Terna, a gennaio 2023, le richieste di connessione alla rete di alta tensione di nuovi impianti di generazione da fonte rinnovabile hanno raggiunto circa 340 GW, di cui circa il 37% da fonte solare e circa il 54% da fonte eolica (on-shore e off-shore), un valore pari a circa 5 volte gli obiettivi che l’Italia si è data al 2030.
Terna ha lanciato a fine febbraio la piattaforma Econnextion, che consente di monitorare in maniera costante e continuativa queste iniziative.
In particolare, gli investimenti previsti da Terna nella rete di trasmissione elettrica, serviranno a incrementare la magliatura e l’affidabilità della rete, a rinforzare le dorsali tra Sud (dove è maggiore la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili) e Nord (dove è più sostenuta la domanda di energia elettrica), a potenziare i collegamenti fra le isole e la terraferma, a sviluppare le infrastrutture sulle due isole maggiori, nonchè a migliorare la resilienza, l’efficienza, la sostenibilità e l’integrazione delle rinnovabili.
Queste le cinque dorsali della rete Hypergrid che coinvolgeranno la maggior parte delle regioni italiane: HVDC Milano-Montalto (investimento complessivo di circa 2,7 miliardi di euro); Central Link, sul medesimo tracciato degli elettrodotti a 220 kV tra Umbria e Toscana (investimento complessivo di circa 300 milioni di euro); Dorsale Sarda, con un nuovo collegamento sottomarino in corrente continua e 1000 MW di potenza tra le stazioni elettriche di Fiumesanto (Sassari) e di Montalto (Viterbo), e il Sardinian Link, rete a 220 kV da Codrongianos (Sassari) a Sulcis (Sud Sardegna) e Selargius (Cagliari) (l’investimento complessivo per entrambe le infrastrutture è stimato in circa 1,4 miliardi di euro); la Dorsale Ionica-Tirrenica, che collegherà la Sicilia ionica al Lazio e si comporrà di due tratte: l’HVDC Ionian Link, da Priolo (Siracusa) a Rossano (Cosenza) e l’HVDC Rossano – Montecorvino (Salerno) – Latina (complessivamente l’investimento previsto è di circa 4,1 miliardi di euro); la Dorsale Adriatica, HVDC Foggia-Villanova-Fano-Forlì (per l’intervento saranno investiti complessivamente circa 2,4 miliardi di euro).
Al 2040, grazie agli interventi inseriti nel Piano, è prevista una riduzione totale delle emissioni di CO2 fino a quasi 12.000 kt/anno, a conferma del costante impegno dell’azienda a garantire alle prossime generazioni un futuro sostenibile.
In continuità con la precedente edizione del Piano, tra i principali progetti che saranno completati nei primi cinque anni figurano diverse opere di interesse nazionale, tra cui l’elettrodotto a 380 kV ‘Colunga-Calenzanò, la linea a 380 kV ‘Chiaramonte Gulfi-Ciminnà, l’elettrodotto a 380 kV ‘Paternò-Pantano-Priolò, il progetto di riqualificazione e riassetto della rete elettrica a 150 kV della penisola Sorrentina.
Entreranno inoltre in esercizio nell’arco di Piano, tra l’altro, il Tyrrhenian Link, il collegamento HVDC sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna, grazie a un investimento di circa 3,7 miliardi di euro, l’Adriatic Link, il collegamento HVDC tra Abruzzo e Marche da 1000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini, con un investimento complessivo di circa 1,3 miliardi di euro, il nuovo collegamento in corrente alternata a 380 kV ‘Bolano-Annunziatà, tra Sicilia e Calabria (per questa opera Terna ha previsto un investimento di 175 milioni di euro), e gli interventi previsti per la nuova rete elettrica dei Giochi olimpici e paralimpici ‘Milano-Cortina 2026’ (previsti oltre 200 milioni di euro di investimenti).
In continuità con i precedenti Piani decennali, Terna punta al rafforzamento e allo sviluppo delle interconnessioni con l’estero, prevedendo un investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro. Tra le principali il collegamento da 600 MW tra Italia e Tunisia recentemente finanziato dal Fondo Ue Connecting Europe Facility, il raddoppio del cavo tra Italia e Grecia, il progetto Sa.Co.I. 3, gli elettrodotti tra Italia-Francia, Italia-Svizzera e Italia-Austria.

– Foto ufficio stampa Terna: da sinistra Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Valentina Bosetti, presidente di Terna, Stefano Besseghini, presidente di ARERA, Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Terna -.

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Ue, dalla Commissione una proposta di riforma del mercato elettrico

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha presentato la sua proposta di riforma dell’assetto del mercato dell’elettricità dell’UE per accelerare l’aumento delle energie rinnovabili e l’eliminazione graduale del gas, rendere le bollette dei consumatori meno dipendenti dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili, proteggere meglio i consumatori da futuri picchi di prezzo e potenziali manipolazioni del mercato, e rendere l’industria dell’Unione pulita e più competitiva.
“La crisi energetica provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha evidenziato la necessità di adattare rapidamente il mercato dell’elettricità per supportare meglio la transizione verde e offrire ai consumatori di energia, sia famiglie che imprese, un accesso diffuso a elettricità rinnovabile e non fossile a prezzi accessibili”, sottolinea la Commissione.
La riforma proposta prevede revisioni di diversi atti legislativi dell’UE, in particolare il regolamento sull’elettricità, la direttiva sull’elettricità e il regolamento REMIT. Introduce misure che incentivano i contratti a lungo termine con la produzione di energia non fossile e introducono nel sistema soluzioni flessibili più pulite per competere con il gas, come la gestione della domanda e lo stoccaggio. “Ciò ridurrà l’impatto dei combustibili fossili sulle bollette dell’elettricità dei consumatori, oltre a garantire che il costo inferiore delle energie rinnovabili si rifletta sulle stesse bollette – sottolinea la Commissione -. Inoltre, la riforma proposta stimolerà la concorrenza aperta e leale nei mercati europei dell’energia all’ingrosso migliorando la trasparenza e l’integrità del mercato”.
“Costruire un sistema energetico basato sulle fonti rinnovabili sarà fondamentale non solo per ridurre le bollette dei consumatori, ma anche per garantire un approvvigionamento energetico sostenibile e indipendente all’UE, in linea con il Green Deal europeo e il piano REPowerEU – prosegue la Commissione -. Questa riforma, che fa parte del piano industriale del Green Deal, consentirà inoltre all’industria europea di avere accesso a un’alimentazione elettrica rinnovabile, non fossile e a prezzi accessibili, che è un fattore chiave per la decarbonizzazione e la transizione verde. Per raggiungere i nostri obiettivi energetici e climatici, la diffusione delle energie rinnovabili dovrà triplicare entro la fine di questo decennio”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Con “E-Project” giovani consapevoli e protagonisti del climate change

ROMA (ITALPRESS) – Rendere sempre più consapevoli e protagoniste le giovani generazioni sulle tematiche ecologico-ambientali. E’ il nuovo progetto promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani – Editori ed Enel “E-Project: Ecological Literacy”, presentato al Liceo Classico Ennio Quirino Visconti a Roma. Un progetto triennale di education nelle scuole secondarie superiori italiane dove il tema dell’iniziativa sono le strategie per contrastare il collasso ecologico del pianeta, con particolare attenzione al climate change, con l’obiettivo disensibilizzare i giovani, rendendoli protagonisti e metterli in grado di passare dalla protesta alla proposta su questioni così centrali per il loro futuro. Da qui al 2025 verranno approfonditi una serie di argomenti specifici, diversi di anno in anno.
Si tratta “di un progetto teso a contrastare il collasso ecologico del pianeta, misurato anche dal suo termometro più evidente di riferimento : il cambiamento climatico. Con questo progetto vogliamo chiamare a raccolta una generazione che ha dimostrato di avere l’ambiente a cuore, per invitarla a passare dalla protesta alla proposta”, afferma presidente dell’Osservatorio, Andrea Ceccherini. “Con ‘E-project’ offriremo uno strumento utile ai giovani a definire, dopo un serio lavoro di studio e confronto sullo stato di salute del pianeta terra, le azioni più utili a proteggerlo non solo dagli effetti del riscaldamento globale, ma anche dalle deforestazioni, dall’inquinamento dell’atmosfera e degli oceani, nonchè dalla perdita della biodiversità. Sarà un progetto – spiega – che mira a rendere i giovani i veri protagonisti del cambiamento, gli autori di un new deal che ci auguriamo nel Paese possa cambiare musica e lasciare un segno. D’altra parte nell’Osservatorio siamo da sempre convinti che i giovani siano le persone più importanti del mondo, perchè sono quelle che avranno più tempo per cambiarlo e per farne un posto migliore. Tocca a loro essere sempre più attori e sempre meno spettatori per prendere in mano le sorti di quel pianeta terra, su cui, come tutti, anche loro poggiano i piedi”, conclude Ceccherini. Secondo l’Ad di Enel, Francesco Starace, “si tratta di un progetto articolato su cinque filoni che in comune hanno l’intenzione è l’ambizione di aiutare tutti gli studenti ad avere gli strumenti che permettano loro di interpretare la realtà fattualmente”. Per il primo anno di attività (anno scolastico 2022/2023), il progetto propone cinque temi: gli oggetti Riduciamo, ripariamo, riusiamo; i viventi Proteggiamo, salviamo, curiamo; l’ambiente Costruiamo, difendiamo, recuperiamo; l’energia Conserviamo, generiamo, trasformiamo; gli stili di vita Mangiamo, consumiamo, viaggiamo. Per ognuno di questi verrà chiesto ai team di studenti di immaginare e proporre strategie concrete per salvare il pianeta. Ogni classe formerà dunque cinque squadre, ciascuna delle quali si approprierà di un tema e elaborerà la propria tesina che presenterà e discuterà in aula. Ma non soltanto in aula: i 100 lavori più validi verranno menzionati sul sito dell’Osservatorio e pubblicati sul sito di Enel. I cinque migliori in assoluto riceveranno un premio nel corso del 2024.
A tutti gli studenti che partecipano, l’iniziativa intende inoltre fornire inoltre un “calcolatore dell’impronta ecologica dei comportamenti” online che permetterà a ciascuno di misurare in tempo reale gli effetti sull’ambiente delle proprie scelte quotidiane.
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-foto ufficio stampa Osservatorio Giovani Editori-

Saipem, Rossella Carrara direttore External Communication and Brand Management

MILANO (ITALPRESS) – Saipem comunica che dal 14 marzo Rossella Carrara assumerà il ruolo di direttore External Communication and Brand Management a diretto riporto dell’Ad Alessandro Puliti, con l’incarico di definire le strategie di corporate communication e di sviluppo dell’immagine e della reputazione aziendale.
Nello specifico, coordinerà le attività di relazioni con i media, le digital PR, la crisis communication ed elaborerà le strategie per la gestione dell’immagine e dell’identità aziendale.
Rossella Carrara ha alle sue spalle oltre 20 anni di esperienza come consulente strategico a supporto di società multinazionali in diversi settori e arriva in Saipem dopo tre anni come vice president Corporate Relations and Sustainability del Gruppo Costa, per il quale ha gestito le attività di comunicazione, relazioni istituzionali e sostenibilità a livello globale.
In precedenza, ha ricoperto il ruolo di deputy managing director di Apco Worldwide in Italia, dove era responsabile delle attività di public affairs, stakeholder engagement, corporate responsibility e comunicazione, a livello nazionale e internazionale. Prima di Apco è stata senior director di Burson Marsteller, seguendo, in particolare, la comunicazione corporate e di crisi. La società ringrazia Loretana Cortis per il significativo contributo manageriale assicurato all’interno del Gruppo e per i risultati raggiunti, cui si associa l’augurio per la prossima sfida professionale.
foto ufficio stampa Saipem
(ITALPRESS).

Enel e newcleo cooperano per il nucleare di quarta generazione

ROMA (ITALPRESS) – Il Gruppo Enel e la società di tecnologie nucleari pulite newcleo hanno firmato un accordo di cooperazione in base al quale perseguiranno l’opportunità di lavorare insieme sui progetti di tecnologia nucleare di quarta generazione di newcleo, che mirano a fornire una fonte di energia sicura e stabile, nonchè ridurre significativamente gli esistenti volumi di scorie radioattive, attraverso il loro utilizzo come combustibile per reattori. In linea con l’accordo, Enel collaborerà con newcleo su progetti legati a questa avanzata tecnologia nucleare, fornendo competenze specialistiche attraverso la condivisione di personale qualificato dell’azienda.
In considerazione del supporto fornito, newcleo si è impegnata ad assicurare ad Enel un’opzione come primo investitore nel primo impianto nucleare che newcleo costruirà fuori dall’Italia.
“L’innovazione è fondamentale per lo sviluppo di tecnologie in grado di garantire energia pulita, affidabile, accessibile e il più possibile indipendente da fattori geopolitici. Per questo motivo, continuiamo a esplorare qualsiasi area del mix energetico”, ha dichiarato Francesco Starace, Ad di Enel.
“Questa collaborazione con newcleo è l’ultimo esempio dell’instancabile ricerca delle migliori aziende con cui intraprendere il nostro viaggio verso un futuro pulito e siamo impazienti di accompagnare newcleo nel suo sfidante e promettente percorso per fornire elettricità a emissioni zero in modo sicuro, economico e sostenibile”, ha aggiunto.
“Sono lieto che Enel abbia scelto di collaborare con newcleo. Enel sta dimostrando grande lungimiranza nell’essere una delle prime aziende energetiche ad apprezzare e supportare la nostra strategia sostenibile e il suo impatto sul nostro futuro collettivo”, ha dichiarato Stefano Buono, Ceo di newcleo.
“La tecnologia Fast Reactor di newcleo – ha aspiegato – è il passo necessario nell’industria nucleare per consentire il riciclaggio multiplo dell’uranio già estratto e una massiccia riduzione delle scorie nucleari. Inoltre, l’uso del piombo apre la possibilità a un funzionamento più sicuro ed economico del reattore”. Il primo passo della delivery roadmap di newcleo sarà la progettazione e la costruzione di un Mini LFR (Lead Fast Reactor) da 30 MWe, primo nel suo genere, da realizzare in Francia entro il 2030, seguito rapidamente da un’unità commerciale da 200 MWe nel Regno Unito.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Italia-Israele, Urso “Vincere insieme sfida autonomia energetica”

ROMA (ITALPRESS) – “Dobbiamo vincere la sfida dell’autonomia energetica, insieme possiamo farlo meglio perchè l’Italia deve diventare l’hub del gas europeo e Israele deve diventare uno dei punti di forza per il gas, l’idrogeno e le tecnologie green”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso del Forum economico per le imprese, a Palazzo Piacentini, dove ha accolto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Insieme possiamo operare di più e meglio per raggiungere la piena sovranità tecnologica”, ha aggiunto. Urso ha qundi sottolineato come “Italia e Israele godono di relazione bilaterali profonde, di relazioni di lungo periodo. Serve operare insieme per dare una risposta congiunta alle sfide globali”.

– foto ufficio stampa Mimit –

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Eni, con Cfs cooperazione per supportare sviluppo energia da fusione

DEVENS (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Eni e CFS (Commonwealth Fusion Systems), spin-out del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno firmato oggi un accordo di cooperazione, con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione.
Eni ha investito per la prima volta in CFS nel 2018 e ne è azionista strategico. “Questo accordo rafforza la partnership tra le due società, unendo l’esperienza ingegneristica e di project management di Eni ad una serie di progetti a supporto di CFS, e lo sviluppo e distribuzione dell’energia da fusione su scala industriale – si legge in una nota -. Eni è stata la prima società energetica a credere e investire in questa tecnologia che, una volta portata a livello industriale, potrà dare un contributo davvero importante alla transizione energetica”.
CFS ha intrapreso il percorso più veloce per la commercializzazione dell’energia da fusione. Nel settembre 2021, CFS ha raggiunto un traguardo importante con il successo del test su un magnete con tecnologia superconduttiva HTS (HighTemperature Superconductors), il magnete più potente del suo genere al mondo, che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica e che potrà contribuire al raggiungimento dell’energia netta da fusione in un futuro impianto dimostrativo.
“La strada intrapresa da CFS con il supporto di Eni è caratterizzata da un approccio pragmatico e progressivo finalizzato ad ottenere l’applicazione industriale della tecnologia della fusione a confinamento magnetico nel prossimo decennio – prosegue la nota -. SPARC, che punta ad essere il primo impianto pilota a confinamento magnetico al mondo a produzione netta di energia da fusione, è in costruzione e sarà operativo entro il 2025. Si prevede che SPARC, a sua volta, farà da banco di prova per lo sviluppo di ARC: la prima centrale elettrica industriale da fusione in grado di immettere elettricità in rete, che dovrebbe essere operativa nei primi anni del 2030”.
“Vedremo realizzata la prima centrale elettrica di CFS basata sulla fusione a confinamento magnetico all’inizio del prossimo decennio, avendo poi davanti a noi quasi vent’anni per diffondere la tecnologia e raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050 – spiega l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi -. Questo vorrà dire disporre a livello industriale di una tecnologia in grado di fornire grandi quantità di energia senza alcuna emissione di gas serra prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile fornendo un contributo sostanziale alla transizione energetica. Per questo siamo di fronte a una potenziale svolta tecnologica epocale. Da diversi anni Eni sta ponendo la leadership tecnologica, con un approccio di neutralità e diversificazione, alla base del proprio percorso di decarbonizzazione. Consapevoli del grande valore strategico di questa tecnologia e della solidità di CFS, fin dal 2018 Eni ha investito nella società ed è stata la prima azienda energetica ad impegnarsi concretamente in questo settore. Oggi rafforziamo ulteriormente questa collaborazione con le nostre competenze ed esperienza con l’obiettivo di accelerare il più possibile il percorso di industrializzazione della fusione”.
“L’accordo di collaborazione tra CFS e il nostro partner di lunga data, Eni, ha il grande potenziale di far progredire i nostri sforzi sulle principali sfide globali e sulle opportunità di trasformazione del panorama energetico grazie ad una fornitura illimitata di energia pulita da fusione – ha detto il CEO di CFS Bob Mumgaard -. Questo accordo sottolinea il ruolo chiave che le società energetiche esistenti svolgono nell’accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione e la forza della dell’abbinamento con tali aziende”.
Nel dettaglio, l’accordo di cooperazione prevede un lavoro congiunto per accelerare lo sviluppo industriale di ARC, una serie di progetti attualmente in fase di sviluppo che includono supporto operativo e tecnologico, esecuzione progettuale attraverso la condivisione di metodologie mutuate dall’industria energetica, nonchè rapporti con gli stakeholder.
Per Eni “la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale tra le tecnologie per la decarbonizzazione in quanto potrà in prospettiva consentire all’umanità di disporre di grandi quantità di energia a zero emissioni e con un processo sicuro e virtualmente illimitato, cambiando per sempre il paradigma della generazione energetica”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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