ROMA (ITALPRESS) – Terna, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha realizzato una piattaforma digitale che centralizza le informazioni sulle richieste di connessione in alta tensione di impianti a fonte rinnovabile in Italia. Unica nel suo genere, Econnextion, ideata dall’azienda guidata da Stefano Donnarumma, consente infatti a stakeholder e operatori del settore elettrico di visualizzare le informazioni sulla localizzazione geografica e sullo stato autorizzativo delle nuove iniziative fotovoltaiche ed eoliche, onshore e offshore, su tutto il territorio nazionale.
I dati della dashboard, aggiornati con cadenza trimestrale, sono suddivisi per fonte ed espressi in termini di potenza, e sono visualizzabili dagli utenti in forma sia grafica sia tabellare.
“La nuova piattaforma digitale Econnextion, che abbiamo realizzato attraverso un innovativo sistema di geolocalizzazione delle richieste di connessione di impianti rinnovabili alla rete di trasmissione nazionale, rappresenta un importante passo in avanti nell’evoluzione green a beneficio di tutti gli operatori del settore elettrico”, ha dichiarato Francesco Del Pizzo, responsabile Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna. “Uno strumento efficace per individuare i trend, le aree di maggiore concentrazione degli impianti e, di conseguenza, per pianificare in maniera coordinata lo sviluppo di tutte le infrastrutture necessarie al raggiungimento degli ambiziosi target internazionali per la decarbonizzazione del sistema elettrico”, ha aggiunto. “Questa iniziativa di Terna rappresenta un elemento di trasparenza molto utile per gestire efficacemente ed efficientemente gli obiettivi che ci vengono posti dalle sfide per la transizione energetica. Obiettivi ambiziosi, che produrranno benefici enormi per il Paese in termini ambientali, economici e di sicurezza e indipendenza energetica. E’ fondamentale, tuttavia, che questi obiettivi di decarbonizzazione siano raggiunti in modo efficiente, con un uso ottimale delle risorse. Uno sviluppo coordinato di reti, rinnovabili e accumuli è quindi fondamentale. Lo strumento messo a disposizione da Terna fornirà elementi utili sia agli stakeholder istituzionali sia agli operatori di settore per una migliore programmazione degli investimenti”, afferma il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Nello specifico, la sezione ‘Richieste di Connessionè consente di consultare le richieste per tipologia di fonte (fotovoltaico, eolico onshore, eolico offshore) in forma aggregata (numero, potenza e distribuzione percentuale). Attraverso la mappa interattiva è possibile visualizzare il dettaglio a livello regionale, provinciale o comunale e, mediante appositi filtri di ricerca, selezionare, ad esempio, tutte le richieste attive in un determinato comune, lo stato del loro iter autorizzativo e, ancora, confrontare le iniziative di sviluppo di impianti rinnovabili di diverse province o regioni in base alla cosiddetta Soluzione Tecnica Minima Generale (STMG) redatta da Terna. La sezione ‘Target Fit for 55’ riporta, invece, i dati più significati relativi alle iniziative di fotovoltaico ed eolico (onshore e offshore) suddivise per zone di mercato, con il riferimento al target fissato dal pacchetto ‘Fit for 55’ al 2030, che prevede una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
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-foto ufficio stampa Terna-
Da Terna piattaforma per richieste connessione impianti rinnovabili
Enea nella rete europea di ricerca sull’accumulo di energia
ROMA (ITALPRESS) – Realizzare la prima rete europea di infrastrutture di ricerca sull’accumulo di energia, per favorire la crescita e la diffusione delle fonti rinnovabili.
E’ l’obiettivo del progetto StoRIES al quale partecipano Enea, Cnr, Eni e altri 43 partner di 17 Paesi europei, tra cui il Centro di ricerca tedesco Karlsruhe Institut Fur Technologie nel ruolo di coordinatore. Il progetto quadriennale è finanziato con 7 milioni nell’ambito del programma europeo Horizon 2020 e coinvolge enti di ricerca, istituti tecnologici, università, industrie, membri della European Energy Research Alliance (EERA) e associazioni, tra cui l’Associazione europea per lo stoccaggio dell’energia (EASE). Enea parteciperà con otto infrastrutture fra le quali un laboratorio hi-tech per sviluppare materiali innovativi di accumulo termico a media temperatura, un parco solare tra i più grandi al mondo per la ricerca e la realizzazione di impianti a concentrazione a sali fusi e un supercomputer in grado di effettuare fino a 1,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo (1.4 PetaFlop).
“StoRIES è un progetto strategico per l’Enea e per l’Italia, in quanto permetterà di approfondire e declinare il concetto di ibridizzazione delle diverse forme di stoccaggio, chimico, termico ed elettrochimico, in sinergia con numerosi gruppi di ricerca europei”, afferma Giorgio Graditi, direttore generale dell’Enea. “In questo contesto, come Enea, metteremo a disposizione, il nostro supercomputer CRESCO, secondo per potenza e velocità di calcolo in Italia, la piattaforma sperimentale dedicata allo sviluppo e alla caratterizzazione di nuovi materiali e componenti per l’accumulo termico, il laboratorio dedicato allo studio e ai test delle tecnologie power-to-gas, idrogeno e metano ed altre facility uniche in Italia”, conclude Graditi. Oltre a rendere accessibili le infrastrutture e i servizi di ricerca di livello europeo, i partner lavoreranno allo sviluppo e alla diffusione dei sistemi di accumulo di energia, alla realizzazione di nuovi materiali più sostenibili, alla riduzione dei costi delle tecnologie, ma anche all’accettazione sociale, attraverso attività di formazione e informazione. Un focus specifico sarà rivolto al tema dell’ibridizzazione – cioè l’integrazione di diverse tecnologie e/o sistemi di accumulo con l’obiettivo di incrementare flessibilità ed efficienza del settore – che porterà successivamente alla definizione di una specifica roadmap.
– foto ufficio stampa Enea –
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Nel piano strategico Eni più gas, rinnovabili e creazione di valore
ROMA (ITALPRESS) – L’Ad di Claudio Descalzi, ha presentato il piano strategico della società per il periodo 2023-2026.
La strategia di Eni mira a soddisfare ciascuno dei pilastri essenziali del trilemma energetico, raggiungendo la sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità. Ciò significa diversificare a livello geografico e tecnologico le fonti energetiche, creando un differente mix energetico e mantenendo una forte attenzione alla creazione di valore per gli azionisti. L’Ebit 2023 sarà pari a 13 miliardi, il secondo migliore risultato in 10 anni dopo il record del 2022, e la società ha annunciato la previsione di un dividendo 2023 a 0,94 euro ad azione, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Per Descalzi il piano “conferma la forza e l’efficacia della nostra strategia. Nel 2014 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione industriale e finanziaria che ci ha progressivamente permesso di creare valore anche in scenari difficili, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale. Abbiamo focalizzato la nostra strategia di esplorazione e produzione principalmente sul gas, facendo leva sulle nostre produzioni e diversificando gli investimenti tra diversi Paesi. Questo ci ha permesso di attuare il nostro Piano finalizzato alla sostituzione di 20 miliardi di metri cubi di gas russo entro il 2025”. Attualmente Eni sta garantendo le forniture di gas ai propri clienti attraverso un portafoglio maggiormente diversificato, flessibile e integrato. La società conferma che sostituirà completamente i volumi di gas russo entro il 2025, facendo leva sulle forti relazioni con i Paesi produttori e sul suo approccio di sviluppo fast-track dei progetti, aumentando i volumi da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo LNG e Qatar.
“Abbiamo profondamente rafforzato la società dal punto di vista finanziario attraverso l’ottimizzazione e la razionalizzazione delle spese, e questo ci permette oggi di presentare forti obiettivi finanziari”, ha aggiunto, sottolineando “il significativo CFFO generato sia dalle nostre attività tradizionali che dal contributo delle attività legate alla transizione, il modello di business a satelliti che ci consente di valorizzare le nostre attività liberando al contempo risorse aggiuntive per gli investimenti nella transizione e un livello di debito molto basso. La nostra solidità finanziaria ci permette oggi di creare valore crescente per i nostri azionisti e di potenziare la politica di remunerazione”.
I progressi finanziari e strategici di Eni consentono di semplificare e potenziare la politica di remunerazione della società: secondo il piano strategico 2023-2026, il dividendo annuale 2023 viene portato a 0,94 euro ad azione, con un aumento del 7% rispetto al 2022. Considerando anche le aspettative di Eni per lo scenario e l’andamento dei business, la società lancerà nel 2023, dopo l’approvazione degli azionisti a maggio, anche un programma di acquisto di azioni proprie per un valore di 2,2 miliardi, pari a circa il 4,5% delle azioni in circolazione all’attuale prezzo. Per quanto riguarda la produzione, Eni prevede una crescita media annua del 3-4% nel prossimo triennio, nel corso del quale la società approverà una serie di FID (Final Investment Decision) di elevata qualità, tra cui le strutture A/E in Libia, Hail e Ghasha e le espansioni di Lower Zakum negli Emirati Arabi Uniti, oltre a Costa d’Avorio, Kazakistan, Angola e possibili nuove attività nel Mediterraneo orientale. Inoltre, nel 2023, Eni avvierà le prime fasi di Baleine in Costa d’Avorio e del Congo LNG, gli start-up in Egitto, Emirati Arabi Uniti e Norvegia, e continuerà il programma di sviluppo delle attività in Algeria, mentre nel 2024 avvierà le start-up in Italia, Egitto, Costa d’Avorio Fase 2, Kazakistan e Norvegia.
Entro il 2026, la società avrà aggiunto circa 800.000 boe al giorno da start-up e ramp-up con elevati rendimenti, ridotto periodo di payback e con costi unitari al top dell’industria. “Abbiamo trasformato la nostra piattaforma downstream e investito significativamente in tecnologia per creare e far crescere i nostri business legati alla transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare le emissioni Scope 1, 2 e 3. Questo ci consente oggi di confermare pienamente i nostri obiettivi di decarbonizzazione, nonostante lo scenario attuale della sicurezza energetica e la necessità di far fronte a una forte domanda di energie tradizionali”, ha continuato Descalzi. Nel 2030, “le nostre attività Upstream non genereranno più emissioni nette, la nostra produzione di idrocarburi sarà composta principalmente da gas, la nostra capacità di biocarburanti supererà i 5 milioni di tonnellate all’anno e la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW – ha sottolineato – e i nostri investimenti nella tecnologia più rivoluzionaria legata alla transizione energetica (la fusione a confinamento magnetico) saranno prossimi a concretizzarsi nel primo impianto industriale”, ha assicurato Descalzi.
La capacità di generazione rinnovabile di Plenitude (la società di Eni che integra rinnovabili, soluzioni energetiche per i clienti e una rete capillare di ricarica per veicoli elettrici), secondo quanto prevede il Piano, aumenterà a oltre 7 GW di capacità installata entro il 2026 e a oltre 15 GW entro il 2030. Attualmente, la società ha già raggiunto l’obiettivo 2022 di oltre 2 GW di capacità installata e prevede di raddoppiare la sua rete di punti di ricarica per veicoli elettrici, portandola a 30.000 unità entro la fine del Piano. Dopo aver raggiunto l’obiettivo di oltre 600 milioni di Ebitda proforma nel 2022, Eni prevede che l’Ebitda di Plenitude aumenti per il 2026 di tre volte, fino a 1,8 miliardi. Con l’espansione della sua offerta di prodotti e servizi decarbonizzati, si prevede che la crescita di Plenitude continuerà a essere significativa, supportata da oltre 11 GW di progetti e opportunità. Inoltre l’integrazione delle attività di vendita retail, con oltre 11 milioni di clienti entro il 2026, delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica presenta notevoli sinergie dal punto di vista operativo, oltre a garantire diversificazione e resilienza finanziaria.
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Arriva il decreto sulle comunità energetiche, ora serve il via libera Ue
ROMA (ITALPRESS) – Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha avviato l’iter con l’Unione Europea sulla proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili: le comunità energetiche. La proposta di decreto dovrà ora attendere il via libera della Commissione Ue necessario per l’entrata in vigore.
“Con questo provvedimento – spiega il ministro Gilberto Pichetto Fratin – diamo all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica. La ricchezza dell’Italia sono le sue comunità. Il decreto le pone al centro di una strategia volta a produrre e consumare energia da fonti pulite risparmiando sui costi delle bollette. Se sapremo svilupparle come sistema Paese – conclude il Ministro – le Comunità Energetiche si riveleranno un’enorme fonte di sviluppo economico sostenibile e di coesione sociale”.
La proposta è incentrata su due misure: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali ad esempio il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse.
Chi vorrà associarsi in una configurazione di autoconsumo di autoconsumo potrà ottenere una tariffa incentivante sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili. La potenza finanziabile è pari a complessivi cinque giga watt, con un limite temporale fissato a fine 2027.
Riguarderà invece solo le comunità realizzate nei comuni sotto i cinquemila abitanti, la misura che permette l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento. L’intervento può riguardare sia la realizzazione di nuovi impianti che il potenziamento di impianti già esistenti: in questo caso la misura è finanziata con 2,2 miliardi di euro del PNRR e punta a realizzare una potenza complessiva di almeno due giga watt e una produzione indicativa di almeno 2.500 giga watt l’ora ogni anno. Chi otterrà il contributo a fondo perduto potrà chiedere di cumularlo con l’incentivo in tariffa.
Gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi: chi sceglierà di associarsi ad una Comunità, dovrà innanzitutto individuare un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili ed altri utenti connessi alla stessa cabina primaria.
Inoltre sarà necessario un atto costitutivo del sodalizio che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Il soggetto gestore della misura è il GSE che potrà verificare preliminarmente l’ammissibilità dei soggetti interessati al fine di garantire la possibilità concreta di accedere ai benefici della misura.
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Energia, per il terziario costi triplicati tra 2021 e 2023
ROMA (ITALPRESS) – Il calo della domanda, dovuto soprattutto al clima mite in tutta Europa, e le ingenti scorte di gas approvvigionate negli ultimi mesi hanno creato le condizioni favorevoli per una prima riduzione del costo delle forniture di energia. A gennaio, infatti, arrivano alcuni segnali positivi dai mercati dell’energia che registrano un calo dei prezzi all’ingrosso di gas ed elettricità: le quotazioni del gas naturale sono scese a circa 55 euro/MWh (livello registrato nel 2021 quando la guerra doveva ancora iniziare), mentre i prezzi dell’energia elettrica viaggiano stabilmente sotto i 200 euro/MWh. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Confcommercio Energia, analisi trimestrale realizzata in collaborazione con Nomisma Energia.
Anche per le imprese del terziario di mercato, si registrano le prime riduzioni del costo delle forniture di energia elettrica (-12%) e del gas naturale (-33%), ma il costo complessivo dell’energia resta comunque ancora elevato.
Per il 2023, infatti, la stima della spesa complessiva sostenuta da queste imprese per le forniture di energia elettrica e gas è pari a 38 miliardi di euro, in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022 proprio in ragione del calo dei prezzi delle commodities energetiche, ma è un valore che rimane, comunque, ancora molto al di sopra dei 13 miliardi del 2021. Va, inoltre, evidenziato come, in prossimità del termine previsto per il superamento del regime di maggior tutela – dal prossimo 1° aprile per le microimprese con potenza pari o inferiore ai 15 kW – la tariffa del mercato tutelato continui a presentare valori decisamente più bassi rispetto a quelli del mercato libero (0,53 euro/kWh contro 0,65 euro/kWh per il primo trimestre 2023). Di fronte a questi dati è necessario pertanto prorogare, almeno fino alla fine del 2023, la data prevista per il superamento della tutela di prezzo per le microimprese, così come rimane essenziale estendere la sterilizzazione degli oneri di sistema anche in favore delle utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW, oggi escluse dalla misura. Per quanto riguarda i carburanti, invece, il ripristino delle accise fa risalire a gennaio i prezzi di benzina e gasolio.
Anche la spesa complessiva delle famiglie (per elettricità e gas) si prevede che scenda nel 2023, dal picco di 82 miliardi di euro raggiunto nel 2022, a 61 miliardi di euro, valore in ogni caso sempre molto più alto dei 41 miliardi di euro registrati nel 2021. Per i trasporti, invece, non si intravede un calo, con la spesa del settore legata al gasolio diesel, atteso salire ulteriormente: questo determinerà una spesa complessiva di 38 miliardi di euro nel 2023, contro i 37 del 2022 e i 30 miliardi del 2021.
Secondo le stime dell’Osservatorio di Confcommercio, per tutte le categorie del settore terziario, arrivano segnali incoraggianti: nel mese di gennaio 2023, rispetto alle rilevazioni dello scorso ottobre 2022, si stima una riduzione media del costo delle forniture di energia elettrica del 12%. Per un albergo, la riduzione di spesa, tra ottobre 2022 e gennaio 2023, si aggira intorno ai 9.000 euro (-4%), mentre per un ristorante è di circa 3.000 euro (-11%). Per i negozi di generi alimentari e non alimentari scende la spesa per la fornitura di energia elettrica, rispettivamente, del 13% e del 21%. Anche la categoria dei bar vede un risparmio di 1.000 euro (-11%).
Tuttavia, nonostante il lieve miglioramento, non bisogna farsi trarre in inganno: il costo dell’energia elettrica continua comunque a rimanere su valori molto elevati. Dalle rilevazioni del mese di luglio 2022 ad oggi, la spesa annuale ‘elettricà è cresciuta, per un albergo tipo, del +57% (con un ‘deltà che si aggira intorno ai 70.000 euro), per un ristorante fino a +49%, mentre per un negozio alimentare la spesa passa da 35.000 euro di luglio 2022 a circa 51.000 euro (+44%), per un bar il conto annuale elettrico aumenta del 50%, mentre per i negozi non alimentari il rincaro può arrivare a +35%. Di fronte a questi dati, diviene urgente estendere la sterilizzazione degli oneri generali di sistema (che, giova rammentare, pesano per quasi il 25% sulla bolletta elettrica) anche in favore delle utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW, oggi escluse dalla misura.
Sul fronte del gas naturale, particolarmente significativa è la riduzione della spesa di fornitura su base trimestrale: tra ottobre 2022 e gennaio 2023, la spesa per tutti i comparti del terziario presi a riferimento è infatti diminuita notevolmente, arrivando a toccare decrementi mediamente pari al 33%.
Per gli alberghi -14.000 euro rispetto alle previsioni di ottobre 2022. Altrettanto importante la riduzione del conto annuale del gas nel settore della ristorazione, passato dai 20.000 euro delle previsioni di ottobre ai circa 13.000 euro stimati di gennaio (7.000euro di differenza nel giro di pochi mesi). Un -35% si registra invece per i bar e per i negozi di generi alimentari e non alimentari. Anche in questo caso, i dati potrebbero essere fuorvianti se non analizzati alla luce delle precedenti rilevazioni: occorre infatti precisare che, anche se vi è stata un’evidente riduzione dei prezzi a inizio anno, il costo delle forniture di gas continua a rimanere comunque su valori, nel complesso, elevati (in media, +27% rispetto ai dati registrati nel mese di luglio 2022).
Per quanto riguarda il prezzo delle offerte di elettricità per i settori del terziario, le rilevazioni mostrano come nel mese di gennaio 2023 (rispetto al mese di ottobre 2022), esso si sia diminuito a 0,65 euro/kWh: in calo rispetto ai picchi di 0,75 euro/kWh di ottobre, ma superiore (di parecchio) allo 0,53 euro/kWh del mercato tutelato.
‘Ancora oggi molte imprese continuano a preferire il mercato tutelato perchè fornisce maggiori garanzie in relazione al prezzo della fornitura – definito in via amministrata – di fronte al forte rialzo dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica a cui abbiamo assistito, in particolar modo, negli ultimi mesi – sottolinea Confcommercio -. Per tutelare le imprese da possibili ulteriori aggravi in bolletta, è necessario mantenere, in questo momento, un prezzo regolato dell’energia elettrica, tenuto conto che l’attuale crisi dei prezzi non è ancora rientrata e non si sono ancora determinati quei presupposti di stabilità del sistema energetico (nazionale ed europeo) necessari per avviare una piena apertura al libero mercato, con tutti i connessi vantaggi e benefici per le impresè.
Per quanto riguarda il gas, rispetto alle rilevazioni di ottobre 2022, si registra una riduzione più marcata del prezzo delle offerte sul mercato, che passano, in media, da 3,08 euro/mc di ottobre 2022 a 1,89 euro/mc di gennaio 2023.
Rispetto alle precedenti rilevazioni (ottobre 2022), sono tornate sul mercato gas le ‘offerte fissè. ‘Il ritorno delle offerte fisse è un importante segnale di rientro (almeno parziale) alla normalità, in quando dimostra che i fornitori si rendono disponibili ad affrontare il rischio dell’offerta fissa sul mercato, almeno dietro pagamento di un sovraprezzo, quale premio di rischio per la maggiore rigidità delle condizioni contrattuali – spiega Confcommercio -. I fattori politici internazionali alla base dei rialzi dei prezzi del gas sono comunque ancora intatti. La guerra Russa-Ucraina è distante dalla risoluzione e il pericolo di rapide oscillazioni dei prezzi e di scarsità di offerta rimane all’ordine del giornò.
Con riferimento al settore dei trasporti, il prezzo medio mensile della benzina alla pompa di dicembre 2022 è sceso del 2,3%, rispetto a quello di settembre 2022, a 1,663 euro/litro; ma a inizio gennaio 2023, col ripristino delle accise piene, il controvalore è risalito a quota 1,804 euro/litro. Il prezzo medio mensile del gasolio diesel, nello stesso arco di tempo, è invece sceso da 1,802 euro/litro a 1,734 euro/litro (-3,8%); mentre a inizio gennaio 2023, sempre a causa del ripristino delle accise, è risalito a 1,862 euro/litro.
Il caro gasolio è sempre all’ordine del giorno: il prezzo internazionale del greggio e quello dei carburanti è fuori dal controllo governativo, ma quello delle tasse sui carburanti e della loro diminuzione, potrebbe essere tema di seria discussione per favorire il settore dell’autotrasporto.
– foto ufficio stampa Confcommercio –
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Energia, via libera Ue al regolamento per modificare il Pnrr
BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Via libera definitivo dal Consiglio Affari Generali dell’Unione Europea al regolamento per il pacchetto REPowerEU. L’obiettivo è rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione diversificando i suoi approvvigionamenti energetici e ponendo fine alla sua dipendenza dalle importazioni russe di combustibili fossili.
Gli Stati membri potranno ora aggiungere un nuovo capitolo REPowerEU ai loro Piani nazionali di ripresa e resilienza, per finanziare investimenti e riforme.
Saranno stanziati 20 miliardi di euro. Le fonti di finanziamento saranno il Fondo per l’innovazione e il sistema di scambio di quote di emissioni di CO2.
“Il Regolamento consente di integrare il PNRR. In tal senso il nostro governo ha già avviato un confronto in cabina di regia con tutte le amministrazioni centrali responsabili e con le principali aziende statali – spiega il ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto -. Il nostro obiettivo nei prossimi giorni è definire un programma che effettivamente abbia dei progetti realizzabili entro il 2026. Il REPower è una straordinaria opportunità per il nostro paese e per l’Europa, in quanto la sicurezza energetica del nostro Paese potrà avere ripercussioni positive per l’intera Europa. In tal senso i progetti che intendiamo proporre hanno come obiettivo quello di far diventare l’Italia un grande hub energetico europeo del Mediterraneo, così come indicato dal Presidente Meloni”.
– foto Agenziafotogramma.it –
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Al via il progetto “ORA! – Outpost Ravenna for Energy Transition”
RAVENNA (ITALPRESS) – Eni e Mind the Bridge hanno avviato oggi il progetto ORA! – Outpost Ravenna for Energy Transition: una piattaforma di innovazione dalla forte vocazione internazionale focalizzata su tecnologie legate al mondo della blue e green economy che punta a supportare la transizione delle imprese del territorio grazie a partnership e collaborazioni industriali con startup e scaleup internazionali.
Il progetto ORA! si fonda su tre macro attività sinergiche e complementari tra loro.
Formazione di giovani talenti: un percorso di formazione annuale rivolto a giovani neo-laureati dell’Università di Bologna (master degree) con focus su tematiche di open innovation e gestione dell’innovazione applicata alla blue e green economy. Il percorso formativo andrà dallo scouting internazionale al matching con le aziende del territorio fino all’implementazione di progetti di sperimentazione (PoC – Proof of Concept).
Supporto e Formazione delle imprese del territorio: Training rivolto a imprenditori locali su metodologie e best practices relative alle opportunità dell’innovazione congiunta e i principali modelli e strumenti a supporto.
Creazione di gruppi di lavoro e attività di network che permetterà di individuare i bisogni delle aziende su alcune filiere strategiche del territorio: chimica, gestione dei rifiuti, carbon capture & storage, efficienza e sicurezza energetica, rinnovabili.
Business Matching: una volta mappati i bisogni delle aziende del territorio, saranno selezionate startup a livello nazionale e internazionale per realizzare attività di innovazione tecnologica congiunta (Venture Client).
All’evento di lancio hanno partecipato le aziende aderenti all’iniziativa coinvolte da Assorisorse (Baker Hughes; Techfem S.p.A.; DG Impianti (Italfluid group); Bonatti SpA; Myrechemical/Nextchem; Rina Consulting; Snam; Fores Engineering; Frigomeccanica Group; Rosetti Marino SpA; LAND Italia srl; SICIM; Minerali Industriali) e gli studenti dell’Università di Bologna. L’obiettivo dell’evento è stato quello di lavorare sui need delle aziende partecipanti e avviare tavoli di lavoro con gli studenti per sviluppare le challenges su cui lavorare e che permetteranno di individuare le startup internazionali che meglio possano rispondere ai bisogni delle aziende.
“Ravenna è città dell’Energia da almeno settant’anni e oggi più che mai rappresenta uno dei principali hub energetici in Europa – afferma Michele de Pascale, sindaco di Ravenna -; qui si concentrano know-how, competenze, esperienze e importantissimi progetti di livello nazionale e internazionale nell’ambito della green e della blu economy. In questo contesto abbiamo chiesto ad un grande gruppo come Eni, all’avanguardia sui temi del trasferimento tecnologico e dell’accelerazione di impresa, di diffondere queste opportunità e questi strumenti al tessuto produttivo. Oggi diamo il via ad un importante progetto per convogliare e valorizzare idee, progettualità, talenti, con l’obiettivo di fare rete con l’intero tessuto economico e imprenditoriale nel nostro territorio, producendo crescita e innovazione diffusa”.
“Il progetto Ora! – sostiene Mattia Voltaggio, responsabile di Eni Joule – rappresenta per la nostra Scuola per l’impresa un altro importante hub sul territorio nazionale che ci permette di contribuire a portare innovazione nelle filiere della blue e green economy. La collaborazione tra giovani talenti, startup e aziende presenti sul territorio ravennate rappresenta un tassello fondamentale per contribuire al rafforzamento dell’ecosistema locale in chiave internazionale”.
Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge afferma: “Siamo convinti che sia arrivato il tempo di ‘democratizzarè l’open innovation: farla uscire dagli ambiti tecnici delle grandi imprese e diffonderla come paradigma, come processo di sviluppo sia dalle PMI che dalle nuove figure che si affacciano oggi al mondo del lavoro. Come amava dire il Funky Professor Marco Zamperini, “la mente è come un paracadute, perchè funzioni bisogna aprirla”. E questo è ciò che ci impegniamo a fare con il progetto ORA! Insieme a Eni Joule e al Comune di Ravenna: trasformare attraverso il venture client questa regione in un modello di innovazione territoriale aperta al mondo”.
Per gli studenti, il progetto ORA! continuerà con un percorso di formazione che prevede lezioni frontali, sessioni di gruppo e momenti di networking in modalità ibrida (online e in presenza presso gli spazi Joule del Gazometro Ostiense a Roma) durante le successive otto settimane. Si avvicineranno così alle tematiche dell’open innovation e gestione dell’innovazione, con un taglio sulla Green e Blue Economy, e potranno affiancare gli Innovation Advisors di Mind the Bridge nel percorso di scouting tecnologico che verrà avviato per le imprese partecipanti al progetto. A loro volta, le aziende avranno la possibilità di trovare soluzioni innovative da integrare in azienda e partecipare a momenti di networking, come l’Open Innovation Club, il cui obiettivo è fornire connessioni oltre ad occasioni di networking internazionale. Durante l’OMC – Med Energy Conference & Exhibition che si terrà a Ravenna – verranno avviati ufficialmente i tavoli di lavoro tra aziende, studenti e startup.
– foto ufficio stampa Eni –
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Eni, biocarburante 100% da rinnovabili nelle stazioni di servizio
ROMA (ITALPRESS) – Si chiama HVOlution, il primo diesel di Eni Sustainable Mobility prodotto con 100% di materie prime rinnovabili (ai sensi della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”), è in vendita in 50 stazioni di servizio Eni e sarà disponibile a breve, entro marzo 2023, in 150 punti vendita in Italia (tutte le stazioni di servizio Eni abilitate alla vendita di HVOlution possono essere individuate dall’app Eni Live e sul sito Enistation.com).
HVOlution è un biocarburante che viene prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. HVOlution può contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenuto conto delle emissioni allo scarico, perchè utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate (è possibile verificare la compatibilità dei veicoli all’utilizzo di HVOlution, prodotto EN 15940 (XTL), sul libretto di manutenzione), di cui mantiene invariate le prestazioni.
“Eni è in grado di offrire ai propri clienti questo innovativo biocarburante grazie all’investimento realizzato sin dal 2014 con la trasformazione delle raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie, che dalla fine del 2022 sono palm oil free – si legge in una nota -. La tecnologia proprietaria Ecofining consente, infatti, di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non edibili per produrre biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato) di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa”.
HVOlution è un biocarburante composto al 100% da HVO puro. Prima della commercializzazione nelle stazioni di servizio Eni, l’HVO in purezza è stato utilizzato da diversi clienti, i quali hanno movimentato dai mezzi per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale fino ai veicoli commerciali della logistica; inoltre, addizionato al gasolio, dal 2016 il biocarburante HVO è presente al 15% nel prodotto Eni Diesel +, disponibile in oltre 3.500 stazioni di servizio in Italia.
“Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perchè già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante. Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche, e di servizi per le persone in mobilità: obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale”, spiega Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility.
Eni ha siglato accordi e partnership che permettono di valorizzare gli scarti e i rifiuti utilizzandoli come feedstock per la produzione di biocarburanti come HVOlution. In diversi paesi dell’Africa tra i quali Kenya, Mozambico e Congo, Eni sta sviluppando una rete di agri-hub in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate e non in competizione con la filiera alimentare e, al tempo stesso, di creare opportunità di lavoro sul territorio. Recentemente, dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025.
– foto ufficio stampa Eni –
(ITALPRESS).









