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23,7 mld di investimenti con ecobonus e superbonus 110% nel 2021

ROMA (ITALPRESS) – Gli investimenti attivati nel 2021 per effetto dei meccanismi di detrazione fiscale ammontano a 23,7 miliardi di euro, di cui 7,5 con l’ecobonus e 16,2 con il superecobonus 110%. E’ quanto emerge dall’11° Rapporto annuale sull’efficienza energetica e dal 13° Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti elaborati dall’Enea.
Per quanto riguarda l’ecobonus, i report evidenziano un raddoppio degli interventi nel 2021 rispetto al 2020, superando la soglia del milione (1,04 milioni), con un risparmio complessivo di 2.652 GWh/anno. La maggior parte degli interventi riguarda l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti e la sostituzione dei serramenti. Ci sono, poi, l’isolamento termico dell’edificio, le schermature solari e la riqualificazione globale degli immobili.
Per il superecobonus 110%, secondo i rapporti di Enea, al 2021 emerge che il numero totale di cantieri aperti è stato pari a 95.718, con 16,2 miliardi di euro di investimenti ammessi. Gli interventi hanno riguardato per il 15% gli edifici condominiali, per il 52,2% gli edifici costituiti da una singola unità immobiliare e per il 32,8% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti presenti all’interno di edifici condominiali. Al 30 novembre di quest’anno, in base alle ultime stime disponibili, il numero di cantieri aperti è pari a circa 340 mila per un totale di oltre 58 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione.
“Il nostro paese certamente è dotato di un equipaggio adeguato e delle conoscenze tecniche e tecnologiche per poter tracciare una rotta solida che consenta di traguardare la complicata road map della decarbonizzazione passando oltre questo periodo turbolento”, ha detto il presidente di Enea, Gilberto Dialuce, all’incontro di presentazione del rapporto. “Occorre – ha proseguito – da un lato mantenere le misure emergenziali che sono state giustamente adottate per fronteggiare la situazione soprattutto per quello che riguarda la fornitura fisica dell’energia ma anche lo shock dei prezzi, aiutando soprattutto le fasce più deboli. Questo, però, non deve distogliere l’attenzione – ha continuato – dal proseguire con maggiore slancio negli sforzi per questa lunga e complessa road map di decarbonizzazione. E’ una maratona di cui conosciamo il punto di arrivo – ha evidenziato – ma non il percorso ottimale da fare. Questo richiederà un attento monitoraggio e una serie di scelte di politica complessiva di settore con obiettivi e metodologie da perseguire, come l’efficientamento energetico”.
“Il tema dell’efficienza energetica – ha sottolineato il presidente di Arera, Stefano Besseghini – è sempre stato molto complicato da affrontare perchè ha sempre dovuto confrontarsi in molti passaggi con una sorta di marginalizzazione rispetto alla possibilità di essere efficace, malgrado sia evidente l’importanza e il fondamentale contributo che può portare a qualunque tipo di politica”. Besseghini ha fatto riferimento a un “approccio legato agli investimenti”. “Alla fine – ha affermato – l’efficienza energetica, quando si porta in fondo, ha bisogno sempre di investimenti”. In generale, per il presidente di Arera, per l’efficienza energetica occorre studiare “strumenti che siano implementabili rapidamente e in maniera molto efficace”.
Secondo il sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, Claudio Barbaro, il percorso “per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione a cui ci siamo impegnati” è “molto impegnativo” e il Paese “deve vedere nell’incremento dell’efficienza energetica uno degli strumenti essenziali per conseguire i propri target ambientali”. “Si tratta – ha aggiunto – di un campo nel quale siamo tra i battistrada in Europa, forse per la nostra storica carenza di fonti fossili che sarà risolta solo quando avremo dispiegato appieno la capacità di installazione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili”.
Per il sottosegretario, “le sfide della transizione ecologica sono economiche ma anche sociali e culturali, fondamentali per il nostro futuro. Un futuro che non si costruisce solo con le leggi ma con l’impegno di tutti. Migliorare l’efficienza energetica del Paese – ha concluso – è una di quelle sfide in cui tutti, la politica, le imprese, i corpi intermedi, i singoli cittadini, possono e devono dare un contributo importante”.

– foto ufficio stampa Enea –

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Innovazione sostenibile, Terna premia le idee nate in azienda

ROMA (ITALPRESS) – Terna ha premiato le idee di innovazione sostenibile nate in azienda con il programma di corporate entrepreneurship Terna Ideas e ha contestualmente lanciato una nuova piattaforma aperta anche alle startup, ai ricercatori e alle pmi innovative, con l’obiettivo di identificare soluzioni e iniziative in grado di contribuire alla transizione energetica. Ad aggiudicarsi l’edizione 2022 di Terna Ideas sono state le seguenti idee di business: De-Icing, che prevede l’utilizzo di una heat box per lo scioglimento dei manicotti di ghiaccio che si formano sui conduttori delle linee elettriche nei mesi invernali, una soluzione che consente di intervenire da remoto; Terna Reliability, un dispositivo che monitora i parametri tecnici dei trasformatori e ottimizza le attività di efficientamento degli asset a beneficio della resilienza dell’intero sistema elettrico; Orion, un algoritmo di intelligenza artificiale che aiuta a migliorare la risoluzione delle immagini satellitari utili a identificare tempestivamente edifici e fabbricati interferenti con le fasce di servitù degli elettrodotti.
Menzione speciale, inoltre, per Electrendicity, un gaming simulativo di formazione sul mercato elettrico, tema chiave per abilitare la transizione energetica.
L’edizione 2022 di Terna Ideas – programma ideato per diffondere la cultura dell’innovazione aziendale e generare idee da trasformare in soluzioni tecnologiche per rafforzare il proprio ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica – ha coinvolto l’intera popolazione aziendale e, in particolare, ha visto quest’anno la partecipazione di circa 250 persone. La Presidente di Terna, Valentina Bosetti e l’amministratore delegato Stefano Donnarumma, hanno preso parte alla giuria di valutazione e selezione dei progetti insieme ai componenti del CDA e al top management.
Una delle principali novità dell’edizione 2022 di Terna Ideas è stata la sostenibilità, che ha acquisito maggior centralità diventando uno dei criteri chiave e trasversale, in fase di proposizione delle idee ma anche in quella di valutazione. Tre le sfide della competizione, incentrate sulla ricerca di idee riguardanti: l’evoluzione dell’offerta formativa e delle modalità di lavoro; l’incremento dell’efficienza nella gestione della rete elettrica attraverso strumenti digitali e la valorizzazione dei dati; soluzioni che consolidino l’impegno aziendale in azioni di economia circolare.
Le persone di Terna hanno potuto partecipare individualmente o in team, presentando la propria idea o supportando una delle iniziative proposte mettendo a disposizione le proprie competenze. La partecipazione è avvenuta tramite il supporto di una piattaforma dedicata, che ha previsto anche room di incontro, chat di dibattito, momenti di confronto e scambio.
L’iniziativa è partita ad aprile 2022 e si è articolata così: 10 tappe dell’Innovation Roadshow sul territorio, circa 1400 iscritti alla piattaforma, 250 partecipanti attivi. Sono state 85 le idee complessivamente pubblicate, 10 delle quali hanno seguito uno sviluppo di incubazione dedicato, mentre per le tre iniziative vincitrici si apre adesso la strada dello sviluppo progettuale.
“Con Terna Ideas vogliamo mettere al centro le persone del Gruppo, dando ai nostri colleghi la possibilità di esprimersi come imprenditori, incoraggiando il loro potenziale e valorizzandone creatività e competenze – ha detto Massimiliano Garri, direttore Innovation & Market Solutions di Terna -. Le migliori idee avranno ora l’opportunità di divenire progetti concreti, accedendo a un percorso di accelerazione integrato nei processi di innovation, creando valore per l’azienda e non solo. Per il 2023 abbiamo infatti deciso di fare un passo in avanti, lanciando una nuova piattaforma di Terna Ideas, aperta anche a startup e pmi innovative, una novità che ci consentirà di coinvolgere sempre più realtà tecnologiche italiane e rafforzare ulteriormente il nostro approccio di open innovation per la transizione energetica, di cui siamo i principali abilitatori”.
Per l’edizione 2023, la piattaforma di corporate entrepreneurship di Terna Ideas si trasforma in uno strumento di open innovation, aperto anche all’ecosistema esterno: community di startup, scaleup, aziende innovative, ricercatori e solver potranno, infatti, proporre idee e iniziative per la transizione energetica. Proprio su questo nuovo spazio virtuale (ternaideas.terna.it), dal 15 dicembre 2022, Terna lancerà una challenge sul tema della Data Science for Resilience, per la ricerca di soluzioni in grado di valorizzare il patrimonio dati aziendale e per supportare le attività di Terna nell’ambito della manutenzione predittiva e del monitoraggio delle infrastrutture elettriche, per renderle ancor più sicure, efficienti e resilienti.
L’innovazione, sia tecnologica sia culturale, è uno dei pilastri su cui si basa il business di Terna. Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’, l’azienda guidata da Stefano Donnarumma ha infatti previsto circa 1,2 miliardi di euro di investimenti – dei 10 miliardi complessivi – dedicati all’innovazione e alla digitalizzazione. In particolare, Terna si concentrerà sulle soluzioni più tecnologiche per il controllo da remoto delle stazioni elettriche e delle infrastrutture di trasmissione, grazie all’utilizzo di sensori, sistemi di monitoraggio e diagnostica, anche predittiva, realtà virtuale e intelligenza artificiale, per migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza delle reti elettriche, a beneficio anche dei territori.

– foto ufficio stampa Terna –
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Il Centro-Sud chiave per raggiungere l’autonomia energetica

ROMA (ITALPRESS) – Il Centro-Sud del Paese riveste un ruolo chiave nello sviluppo delle fonti rinnovabili e quindi nel raggiungimento di quell’autonomia energetica di cui il Paese necessita. E’ quanto è emerso dal report “Verso l’autonomia energetica italiana: il ruolo del Centro Sud” presentato questo pomeriggio dal presidente di A2A Marco Patuano assieme al partner e responsabile Area Sustainability di The European House Ambrosetti Carlo Cici. Alla discussione hanno partecipato Amedeo Feniello, storico del medioevo e DSU presso l’Università dell’Aquila, Fulvio Bonavitacola, vicepresidente e assessore all’Ambiente della Regione Campania, Rosario Varì, assessore allo Sviluppo economico e Attrattori culturali della Regione Calabria, Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia.
“I risultati dello studio evidenziano come nel nostro Paese siano possibili ampi margini di miglioramento nella produzione di energia green a partire dalle peculiarità di ciascun territorio, sulla base delle risorse esistenti e degli impianti già presenti – ha dichiarato Patuano – Nello scenario attuale, attraverso la valorizzazione delle proprie fonti rinnovabili disponibili, come vento, sole, acqua e rifiuti, il Centro Sud può fornire un contributo concreto all’autonomia energetica del Paese. Un obiettivo importante che richiede anche un cambio di paradigma in cui diventa fondamentale la collaborazione e il dialogo aperto e trasparente tra istituzioni, cittadini e imprese”.
L’Italia è oggi quintultima in Europa per autonomia energetica (22,5% vs. 39,5% di media UE al 2019) ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio.
Sfruttando le sue materie prime – acqua, vento, sole e rifiuti – e agendo su elettrificazione dei consumi ed efficientamento, il nostro Paese può raggiungere il 58,4% di autonomia, quasi triplicando gli attuali livelli. La possibilità di ottimizzare ulteriormente la produzione a seconda delle peculiarità delle singole regioni italiane, delle relative risorse disponibili e degli impianti già presenti, consentirebbe di attivare il suo pieno potenziale e di renderlo meno soggetto a dinamiche esogene.
Secondo quanto rilevato dall’analisi presentata oggi, le Regioni del Centro Sud potrebbero generare, sul totale della nazione, il 60% della potenza solare addizionale (105,1 GW totali a livello nazionale) attraverso installazioni su tetti e impianti a terra e il 95% dell’opportunità di sviluppo per l’eolico (21,1 GW totali a livello nazionale) per 1/3 proveniente da attività di revamping e repowering degli impianti già esistenti. Per quanto concerne invece il settore idroelettrico, il Centro Sud rappresenta il 23% della potenza idroelettrica addizionale (3,3 GW totali a livello nazionale).
Questi territori sono strategici anche per le possibilità legate al recupero energetico: azzerando il conferimento in discarica e abilitando una produzione elettrica maggiore di 7 TWh, in Italia si potrebbero valorizzare circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti. Il 63% di questa possibilità è concentrato al Centro Sud. Inoltre, il biometano potrebbe attivare circa 6,3 miliardi di m3 (pari all’8% del consumo nazionale di gas) di cui il 37% nel Centro Sud, soprattutto grazie alla vocazione agricola di tali regioni. Al fine di concretizzare tali potenzialità, risultano necessari investimenti mirati per realizzare impianti e strutture che possano realisticamente permettere alle regioni in questione di sfruttare a pieno tutte le risorse a disposizione.

– foto xl3/Italpress –
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Eni, al via la produzione della centrale fotovoltaica di Tataouine

TUNISI (TUNISIA) (ITALPRESS) – Al via la produzione dell’impianto fotovoltaico operato di Tataouine, nel sud della Tunisia, a seguito dell’allaccio alla rete nazionale. Lo rende noto l’Eni.
L’avvio è stato celebrato durante una cerimonia alla presenza ministra dell’Industria, dell’Energia e delle Miniere della Tunisia, Neila Gonji, e delle autorità locali.
L’impianto, che ha una capacità installata di 10 MW, fornirà alla rete elettrica nazionale oltre 20 GWh all’anno di energia, assicurando al contempo un risparmio di circa 211.000 tonnellate di CO2eq per la durata d’esercizio. L’energia elettrica prodotta sarà ceduta a STEG (Sociètè Tunisienne de l’Electricitè et du Gaz) sulla base di un accordo di Power Purchase Agreement della durata di 20 anni.
L’impianto è stato realizzato da Sociètè E’nergie Renouvelables Eni Etap (SEREE), una joint venture paritetica tra Eni ed ETAP (Entreprise Tunisienne d’Activitès Pètrolières) operante nella produzione di energia da fonti rinnovabili.
In Tunisia, Eni opera anche il campo fotovoltaico di ADAM, con una capacità di picco di 5 MW, che fornisce energia elettrica per l’adiacente campo di ADAM, nel Governatorato di Tataouine, consentendo così un risparmio dei consumi di gas e di emissioni di anidride carbonica per oltre 6.500 tonnellate all’anno. L’impianto è un sistema di generazione ibrida, tra i più innovativi ed efficienti.
“Tali iniziative confermano il contributo di Eni al percorso di decarbonizzazione del sistema energetico tunisino e l’impegno della società nell’azzeramento delle emissioni scope 1, 2 e 3 entro il 2050, in linea con la strategia Eni nel medio-lungo periodo – si legge in una nota -. Eni è presente in Tunisia dal 1961 e opera nel Paese nei settori upstream con attività concentrata nelle aree desertiche del sud e nell’offshore mediterraneo, attraverso la Global Gas & LNG Portfolio per la gestione del gasdotto Transmed, che collega l’Algeria all’Italia attraverso la Tunisia, e nel settore Refining & Marketing”.

– foto ufficio stampa Eni –

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Edison, Cda nomina Luc Rèmont amministratore

MILANO (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Edison S.p.A., riunitosi oggi, preso atto delle dimissioni rassegnate da Jean-Bernard Lèvy, ha nominato per cooptazione Luc Rèmont amministratore della società.
Luc Rèmont, in quanto cooptato dal Consiglio di Amministrazione, resterà in carica fino alla prossima Assemblea degli Azionisti, come previsto dalla legge. Lo stesso ha dichiarato di non essere in possesso di azioni Edison alla data della nomina.
Il curriculum vitae di Luc Rèmont e a disposizione del pubblico sul sito www.edison.it.

– foto ufficio stampa Edison –

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Patuano “Salvaguardare i giovani per una transizione ecologica giusta”

ROMA (ITALPRESS) – A2A – in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Giffoni Innovation Hub – ha ospitato oggi un evento dedicato alla recente riforma dell’articolo 9 della Costituzione che ha introdotto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella Carta e il principio di equità inter-generazionale – il diritto di chi deve ancora nascere a veder preservato il bene comune – che implica la necessità di uno sviluppo sostenibile e impone un ripensamento dei paradigmi istituzionali e giuridici e del fare impresa.
Con un approfondimento del paper “Nell’interesse delle future generazioni” realizzato con la collaborazione di Francesco Clementi – professore di Diritto Pubblico Comparato dell’Università la Sapienza – l’incontro è stato un’occasione di dialogo tra istituzioni, giovani, mondo accademico e aziendale sull’importanza e le implicazioni di questa riforma, che rispecchia pienamente l’identità del Gruppo A2A poichè comporta un impegno concreto a favore della sostenibilità intergenerazionale.
Partendo dalla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, con il nuovo testo il legislatore ha introdotto una chiave prospettica grazie all’inserimento della formula “anche nell’interesse delle future generazioni” che per A2A rappresenta il coronamento giuridico di una direzione ormai diventata identitaria: la scelta di definirsi una Life Company. L’impegno in ambito ESG, protagonista della strategia del Gruppo, è stato infatti confermato anche nell’aggiornamento del Piano industriale focalizzato su una transizione equa, ecologica e condivisa.
“La riforma dell’articolo 9 sancisce un imperativo che aziende, istituzioni e comunità non possono più ignorare – ha dichiarato Marco Patuano, presidente di A2A -. Affinchè ci sia una transizione ecologica davvero ‘giustà bisogna salvaguardare le nuove generazioni e il diritto degli esseri umani che devono ancora nascere. Questa istanza ha ispirato la nostra Life Company a sviluppare un dialogo con i giovani che riconoscesse loro il ruolo di stakeholder sui temi della sostenibilità aziendale: per questo abbiamo messo in campo iniziative di inclusione e valorizzazione del punto di vista dei ragazzi nei processi aziendali, come il nostro primo bilancio di sostenibilità dedicato alla Generazione Z”.
“Con il principio etico e giuridico sancito dall’articolo 9, la responsabilità intergenerazionale diventa un impegno quotidiano per chi fa impresa”, ha aggiunto.
Al dibattito hanno contribuito, oltre a Marco Patuano, Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Chiara Montanini, Project Manager Italy for Climate, Marco Frey, Professore Scuola Sant’Anna, Presidente UN Global Compact Network Italia, l’autore del paper, Filippo Sotgiu rappresentante di Fridays For Future Italia, l’illustratrice Marcella Onzo e Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale. L’evento ha inoltre visto la partecipazione di una delegazione di Legambiente e, in rappresentanza delle giovani generazioni, dei ragazzi di Giffoni Innovation Hub.

– foto agenziafotogramma.it –
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Gas, bolletta +13,7% per i consumi di novembre

MILANO (ITALPRESS) – In aumento la bolletta gas per le famiglie ancora in tutela. Dopo il calo del mese di ottobre (-12,9%), in base all’andamento del mercato all’ingrosso italiano per la famiglia tipo1 in tutela per i consumi del mese di novembre si registra una crescita del +13,7% rispetto al mese scorso.
In base al metodo di calcolo introdotto dall’ARERA, la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento.
Per il mese di novembre il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è quindi fissato in 91,2 euro/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese appena trascorso.
In termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° dicembre 2021 e il 30 novembre 2022) è di circa 1.740 euro, +63,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° dicembre 2020 – 30 novembre 2021).
Per chi avesse ricevuto, nelle scorse settimane di novembre, una bolletta con il valore in acconto della componente CMEMm relativa al mese di novembre basato sul valore del mese precedente, il ricalcolo sarà effettuato, nella prima bolletta utile, con il valore effettivo pubblicato oggi. Lo stesso valore CMEMm dovrà essere usato dai venditori per fatturare, a titolo di acconto, i consumi del mese di dicembre nelle bollette inframensili.
Si ricorda che, come previsto dal decreto “Aiuti Bis”, per il IV trimestre ARERA ha azzerato gli oneri generali di sistema anche per il gas e confermato il potenziamento del bonus sociale per le famiglie con un livello ISEE fino a 12.000 euro (20.000 euro per le famiglie numerose), erogati automaticamente in bolletta agli aventi diritto a condizione che abbiano richiesto un ISEE per l’anno 2022. Confermata anche la componente negativa UG2 per i consumi gas fino a 5.000 smc/anno e la riduzione Iva sul gas al 5%.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Arera, si confermano miglioramenti interruzioni sulla rete elettrica

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Nel 2021 si conferma il miglioramento degli indicatori di durata e di numero delle interruzioni senza preavviso, lunghe e brevi di elettricità. Grazie alla regolazione premi/penalità dell’Arera e a un anno meteorologicamente favorevole, la durata delle interruzioni per utente in bassa tensione conferma il trend di riduzione, scendendo a 62 minuti (dagli 86 del 2019), ripartita tra 21 minuti per cause non di responsabilità dei distributori (in grandissima parte a seguito di eventi eccezionali) e i restanti 41 minuti di responsabilità dei distributori, la parte soggetta alla regolazione, a conferma del dato 2020 e in miglioramento rispetto ai 47 minuti nel 2019. Il numero medio di interruzioni per utente (4,07) per tutte le cause nel 2021 è sostanzialmente allineato al dato dell’anno precedente (3,99), in miglioramento rispetto alle 4,62 interruzioni per utente del 2019. Per le interruzioni nella fornitura di energia elettrica nel 2021 di responsabilità dei distributori sono oltre 21,8 milioni (contro i 9 milioni del 2020) che verranno restituiti dagli operatori ai consumatori come penalità lorde per i disservizi e che andranno a riduzione delle tariffe di distribuzione complessive, una delle quattro voci presente nella bolletta. Alle 27 imprese distributrici soggette a questa regolazione (almeno 15 mila utenti connessi in bassa tensione) sono stati assegnati premi netti (differenza tra premi lordi e penalità lorde) pari a 30,8 milioni. A livello societario E-Distribuzione rappresenta la quasi totalità delle penalità lorde con 19,8 milioni, ma al contempo incassa il premio netto maggiore di 27,1 milioni. A questo proposito l’Arera segnala che Areti e, parzialmente, E-Distribuzione restano al momento fuori dal meccanismo standard di premi/penalità perché partecipanti ai nuovi esperimenti regolatori e a loro vengono applicati specifici meccanismi e obiettivi che, se non raggiunti, prevedono il ricalcolo dei premi/penalità nel 2024 per tutto il quadriennio 2020-2023 con i parametri standard. Passando a un’analisi più dettagliata per il servizio di distribuzione dell’energia elettrica, per effetto della regolazione introdotta con il TIQE 2020-23, si sono creati tre regimi di regolazione: Regolazione “ordinaria”, regime nel quale non sono state introdotte particolari novità rispetto al quadriennio precedente. Appartengono a questo regime il 70% circa degli ambiti e il 60% circa degli utenti; Esperimenti regolatori, regime applicato in ambiti con livelli di qualità iniziali sensibilmente peggiori degli standard fissati dall’Autorità e per i quali due imprese (E-distribuzione e Areti) hanno presentato un progetto, che include la sperimentazione di nuove tecnologie, impegnandosi a raggiungere il livello tendenziale prefissato entro il 2023 lungo un percorso di miglioramento “personalizzato”, che permette di evitare le penalità ordinarie durante il quadriennio purché alla fine del periodo il risultato di fine quadriennio sia raggiunto. Appartengono a questo regime il 20% circa degli ambiti e il 27% circa degli utenti; Regolazione speciale, regime applicato in ambiti con livelli di qualità sensibilmente peggiori degli standard fissati dall’Autorità ma senza sperimentazione. In questo caso il livello da raggiungere è lo standard fissato dall’Autorità al 2025 o al 2027 a seconda della criticità di partenza. Appartengono a questo regime il 12% circa degli ambiti e il 13% circa degli utenti. (ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-