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La transizione energetica accelera, Mediterraneo sempre più centrale

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il conflitto in Ucraina ha rovesciato le priorità in tema di energia, si è infatti passati dal dare la precedenza alla sostenibilità, alla necessità di garantire sicurezza delle forniture ed equità sociale nelle tariffe. Per questo in pochi mesi la dipendenza dell’Italia dalle forniture russe è scesa dell’80% e a ottobre la quota di gas importato da quell’area è scesa all’1%, e l’Algeria che ha preso il posto di Mosca. Ma il ruolo dell’Africa non si ferma qui, perchè è da lì che attingeremo gran parte delle rinnovabili, dal solare all’idrogeno verde. Il ritmo di crescita della capacità rinnovabile in Medio Oriente e Nord Africa dovrebbe aumentare di oltre il 100% nei prossimi 5 anni, passando da 15 GW a oltre 32 GW. Sono questi alcuni degli scenari delineati dal quarto “MED & Italian Energy Report” intitolato quest’anno “Alternative fuels: a strategic option for the Euro-Mediterranean area?” frutto della sinergia tra SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e l’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, e della collaborazione con la Fondazione Matching Energies. Il report è stato presentato al Parlamento europeo con il patrocinio dei deputati europei Tiziana Beghin, Patrizia Toia e Marco Zanni, nel corso di un evento organizzato con la collaborazione dell’Ufficio European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo a Bruxelles.
Dal report emerge un andamento incoraggiante della transizione energetiche in Europa, dove seppur il petrolio resti ancora la principale fonte energetica, ha oramai una in costante calo negli ultimi due decenni, durante i quali è passato dal 38,7% al 32,7%. Sale invece il gas, che nello stesso passa dal 20,6% al 24,4%. Ma sono rinnovabili e biocarburanti che hanno fatto registrare l’aumento più significativo: più 11 punti passando dal 6,4% al 17,9%. Un focus viene poi dedicato ai trasporti marittimi, con i porti che di fatto stanno diventando poli di sviluppo industriale ed energetico in quanto terminali di energie fossili e rinnovabili, nonchè luoghi di sbocco di pipelines provenienti in particolare dal Nord-Africa. In questo quadro, la portualità italiana ha già una importante caratterizzazione energetica: il 34% del traffico è costituito da rinfuse liquide (oltre 163 milioni di tonnellate nel 2021). Nei primi 6 mesi del 2022 sono state superate le 80 milioni di tonnellate (+5,6% sul 2021).
A introdurre i lavori la reponsabile European Regulatory and Public Affairs di Intesa Sanpaolo, Francesca Passamonti. “Con lo scoppio del conflitto fra Russia e Ucraina l’energia è stata sempre più associata a tematiche relative alla sicurezza di approvvigionamento – ha spiegato -. In tale contesto, esplorare il potenziale di carburanti alternativi che sostituiscano le fonti fossili diventa sempre più importante”. Ettore Bompard, direttore ESL@ Energy Center, Politecnico di Torino, ha sottolineato come nel Mediterraneo “medio-lungo termine il dialogo dovrà virare al “verde”, basato sulle fonti rinnovabili, con un mix di commodity energetiche in cui non solo elettricità e idrogeno ma anche combustibili bio e sintetici giocheranno un ruolo, soprattutto nel trasporto aereo e marittimo”.
Massimo Deandreis, direttore generale SRM, sempre sui carburanti alternativi, sottolinea come “potranno avere un ruolo chiave, non in competizione ma in sinergia con la produzione di elettricità da fotovoltaico ed eolico. L’obiettivo ultimo di questo Rapporto è quello di dare un contributo alla definizione delle policy europee e nazionali”. Ha poi chiuso i lavori Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo: “Dobbiamo guardare con crescente attenzione alla regione del Mediterraneo, un mercato giovane con un enorme potenziale per la produzione di energie alternative e rinnovabili. Il nostro Paese è il “ponte” naturale tra Nord e Sud: occorre mobilitare investimenti infrastrutturali e le migliori competenze per farne occasione di crescita e sviluppo. Come investitore istituzionale orientato all’impatto, la Compagnia di San Paolo è pronta a fare la sua parte a servizio del territorio e del Paese”.
Il Sud del Mediterraneo diventa quindi strategico anche per un’altra opportunità per accelerare la decarbonizzazione, ovvero l’idrogeno verde su cui Marocco ed Emirati Arabi Uniti hanno già elaborato piani ad ampio spettro, mentre l’Unione Europea in occasione della COP27 di Sharm el Sheikh ha sottoscritto sul tema un memorandum con l’Egitto per creare un partenariato sul medesimo tema. Anche se la sfida sarà molto lunga.
Lo dimostra un dato contenuto nel rapporto, secondo la quantità di energia elettrica da produrre per sostituire il consumo di prodotti petroliferi nel solo settore dei trasporti del Mediterraneo con carburanti sintetici a zero emissioni ottenuti dal carbone, gas naturale, scisto bituminoso, o dalle biomasse o dall’anidride carbonica ambientale, richiederebbe 6.177 TWh/a, ovvero più di tre volte l’attuale generazione complessiva di energia elettrica in tutta la regione mediterranea. La corrispondente capacità fotovoltaica richiesta è pari a 4.400 GW, il che significa due ordini di grandezza superiore alla capacità fotovoltaica installata nella regione del Mediterraneo nel 2021 (70 GW), con un’area coperta paragonabile alla superficie dell’intera Danimarca. In termini di capacità nucleare equivalente, ciò corrisponderebbe a 849 GW, più del doppio della capacità nucleare globale attualmente installata (381 GW), richiedendo 117 ktU/a di uranio naturale, una quantità 17 volte superiore alla domanda naturale di uranio della regione mediterranea nel 2019 (circa 6,75 ktU/a).

– foto xf4/Italpress –

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Intesa Sanpaolo, nascono due Comunità energetiche a Napoli e Messina

NAPOLI (ITALPRESS) – Da Intesa Sanpaolo una nuova iniziativa solidale per il sostegno delle Comunità energetiche del Terzo settore, con la nascita di due progetti realizzati dalle Fondazioni di Comunità di San Gennaro (Napoli) e di Messina. Il nuovo filone di intervento, presentato a Napoli, rientra nell’ambito dell’impegno di Intesa Sanpaolo verso la sostenibilità ESG e la transizione ecologica – come indicata nel PNRR – a sostegno di imprese, famiglie e non profit.
All’incontro, che si è svolto presso il museo di Intesa Sanpaolo delle Gallerie d’Italia in via Toledo, sono intervenuti Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo, Marcello Mentini, Responsabile Regulatory Evolution Agenda di Intesa Sanpaolo, Gaetano Giunta, Fondatore della Fondazione Messina, don Antonio Loffredo, Fondatore della Fondazione di Comunità San Gennaro, Pietro Barrera, Project Manager Grande MAXXI, Simone Benassi, Responsabile Comunità Energetiche Italia Enel, Alessandra Bonfanti, Responsabile Nazionale Legambiente Piccoli Comuni, Massimo Deandreis, Direttore SRM – Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, Luigi Lavarone, Membro Comitato di Gestione Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale.
Le comunità energetiche sono associazioni composte da enti pubblici locali, enti del terzo settore, aziende, attività commerciali o cittadini privati che scelgono di dotarsi di infrastrutture per la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’autoconsumo attraverso un modello basato sulla condivisione. Si tratta di forme collaborative, incentrate su un sistema di scambio locale per favorire lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale, incentivando al tempo stesso la nascita di nuovi modelli socioeconomici circolari. In quest’ottica, anche grazie alle nuove normative e ai fondi del PNRR, le comunità energetiche possono essere un’opportunità per facilitare la transizione ecologica nel Paese e superare l’attuale modello centralizzato di produzione energetica verso l’energia diffusa, l’autoproduzione e la condivisione dell’energia attraverso processi di partecipazione, innescando al contempo un profondo cambiamento socio-economico nei territori. Le istituzioni e gli Enti Locali necessitano di nuovi modelli in cui profit, non profit e istituzioni pubbliche sviluppino nuovi canali di dialogo e di collaborazione per fronteggiare l’incremento dei costi di gas ed elettricità che, soprattutto nei comuni più piccoli e defilati, rischiano di aumentare il divario energetico.
A Napoli il Rione Sanità cambia in chiave sostenibile: il progetto Comunità Energetica che Intesa Sanpaolo ha realizzato insieme alla Fondazione di Comunità San Gennaro in uno dei quartieri simbolo del capoluogo campano, oggi fornisce alla comunità locale energia elettrica pulita e a prezzi calmierati attraverso la valorizzazione delle risorse territoriali e lo sviluppo di reti di produzione interne alla Fondazione e al quartiere. Infatti almeno l’80 per cento di energia pulita a basso costo è riservata ai membri che aderiscono al progetto. Un esempio che rafforza anche le realtà del territorio nel settore della produzione e fornitura di energie da fonti rinnovabili e il sostentamento di famiglie in stato di fragilità. Fra gli obiettivi futuri del progetto, vi è anche quello di dare vita a un modello replicabile in altri quartieri della città di Napoli.
Grazie al progetto delle Comunità Energetiche nel territorio messinese è stato possibile realizzare impianti fotovoltaici diffusi dando vita a microreti a vantaggio di persone e famiglie in situazione di fragilità attraverso processi di condivisione dell’energia prodotta.
Il progetto, infatti, potenzia e amplia quanto già realizzato dalla Fondazione Messina a Maregrosso, quartiere della città metropolitana di Messina, dove è stata costituita l’associazione Comunità Energetica di Fondo Saccà, esito finale di Capacity, un più ampio programma di riqualificazione delle periferie urbane che ha visto il Comune di Messina e la Fondazione lavorare in sinergia per “liberare” l’area dove sorgeva una baraccopoli. Al suo posto, oggi, sorgono sei edifici dotati di soluzioni innovative per la produzione e gestione dell’energia da fonti rinnovabili. In alcuni di essi hanno sede i centri socioeducativi Il Melograno e Il Melarancio, spazi dedicati alle famiglie con bambini piccoli e finalizzati alla valorizzazione della prima infanzia e al contrasto della povertà educativa.
“Il Gruppo, nel corso degli ultimi due anni, si è impegnato nel sostegno di vere e proprie operazioni di ingegneria sociale messe in atto da soggetti del terzo settore che si sono impegnati per la ricerca di soluzioni al delicato e diffuso tema della povertà energetica – afferma Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università Intesa Sanpaolo -. In questo ambito sono stati progettati gli importanti interventi a sostegno di due tra le Fondazioni di comunità più rilevanti del Sud Italia, San Gennaro e Messina. Due esempi concreti di cui siamo orgogliosi: best practice replicabili su tutto il Paese”.
“Nell’Enciclica verde Papa Francesco ci dice che è diventato urgente e impellente sviluppare fonti di energia rinnovabili. Al contempo il Papa lamenta l’esiguo accesso alle energie pulite e rinnovabili da parte dei più fragili – sottolinea don Antonio Loffredo, fondatore della Fondazione di Comunità San Gennaro -. Parlare di Comunità Energetiche significa parlare di partecipazione, associazioni che nascono dal basso, di autoconsumo, di un modello basato sulla condivisione e lo scambio locale. Significa parlare di sviluppo sostenibile e di sostegno a famiglie in stato di fragilità. L’esperienza della Comunità Energetica al Rione Sanità non poteva attraversarci senza lasciare nuove occasioni generative. “Schiena dritta e amore accanito per questo meraviglioso spicchio di terra ricevuto in sorte” Così Ermanno Rea chiude il suo romanzo Nostalgia. Non c’è tempo, dobbiamo subito iniziare a scrivere parole di cielo sullo spicchio di terra che abbiamo ricevuto in sorte. E se ci capiterà di scriverle con i raggi del sole avremmo contribuito a illuminare oltre le case anche la vita delle persone che sono il centro dell’intera azione di costruzione della comunità”.
“Nella nostra zona esiste un Parco Energetico già da più di dieci anni che produce energia dal sole e dal mare, è una scelta in cui crediamo da tempo. Dallo scorso dicembre grazie al sostegno anche progettuale di Intesa Sanpaolo è nata la Comunità Energetica del condominio ecologico di Fondo Saccà – afferma Gaetano Giunta, fondatore della Fondazione Messina -: parliamo di energia solidale che la Fondazione promuove anche grazie ad un’impresa sociale una Energy Service Company (ESCo), che destina il suo profitto a progetti di sviluppo sociale, ma non solo. Collaboriamo con vari centri di ricerca per creare prototipi funzionali al sostegno della transizione verde. Attività che sono una lotta anche alla disuguaglianza e alla povertà. Una circolarità green e virtuosa in tutti i suoi aspetti”.

– foto xc9/Italpress –

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A2A, a Milano una nuova cabina elettrica primaria

MILANO (ITALPRESS) – E’ stata inaugurata a Milano alla presenza dell’Amministratore Delegato di A2A Renato Mazzoncini e dell’Assessora all’Ambiente e Verde del Comune Elena Grandi la nuova cabina elettrica primaria San Cristoforo.
L’infrastruttura di A2A, realizzata per distribuire in modo integrato e capillare l’energia elettrica, contribuisce ad aumentare l’affidabilità della rete di Milano e a sostenere l’elettrificazione dei consumi in corso. La città è già oggi fra le metropoli europee con la più alta densità di potenza elettrica richiesta per chilometro quadrato ed entro il 2030 si prevede un raddoppio dei consumi di energia.
San Cristoforo è la seconda delle 10 cabine primarie che saranno realizzate da A2A a Milano, le prime 6 operative nel prossimo triennio. E’ inoltre prevista la realizzazione di 880 cabine secondarie e oltre 1.600 chilometri di nuovi cavi.
“Prosegue l’avanzamento del piano decennale di investimenti per oltre 1 miliardo di euro, in cui si colloca questo impianto, per la rete elettrica di Milano – ha dichiarato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A -. I prossimi anni saranno fondamentali per rinnovare l’infrastruttura della città e renderla pronta alle sfide del futuro: elettrificazione dei consumi e decarbonizzazione. L’inaugurazione della nuova cabina primaria va proprio in questa direzione e rappresenta l’esempio tangibile del costante impegno del Gruppo per rendere sempre più affidabile la rete milanese, a vantaggio di cittadini e imprese”.
L’impianto rappresenta uno snodo fondamentale della rete di distribuzione cittadina, che permette di trasformare l’energia elettrica dall’alta alla media tensione e di ottimizzare in questo modo la gestione del sistema elettrico locale.
La cabina San Cristoforo è stata progettata proprio per soddisfare la crescente domanda di energia, permettendo di snellire i carichi energetici ed equilibrare gli assetti, garantendo standard elevati di qualità e continuità del servizio.
Assicura inoltre l’alimentazione della nuova linea metropolitana M4 (per un totale di 16,9 MW) e dell’hub di ricarica degli autobus elettrici “Giambellino” di ATM (per circa 6 MW). Infine, attraverso la creazione di nuovi punti di rialimentazione, in caso di distacchi garantisce una migliore distribuzione degli utenti sulle linee e un avvicinamento delle utenze ad una nuova fonte di alimentazione energetica primaria.

– foto ufficio stampa A2A –

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Da Enel nuovo spot tv per la libertà energetica

MILANO (ITALPRESS) – Enel racconta il proprio impegno per la libertà e l’indipendenza energetica di domani e lo fa con uno spot per la Tv firmato Saatchi & Saatchi (Publicis Groupe), che vede l’alternanza di diverse voci nella narrazione corale. Dalla digitalizzazione delle reti alla diffusione delle tecnologie rinnovabili, dall’energia prodotta a zero emissioni ai servizi per i clienti, passando dalla mobilità elettrica fino ad arrivare alle tecnologie con cui un privato cittadino e un’azienda possono diventare produttori di energia oltre che consumatori.
Il nuovo spot #EnelperlItalia prosegue il racconto iniziato con la campagna Enel #IFattiContano, di cui riprende la struttura, per presentare sui diversi canali di comunicazione progetti e attività del Gruppo introdotti per accelerare la transizione energetica e costruire la libertà energetica del futuro.
Proprio queste azioni concrete sono il focus dello spot, grazie alla partecipazione dei protagonisti che si alternano in scena dando vita a uno storytelling moderno enfatizzato dal dinamismo del montaggio. “Abbiamo voluto continuare un racconto importante, volgendo adesso lo sguardo verso il futuro. Abbiamo raccontato cosa Enel sta facendo concretamente per garantire agli italiani la propria libertà energetica, mostrando il continuo impegno su diversi fronti come la produzione di pannelli solari all’avanguardia nella gigafactory di Catania, la digitalizzazione della rete elettrica e l’importanza di rendere consapevoli i cittadini della possibilità di diventare protagonisti nella produzione di energia installando un pannello solare sul proprio balcone e ancora l’investimento nella produzione di energia da fonti rinnovabili. In definitiva il concetto di libertà energetica si interseca con diverse dimensioni su cui Enel si impegna da sempre come la tecnologia, la sostenibilità, l’elettrificazione e l’innovazione”, commenta Cecilia Ferranti, responsabile Comunicazione Italia, Enel. “Abbiamo posto un’enfasi particolare sul trattamento creativo affrontando, con un linguaggio semplice e diretto, tematiche così delicate e importanti per l’Italia come l’indipendenza energetica. L’approccio contemporaneo ed empatico verso questi argomenti, è centrale nel ToV che caratterizza la narrazione di Enel. Questo perchè il brand rappresenta un player importante nella realtà dell’Italia e di altissimo credito dal punto di vista dei valori che ne ispirano azione e comunicazione”, aggiunge Manuel Musilli, direttore creativo esecutivo Saatchi & Saatchi Italia.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa-

A2A aggiorna il Piano 2021-2030, investimenti per 16 miliardi in Italia

MILANO (ITALPRESS) – Il Cda di A2A ha approvato l’aggiornamento del Piano Strategico 2021-2030 che rinnova l’impegno del Gruppo verso la decarbonizzazione, in anticipo rispetto agli obiettivi comunitari. Un piano che conferma 16 miliardi di investimenti, ma a differenza della prima versione li destina tutti all’Italia. L’aggiornamento del Piano 2021-2030 conferma inoltre economia circolare e transizione energetica come pilastri della strategia di A2A. Restano invariati gli obiettivi di investimento del primo Piano decennale presentato a gennaio 2021, con una loro rimodulazione focalizzata sullo sviluppo nei business distintivi del mercato domestico prevalentemente attraverso crescita organica. Nei primi due anni del Piano decennale sono stati realizzati investimenti infrastrutturali per il Paese pari a 3,5 miliardi di euro. L’aggiornamento del Piano Strategico 2021-2030 prevede un Ebitda in crescita da 1,4 miliardi di euro del 2021 a 1,45-1,50 miliardi nel 2022 a 2,1 miliardi nel 2026 a 2,6 miliardi al 2030, in linea con il primo Piano strategico annunciato ai mercati nel gennaio 2021.
Oltre il 40% dell’Ebitda sia al 2026 che al 2030 è regolato o contrattualizzato, ossia caratterizzato da bassa volatilità; per il restante 60% circa, composto principalmente dai margini relativi alla generazione elettrica, all’energy retail e agli impianti di trattamento rifiuti non regolati, la rischiosità è mitigata dall’hedging offerto dalla diversificazione delle fonti di generazione di elettricità, dalla base clienti consolidata e dalla posizione di leadership nel settore del trattamento dei rifiuti in un mercato sottodimensionato dal punto di vista impiantistico. Dei 16 miliardi complessivi di investimenti, circa 5 miliardi sono relativi all’economia circolare, con focus ai WtE (36%), al business del teleriscaldamento (19%) e alle bioenergie e Forsu (12%). I restanti 11 miliardi sono destinati alla transizione energetica, focalizzati specialmente nella realizzazione di impianti rinnovabili (35%), reti di distribuzione (30%) e interventi a garanzia della maggiore flessibilità elettrica (12%). Un contesto geopolitico ed economico complesso e uno scenario energetico volatile hanno caratterizzato il 2022, con il prezzo dell’energia elettrica ha raggiunto picchi mai verificati in passato toccando i 700 euro/MWh lo scorso agosto, l’inflazione in area Euro ha subito un’impennata raggiungendo il 10% a luglio ed il tasso di interesse Euribor a 12 mesi ha oltrepassato il 2% a settembre. Se da un lato il quadro delineato ha generato grande incertezza economica, d’altra parte ha reso ancora più attuali gli asset di crescita del Piano di A2a.
In Italia si è assistito nei mesi scorsi a un rinnovato impegno nel supportare la realizzazione di impianti volti a contribuire all’indipendenza energetica del Paese, ad esempio con l’adozione di procedure più snelle per lo sviluppo di impianti fotovoltaici fino a 20 MW, con il modello unico semplificato per installazione di fotovoltaico sugli edifici e con incentivi fino al 40% in conto capitale per la produzione di biometano. La forte attenzione all’autonomia energetica spinge a massimizzare la valorizzazione delle risorse disponibili sul territorio per sbloccare il potenziale delle fonti rinnovabili in Italia in coerenza con le principali linee di sviluppo del Gruppo. L’incerto contesto economico e gli impatti generati hanno reso opportuno un aggiornamento dei prossimi anni di Piano in ottica prudenziale e con un maggior focus sulla gestione dei rischi derivanti dal mutato contesto, rimodulando gli investimenti, mantenendo invariati gli obiettivi sui 10 anni (16 miliardi di euro cumulati fra il 2021 ed il 2030 in linea con il primo Piano decennale). L’aggiornamento del Piano 2021- 2030, in continuità strategica con la versione precedente, conferma l’economia circolare e la transizione energetica quali pilastri dell’evoluzione di A2A, seguendo un approccio più selettivo sugli investimenti, focalizzato sui business distintivi e sul mercato domestico e con una maggiore crescita organica.
L’adozione di un approccio flessibile su investimenti e indicatori economico finanziari sarà fondamentale per garantire stabilità al Gruppo. L’ampia disponibilità di fonti di energia rinnovabile e la necessità di colmare il gap impiantistico nel trattamento e valorizzazione dei rifiuti rappresentano oggi più che mai grandi opportunità per il Paese e il punto cardine della strategia di A2A. Sul fronte dell’Economia Circolare, A2A ha già investito oltre 1 miliardo di euro nel biennio ’21-’22 e prevede a Piano investimenti complessivi pari a circa 5 miliardi di euro, focalizzandosi sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, sul recupero di materia, energia e calore e sullo sviluppo delle bioenergie, conseguendo un Ebitda di 0,8 miliardi di euro al 2030. Con l’aggiornamento del Piano, il Gruppo accrescerà la capacità di trattamento e valorizzazione dei rifiuti consolidando il ruolo di leader nel Waste- to-Energy e un posizionamento rilevante nel segmento del mercato del biometano. Grazie ai propri investimenti, A2A disporrà nel 2030 di impianti in grado di produrre 1,9 TWh di energia termica destinata al teleriscaldamento, 2,5 TWh di energia elettrica, e di impianti di trattamento di rifiuti organici e scarti agroalimentari per produrre 170 Mmc di biometano. Facendo leva sulla leadership del Gruppo nell’ambito dell’economia circolare, A2A lancerà il business di riciclo delle batterie al litio.
Grazie a questo nuovo business, A2A sarà in grado di trattare circa 10 kton di batterie ogni anno. Il piano di A2A per la Transizione Energetica prevede investimenti complessivi pari a circa 11 miliardi di euro, prevalentemente focalizzati sullo sviluppo delle energie rinnovabili, flessibilità ed elettrificazione dei consumi, con un Ebitda obiettivo al 2030 pari a circa 1,7 miliardi di euro. Gli oltre 2 miliardi di euro già investiti nel primo biennio di Piano hanno consentito ad A2A di rafforzare la propria posizione nel campo della generazione da fonti rinnovabili consolidando una piattaforma per lo sviluppo greenfield successivo. Entro il 2030, il Piano mira a costruire un portafoglio da 5 GW tra idroelettrico, solare ed eolico, in grado di produrre circa 9 TWh di energia green. “In questi due anni il Gruppo ha dimostrato la capacità di attuare il Piano presentato a gennaio 2021. Siamo stati in grado di raggiungere in anticipo gli obiettivi prefissati, realizzando infrastrutture e impianti industriali, attraverso la crescita interna e cogliendo opportunità di acquisizioni”, afferma Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. “Il 2022 è stato caratterizzato da un quadro geopolitico ed economico complesso e da uno scenario energetico volatile: alla luce di questo contesto, abbiamo deciso di adeguare il nostro Piano per continuare a garantire la solidità del Gruppo e affrontare le nuove sfide che ci attendono. Gli investimenti sono stati aggiornati, privilegiando la crescita organica nel mercato domestico e confermando Economia Circolare e Transizione Energetica come pilastri della strategia di A2A”, aggiunge.

– foto Gsl / Italpress –

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Dal Gse un premio ai 7 Comuni più efficienti e sostenibili

BERGAMO (ITALPRESS) – Giunge alla sua terza edizione il “Vivi – Premio Territorio Vivibile”, promosso dal GSE e assegnato quest’anno a sette Comuni nell’ambito della XXXIX Assemblea annuale dell’Anci. La cerimonia di premiazione si è tenuta questa mattina presso lo stand del GSE alla Fiera di Bergamo, dove si svolge l’evento. Un riconoscimento importante per le città che si distinguono nell’implementazione delle energie rinnovabili e dell’efficientamento energetico, con un lavoro innovativo sugli edifici pubblici, ma anche con una grande attenzione alle attività produttive, all’occupazione e alla riduzione dei consumi e dell’impatto ambientale.
I Comuni selezionati sono divisi quest’anno in tre categorie: “Comuni piccoli/borghi”, “Comuni medi” e “Comuni capoluogo”. Questi Enti locali si sono contraddistinti per aver attivato almeno due servizi del GSE nei settori dell’edilizia, dell’illuminazione, dello sviluppo e mantenimento FV in autoconsumo, delle Comunità energetiche e della formazione.
Il GSE dall’inizio del meccanismo del Conto Termico sino ad oggi ha riconosciuto alla Pubblica amministrazione quasi 270 milioni di euro di incentivi (a fronte di circa 15.500 richieste), dei quali circa 200 milioni di euro sono stati destinati ai Comuni (a fronte di quasi 4.600 richieste). Nel 2022 il GSE ha già riconosciuto quasi 41 milioni di euro di incentivi ai Comuni Italiani (a fronte di circa 700 richieste).
Il Comune di Vitulano (Benevento) ha costituito la prima Comunità energetica rinnovabile in Italia che è stata certificata dal GSE, oltre ad aver attivato i servizi di Scambio sul posto e Ritiro dedicato. Il Comune di Amandola (Fermo) è stato premiato per aver fondato una Comunità energetica rinnovabile e per aver attivato contratti di Scambio sul posto e Conti energia, traguardi raggiunti dopo aver partecipato ai programmi di formazione gratuita dedicati erogati dal GSE.
Il Comune di Montevarchi (Arezzo) ha riqualificato due edifici pubblici con il Conto Termico – il GSE ha riconosciuto circa 120 mila euro di incentivi in particolare il 58% per interventi di coibentazione degli involucri – e ha richiesto assistenza per la realizzazione di una Comunità energetica rinnovabile in partenariato pubblico e privato.
Il Comune di Abano Terme (Padova) è tra i pochi Comuni italiani ad aver rinnovato l’intero impianto di illuminazione pubblica con il meccanismo dei Certificati Bianchi. Inoltre ha riqualificato cinque edifici pubblici con il Conto Termico e ha attivato il servizio di Scambio sul posto: il GSE ha riconosciuto oltre 650 mila euro di incentivi, in particolare il 70% per interventi di coibentazione degli involucri.
Il Comune di Cavriglia (Arezzo) si è contraddistinto invece per aver reso tre edifici scolastici nZEB (a emissioni quasi zero) con il Conto Termico (sono stati riconosciuti dal GSE oltre 1,3 milioni di euro di incentivi) e per aver attivato i contratti di Scambio sul posto e di Ritiro dedicato.
Il Comune di Bergamo ha efficientato un edificio comunale con il Conto Termico – il GSE ha riconosciuto circa 200 mila euro di incentivi, in particolare il 68% per infissi – e ha attivato contratti di Scambio sul posto e di Conto Energia. Inoltre, ha pianificato un programma di più ampio di efficientamento – per il quale è in via di definizione un accordo con il GSE – beneficiando anche dei fondi del PNRR.
Infine, il Comune di Treviso ha attivato più di dieci contratti di Conto Energia e Scambio sul posto. E’ inoltre in fase di progettazione la riqualificazione di un’intera area industriale grazie alla combinazione di diversi fondi.
Ai vincitori di tutte e tre le categorie del premio sarà proposto un percorso di assistenza sperimentale, volto a sviluppare e testare nuovi servizi per la valorizzazione delle fonti rinnovabili sulle proprietà comunali, per la mobilità sostenibile e per l’informazione ai cittadini.

– foto Italpress –
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Enel, nel Piano Strategico 2023-2025 investimenti per 37 miliardi

ROMA (ITALPRESS) – “Focalizzarsi su una filiera industriale integrata verso un’elettrificazione sostenibile, sempre più necessaria nei sistemi energetici globali, soddisfacendo circa il 90% delle vendite a prezzo fisso con elettricità carbon-free nel 2025, portando la generazione da fonti rinnovabili a circa il 75% del totale, nonchè digitalizzando circa l’80% dei clienti di rete”. E’ uno degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2025 di Enel, presentato oggi. Tra il 2023 e il 2025 il Gruppo prevede di investire complessivamente circa 37 miliardi di euro, di cui il 60% a sostegno della strategia commerciale integrata del Gruppo (generazione, clienti e servizi), e il 40% a favore delle reti, per sostenere il loro ruolo di abilitatori della transizione energetica.
Enel prevede di conseguire un riposizionamento strategico dei business e delle aree geografiche con un piano di dismissioni di circa 21 miliardi di euro in termini di contributo positivo alla riduzione dell’indebitamento netto di Gruppo. Si prevede che la maggior parte di questo piano sia completata entro la fine del 2023, conseguendo una struttura societaria più agile, focalizzata nei sei Paesi “core”.
Il Piano punta anche ad “assicurare la crescita e la solidità finanziaria coniugando un tasso di crescita annuale composto (“CAGR”) dell’Utile netto ordinario del 10-13% con un rapporto FFO/Net Debt del 28% previsto a partire dal 2023, oltre a mantenere un dividendo per azione pari a 0,43 euro nel periodo 2023-2025, in aumento rispetto a 0,40 euro nel 2022; il DPS nel 2024 e 2025 è da considerarsi come un minimo sostenibile”.
Il Piano si focalizzerà su quattro azioni strategiche: bilanciamento della domanda dei clienti e dell’offerta per ottimizzare il profilo di rischio/rendimento; decarbonizzazione per assicurare competitività, sostenibilità e sicurezza; rafforzamento, sviluppo e digitalizzazione delle reti per abilitare la transizione; razionalizzazione del portafoglio di business e delle aree geografiche.
Nel 2025 si prevede che l’EBITDA ordinario di Gruppo raggiunga i 22,2-22,8 miliardi di euro, rispetto ai 19,0-19,6 miliardi di euro stimati nel 2022 e l’Utile netto ordinario di Gruppo raggiunga i 7-7,2 miliardi di euro, rispetto ai 5,0-5,3 miliardi di euro stimati nel 2022.
“Nei prossimi tre anni ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale nonchè business e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell’attuale scenario, attraverso una struttura più snella e indicatori finanziari più solidi”, afferma Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel.
“Ciò aumenterà la nostra resilienza di fronte a potenziali future persistenti turbolenze, oltre a posizionare la nostra creazione di valore in un percorso di ulteriore crescita, a vantaggio di tutti gli stakeholder e accelerando l’indipendenza energetica nei Paesi “core” – aggiunge -. La sostenibilità, pienamente integrata nelle nostre decisioni, continua a collocarsi alla base della nostra strategia, facendo anche leva sull’accelerazione dell’elettrificazione in tutte le economie. Questi risultati potranno essere raggiunti grazie alla grande competenza e motivazione dei colleghi del Gruppo Enel e all’assetto organizzativo basato sulle piattaforme digitali che abbiamo adottato”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Eni e Sonatrach inaugurano il Solar Lab in Algeria

BIR REBAA NORD (ALGERIA) (ITALPRESS) – L’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi e il Presidente e Direttore Generale di Sonatrach Toufik Hakkar hanno inaugurato il Solar Lab e posato la prima pietra di un impianto fotovoltaico da 10 MW nel sito produttivo di Bir Rebaa North (BRN), nel Bacino del Berkine, Algeria sudorientale. L’evento si è svolto alla presenza della Presidente di Eni Lucia Calvosa, e del Consiglio di Amministrazione di Eni.
Il Solar Lab dispone di diverse tipologie di pannelli fotovoltaici che verranno testati nelle condizioni estreme di irraggiamento dell’Algeria meridionale, permettendo la raccolta e l’analisi dei dati, consentendo di identificare le tecnologie più efficienti. Il Solar Lab sarà aperto alle università e ad altre istituzioni pubbliche a fini di ricerca: ha quindi un valore strategico di promozione e sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili in Algeria, dimostrando l’impegno del Paese verso la transizione energetica.
L’impianto fotovoltaico sarà il secondo collegato all’impianto BRN, per contribuire ulteriormente alla decarbonizzazione della produzione di idrocarburi dell’impianto. Insieme all’impianto fotovoltaico da 10 MW lanciato nel 2018, raddoppierà l’energia rinnovabile disponibile per alimentare i processi upstream; sarà seguito da un ulteriore impianto fotovoltaico presso il complesso produttivo Menzel Ledjmet East Project (MLE), sempre nel bacino del Berkine, il cui cantiere è previsto nel 2023. Queste iniziative sono in linea con la strategia net-zero di Eni e fanno parte di un piano di decarbonizzazione più ampio che include anche il monitoraggio del venting e progetti di zero routine flaring, di efficienza energetica e iniziative sull’idrogeno verde.
“La decarbonizzazione delle attività tradizionali è un pilastro della strategia net-zero di Eni e oggi celebriamo il forte allineamento tra Eni e Sonatrach verso la neutralità carbonica. Questa visione condivisa è anche alla base dello sforzo congiunto per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti all’Italia e all’Europa, facendo leva sulle risorse di gas algerine. L’Algeria e l’Italia sono partner fidati da decenni e continueranno a lavorare insieme per una transizione energetica giusta, sostenibile e pragmatica”, ha detto l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi.
L’evento fa seguito alla riunione del Consiglio di Amministrazione di Eni del 16 novembre, che ha scelto di riunirsi nello storico impianto BRN, nel deserto algerino, per sottolineare l’importanza strategica che il Paese riveste per Eni, i profondi legami storici e le eccellenti relazioni tra Italia e Algeria.
Eni è presente in Algeria dal 1981. La recente acquisizione degli asset BP nel Paese, lo sviluppo accelerato di HDLE/HDLS e il recente start-up di Berkine South, contribuiranno a raggiungere i 120.000 barili di olio equivalente al giorno di produzione equity in Algeria nel 2023, rafforzando il ruolo di Eni come principale compagnia energetica internazionale operante nel Paese.

– foto ufficio stampa Eni –

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