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Enea, al via la prima Summer School sull’idrogeno

ROMA (ITALPRESS) – Al via dal 21 al 23 settembre la prima edizione della Summer School sull’idrogeno organizzata dal Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili dell’ENEA insieme a Sapienza Università di Roma e all’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di fornire a dottorandi, ricercatori e giovani professionisti una panoramica tecnologica e una base di confronto sulle sfide da affrontare per lo sviluppo e l’integrazione sostenibile dell’idrogeno nel sistema energetico italiano.
Il percorso formativo, che si concluderà con una sessione di prove al volante di una autovettura a idrogeno, si terrà presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia (Roma) nell’ambito dell’Hydrogen Demo Valley, il polo infrastrutturale finanziato con 14 milioni di euro dal ministero della Transizione Ecologica attraverso un accordo di programma dell’iniziativa Mission Innovation.
L’hub farà da cornice ai diversi momenti di formazione in aula, mettendo a disposizione impianti e laboratori dove verranno affrontati in modo sistematico aspetti di ricerca, sviluppo tecnologico, sicurezza nonchè le implicazioni legate all’iter normativo e autorizzativo.
Grazie alla partecipazione dei principali organismi di ricerca impegnati in Italia sul tema idrogeno, (tra cui Cnr, RSE e Fondazione Bruno Kessler), nonchè dei rappresentanti dell’industria nazionale di settore (tra i quali Total, Enel, Eni, Alstom, Iveco, Ansaldo, Fincantieri e Toyota), la scuola offre un programma formativo completo e punta alla promozione di una cultura dell’idrogeno favorendone l’accettabilità sociale.
“Ormai è un dato di fatto che l’idrogeno avrà un ruolo da protagonista nella decarbonizzazione del sistema energetico europeo. Chiaramente stiamo parlano di idrogeno verde, prodotto da fonti energetiche rinnovabili come solare fotovoltaico, eolico, biomasse – dichiara Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili dell’ENEA – Perchè questo traguardo si realizzi c’è ancora strada da fare: servono ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. Ci sono tematiche e aspetti su cui dobbiamo continuare a lavorare”. “Tuttavia abbiamo già raggiunto un grado di consapevolezza e know how che riteniamo fondamentale condividere con tutto il settore. Affinchè ci sia una transizione energetica economicamente e socialmente sostenibile, è necessario delineare piani operativi, ma anche prevedere misure di accompagnamento e percorsi formativi adeguati, coinvolgendo tutti i settori (energetico, industriale, civile, residenziale, trasporti) e l’intera filiera che va dalla produzione, distribuzione e accumulo, fino agli utilizzatori finali”, conclude Graditi.
Nel dettaglio, il corso si articola in lezioni frontali in aula, sessioni interattive tra allievi e docenti per lo sviluppo di progettualità, visite tecniche a laboratori e impianti e, grazie alla disponibilità di Toyota Italia, sarà anche possibile effettuare, all’interno del centro di Casaccia, un giro di prova a bordo di una delle prime vetture con celle a combustibile alimentate a idrogeno.
L’impegno dell’ENEA per la formazione in questo settore passa anche attraverso la diffusione della serie di mini-video dal titolo “Pillole di idrogeno” rivolta ai giovani delle scuole superiori e diffusa con cadenza periodica: un viaggio alla scoperta di questa risorsa che consentirà agli studenti di avvicinarsi a un settore energetico decisivo per la decarbonizzazione. Tra gli argomenti: come costruire una cella a combustibile, come si trasporta e si produce l’idrogeno, cosa s’intende per idrogeno verde, blu e grigio, come è fatta una stazione di rifornimento a idrogeno e tanto altro ancora. A partire da oggi online i primi due numeri “Che cos’è l’idrogeno?” e “Chi ha scoperto l’idrogeno? Un pò di storia”.
Inoltre, in tema di idrogeno, l’ENEA offre supporto tecnico-scientifico ai Ministeri della Transizione Ecologica e dello Sviluppo Economico per il raggiungimento degli obiettivi previsti in ambito PNRR, Mission Innovation e IPCEI. L’Agenzia è coinvolta con un proprio progetto nell’IPCEI Hy2Tech, approvato lo scorso luglio dalla Commissione europea, a sostegno della filiera europea dell’idrogeno attraverso attività di ricerca, innovazione e dimostrazione che favoriscano lo sviluppo e la riduzione dei costi dei processi produttivi e delle tecnologie legate al suo utilizzo nei diversi settori applicativi: industria, trasporti, civile e residenziale (quest’ultimo in blending con il gas naturale).

– foto ufficio stampa Enea –
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Von der Leyen “Price cap sul gas russo e tassare gli extraprofitti”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il tetto al prezzo del gas russo e una tassa sugli extraprofitti. Sono alcune delle proposte contenute nel piano in cinque mosse per risolvere la crisi energetica che la Commissione Europea presenterà al vertice dei ministri Ue dell’Energia in programma venerdì.
La prima mossa è “il risparmio intelligente di elettricità. Quello che dobbiamo fare è appiattire la curva ed evitare i picchi di domanda – ha spiegato la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen -. Proporremo un obiettivo obbligatorio per la riduzione del consumo di elettricità nelle ore di punta. E lavoreremo a stretto contatto con gli Stati membri per raggiungere questo obiettivo”.
La seconda misura è un “un tetto ai ricavi delle aziende che producono energia elettrica a basso costo. Le fonti di energia a basse emissioni di carbonio stanno facendo in questo periodo enormi ricavi, perchè hanno costi bassi ma hanno prezzi alti sul mercato. E’ giunto il momento per i consumatori di beneficiare dei bassi costi delle fonti energetiche a basse emissioni di carbonio come, ad esempio, le rinnovabili. Proporremo di reindirizzare questi profitti imprevisti agli Stati membri in modo che gli Stati membri possano sostenere le famiglie vulnerabili e le aziende vulnerabili”.
“La terza misura è che lo stesso vale, ovviamente, per i profitti inaspettati delle compagnie di combustibili fossili. Anche le compagnie petrolifere e del gas hanno realizzato enormi profitti. Pertanto, proporremo un contributo di solidarietà per queste società – ha proseguito -. Perchè tutte le fonti di energia devono aiutare a superare questa crisi. Gli Stati membri dovrebbero investire queste entrate per sostenere le famiglie vulnerabili e le aziende vulnerabili, ma anche per investirle in fonti di energia pulita autoprodotta, come ad esempio le rinnovabili”.
Il quarto punto riguarda “le società di servizi energetici che devono essere supportate per poter far fronte alla volatilità dei mercati – ha aggiunto Von der Leyen -. E’ un problema di liquidità. Pertanto, aiuteremo a facilitare il sostegno di liquidità da parte degli Stati membri per le società energetiche. Aggiorneremo il nostro quadro temporaneo e consentiremo così di fornire rapidamente garanzie statali”.
Il quinto e ultimo punto: “Puntiamo ad abbassare i costi del gas. Pertanto, proporremo un tetto di prezzo per il gas russo – ha spiegato Von der Leyen -. Sappiamo tutti che le nostre sanzioni stanno incidendo profondamente sull’economia russa. Ma Putin sta parzialmente tamponando la situazione attraverso i ricavi dei combustibili fossili. Dobbiamo tagliare le entrate della Russia, che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina”.
“Queste sono le cinque misure che discuteremo con gli Stati membri al Consiglio informale dei ministri dell’Energia di venerdì – ha detto la presidente -. Questi sono tempi difficili e non finiranno presto. Ma se dimostreremo unità e solidarietà li supereremo”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Cingolani “L’Italia indipendente dal gas russo nell’inverno 2024”

ROMA (ITALPRESS) – L’Italia potrà fare a meno del gas russo “all’inizio dell’inverno 2024”. Lo ha detto il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a Radio Capital. “L’Italia si è mossa con grandissimo anticipo, abbiamo diversificato le nostre fonti di gas, abbiamo ridotto sostanzialmente la nostra dipendenza dal gas russo e continueremo a ridurla nei prossimi mesi con i rigassificatori e con tutte le operazioni che stiamo facendo”, sottolinea il ministro. “Probabilmente non è piaciuto ai russi, perchè questo ci ha reso molto più indipendenti rispetto ad altri Paesi europei”. I loro attacchi “rivelano un atteggiamento totalitario: pensano che gli Stati prendano ordine dagli altri Stati, che ci siano degli Stati che comandano e degli altri che eseguono. E’ la loro cultura, non è la nostra”, sottolinea. “Noi siamo una grande democrazia, in un trust di democrazie europee: stiamo lavorando per garantire l’indipendenza energetica”.

Foto: agenziafotogramma.it

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Gas, il piano del Governo per ridurre i consumi

MILANO (ITALPRESS) – Il ministro Roberto Cingolani ha pubblicato il piano “per ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi” di gas “dalla Russia durante il prossimo inverno”. L’obiettivo è quello di risparmiare almeno 8,2 miliardi di metri cubi di combustibile. Di questi 5,3 miliardi derivano dall’incremento della produzione di energia elettrica da fonti diverse dal gas (2,1 miliardi) e 3,2 miliardi dai risparmi sui riscaldamenti Per raggiungere questo obiettivo la temperatura non dovrà superare i 17 gradi per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili. 19 gradi per gli altri. E’ consentita una tolleranza di più o meno 2 gradi. Inoltre i caloriferi dovranno restare in funzione quindici giorni in meno di adesso. Otto giorni posticipando l’accensione e una settimana anticipando lo stop. Nessuna restrizione per ospedali e residenze per anziani dove tutto proseguirà come prima.
Ci sono poi i risparmi “comportamentali” da cui il piano spera di ricavare i 2,9 miliardi di risparmi che serviranno ad arrivare al tetto di 8,2 miliardi. Si tratta di piccoli accorgimenti che serviranno a rendere la bolletta un pò più leggera. Per esempio la televisione, quando è spenta, non va lasciata in stand by. Lo stesso per decoder e Dvd. Elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie vanno utilizzati a pieno carico. La doccia deve essere breve. Quando si cucina, abbassare il fuoco quando possibile e ricordarsi di spegnere il forno. Usare per il riscaldamento invernale le pompe di calore utilizzate in estate per il condizionamento. Togliere la spina lavatrice quando non in funzione, spegnere o inserire la funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza. Riduzione delle ore di accensione delle lampadine Questi interventi, per utilizzare i quali basterà un pò di buon senso “sono implementabili attraverso una campagna di sensibilizzazione”, al fine di “suggerire una serie di comportamenti virtuosi che potranno contribuire, anch’essi, a limitare il consumo di energia con riduzione dei costi di bolletta degli utenti e impatti positivi anche sull’ambiente”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Edison entra in “Musa” per trasformare Milano in hub per la sostenibilità

MILANO (ITALPRESS) – Edison comunica l’ingresso nella società MUSA s.c.a.r.l (Multilayered Urban Sustainability Action), un ecosistema dell’Innovazione finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito delle iniziative del PNRR e promosso dall’Università di Milano-Bicocca. Il progetto Musa vede la collaborazione di 29 soggetti pubblici e privati e punta a trasformare l’area metropolitana di Milano in un hub per la sostenibilità, rigenerazione urbana ed innovazione. Il Progetto ha ottenuto un finanziamento ministeriale di 110 milioni di euro in tre anni e prevede un investimento complessivo di quasi 116 milioni.
Musa si pone l’obiettivo di sviluppare soluzioni smart per l’energia rinnovabile e la gestione dei rifiuti, studiare nuovi modelli di mobilità green, creare un polo di incubazione e accelerazione per startup, ottimizzare l’utilizzo dei big data per la salute e il benessere dei cittadini, mettere a punto nuove soluzioni di finanza sostenibile e creare le condizioni per una società sempre più inclusiva.
Le risorse del PNRR finanzieranno la ricerca applicata, la formazione e il trasferimento tecnologico e di conoscenze, con l’obiettivo di ridurre il gap tra mondo accademico e tessuto produttivo, attraverso un approccio innovativo e inclusivo, capace di attivare processi di co-creazione anche con gli enti territoriali, la società civile e il terzo settore.
“Il progetto Musa è una grande occasione per creare un laboratorio di rigenerazione urbana nel cuore di Milano che permetta di integrare energia, mobilità e sostenibilità nella ridefinizione della modalità di utilizzo degli spazi urbani, creando un ambiente inclusivo a misura di cittadino e a prova di futuro” – dichiara Lorenzo Mottura Executive Vice President Strategy, Corporate Development & Innovation di Edison – La partecipazione al progetto MUSA è pienamente in linea con la strategia di Edison che vede i progetti di rigenerazione urbana come un ingrediente essenziale a supporto della transizione energetica dei territori e leva di sviluppo per il Paese.”
Insieme alle quattro Università milanesi Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università degli Studi di Milano, Politecnico di Milano e Università Commerciale “Luigi Bocconi”, partecipano al progetto MUSA, insieme a Edison, il CNR; le istituzioni: Regione Lombardia e Comune Milano; le imprese: Eni, A2A, Thales Alenia Space Italia; due Fondazioni: Fondazione Riccagioia e Fondazione Cariplo; oltre a ulteriori partner per un totale di 29 soggetti pubblici e privati.
Gli ambiti di intervento del progetto sono sei, ognuno coordinato da uno o più atenei. Edison nei prossimi tre anni parteciperà attivamente a due tavoli di lavoro promuovendo le riflessioni su Rigenerazione urbana e Sostenibilità.
Il primo Urban Regeneration – Cities of Tomorrow è dedicato allo sviluppo di un approccio integrato per la pianificazione della rigenerazione urbana di Milano con l’obiettivo di migliorare il benessere umano e la sostenibilità, e il secondo Innovation for Sustainable and Inclusive Societies lavorerà alla creazione di hub, laboratori, distretti culturali e osservatori sul territorio, focalizzati sull’educazione, la collaborazione e il coinvolgimento pubblico, in particolare quello più giovane, a partire dal progetto Distretto Bicocca che vede già l’intervento di Edison ai fini della riqualificazione e valorizzazione del Polo Cine Audiovisuale.

foto: ufficio stampa Edison

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Terna, tappa a Salerno per la prima edizione del Master Tyrrhenian Lab

SALERNO (ITALPRESS) – Si è tenuta presso la Sala Stampa “Biagio Agnes” dell’Università di Salerno la presentazione del Master di II livello “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”, promosso da Terna, nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab, in collaborazione con le Università di Salerno, Cagliari e Palermo.
Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna nonchè Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab, e il professore Vincenzo Loia, Rettore dell’Università degli Studi di Salerno, hanno presentato ai neolaureati interessati al corso l’offerta formativa, i dettagli delle materie previste e gli obiettivi dell’iniziativa.
Terna investirà 100 milioni di euro nei prossimi 5 anni per sviluppare le competenze necessarie a gestire un sistema elettrico in costante evoluzione. Finalità del Master è quella di creare nuove professionalità dotate di competenze manageriali, ingegneristiche, informatiche e statistiche.
“Oltre agli interventi infrastrutturali sulle reti, allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e all’incremento dei sistemi di accumulo, il quarto elemento abilitante per affrontare la transizione energetica è rappresentato dalla formazione di competenze specialistiche, di persone che in futuro potranno gestire le tecnologie legate al dispacciamento e alle evoluzioni dei mercati dell’energia. Il Tyrrhenian Lab è un progetto di importanza cruciale, oltre che per Terna, anche per i territori coinvolti e per il sistema Paese” ha dichiarato Francesco Del Pizzo. “Con la presentazione di oggi mesi e mesi di lavoro di squadra diventano realtà. Ringrazio l’Università di Salerno per la proficua collaborazione e per aver scelto di condividere la nostra visione di crescita e sviluppo”.
“Il progetto Tyrrhenian Lab è una significativa e concreta opportunità per i nostri giovani. Mettendo a disposizione le competenze e le infrastrutture laboratoriali, siamo lieti di affiancare Terna sia nelle attività di ricerca in un settore centrale per la nostra economia, sia nelle attività di formazione specialistica degli allievi, i quali al termine del percorso avranno la concreta opportunità di essere selezionati e assunti presso le sedi territoriali del progetto”, ha dichiarato Vincenzo Loia, rettore dell’Università degli studi di Salerno.
Il Master, che inizierà nel mese di novembre, sarà composto di quattro moduli per un totale di 60 crediti formativi, con percorsi personalizzati in base alle precedenti esperienze accademiche dei partecipanti, laboratori di programmazione e attività pratiche sul campo. Gli studenti dotati di laurea magistrale in materie tecnico-scientifiche potranno presentare domanda di ammissione entro il 18 settembre.
Una volta terminato il Master, i 15 studenti selezionati con il supporto degli atenei coinvolti, saranno assunti da Terna e potranno operare in qualità di: esperti di algoritmi e modelli per il Mercato Elettrico, esperti di sistemi di analisi e regolazione, esperti di gestione degli apparati di campo, esperti dei sistemi di Automazione di Stazione (SAS) ed esperti di Sistemi IoT di Stazione.
Il progetto Tyrrhenian Lab ha l’obiettivo di istituire, in collaborazione con i tre atenei di Salerno, Cagliari e Palermo, un centro di formazione di eccellenza distribuito nelle sedi delle città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, per un totale di 950 km di collegamento e 3,7 miliardi di euro di investimenti, favorendo l’integrazione dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili.

– foto ufficio stampa Terna –

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Energia, con la decarbonizzazione investimenti più efficaci

CERNOBBIO (COMO) (ITALPRESS) – L’accelerazione nell’introduzione di politiche che favoriscano la transizione energetica e il raggiungimento di un’economia a emissioni zero entro il 2050 consentiranno, oltre al rafforzamento dell’indipendenza e della sicurezza energetica del Continente europeo, maggiori opportunità di creazione di valore e di occupazione rispetto a scenari con ambizioni ridotte. E’ quanto emerge dallo studio ‘Net Zero E-conomy 2050’, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel anticipato nell’ambito del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel e Andris Piebalgs, Professore presso la European University Institute, già Commissario europeo per l’energia.
‘Due anni dallo scoppio della pandemia COVID-19 e le sue rilevanti implicazioni sull’economia globale, la guerra in Ucraina ha reso più che mai urgenti le preoccupazioni sulla sostenibilità dell’attuale sistema energetico. Seppure la necessità di affrontare il cambiamento climatico sia da sola una ragione più che sufficiente per perseguire una transizione energetica, la vulnerabilità delle nostre economie, dipendenti dal gas e dal petrolio, ha reso tale urgenza più che mai impellentè, ha commentato Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel.
‘Questo studio mostra molto chiaramente l’eccessiva dipendenza dal gas di alcune economie dei paesi UE, in primis la grande dipendenza dell’Italia, e i vantaggi molto chiari che un’accelerata riduzione dell’uso delle fonti energetiche fossili può portare proprio a chi oggi ne fa un uso eccessivò, ha aggiunto.
‘E’ oggi più che mai necessario mettere in atto decisioni e azioni tempestive per favorire un rapido cambiamento di rotta. Lo Studio ‘Net Zero E-conomy 2050’ va proprio in questa direzione. Infatti, le analisi hanno individuato due scenari di decarbonizzazione (‘Low Ambition’ e ‘Net Zerò) per l’Italia e la Spagna. Lo scenario ‘Net Zerò prevede investimenti per 3.351 miliardi di euro in Italia e 2.215 miliardi di euro in Spagna nel periodo 2021-2050, meno degli investimenti necessari per lo scenario ‘Low Ambition’, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti. ‘Lo scenario ‘Net Zerò prevede non solo minori investimenti ma anche maggiori benefici. Infatti, se confrontati con uno scenario Controfattuale, gli scenari ‘Net Zerò in Italia e Spagna sono associati a benefici rilevanti entro il 2050, in termini di ritorni economici (+328 miliardi di euro e +223 miliardi di euro), di occupazione (+2,6 milioni di posti di lavoro e +1,8 milioni di posti di lavoro), riduzione dell’inquinamento (-614 miliardi di euro e -317 miliardi di euro di costi connessi alla salute e alla minore produttività) e risparmio sulle spese per combustibili fossili (-1.914 miliardi di euro e -1.279 miliardi di euro).
Rispetto ad oggi, inoltre, gli scenari ‘Net Zerò in entrambi i Paesi garantiscono benefici in termini di sicurezza energetica entro il 2050, abilitando una riduzione dell’intensità dell’utilizzo di gas (-94% e -92% nell’indice di intensità di gas sul PIL rispetto al 2020) e della dipendenza energetica (-73,5 p.p. e -54,9 p.p. rispetto al 2020)’.
L’andamento delle emissioni globali di CO2 – che nel 2021 hanno continuato a crescere raggiungendo il record di 36,3 miliardi di tonnellate – ha evidenziato più che mai la necessità di ripensare l’attuale sistema energetico. Per rispondere a questa sfida, l’UE si è posta l’obiettivo di diventare ‘neutrale dal punto di vista climaticò entro il 2050. Sia in Italia sia in Spagna, tuttavia, si registrano alcune criticità nel processo della transizione energetica. In particolare, rispetto alle emissioni di gas serra, le performance sono insufficienti sia nel breve che nel lungo periodo: nel 2050 il divario tra il trend inerziale e gli obiettivi delle rispettive Strategie nazionali di lungo periodo è di circa 151,2 milioni di tonnellate CO2 – eq in Italia e 136,9 milioni in Spagna.
L’attuale crisi energetica, con l’impennata dei prezzi sui mercati energetici internazionali e lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, ha ulteriormente messo in luce la vulnerabilità e la dipendenza energetica dell’UE dalle importazioni di combustibili fossili. L’Europa dipende per il 57% dalle importazioni di energia e nel ventennio 2000-2020 questa quota è rimasta pressochè invariata. L’Italia è il 2° nell’indice di dipendenza dal gas naturale tra i Paesi dell’UE.Il processo di decarbonizzazione è quindi uno strumento chiave per il raggiungimento dell’indipendenza energetica. Negli ultimi 10 anni, infatti, la riduzione della dipendenza energetica in Italia e Spagna (-9,1 punti percentuali in entrambi i Paesi) è stata accompagnata da un aumento del tasso di elettrificazione (+1,5 p.p. in Italia e +3,3 p.p. in Spagna) e della diffusione delle energie rinnovabili (+2 p.p. in Italia e +4,7 p.p. in Spagna) nei consumi finali di energia.
Un’accelerazione più decisa della decarbonizzazione richiederebbe meno risorse rispetto a uno scenario con ambizioni ridotte. Gli scenari ‘Net Zerò individuati per Italia e Spagna dallo studio prevedono investimenti pari a 3.351 miliardi di euro e 2.215 miliardi di euro nel periodo 2021-2050 rispettivamente, inferiori agli investimenti necessari per gli scenari ‘Low Ambition (3.899 miliardi di euro in Italia e i 2.761 miliardi di euro in Spagna).
Lo studio evidenzia come gli scenari ‘Net Zerò in Italia e Spagna siano associati a rilevanti benefici sociali, economici, ambientali e di sicurezza energetica. Lo scenario ‘Net Zerò genera un effetto economico migliore rispetto allo scenario ‘Low Ambition’: considerando gli investimenti stimati, ciò si traduce, per l’Italia e la Spagna, in 328 e 223 miliardi di euro rispettivamente di maggiori ritorni economici rispetto a uno scenario Controfattuale, e in un maggior numero di posti di lavoro creati (2,6 milioni contro i 2,1 dello scenario ‘Low Ambition’ in Italia e 1,8 contro 1,7 in Spagna). I risparmi legati alla riduzione delle malattie, al miglioramento della produttività e alla riduzione di morti premature resi possibili dal contenimento dell’inquinamento nello scenario ‘Net Zerò ammontano a circa 614 miliardi di euro in Italia e 317 miliardi di euro in Spagna (vs. risparmi economici di 495 e 205 miliardi di euro negli scenari ‘Low Ambition’ in Italia e Spagna). Per quanto riguarda i risparmi sulle spese per i combustibili fossili, nel periodo 2021-2050 il beneficio nello scenario ‘Net Zerò rispetto a uno scenario Controfattuale sarebbe pari a 1.914 miliardi di euro (vs. 851 miliardi di euro nello scenario ‘Low Ambition’) in Italia e a 1.279 miliardi di euro in Spagna.
Lo scenario Net Zero consentirebbe inoltre una significativa riduzione dell’intensità di gas sul PIL, che in Italia potrebbe diminuire del 94% rispetto ai dati attuali (vs. il -76% dello scenario ‘Low Ambition’ nel 2050) e in Spagna del 92% (vs. il 56% dello scenario ‘Low Ambition’). Lo scenario ‘Net Zerò, infine, consentirebbe un’ulteriore riduzione dell’indice di dipendenza energetica rispetto alle proiezioni dei piani nazionali, dal 73,5% nel 2020 allo 0% nel 2050 in Italia (31,3% nello scenario ‘Low Ambition’) e dal 67,9% al 13% in Spagna (52% nello scenario ‘Low Ambition’).
Per accelerare il percorso verso un’economia a zero emissioni, lo studio ha messo a fuoco due prerequisiti e cinque proposte di policy: una proposta riguarda trasversalmente tutti i settori economici analizzati, mentre le altre quattro sono iniziative specifiche per ogni settore. Il primo prerequisito è costituito dalla necessità di garantire stabilità, trasparenza e coerenza delle politiche e misure energetiche europee, nazionali e locali; allo stesso tempo, risulta fondamentale sostenere la produzione industriale nel potenziamento delle tecnologie green esistenti, nello sviluppo di nuove soluzioni verdi e nell’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. Per quanto riguarda la proposta trasversale, si propone di garantire una forma di cooperazione più forte e un maggior grado di armonizzazione nella governance della transizione energetica a livello europeo.
Relativamente alle proposte settoriali, nel settore elettrico si propone di semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili, facilitare gli interventi sulle infrastrutture energetiche, promuovere la gestione della domanda, e la diffusione di strutture di stoccaggio e di soluzioni per la flessibilità. Per promuovere la decarbonizzazione nei trasporti, si propone di semplificare le procedure per la realizzazione di infrastrutture di ricarica, rafforzare la collaborazione tra tutti gli attori della mobilità elettrica, promuovere l’interoperabilità, ottimizzare i tempi di connessione alla rete e favorire l’elettrificazione del Traporto Pubblico Locale (TPL). Per il settore industriale, si propone di sfruttare i quadri giuridici per sostenere il passaggio tecnologico verso soluzioni più ecologiche, creare laboratori di trasferimento tecnologico per soluzioni di elettrificazione diretta e indiretta, e favorire i sistemi di demand-response. Infine, nell’ambito degli edifici, lo studio propone di definire l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibile fossile – tramite un quadro giusto, stabile e trasparente per quanto riguarda le pompe di calore – e creare uno sportello unico per sostenere il rinnovamento degli edifici.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Energia, Pecoraro Scanio “La transizione ecodigital è l’unica soluzione”

ROMA (ITALPRESS) – La transizione ecologica e digitale è l’elemento fondamentale su cui l’Italia deve investire per una vera strategia nazionale di ripresa e resilienza, per contrastare il fenomeno delle bollette pazze, il cambiamento climatico e disinnescare i rischi di un Paese arretrato ed indebitato. Il prossimo Parlamento e il prossimo Governo sono dunque chiamati a un deciso e urgente cambio di passo su questioni cruciali come caro energia, ambiente, clima e innovazione tecnologica nell’interesse del Paese e dei cittadini. Una svolta equa e inclusiva che dovrà mettere al centro soprattutto i giovani nativi eco-digitali che con le loro competenze, capacità e attitudini sono chiamati al ruolo di protagonisti. Sono questi i principali temi affrontati alla conferenza stampa di Italia #EcoDigital “La sfida Ecologista e Progressista per la prossima legislatura” che si è svolta alla Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, presso il Senato della Repubblica, nel corso della quale sono state presentate le proposte di rilancio della transizione ecologica e digitale in vista della prossima legislatura.
Alla conferenza stampa, promossa su iniziativa della senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, TeleAmbiente, Radio Radicale, Fondazione Homo Ex Machina, sono state rilanciate le adesioni e le proposte di attivisti, giovani innovatori, imprenditori e amministratori locali per la costruzione di una rete di realtà virtuose capaci di essere da stimolo alla politica. L’obiettivo è quello di aggregare e valorizzare le buone pratiche e le migliori esperienze diffuse su tutto il territorio nazionale per favorire la vera transizione EcoDigital, mettendo a circuito quegli esempi positivi fondamentali per la trasformazione ecologica e digitale della società e dell’economia, secondo i principi di giustizia sociale e climatica. “La transizione ecologica e la massima accelerazione del passaggio alle energie rinnovabili sono la sfida principale del prossimo Parlamento, quella da cui dipenderà il futuro dell’Italia. Dunque è fondamentale che in Parlamento siano presenti persone capaci, per esperienza e competenza, di affrontare e vincere questa sfida. Se oggi ci troviamo in questa situazione drammatica, che ricade tutta sulle spalle dei cittadini e delle aziende, è perchè per anni abbiamo perso tempo invece di accelerare sulla riconversione ecologica e il passaggio alle rinnovabili. Bisogna evitare a ogni costo che la crisi energetica diventi un alibi per chi vuole tornare indietro. Al contrario, la sola via percorribile è fare quello che si sarebbe già dovuto fare da molto tempo e puntare tutto sulle rinnovabili. Bisogna contemporaneamente sostenere le aziende e le famiglie che pagano il prezzo altissimo del ritardo nella riconversione ecologica, della crisi energetica e di una speculazione gigantesca. E’ sin troppo evidente che le coperture per quei sostegni devono essere trovate tassando gli extraprofitti prodotti dalla speculazione sul prezzo del gas” ha dichiarato la De Petris.
“La transizione EcoDigital è la garanzia di vera indipendenza energetica e di benessere duraturo. La transizione ecologica per 100% rinnovabili e quella digitale, che consenta di controllare e ottimizzare consumi e verificare le spese, vanno coordinate e rese efficaci. Giuseppe Conte ha avuto il merito di ottenere i fondi necessari, ora occorre perseguire una spesa efficace e trasparente per opere coerenti e al servizio di tutti i cittadini e non di poche lobby rapaci. Credo che proprio la candidatura del prorettore Livio de Santoli è garanzia per la rete Italia #EcoDigital di vera competenza nella prossima legislatura” ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e promotore della rete Italia #EcoDigital. “E’ evidente il ruolo fondamentale delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica per un modello distribuito, autonomo, locale. L’impegno deve andare verso il processo di eliminazione di tutte le fonti fossili secondo quanto prospettato dall’Ue e che vede il nostro Paese in ritardo. Accanto alle misure strutturali devono essere previste misure emergenziali: eliminazione dei vincoli europei per gli aiuti energetici a famiglie e imprese, definizione delle aree idonee per l’installazione delle rinnovabili, sblocco urgente di 6 GW di autorizzazioni, verifica di un eventuale impegno europeo e nazionale per un price cap del gas, emanazione di tutti i decreti inspiegabilmente impanati riguardanti le rinnovabili” ha dichiarato Livio de Santoli, Ordinario di Energetica alla Sapienza Università di Roma.
“Stiamo vivendo un momento delicatissimo per quanto concerne il nostro futuro ma pare che nessuno se ne renda conto. Il tema principale da affrontare è, con ogni evidenza, la lotta al cambiamento climatico che non può essere considerata un fatto ‘tecnicò o un obiettivo ‘accessoriò che si aggiunge ad altri. Occorre un cambiamento culturale complessivo che riesamini criticamente il nostro modo di vivere, di svilupparci e di essere felici, oggi basato essenzialmente sul possesso e sulla quantità di beni e non sulle reali esigenze dell’uomo. E così, a Roma, la lotta ai rifiuti non si basa come impone la UE sulla riduzione alla fonte dei rifiuti (e dei consumi) ma su un megainceneritore che certamente produrrà energia neppure minimamente paragonabile a quella proveniente dalle fonti rinnovabili” ha detto Gianfranco Amendola, Magistrato ambientalista.

foto: Ufficio Stampa Fondazione UniVerde

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