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Terna, a Cagliari la prima edizione del Master del Tyrrhenian Lab

CAGLIARI (ITALPRESS) – Si è tenuta presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari la presentazione del Master di II livello “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”, promosso da Terna nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab.
Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna nonchè Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab, il Professore Fabrizio Pilo e il Professore Gianni Fenu, Prorettore Innovazione e Territorio e Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari, hanno presentato ai neolaureati interessati al corso l’offerta formativa, i dettagli delle materie previste e gli obiettivi dell’iniziativa.
Terna investirà 100 milioni di euro nei prossimi 5 anni per sviluppare le competenze necessarie a gestire un sistema elettrico in costante evoluzione. Finalità del Master è quella di creare nuove professionalità dotate di competenze manageriali, ingegneristiche, informatiche e statistiche.
“Oltre agli interventi infrastrutturali sulle reti, allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e all’incremento dei sistemi di accumulo, il quarto elemento abilitante per affrontare la transizione energetica è rappresentato dalla formazione di competenze specialistiche, di persone che in futuro potranno gestire le tecnologie legate al dispacciamento e alle evoluzioni dei mercati dell’energia. Il Master presentato oggi consentirà a Terna di formare le eccellenze che in futuro aiuteranno l’azienda a confermare il proprio ruolo di regista della transizione energetica”, ha dichiarato Francesco Del Pizzo. “Ringrazio l’Università di Cagliari per la proficua collaborazione e per aver scelto di condividere la nostra visione di crescita e sviluppo”, ha aggiunto.
“Il Master che oggi proponiamo è frutto di un grande lavoro sinergico di tutte le componenti dell’Ateneo – governance, direzione generale, docenti, personale amministrativo – e della collaborazione con Terna e gli Atenei di Palermo e Salerno che ha permesso di arricchire l’offerta didattica dell’Ateneo con un percorso formativo innovativo per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale iniziando dalla creazione di competenze. Un ringraziamento particolare a Terna per la visione che ha permesso di individuare nella crescita del sapere e della ricerca la via per il successo di un grande investimento infrastrutturale inserito nel territorio e, più in generale, per la ripresa e la resilienza del nostro sistema sociale, economico e produttivo”, ha commentato Fabrizio Pilo, prorettore Innovazione e territorio dell’Università degli Studi di Cagliari.
Il Master, che inizierà nel mese di novembre, sarà composto di quattro moduli per un totale di 60 crediti formativi, con percorsi personalizzati in base alle precedenti esperienze accademiche dei partecipanti, laboratori di programmazione e attività pratiche sul campo. Gli studenti dotati di laurea magistrale in materie tecnico-scientifiche potranno presentare domanda di ammissione entro il 18 settembre.
Una volta terminato il Master, i 15 studenti selezionati con il supporto degli atenei coinvolti, saranno assunti da Terna e potranno operare nella sede di Cagliari in qualità di: esperti di algoritmi e modelli per il Mercato Elettrico, esperti di sistemi di analisi e regolazione, esperti di gestione degli apparati di campo, esperti dei sistemi di Automazione di Stazione (SAS) ed esperti di Sistemi IoT di Stazione.
Il progetto Tyrrhenian Lab ha l’obiettivo di istituire, in collaborazione con i tre atenei di Cagliari, Palermo e Salerno, un centro di formazione di eccellenza distribuito nelle sedi delle città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, per un totale di 950 km di collegamento e 3,7 miliardi di euro di investimenti, favorendo l’integrazione dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili.

– nella foto (ufficio stampa Terna): Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna nonchè Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab, il Professore Fabrizio Pilo e il Professore Gianni Fenu, Prorettore Innovazione e Territorio e Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari –

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Gas, dalla Commissione Ue un piano per ridurre i consumi del 15%

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Ridurre il consumo di gas in Europa del 15% fino alla prossima primavera. E’ l’obiettivo di un nuovo pacchetto legislativo proposto dalla Commissione Europea.
“L’Ue corre il rischio di ulteriori tagli alla fornitura di gas dalla Russia, a causa dell’armamento delle esportazioni di gas da parte del Cremlino, con quasi la metà dei nostri Stati membri già colpiti da consegne ridotte – spiega Bruxelles in una nota -. Agire ora può ridurre sia il rischio che i costi per l’Europa in caso di ulteriore o totale interruzione, rafforzando la resilienza energetica europea”.
Tutti i consumatori, le pubbliche amministrazioni, le famiglie, i proprietari di edifici pubblici, i fornitori di energia elettrica e l’industria potranno e dovranno adottare misure per risparmiare gas. La Commissione accelererà inoltre i lavori sulla diversificazione dell’offerta, compreso l’acquisto congiunto di gas per rafforzare la possibilità dell’UE di approvvigionarsi di forniture alternative.
La Commissione propone un nuovo regolamento del Consiglio sulle misure coordinate di riduzione della domanda di gas, basato sull’articolo 122 del trattato. Il nuovo regolamento fisserebbe l’obiettivo per tutti gli Stati membri di ridurre la domanda di gas del 15% tra il 1^ agosto 2022 e il 31 marzo 2023. Il nuovo regolamento darebbe inoltre alla Commissione la possibilità di dichiarare, previa consultazione degli Stati membri, un “allerta dell’Unione” sulla sicurezza dell’approvvigionamento, imponendo una riduzione obbligatoria della domanda di gas a tutti gli Stati membri. L’allarme dell’Unione può essere attivato quando esiste un rischio sostanziale di una grave carenza di gas o di una domanda di gas eccezionalmente elevata. Gli Stati membri dovrebbero aggiornare i loro piani di emergenza nazionali entro la fine di settembre per mostrare come intendono raggiungere l’obiettivo di riduzione e dovrebbero riferire alla Commissione sui progressi ogni due mesi.

– foto agenziafotogramma.it –

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Energia, Arera “Autunno e inverno delicati, centrale il tema sicurezza”

ROMA (ITALPRESS) – “La situazione dell’energia, dell’economia e della nostra società tutta in Europa è radicalmente e drammaticamente cambiata dal 24 febbraio di quest’anno con la brutale immotivata e condannata aggressione della Russia ad uno stato sovrano, l’Ucraina. L’autunno e il prossimo inverno saranno i momenti più delicati da dover affrontare”. Lo ha detto il presidente di Arera, Stefano Besseghini, presentando a Montecitorio la Relazione annuale dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Il numero uno dell’Authority ha sottolineato come ad oggi “non sappiamo quale potrà essere l’evoluzione geopolitica, sappiamo però che i consumi domestici e industriali di gas sono in ripresa e sarà necessario avere le quantità necessarie a sostenere il Paese, attraverso i nostri stoccaggi e nuove rotte di approvvigionamento. Per avere più certezze di sostenibilità, allo stesso tempo, abbiamo un altro strumento da applicare da subito: il risparmio energetico”.
“Consumi controllati di energia elettrica e gas – ha proseguito – significano meno necessità di produzione e meno necessità di importare gas e materie prime. L’Autorità ritiene importante che da subito ci si dedichi alla elaborazione di piani dettagliati con cui affrontare eventuali situazioni di crisi nella fornitura di gas affinchè anche la gestione della emergenza veda chiari ruoli, tempi e metodi. Il 24 febbraio 2022 è una data già entrata nella storia. Se la condanna della guerra tra Russia e Ucraina è unanime e generalizzata, meno ovvio è lo scenario con cui dovremo confrontarci nel prossimo futuro. Per ora vediamo solo quello che è stato distrutto e quello che resta minacciato. Per capire cosa sarà costruito serve immaginazione e capacità progettuale. E’ certo che il tema della sicurezza della fornitura ha ripreso centralità, sollecitando i due fronti che, unitamente alla già ricordata riduzione della domanda, possono fornire una possibile soluzione: la diversificazione delle rotte di approvvigionamento ed un deciso impulso allo sviluppo delle rinnovabili”.
Besseghini ha poi evidenziato che ad oggi appare “non evitabile” un alto livello di prezzi, almeno nel breve-medio termine e di costi per tutto il sistema energetico. “Sin dal giugno del 2021 si sono susseguiti con cadenza trimestrale, in coincidenza agli aggiornamenti dei prezzi da parte dell’Autorità, interventi via via più ampi da parte del Governo per ridurre prima e poi azzerare per tutti i clienti, famiglie e imprese, una parte importante della bolletta, ossia gli oneri generali di sistema. L’intensità delle risorse che è stato necessario porre a schermo dei consumatori e delle imprese in questa fase – ha precisato Besseghini – deve ormai fare i conti con uno scenario di consolidamento dei costi e mostra quindi in tutta evidenza la sua insostenibilità nel lungo periodo. Un intervento che aveva piena giustificazione in presenza di un fenomeno che ci si attendeva transitorio e sosteneva anche il razionale di un intervento ad ampio spettro deve ora necessariamente cedere il passo a meccanismi più selettivi”.
Dai dati della Relazione emerge come i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mantengono per il 2021 una posizione simile al 2020, allineati e leggermente inferiori alla media dei paesi dell’Area euro in termini di prezzi lordi, con un peggioramento in termini di prezzi netti, compensato dalla riduzione del peso di oneri e imposte. Mentre il processo di progressiva riduzione del divario tra i prezzi medi lordi dell’energia elettrica per il settore industriale del nostro Paese e quelli più convenienti pagati nell’Area euro, che, iniziato nel 2017, era ripreso nel 2020 dopo l’interruzione del 2019, torna a mostrare segnali di inversione nel 2021, con un peggioramento della situazione per tutte le classi, eccetto che per la prima.
Sulla questione gas, tema delicatissimo in questo momento storico, Arera sottolinea come il 2021 abbia conosciuto uno straordinario rialzo dei prezzi europei e asiatici. In Europa, i record storici delle quotazioni spot e a breve termine sono stati ripetutamente infranti negli ultimi mesi del 2021. In seguito, verranno ulteriormente superati, dopo il 24 febbraio 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina. In particolare, nel 2021, in Europa i prezzi spot all’ingrosso agli hub del gas sono in media annua più che quadruplicati rispetto al 2020. In Italia nel 2021 il consumo netto di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1% rispetto al calo record del 2020). Il peso della Russia tra i paesi che esportano in Italia è diminuito al 40% (era al 42,9% nel 2020), mentre la quota dell’Algeria è risalita dal 22,8% al 30,8%. Al terzo posto per importanza si è posizionato l’Azerbaigian con una quota del 9,9%. Anche nel 2021 i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo. Per quanto riguarda il settore idrico la spesa media annua sostenuta da un’utenza domestica residente tipo (famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 m3), ammonta a 322 euro/anno a livello nazionale, inoltre, dalla ricognizione dello stato delle infrastrutture sulla base degli ultimi dati tecnici disponibili (riferiti al 2021), è emerso, a livello nazionale: un valore delle perdite idriche lineari mediamente pari a 17,2 mc/km/gg, nonchè un valore medio delle perdite idriche percentuali pari al 40,7% (era il 41,2% nel 2019).
Si rilevano valori di perdite più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole, dove poco meno della metà della risorsa idrica immessa nei sistemi di acquedotto viene dispersa. Si conferma ancora l’esistenza, nel Paese, di un water service divide, con valori dei parametri tecnici che tendono generalmente a rappresentare situazioni di maggiore criticità in corrispondenza dell’area Sud e Isole.
Nel settore rifiuti, secondo Arera, risultano iscritti all’Anagrafica Operatori dell’Autorità 7.843 soggetti (erano 7.470 nel 2020), con un incremento di circa il 370 unità rispetto all’anno precedente, di cui 7.608 iscritti come gestori, nell’86,5% dei casi Enti Pubblici e nel 13,5% gestori con diversa natura giuridica. Lieve incremento del 7% dei soggetti iscritti come Enti territorialmente competenti (ETC). A conferma della complessità e della frammentarietà della governance di settore, si rileva, inoltre, un numero ridotto di Enti di governo dell’ambito (poco meno di 60), a fronte di un numero molto elevato di Enti territorialmente competenti (3.762, rispetto ai 3.523 del 2020), coincidenti nel 98% dei casi con i Comuni.

– foto ufficio stampa Arera –

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Il gas naturale necessario per gestire la transizione

ROMA (ITALPRESS) – L’abbattimento delle emissioni della filiera del gas naturale è un argomento di sempre maggiore attualità, anche in relazione con i nuovi acquisti di gas alternativo a quello russo, considerato quanto previsto nel RePowerEU in merito a interventi di mitigazione nei nuovi contratti di importazione. Di questo si è discusso nel corso di un incontro al Senato, organizzato da Amici della Terra e Open Gate Italia, in collaborazione con Environmental Defense Fund Europe.
Per Monica Tommasi, presidente degli Amici della Terra, “il gas naturale sarà necessario a gestire la transizione ancora a lungo e finchè non saremo in grado di sostituirlo è essenziale che venga sfruttato nel modo più efficiente possibile. Ogni perdita di metano in aria, volontaria o involontaria, ci fa perdere una risorsa che stiamo vedendo quanto sia importante, sia dal punto di vista dell’impatto climatico, che della perdita economica che tutti subiamo con l’aumento del prezzo provocato dalla guerra”.
“Ridurre rapidamente le emissioni di metano potrebbe essere l’unica modalità efficace per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi”, aggiunge Flavia Sollazzo, Senior Director EU Energy Transition di EDF Europe.
“Il Regolamento Europeo per la riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia ancora in discussione, una volta adottato, contribuirà al raggiungimento di questo importante traguardo – ha aggiunto – e i paesi dell’Unione Europea, saranno quindi anche i primi a impegnarsi concretamente nell’ambito del Global Methane Pledge”. Sollazzo ha concluso evidenziando quanto suggerito dalla Commissione Europea nella comunicazione RePowerEU e nella Strategia esterna UE per l’energia. “Già nel breve termine – ha affermato – l’UE e i suoi Stati membri potranno manifestare il proprio impegno anche nei nuovi contratti di fornitura di gas attraverso azioni volte a ridurre le emissioni di metano, come già avvenuto in recenti MoU, cito ad esempio quello tra UE-Egitto-Israele firmato lo scorso 15 giugno”.
“La dipendenza energetica degli stati europei nei confronti dei fornitori esteri, in primis la Russia, ci offre uno scenario inatteso: nel tentativo di sostituire le forniture russe, invece di incentivare la riduzione delle emissioni rischiamo al contrario di promuoverne di nuove. E questo è da evitare”, aggiunge Ilaria Restifo, rappresentante italiana di Environmental Defense Fund Europe (EDFE). “Ma – conclude Restifo – è la stessa UE, con il recente documento RePowerEU, a evidenziare la necessità di una cooperazione con i partner internazionali per ridurre le emissioni di metano nell’ambito dei nuovi approvvigionamenti di gas. In Italia, con gli Amici della Terra abbiamo lanciato iniziative di impegno volontario sfociate a settembre 2021 in un documento di indirizzi sottoscritto da imprese nazionali e presentato alle Istituzioni. Il coinvolgimento volontario degli operatori su obiettivi puntuali dimostra la sensibilità delle imprese e può contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei e internazionali”.
La collaborazione tra Amici della Terra ed Environmental Defense Fund Europe ha portato l’Italia ad essere il primo paese in cui i principali operatori della filiera del gas hanno sottoscritto, lo scorso settembre, un documento di impegni volontari con obiettivi quantitativi e qualitativi di contenimento delle emissioni di metano. Un tavolo di lavoro il cui prossimo obiettivo, ricorda Tommasi, “sarà proprio quello di promuovere la riduzione delle emissioni di metano nei nuovi canali di importazione che si stanno definendo nel RePowerEU in alternativa all’importazione di gas dalla Russia”.
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-foto ufficio stampa-

Gas, Cingolani “Nessuna misura draconiana per l’inverno”

ROMA (ITALPRESS) – “Ci toccano marginalmente le riduzioni nelle forniture di gas russo. Noi ogni giorno prendiamo circa 30 milioni di metri cubi di gas dalla Russia, quindi il taglio annunciato ieri equivale a 10 milioni di metri cubi. Noi ogni giorno dobbiamo acquistare fino a 100 milioni di metri cubi, una quantità che verrà ricompensata con altre fonti che sono state trovate negli scorsi mesi. La situazione è sotto controllo”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital.
“Gli stoccaggi, cioè le riserve che stiamo accumulando, sono arrivati al 64%, entro fine anno dobbiamo arrivare al 90% e questo è necessario per affrontare l’inverno che è il periodo di massimo consumo. La situazione è instabile, c’è una guerra alle porte. Però abbiamo messo in campo un programma di differenziazione delle forniture importante, che a lungo termine dovranno rimpiazzare il gas ricevuto dalla Russia”.
Il ministro Cingolani ha anche spiegato i problemi nelle infrastrutture: “Il pericolo non è la situazione internazionale ma nazionale. Metà di questo nuovo gas è liquido quindi va rigassificato. La cosa cruciale è che i rigassificatori devono essere installati puntualmente, se non abbiamo la capacità di rigassificarlo non possiamo usarlo. Se la situazione rimane questa, non ci saranno misure draconiane. Poi è un periodo di crisi, quindi possiamo fare conto su un pò di economia di scala, come un grado in meno di temperatura. Se abbassassimo di un grado la temperatura in casa il problema sarebbe molto piccolo per i cittadini ma questo ci porterebbe a un risparmio enorme in termini di gas”.

– foto agenziafotogramma.it –

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Gas, da Enea studio per risparmiare 2,7 miliardi di metri cubi

ROMA (ITALPRESS) – Risparmiare quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano e ridurre la bolletta delle famiglie di circa 180 euro/anno, grazie a un insieme di misure nel settore residenziale. E’ questo in estrema sintesi l’obiettivo dello studio elaborato dall’Enea che approfondisce due specifiche linee di azione, ovvero misure “comportamentali” e misure “amministrative” con particolare riferimento al riscaldamento invernale. In queste ultime rientra l’abbassamento di 1 °C dei termostati, dai 20° abituali a 19° per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%; inoltre, la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione può contribuire a una diminuzione del 3,6% del consumo.
Attuando in contemporanea queste due misure e aggiungendo anche la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas (1,65 miliardi dalla diminuzione di 1°C e 550 milioni dalla riduzione di un’ora giornaliera). Sul fronte delle bollette, queste proposte possono originare un risparmio complessivo, calcolato ai prezzi attuali, di 178 euro/anno per famiglia.
A livello comportamentale, l’utilizzo delle pompe di calore elettriche già installate per il condizionamento estivo anche per il riscaldamento invernale, la riduzione dell’uso del gas per acqua calda sanitaria e cucina, il minor consumo di energia elettrica grazie a un uso migliore degli elettrodomestici possono portare ad un risparmio di 3,6 miliardi di metri cubi/anno. Ulteriori 0,4 miliardi possono essere risparmiati con la sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori con modelli ad alta efficienza e l’installazione di un’illuminazione a led.
“Risparmiare energia è un imperativo e come Enea vogliamo dare il nostro contributo sul fronte della ricerca, delle tecnologie innovative e della promozione di una cultura sull’uso intelligente di questo bene, senza rinunciare al comfort, in una prospettiva di decarbonizzazione e di progressiva riduzione delle forniture dall’estero già da quest’inverno”, ha sottolineato il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce. “La tempestiva adozione delle misure indicate nello studio, anche scontando un fattore di riduzione degli effetti dovuti alla difficoltà di controllare nei riscaldamenti non centralizzati, potrebbe inoltre consentire di ridurre la pressione sugli stoccaggi di modulazione del gas per il prossimo inverno, per riempire i quali, almeno al 90% entro ottobre, il Governo ha adottato misure straordinarie”, ha aggiunto. “Lo studio Enea è partito dal settore residenziale, responsabile di circa il 30% dei consumi finali di energia e del 12% delle emissioni dirette di CO2, ma è prevista l’estensione anche al terziario, con l’accortezza di distinguere i consumi delle utenze alle quali non applicare le misure, come ospedali e scuole”, ha concluso Dialuce. Più nel dettaglio, le misure “amministrative” proposte da Enea (modifica dei tempi di accensione degli impianti e della temperatura massima interna consentita) sono state definite utilizzando una metodologia che si basa sulla definizione di modelli energetici applicati a due abitazioni “tipo”, rappresentative del parco edilizio italiano: un appartamento in edificio plurifamiliare e una villetta unifamiliare. I fabbisogni energetici sono stati calcolati utilizzando il metodo dinamico orario, ripetendo le simulazioni per ogni zona climatica italiana, con più città per zona, e considerando i periodi convenzionali di accensione degli impianti e il numero attuale di ore giornaliere di riscaldamento. Per ogni zona climatica sono state calcolate percentuali di risparmio medie, considerando la diversa incidenza, nel parco immobiliare italiano, del numero di appartamenti (70% delle abitazioni) e di fabbricati monofamiliari (30%). Tali percentuali di risparmio sono state quindi applicate sui volumi di gas naturale per riscaldamento effettivamente consumati in ogni zona. I risultati di tale calcolo analitico sono stati anche confrontati con i dati forniti da Snam sui volumi invernali globali di gas forniti ai punti di riconsegna del gas alle reti di distribuzione cittadine, riscontando una buona convergenza.
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Via libera dal Parlamento Ue a gas e nucleare green

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Parlamento europeo non ha respinto l’atto delegato sulla tassonomia della Commissione che prevede l’inclusione di specifiche attività energetiche dei settori del gas e del nucleare nell’elenco di attività economiche eco-sostenibili, comprese nella cosiddetta tassonomia UE.
Sono stati 278 i deputati che hanno votato a favore del veto, 328 contro e 33 si sono astenuti. Per porre il veto alla proposta della Commissione sarebbe stata necessaria una maggioranza assoluta di 353 deputati. Se Parlamento e Consiglio non sollevano obiezioni alla proposta entro l’11 luglio 2022, l’atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore e si applicherà a partire dal 1° gennaio 2023. La Commissione ritiene che gli investimenti privati possano avere un ruolo nelle attività di transizione verde dei settori del gas e del nucleare. Ha proposto pertanto di classificare alcune attività energetiche collegate al gas fossile e all’energia nucleare come attività di transizione che contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici. L’inclusione di alcune di queste attività è limitata nel tempo e dipende da specifiche condizioni e requisiti di trasparenza.
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Terna si associa al Mit Energy Initiative per accelerare la transizione

ROMA (ITALPRESS) – Il Gruppo Terna e il MIT Energy Initiative (MITEI), il dipartimento del MIT per la ricerca, l’istruzione e la divulgazione dei temi dell’energia, annunciano che l’azienda italiana, a partire dal 1° luglio, sarà il primo ‘Transmission System Operator’ ad associarsi al MITEI. Questa collaborazione rappresenta per Terna un ulteriore passo in avanti nel rafforzamento del proprio ruolo chiave di regista della transizione energetica e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Green Deal europeo.
In base all’accordo triennale, il Gruppo Terna partecipa al ‘Future Energy Systems Center’ del MITEI, il cui obiettivo è quello di facilitare le interazioni tra docenti e ricercatori del MIT e le aziende associate, per affrontare le pressanti sfide energetiche e sviluppare soluzioni per la decarbonizzazione da introdurre nel mercato. A tal fine, il Centro sta sviluppando una serie di attività di ricerca, finanziate dai soci, finalizzate all’evoluzione del settore elettrico.
“Siamo onorati di aderire al MIT Energy Initiative e portare il contributo e le competenze di Terna nel ‘Future Energy Systems Center’ del MITEI”, ha affermato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato del Gruppo Terna. “L’obiettivo della collaborazione fra Terna e la comunità di ricerca del MIT è quello di coniugare l’esperienza di Terna sulla tecnologia e sullo sviluppo delle reti con le competenze ingegneristiche, economiche e normative del MIT, al fine di promuovere l’evoluzione della rete elettrica quale driver per la transizione energetica”.
“Siamo grati di accogliere Terna quale nuovo associato del Future Energy Systems Center del MITEI”, ha affermato Robert C. Armstrong, Direttore del MITEI e Professore di Ingegneria Chimica al MIT. “Terna porterà in questo consorzio la sua grande esperienza e conoscenza del funzionamento del sistema di trasmissione elettrica e contribuirà ad accelerare il progresso verso la transizione energetica”.
In quanto componente fondamentale del ‘Climate Action Plan for the Decadè del MIT e del programma di ricerca del MITEI, i ricercatori del Future Energy Systems Center conducono analisi integrate del sistema energetico, fornendo approfondimenti sulle complesse trasformazioni multisettoriali che genereranno impatti sugli impianti di produzione di energia e sui sistemi di trasporto, sull’industria e sull’ambiente urbano.
In virtù della sua appartenenza al ‘Future Energy Systems Center’ del MITEI, Terna parteciperà al ‘Center Advisory Committeè e contribuirà quindi alla definizione dell’indirizzo complessivo e delle priorità di ricerca future del Centro. Il MIT accetta i consigli dei soci e decide in modo indipendente l’agenda di ricerca del Centro. Terna beneficerà, inoltre, della partecipazione a seminari periodici su importanti tecnologie e temi energetici emergenti, nonchè a workshop organizzati con l’obiettivo di divulgare i risultati delle ricerche e facilitare il confronto tra aziende associate e ricercatori del MIT su progetti di ricerca in corso e in prospettiva.

– foto ufficio stampa Terna –

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