Italgas aggiorna e rifocalizza i suoi target di lungo termine. Il gruppo, leader nella distribuzione del gas, scommette sulla digitalizzazione della rete, preparandosi così a gestire anche i flussi di idrogeno utilizzando la medesima infrastruttura, dove potrà confluire anche il biogas, di cui l’Italia è uno dei primi produttori. Una rivoluzione, dove Italgas, che dopo vari passaggi societari è un soggetto indipendente quotato a Piazza Affari, vanta un asset fenomenale: una rete di 74.473 chilometri presente in 1.899 comuni, 7,7 milioni punti di distribuzione e una quota del 35%. Il piano al 2028 prevede investimenti per 8,6 miliardi, di cui 2,9 miliardi andranno proprio sull’aggiornamento e l’estensione della rete, a partire dalla Sardegna. A fine piano inoltre saranno installati 4,5 milioni di nuovi contatori digitalizzati, su un totale di 8,3 milioni, in grado di gestire anche i flussi di idrogeno. Un investimento, quello sulle nuove tecnologie che genererà 300 milioni annui di benefici potenziali a fine piano, 240 milioni in Ebitda e 60 milioni di spese in conto capitale. Gli effetti però andranno anche oltre il piano, specialmente tenendo conto delle operazioni straordinarie che il gruppo ha messo in agenda. Innanzitutto, in Grecia dove deve essere solo più finalizzata l’acquisizione di Depa, il principale operatore ellenico del gas per 1,8 miliardi, che nei piani genererà un miliardo di euro di ricavi nel 2028. Ci sono poi 160 milioni disponibili per acquisire dei gestori di servizi idrici, Italgas ne gestisce già cinque in provincia di Caserta. Altri 340 milioni sono dedicati al mercato delle cosiddette Esco (Energy service company), ovvero imprese in grado di fornire tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari per realizzare un intervento di efficienza energetica.
Infine, 1,8 miliardi saranno destinati agli appalti, anche se la visibilità limitata sugli investimenti, in questo momento, potrebbe spingere anche oltre il 2028 una parte di queste spese. Il debito, che a fine anno dovrebbe essere di 5,9 miliardi, con un costo stabile all’1,2% fino al 2028 appare stabilizzato, anche a fronte di una liquidità di 1,2 miliardi subito disponibile. L’insieme di queste scelte strategiche dovrebbe generare un fatturato in crescita da 1,4 miliardi quest’anno a 2,6 miliardi nel 2028, grazie soprattutto all’acquisizione in Grecia che impatta per un miliardo e che si prevede sarà conclusa entro l’estate. Italgas prevede perciò una crescita costante del 4% dei dividendi nei prossimi anni, con payout del 65%. Sul futuro è difficile fare previsioni, il settore è sotto la lente d’ingrandimento, specie in vista dell’inverno, avendo l’Italia un mix energetico che vede il gas al 40%, contro il 24% della media continentale, e che dipende dalle forniture russe per il 38% delle forniture, contro il 32% europeo. “Bisogna fare i conti prima di preoccuparsi. L’elemento positivo è che il livello di stoccaggio è elevato e proseguono i riempimenti”, ha spiegato l’Ad della società, Paolo Gallo, spiegando che i dati ufficiali parlano di un 52% di utilizzo degli impianti. Il manager ha confermato possibili ulteriori acquisizioni, “siamo pronti ma bisogna essere in due e in questo momento ci sono poche opportunità sul mercato, e hanno un valore di Rab basso, e in queste condizioni acquistare non è conveniente. Queste dinamiche hanno ridotto il numero di possibilità sul mercato”. Pesa, anche in quest’analisi la crisi ucraina, che ha rafforzato il valore dell’intera filiera che muove ogni anno in Europa 489 milioni di metri cubi, e in Italia è a quota 76 milioni di metri cubi. (ITALPRESS).
-foto Italpress-
Italgas aggiorna i target, fatturato a 2,6 miliardi nel 2028
Edison, inaugurato il nuovo parco eolico di Mazara del Vallo
ROMA (ITALPRESS) – Edison inaugura un nuovo parco eolico a Mazara del Vallo (Trapani) e rafforza il proprio impegno nello sviluppo della generazione rinnovabile, quale asse strategico di crescita della società. Con questo nuovo impianto da 45 MW di potenza complessiva, Edison supera 1GW di capacità eolica installata e si conferma tra i leader del Paese nel settore. In coerenza con le politiche nazionali ed europee di decarbonizzazione e transizione energetica, la società prevede di aumentare la propria potenza rinnovabile installata da 2 a 5 GW, attraverso investimenti per 3 miliardi di euro al 2030, di cui 300 milioni destinati alla Sicilia solo nel prossimo triennio.
«Edison è un operatore responsabile, impegnato nella transizione energetica con un piano di investimenti ambizioso e concreto – dichiara l’amministratore delegato della società Nicola Monti -. Vogliamo accompagnare il Paese nel raggiungimento degli obiettivi di carbon neutrality e disegnare un futuro sostenibile per le aziende e le persone. Il nuovo parco eolico di Mazara del Vallo rappresenta un tassello importante di questo percorso di trasformazione e conferma l’impegno di Edison in Sicilia dando un contributo concreto allo sviluppo rinnovabile di questa Regione».
«Siamo stati tra i primi a sviluppare le rinnovabili in Sicilia: una collaborazione che è iniziata quasi 20 anni fa e che si basa sulla reciproca conoscenza e apprezzamento – afferma Marco Stangalino, vicepresidente esecutivo Power Asset Edison. Oggi affermiamo la solidità di questa collaborazione, che ha nel campo eolico di Mazara del Vallo una manifestazione concreta, e auspichiamo che possa tradursi in ulteriori occasioni di sviluppo congiunto. Edison è a disposizione di Regione e pubblica amministrazione per supportare un percorso di sviluppo sostenibile che la Sicilia ha dimostrato di voler perseguire in maniera molto decisa e attiva».
Il parco eolico di Mazara del Vallo ha una potenza complessiva di 45 MW ed è in grado di produrre energia rinnovabile in grado di coprire il fabbisogno energetico di circa 50.000 famiglie. Con 14 aerogeneratori tripala, genera circa 125 GWh l’anno evitando l’emissione in aria di 52.000 tonnellate di CO2 ogni anno. I lavori di costruzione sono durati 3 anni e hanno visto impegnate imprese fornitrici ed esecutrici del territorio, per un totale di oltre 112 mila ore lavorate.
La Sicilia è un territorio chiave per Edison che prevede di contribuire allo sviluppo rinnovabile della Regione con investimenti per oltre 300 milioni di euro nei prossimi 3 anni. Tali investimenti saranno destinati alla realizzazione di 2 impianti eolici (green-field) da circa 65 MW e 8 campi fotovoltaici da oltre 240 MW, tra cui gli impianti fotovoltaici nei comuni di Agira e di Aidone (entrambi nella provincia di Enna) attualmente in costruzione.
Attualmente Edison ha un parco di generazione rinnovabile da 2,2 GW di potenza installata e ha presentato progetti e avviato iter autorizzativi in tutta Italia per lo sviluppo di ulteriori 1.500 MW, di cui 800 MW eolici e oltre 700 MW fotovoltaici, per un totale di 63 impianti tra greenfield e integrali ricostruzioni. In particolare, nei prossimi 4 anni verranno realizzati progetti per oltre 1.300 MW nel Sud Italia e più di 200 MW nel Nord e nel Centro del Paese.
Edison ha un’esperienza unica nel campo delle integrali ricostruzioni dei campi eolici: è stato promotore della Carta del Rinnovamento Eolico Sostenibile e uno dei primi operatori in Italia a tradurre tali principi in concreto attraverso le attività di repowering concluse negli ultimi anni in Abruzzo, Basilicata e Puglia per circa 120 MW complessivi.
“Al fine di garantire la sicurezza e l’adeguatezza del sistema elettrico italiano – si legge in una nota -, il piano di crescita di Edison nelle rinnovabili prevede anche lo sviluppo dei necessari strumenti di flessibilità, come i pompaggi idroelettrici e le batterie d’accumulo, nonchè la produzione a gas di ultima generazione, che continuerà a rivestire un ruolo complementare supplendo all’intermittenza delle fonti rinnovabili non programmabili. Edison è un operatore responsabile impegnato nella transizione energetica del Paese con una strategia che fa leva sullo sviluppo della generazione rinnovabile, i servizi energetici, le vendite e i servizi per i clienti finali oltre alle attività gas e green gas. Con il proprio piano di sviluppo ha l’obiettivo di portare la generazione rinnovabile al 40% del proprio portafoglio produttivo entro il 2030”.
– foto ufficio stampa Edison –
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La maggior parte del gas importato indicizzato al Ttf, il resto al Brent
MILANO (ITALPRESS) – L’ARERA, in base ai contratti di approvvigionamento di gas per il mercato italiano che le sono stati inviati, ha trasmesso una segnalazione a Governo e Parlamento sul “Monitoraggio dei contratti di approvvigionamento destinati all’importazione di gas in Italia”.
L’analisi – effettuata anche tramite simulazioni e richieste di dati agli operatori – si è concentrata sulla coerenza tra i costi di importazione, i prezzi all’ingrosso e i costi di approvvigionamento del gas naturale considerati nella determinazione dei corrispettivi per i clienti domestici in tutela.
I contratti di importazione sono caratterizzati da un prezzo iniziale al momento della stipula del contratto, da formule che aggiornano automaticamente il prezzo sulla base di indici e da meccanismi ordinari e straordinari per il suo aggiornamento periodico.
Il 70-80% del gas complessivamente oggetto dei contratti fa riferimento a indici legati alle quotazioni di prodotti del gas scambiato su diversi hub all’ingrosso europei e nazionali (tipicamente TTF e PSV).
Per la quota residua, pari al 20-30%, i contratti sono indicizzati alle quotazioni medie dei prodotti petroliferi (Brent).
Le diverse tipologie di indicizzazione comportano il ricorso, da parte degli operatori, a specifici strumenti di copertura, prevalentemente di natura finanziaria, per contenere il rischio di disallineamento tra i prezzi di acquisto dei contratti pluriennali e quelli del mercato all’ingrosso a cui il gas può essere venduto.
L’indagine mostra come l’andamento medio ponderato del costo dei contratti abbia una dinamica di variazione simile a quello della componente relativa ai costi di approvvigionamento del gas utilizzata per il regime di tutela (CMEM), pur presentando in occasione di repentine variazioni del prezzo sul mercato all’ingrosso diverse velocità di adeguamento per effetto dei diversi meccanismi di indicizzazione.
L’Autorità ha condotto un’ulteriore specifica attività di confronto con i dati dei prezzi del gas importato disponibili pubblicamente a livello nazionale ed europeo per una verifica di coerenza complessiva.
Da tale confronto è emerso che i dati di fonte ISTAT presentano un sostanziale allineamento con quelli derivanti dall’analisi dei contratti una volta rettificati al rialzo (come anticipato dal comunicato stampa Istat del 15 Marzo u.s.) e alla luce della revisione metodologica recentemente annunciata (nota del 27 maggio su Commercio estero extra UE).
Poichè i dati ISTAT rappresentano la base informativa per Eurostat e per la Commissione Europea nella stesura dei Quarterly Report on European Gas Markets, anche queste informazioni verranno progressivamente riallineate.
L’analisi condotta e le informazioni rese disponibili sui meccanismi di gestione del rischio da parte degli operatori, rendono evidente come il costo di approvvigionamento dall’estero del gas tenda a mantenere andamenti coerenti con il valore del gas sul mercato all’ingrosso, ma anche come l’identificazione di eventuali “extraprofitti” vada affrontata considerando anche tutti i costi ed i margini che si generano lungo la filiera e che ricadono sui clienti finali.
Un approccio, questo, in linea con la Comunicazione adottata dalla Commissione Europea sui mercati energetici lo scorso 18 maggio 2022, contestualmente alla presentazione del piano RepowerEU, che prevede, tra l’altro, la possibilità per gli Stati membri di estendere, in via eccezionale e per periodi di tempo limitati, la possibilità di riallocare ricavi infra-marginali eccezionalmente elevati (i cosiddetti extraprofitti) per sostenere i consumatori.
A partire da questa considerazione, ARERA ritiene opportuno che una parte del gettito derivante da provvedimenti fiscali a carico delle aziende del settore, sia destinato ai clienti finali che ne hanno sostenuto l’onere.
– foto agenziafotogramma.it –
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A Mestre la prima stazione di servizio Eni per rifornimento di idrogeno
VENEZIA (ITALPRESS) – E’ stata inaugurata oggi, alla presenza del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, del Direttore Generale Energy Evolution di Eni Giuseppe Ricci e dell’Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia Luigi Ksawery Lucà la nuova Enistation a Mestre (Venezia), in località San Giuliano. E’ la prima in Italia, in ambito urbano e aperta al pubblico, dove è possibile effettuare il rifornimento di idrogeno per la mobilità su strada.
L’impianto è dotato di due punti di erogazione, con una potenzialità di oltre 100 kg/giorno, che possono caricare autoveicoli in circa 5 minuti e autobus. Innovativi e specifici apparati di sicurezza e antincendio sono stati installati all’interno della stazione di servizio, che è stata totalmente ricostruita nei mesi scorsi ed è stata riaperta al pubblico dal febbraio scorso per il rifornimento di carburanti tradizionali e anche per la ricarica elettrica, con una colonnina dotata di due postazioni che possono ricaricare contemporaneamente un veicolo in modalità fast e ultrafast. “E’ per noi un traguardo e, insieme, un punto di partenza. Vogliamo essere protagonisti, e non a caso siamo in un’area come il Veneto e a Venezia, della costruzione di infrastrutture per rispondere alla domanda di mobilità sostenibile e, più in generale, di una efficace e concreta transizione energetica. Il nostro impegno è verso i nostri clienti delle nostre stazioni di servizio, ai quali vogliamo offrire tutti i servizi e prodotti dedicati alla persona e alla vettura, ma anche verso le istituzioni pubbliche, per essere loro di supporto per la pianificazione strategica degli interventi previsti per la trasformazione del nostro Paese” ha dichiarato Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni. In linea con l’accordo siglato nel 2019 tra Comune e Città metropolitana di Venezia, Eni e Toyota, la casa automobilistica metterà su strada un minimo di dieci Toyota Mirai. Tre sono state consegnate oggi al Sindaco Luigi Brugnaro e saranno utilizzate dal Comune di Venezia. Altre tre vetture entreranno a far parte del parco auto dedicato al servizio di car sharing KINTO Share nella città di Venezia. Le rimanenti verranno introdotte nei mesi seguenti.
“La giornata di oggi segna un passaggio fondamentale per lo sviluppo della mobilità ad idrogeno anche in Italia e siamo entusiasti ed orgogliosi di poter essere al fianco di Eni e della Città di Venezia per il successo di questo progetto mettendo a disposizione le nostre automobili Mirai. Il percorso verso una mobilità a zero emissioni non potrà che far leva su un utilizzo diffuso sia di mezzi alimentati ad idrogeno, sia di veicoli elettrici a batteria, che nella nostra visione sono pienamente complementari tra loro. L’auspicio è che questa sia solo la prima di molte stazioni di rifornimento d’idrogeno con le quali il nostro paese possa presto allinearsi con gli altri paesi europei” ha dichiarato Luigi Ksawery Lucà, AD di Toyota Motor Italia.
“Oggi Venezia, grazie ad Eni e al pieno sostegno di tutta l’Amministrazione comunale, dimostra con i fatti di essere davvero Capitale Mondiale della Sostenibilità. Una Città che in questi ultimi anni sta investendo energie e risorse per contribuire concretamente ad una reale transizione energetica che garantisca la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. La più antica città del futuro diventa così un esempio per tantissime altre amministrazioni che potranno guardare a quanto stiamo facendo. Questa stazione di rifornimento ci consentirà di procedere speditamente in quel piano di ammodernamento del trasporto pubblico locale alimentato ad idrogeno che stiamo portando avanti con gli investimenti del PNRR e soprattutto, grazie a Toyota, porterà nel parco auto del Comune alcune nuove vetture di rappresentanza alimentate a idrogeno. Il futuro a Venezia è oggi e con questo spirito guardiamo alle prossime sfide che la città sarà chiamata ad affrontare” ha dichiarato Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia.
foto: ufficio stampa Toyota
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Snam e Geopop vincono gli NC Awards con video sulla rete del gas
MILANO (ITALPRESS) – Snam e Geopop, piattaforma di divulgazione scientifica del Gruppo Ciaopeople, si sono aggiudicate il premio per la “Migliore Campagna Olistica” nella categoria “Servizi di interesse pubblico” in occasione degli NC Awards 2022, concorso che riconosce i migliori progetti di comunicazione in Italia, con un progetto video dedicato a un tema di grande attualità: il ruolo del gas naturale nella transizione energetica.
Il video, della durata di 12 minuti, racconta attraverso la voce narrante di Andrea Moccia, geologo, founder e direttore del magazine Geopop, il funzionamento dell’infrastruttura di trasporto, stoccaggio e rigassificazione del gas e del contributo di questa fonte energetica alla transizione ecologica anche grazie alle prospettive del biometano e dell’idrogeno.
Il progetto spiega con un linguaggio divulgativo e pop il percorso delle molecole di gas naturale dai punti di importazione fino ai fornelli delle nostre case, grazie alla rete Snam.
Dallo scorso novembre, data di on-air del video, il branded content ha totalizzato 2,3 milioni di visualizzazioni, 50 mila interazioni e un tempo di permanenza su YouTube superiore alla media. Salvatore Ricco, SVP Marketing e Comunicazione di Snam, ha commentato: “Il progetto realizzato insieme a Ciaopeople e Geopop ci ha consentito di raccontare a un pubblico ampio e con un linguaggio semplice, in modo rigoroso ma anche ‘pop’, il ruolo essenziale di Snam e delle sue infrastrutture per la sicurezza energetica nonchè il nostro impegno per abilitare la transizione ecologica. Del resto, dietro tantissimi nostri gesti quotidiani c’è il prezioso lavoro delle persone di Snam. Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, che è il frutto di un gioco di squadra tra il team di Snam, di comunicazione e non solo, e Geopop”.
(ITALPRESS).
-foto ufficio stampa Snam-
Cingolani “Indipendenti dal gas russo entro il 2024”
TRENTO (ITALPRESS) – L’embargo parziale sul petrolio russo “non partirà domani, passeranno dei mesi, per l’Italia non è un grosso problema; il nostro problema riguarda il gas, e di embargo di gas ancora non si è discusso in Europa, nel frattempo noi abbiamo diversificato le fonti di approvvigionamento con accordi con altri Paesi”. Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervistato da Maria Latella nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. Il ministro ha aggiunto che quest’anno arriverà da Paesi diversi dalla Russia gas per 1 miliardo di metri cubi. “L’anno prossimo – ha spiegato Cingolani – 18 miliardi di metri cubi e, nell’inverno 2024-2025 dovremmo essere indipendenti dal gas russo”. Nel frattempo, ha concluso, “dovremmo risparmiare il consumo di gas ma in inverno non dovremmo mettere il cappotto”.
– foto agenziafotogramma.it-
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Edison inaugura la nuova centrale idroelettrica di Palestro
PALESTRO (PAVIA) (ITALPRESS) – Edison inaugura la nuova centrale idroelettrica di Palestro, in provincia di Pavia, sul fiume Sesia, confermando il proprio impegno nello sviluppo di impianti da fonte rinnovabile, quale asse strategico di crescita della società, e nella creazione di valore condiviso con le comunità e i territori in cui opera. Il piano industriale di Edison prevede l’incremento della capacità rinnovabile installata da 2 a 5 GW, attraverso investimenti per 3 miliardi di euro al 2030, in coerenza con le politiche nazionali ed europee di decarbonizzazione e transizione energetica.
“L’impianto di Palestro è un nuovo tassello nello sviluppo di Edison che da oltre 120 anni investe, costruisce e gestisce impianti idroelettrici, grazie a un patrimonio unico di eccellenze e professionalità – dice Nicola Monti, amministratore delegato di Edison -. Siamo un operatore responsabile, impegnato in un concreto e sostenibile percorso di transizione energetica, che al 2030 porterà la generazione rinnovabile al 40% del nostro mix produttivo. In questa cornice l’idroelettrico ha un ruolo importante, sia per quanto riguarda gli impianti ad acqua fluente che le grandi derivazioni. Se le condizioni regolatorie lo consentiranno, attraverso una rimodulazione della durata delle concessioni, siamo pronti ad investire 1 miliardo per aumentare la produzione dei nostri impianti di grande derivazione”.
“L’idroelettrico è un settore chiave nel processo di transizione energetica, essendo la prima fonte di energia rinnovabile del Paese. Un settore che è al tempo stesso l’origine della nostra società, avendo realizzato le prime centrali sull’Adda e i primi grandi impianti alpini, e il nostro futuro, grazie alle nuove tecnologie in grado di produrre energia da piccoli salti d’acqua, fondamentali per continuare ad accrescere sempre più la quota di rinnovabili e garantire la sicurezza del sistema energetico italiano – dichiara Marco Stangalino, Executive Vice President Power Asset Edison -. Desidero ringraziare la comunità locale che ci ospita, che ha compreso il valore del progetto e con cui abbiamo avviato un dialogo e una collaborazione aperta e trasparente volta alla valorizzazione del territorio”.
L’idroelettrico è il settore storico per Edison, che sul finire dell’800 ha costruito le prime centrali idroelettriche d’Italia, tuttora in esercizio. E rappresenta un ambito in cui la società intende continuare a essere protagonista con impianti sia di grande taglia sia mini-idro, grazie a un patrimonio di competenze unico nella realizzazione e gestione degli impianti e a rapporti consolidati con le comunità e i territori in cui opera. Un’esperienza che intende valorizzare e continuare ad accrescere nel rispetto delle esigenze dei territori, anche grazie al mini-idroelettrico che è la frontiera più avanzata dello sviluppo idroelettrico, con impianti di piccola taglia perfettamente integrati nell’ambiente.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima individua nella produzione da fonte idroelettrica una crescita di oltre 2 TWh all’anno da qui al 2040, al fine di aumentare la produzione rinnovabile e la flessibilità del sistema elettrico nazionale. Per raggiungere l’obiettivo, Edison considera strategico lo sviluppo diffuso sul territorio degli impianti di piccola taglia, accompagnato da una revisione dell’attuale quadro normativo sulla durata delle concessioni idroelettriche, che permetterebbe agli operatori di sbloccare investimenti per almeno 9 miliardi di euro aggiuntivi rispetto allo scenario attuale, favorendo filiere industriali nazionali.
Dal 2016, anno di ingresso di Edison nel settore del mini-idro, ad oggi la società ha investito circa 200 milioni di euro nell’acquisizione e realizzazione di nuove centrali, portando il suo parco di produzione idroelettrico a 108 impianti, di cui 74 mini-idroelettrici, per una potenza complessiva di 1.000 MW.
La centrale di Palestro è un impianto ad acqua fluente di piccola derivazione da 3.600 kW di capacità installata, e risulta pienamente integrato nel territorio circostante grazie alla sua struttura interrata e alla presenza di un apposito passaggio che permette la risalita dei pesci. L’impianto ha una producibilità media di circa 13.500.000 kWh all’anno, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 4.500 famiglie e di evitare l’emissione in atmosfera di circa 6.000 tonnellate di CO2. La centrale, costruita dalla Direzione Ingegneria di Edison, è stata realizzata in 18 mesi. Nel cantiere sono intervenuti 100 operai, 15 ingegneri e 12 imprese specializzate, per un totale di oltre 72.000 ore lavorate. L’investimento complessivo è stato di circa 10 milioni di euro.
Alla realizzazione dell’impianto di Palestro hanno partecipato anche i cittadini residenti nelle province di Pavia, Vercelli e Novara, aderendo alla campagna di crowdfunding lanciata da Edison nel 2018. Un’iniziativa, la prima di questo tipo lanciata in Italia da una società energetica, nata per condividere con la popolazione locale i benefici legati alla costruzione dell’opera e renderla protagonista della transizione ecologica del proprio territorio.
– foto ufficio stampa Edison –
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Terna, 200 mln per nuova rete elettrica delle Olimpiadi Milano-Cortina
ROMA (ITALPRESS) – Terna investe oltre 200 milioni di euro per la nuova rete elettrica dei Giochi olimpici e paralimpici ‘Milano-Cortina 2026’ e incrementare, con opere a ridotto impatto paesaggistico, l’affidabilità energetica nei luoghi in cui si svolgeranno, a febbraio e marzo del 2026, le Olimpiadi invernali. Con l’autorizzazione da parte del Ministero della Transizione Ecologica della nuova configurazione della stazione elettrica a 220 kV di Premadio, in Provincia di Sondrio, la società guidata da Stefano Donnarumma ha avviato la fase più complessa dell’ampio progetto di sviluppo e ammodernamento della rete di trasmissione in alta tensione in Lombardia, Veneto e nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Nello specifico, Terna ha programmato 12 interventi altamente tecnologici, che prevedono la realizzazione di circa 130 km di nuovi elettrodotti interrati completamente “invisibili”.
Le nuove opere serviranno a potenziare la magliatura della rete elettrica di un’estesa porzione del Nord Italia e ad aumentare la resilienza di infrastrutture in aree fortemente interessate negli ultimi anni da eventi meteorologici estremi.
Per la fornitura dei cavi, la società si avvarrà di Brugg Cables, azienda del Gruppo Terna specializzata nella progettazione e realizzazione di infrastrutture interrate. Il procurement interno consentirà di ridurre sensibilmente le procedure e le tempistiche complessive degli interventi, che Terna prevede di completare entro la seconda parte del 2025.
“Con questi interventi strategici e a servizio dell’intero sistema elettrico italiano, prosegue il nostro impegno per dotare il Paese di un’infrastruttura di trasmissione moderna, ancor più efficiente, sicura e resiliente”, ha dichiarato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna.
“Ed è un impegno che ci rende particolarmente orgogliosi, data la rilevanza a livello globale dell’evento sportivo che l’Italia ospiterà. Grazie alle nostre competenze d’eccellenza ingegneristica e all’avanguardia della tecnologia, contribuiremo a rendere ‘green’ la XXV edizione dei Giochi Olimpici di Milano e Cortina 2026, con opere sostenibili e a ridotto impatto paesaggistico”, ha aggiunto.
Nel dettaglio, in Lombardia Terna ha previsto circa 60 km di nuovi cavi e la dismissione di 3 km di vecchie linee aeree, con interventi localizzati principalmente nell’area metropolitana di Milano e in Provincia di Sondrio. L’infrastruttura principale è la ‘Livigno-Premadiò, costituita da due linee parallele interrate lunghe 20 km ciascuna, da realizzarsi a un’altitudine che raggiungerà gli oltre 1.500 metri sul livello del mare. In Veneto, invece, le opere riguarderanno l’area del bellunese, dove Terna nel 2020 ha già messo in esercizio il nuovo cavo tra Cortina d’Ampezzo e Auronzo di Cadore. Per quanto riguarda la Provincia autonoma di Trento, Terna realizzerà oltre 20 km di linee interrate, mentre in quella di Bolzano sono previsti circa 46 km di nuovi elettrodotti in cavo.
Per la posa dei cavi e per tutte le altre attività previste nei cantieri, Terna impiegherà 30 squadre di specialisti. Per rispettare le sfidanti tempistiche di messa in esercizio delle infrastrutture pianificate, Terna ha studiato un’attenta ottimizzazione dell’approvvigionamento dei componenti e una specifica programmazione dei lavori, alcuni dei quali sono localizzati in aree montane di difficile accesso e caratterizzate dalla presenza di neve per lunghi periodi dell’anno.
– foto ufficio stampa Terna –
(ITALPRESS).









