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Green Deal, nuove regole sulle infrastrutture energetiche transeuropee

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva i nuovi criteri per valutare i progetti energetici da finanziare e armonizzare il regolamento vigente con il Green Deal.
Nella normativa, concordata con il Consiglio nel dicembre 2021, si stabiliscono i criteri e la metodologia per selezionare i progetti energetici di interesse comune (Projects of Common Interest – PCIs), quali, ad esempio, linee di trasmissione ad alta tensione, gasdotti, impianti di stoccaggio o reti intelligenti dell’energia elettrica, che beneficerebbero di procedure di autorizzazione semplificate e che potrebbero ricevere finanziamenti europei.
Il testo legislativo è stato approvato con 410 voti favorevoli, 146 contrari e 72 astensioni.
Nel corso dei negoziati, i deputati hanno ottenuto l’estensione dei finanziamenti per i progetti che riguardano lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno, la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Questi fondi saranno in aggiunta a quelli per il riutilizzo delle infrastrutture di gas naturale esistenti per il trasporto o lo stoccaggio di idrogeno, che potranno beneficiare dei fondi UE fino al 31 dicembre 2027.
I progetti idonei a ricevere i fondi UE dovranno contribuire in misura significativa alla sostenibilità, anche rafforzando il progressivo abbandono dei combustibili fossili solidi, in particolare carbone, lignite, torba e scisto bituminoso, oltre a favorire l’integrazione del mercato e aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
I nuovi progetti legati al gas naturale non potranno beneficiare dei fondi UE. Tuttavia, una deroga temporanea permetterà a Cipro e Malta di avere un progetto gas a idrogeno, finanziato con l’obiettivo di porre fisicamente fine all’isolamento dalla rete del gas dell’Unione.
“La tragica realtà odierna della guerra in Europa e il livello drammaticamente basso di sicurezza energetica dell’Unione dimostrano che, da anni, l’UE ha commesso gravi errori nella valutazione dei suoi bisogni, anche in termini di infrastrutture energetiche transeuropee”, afferma il relatore Zdzislaw Krasnodebski (ECR). Con la nuova legislazione, “non stiamo solo migliorando il processo di pianificazione delle infrastrutture, ma anche spingendo per nuovi tipi di progetti di interesse comune, in linea con gli obiettivi climatici. Il nuovo quadro TEN-E incoraggerà gli investimenti nelle reti di idrogeno e CO2, così come lo sviluppo delle reti offshore”, ha aggiunto.
Il testo sarà adottato formalmente anche dal Consiglio UE e entrerà in vigore un giorno dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.
(ITALPRESS).

Acea, il centro Esa-Esrin di Frascati diventa un’isola di sostenibilità

ROMA (ITALPRESS) – Trasformare il centro Esa-Esrin dell’Agenzia Spaziale Europea in una piccola isola di sostenibilità dotata di tecnologie di ultima generazione, sviluppate da Acea Innovation: questo l’obiettivo dei progetti innovativi realizzati dal Gruppo Acea nel centro di Frascati e inaugurati ques ta mattina alla presenza dell’amministratore delegato di Acea Giuseppe Gola. La multiutility ha, infatti, realizzato all’interno della struttura due progetti in grado di ridurre considerevolmente gli impatti ambientali della sede e del suo personale, attraverso la mobilità elettrica e il trattamento dei rifiuti organici, in un’ottica di economia circolare che vedrà, nei prossimi mesi, l’implementazione con sistemi di mobilità green corredati da una piattaforma tecnologica che ne supporta l’operatività e i servizi di monitoraggio dei KPI gestionali ed ambientali, fornendo funzionalità di analisi in continuo. Una ulteriore iniziativa volta al riutilizzo delle risorse idriche è attualmente in fase di studio.
Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, Acea Innovation – CPO (Charge Point Operator) del Gruppo Acea – ha installato otto punti di ricarica per i veicoli elettrici, alimentati al 100% da energia green, fruibili tramite card dedicate ai dipendenti e collaboratori di ESA e gestiti per mezzo della propria piattaforma tecnologica ICT, denominata BOMTS. Il sistema è integrato da un portale digitale innovativo, che consente di recepire, verificare e gestire h24 tutti i dati afferenti alle infrastrutture di ricarica, ed all’utilizzo da parte dei fruitori abilitati, fornendo una serie di KPI elaborati in tempo reale.
Inoltre, sempre Acea Innovation fornirà il proprio Global Service per la gestione in tempo reale, anche tramite control room attiva 24 ore su 24, dello SmartComp, la compostiera intelligente con brevetto Acea, installata a servizio della mensa del centro dalla capacità di 35 tons/annue, pari ad un massimo di 70tons di Co2 non emesse in atmosfera.
Questo impianto di compostaggio dotato di intelligenza artificiale, con la sua tecnologia sensoristica, è in grado di trattare la frazione organica direttamente nel luogo in cui viene prodotta trasformandola in compost di alta qualità, da utilizzare per la fertilizzazione delle aree verdi del sito, eliminando così, attraverso un processo a KM 0, l’impatto ambientale dovuto a raccolta e trasporto su ruota dei rifiuti umidi.
Infine, è già allo studio di “Ingegneria e Servizi” – area del Gruppo Acea che si occupa di progettazione, realizzazione e gestione di reti ed impianti – un progetto per il riutilizzo delle acque reflue, già trattate in loco, e delle acque piovane per l’irrigazione degli spazi verdi.
“I progetti che abbiamo inaugurato oggi, nati dalla collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea, ente con cui condividiamo l’attenzione sui temi legati allo sviluppo sostenibile, sono per noi motivo di particolare soddisfazione”, ha commentato Gola.
“Quanto realizzato presso il centro ESA, infatti, è in linea con i nostri piani di crescita nei settori della mobilità elettrica e dell’economia circolare e, anche grazie alle tecnologie innovative applicate, ci permette di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione propri della green economy”, ha concluso.
(ITALPRESS).

Da aprile -10,2% per le bollette della luce e -10% per il gas

MILANO (ITALPRESS) – Nonostante nuovi record al rialzo dei prezzi all’ingrosso registrati dopo l’invasione russa dell’Ucraina, i dati sugli andamenti dei prezzi, pur in un contesto di grande incertezza, portano ad un calo dei prezzi di tutela per l’energia elettrica e il gas naturale, il primo dopo 6 trimestri (7 se si considera il gas).
Il secondo trimestre 2022 vedrà una riduzione per la famiglia tipo con contratto di Tutela del -10,2% per la bolletta dell’elettricità e del -10% per la bolletta del gas.
“In una situazione oggettivamente straordinaria, con un conflitto in atto e una volatilità mai registrata in precedenza sui mercati energetici – afferma Stefano Besseghini, presidente di ARERA – e alla luce delle maggiori responsabilità di verifica e controllo attribuitele, l’Autorità ha deciso di adottare misure straordinarie a favore dei consumatori, sia per il tutelato che per il libero mercato”.
L’ARERA ha infatti modificato una componente tariffaria che permette una compensazione dei costi di commercializzazione del gas. Una misura di riduzione, a vantaggio di tutti i clienti, che si applica alla fascia di consumi fino a 5 mila metri cubi /anno.
L’intervento crea il contesto entro cui valorizzare i possibili effetti a sostegno dei clienti finali del monitoraggio dei contratti di importazione del gas naturale, che l’Autorità potrà ora svolgere in base a quanto previsto dal recente decreto-legge n.21/2022.
La riduzione complessiva delle bollette, sia per l’elettricità che per il gas, è possibile anche grazie alla costante collaborazione istituzionale con Governo e Parlamento.
L’Autorità può infatti confermare l’annullamento degli oneri generali di sistema in bolletta nel prossimo trimestre, grazie a quanto previsto dal decreto-legge n.17/22, con cui il Governo – oltre a confermare anche la riduzione Iva sul gas al 5% per il trimestre – ha stanziato le ulteriori risorse necessarie all’intervento, consentendo di alleggerire la bolletta per quasi 30 milioni di utenze domestiche e oltre 6 milioni di imprese.
Con lo stesso decreto il Governo ha stanziato le risorse che permettono all’Autorità di confermare il potenziamento del bonus sociale per il prossimo trimestre e per un numero maggiore di famiglie in difficoltà, grazie all’innalzamento del livello limite ISEE per l’accesso (passato da 8.265 a 12.000 euro, 20.000 euro se famiglie con più di 3 figli).
Le famiglie beneficiarie, con il cosiddetto decreto Ucraina bis, sono così diventate oltre 3 milioni per il bonus elettrico e oltre 2 milioni per il bonus gas.
Anche per loro vale l’automatismo in vigore dal 2021: chi ne ha diritto trova il bonus direttamente accreditato in bolletta, semplicemente effettuando la richiesta dell’ISEE. Resta invece necessario compilare la domanda per le riduzioni da disagio fisico (utilizzo di apparecchiature elettromedicali salvavita).
Gli effetti in bolletta, nel dettaglio.
Malgrado la prima discesa dei prezzi, resta ancora marcata la differenza di spesa rispetto all’anno scorrevole precedente. In termini di effetti finali, per la bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole1 (compreso tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022) sarà di circa 948 euro, +83% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2020 – 30 giugno 2021).
Nello stesso periodo, la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.652 euro, con una variazione del +71% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente.
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Più rinnovabili per l’indipendenza energetica dell’Italia

ROMA (ITALPRESS) – Più rinnovabili per l’indipendenza energetica dell’Italia. Solare sulle coperture, eolico offshore, idroelettrico e geotermia sostenibili made in Italy per ridurre la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni di fossili dall’estero. Sono queste le proposte presentate e discusse al convegno “Italia e UE: indipendenza energetica e sfida EcoDigital”, promosso su iniziativa della Senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, Fondazione Homo Ex Machina, TeleAmbiente e Radio Radicale. “Noi rischiamo di spostare la dipendenza dalla Russia verso altri paesi instabili, se vogliamo l’indipendenza energetica dobbiamo puntare sulle rinnovabili che sono l’unica soluzione. Il sole e il vento sono gratis, siamo paesi che hanno grandi tecnologie e possiamo trasformarli in energia elettrica. Oggi è possibile davvero fare questa svolta e dobbiamo farla”, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, spiegando che oggi anche “un settore di Confindustria che si occupa di rinnovabili propone di tirar fuori 85 miliardi di tasca propria”.
Pecoraro ha inoltre sottolineato che oggi “bisogna innanzitutto vigilare che siano spesi bene i soldi della transizione ecologica e digitale che servono davvero all’indipendenza energetica del nostro paese, che si smetta di dare soldi a pioggia con vari tipi di bonus – ha proseguito – ma, per esempio, che si dia al milione di cittadini meno abbienti magari un pannello solare a testa per ridurre lo spreco energetico, diamo strumenti e non soldi a pioggia”. Anche per Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato e promotrice dell’evento, “ci sono molte questioni da affrontare, abbiamo una situazione complicata e sono anni che noi lavoriamo e spingiamo molto sull’accelerazione delle rinnovabili. Le risorse oggi vanno allocate su questo e non sulle spese militari”. Secondo la senatrice, con la tragedia della guerra l’indipendenza energetica duratura può essere garantita solo con “efficienza e rinnovabili. Dobbiamo mettere in rete tutti coloro che nelle forze politiche e sociali, nelle imprese e nella comunità scientifica condividono questa sfida”.
Il convegno ha visto anche la partecipazione, tra gli altri, del presidente del M5S, Giuseppe Conte, che ha evidenziato come “stiamo attraversando una crisi fortissima acuita dal conflitto in Ucraina e stiamo toccando con mano il problema del caro prezzi. E’ evidente che in contesto come l’attuale se non si sono fatte scelte in passato lungimiranti oggi si pagano con maggiore difficoltà. Purtroppo – ha proseguito – la situazione è complicata anche sul piano energetico, l’Ue non ha risposto in maniera univoca e il rinvio a maggio significa non aver trovato una soluzione. Dobbiamo concentrare degli investimenti senza precedenti su energie rinnovabili e non su una corsa al riarmo, non abbiamo gli spazi fiscale di Germania e Usa”.
Entrando nella discussione delle ultime settimane che riguarda le spese per gli armamenti e le fibrillazioni nella maggioranza, Conte ha chiarito che “siamo di fronte a un boom di mancati pagamenti, poi possiamo decidere di volgere lo sguardo altrove e in questi giorni il dibattito pubblico ci sta rendendo dotti di tutte le categorie di missili. Ecco perchè continuo a richiamare l’attenzione dicendo che ci sono filiere produttive che non hanno più materia prima, possiamo parlare anche di questo? Poi parliamo anche dei missili e carri. In questo contesto il M5S ha posto un problema, è quando lo fa vuol dire che vuole la crisi di governo?. Il M5S continuerà a lavorare non per le crisi di governo, ma per tutelare gli interessi dei cittadini, per fare delle scelte di buonsenso”, ha concluso.
Per Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, “in questa situazione in cui il gas questa mattina costa sei volte in più il prezzo della media normale, dobbiamo porci un problema oltre che di diversificazione delle fonti anche di costo dell’energia. E’ evidente che oggi le rinnovabili costano e meno e dobbiamo ragionare di farle. Come associazione di produttori abbiamo fatto la proposta per realizzare 60 giga watt nei prossimi tre anni – ha spiegato – lo si può fare e farebbero risparmiare le importazioni di gas e creerebbero circa 80mila posti di lavoro per i prossimi tre anni. L’unica cosa che manca per fare tutto ciò sono i permessi”. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha evidenziato la necessità di mettere in atto “un piano che mostri come risparmiare energia e come attraverso una forte spinta sulle rinnovabili si possono raggiungere gli obiettivi, altrimenti restiamo solo sul dichiarato. Prendiamo carta e penna e dimostriamo che si può, facciamo un piano credibile da qui al 2050. La buona notizia è che i sindaci di tutto il mondo la vedono allo stesso modo – ha aggiunto Sala – e le città possono mostrare che una serie di cose le hanno fatte”.
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Gas, con il teleriscaldamento -10% importazioni dalla Russia

ROMA (ITALPRESS) – Il settore del teleriscaldamento, rilanciato negli ultimi anni dall’avvento dei sistemi di quarta generazione, può fornire un supporto importante per la riduzione dell’import di gas dalla Russia e per il contrasto ai cambiamenti climatici. Questi temi sono stati al centro oggi del convegno “Teleriscaldamento, il calore che unisce” organizzato da AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) in occasione del quarantesimo anniversario della propria fondazione.
Ad oggi, in Italia, sono attivi soprattutto sistemi di terza generazione: quelli di quarta generazione sono maggiormente efficienti nel convogliare l’energia termica di scarto e rinnovabile disponibile sul territorio. Il teleriscaldamento assume quindi un ruolo cruciale nella decarbonizzazione del riscaldamento civile.
Uno studio realizzato nel 2020 per AIRU dai Politecnici di Milano e di Torino, aveva evidenziato per l’Italia un potenziale di sviluppo del teleriscaldamento efficiente di quarta generazione di 38 TWh (4 volte il livello attuale), pari al 12% del fabbisogno civile: le principali fonti di energia sono il calore di scarto industriale e l’energia geotermica, recuperabile anche con pompe di calore.
La ricerca “Il teleriscaldamento: efficienza e rinnovabili a servizio della decarbonizzazione”, realizzata da Elements per AIRU e presentata oggi, dimostra che lo sviluppo dell’intero potenziale migliorerebbe l’indipendenza energetica Italiana grazie ad una riduzione di 2,12 miliardi di Sm3 di gas naturale importato, equivalenti a quasi il 10% del gas importato dalla Russia. Al contempo, sarebbe poi possibile ottenere una riduzione annua delle emissioni di CO2 pari a 5,7 milioni di tonnellate e una riduzione notevole del particolato nei maggiori centri urbani.
“In Italia gli ostacoli al pieno sviluppo del teleriscaldamento – spiega il presidente di AIRU, Lorenzo Spadoni – sono principalmente di natura regolatoria, economica ed autorizzativa: le normative del settore non hanno ancora accompagnato l’innovazione tecnologica che lo ha investito, mentre non esistono meccanismi incentivanti per gli operatori e per i consumatori definiti appositamente per il teleriscaldamento, capaci di favorirne lo sviluppo”.
Senza un supporto di natura economica, meno del 30% del potenziale individuato ricerca sarebbe effettivamente realizzabile: una soluzione potrebbe arrivare dall’attesa attuazione delle norme recenti sui Certificati Bianchi, anche se soluzioni alternative basate sull’erogazione di contributi in conto esercizio e/o capitale potrebbero rappresentare un supporto più efficace.
Per il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, “l’attuale congiuntura geopolitica ha evidenziato in maniera netta l’importanza strategica del raggiungimento dell’indipendenza energetica; questo obiettivo potrà essere raggiunto sia tramite l’incremento delle fonti rinnovabili, sia grazie alla riduzione dei consumi tramite l’efficienza energetica. Per raggiungere questo importante traguardo occorrerà puntare su tutte le tecnologie e le soluzioni disponibili, tra le quali figura anche il teleriscaldamento, che è a tutti gli effetti uno dei vettori fondamentali per la transizione verde. Oggi più che mai, è necessario comprenderne l’importanza e la crescita potenziale che deriva anche dal recupero del calore di scarto e dalle rinnovabili, e supportarne la centralità nel percorso verso la decarbonizzazione intrapreso dal nostro Paese”.
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Gas, Cingolani “Serve un price cap europeo”

ROMA (ITALPRESS) – “La grande speculazione parte dal gas, nei nostri gasdotti abbiamo una quantità leggermente superiore di quella di un anno fa. Un anno fa per gli stoccaggi si pagavano 2 miliardi, oggi 10. E’ un problema globale, dobbiamo capire come funziona il mercato e fare dei correttivi, abbiamo proposto il prezzo unico europeo per il gas. Se si riuscirà ad avere? La Commissione dovrà fare una sintesi e trovare un compromesso. Molti paesi sono convinti che serva un price cap, ci sono dei blocchi, è già importante che Draghi sia riuscito a farlo mettere nel documento finale giovedì scorso”. Così Roberto Cingolani, ministro per la Transizione Ecologica, a “Che Tempo che Fa” su Rai3.
“Il vantaggio dell’Italia è che abbiamo 5 gasdotti quindi per noi è più facile diversificare rispetto ad altri paesi – ha spiegato Cingolani -. Stiamo lavorando per due nuovi rigassificatori, saranno navi galleggianti, e aumentare le riserve dal blocco del sud Africa, l’unica vera emergenza può essere per il prossimo inverno, per questi mesi abbiamo le riserve, però dobbiamo fare stoccaggi il prima possibile. Nel frattempo abbiamo accelerato le rinnovabili”.
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Saipem aggiorna il piano 2022-25, aumento da capitale da 2 mld

SAN DONATO MILANESE (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Saipem, presieduto da Silvia Merlo, ha approvato l’aggiornamento del Piano 2022-25 e la manovra di rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale della società.
Il Piano 2022-25 aggiornaton si basa, nel suo complesso, sulle dinamiche dei mercati di riferimento di Saipem presentate ad ottobre 2021 e, nello specifico, sui trend in crescita nel business E&C offshore e drilling offshore.
I mercati di riferimento previsti a maggior crescita sui quali il Gruppo si focalizzerà sono: E&C offshore, per il quale si prevede un CAGR 2021-25 dell’8%, trainato dalla ripresa dei settori sia convenzionale che SURF, in particolare in Medio Oriente ed Africa
Drilling offshore, con CAGR 2021-25 del 16% atteso su scala globale; Offshore wind, considerato un mercato di dimensioni rilevanti con un forte potenziale di crescita ad un CAGR 2021-25 superiore al 30%.
Il Piano non prevede acquisizioni di nuove commesse in Russia, che peraltro ad oggi rappresenta una porzione limitata del portafoglio ordini esistente. L’attuale contesto del mercato energetico potrebbe inoltre favorire lo sviluppo di nuove infrastrutture energetiche per la diversificazione dell’approvvigionamento energetico in molti paesi.
Le azioni di efficienza riguarderanno, ad esempio, la razionalizzazione degli uffici internazionali e un’approfondita revisione dei costi generali e amministrativi.
Inoltre, si perseguiranno ottimizzazioni ulteriori dei processi, sfruttando anche le opportunità derivanti dal nuovo modello organizzativo.
Le azioni di efficienza ad oggi attivate consentono già un risparmio costi di struttura annuale a regime di circa 80 milioni di euro, mentre le azioni da attivare per conseguire il target di risparmio per il 2022 sono già state individuate.
Il Gruppo aumenterà il focus commerciale sui mercati E&C offshore e Drilling offshore, per i quali è prevista una forte crescita. Tali segmenti hanno dimostrato storicamente un’alta marginalità per Saipem.
Si prevede che il mercato di riferimento E&C offshore cresca con un CAGR 2021-25 dell’8%, principalmente trainato dai segmenti Conventional e SURF, in particolare in Medio Oriente ed Africa. Nell’orizzonte di Piano ’22-’25 si prevede di acquisire progetti E&C offshore per circa 24 miliardi di euro, target in crescita del 14% rispetto al piano di ottobre 2021.
Il Gruppo adotterà una maggiore selettività commerciale nel business E&C onshore, in ottica di riduzione dei rischi e di focalizzazione sulla generazione di valore, rispetto ai volumi.
Le prospettive di crescita del mercato offshore wind rimangono attrattive per il Gruppo, con una previsione di CAGR 2021-25 superiore al 30%. Nell’offshore wind il Gruppo si focalizzerà nel biennio 2022-23 su attività a basso profilo di rischio, quali ad esempio transporto e installazione, con un piano di acquisizione previsto a 0,8 miliardi di euro, rispetto al piano di Ottobre 2021 che prevedeva 2,4 miliardi di euro.
Saipem vuole giocare un ruolo da protagonista nella transizione energetica e nell’economia circolare focalizzandosi in particolare sulla realizzazione di impianti modulari nella filiera per la cattura del carbonio, sul riciclo della plastica e nello sviluppo di tecnologie robotiche di tipo subsea. In particolare, nel settore CCUS Saipem ha le tecnologie per servire tutta la filiera a partire dalla cattura, al trasporto fino alla perforazione dei pozzi per accedere alle unità geologiche in cui sequestrare la CO2. Nell’orizzonte di piano il Gruppo si aspetta di generare acquisizioni di progetti pari a circa 1,3 miliardi di euro nelle suddette tecnologie.
Questi i Target economico-finanziari previsti nel piano 2022-25:
Ricavi in crescita con CAGR del 15% tra 2021-25, con elevata visibilità sul fatturato del 2022 per effetto del backlog
Riduzione dei costi di struttura nel 2022 per oltre 150 milioni di euro e oltre 300 milioni di euro a regime nel 2024, partendo dalla baseline di costi del 2021; EBITDA adjusted di oltre 0.5 miliardi di euro nel 2022 e oltre 1 miliardo di euro nel 2025
Margine dell’EBITDA adjusted sui ricavi a doppia cifra dal 2024
CAPEX per circa 300 milioni di euro medi annui; Free Cash Flow2: il 2022 è atteso assorbire cassa per circa 1 miliardo di euro e ritorno ad una generazione di cassa tra il 2023 e il 2024, con free cash flow previsto a circa 700 milioni di euro nell’anno 2025. Il Free Cash Flow di piano è condizionato dagli esborsi connessi ai risultati della backlog review per circa 1 miliardo di euro nei 4 anni, di cui circa 500 milioni di euro nel 2022
Posizione finanziaria netta (post-IFRS 16): dopo l’aumento di capitale per 2 miliardi di euro si prevede un debito netto post IFRS 16 di circa 800 milioni di euro a fine 2022, con un target di fine 2025 vicino a zero.
La revisione del Piano Strategico 2022-25 pone le basi per la manovra di rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale di Saipem, approvata dal Consiglio di Amministrazione.
La Manovra Finanziaria si articola in: aumento di capitale di 2 miliardi di euro la cui realizzazione è prevista entro la fine dell’anno; nuova linea RCF fino a 1 miliardo di euro, che verrà organizzata entro l’avvio dell’aumento di capitale e rispetto alla quale 7 banche che partecipano alla Manovra Finanziaria hanno confermato di aver approvato in via preliminare la partecipazione per circa 450 milioni di euro; linee di firma su base bilaterale da parte di banche che partecipano alla Manovra Finanziaria per un importo complessivo di circa 1,35 miliardi di euro.
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Iren, inaugurato un impianto di accumulo del calore a Mirafiori

TORINO (ITALPRESS) – L’indipendenza energetica dell’Italia passa anche da una migliore gestione delle risorse utilizzate. La prova è la rete di teleriscaldamento di Torino, che Iren sta realizzando metro dopo metro da oltre 20 anni. Riduzione delle emissioni e dei costi di esercizio, e dispersione di risorse quasi azzerata attraverso processi sempre più circolari. La dimostrazione concreta è stata fornita oggi, a Mirafiori, dove è stato inaugurato un nuovo impianto di accumulo del calore e solare termico, che ha sostituito una vecchia centrale termoelettrica. Costruita grazie ad un investimento complessivo di 46 milioni di euro, servirà circa 600mila persone, mantenendo l’acqua per il riscaldamento in temperatura a 120 gradi negli orari di picco. La novità è che il tutto avviene anche grazie a un impianto solare termico con una potenza nominale pari a 411 kW, interconnesso al sistema del teleriscaldamento e che scalda l’acqua a zero emissioni. Infine, un impianto fotovoltaico installato sulla copertura dell’edificio, invia energia direttamente nelle case. “Questo impianto sostituisce una centrale a gas ed evita ogni anno emissioni in atmosfera di circa 8000 tonnellate di Co2”, ha spiegato l’amministratore delegato di Iren, Gianni Vittorio Armani.
“Il teleriscaldamento – ha aggiunto Armani – è uno degli strumenti di utilizzo efficiente dell’energia su cui Iren è leader a livello nazionale e su cui abbiamo investito una parte significativa delle risorse del piano industriale del gruppo”. Nel Piano Industriale Iren al 2030, per un totale di 835 milioni di euro di investimenti, 610 milioni sono destinati all’area metropolitana di Torino, e a sostegno del progetto oggi Iren e Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) hanno concordato un finanziamento del valore di 80 milioni di euro proprio per migliorare la rete torinese. Questi interventi consentiranno di incrementare le volumetrie teleriscaldate nell’area metropolitana torinese (oggi circa 71,35 milioni di m3) di circa 13 milioni di m3 e sviluppare 156 km di nuova rete (oggi circa 700 km). Per aumentare l’indipendenza energetica, e far calare le bollette però, il teleriscaldamento serve a poco. “Le tensioni energetiche sono grandi e la guerra in Ucraina ha aggravato la situazione. L’indipendenza energetica dell’Europa è un obiettivo necessario da perseguire. Andava fatto prima, ora dobbiamo farlo con urgenza. In questo periodo, è chiaro, le tensioni sui prezzi saranno ancora forti”, ha spiegato Armani all’Italpress.
Anche i rigassificatori andavano fatti prima? “Noi abbiamo sviluppato un progetto che è già stato autorizzato a Gioia Tauro, con Sorgenia. Lo Stato sta valutando la sua strategicità, è uno dei migliori progetti. Vogliamo dare il nostro contributo per aprire un’altra via di rifornimento del gas”.
Certamente l’impianto calabrese sarebbe una svolta, rappresentando un approdo ideale per i rifornimenti che l’Europa sta trattando con Stati Uniti e Canada. Il collegamento alla rete nazionale esiste, il costo dell’impianto in Calabria è stimato in un miliardo, con una capacità di gestire 12 miliardi di metri cubi annui i gas, l’Italia ne utilizza l’anno quasi 80 miliardi, e un miliardo di metri cubi di capacità di stoccaggio. Sarebbe una risposta importante.
(ITALPRESS).